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Tempo e spazio di gioco

Nel documento Imparare una lingua con i videogiochi (pagine 47-49)

CAPITOLO 2: IL VALORE DEL GIOCO NELLA VITA DELL’UOMO

2.1. IL GIOCO: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE

2.1.4. Tempo e spazio di gioco

Come detto in precedenza, quando l’uomo gioca si trova in una dimensione totalmente diversa dalla realtà vera e propria, perciò si può affermare che “il gioco è un’occupazione separata […], svolta in generale entro precisi limiti di tempo e di luogo. C’è uno spazio di gioco […], e niente di quanto avviene all’esterno di questa frontiera è da prendere in considerazione” (Caillois, 2016: 22). Come viene ribadito anche da Anna Kaiser (2001: 45)

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“the human condition, the various ways in which ludicity manifests itself.” 14

“The essence of ludicity can be located in the relational and interactive processes undertaken by the individual throughout his or her life, and in which he or she invests his or her actions with a ludic meaning. […]Ludicity as a phenomenon is consequential to humankind, indicating a quality and a state that are not just characteristic of childhood, but that are shared by all age groups.”

“la ludicità ha il diritto di possedere un proprio spazio e un suo tempo”, inoltre “il gioco, nelle sue molteplici caratterizzazioni, si qualifica come attività presente nel tempo esistenziale che accompagna l’uomo dalla nascita alla morte” (Kaiser, 2001: 74-75).

I bambini possono svolgere le loro attività ludiche in qualsiasi luogo che vi si presti, e particolare importanza viene data agli ambienti naturali, che “offrono una varietà di paesaggi, di elementi, di opportunità e di materiali naturali” (Lester e Russel, 2008: 29)15. Osservare come i bambini utilizzano gli elementi ambientali per i loro giochi mette in risalto “il contrasto che esiste tra ciò che è stato progettato dagli adulti e l’appropriazione e l’uso da parte dei bambini dello spazio pubblico. Raramente i bambini riescono ad impossessarsi dello spazio pubblico, quindi tendono a cercare degli spazi nei dintorni, tra i vari paesaggi e gli spazi incolti” (Lester e Russel, 2008: 29)16

. Senza dubbio, “le attività ludiche più produttive possono e devono aver luogo a casa, in un ambiente protetto ed educativo. In questo caso, sono tre i fattori che influenzano la qualità del gioco e si riferiscono al livello di stimolazione, alla qualità dell’interazione con gli adulti e al grado di indipendenza o autonomia offerto ai bambini riguardo il gioco” (Whitebread, 2012: 27)17. All’interno dell’abitazione devono essere presenti degli spazi da poter dedicare alle attività ludiche, e a tal proposito, soprattutto per gli adolescenti, “un ruolo molto importante assume la camera da letto, come spazio di cui i ragazzi si appropriano e reclamano come loro” (Lester e Russel, 2008: 31)18, uno spazio per “lasciare fuori i problemi, riflettere sulle proprie faccende, schiarire la mente e sentirsi liberi e rilassati” (Korpela, 2002: 388)19

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I cambiamenti e le innovazioni che si stanno verificando nei tempi moderni hanno portato delle conseguenze, soprattutto negative, per quanto riguarda il tempo e gli spazi dedicati al gioco. Innanzitutto, “l’urbanizzazione causa le carenze più evidenti. Essa implica la mancanza di spazi che offrano occasione di socializzazione, invenzione e scoperta, stimolo alla creatività […]. […] La carenza di spazi impedisce ai bambini di convivere con i compagni della stessa età” (Kaiser, 2001: 48). La situazione ambientale può essere anche causa di stress per i bambini, infatti “molti dei gruppi più vulnerabili sono quelli che vivono in contesti

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“importance of diverse landscape elements and opportunities, natural materials and varied topographical features.” 16

“tension between what has been designed by adults and children’s actual use and appropriation of public space. Children are rarely allowed to take possession of visible public space, and tend to find space around the edges and transitional spaces between landscaped areas and overgrown sites.”

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“much very productive playful activity can and does take place in the home and in early care and educational settings and schools. Three key factors emerge from the research concerning the support for play in these environments. These relate to the level of stimulation, the quality of interactions with adults, and the degree of independence or autonomy offered to the children concerning their play.”

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“bedroom is particularly important in the home as a space children come to appropriate and claim as their ‘own’, especially as children get older-”

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urbani, i cui parenti o insegnanti, percependo un alto grado di pericoli ambientali, diventano troppo avversi al rischio, e tendono ad essere troppo apprensivi e protettivi nei confronti dei propri figli” (Whitebread, 2012: 27). Nonostante il troppo controllo da parte degli adulti sia un fattore che influenza negativamente il gioco, è anche vero che “perché il gioco sia un’esperienza soddisfacente, i bambini devono sentirsi in armonia con l’ambiente circostante […], devono sentirsi protetti e sicuri” (Kernan, 2007: 25-26)20

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Un’altra caratteristica della società moderna che ostacola la ludicità di un bambino, è il fatto che il gioco libero e auto-regolato sia stato sostituito da attività strutturate o educative. David Elkind, nel suo articolo riguardo l’importanza del gioco, scrive che “i presidi e gli insegnanti diffondono il messaggio che, ai giorni nostri, il gioco è superfluo, che in fondo sia un’attività per gli scansafatiche, e che se i bambini devono giocare, devono per forza imparare qualcosa mentre lo fanno” (Elkind, 2008: 1)21. Molti genitori preferiscono iscrivere i loro figli ad attività extrascolastiche, e nonostante queste riescano effettivamente a migliorare il profitto scolastico, “[…] il tempo libero dei bambini ora viene associato solo all’apprendimento, piuttosto che alla gioia del gioco in sé” (Gleave e Cole-Hamilton, 2012: 18)22. La stessa idea viene confermata da Maria Oksnes, la quale afferma che “il gioco e il tempo libero dei bambini sono strumentalizzati, e ridotti ad uno strumento educativo che serve ad altro ma non al gioco in sé” (Oksnes, 2008: 153)23. Inoltre, “quando i bambini hanno del tempo libero dalla scuola, altre attività, come i compiti, dimostrano che i bambini posso raramente usare il loro tempo libero per il gioco” (Gleave e Cole-Hamilton, 2012: 19)24

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