Capitolo II – L’ ANALISI : REQUISITI FORMALI E SOSTANZIALI
I. La teoria dell’autorevolezza
Cosa accade all’idea della rappresentanza politica quando si concentra l’attenzione sulla rappresentanza di astrazioni indipendenti da nessuna parte è mostrato più chiaramente che nella teoria dell’autorevolezza, il cui principale fondatore può essere considerato BURKE. Per BURKE, la rappresentanza politica è la rappresentanza dell’interesse, e l’interesse possiede una realtà oggettiva, impersonale e indipendente. Secondo la teoria dell’autorevolezza, la rappresentanza politica è lo svolgimento dell’attività di governo, da parte di un soggetto (il rappresentante) e nei confronti di un altro soggetto (il rappresentato), mediante la cura degli interessi (o degli interessi oggettivi), primariamente, della nazione e, secondariamente, del loro partito (che dovrebbe consistere nel collegio elettorale dove si è svolta l’elezione). Per questa teoria, l’interesse è qualcosa che gli uomini “riconoscono” come vantaggioso, per mezzo dell’intelletto o della ragione, e che ha una natura prevalentemente oggettiva, singolare e stabile, nell’accertamento della quale è possibile ignorare e contrastare le loro opinioni e i loro desideri. L’identificazione degli interessi della nazione e di ciascun collegio elettorale è affidata al giudizio e alla coscienza del rappresentante. La prevalenza dell’interesse della nazione su quello di ciascun collegio elettorale dipende dalla volontà e dalla virtù del rappresentante.
Poiché BURKE non sembra presentare alcuna coerente teoria della rappresentanza politica, occorre identificare due distinte e apparentemente incompatibili teorie del concetto95.
La prima teoria è elitista, di carattere raziocinante e di scopo nazionale. Questa teoria si manifesta particolarmente quando BURKE afferma che il Parlamento non è “un congresso di ambasciatori di interessi diversi e ostili”, che ciascuno deve sostenere o contrastare quasi fosse un agente o un avvocato, ma “un’assemblea
deliberativa”, con un solo interesse, quello della nazione, e che, di conseguenza, i
membri del Parlamento rappresentano la comunità più che i collegi elettorali nei quali sono stati eletti, dovendo decidere ed operare per “il bene comune che nasce
94 Cfr. PITKIN, H.F., op. cit., 190-208.
dalla ragione generale”, piuttosto che per “gli scopi o i pregiudizi locali”96: essi formano un gruppo elitario, che scopre e decreta ciò che è meglio per la nazione. Secondo BURKE, le ineguaglianze sono naturali e inevitabili in qualsiasi società e, a beneficio di tutti, il punto di vista di alcuni cittadini dev’essere sempre più elevato rispetto a quello degli altri: ciò non impedirà a nessuno di raggiungere la felicità, che non dipende dalla condizione sociale, ma solo dalla virtù97.
Uno Stato ben organizzato, quindi, è quello che genera ed educa una vera aristocrazia naturale e le permette di governare, sul presupposto che essa possa svolgere al meglio questa funzione; mentre i rappresentanti dovrebbero essere uomini superiori per saggezza e per capacità, e non uomini medi o tipici, né tantomeno uomini popolari. “Essere un buon membro del parlamento non è” – prosegue BURKE – “impegno facile”: occorre evitare la “servile compiacenza” e la “sfrenata popolarità” e unire “prudenza” ed “energia”98; e governare è questione di
96 Cfr. BURKE, E., Speech to the Electors of Bristol, in The Works of the Right Honourable Edmund Burke, John West and O.C. Greenleaf, II, Boston, 1807, 14-15: “Parliament is not a congress
of ambassadors from different and hostile interests; which interests each must maintain, as an agent and advocate, against other agents and advocates; but parliament is a deliberative assembly of one nation, with one interest, that of the whole; where, not local purposes, not local prejudices ought to guide, but the general good, resulting from the general reason of the whole. You chuse a member indeed; but when you have chosen him, he is not member of Bristol, but he is a member of
parliament. If the local constituent should have an interest, or should form an hasty opinion, evidently
opposite to the real good of the rest of the community, the member for that place ought to be as far, as any other, from any endeavour to give it effect”.
97 Cfr. BURKE, E., Riflessioni sulla rivoluzione francese, Licinio Cappelli Editore, Bologna, 1930, 103: “[…] la felicità, quando si fondi sulla virtù, può essere conseguita in qualsiasi condizione sociale; e […] appunto in essa consiste il vero principio egualitario dell’umanità, e non nella mostruosa finzione che, ispirando idee fallaci e vane speranze ad uomini destinati a lavorare nelle oscure strade di un’esistenza faticosa, serve soltanto a rendere più grave e più amara quella reale forma di ineguaglianza che nessuno potrà mai sopprimere e che l’ordine della vita civile ribadisce, tanto a beneficio di coloro che sono destinati a vivere in umile condizione quanto di coloro che possono aspirare a gradi più alti e più brillanti ma non più felici”.
98 Cfr. BURKE,E.,Speech, cit., 15: “To be a good member of parliament, is, let me tell you, no
easy task; especially at this time, when there is so strong a disposition to run into the perilous extremes of servile compliance or wild popularity. To unite circumspection with vigour, is absolutely necessary; but it is extremely difficult”.
“ragione” e di “giudizio”, non di “volontà” o di “inclinazione”99: ragione, di natura specialmente pratica100 ed etica101 e nella quale la determinazione deve seguire la discussione, anziché precederla102. Così, la superiorità dell’élite naturale e le qualità desiderabili di un rappresentante riposano non tanto nell’intelletto o nella conoscenza quanto nel giudizio, nella virtù e nella sapienza derivanti dall’esperienza: se egli è veramente un membro di tale élite, riuscirà a scoprire e a realizzare l’interesse nazionale, perché avrà la necessaria saggezza e razionalità, perché una vera aristocrazia naturale non ha altro interesse che l’interesse nazionale e perché la massa del popolo è incapace di governare se stessa, non è stata creata per pensare o per agire senza una guida o una direzione103.
Di conseguenza, un rappresentante non è tenuto tanto a consultare e a preferire i “desideri” o le “opinioni” dei suoi elettori, vivendo “nell’unione più stretta” e “nella più limpida comunicazione” con essi, quanto a non sacrificare loro la sua “opinione imparziale”, il suo “maturo giudizio” e la sua “illuminata coscienza”, che costituiscono “un dono affidatogli dalla Provvidenza”104. E le elezioni sono
99 Cfr. BURKE,E.,Speech, cit., 14: “If government were a matter of will upon any side, yours,
without question, ought to be superiour. But government and legislation are matters of reason and judgment, and not of inclination; […]”.
100 Cfr. BURKE, E., Riflessioni, cit., 142-143: “Siccome la scienza del governo è di natura squisitamente pratica e mira a finalità pratiche, e siccome essa richiede una sostanziale esperienza e magari esperienza maggiore di quella che ogni singola persona può conseguire nell’intero corso della sua stessa vita […], è necessario procedere con infinita cautela allorché ci si osa avventurare nella delineazione di un edificio che debba rispondere in modo tollerabile e duraturo all’esigenza comune della società, o si tenta di costruire un altro di bel nuovo senza tenere dinanzi agli occhi idonei modelli esemplari, che garantiscano sulla base di una esperienza positiva un’adeguata utilità di risultati”.
101 Cfr. BURKE, E., Riflessioni, cit., 142-143: “La ragione politica è un principio di calcolo; questo principio addiziona, sottrae, divide, moltiplica, da un punto di vista morale ed intrinseco, non astratto e matematico, i valori etici della realtà”.
102 Cfr. BURKE,E.,Speech, cit., 14: “[…] and, what sort of reason is that, in which one set of men
deliberate, and another decide; and where those who form the conclusion are perhaps three hundred miles distant from those who hear the arguments?”.
103 Cfr. PITKIN, H.F., op. cit., 168-169 e 172.
104 Cfr. BURKE,E.,Speech, cit., 13-14: “Certainly, gentlemen, it ought to be the happiness and
glory of a representative, to live in the strictest union, the closest correspondence, and the most unreserved communication with his constituents. Their wishes ought to have great weight with him;
semplicemente un mezzo per individuare i membri di un’aristocrazia naturale: qualunque altro metodo di scelta che fosse parimenti efficiente nel selezionarli, presumibilmente sarebbe altrettanto accettabile. Il primo concetto della rappresentanza politica che si incontra nel pensiero di BURKE è, dunque, un’aristocrazia di virtù e di saggezza, che governa per il bene della nazione intera, piuttosto che secondo i desideri o le opinioni di qualcuno (la rappresentanza
dell’interesse).
La seconda teoria della rappresentanza politica che si incontra nel pensiero di BURKE è la rappresentanza degli interessi di particolari collegi elettorali da parte di particolari membri del Parlamento (la rappresentanza degli interessi). BURKE
concepisce gli interessi, in senso ampio e relativamente fisso, come poco numerosi, chiaramente definibili e largamente economici, dei quali ciascun gruppo o località detiene uno solo; egli non parla quasi mai dell’interesse di un individuo o di un gruppo, o di un gruppo o di una località come avente più di un interesse105. L’interesse oggettivo, fisso di un collegio elettorale è piuttosto differente dalle opinioni di una parte o persino di tutta la relativa popolazione. Il vero interesse di ogni gruppo, o per tale questione dell’intera nazione, ha una realtà oggettiva sulla quale si può avere ragione o torto, sulla quale si può avere un’opinione. L’uomo intelligente, ben informato e razionale, che ha studiato, deliberato e discusso la questione, è la persona più vicina a conoscere il vero interesse di ogni gruppo. Al contrario, particolari individui o gruppi potrebbero sbagliarsi su ciò che è nel loro
their opinion, high respect; their business, unremitted attention. It is his duty to sacrifice his repose, his pleasures, his satisfactions, to theirs; and, above all, ever, and in all cases, to prefer their interest to his own. But his unbiassed opinion, his mature judgment, his enlightened conscience, he ought not to sacrifice to you; to any man, or to any set of men living. These he does not derive from your pleasure; no, nor from the law and the constitution. They are a trust from Providence, for the abuse of which he is deeply answerable. Your representative owes you, not his industry only, but his judgment; and he betrays, instead of serving you, if he sacrifices it to your opinion”.
105 Cfr. BURKE,E.,Speech, cit., 15: “We are now members for a rich commercial city; this city,
however, is but a part of a rich commercial nation, the interests of which are various, multiform, and intricate. We are members for that great nation, which however is itself but part of a great empire, extended by our virtue and our fortune to the farthest limits of the east and of the west”.
interesse. Quindi, il dovere del rappresentante nei confronti dei suoi elettori è una devozione ai loro interessi piuttosto che alle loro opinioni106.
BURKE crede che il membro del Parlamento debba perseguire l’interesse del suo collegio elettorale, piuttosto che seguire i suoi ordini, conciliando tale interesse con gli altri interessi concorrenti; conciliazione, che sarebbe possibile per la natura additiva dell’interesse: l’interesse nazionale è la somma degli oggettivi interessi che compongono la nazione, purché correttamente determinati mediante deliberazione razionale, e tutte le località e i gruppi nella nazione, essendo parti della nazione stessa, hanno un interesse per il benessere del tutto107.
La natura additiva dell’interesse, per BURKE, è anche il motivo per cui non c’è contraddizione nel pensare di un membro del Parlamento come rappresentante, ad esempio, dell’interesse commerciale, e di ogni membro del Parlamento come rappresentante dell’interesse nazionale: gli interessi sono solo scoperti in Parlamento, attraverso il dibattito; ma tale scoperta presuppone la partecipazione di rappresentanti di ciascun interesse, in modo che tutte le considerazioni siano presentate nel dibattito. Il complesso di queste idee – rappresentanza elitaria della nazione, rappresentanza di collegi elettorali, deliberazione parlamentare, comunione di interessi e partecipazione di sentimenti – costituisce la c.d. teoria
dell’autorevolezza108.
Tra gli altri autori, ROMANO è di questa opinione. Per quest’autore, in primo luogo, è da escludere l’idea che la rappresentanza politica sia una rappresentanza di volontà: lo Stato esprime la volontà prodotta mediante la Camera, che è un suo organo, sempre e soltanto in nome proprio, non in nome e per conto della comunità popolare; questa non ha una propria volontà e nessuna volontà di altri è giuridicamente sostituibile a quella che essa non ha. “La rappresentanza della nazione da parte della Camera è, dunque, una rappresentanza di interessi: di tutti gli
106 Cfr. PITKIN, H.F., op. cit., 174 e 176.
107 Cfr. BURKE,E.,Speech, cit., 15: “All these wide-spread interests must be considered; must be
compared; must be reconciled if possible”.
interessi nazionali, materiali e morali, economici e politici, che l’ordinamento giuridico considera meritevoli di cura e di protezione”109.