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Capitolo I VOCI DI DONNE NELLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEAITALIANA CONTEMPORANEA

5. Testi, strumenti e ipotesi di lavoro

Una selezione difficile: limiti cronologici e generazionali.

Al fine di approfondire l'analisi ed evitare i rischi di un lavoro ampio ma superficiale si è cercato di definire un corpus piuttosto ristretto di testi di riferimento. Sono stati innanzitutto individuati dei criteri di tipo cronologico. Si è tenuto conto del fatto che nella storia della poesia italiana contemporanea gli anni Settanta costituiscono un momento di svolta. Diversi critici concordano infatti nell'affermare che in questo periodo si assiste ad un'importante trasformazione del mondo della poesia, anche se le date scelte e le motivazioni storiografiche addotte talvolta differiscono parzialmente.

Esaminando il secondo Novecento Romano Luperini identifica nel 1956 un primo importante spartiacque. Se sulla scena internazionale tale data rinvia ai fatti d'Ungheria, in prospettiva nazionale indica l'inizio di quel miracolo economico che ha portato l'Italia tra i paesi industrializzati. Questo accelerato processo di industrializzazione ha determinato significative trasformazioni in campo culturale suscitando una riflessione sul valore della letteratura in un mondo mercificato e inarrestabilmente avviato verso l'omologazione. Analizzando il periodo che va dal 1956 a oggi, Guido Mazzoni ha riconosciuto un'altra importante linea di confine nel 1977:

“Il 1977 (l'anno dell'ultima ondata, sempre più anarchico-nichilista, e politicamente sempre meno lucida, della contestazione) apre la fase drammatica ma conclusiva di quell'epoca della storia d'Italia cominciata con il 1968. Da un punto di vista soltanto letterario, invece, il 1977 sarebbe un anno di transizione, ma molto significativo per il posto che occupa. Nel 1975-1976, infatti escono i libri d'esordio di Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, e Milo De Angelis, tre fra i poeti più conosciuti della generazione che si sarebbe affermata dopo il '77: nel 1978, vengono pubblicate due antologie molto importanti: Poeti italiani del

Novecento di Mengaldo, e La parola innamorata, di Pontiggia e Di Mauro. L'antologia di Mengaldo è,

ancora oggi, la più autorevole proposta di un canone per la poesia del Novecento [....] La parola

innamorata, invece, è un'antologia di tendenza: raccoglie i testi e le poetiche di una generazione di autori,

nati negli anni Quaranta e agli inizi degli anni Cinquanta, e mostra quanto le nuove correnti fossero distanti da quelle che le avevano precedute.”168

Gli anni Settanta costituiscono un periodo di profondi mutamenti in ambito poetico anche secondo Alfonso Berardinelli che prende però come punto di riferimento l'inizio del decennio. Nel 1971 vengono infatti pubblicati due libri significativi come Satura di Eugenio Montale e Trasumanar e organizzar di Pier Paolo Pasolini. Secondo il critico

anch'essa appartata ed orientata in senso europeo.” (Maura Del Serra, Le mie “eccentriche”:

Lasker-Schüler, Kolmar, Weil, Woolf, Mansfield, Guidacci, in Anna Botta, Monica Farnetti, Giorgio Rimondi (a

cura di), Le Eccentriche. Scrittrici del Novecento, Tre Lune, Mantova 2003, pp. 93-94).

168 Guido Mazzoni I poeti del Secondo Novecento, in Valeria Nicodemi (a cura di), Il Secondo

Novecento (dal 1956 a oggi) la poesia e la narrativa., Atti del seminario di studi diretto da Romano

queste due raccolte testimoniano il cambiamento generale di direzione che si è prodotto nella poesia italiana, ormai decisamente lontana da slanci lirici assoluti e orientata verso uno stile prosastico. Tale idea viene fissata in modo incisivo anche dal titolo di un noto libro di Berardinelli, La poesia verso la prosa.169

La data proposta da Alfonso Berardinelli è presa in considerazione anche dai curatori dell'antologia Parola plurale (2005), che nella loro periodizzazione non indicano tuttavia un'unica data preferendo riferirsi a “un prolungato crepuscolo: quello che va dal 1971 al 1975.”170 La crisi si consuma tutta tra l'inizio del decennio e il 1975 che come ha evidenziato Martin Rueff, in una nota antologia francese di poesia italiana contemporanea, rappresenta l'anno del conferimento del Nobel a Eugenio Montale e della morte di Pier Paolo Pasolini.171 Nel 1975 viene inoltre data alle stampe l'antologia Il pubblico della poesia che registra l'avvento di una fase nuova, in cui i poeti non possono più credere in ideologie e programmi letterari forti e sono privati del riconoscimento sociale del loro ruolo. Il campo letterario si presenta destrutturato e alla deriva. Commentando a distanza di trent'anni l'antologia compilata nel 1975, Alfonso Berardinelli ha affermato che:

“I poeti della mia generazione erano manifestamente liberi di andarsene ognuno per la propria strada: ma questa libertà veniva anche da una diminuita coscienza critica, da una pretesa di innocenza che rischiava di rendere troppo disinvoltamente produttivi troppi nuovi autori.”172

A partire dagli anni Settanta il quadro poetico inizia ad essere poco chiaro, si moltiplicano gli stili e le scritture, le esperienze poetiche sono più libere ma corrono anche il rischio di essere troppo immediate e poco consapevoli.

Nelle ricostruzioni critiche che accordano importanza a questo periodo assai di rado si fa riferimento al movimento femminista e alla sempre maggiore presenza femminile

169 Alfonso Berardinelli, La poesia verso la prosa, Bollati Boringhieri, Torino 1994.

170 1975-2005. Odissea di forme, in Giancarlo Alfano, Alessandro Baldacci, Cecilia Bello Minciacchi, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Raffaella Scarpa, Fabio Zinelli, Paolo Zublena (a cura di),

Parola plurale. Sessantaquattro poeti italiani, cit., p. 18.

171 Martin Rueff, 109 Sang neuf Sangue nuovo, in 30 ans de poésie italienne (1975-2004), “Po&sie”, n. 109, 2004, pp. 7-21. Il critico francese dichiara: “1975? Si cette date est arbitraire, elle n'en comporte pas moins une signification importante. Elle indique une crise multiple. 1975 est à la fois l'année du prix Nobel de Montale et de la mort de Pier Paolo Pasolini. Entre la gloire du poète et le martyre, la poésie italienne trouverait en 1975 dans le destin de ces deux figures, l'expression d'un lien singulier de reconnaissance du poète par la nation: Montale, le poète adulé, Pasolini, le poète scandale, discuté jusque dans sa mort – qui, après eux, pourrait rêver d'un destin national c'est-à-dire d'assumer la fonction nationale du poète? […] 1975 est bien un tournant: Montale et Pasolini achèvent une tradition, au sens où Benjamin disait de Proust qu'il achevait le roman. Ils marquent le point le plus haut qui est aussi un point final.” (Ivi, p. 9)

172 Alfonso Berardinelli, Cominciando dall'inizio, in Alfonso Berardinelli, Franco Cordelli (a cura di),

in poesia.173 In questo studio esaminare delle opere pubblicate a partire dagli anni Settanta significa prendere in considerazione anche il fatto che in questo periodo la presenza delle donne in campo poetico inizia a farsi decisamente più importante sia in termini quantitativi che qualitativi. Tale desiderio di affermazione è peraltro testimoniato da un'antologia come Donne in poesia curata da Biancamaria Frabotta nel 1976: se una data dovesse essere fissata in modo preciso, non si avrebbe alcuna esitazione nell'indicare proprio il 1976 come simbolico punto di svolta. È chiaro però che le trasformazioni in genere non si producono improvvisamente e che le periodizzazioni non possono mai essere troppo rigide. Non si è esitato dunque, in qualche caso, a varcare il limite del 1976, per esempio per considerare in modo approfondito anche l'opera d'esordio di una poetessa come Patrizia Cavalli che dà alle stampe Le mie poesie non cambieranno il mondo nel 1974.

In un secondo momento l'attenzione si è concentrata sulle operazioni di selezione delle singole voci poetiche. Per descrivere e studiare con esattezza le esperienze poetiche femminili dalla metà degli anni Settanta a oggi sarebbe stato necessario un lavoro d'équipe. Le personalità femminili notevoli sono numerose, numericamente comparabili a quelle maschili. Si possono citare, senza correre rischi, almeno una quindicina di nomi: Amelia Rosselli, Alda Merini, Jolanda Insana, Biancamaria Frabotta, Vivian Lamarque, Patrizia Cavalli, Anna Cascella, Gabriella Sica, Maria Pia Quintavalla, Ida Travi, Patrizia Valduga, Giovanna Sicari, Antonella Anedda, Maria Grazia Calandrone, Rosaria Lo Russo ed Elisa Biagini. Risulta chiaramente impossibile, nell'ambito di questo studio, svolgere un lavoro approfondito su un gruppo così vasto di autori. L'analisi si è quindi dovuta restringere ulteriormente e l'attenzione è andata concentrandosi su alcune poetesse nate tra il 1930 e gli anni Cinquanta. Porre come punto di partenza l'anno di nascita di Amelia Rosselli vuol dire riconoscere l'importanza della sua poesia che per prima si impone in modo duraturo dentro il 173 Alfonso Berardinelli accenna nella sua introduzione a Il pubblico della poesia all'esistenza della poesia femminista, presentandola come un caso tra i tanti della moltiplicazione di tendenze poetiche diverse. Pier Vincenzo Mengaldo accenna alla poesia femminile solo per dare un esempio di come la poesia di quegli anni si stesse abbandonando a un flusso privato e informale (Pier Vincenzo Mengaldo,

Introduzione a Poeti italiani del Novecento, Mondadori, Milano 1978, LXI). Soltanto Martin Rueff rileva

la forza espressiva e la qualità della produzione poetica femminile considerando tale fenomeno come uno dei tratti tipici dell'identità poetica italiana degli ultimi trent'anni: “Faut-il que la du corps apparaisse comme préalable à l'écriture féminine? C'est peu de dire que les voix féminines de cette poésie en ont renouvelé l'apparence et l'enjeu. On y verra un quatrième trait. La poésie des trente dernières années voit émerger en force un courant féminin d'une puissance inouïe.” (Martin Rueff, 109 Sang neuf Sangue

canone poetico. Far riferimento agli anni Cinquanta significa inoltre limitare l'indagine a delle poetesse che hanno già alle spalle un lungo percorso di scrittura. A partire da questi criteri di tipo generazionale, l'analisi è andata restringendosi attorno alle cinque autrici seguenti: Amelia Rosselli (1930-1996), Alda Merini (1931), Jolanda Insana (1937), Patrizia Cavalli (1947) e Patrizia Valduga (1953).

Si tratta di una scelta fortemente selettiva, difficile soprattutto nell'ambito di uno studio come questo dove si vorrebbe dare il più possibile spazio e visibilità a delle voci significative spesso non considerate al loro giusto valore. La selezione proposta di fatto non è innovativa rispetto alle scelte già operate nelle più note antologie di poesia contemporanea. Quasi tutte queste poetesse sono infatti presenti in almeno una delle antologie di poesia più importanti: in Poeti italiani del secondo Novecento (1996, poi 2004) di Maurizio Cucchi e Stefano Giovanardi sono antologizzate quattro di queste poetesse (Amelia Rosselli, Alda Merini, Patrizia Cavalli e Patrizia Valduga); nell'antologia di Niva Lorenzini, Poesia italiana del Novecento. Dal secondo dopoguerra a oggi (2002), sono comprese Amelia Rosselli, Jolanda Insana e Patrizia Valduga, mentre in Dopo la lirica (2005) Enrico Testa include testi di Amelia Rosselli, Alda Merini, Patrizia Cavalli e Patrizia Valduga. Nel volume Parola plurale (2005) si considerano solo autori nati dopo il 1945, compaiono quindi soltanto Patrizia Cavalli e Patrizia Valduga.

Se il corpus di lavoro di questa tesi non è dunque particolarmente originale, è necessario mettere subito in evidenza come non sia stato adottato pedissequamente basandosi sui riscontri antologici. Durante la preparazione di questa tesi si è cercato continuamente di aggiornarsi, di leggere e restare ricettivi di fronte ad esperienze poetiche di qualità, sebbene poco conosciute. La selezione è avvenuta sulla base di una scelta che ha inteso essere consapevole e il più possibile informata dello spettro delle possibilità esistenti. Il panorama poetico femminile è ampio e ricco e andrà indagato con più attenzione: per il momento, sembra lecito affermare che il gruppo delle cinque autrici qui selezionate comprende alcune delle più importanti poetesse degli ultimi decenni. Fatta eccezione per Amelia Rosselli, tutte le altre autrici esaminate sono ancora viventi e hanno già offerto una compiuta manifestazione della loro poesia nel corso di un percorso di scrittura ormai trentennale.

questo tipo, tuttavia si è cercato di rispettare il più possibile dei criteri di coerenza interna metodologica. Volendo svolgere alcuni accertamenti sull'esistenza di costanti nella poesia femminile contemporanea, è sembrato ad esempio importante associare al criterio della qualità letteraria quello della diversificazione generazionale. Si sono prese in considerazione delle poetesse di generazioni diverse in modo da poter verificare sia la continuità di alcune costanti, che l'eventuale presenza di differenze e di evoluzioni. Alcuni approfondimenti potranno essere introdotti in futuro per equilibrare ulteriormente la selezione, facendo in particolare riferimento ad altre poetesse nate negli anni Quaranta e Cinquanta.

Per la pubblicazione di questo studio si intende sviluppare in modo dettagliato un capitolo su Antonella Anedda (1958). Oltre che conferire maggior ampiezza alla riflessione dal punto di vista generazionale, tale capitolo permetterà di registrare la piena accoglienza della lezione rosselliana all'interno della poesia femminile. Antonella Anedda e Amelia Rosselli non sono state legate solo da un rapporto di amicizia, ma anche da intense affinità letterarie.174 Con Antonella Anedda sembrerebbe chiudersi circolarmente una prima fase della poesia femminile, si verifica una specie di passaggio del testimone.

Un altro capitolo dovrà essere aggiunto in futuro relativamente alla poesia di Vivian Lamarque (1946). Questa poetessa è anche scrittrice di fiabe per bambini: sarà particolarmente stimolante analizzare la sua opera poetica considerando il legame che intercorre con la sua attività letteraria per l'infanzia, tipo di scrittura in passato spesso associato al femminile. Tale capitolo permetterà di bilanciare ulteriormente la selezione effettuata in questa tesi. Gli anni Quaranta offrono infatti al secondo Novecento un numero rilevante di poetesse: un unico nome, per quanto solido come quello di Patrizia Cavalli, non è forse sufficiente a rappresentare la numerosa schiera di autrici nate in questo decennio.

Naturalmente restano auspicabili degli studi che considerino anche le altre esperienze poetiche femminili, che qui non si potranno analizzare in modo approfondito. Molte delle poetesse che hanno risposto al questionario meritano sicuramente più attenzione da parte della critica. In questa tesi, le loro testimonianze

174 Sul rapporto fra le due poetesse si veda il saggio di Roberto Galaverni, Antonella e Amelia. Lettura

di “Per un nuovo inverno” dell'Anedda, in Id., Dopo la poesia. Saggi sui contemporanei, Fazi, Roma

offrono informazioni precise sul modo tramite il quale la questione della poesia femminile si pone oggi a livello collettivo. Le risposte inserite in appendice offrono però anche un'occasione per conoscere in maniera diversa delle autrici che da molto tempo si dedicano alla scrittura poetica. L'indagine permette inoltre di incontrare il mondo poetico di alcune giovani poetesse nate negli anni Settanta come Florinda Fusco, Francesca Genti, Laura Pugno, Francesca Serragnoli e Paola Turroni.

Percorsi di avvicinamento ai testi e considerazioni metodologiche.

Il percorso di analisi testuale inizia dalla poesia di Amelia Rosselli, tutta incentrata su una riflessione sul valore della lingua poetica e sul suo rapporto con la realtà. I suoi versi ruotano attorno alla denuncia del carattere menzognero del linguaggio, ma costituiscono anche un vitale riconoscimento del potere salvifico della parola poetica. Come noto, il percorso poetico rosselliano comincia con Variazioni belliche (1964), libro dove il riferimento alla guerra indica il male che infierisce sul mondo e insieme l'appassionato e battagliero tentativo di liberarsene. Negli anni Sessanta Amelia Rosselli pubblica Serie ospedaliera (1969). Le teorie metriche esposte in Spazi metrici (1962), saggio allegato a Variazioni belliche, trovano ora realizzazione anche dal punto di vista grafico-editoriale. Nella costosissima raccolta del 1969 l'uso di caratteri IBM che riproducono quelli di una macchina da scrivere permette di rappresentare in modo più rigoroso sulla pagina gli spazi metrici rosselliani. Negli anni Settanta la poetessa pubblica Documento (1976), canzoniere d'amore dove l'autrice affronta anche il nesso tra poesia e politica, rispondendo alle sollecitazioni di quegli anni segnati dagli scioperi e dal terrorismo. Tutti i suoi libri sono estremamente densi e consapevoli, ma è sull'ultimo scritto, Impromptu (1981), che si è focalizzata l'analisi.

Si tratta di un lungo poemetto, composto nel 1979, che rappresenta un'ultima fiduciosa avventura linguistica, prima che la malattia vinca definitivamente. L'ipotesi che viene articolata e dimostrata nel capitolo dedicato a Amelia Rosselli riguarda la capacità della poetessa di indicare i nessi esistenti tra argomenti che aveva approfondito separatamente nelle precedenti raccolte: il rapporto tra poesia e società, la presenza del femminile in poesia, l'elemento irrazionale presente nella scrittura poetica. L'analisi di tipo essenzialmente tematico verrà integrata da rilievi stilistici e linguistici, oltre che dall'esame di dati emersi durante delle ricerche condotte presso i fondi Amelia Rosselli

conservati al Centro Manoscritti dell'Università di Pavia e alla Biblioteca di lingue dell'Università La Tuscia di Viterbo.

Alda Merini ha goduto negli ultimi decenni di un grande successo di pubblico, ma in ambito critico è considerata ancora con un certo sospetto. Merita che si indaghi senza pregiudizi sulla sua opera e che limiti e punti di forza dei suoi versi vengano analizzati in modo più equilibrato. La produzione poetica meriniana è quantitativamente molto importante. In questa tesi l'attenzione si è concentrata su un testo di sicuro valore come La terra santa (1984), raccolta con la quale Alda Merini ritorna alla scrittura dopo più di un decennio di silenzio. L'esperienza biografica del manicomio viene raccontata facendo riferimento all'immaginario biblico. I folli rappresentano un'umanità dannata e insieme prediletta da Dio. Nel manicomio inferno e paradiso coincidono. L'esposizione di alcuni problemi filologici relativi alla raccolta permetterà un'analisi più consapevole dei testi. La terra santa si configura infatti come un sistema fortemente coeso sia a livello tematico che stilistico, anche grazie all'intervento del critico. Fondamentali per la redazione di questo capitolo sono state le ricerche svolte in due archivi. Presso il Centro Manoscritti dell'Università di Pavia sono custoditi i manoscritti poetici e il materiale epistolare risalenti al periodo successivo all'esperienza di reclusione psichiatrica. Al Centro Apice (Archivi della Parola dell'Immagine e della comunicazione) dell'Università di Milano, nell'archivio Scheiwiller, si trovano invece alcuni documenti giovanili che precedono l'internamento psichiatrico.

Jolanda Insana ha avuto un esordio tardivo. Dopo un lungo lavoro di affinamento delle proprie tecniche stilistiche, la sua prima sequenza poetica esce infatti quando la poetessa ha già quarant'anni. Per il primo libro autonomo è necessario aspettare ancora cinque anni. A partire da quel momento Jolanda Insana ha pubblicato regolarmente, sempre per editori importanti come Guanda, Marsilio, Mondadori e da ultimo Garzanti. Un incremento dell'interesse critico nei suoi confronti si è registrato di recente,175 grazie alla pubblicazione nel 2007 di tutte le sue poesie per la collana “Elefanti” dell'editore Garzanti. Tale iniziativa editoriale consente finalmente di apprezzare la sua produzione poetica in tutto il suo svolgimento diacronico e di cogliere anche la forte coerenza interna della sua ricerca linguistica. I suoi versi sono animati dal furente desiderio di far

175 Nel dicembre del 2007 le è stato dedicato il primo convegno. Gli atti sono appena stati pubblicati: Dario Tomasello (a cura di), “Nessuno torna alla sua dimora”. L'itinerario poetico di Jolanda Insana, Sicania, Messina 2009.

aderire il linguaggio alla realtà, come se solo sporcandolo, tirandolo verso il basso si potesse sfuggire alla menzogne e alle astrazioni di una poesia pura e sublime. L'analisi di tipo essenzialmente linguistico verrà applicata a quasi tutta la produzione poetica di Jolanda Insana, da Sciarra amara (1977) fino all'ultima raccolta La tagliola del disamore (2005). Qualche accenno verrà fatto anche a sequenze poetiche recenti come La bestia clandestina (2007) e Per l’assedio delle ceneri (2008). L'analisi di tipo sostanzialmente lessicale sarà condotta sia con l'aiuto di repertori e strumenti lessicografici cartacei (Grande Dizionario della Lingua Italiana, Dizionario della lingua italiana Tommaseo-Bellini, Dizionari dell'Accademia della Crusca, Dizionari di siciliano) sia tramite l'uso di banche dati disponibili su Internet (ad esempio il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini). Per evitare di ridurre l'indagine ad un'asettica catalogazione di occorrenze si cercherà di contestualizzare i rilievi e, per quanto possibile, di mostrare l'evoluzione esistente nell'uso dei principali strumenti linguistici.

I toni apparentemente leggeri della poesia di Patrizia Cavalli nascono da una concezione tragica del mondo che ha numerosi punti di contatto con quella di un'altra grande maestra del Novecento come Elsa Morante, che ha aiutato Patrizia Cavalli durante i suoi esordi. L'analisi si concentrerà soprattutto sulle prime tre raccolte intitolate Le mie poesie non cambieranno il mondo (1974), Il cielo (1981) e L'io