• Non ci sono risultati.

The Artemis Accords

Nel documento RASSEGNA DELLA GIUSTIZIA MILITARE (pagine 78-81)

Nel mese di maggio u.s. la NASA ha pubblicato “The Artemis Accords”, ovvero un documento aperto ad altri Stati e soggetti privati, teso a condividere un common set di principi tesi a governare l’esplorazione e l’uso per scopi pacifici dello spazio.

Il documento9 si inquadra nell’ambito del programma NASA “Artemis” che si prefigge di condurre the first woman and the next man sulla luna nel 2024 ed è teso ad attrarre le Agenzie Internazionali Spaziali mediante accordi bilaterali con la NASA.

2 Cfr. https://www.agi.it/estero/news/2020-07-23/sonda-cinese-su-marte-9233270/. 3 Cfr. https://www.analisidifesa.it/2020/05/lo-sputnik-persiano-tra-capacita-spaziali-e-balistiche-intercontinentali/. 4 Cfr. https://www.bbc.com/news/world-europe-53518238. 5 Cfr. https://time.com/5779315/%20russian-spacecraft/. 6Cfr. https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_175419.htm?#:~:text=and%20early%20warning.-,NATO's%20 approach%20to%20space%20will%20remain%20fully%20in%20line%20with,its%20operations%2C%20missions%20 and%20activities. A valle del summit, è stato dichiarato dai Leader della NATO che "We have declared space an

operational domain for NATO, recognising its importance in keeping us safe and tackling security challenges, while upholding international law".

7 Cfr. https://www.nasa.gov/specials/artemis-accords/index.html.

8 Cfr. https://www.spaceforce.mil/Portals/1/Space%20Capstone%20Publication_10%20Aug%202020.pdf.

76 Nel dettaglio, contempla i sottonotati principi:

1. Peaceful purposes, che prevede che qualsiasi attività venga svolta per scopi pacifici, in aderenza all’Outer Space Treaty;

2. Transparency, che si sostanzia nell’impegno per le Nazioni aderenti a rendere pubblici policy e piani di ricerca inerenti lo spazio;

3. Interoperability, ovvero ricorso a procedure condivise;

4. Emergency assistance, volto a riaffermare non solo quanto previsto dalla cd. Rescue Agreement, ma a dare enfasi ad ogni possibile sforzo per assicurare assistenza agli astronauti in distress;

5. Registration of Space Objects, teso a rafforzare la necessità che gli space object lanciati nello spazio vengano registrati e che le Nazioni che non fanno parte della Registration Convention aderiscano quanto prima alla Convenzione10;

6. Release of Scientific data, sulla scorta di quanto già effettuato dalla NASA, affinché l’intera comunità scientifica benefici dei risultati delle esplorazioni;

7. Protecting heritage, teso a garantire la protezione dei siti con valore storico;

8. Space Resources, ovvero principio che evidenzia l’importanza dell’estrazione e dell’impiego delle risorse della Luna, di Marte e degli asteroidi to support safe and sustainable space exploration and development. In proposito, viene evidenziato che dette attività dovranno essere effettuate sotto gli auspici dell’Outer Space Treaty, con specifico riguardo agli art. II, VI e XI11;

9. Deconfliction of Activities, mediante l’istituzione da parte delle Nazioni aderenti di safety zones; infatti, l’attività di coordinamento e di notifica viene indicato quale necessità per prevenire harmful interference, implementando l’art. IX dell’Outer Space Treaty12;

10 La Convezione è stata adottata con Ris. 3235 delle Nazioni Unite ed è entrata in forza il 15 settembre 1976. Al momento risulta essere stata ratificata da 51 Paesi e sottoscritta da 4 Paesi.

11 La Convezione è stata adottata con Ris. 2222 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed è entrata in forza il 10 ottobre 1967. Al momento risulta essere stata ratificata da 107 Paesi, tra cui USA, l’(ex) URSS, UK e REPUBBLICA POPOLARE CINESE. Si riporta di seguito il contenuto testuale degli articoli citati: Article II “Outer space, including

the moon and other celestial bodies, is not subject to national appropriation by claim of sovereignty, by means of use or occupation, or by any other means”; Article VI “States Parties to the Treaty shall bear international responsibility for national activities in outer space, including the Moon and other celestial bodies, whether such activities are carried on by governmental agencies or by non-governmental entities, and for assuring that national activities are carried out in conformity with the provisions set forth in the present Treaty. The activities of non-governmental entities in outer space, including the Moon and other celestial bodies, shall require authorization and continuing supervision by the appropriate State Party to the Treaty. When activities are carried on in outer space, including the Moon and other celestial bodies, by an international organization, responsibility for compliance with this Treaty shall be borne both by the international organization and by the States Parties to the Treaty participating in such organization”; Article XI “In order to promote international co-operation in the peaceful exploration and use of outer space, States Parties to the Treaty conducting activities in outer space, including the Moon and other celestial bodies, agree to inform the Secretary-General of the United Nations as well as the public and the international scientific community, to the greatest extent feasible and practicable, of the nature, conduct, locations and results of such activities. On receiving the said information, the Secretary-General of the United Nations should be prepared to disseminate it immediately and effectively”.

12 Article IX “In the exploration and use of outer space, including the Moon and other celestial bodies, States Parties to

the Treaty shall be guided by the principle of co-operation and mutual assistance and shall conduct all their activities in outer space, including the Moon and other celestial bodies, with due regard to the corresponding interests of all other States Parties to the Treaty. States Parties to the Treaty shall pursue studies of outer space, including the Moon and other celestial bodies, and conduct exploration of them so as to avoid their harmful contamination and also adverse changes in the environment of the Earth resulting from the introduction of extraterrestrial matter and, where necessary, shall adopt appropriate measures for this purpose. If a State Party to the Treaty has reason to believe that an activity or experiment planned by it or its nationals in outer space, including the Moon and other celestial bodies, would cause potentially harmful interference with activities of other States Parties in the peaceful exploration and use of outer space, including the Moon and other celestial bodies, it shall undertake appropriate international consultations before proceeding with any such activity or experiment. A State Party to the Treaty which has reason to believe that an activity or experiment planned by another State Party in outer space, including the Moon and other celestial bodies, would cause potentially harmful interference with activities in the peaceful exploration and use of outer space, including the Moon and other celestial bodies, may request consultation concerning the activity or experiment”.

77

10. Orbital Debris and Spacecraft Disposal, che sancisce l’impegno per la NASA e le partner Nations di agire in conformità con il Space Debris Mitigation Guidelines of the United Nations Committee on the Peaceful Uses of Outer Space. Inoltre, viene sancito l’impegno di valutare in fase di pianificazione specifiche misure volte a mitigare gli orbital debris, including the safe, timely, and efficient passivation and disposal of spacecraft at the end of their missions. Il documento esaminato rispecchia la volontà USA di creare una sorta di cornice in cui far convergere le volontà dei partner pubblici e privati nazionali e non di superare i vincoli convenzionali attualmente esistenti, al fine di dare impulso alle attività di sfruttamento delle risorse minerarie dei pianeti e degli asteroidi.

Da notare, in proposito, che le note biografiche degli ultimi candidati astronauti graduatisi with Eye per le prossime missioni Artemis13, evidenziano come gli stessi provengono non solo dal settore tecnico/ingegneristico dell’Esercito, della Marina e dall’Aeronautica, ma anche dai Corpi Speciali della US NAVY (SEAL) e dal Corpo dei Marines, oltre ad avere competenze specifiche in geologia.

4. Spacepower

Space Capstone Pubblication “Spacepower” è la prima pubblicazione dottrinale elaborata dal neo costituito US Space Force Command e pubblicata sul proprio sito internet nel mese di agosto 202014. Dall’esame del documento, articolato in 5 Capitoli, è possibile individuare sinteticamente i seguenti aspetti di interesse:

1. già nelle premesse, viene sottolineata la necessità di integrare l’Air Force, Army, Navy, Marine Corps e Coast Guard per lo sviluppo della dottrina correlata allo Spacepower; 2. viene definito lo space domain, ovvero the area above the altitude where atmospheric

effects on airborne objects becomse negligible;

3. lo spacepower viene definito quale distinta espressione del potere militare al pari del landpower, seapower, airpower and cyberpower;

4. viene delineata una space system architecture, costituita da un orbit segment, terrestrial segment e link segment;

5. viene affermato che gli space debris costituiscono una minaccia per le operazioni spaziali; 6. viene sottolineato che l’accesso allo spazio è essenziale al U.S. prosperity and security e viene al contempo affermato come il National Spacepower sia il complesso delle nations’s ability per esplorare il dominio spaziale e raggiungere prosperità e sicurezza; 7. il Military Spacepower è ritenuto inextricably linked to war;

8. vengono individuati i tre cornestone responsabilities del military spacepower, ovvero Preserve Freedom of Action, Enable Joint Force Lethality and Effectiveness, Provide Indipendent Options for national leadership;

9. gli USA, in stretta aderenza con il diritto internazionale, consci del fatto che the use of space is for peaceful purpose, si preparano al contempo al realistica necessità di difendere lo spazio da chi vuole perseguire i propri obiettivi nello spazio;

10. i voli orbitali hanno oramai esteso le linee di comunicazione (line of communication – LOC) nelle zone più desolate e remote delle attività umane;

11. l’accesso e la salvaguardia della libertà di operare nello spazio senza restrizioni costituiscono un interesse nazionale di vitale importanza;

12. vengono individuate 5 Core Competencities delle US Space Force: Space Security (ovvero rendere safe and secure l’accesso allo spazio per civili, attività commerciali, Intelligence Community e multinational partner); Combat Power Projection (defensive operations/offensive operations); Space Mobility and Logistics (ovvero capacità delle Forze Militari di difendere gli accessi fisici al dominio spaziale), Information Mobility 13 Cfr. https://www.nasa.gov/press-release/nasa-s-astronaut-candidates-to-graduate-with-eye-on-artemis-missions.

78

and Space Domain Awareness (SDA- encompasses the effective indentification, characterization, and understanding of any factor associated with the space domain that could affect space operations and thereby impacting the security, safety, economy, or environment of our Nation);

13. capacità del singolo spacecraft di supportare multiple theaters.

Il documento esaminato ha sicuramente il pregio di sintetizzare alcune delle necessità e delle criticità legate allo spazio: in primis, pone la questione dello spacepower, ovvero di un concetto che sottende chiaramente finalità di carattere militare tanto difensive quanto offensive da applicare allo spazio.

Il tale ottica, è stato ben chiarito che lo spacepower è una distinta espressione del potere militare, di cui si auspica uno sviluppo dottrinale che tenga conto che lo spazio è la continuazione del cielo solo dal punto di vista fisico.

Non è un caso, pertanto, che il documento faccia esplicito riferimento alla necessità di approfondire anche in chiave spaziale le “lezioni del passato” e le “lezioni strategiche” dei grandi autori quali l’Ammiraglio Alfred Thayer Mahan in merito al “potere marittimo”, attese le innegabili analogie con lo scenario spaziale.

In più parti del testo, inoltre, si fa riferimento allo Spacecraft, evidenziando la contempo uno dei vulnus della tematica, ovvero l’assenza di una definizione giuridica dello spacecraft (le convenzioni internazionali in materia contemplano solo lo space object), che pone ancora oggi la questione inerente quale diritto applicare, ad esempio, ai mezzi utilizzati per effettuare i voli suborbitali per finalità di carattere turistico.

Le criticità individuate dal documento sono molteplici, cosi come molteplici sono le questioni lasciate aperte: ci si riferisce, ad esempio, alla minaccia rappresentata dai detriti spaziali, alla necessità di preservare non solo le nuove linee di comunicazione (si pensi al collegamento attualmente esistente tra terra e ISS), ma anche agli stessi punti di accesso spaziale ubicati sulla terra.

Infine, non è assolutamente privo di pregio quanto evidenziato circa lo Space Domain Awareness, che rende sicuramente necessaria una riflessione sulla modifica del paradigma che fino ad oggi ha visto la tecnologia impegnata ad offrire strumenti in grado di consentire accurate osservazioni dallo spazio alla terra; lo scenario attuale, invece, richiede sempre più che vi sia una maggiore attenzione proprio a ciò che accade nello spazio.

Nel documento RASSEGNA DELLA GIUSTIZIA MILITARE (pagine 78-81)