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Thomas Coke viaggiatore

THOMAS DEMPSTER E THOMAS COKE: DUE SCOZZESI IN ETRURIA

I. 4. Thomas Coke viaggiatore

Il 28 agosto 1712, all’età di 15 anni, Thomas Coke cominciò il suo affascinante e straordinariamente documentato Grand Tour visitando Francia, Germania, Olanda, Fiandre, Malta e Italia, viaggiando in una carrozza a sei cavalli, con carri supplementari e diversi domestici. In questo viaggio, che sarebbe durato sei anni, il giovane Coke era accompagnato dal medico precettore Thomas Hobart, dal suo valletto personale Edward Jarrett, che avrebbe registrato meticolosamente anche le spese più minute, e dal giovane Lord Burlington (Richard Boyle), incontrato in Italia.

Già nel maggio 1714 il giovane Coke scriveva al nonno da Roma assicurandolo che ormai sentiva di essere diventato “a perfect virtuoso and a great lover of pictures”.

La prima tappa italiana fu Torino, dove si esercitò nella scherma e nell’equitazione. Seguirono le altre principali città della penisola, da Genova a Venezia, da Verona a Padova, a Milano, a Napoli, con puntate fino alla Sicilia. Thomas ammirava i monumenti, frequentava i teatri d’opera, seguiva lezioni di greco e latino, musica, danza, disegno, architettura. La sua generosità lo rese noto come “Cavaliero Coke”.

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Durante il suo tour, Coke ebbe inoltre modo di entrare in rapporti di grande intimità con tutti i più eminenti studiosi e artisti del tempo. Visitò ripetutamente Firenze e Roma, dove venne ricevuto nei palazzi e nelle ville della grande aristocrazia; comprò soprattutto libri, ma anche quadri con vedute di città e sculture.

Quel che non poteva comprare, Coke se lo faceva riprodurre da abili disegnatori, i fotografi dell’epoca.

Fu a Roma che nel 1715 fece la conoscenza di Richard Boyle, l’aristocratico architetto interprete del movimento di revival palladiano in Inghilterra, e di William Kent, architetto e artista, che egli avrebbe scelto, alcuni anni dopo, per la costruzione della sontuosa residenza di Holkham Hall, di gusto squisitamente palladiano.

In Etruria Thomas fece amicizia con il granduca Cosimo III de’ Medici, nipote del commissionario del Dempster, e fu proprio attraverso di lui che scoprì l’esistenza del manoscritto che decise di acquistare dal proprietario di allora, Anton Maria Salvini87.

A differenza di quello di altri connazionali, il viaggio di Thomas Coke fu ampiamente documentato.

Le annotazioni di Jarrett, conservate negli archivi di Holkham Hall, riportano le spese quotidiane, l’alloggio, gli spostamenti, i divertimenti, le collezioni e i monumenti visitati, gli acquisti di libri, manoscritti e opere d’arte, la vasta rete di contatti e di relazioni, consentendo di ricostruire via via la personalità del futuro conte di Leicester, la sua educazione classicista, l’amore per l’Italia e per le antichità.

I soggiorni a Roma e a Firenze, dove poté entrare in contatto con i materiali etruschi presenti nelle collezioni lì collocate, furono fondamentali nella sua formazione classicista.

Tra le registrazioni delle sue spese, a Roma, sono segnalate le undici visite nella dimora del cardinal Filippo Antonio Gualtieri (1660 - 1728), a Palazzo Manfroni in via del Corso, dove c’erano nove sale di biblioteca e venti sale di collezioni (la quarta sala era quella delle terrecotte e delle urne cinerarie etrusche).

Appassionato lettore di Tito Livio e di Virgilio, Thomas commissionò dipinti che ne illustravano alcuni passi, come il grande olio di Andrea Procaccini, Tarquinio e Lucrezia, o quello di Sebastiano Conca, Enea nei Campi Elisi, nei quali lo stesso committente si fece ritrarre nelle vesti di Orfeo con la lira in mano88.

87 Anton Maria Salvini (1653 - 1729) letterato e grecista, professore di greco nello Studio fiorentino. Fu tra i compilatori

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Sempre a Roma commissionò altri dipinti e disegni ispirati all’antico, realizzati da Luigi Garzi, Tommaso e Giuseppe Bartolomeo Chiari, che rappresentavano la grande storiografia romana, espressione dei valori e delle virtù repubblicane di cui l’aristocrazia inglese, uscita dalla “gloriosa rivoluzione” del 1688, si sentiva erede89

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Tra l’elevato numero di disegni di riproduzione di manufatti e opere d’arte antichi commissionati da Coke, spiccano i due volumi di disegni – in gran parte opera di Francesco Bartoli e in misura minore del padre, il più noto Pietro Santi Bartoli90 – nel secondo dei quali compaiono

alcuni dei disegni preparatòri delle tavole 91-96 riproducenti manufatti etruschi – che innovarono profondamente il panorama del linguaggio figurativo etrusco all’epoca noto – già contenuti nell’opera Gli Antichi sepolcri ovvero mausolei romani et etruschi (1697) di Giovan Pietro Bellori91, del quale il Bartoli padre era stato collaboratore trentennale.

Nel viaggio avventuroso del giovane grand-tuourist sono presenti anche episodi spiacevoli: a Roma, acquistando una Artemide di marmo del II secolo d.C., riprodotta da un originale ellenistico, Coke soffiò l’affare, bruciandolo sul tempo, nientemeno che al nipote di papa Clemente XI, il futuro e potente cardinale Alessandro Albani. Coke fu accusato di esportazione illegale, rischiando la confisca della statua e addirittura la prigione. La contesa ebbe fine grazie all’interessamento di mediatori medicei inviati da Cosimo III, che assicurò costantemente la sua protezione al giovane inglese (la bella statua di Artemide, esportata illegalmente, si trova oggi a Holkham Hall). Nel 1717, comunque, Thomas Coke non riuscì a evitare qualche giorno di prigione per via della medesima accusa.

A Firenze, Coke, ricevuto dall’erede al trono Gian Gastone, poté godere del favore della corte e della benevolenza del sovrano, Cosimo III. Qui, forte della consuetudine con Lorenzo Magnolfi, anglofono, gentiluomo di camera del Granduca, di Sebastiano Bianchi, conservatore delle

88 Andrea Procaccino (1671 - 1734) pittore del periodo Barocco, attivo a Roma e in Spagna. Dipinse per Coke Tarquinio e Lucrezia. Sebastiano Conca (1680 - 1764) pittore del periodo Barocco. Dipinse per Coke anche Venere nella fucina di Vulcano esamina lo scudo di Enea.

89 Luigi Garzi (1638 - 1721), inizialmente frequentò contemporaneamente la scuola di grammatica e quella di disegno,

finché decise di dedicarsi esclusivamente a quest’ultima attività diventando un affermato pittore. Dipinse per Coke il

Cincinnato richiamato dal Senato. Giuseppe Bartolomeo Chiari (1654 - 1727), conosciuto anche come Giuseppe Chiari,

è stato un pittore del tardo Barocco, attivo soprattutto a Roma. Tommaso Chiari (1665 - 1733), fratello di Giuseppe; anche lui pittore, divenne accademico di San Luca nel 1721. Collaborò con il più anziano e affermato fratello, dal quale probabilmente gli venivano le commissioni.

90 Francesco Bartoli (1675 - 1730) pittore, figlio di Pietro Santi; aiutò assiduamente il padre, del quale seguì le orme

dopo la morte. Pietro Santi Bartoli (1635 - 1700) pittore, incisore al bulino e acquafortista.

91 Giovan Pietro Bellori (1613 - 1696), conosciuto anche come Giovanni o Gian; è stato uno scrittore. Fu uno dei

biografi più importanti, nel XVII secolo, degli artisti del Barocco italiano. Storico dell’arte, viene considerato da molti come l’equivalente di epoca barocca di Giorgio Vasari.

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collezioni del Granduca, di Filippo Buonarroti, potente ministro e grande uomo di cultura, ebbe accesso alla Galleria degli Uffizi, a Palazzo Pitti e alle principali collezioni private, dove, accanto alle grandi opere antiche, conobbe i capolavori del Rinascimento fiorentino.

Nel corso delle numerose visite nel palazzo di Filippo Buonarroti e agli Uffizi, dove i materiali etruschi erano pure ben collocati, Thomas Coke ebbe ancora occasione di avvicinarsi alle produzioni dell’antico popolo italico. In questo contesto maturò tra lui e Filippo Buonarroti il progetto di pubblicare il De Etruria Regali e una edizione illustrata della monumentale storia di Roma di Tito Livio, l’autore latino prediletto.

I. 5. De Etruria Regali Libri Septem