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Tipologie di stagionalità e funzioni aziendali interessate dal fenomeno

Andamento della quantità di ombrelli venduti in un anno solare

2.3 Tipologie di stagionalità e funzioni aziendali interessate dal fenomeno

Dopo aver introdotto le possibili cause e i fattori che permettono di segnalare e far emergere la presenza di stagionalità all’interno delle attività aziendali, nel loro complesso o in riferimento a singole parti di queste, si proseguirà la trattazione dell’argomento approfondendo le modalità attraverso le quali si può manifestare la stagionalità e gli effetti, nello specifico, sulle funzioni aziendali che possono essere coinvolte.

La prima tipologia che si andrà a valutare rappresenta il caso riscontrabile più di frequente e che di solito, si ricollega immediatamente all’idea di stagionalità così come è comunemente intesa nel suo significato più generale.

Può riguardare indifferentemente la produzione, la fornitura, la vendita di beni e servizi o l’intera attività che, in uno più periodi dell’anno vedono modificate le loro normali condizioni operative.

Durante l’esercizio, queste funzioni vengono svolte in maniera regolare, salvo il verificarsi di variazioni in aumento in precisi intervalli che, tuttavia, una volta superati, riconducono la situazione alla normalità e alle condizioni iniziali.

La maggior parte delle imprese soggette a stagionalità presentano questa forma e queste modalità di manifestazione.

I più chiari e palesi esempi sono riscontrabili in aziende operanti nel settore primario, o che si ricollegano a questo per l’utilizzo, nei loro processi, di prodotti derivanti dall’agricoltura, dalla pesca o dall’allevamento.

La disponibilità di prodotti limitata ad alcuni periodi dell’anno, in quanto fortemente legata al calendario, al divenire delle stagioni, alle condizioni metereologiche, può causare un aumento, della produzione/vendita o dell’acquisto/fornitura, a seconda delle circostanze, con evidenti effetti sui processi produttivi.

Il riferimento è a quei prodotti o quelle materie prime come ad esempio i cereali (grano, frumento, avena ecc.) la frutta o la verdura di stagione.

L’attività dell’azienda agricola rimarrà pressoché invariata durante tutto l’anno svolgendo la normale amministrazione, ma subirà delle concentrazioni in precisi momenti coincidenti ad esempio con i periodi della semina o del raccolto.

Imprese che si occupano dell’imbottigliamento e/o della vendita di acqua e altre bevande (tè, cola, aranciata ecc.) possono essere un ulteriore esempio.

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La domanda di questi prodotti presenta un andamento essenzialmente costante durante l’anno salvo registrare degli aumenti durante il periodo estivo, in corrispondenza dei mesi nei quali le temperature sono più elevate.

Come visto in precedenza, la stagionalità può condizionare non solo le imprese di produzione, ma, al contrario, molti aspetti che caratterizzano l’attività di queste possono essere estesi anche a quelle commerciali o a quelle che si occupano della fornitura di servizi. Due casi possono dimostrare quanto appena detto.

Ci si vuole riferire alle imprese di trasporti, aerei, ferroviari e navali che durante la settimana presentano una domanda sostanzialmente costante e collegata soprattutto agli spostamenti per raggiungere i luoghi di studio o di lavoro, salvo poi vedere degli aumenti in corrispondenza dei weekend o delle festività, quando la clientela abitualmente si trasferisce per ragioni di svago, ma anche di riposo, di vacanza, o quando gli spostamenti sono tesi a raggiungere mete turistiche, culturali e città d’arte.

Simile a questa situazione si presenta l’attività e l’affluenza nei centri commerciali e nei supermercati.

Durante la settimana il numero di presenze rimane mediamente invariato, salvo registrare degli aumenti dell’affluenza durante il week-end, quando per effettuare degli acquisti, per relax, per passare il tempo libero o per altre ragioni i soggetti sono portati a recarsi in questi “luoghi”.

I ricavi tendono a coincidere con questo andamento facendo emergere una stagionalità settimanale che tende a ripetersi costantemente.

Un secondo tipo di stagionalità, opposta a quella appena descritta, può coinvolgere un altrettanto ampio numero di imprese.

Questa si può manifestare interessando singolarmente e nello specifico determinate funzioni, provocando di conseguenza rallentamenti, restrizioni, l’indisponibilità o l’impossibilità di svolgere una o più operazioni. Spesso però può interessare interamente l’attività svolta nel suo complesso con conseguenze differenti a seconda della durata del periodo di interruzione o di sospensione delle normali condizioni operative.

La sottile differenza deriva dal fatto che, se nella prima tipologia di stagionalità trattata l’attività fluisce normalmente per subire delle variazioni e poi ritornare alla normalità, in questa seconda si verificano delle vere e proprie interruzioni dell’attività al verificarsi di

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determinati eventi. Le cause della stagionalità rimangono le stesse, ciò che cambia riguarda l’andamento della curva, della fluttuazione dei valori.

Le attività “colpite” da questa stagionalità risultano essere anche maggiormente difficili e complicate da gestire, in quanto la prevedibilità essendo condizionata dal clima, dal meteo, dalle precipitazioni, risulta essere in parte limitata.

Oltre le imprese agricole, a cui si è più volte fatto riferimento, un altro esempio può derivare dalle imprese edili. La loro attività di costruzione è in gran parte connessa alle condizioni metereologiche, ad eccezione di alcune azioni che al contrario possono essere eseguite all’interno.

Le operazioni di restauro, intonacatura, isolamento, pittura o più in generale altre da svolgere senza alternative all’aperto subiscono, invece, l’effetto diretto della variabile meteo.

Se le condizioni sono avverse non si può procedere.

Le conseguenze di queste interruzioni “forzate” possono avere delle conseguenze importanti sulle tempistiche previste per la consegna, sulla gestione della manodopera, sui mancati incassi, tanto più rilevanti quanto più viene inevitabilmente prolungato il periodo di interruzione dei lavori.

Considerare nel momento di preventivazione queste eventualità e organizzare in maniera pianificata il lavoro, possono essere alcune possibili soluzioni per limitare gli effetti di questo tipo di stagionalità e non farsi trovare impreparati.

Altri esempi associabili a questa stagionalità si possono riconoscere nel settore del turismo. Le imprese che gestiscono le stazioni sciistiche in assenza di adeguate o al contrario in presenza di abbondanti nevicate, o le imprese operanti in località balneari in assenza di giornate soleggiate o addirittura in caso di precipitazioni, possono, infatti, essere forzatamente costrette a interrompere l’ordinaria fornitura alla loro clientela.

Se da un lato si è cercato di contrapporsi a queste eventualità, prevedendo l’innevamento artificiale o offrendo servizi alternativi a queste giornate di impraticabilità dei luoghi di montagna e mare, è pur vero che in presenza di alcune condizioni climatiche tra tutte il vento e l’abbondanza di neve in montagna o la pioggia al mare, difficilmente si possono trovare alternative al blocco dell’attività, considerando che l’impraticabilità e la chiusura di un impianto sciistico, qualora non siano garantite le condizioni minime di sicurezza, o l’impossibilità di recarsi in spiaggia, sono situazioni imposte senza eccezioni.

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A queste problematiche si aggiunge quindi il fattore prevedibilità.

Questo aspetto di variabilità aggiuntiva e comune a tutte le imprese che si relazionano con il meteo si esplicita nell’entità del tempo di anticipo rispetto al quale possono essere prese delle decisioni che, per essere considerate sufficientemente attendibili, solitamente non possono superare qualche giorno, massimo la settimana di anticipo.

Un’altra tipologia che verrà qui commentata e che può essere definita come multipla o stagionalità nella stagionalità si può presentare altresì in un numero rilevante di imprese. Gli elementi che la caratterizzano sono riferibili ad aziende la cui attività è incentrata sulla gestione di più prodotti, ciascuno dei quali è interessato da stagionalità in una o più fasi del loro utilizzo all’interno del ciclo operativo.

Esempi di imprese assoggettate a questa particolare tipologia di stagionalità sono riscontrabili ancora una volta facilmente in agricoltura, ma anche nel settore della trasformazione industriale.

La produzione di frutta e verdura, ma anche quella dei fiori qualora combinate tra di loro123, come avviene di norma per le aziende agricole, presentano tempi legati ai loro cicli che si intrecciano e si intersecano in maniera costante, non coincidente e perciò complessa, durante tutto l’anno, in corrispondenza dell’avvicendarsi delle stagioni.

Se ad una prima analisi sembra essere complicata la gestione di più prodotti e dei relativi aspetti ad essi collegati, si può comunque argomentare che sono altrettanto numerosi i vantaggi ottenibili da una programmazione e da una pianificazione attenta.

Dal punto di vista operativo, se ben coordinati gli effetti delle opposte stagionalità si possono compensare, mentre dal punto di vista monetario sarà fondamentale garantire entrate tutto l’anno per finanziare i costi da sostenere per il prodotto a stagionalità inversa rispetto a quella considerata. Ulteriori vantaggi da non trascurare possono derivare dalla

123 Non ci si intende riferire in questo caso alle imprese mono-prodotto, posto che sono sicuramente presenti

nell’ambiente imprenditoriale agricolo (specializzate nella produzione di un solo prodotto ad esempio le mele o aziende agricole di coltivazione “mono-colturali” la cui attività è concentrata e dipende anche economicamente esclusivamente da questa) e che rivestono una loro importanza seppur marginale nell’economia, quanto piuttosto alla diversificazione delle attività che sicuramente meglio rappresentano la situazione attuale di questo settore. L’elevato rischio che colpisce questo tipo di attività per motivi legati alle condizioni produttive, di vendita, alla conformazione del mercato o altre motivazioni che rendono l’agricoltura un settore “particolare” hanno condotto i soggetti operanti in questo ambiente a cercare di differenziare per limitare gli effetti che il vincolo di un’unica fonte di reddito può presentare. La carenza produttiva nel raccolto di un’annata può, infatti, causare forti ripercussioni sulle condizioni di chi, su questo, fonda in maniera esclusiva le proprie entrate. L’aleatorietà ha quindi portato allo sviluppo di attività affini e collaterali o a differenziare la tipologia di coltivazioni durante l’anno. Nascono perciò gli agriturismi, l’attività di coltivazione viene affiancata all’allevamento, alla frutticoltura e così di seguito.

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possibilità di sfruttare la capacità produttiva e le attrezzature per tutto l’anno con minimi costi di adeguamento.

Si dovranno quindi accuratamente analizzare le caratteristiche dei prodotti e dei loro cicli per evitare che si possano verificare delle difficoltà, con conseguenze dirette sull’aumento dei costi e/o la diminuzione dei ricavi.

Errori, ad esempio, nella previsione dei tempi di disponibilità dei prodotti, l’eccessiva quantità a disposizione o al contrario la scarsità, l’assenza in altri periodi e l’incapacità di soddisfare le richieste, la sotto o la sovrautilizzazione della capacità produttiva sono tutte eventualità che a breve o a medio lungo andare, se non correttamente gestite, possono compromettere il regolare svolgimento dell’attività.

Ulteriori distinzione in tema di stagionalità possono essere effettuate in relazione al legame col tempo e in particolare agli intervalli durante i quali tale fenomeno si ripresenta all’interno di un periodo prefissato solitamente l’anno.

Si è voluto in precedenza effettuare una precisazione sul concetto di tempo distinguendo ed evidenziando la non perfetta coincidenza tra l’anno solare e il tempo rilevante ai fini della gestione aziendale.

Ribadendo l’utilità di tale separazione, per chiarezza espositiva nel proseguimento della trattazione si utilizzerà il concetto di anno intendendo un periodo di 365 giorni indipendente dalle date di inizio (1 gennaio) e fine (31 dicembre) comunemente accolte.

Questa distinzione permette, infatti, di far emergere una stagionalità di brevissimo termine, di durata limitata ad un giorno, una stagionalità di breve con durata di qualche giorno consecutivo, una stagionalità di medio termine ricorrente all’interno dell’anno per un periodo di durata variabile solitamente uno o più mesi.

Prima di proseguire approfondendo, anche con qualche esempio, queste forme di manifestazione, si vuole precisare che la stagionalità di lungo periodo, ovvero superiore all’anno può interessare processi che hanno durata pluriennale ed è quindi riscontrabile124 anche abbastanza di frequente.

124 Si pensi alle campagne pubblicitarie, al rinnovamento, alle modifiche incrementali o alla ricerca e allo

sviluppo di nuovi prodotti. Queste attività possono in qualche modo essere legati ad una stagionalità legata anche al ciclo di vita dei prodotti di durata sicuramente superiore all’anno con effetti non solo sotto il profilo prettamente tecnico e operativo, ma anche monetario e finanziario.

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Tuttavia non si preciserà oltre questa tipologia in quanto, per scelta espositiva, si preferisce trattare un arco di tempo limitato a 365 giorni tale da poter sicuramente evidenziare almeno una volta la stagionalità.

La stagionalità di brevissimo e temporaneo termine è riscontrabile, avendo durata di un solo giorno, nella vendita di articoli e oggetti quasi esclusivamente collegati alle festività, alle tradizioni, alle ricorrenze.

Se da un lato la vendita è limitata a questo giorno, le attività che la precedono dovranno essere programmate a seconda delle attese, con discreto anticipo, a seconda ovviamente della capacità produttiva, o comunque, in generale, in modo tale da risultare pronti e competitivi in un mercato della durata per l’appunto di un giorno.

L’esempio più emblematico è rappresentato dalla ricorrenza (8 marzo) della festa della donna. In questa giornata è tradizione acquistare delle mimose, prodotto che al contrario durante l’anno ha una domanda in media molto limitata.

Altro esempio è riferibile ai biglietti di ingresso o che consentono di partecipare a manifestazioni sportive, musicali, esposizioni, mostre. Solitamente è prevista anche la prevendita, ma limitandosi ad eventi per i quali l’acquisto è condizionato e possibile solo il giorno stesso dell’evento, si è sicuramente in presenza di un’attività (la vendita dei biglietti) che presenta una stagionalità “giornaliera”.

Più frequenti sono invece i casi di attività che generano una stagionalità di breve periodo ovvero limitata ad un arco di tempo prolungato per qualche giorno.

Anche in questo caso le ricorrenze, le festività e le tradizioni rappresentano le cause che maggiormente generano la stagionalità. Prodotti tipicamente legati al Natale (addobbi, luci, dolci tipici, regali), alla Pasqua (uova di cioccolato e altri prodotti alimentari tipici), al Carnevale (costumi, maschere, coriandoli), all’Epifania (dolciumi da donare ai bambini), ad Halloween nei paesi anglosassoni ma anche e sempre più spesso in altri paesi (costumi, maschere, zucche, feste in discoteca), fanno registrare dei picchi di domanda nei giorni antecedenti alla vera e propria data riconosciuta per la celebrazione della festa (25 dicembre, domenica di pasqua, martedì grasso, 6 gennaio, 31 ottobre).

La stagionalità di breve termine può essere rilevata, oltre che nell’attività di vendita, anche nella produzione/lavorazione/trasformazione delle materie prime soprattutto se facilmente deperibili come quelle legate all’agricoltura.

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Ad una disponibilità degli approvvigionamenti soggetti a stagionalità di medio periodo, il cui concetto verrà trattato successivamente, si affianca una rapida deperibilità degli stessi. Considerato che generalmente i prodotti (frutta e verdura) sono disponibili, di stagione, per qualche mese, è altrettanto vero che, una volta raccolti, questi devono essere inevitabilmente trattati in tempi brevi, pena la loro deperibilità o la perdita di caratteristiche, valore e qualità. Esempi chiari sono riferibili alle operazioni di raccolta e spremitura dell’uva, alla raccolta e alla lavorazione in generale di tutti gli ortaggi (zucchine, pomodori, peperoni, radicchio, asparagi ecc.), ma anche della frutta (mele, pere, pesche ecc.) disponibili per la raccolta per alcune settimane o mesi dell’anno, ma che una volta colti devono essere venduti, o trasformati, in confetture o in altri prodotti destinati alla vendita, entro pochi giorni.

L’ultima tipologia di stagionalità trattata in riferimento alla durata e all’intervallo di tempo in cui è riconoscibile è quella di medio termine.

Il significato di medio periodo, come visto finora, anche in questo caso non coincide con l’espressione a cui si fa riferimento generalmente in ambito economico (periodo di durata compresa tra 1 e 5 anni). Considerato l’anno come intervallo di riferimento, il medio termine si può associare alla durata di qualche mese.

Nonostante questa precisazione, rimangono ancora una volta e in ogni caso valide le considerazioni finora compiute riguardo le cause, le attività aziendali che possono essere interessate dal fenomeno e le attività d’impresa assoggettabili.

Numerosi sono gli esempi riscontrabili.

Tra questi si vuole però sottolineare un caso originale di stagionalità ovvero quella legata al settore dell’abbigliamento e della moda.

In questo ambiente è possibile riscontrare una stagionalità, solitamente125 di medio periodo, che coinvolge l’intera attività, dall’approvvigionamento dei materiali, allo sviluppo e alla

125 Negli ultimi anni si è assistito ad un rinnovamento del settore della moda il quale ha visto l’entrata e il

rapido sviluppo di altri marchi che si sono andati ad aggiungere a quelli tradizionali. Alcuni di questi nuovi produttori devono il loro successo ad una nuova concezione del ciclo di vita del prodotto “moda” ridotto a periodi di tempo brevi se non brevissimi che esulano dal tradizionale concetto di stagione. Interessante su questo argomento che prende il nome di Fast Fashion l’articolo di CHOI T.-M., HUI C.-L., LIU N., YU Y., Fast

fashion sales forecasting with limited data and time, Decision Support Systems, Volume 59, Marzo 2014, pag.

84-92, nel quale viene presentato il fenomeno e le difficoltà che si incontrano nel programmare ed effettuare delle previsioni in tempi e con dati e informazioni limitati. Infatti “[…] famous international fashion retail brands

such as H&M, Top Shop, and Zara are all implementing fast fashion and Zara can even achieve the “two week magic” in which the whole product cycle from having the preliminary conceptual design to the final product in the sales floor in just about two weeks”. In questo caso limite, anche se attualmente molto diffuso, la

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trasformazione dei modelli, fino alla vendita, e che nello specifico divide l’anno in due intervalli: la stagione primavera/estate e la stagione autunno/inverno entrambe della durata di 6 mesi.

La particolarità deriva dal fatto che le funzioni coinvolte presentino una doppia stagionalità inversa, a seconda del periodo e della collezione considerati.

Al di là del fatto che le collezioni primavera/estate vengano vendute ai dettaglianti nella stagione invernale e che le collezioni autunno/inverno siano offerte a questi nei mesi estivi, dal confronto tra le singole attività dedicate alle collezioni è possibile chiarire il concetto. La fase di progettazione e di produzione dell’una corrisponde con la fase di commercializzazione dell’altra e viceversa. Si viene così a creare un impiego delle risorse disponibili costante, così come lo svolgimento delle funzioni (design e progettazione, produzione, commercializzazione) che variano solamente una volta concluso il periodo di interesse ovvero quando si tratterà di dedicarsi alla collezione successiva.

La stagionalità, qualora venga offerta una gamma di prodotti che ricopre interamente l’arco di tempo rappresentato dall’anno, non è quindi facilmente rilevabile in maniera globale a livello d’azienda, ma si evidenzia nelle singole funzioni in relazione al loro essere dedicate ad una particolare produzione.

La progettazione e il design della collezione autunno/inverno, ipotizzata in 6 mesi sarà interrotta per un periodo della stessa durata, quando ci si dovrà dedicare a quella della stagione primavera/estate. L’attività in sé non presenta soste o limitazioni, ma se presa singolarmente, facendo riferimento ad un’unica collezione, è possibile evidenziare la stagionalità. Questi concetti possono essere estesi anche a tutte le altre fasi tipiche delle aziende che producono capi d’abbigliamento e di moda.

Tradizionalmente le aziende che operano in questo settore offrono entrambe le collezioni, ma molte altre si concentrano su capi relativi ad un’unica stagione (giubbotti invernali, abbigliamento tecnico e sportivo per la pratica di attività come ad esempio lo sci, costumi). La manifestazione della stagionalità in questo caso sarà in parte differente.

Il fenomeno presenterà allo stesso modo una stagionalità di medio periodo, con dei picchi più accentuati in alcuni mesi, mentre in corrispondenza del periodo di minore richiesta si assisterà ad un calo che dovrà essere gestito.

stagionalità non è ovviamente di medio termine come al contrario avviene per le collezioni di abbigliamento “tradizionali”.

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In queste imprese inoltre la produzione dovrà essere adeguatamente programmata, solitamente con largo anticipo, considerando che una volta terminata la campagna di un prodotto ci si dovrà focalizzare e orientare in previsione delle attività da svolgere per la stagione successiva.

Questa tipologia è stata comunque trattata in precedenza ed è solita riferirsi all’idea più diffusa del termine stagionalità.

Altri esempi di prodotti la cui commercializzazione è solitamente interessata dal fenomeno della stagionalità di medio periodo possono essere gelati, bibite o più in generale le bevande, catene e pneumatici invernali o da neve, legna e pellet da ardere in quanto il loro utilizzo e la loro domanda risulta essere strettamente legata all’andamento del clima, delle temperature o delle stagioni.

In conclusione di questo paragrafo dedicato alle tipologie di stagionalità e alle funzioni