export della nautica da diporto
4.4. Trasporto merc
4.4.1. PEST trasporto merci
Fattori Politici
Per quanto riguarda i trasporti, si sta tentando di spostare in maniera netta e sempre crescente il trasporto delle merci dalla gomma al mare attraverso un importante progetto europeo. il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo, nella decisione n. 884/2004 definiscono le autostrade del mare come: “quella rete che intende concentrare i flussi di merci su alcuni itinerari marittimi in modo da migliorare le linee esistenti o stabilire nuovi collegamenti marittimi redditizi, regolari e frequenti per il trasporto di merci tra Stati membri onde ridurre la congestione stradale e/o migliorare il collegamento degli Stati e
regioni insulari e periferiche. Le autostrade del mare non dovrebbero escludere il trasporto combinato di persone e delle merci, quando il trasporto merci è predominante”. La realizzazione di questo importante progetto costituisce un obiettivo strategico per lo sviluppo di infrastrutture di comunicazione che possano offrire all’utenza servizi in grado di competere con i trasporti stradali sul piano dei tempi e dei costi. Uno degli obiettivi prioritari della Comunità Europea è permettere il passaggio, entro il 2030, del 30% del trasporto merci su strada con distanze superiori ai 300 km ad altre modalità di trasporto, soprattutto a quello marittimo.
Fattori Economici
Sulla scia delle iniziative della Comunità Europea l’Italia a messo in atto un‘iniziativa allo scopo di favorire un maggiore utilizzo delle vie marittime. Ad esempio, è stata introdotta una particolare forma di incentivazione in favore di quegli autotrasportatori che decidono di lasciare il sistema autostradale italiano, ormai congestionato, per affidarsi al trasporto marittimo. L’iniziativa, meglio nota con il termine di ecobonus, persegue l’importante finalità di ridurre le “esternalità negative” generate dal trasporto merci su strada. L’incentivo, attualmente operativo su tutto il territorio nazionale, è stato per la prima volta previsto nella Legge 265/02 che, al fine di sostenere modalità di trasporto maggiormente compatibile dal punto di vista ecologico e sociale, ha messo a disposizione degli autotrasportatori circa 240 milioni di Euro attraverso uno finanziamento quindicennale. Le modalità di ripartizione e di erogazione dei fondi sono state definite con D.P.R. 11 aprile 2006, n. 205, entrato in vigore il 22 giugno 2006. In base al decreto attuativo, il finanziamento è stato ripartito, secondo le seguenti percentuali:
1. 90% per interventi di innovazione del sistema dell’autotrasporto merci, dello sviluppo delle catene logistiche e del potenziamento dell’intermodalità, con particolare riferimento all’utilizzazione della modalità marittima in luogo di quella stradale, nonché per lo sviluppo del cabotaggio marittimo e per interventi di miglioramento ambientale;
2. 10% per interventi di ristrutturazione aziendale e per l’innovazione tecnologica.
L’entità dell’incentivo, consistente nel rimborso di una quota delle maggiori spese sostenute dall’autotrasportatore che utilizza il trasporto marittimo in luogo di quello su strada. L’incentivo viene calcolato in base alla differenza fra i costi esterni del trasporto svolto totalmente su strada e di quelli del trasporto combinato “strada-mare”. La valutazione dei
costi esterni prodotti dalle due modalità di trasporto su ciascuna tratta interessata, è compiuta secondo le modalità indicate dallo studio realizzato dagli “Amici della Terra”, nel 2000 e preso a riferimento dalla sopra citata legge istitutiva dell’ecobonus.
Fattori Sociali
Il settore dei trasporti europeo dipende per il 94% del suo fabbisogno di carburante dal petrolio, di cui il 90% è importato. Questo rende il settore particolarmente vulnerabile alle variazioni e all’instabilità del mercato globale dell’energia. Un’interruzione dell’approvvigionamento energetico potrebbe compromettere gravemente l’economia e portare a un peggioramento della qualità della vita nell’UE. Per questo motivo, l’UE punta a ridurre entro il 2050 il consumo di petrolio nei trasporti (inclusi quelli marittimi) del 70 % rispetto ai livelli del 2008.
Fattori Tecnologici
Considerazioni analoghe al trasporto passeggeri e alla pesca.
4.4.2. Modello competitivo di Porter per il trasporto merci
Intensità della concorrenza
I produttori sono gli stessi elencati nel modello di Porter della pesca, quindi la situazione per quanto riguarda l’intensità della concorrenza è pressoché invariata. L’unica differenza è l’eterogeneità delle imbarcazioni poiché per quanto riguarda il trasporto merci abbiamo una distinzione di modelli fatta rispetto alla tipologia di merce trasportata (container, liquidi, ecc.) ma i competitors rimangono invariati.
Potere contrattuale dei fornitori
Valgono le stesse considerazioni fatte nel modello di Porter della pesca per quanto riguarda i fornitori. La differenza con il comparto del trasporto passeggeri e della pesca è il volume d’acquisto delle materie prime per via delle maggiori dimensioni delle navi dedicate al trasporto merci; il volume d’acquisto, spesso enorme, aumenta il potere dei produttori a discapito dei fornitori di materie prime.
Potere contrattuale degli acquirenti
Minaccia prodotti sostitutivi
Gli stessi prodotti evidenziati finora, gli omologhi con propulsione a combustione interna.
Minaccia di nuovi entranti
Le classi dei potenziali nuovi entranti restano invariate e cosi come nei precedenti due comparti la necessità di capitali rendere la minaccia di nuovi entranti tendenzialmente ridotta rispetto alla nautica da diporto.
4.4.3. Analisi del mercato del trasporto merci
Il trasporto delle merci mostra una correlazione stretta con la crescita economica (diversamente dal trasporto passeggeri, che ha registrato una crescita più rapida). Mentre i quantitativi totali di merci crescono con relativa lentezza, le quantità ponderate con la distanza (tonnellata-chilometro) hanno registrato un incremento più rapido all'aumento delle distanze; ciò è dovuto in parte alla tendenza alla concentrazione industriale e in parte alla centralizzazione dello stoccaggio. Inoltre, la strategia "just in time", che prevede la riduzione al minimo delle scorte e la movimentazione delle merci in funzione della richiesta, tende a ridurre le dimensioni delle partite, aumentando il numero di movimenti dei veicoli. Tali tendenze significano che nell’ultimo decennio il trasporto merci ha registrato un incremento superiore rispetto al PIL e al trasporto nel suo insieme. Ne consegue che il trasporto merci contribuisce in misura sempre crescente alle emissioni di gas serra nell’ambiente.
Questi dati ci fanno concludere che modi nuovi e più sostenibili per l’ambiente in questo comparto rappresentano una misura necessaria se non obbligatoria.
La Comunità Europea, come visto in precedenza, è indirizzata verso questo tipo di soluzioni in maniera forte e concreta con i vari fondi stanziati e le normative attuate. Stanno cercando così di ridurre anche l’impatto del trasporto marittimo sulle emissioni di gas serra delle imbarcazioni per il trasporto merci.
Il trasporto marittimo gioca un ruolo essenziale per il commercio internazionale di beni dell’Unione Europea (EU). Nel 2015, il valore del commercio comunitario di beni con paesi extra-UE trasportati via mare si stima vicina a 1.777 miliardi di euro, rappresentando circa il 51% del commercio di beni comunitario. L’utilizzo del trasporto marittimo per il commercio di beni in UE è aumentato negli ultimi dieci anni: nel 2006, meno della metà (47%) del commercio di beni in UE verso paesi extra-UE avveniva via mare. In ottica volume di merci
trasportato, il trasporto marittimo raggiunge la quota record del 74,8% contro il 6,5% del trasporto su gomma e il 3,9% del trasporto su rotaia.
Quello marittimo è il principale metodo di trasporto per la maggior parte degli Stati Membri. Nel 2015 la quota maggiore di beni scambiati con paesi extra-UE trasportati via mare è stata registrata in Portogallo (81%), Cipro (80%), Grecia (77%), Spagna (74%), Malta (67%), Italia (61%) e Finlandia (60%). Quote maggiori del 50% si sono registrate anche in Olanda, Romania, Bulgaria, Danimarca e Germania.
In Italia, secondo i dati Istat del rapporto sul trasporto merci in Italia, il traffico interno ed internazionale di merci via mare misurato in tonnellate-kilometro è cresciuta esponenzialmente per quanto riguarda in trasporto interno, cioè fra porti italiani, negli anni passando dai 39,2 t-km del 2003 ai 50,3 t-km del 2012 mentre è rimasto complessivamente stabile nel commercio verso l’estero. Contemporaneamente è calato sensibilmente il commercio in input da paesi esteri, concludendo quindi con una stabilità del trasporto merci complessiva assestatasi intorno alle 165 t-km.
Per quanto riguarda il periodo 2014-2016, si registra invece un aumento della modalità marittima per il trasporto a discapito di quella su gomma. Si può notare nello specifico che c’è un aumento di quasi due punti percentuali per quanto riguarda il trasporto marittimo contro un calo di un punto percentuale per quanto riguarda quello su gomma.
Nello specifico si passa dalle 443.141.000 tonnellate del 2014 alle 458.020.000 del 2016. Quindi possiamo concludere che le varie iniziative portate avanti dal nostro governo (ecobonus) hanno portato i benefici desiderati in ottica di cambiamento di modalità di trasporto (da gomma a mare) e che viste le previsioni possiamo dire che il trasporto via mare sia internamente che verso l’estero potrà essere la modalità più utilizzata insieme al trasporto via treno.
Un fenomeno in crescita e sicuramente il trasporto fluviale. Per molti anni, il trasporto fluviale è stato utilizzato per il trasporto "lento" delle merci alla rinfusa, mentre si usavano degli autotrasportatori per il trasporto “rapido” di merce impacchettata e dei treni per il trasporto "rapido" delle merci alla rinfusa. Per questo tipo di trasporti però la distanza minima per ottenere costi razionali attraverso idrovie è molto cospicuo, circa 500 km, mentre l'autotrasporto chiaramente domina al di sotto di tali distanze.
Ciò nonostante il trasporto fluviale oggi non è più solo sinonimo di lunghe distanze ma anche di spostamenti di minori entità che stanno diventando sempre più comuni grazie dall’introduzione di battelli fluviali più piccoli e veloci che sono in grado di trasportare sulle 32 TEU (circa 1200 metri cubi) alla velocità di 20 km/h e l’utilizzo di unità a propulsione
elettrica potrebbe, grazie ad una drastica riduzione dei costi, farlo diventare sempre più utilizzato.
L’UE per questo comparto ha fissato un obiettivo ambizioso, in ottica sostenibilità del trasporto, ma viste le premesse non può che essere realistico; per raggiungere tale riduzione però sarà inevitabile che tutti i mezzi di trasporto si rendano ecosostenibili e a maggior ragione i più utilizzati come quello su gomma e quello marittimo.
Il settore del trasporto merci potrebbe essere interessante per i mezzi con alimentazione ibrida\elettrica trattati in questo elaborato poiché in netta crescita anche se risulta allo stesso tempo poco praticabile poiché richiede una grande quantità di capitali per la realizzazione di navi adeguate al trasporto merci.