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Il turismo in montagna nel 1994, trend e congiuntura

Nel documento Primo Rapporto (.pdf 1.1kb) (pagine 143-146)

VERSO L'APPENNINO FORLIVESE

1. Il turismo in montagna nel 1994, trend e congiuntura

L’Osservatorio turistico regionale dell’Emilia-Romagna ha interpellato alla fine della stagione estiva il panel nazionale di operatori della montagna per tracciare un bilancio dell’estate 1994. Secondo le informazioni ottenute la stagione turistica 1994 ha assunto decisi caratteri di ripresa. Fattori congiunturali ed un rinnovato appeal della vacanza d’alta quota ne sono alla base. Il movimento turistico estivo ha prodotto tre risultati:

1. generalizzati aumenti di presenze turistiche (tra 3% e 7%) rispetto al 1993 in tutte le maggiori località di montagna. Gli aumenti sono iniziati già nella bassa stagione (da fine maggio a metà luglio), con un leggero anticipo del tutto esaurito e un periodo di pieno più lungo del 1993.

2. Contrazione della disponibilità di spesa della clientela. Al buon andamento di alberghi e appartamenti in affitto, si contrappone la riduzione della spesa extra ricettiva, in particolare i fatturati di ristoranti, negozi e pubblici esercizi.

3. Si avvertono gli effetti della svalutazione. Ritorna la clientela internazionale nelle località più note e famose, tradizionali mete di turisti esteri.

Analizzando le singole aree, emerge il buon andamento della montagna veneta. Quasi ovunque si è avuto un +5% delle presenze, con giri d’affari in leggera crescita. Gli arrivi stranieri (+15,1%) provano un ritorno di interesse della clientela di lingua tedesca, ma anche inglese e francese.

Il Trentino migliora la sua positiva performance, anche se la situazione non è uniforme e restano indietro le aree meno dotate. Le presenze alberghiere estive sono aumentate del 9% con il tutto esaurito nel periodo di Ferragosto. Si segnala anche in Trentino il ritorno dei turisti stranieri, tradizionali frequentatori del lago di Garda e dei laghi della Valsugana.

In Valtellina si ha un buon risultato per le strutture alberghiere (+11%), ma il miglioramento più interessante l’ha ottenuto la Valle d’Aosta, che nel mese di agosto ha visto aumentare le presenze complessive del 14%. A fine settembre l’aumento è stato del 6%.

Critica la stagione nella montagna piemontese. Il movimento alberghiero ha registrato lievi flessioni (-2%), con l'eccezione di Sestriere, ma i rifugi alpini e gli alloggi agrituristici registrano flessioni di oltre il 40% delle presenze.

La stagione invernale 1994/95 presenta (a stagione in corso) aumenti dell’8% rispetto al 1993/94, dovuti al consolidamento di alcuni elementi positivi: il miglioramento delle condizioni economiche del Paese; la crescita dei prezzi dei competitor esteri a causa della svalutazione; il progressivo adeguamento dell’offerta; la maggiore attenzione dei turisti italiani alle offerte extra sci; la maggiore presenza degli impianti per l'innevamento. Il movimento si concentra nelle località più note e famose.

1.1. Voglia di tradizione montanara

Si vuole quindi spiegare dal punto di vista del marketing la crescita della domanda.

Dalle interviste agli operatori del panel non risultano interventi strutturali o infrastrutturali e variazioni di capacità attrattiva delle località. Il successo sembra dovuto ad una congiuntura notevolmente favorevole e non a motivi strutturali o promozionali. I prezzi registrano ritocchi verso l'alto e non sempre corrispondono alla qualità degli esercizi. La sfida qualitativa è ora nelle mani degli operatori turistici data la necessità di rinnovare l’offerta alberghiera e di superare ostacoli organizzativi.

I turisti non sopportano il sovraffollamento delle piste e delle strade. Gli amanti della montagna ricercano sempre più l'equilibrio degli elementi naturali, ambientali, strutturali e di accoglienza, soprattutto ricercano la tradizione. Accanto alle attrazioni sportive, i turisti della montagna chiedono un ambiente protetto, tutelato, ma elaborato e curato dall’uomo, e un maggiore senso dell’ospitalità.

1.2. L'analisi della domanda. Pendolarismo e nuove tendenze

Oggi la vacanza in montagna evoca nuovi significati nell’immaginario del turista. La sfida competitiva si giocherà sulla capacità dell’offerta di

interpretare e dirigere le molteplici modalità di fruizione della vacanza emergenti.

Per il 1994 vanno sottolineati i seguenti trend di comportamento:

- cresce il bisogno di qualità ambientale, non nel senso esclusivo di natura protetta e incontaminata, ma di viabilità facile, pulizia, ordine urbano, isole pedonali e persino pochi, meno turisti;

- si cerca sempre più un’occasione di relax e non la qualità delle piste, il successo di Alto Adige e Tirolo è attribuito all’ordine urbano e alle offerte extra sciistiche;

- gli sport alternativi sulla neve, sleddog, snowboard, free stile, telemark, fenomeni prevalentemente giovanili, hanno avuto sviluppo considerevole in Francia, mentre in Italia è scarsa la presa sul grande pubblico;

- gli italiani in vacanza in montagna vorrebbero un’offerta ricettiva più articolata, con la massima flessibilità, per non sentirsi obbligati a prendere o lasciare, con più di servizi compresi nel prezzo e opzioni speciali a prezzi contenuti per cui sono disposti anche a spendere complessivamente di più;

- la frammentazione delle vacanze in montagna è aumentata e ciò non contribuisce ad eliminare lo stress;

- le mete sciistiche invernali straniere sono percepite come più esclusive, anche se con la lira debole, la scelta degli italiani si concentra sulle località nazionali, l'estero attrae chi non vuole ferie obbligate, code e di piste sovraffollate.

Di rilievo l’importanza che sta assumendo negli ultimi anni il pendolarismo, anche per le difficoltà che crea alle località di montagna.

Almeno 550.000 italiani possiedono o hanno la disponibilità di una seconda casa in montagna1 e la maggior parte dei turisti del nostro Paese effettua viaggi brevi, durante i ponti festivi e i week-end più innevati, quindi il pendolarismo crea sovraccarico sulle strade, nei centri di montagna e un negativo impatto antropico. Una contraddizione tra realtà e motivazioni di far vacanza.

Il progressivo orientamento verso il movimento pendolare nei week-end penalizza il sistema dell’offerta turistica di montagna. Il giro d’affari, a causa della concentrazione fisica e temporale, tende a contrarsi con problemi manageriali ed organizzativi. Ma gli operatori programmano i

massimi incassi possibili durante i fine settimana e sono convinti che la clientela dei week-end continuerà a decidere il bilancio stagionale.

2. L'Appennino dell'Emilia-Romagna, tra stagioni positive e negative

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