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Un modello per l'emergere delle organizzazioni clandestine.

43 d'azione illegali, fondando P

43. Sulla storia di Le, si veda la ricostruzione di uno dei leader del gruppo, in Bobbio, 1979 I CCPO erano stat

4.4. Un modello per l'emergere delle organizzazioni clandestine.

La presenza nella società di interessi emergenti - o, talvolta, declinanti - non istituzionalmente incanalati e la diffusione di ideologie e strategie violente nel settore dei movimenti sociali possono, dunque, essere considerati come fattori facilitanti per l'emergere del terrorismo. Peccano tuttavia di determinismo quelle analisi che considerano la presenza di alcune caratteristiche dell'ambiente come una spiegazione sufficiente del fenomeno. Queste pre-condizioni

vanno invece, come si è detto nel corso di questo capitolo, considerate come risorse disponibili per quelle organizzazioni che decidono di entrare in clandestinità. Perchè un'organizzazione clandestina venga fondata, è anche necessario che un attore collettivo decida di utilizzare queste risorse per fare fronte alla competizione fra i diversi gruppi mobilitati all’interno di uno stesso ciclo di protesta.

Se si considerano le reciproche interazioni fra l'ambiente e i gruppi, il crescere di una formazione armata va esaminata prendendo atto delle condizioni ambientali, sia come pre-condizioni che come fattori scatenanti, delle scelte strategiche degli attori- collettivi. I risultati della nostra ricerca possono" essere graficamente sintetizzati nel modello che appare nella Schema 4.2..

(schema 4.2 approx. qui)

Perchè il terrorismo emerga, alcune risorse devono essere presenti nell'ambiente. Si possono definire queste risorse come interessi, ideologie e repertori.

a) Interessi collettivi mobilitati e non efficacemente mediati. Le organizzazioni politiche clandestine proclamano di rappresentare interessi collettivi presenti nella società. Se le organizzazioni terroriste, così come altre organizzazioni politiche, fanno appello a specifici gruppi sociali, esse non rappresentano tuttavia interessi diversi da quelli che, presenti nel movimento collettivo, agiscono attraverso forme d'azione meno radicali. La scelta dei repertori non sembra dunque strettamente collegata alla natura dell'interesse coinvolto, ma piuttosto il prodotto dell'interazione fra attori politici. La presenza di interessi mobilitati, ma non ancora istituzionalmente

mediati, può incoraggiare alcune organizzazioni ad accrescere la loro influenza nel mercato politico attraverso una radicalizzazione delle forme d'azione adottate.

b) Culture politiche favorevoli alla ‘violenza. Le formazioni politiche che scelgono la clandestinità sono dotate di ideologie che giustificano l'uso della violenza fisica come strumento di pressione politica. L'adozione della lotta armata non è tuttavia un risultato inevitabile dell'ideologia adottata. Il diffondersi di culture violente è, piuttosto, una risorsa necessaria per lo sviluppo di gruppi armati. L'ideologia di alcune organizzazioni permette loro di scegliere pratiche terroriste, rimuovendo i vincoli contro l'uso di strategie illegali. Essa facilita, inoltre, la giustificazione ex-post, per l'adozione "di tattiche illegali e di una formula organizzativa militarizzata.

c ) Repertori d'azione illegali, diffusi nel settore del movimento sociale. Le organizzazioni clandestine provengono da gruppi che avevano fatto uso di forme d'azione estremamente violente anche prima della teorizzazione della lotta armata. La pratica della violenza non è né inerente alla ideologia di questi gruppi, l'inevitabile conseguenza dei mezzi adottati. Essa si sviluppa invece gradualmente nel corso dell'interazione di diversi attori in conflitto. Quando non si realizzano una efficiente mediazione istituzionale degli interessi e un rapido aggiustamento delle strutture precedenti ai nuovi rapporti di forza, l'estensione delle fasi di mobilitazione produce la degenerazione delle forme d'azione. In questo modo un patrimonio di repertori violenti si diffonde, legittimato dal suo uso nell'azione di ogni giorno da parte di differenti organizzazioni.

Date queste precondizioni ambientali, si costituiscono dei gruppi politici con forti predisposizioni alla violenza.

d ) Gruppi politici dotati di strutture illegali per l'organizzazione di azioni violente. Le organizzazioni clandestine vengono fondate da individui che sono stati legati l'un l'altro da una comune militanza in già esistenti organizzazioni del movimento. Queste organizzazioni non sembravano avere delle caratteristiche peculiari dal punto di vista degli interessi difesi, delle ideologie avocate o delle forme d'azione praticate. Si può dire tuttavia che molte informazioni concorrono nell1 indicare la provenienza dei fondatori dei gruppi armati da strutture semi-illegali di organizzazioni politiche legali. E' probabile dunque che nella lotta interna alla leadership del gruppo, la componente che sceglierà la lotta armata è quella che dispone di maggiori capacità specifiche da spendere nella costituzione dei gruppi clandestini.

e), scelta strategica della clandestiriltà. La scelta della clandestinità da parte di alcune componenti di organizzazioni legali può essere interpretata come una sperimentazione di diverse strategie possibili per affrontare delle difficoltà derivanti dalla demobilitazione. Di fronte alla risposta statale, la clandestinità offre il vantaggio di minimizzare alcuni costi - il rischio di arresti - anche se al prezzo di una massimizzazione dei benefici disponibili nel breve periodo. La radicalizzazione dei repertori, dell'ideologia e della formula organizativa è uno strumento per rafforzare l'identità del gruppo. L'attivismo violento offre un surrogato simbolico della mancanza di efficacia pratica. La scelta della clandestinità permette dunque di delimitare il proprio spazio sul mercato, rispondendo a delle domande presenti nel movimento sociale, e percepìbili come in espansione nel momento della demobilitazione del movimento.

La caratteristica di studio di una singola esperienza storica che ha il nostra lavoro ci impediscono una generalizzazione dei nostri risultati a contesti differenti. Un'analisi comparata del processo attraverso il quale le organizzazioni clandestine sono emerse in altri paesi sarebbe necessaria per verificare il raggio di applicabilità di un simile modello. In particolare, lo studio delle fasi emergenti del terrorismo nelle regioni interessate dal conflitto centro-periferia o nei regimi autoritari permetterebbe di comprendere la misura in cui alcune risorse presenti nell'ambiente influenzano l'emergere delle organizzazioni clandestine e le loro caratteristiche. Nei prossimi capitoli, verrà invece mostrato come le organizzazioni clandestine, nate all'interno dì un movimento sociale, tendano a perdere sempre .più i loro riferimenti all'azione collettiva, acquisendo ^dinamiche sempre p-iù simili a quelle delle sette.