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GLI ARCHIVI TEATRALI IN ITALIA

3.1.1 Una mappatura generale degli Archivi teatrali in Italia

Ogni teatro ha costruito il proprio passato e non solo per legittimarsi ma, più sostanzialmente, per recuperare le possibilità stesse del teatro.55

Una mappatura dell'intero patrimonio teatrale italiano è un'impresa pressoché impossibile a causa dell'eterogeneità del materiale, dell'assenza di una catalogazione omogenea dei fondi, e della dispersione di questo tra musei, teatri, archivi e collezioni private.

Quella che si propone è dunque una mappatura degli istituti specializzati nella raccolta, conservazione e produzione dei reperti teatrali, suddivisa per regioni.

I materiali teatrali hanno come caratteristica insita la difficile codificabilità, che, unita alla marginalità che la materia ha sofferto nel corso della storia accademica, ha portato ad un forte rallentamento dell'opera di catalogazione56.

L'individuazione di cosa conservare e di come strutturare il materiale è il punto centrale dell'attività di archiviazione dell'effimero, e diventa un'impresa ardua quando, come in molti casi succede, il patrimonio teatrale viene messo nelle mani di personale non specializzato in materia. Conservazione e catalogazione vengono compiute in funzione di una ricerca applicata, intorno alla quale dovrebbe vertere l'intera progettualità culturale dello spettacolo57: ogni ente di produzione dovrebbe operare autonomamente nella creazione di un proprio archivio. La raccolta e la conservazione dei materiali, che implicano il possesso di una strumentazione adeguata, fini a se stesse risultano un esercizio inutile: gli Archivi in quanto spostamento in avanti della memoria devono essere inseriti all'interno dei piani economici delle produzioni58. Con essi, è fondamentale che vengano previste figure di documentalisti in grado di 55 F. Cruciani, N.Savarese, Teatro, Guide Bibliografiche Garzanti, Milano, 1991

56 Cfr. P. Bosisio, C. Milani in L.Trezzini, Il Patrimonio teatrale op. cit.

57 Cfr. Redazione di Ateatro, Speciale Archivi. Una incerta preistoria dell'Archivio

Storico dello Spettacolo, in ww.Ateatro.it n.152, 23/01/2015

http://www.ateatro.it/webzine/2015/01/23/speciale-archivi-una-incerta-preistoria- dellarchivio-storico-dello-spettacolo/.

conservare, catalogare e digitalizzare tali materiali, affinché questi possano arrivare ad un'utenza di più ampio raggio.

Perché questa conservazione non si trasformi in un esercizio sterile, questi patrimoni devono essere resi fruibili anche sotto forma di pubblicazioni e questo implica la necessità di mettere a budget delle borse di studio per ricercatori specializzati in materia. Tradurre questi documenti affinché diventino comprensibili ad un'utenza più ampia, impossibilitata a raggiungere questi centri della memoria, o semplicemente non facente parte del ristretto cerchio degli addetti ai lavori, in grado di interpretare tali documenti, è l'unico modo per far si che la Memoria possa diventare una risorsa, anche economica. Le stesse università che nell'offerta didattica posseggono indirizzi quali Scienze dello spettacolo (LM/-65) potrebbero innescare corsi di formazione in materia per gli studenti, e convenzioni con i teatri delle città, così da garantire formazione ai ragazzi, e un servizio con costi a prova di crisi per i centri di produzione.

Le voci delle schede nella seguente mappatura, sono elaborate a partire dal modello presentato per la catalogazione del materiale teatrale video costruita da Valentina Valentini nel volume Teatro in immagine59, e dal questionario per il Censimento degli Archivi storici del teatro in

Lombardia, ad opera della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori,

della Soprintendenza archivistica Lombarda e della Regione Lombardia60. Fondamentale è stata la disponibilità dei direttori degli Archivi e degli enti citati nel fornire le informazioni necessarie. Si ringraziano anche le Soprintendenze Archivistiche del Friuli Venezia Giulia, del Piemonte e la Valle D'Aosta, dell'Umbria e delle Marche, della Toscana, della Sardegna e dell'Abruzzo e Molise, per i preziosi consigli e per la disponibilità dimostrata.

L'intenzione è quella di fornire un utile strumento di ricerca per curiosi e studiosi, uno strumento fin'ora inesistente.

A livello bibliografico esiste un Catalogo dei centri di documentazione

59Cfr. V. Valentini, Teatro in Immagine 2, Roma, Bulzioni Editore, 1987 p.5.

60 Per il progetto di censimento si veda S. Tisano, Censimento degli Archivi Storici del

Teatro in Lombardia, in Ateatro n.148, Cfr.

http://www.ateatro.it/webzine/2014/03/03/censimento-degli-archivi-storici-del-teatro- in-lombardia/ .

teatrale61, di Giovanni Antonucci, edito dall'ETI nel 1987, ormai di

difficile reperibilità e comunque datato. A livello di informazione online, nel SIUSA-Sistema informativo unificato per le Soprintendenze Archivistiche, è possibile trovare vari percorsi di ricerca: gli Archivi per

l'Architettura Contemporanea, le Carte da legare, gli Archivi della musica, Gli archivi della psicologia e gli Archivi d'impresa, mentre manca

un percorso sugli Archivi teatrali. Inserendo la parola teatro all'interno del bottone di ricerca del Sistema SIUSA, è possibile trovare trentadue dei soggetti conservatori sotto elencati, avendo così un quadro parziale della materia.

Erilde Terenzoni, Dirigente della Sovrintendenza Archivistica del Veneto, durante il convegno Archivi e Mostre del 2013, organizzato dalla Biennale di Venezia e svoltosi al Teatro Piccolo Arsenale nelle giornate del 15 e 16 novembre 2013, ha dichiarato:

Per poter avviare qualsiasi attività sul patrimonio culturale dunque anche sugli archivi è necessario conoscerli e la loro conoscenza si ottiene normalmente attraverso operazioni di censimenti, ordinamenti, inventariazioni, edizioni di fonti, costituzione di banche dati e strumenti di ricerca di vario genere. Il primo obiettivo della attività di tutela ma anche di una valorizzazione consapevole è dunque la costruzione di una mappa sul territorio che metta in luce le caratteristiche salienti degli oggetti identificati62

A partire da questa idea, nello studio che si propone verranno menzionati oltre agli archivi veri e propri anche centri di studio e biblioteche purché dotati di importanti fondi archivistici di natura teatrale.

Il primo dato che salterà all'occhio nella mappatura proposta, è la totale disarmonia nella distribuzione geografica degli Archivi. Nella sola Milano sono presenti sette enti che si occupano della materia, addirittura due di questi si trovano nella stessa via Filodrammatici, mentre in regioni come la Basilicata e il Molise, non si riscontrano tracce di simili servizi. Di sessanta centri di conservazione e documentazione rilevati, trentadue si trovano nelle regioni del Nord Italia, diciassette nelle regioni del Centro e 61 Cfr. G. Antonucci, Il catalogo dei centri di documentazione teatrale, ETI, Roma 1987 62 Archivio Storico delle A rti Contemporanee, Archivi e Mostre. Atti del convegno,

undici nel Sud Italia, un risultato che si commenta da solo.

Un altro dato da sottolineare è la scarsità di teatri e centri di produzione, nel panorama italiano, che conservino e rendano consultabile il proprio Archivio Storico, dalla ricerca ne risultano solo sette.

È forte poi la diversificazione a livello di tecnologie applicate alla materia: alcuni degli archivi citati offrono la possibilità di consultare online la gran parte dei documenti digitalizzati, altri, per assenza di fondi o di organizzazione, non posseggono un sito internet.

L'Utopia e la razionalità porterebbero a sperare nella creazione di un archivio centrale digitale a cui tutti gli archivi analizzati possano far capo, che permetta, se non di conservare l'intera Memoria Teatrale italiana in forma digitale, almeno di rimandare, attraverso collegamenti ipertestuali, agli archivi necessari alla ricerca.