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Una rappresentazione diversa della società nel suo

1. Conoscenza ed esperienza: teoria sociologica e

1.4 Una rappresentazione diversa della società nel suo

In sostanza la proposta gnoseologica introdotta non dice che parlare di qualcosa implica che esso sia qualcosa. Implica piuttosto che c’è qualcuno che lo dice e che lo può dire diversamente. Più specificatamente poco interessa che il motore del cambiamento e del “farsi” della società sia relativo alla relazione tra l’azione e la struttura, ciò che importa è che il mutamento, la morfogenesi o la morfostasi, emergono empiricamente come cultura attraverso una tematizzazione. Sul piano strettamente metodologico la conseguenza più importante che ne deriva è che indipendentemente dall’esistenza delle azioni, delle istituzioni, delle norme, e dei ruoli, ciò che conta è che possono venire effettuate tematizzazioni diverse del vissuto dell’umanità. La persona, il tematizzante X, può contribuire a

tematizzare la realtà in un modo diverso da Y, da Z, e dalla tematizzazione istituzionale che assieme contribuiscono a mantenere o a modificare e che li precede e li segue.

A seconda della con-di-visione della tematizzazione di ognuno dei partecipanti alla situazione istituzionale-temporale che si osserva, la cultura, la società, la tematizzazione istituzionale, il sistema, la struttura, cambiano o si mantengono. Ovviamente le tematizzazioni non hanno tutte la stessa forza. Le tematizzazioni istituzionali sono infatti più forti, sia in senso conservativo, sia in senso innovativo. L’innovazione, come giustamente nota Luciano Gallino, passa attraverso l’adozione e la diffusione (Gallino, 1998: 700), il riconoscimento istituzionale. In questo senso la partecipazione alla situazione di personalità forti o particolarmente socievoli, o anche di figure professionali quali ad esempio un gruppo di ricerca o un sociologo, in quanto (e se) figure riconosciute istituzionalmente, o il numero dei tematizzanti che condivide la tematizzazione, o il sentimento che unisce i partecipanti ad una situazione, influiscono sul mutamento o sul mantenimento della cultura, della società. In ogni caso, ogni mutamento, come più volte affermato, emerge come nuova cultura.

Se si accetta il percorso teorico sinora presentato, per il quale la società è empiricamente cultura che emerge da una fonte che è la relazione tematizzante, è necessario rivedere lo schema AGIL precedentemente proposto in figura 1.2. Ne deriva una diversa rappresentazione della società nel suo “farsi” (figura 1.4).

FIGURA 1.4 RAPPRESENTAZIONE DELLA SOCIETÀ NEL SUO “FARSI”

Questo nuovo schema trova la propria giustificazione nel fatto che, indipendentemente dalle cause che determinano il cambiamento nell’esperienza sociale, ciò che la sociologia riesce a far emergere dal punto di vista empirico dipende dalla tematizzazione. I suoi elementi si possono specificare come segue:

L) Tematizzazione dei partecipanti come livello e grado di affettività nella condivisione della situazione;

I) Tematizzazione istituzionale come norme e ruoli sociali, come visione già istituzionalizzata della situazione;

G) Tematizzazione dei partecipanti come definizione del proprio agire nella situazione;

A) Tematizzazione istituzionale come osservazione del comportamento dei partecipanti nella situazione.

In particolare nell’asse strutturale A-I si colloca l’osservazione, ossia la tematizzazione della struttura, tra cui anche quella del sociologo o del gruppo di ricerca. L’asse intenzionale G-L è quello in cui si collocano le osservazioni, le tematizzazioni dei partecipanti alla situazione. L’analisi del mutamento sociale è sia qualitativa, sia

A Tematizzazione istituzionale come osservazione del comportamento dei partecipanti I Tematizzazione istituzionale come norme e ruoli sociali

G Tematizzazione dei partecipanti come definizione della situazione L Tematizzazione dei partecipanti come livello e grado di affettività alla situazione

quantitativa, mettendo a confronto A e I da un lato e G e L dall’altro. Il mutamento sociale può verificarsi ed essere analizzato come differenza interna ad AGIL, ossia come differenza tra le tematizzazioni dei partecipanti e quelle istituzionali; o esternamente, come differenza di AGIL rispetto a se stesso.

Come si vede, questa metodologia permette di mettere in relazione anche sul piano empirico, cioè dell’esperienza:

 i partecipanti, ossia gli osservatori – i tematizzanti non istituzionalizzati; e

 la cultura, tra cui si distinguono:

 le norme e i ruoli (e i costumi), insomma tutto ciò che caratterizza la realtà sociale empirica oggetto di studio; e  la sociologia, il sociologo, l’osservatore istituzionalizzato. Riconoscere la relazione tematizzante come fonte della sociologia significa fare ricerca assieme. La relazione non è un oggetto che sta davanti ad un soggetto, “si fa” assieme alla ricerca, ed emerge come cultura dalla ricerca. Oggetto e soggetto – sempre che queste categorie abbiano ancora senso – condividono l’esperienza dalla quale emergerà la sociologia e dalla quale emergerà una descrizione dell’esperienza che assieme hanno vissuto e contribuito a produrre attraverso la relazione tematizzante AGIL. Indubbiamente ha ancora senso parlare di differenze tra tematizzanti, di diversa responsabilità e peso nel definire una situazione. Ma risulta estremamente difficile dire che si possa identificare un oggetto e le sue caratteristiche possano essere scientificamente replicate e verificate. Da statica, la sociologia si fa dinamica: il suo scopo non può più essere quello di replicare un’analisi. A chi servirebbe? Forse alla sociologia interessata ad una pretesa di trovare il proprio fondamento in un oggetto statico, immobile, univoco, sempre identico a sé, se non nel contenuto,

almeno nella forma. A questo sono serviti i concetti di sistema sociale, ed individuo. In questo capitolo si è cercato di fare un passo in avanti: il fine della ricerca non è più la definizione dell’oggetto o della sua forma, ma la qualità del suo farsi, del suo divenire. Il sociologo diventa assieme a tutti i partecipanti alla relazione tematizzante, il protagonista del farsi del sociale e dell’emergenza simbolica della sociologia. Dal punto di vista empirico non si ha più a che fare con un oggetto, da definire a distanza, si entra in una relazione e si fa relazione. Cosa è rilevante alla fine del lavoro? La qualità della relazione cui si è partecipato. È quello che si è cercato di fare nello svolgere la ricerca sul capitale sociale, svolta all’interno del Collegio Universitario Alma Mater, che si presenterà nei prossimo capitoli.

Ovviamente è scelta del sociologo o del committente, il tema oggetto di tematizzazione. Riferendosi alla figura 1.1, si entra così nell’ambito della teoria locale (G) – che sarà oggetto del terzo capitolo – ossia nella teoria specifica all’oggetto empirico di studio, nel caso del presente studio il capitale sociale.

1.5 La tematizzazione come azione morale: il ruolo morale