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uomini, spazi, suoni e dialogh

2.1 - Personaggi

“ A me interessano le vite ordinarie (…) che poi rivelano una loro eccezionalità(…), sono affascinato dall’idea che una persona possa dilapidare gratuitamente la propria vita, e la mia ambizione è di fotografare il momento esatto in cui questa dispersione prende forma” 1

Personaggio, persona, per-sonare, è un termine che nasce nell’antica Grecia, e che, nella sua

valenza etimologica, è riconducibile alle maschere, quegli oggetti che venivano utilizzati nel teatro per permettere l’ampliamento delle voce dell’attore verso il pubblico . Persona e 2

personaggio nei secoli sono destinati ad evolversi in lati opposti, se persona diventa il termine

generico per intendere un essere umano, personaggio diventa il termine per indicare comportamenti e caratteristiche predefinite. 3

Una definizione di personaggio all’interno della quale, le figure messe in scena da Paolo Sorrentino sembrano trovare il loro posto: maschere, icone e stereotipi che sembrano voler rappresentare una versione volutamente esagerata delle varie tipologie sociali della nostra umanità. Il regista veste i suoi personaggi di elementi caratteristici, portati all’eccesso ed inseriti in ambientazioni surreali e oniriche, veri e propri regni dell’assurdo. I personaggi del regista napoletano sono frutto di articolate e infinite trame, esclusi e autoreclusi nei loro ruoli, nelle loro vite, vivono come prigionieri nella loro stessa inerzia. Vite vissute nell'eccesso, nell'esagerazione, ma anche nella vaghezza e nel nulla.

Le sue figure, sembrano vivere la vita come se fosse la loro condanna, adeguandosi ad interpretare il ruolo che altri hanno scelto per loro e accettando così il loro destino.

“(…)Scettici verso la realtà perché di essa hanno imparato a conoscerne gli implacabili meccanismi e la desolata tristezza che vi regna(…)hanno imparato l’importanza di indossare una maschera e una divisa, attraverso cui cercare di rendersi impermeabili e impenetrabili (…)” . 4

Tutte le figure che vengono messe in scena dal regista, sembrano essenzialmente delle maschere, dei travestimenti ulteriormente sostenuti da una precisa e minuziosa costruzione del dettaglio. Generalmente inseriti in una sorta di divisa, i protagonisti di Sorrentino sembrano interpretare un ruolo ben preciso, non solo nella vicenda ma nell’intera società.

Vigni F., La maschera, il potere, la solitudine: il cinema di Paolo Sorrentino, cit., p. 96

1

Cfr., Aumont J., Michel M., Personaggio, in Aumont J., Michel M., Dizionario teorico e critico del cinema,

2

Torino, Lindau, 2007, pp.229-230

Cfr., Chimento A., Parachini P., Il divo di Paolo Sorrentino: la grandezza dell’enigma, Alessandria,

3

Falsopiano, 2012, p.117 Ivi., p. 118

2.1.1 Vite discendenti di uomini di mezza età

Tutti i protagonisti di Sorrentino, sembrano essere pedine di un gioco molto più ampio, “(…)uomini eccentrici, colti nella parabola finale di una vita incentrata sulle relazioni di potere (…)” . Il regista inscena mafiosi, aristocratici, politici e strozzini,“(…) personaggi estromessi in 5 un universo umano o subumano forgiato sui rapporti di forza in cui il potere, sotto le avverse maschere e forme, che di volta in volta assume, si manifesta nella sua invariata ferocia, nella sua spietata crudeltà, nel suo agghiacciante egoismo”. 6

Il regista rappresenta in tutte le sue pellicole uomini ultracinquantenni con un passato di successo, incastrati in una prigione dalla quale non possono uscire, inseriti in un lento ma inesorabile declino che li porterà alla morte.

Sorrentino si presenta anche qui come un regista fortemente controcorrente, se nel panorama del cinema italiano, solamente il 3% dei personaggi sono anziani, solitamente figure di accompagnamento, nel suo cinema i protagonisti sono tutti vecchi. Gli anziani nel 7 cinema del regista, sono espressione di una società intera, che comunque rappresentano una sorta di positività, anche nella caduta e nel declino, essi diventano in un certo qual modo degli eroi. I personaggi giovani invece, solitamente presenti come figure di accompagnamento in Sorrentino, sono coloro che soccombono, che sembrano essere destinati alla degenerazione, freddi, crudeli e indifferenti a tutto.

I protagonisti messi in scena dal regista sono dei personaggi a loro modo molto noti, conosciuti nella società. I due Antonio Pisapia, Geremia, il Divo, la nota rockstar, lo scrittore esistenziale che ha il potere di far fallire le feste, il compositore delle Simple Songs, il noto regista e l’uomo noto per eccellenza: il Papa. I suoi protagonisti sono delle star, che però sono cadute o stanno cadendo in disgrazia, sono i volti super noti di una società che ormai si sta dimenticando di loro guardando da un’altra parte.

Al regista piace mostrare quel lato nascosto, oscuro della notorietà e della fama che nessuno mostra, “una notorietà per la quale si paga dazio, una condizione esistenziale che è forse tra le cause primarie del loro inevitabile isolamento”. 8

Ad eccezione probabilmente del primo suo lungometraggio, L’Uomo in più, in cui viene mostrata l’ascesa dei protagonisti e poi la loro caduta, nei successivi film invece la narrazione sembra iniziare, quando il dramma principale è già avvenuto. L’evento drammatico è già successo e il protagonista viene mostrato allo spettatore già con gli effetti devastanti che lo porteranno alla caduta totale. Titta ha già perso tutti i soldi ed è incastrato nell’albergo svizzero da oltre otto anni; Geremia è già un usuraio disilluso dalla vita e dalle persone; Andreotti è già in fase discendente, è già stato presidente del consiglio per numerosi anni;

Zonta D., Paolo Sorrentino | La scena del potere, in Zonta D., Morreale E., (a cura di) Cinema Vivo.

5

Quindici registi a confronto, cit., p. 211

Vigni F., La maschera, il potere, la solitudine: il cinema di Paolo Sorrentino, cit., p. 95

6

Cfr., Canova G., Farinotti L., Atlante del cinema italiano. Corpi, paesaggi, figure del contemporaneo,

7

Milano, Garzanti, 2011, pp. 159-163

Grossi G., Paolo Sorrentino: 10 elementi distintivi del suo cinema. in http://movieplayer.it/articoli/i-film-di-

8

Cheyenne ha già smesso di cantare, i due ragazzi si sono già suicidati; Jep ha già scritto il libro che lo ha reso tanto famoso e Ballinger e Mick hanno già dismesso le abilità che li hanno resi grandi.

In tutte le sue opere Sorrentino ama esporre la dicotomia, la duplice faccia di ogni cosa, il bello e il brutto, il buono e il cattivo di ogni figura. E dunque, anche i suoi personaggi, seppure arroganti, disinteressati e cinici, hanno un animo gentile, nascondono un fragile lato sensibile. “I vecchi e i giovani (…), il bello e il brutto, il maschile e il femminile, la legalità e l’illegalità, il lecito e l’illecito, il perbenismo e l’indecenza dell’universo visivo (e visionario) di Sorrentino, sono destinati a confrontarsi, a scontrarsi e contaminarsi vicendevolmente” 9 Uomini anziani che in qualche modo vincono, per quanto i personaggi di Sorrentino si presentino come chiusi, soli, arroganti ed egocentrici, hanno sempre una sorta di altruismo: Tony, immedesimatosi nella vita di Antonio, non accetta le ingiustizie che ha dovuto subire e lo rivendica. Titta è un uomo glaciale che non sembra aver nessun interesse per il genere umano, ma dona la valigia con i soldi della mafia alla vecchia coppia di aristocratici perché risollevino la loro sorte. Geremia in un gesto di magnanimità si fiderà della sua amata. Mentre il Divo, in una imperturbabile figura granitica esteriormente, internamente è attanagliato dai dubbi che a nessun espone se non alla moglie. Perfino Cheyenne, si dedica ad aiutare gli altri, a far da padre alla giovane ragazza dark e ad insegnare a nuotare al bambino che aveva paura dell’acqua. Anche il cinico e imperturbabile Jep, decide di prendere sotto la sua ala Ramona e Romano, aiutandoli nella loro vita, mentre Ballinger e Mick, ormai vecchi danno consigli ai giovani perché possano migliorare. Papa Pio XIII, nella sua totale arroganza apparente, in privato sembra essere un uomo estremamente gentile, che dona fiducia al cardinale alcolizzato e si da pena per la donna sterile.

Mancino A. G., Anziani, media statura: italiani strana gente, CinecriticaWeb - Scheda e Filmografia Paolo

9

Sorrentino in http://www.cinecriticaweb.it/cinecritica/scheda-e-filmografia-paolo-sorrentino (ultimo accesso novembre 2016)

2.1.2 L’attore protagonista: Toni Servillo

La collaborazione tra Paolo Sorrentino e Tony Servillo è un sodalizio sia professionale che di amicizia che dura da ormai più di quindici anni.

Toni Servillo è un attore e regista teatrale, esordisce nel cinema negli anni ’90, con le pellicole di Mario Mortone, da Morte di un matematico napoletano(1992); Rasoi(1993); I vesuviani (La

salita1997). Ma sarà nei primi anni del duemila, con i film di Sorrentino che arriverà la sua

grande notorietà cinematografica. Protagonista di ben quattro delle sette pellicole del regista, grazie a tre delle quali vince, oltre a numerosi altri premi, il David di Donatello come miglior attore protagonista.

Sorrentino e Servillo si conoscono nel 1997, quando l’attore è membro della commissione per il premio Solinas, in cui Sorrentino è un partecipante, ma la loro collaborazione inizierà nel 2001, con Tony Pisapia in L’uomo in più . 10

Nel 2004 è invece l’anno di Titta de Girolamo, dove Servillo interpreta un uomo dall'esistenza piatta e monotona che si occupa di riciclaggio di denaro sporco. Ancora una volta la trama subisce un cambio di registro per sottrazione, le caratteristiche tipiche del protagonista si evincono da quello che non vediamo, da quello che lui non è e non fa.

Nel 2008, è la volta della pellicola più nota di Sorrentino prima de La grande bellezza, dove Servillo farà una della sue più profonde interpretazioni. Protagonista anche del terzo lungometraggio del regista, Servillo si trova in questo caso a dover interpretare, una delle figure più difficili ed enigmatiche della politica italiana degli anni settanta, ottanta e novanta: Giulio Andreotti.

Una magistrale interpretazione che regge l’intero asse della narrazione, egli rappresenta con assoluta naturalezza i comportamenti, le espressioni e i tic del politico. Mostrando parallelamente la sua essenza più intima e domestica, la sua figura politico-istituzione, l’icona che diventò agli occhi dell’opinione pubblica . 11

Nel 2013, Servillo è invece il protagonista della pellicola che riporterà il Italia il premio Oscar dopo 15 anni, film che più di tutti è stato amato ed odiato dal pubblico.

Jep Gambardella, protagonista assoluto è uno scrittore decadente, dedito all’estetica e alla mondanità, che si inserisce in una generale immagine di decadenza della Roma dei giorni nostri.

Cfr., De Sanctis P., Monetti D., Pallanch L. (a cura di), Divi e antidivi: il cinema di Paolo Sorrentino, cit., pp.

10

172-177

Cfr. Ivi., pp. 178-185