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VALUTAZIONE, AI FINI ASSICURATIVI, DEL RISCHIO FISICO DA RUMORE PER I LAVORATORI ADDETTI AL SETTORE AGRICOLTURA

G. Giommoni*, G. Papa**, G.Perpetuo**, F. Ruspolini*

* INAIL - Direzione Regionale Umbria - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

** INAIL - Direzione Regionale Marche - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

RIASSUNTO

L’esigenza di uno studio approfondito dello specifico settore “agricoltura”, per quanto concer-ne la valutazioconcer-ne del rischio fisico da rumore, nasce dal fatto che la maggior parte dei lavora-tori richiedenti prestazioni all’Istituto sono rappresentati da coltivalavora-tori diretti e simili che, come noto, non rientrano tra quelle figure professionali per cui vige l’obbligo di ottemperare al Capo IV del D.L.vo 277/91.

Generalmente il coltivatore diretto senza dipendenti non effettua la valutazione del rumore e quindi non presenta la relazione fonometrica e le relazioni fonometriche che spesso sono alle-gate in pratica si limitano a considerare le settimane di lavoro più gravose . Risulta necessario quindi conoscere per quanto più accuratamente possibile l’intensità dell’energia sonora assor-bita dall’assicurato, ricavandola da parametri acquisibili in altre forme.

Pertanto è stato posto in atto un metodo valutativo svincolato dalla acquisizione della indagi-ne fonometrica e basato essenzialmente sulla acquisizioindagi-ne della documentazioindagi-ne che effettiva-mente il lavoratore/assicurato può fornire , tra cui tipologia dei mezzi meccanici , estensioni del fondo, tipologia di colture ed assegnazioni di carburante.

Si giunge così , con la metodologia descritta nel presente lavoro, ad una valutazione dell’ener-gia sonora assorbita dall’assicurato nell’arco temporale dell’anno e quindi utile alle valutazioni di rischio rumore dell’agricoltore tecnopatico.

1. PPremessa

L’esigenza di uno studio approfondito dello specifico settore “agricoltura”, per quanto concer-ne la valutazioconcer-ne del rischio fisico da rumore, nasce dal fatto che la maggior parte dei lavora-tori richiedenti prestazioni all’Istituto sono rappresentati da coltivalavora-tori diretti e simili che, come noto, non rientrano tra quelle figure professionali per cui vige l’obbligo di ottemperare al Capo IV del D.L.gs. 277/91.

Una primaria esigenza del professionista Contarp per la trattazione delle malattie professionali di ipoacusia è l’acquisizione della relazione fonometrica svolta in ottemperanza al decreto di cui sopra, ma quasi mai tale categoria professionale è in grado di fornirla.

Al fine di non porre vincoli eccessivamente rigidi alla trattazione dei casi di m.p. ipoacusia dello specifico comparto, è stato posto in atto un metodo valutativo svincolato dalla acqui-sizione della indagine fonometrica e basato essenzialmente sulla acquiacqui-sizione della docu-mentazione che effettivamente il lavoratore/assicurato può fornire e che si vedrà successiva-mente in dettaglio.

Va evidenziato che, molto frequentemente, anche la presenza del documento indagine fonometrica , può non aiutare ad una corretta definizione del caso in quanto possono emer-gere elementi non in linea con l’ effettiva realtà lavorativa; in particolare ci si riferisce alla

tempificazione di utilizzo dei mezzi meccanici. Probabilmente le incongruenze spesso riscontrate trovano spiegazione nel fatto che risulta essere l’assicurato stesso a fornire tale informazione al professionista incaricato di svolgere l’indagine e la relativa relazione fono-metrica. Inoltre si tende ad indicare una tempificazione globale della attività lavorativa e non solo esclusivamente quella di utilizzo dei mezzi meccanici a cui risultano palesemente imputabili le fonti di rumore.

Il metodo valutativo posto in atto si basa, oltre che su elementi oggettivamente comprovanti, anche su alcune considerazioni applicabili allo specifico settore, tra quali:

- le lavorazioni maggiormente ricorrenti sono all’incirca della stessa tipologia;

- i valori dei livelli sonori emessi dai mezzi meccanici, indipendentemente dalle aziende costruttrici, entro determinati limiti e per identiche tipologie degli stessi, sono da ritenere all’incirca dello stesso ordine di grandezza ;

- le lavorazioni effettuate con i mezzi meccanici solitamente si svolgono all’aperto, quin-di ben quin-difficilmente influenzabili da eventuali e quin-diverse conquin-dizioni legate agli ambienti di lavoro.

2. CConsiderazioni iiniziali

Come per la generalità di tutte le situazioni lavorative, anche per il settore agricoltura la valu-tazione del rischio da rumore non può prescindere dai due elementi, necessari e sufficienti, indi-viduabili specificatamente nei valori dei livelli di rumorosità a cui il lavoratore risulta essere esposto e nelle durate espositive a tali livelli .

La peculiarità e specificità del comparto agricolo, prevalentemente caratterizzata da attivi-tà lavorative variabili stagionalmente, non consente una facile applicabiliattivi-tà dei valori dei livelli espositivi personali quotidiano e settimanale deducibili dal riferimento legislativo prevenzionale; risulta infatti, per la valutazione ai fini assicurativi, difficilmente riscon-trabile una ripetitività delle lavorazioni che trova idoneo riferimento nella giornata o set-timana lavorativa e tale che possa ritenersi fondatamente costante e correlabile all’intero periodo lavorativo. Infatti è facilmente riscontrabile l’alternanza tra periodi lavorativi caratterizzati da esposizione ad elevati livelli sonori, coincidenti con lo svolgimento di mansioni che richiedono l’utilizzo dei mezzi meccanici, e periodi lavorativi palesemente non espositivi paragonabili ad un vero e proprio riposo acustico; le periodicità ed alternanze di cui sopra non seguono poi regole rigide e ben precise tipiche dei processi industriali, in quanto non definibili a livello decisionale ma imputabili a fattori esterni spesso non piani-ficabili, caratterizzati quindi da una certa casualità. Pertanto le grandezze Lep,d ed Lep,w possono assumere valori radicalmente differenti se riferite ai diversi periodi temporali annuali.

La constatazione che la maggior parte delle lavorazioni presentano indubbiamente una ripeti-tività annuale, almeno quelle principali e più comuni, anche se svolte una tantum durante l’an-no lavorativo e svincolate da rigidità temporali ben precise, consente di individuare proprio nella durata annuale il periodo temporale ripetitivo per lo svolgimento delle stesse; sulla base di ciò si ritiene di poter condurre una trattazione della problematica in esame facendo oppor-tuno riferimento per l’elemento rumorosità ad una grandezza fisica costante e fondatamente ripetitiva per gli anni lavorativi oggetto di valutazione.

Tale grandezza risulta ben individuabile nel valore del livello di esposizione personale annuale Lep,y che, anche se non trova riferimento legislativo nella legge 277/91, risulta ben contemplato a livello normativo dalla ISO 1999/90, pur con le dovute cautele e limita-zioni dalla stessa indicate in merito. Pertanto si ritiene opportuno riferirsi a tale elemento

valutativo come l’unico maggiormente rappresentativo della esposizione al rumore per gli addetti nel settore agricoltura, considerando la valutazione del rischio ai fini assicurativi e non ai fini prevenzionali.

In buona sostanza la conoscenza dei valori dei livelli sonori equivalenti Leq in dB(A) associabi-li ai mezzi meccanici utiassociabi-lizzati e la tempificazione di utiassociabi-lizzo degassociabi-li stessi riferiti al periodo lavo-rativo annuale, consentono una stima fondatamente attendibile per valutare l’esposizione al rumore dei lavoratori operanti nel comparto agricoltura; le eventuali punte, in positivo o nega-tivo che siano, se ben contenute entro limiti accettabili, non influenzano in maniera determi-nante la rappresentatività espositiva attribuibile al valore del livello di esposizione medio annuale.

I primi due elementi sopra citati sono oggetto ognuno di adeguato approfondimento, mentre per quanto concerne il periodo lavorativo totale di riferimento, si esplicita che sono prospetta-bili due diverse grandezze di correlazione; il primo risulta essere l’anno lavorativo “standard”

pari alle canoniche 220 giornate lavorative, ovvero le 1760 ore/anno, tipico del settore indu-stria; il secondo risulta essere il così detto anno ISO individuato nelle 250 giornate lavorative, ovvero 2000 ore/anno.

Si ritiene che il primo degli stessi rispecchi più fedelmente l’attività lavorativa di contoterzi-sta/trattorista, mentre per la peculiarità e specificità della attività di coltivatore diretto, carat-terizzata indubbiamente da maggiore variabilità delle lavorazioni/mansioni svolte e da una dis-tribuzione più casuale, sia più attinente fare riferimento all’anno ISO.

3. LLivelli ssonori eequivalenti aassociabili aai mmezzi mmeccanici uutilizzati iin aagricoltura.

Risulta evidente che, la massima attendibilità della valutazione si abbia nel caso cui siano noti i Leq relativi ai mezzi meccanici effettivamente utilizzati dal richiedente prestazioni;

come già detto in premessa molto spesso tali dati non sono noti e a tale carenza si potreb-be ovviare con misure dirette sul campo; tale soluzione può però comportare evidenti limi-tazioni operative . Si pensi ad esempio alla eventualità in cui ci si trovi di fronte ad un parco macchine recentemente rinnovato e sostanzialmente diverso da quello utilizzato in passa-to, oppure anche di fronte al fatto che il periodo temporale in cui si possono svolgere le misure è tale che risulti praticamente impossibile indagare le specifiche operazioni in quan-to al momenquan-to non eseguibili.

Ad essere rigorosi si dovrebbe indagare ognuna delle diverse attività lavorative svolte dall’assi-curato con utilizzo dei mezzi meccanici, il che implicherebbe il seguire un ciclo lavorativo/pro-duttivo (ad esempio, in linea di principio, dalla preparazione del terreno per la semina e fino alla raccolta del prodotto) ripartito su un periodo temporale molto vasto e con cadenze spesso non programmabili; risultando attualmente improponibile tale metodo di azione per tanti sva-riati motivi, si ritiene opportuno rinunciare ad un eccessivo rigore valutativo e ricorrere ad attendibili e comprovanti dati storici in merito.

Tenendo presente quali sono i mezzi meccanici tipici del comparto agricoltura, nonché con-siderando le lavorazioni più frequenti e maggiormente indicative eseguite con l’ausilio degli stessi, sulla base di una notevole scorta di dati acquisiti, principalmente dedotti dalle indagini fonometriche relative al settore agricoltura, da relazioni tecniche svolte in occa-sione di operazioni peritali in ambito di contenzioso giudiziario, da specifica letteratura di merito e studi di settore (atti dei convegni dB(A) ’94 [1] e ’98 [2] su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro) ed anche da prove dirette, sono stati individuati i valori dei livelli sonori equivalenti Leq in dB(A), riportati in Tabella 11, associabili alle diverse tipologie di mezzi meccanici indicati e da ritenere come quelli più frequentemente verificantisi e caratteriz-zati da una notevole ripetitività.

Tabella 1

Livelli sonori equivalenti dei principali mezzi meccanici utilizzati in agricoltura.

Mezzi meccanici (simbologia UMA) Livelli sonori equivalenti Leq in dB(A)

Trattori (T)

- a cingoli, 93 ÷ 97

- a ruote, 86 ÷ 90

- a ruote, con efficace cabinatura (*) 78 ÷ 82

Motocoltivatori (MC) 96 ÷ 100

Motoagricole (MTA) 92 ÷ 96

Motofalciatrici, mietitrici (MF) 96 ÷ 100

Motoseghe (MS) 100 ÷ 102

Mietitrebbiatrici. (MTS) 80 ÷ 84

Cavabietole. (SRB) 90 ÷ 94

Atomizzatori a spalla (ATM) 94 ÷ 98

Decespugliatori (DC) 90 ÷ 94

Motopompe irrigazione (MI) 96 ÷ 100

Motopompe (MP) 92 ÷ 96

Trinciaforaggi (**) 90 ÷ 92

Molini per cereali (**) 88 ÷ 90

(*) Sono da intendersi cabinature condizionate/climatizzate e che, soprattutto durante i mesi estivi, consentono lo svolgimento delle attività restando chiuse.

(**) Tipiche applicazioni “a punto fisso”, solitamente con collegamento alla presa di forza dei trattori.

Una prima ed immediata analisi potrebbe portare a ritenere che tali valori di Leq sembrano indi-care, nella maggior parte dei casi, grandezze notevolmente diverse tra loro per una stessa tipo-logia di mezzo meccanico, in particolare se ci si riferisce al fattore di scambio q pari a 3 di cui alle norme e legislazione vigenti e se confrontati con una maggiore puntualità di valori riscon-trabili per il settore industriale.

Una più approfondita disamina del comparto agricoltura fa ritenere che in realtà i valori indicati per ognuno dei mezzi meccanici, i più frequenti ed attendibili in quanto sono state adeguatamente tagliate le punte negative e positive ritenute meno significative, sono da ritenere a tutti gli effetti compresi entro intervalli piuttosto ristretti se si consi-dera la loro notevole influenzabilità da parte delle diverse variabili esterne al mezzo meccanico in sé.

Risulta infatti che i valori dei Leq variano , in molti casi come ordine di grandezza paragonabi-le ad un fattore di scambio, dalla consistenza e compattezza del terreno in lavorazione, dal periodo stagionale in cui si esegue la lavorazione, dalla pendenza del terreno stesso, dalle spe-cifiche caratteristiche delle attrezzature collegate ai mezzi meccanici, dalla velocità di avanza-mento degli stessi, dalle specificità colturali svolte, eccetera.

Quanto sopra, si evidenzia, nell’ambito di ciascuna tipologia di mezzo meccanico come indica-to in TTabella 11, poichè le suddette condizioni operative sono difficilmente standardizzabili e caratterizzate da forte casualità nel verificarsi per cui risulta praticamente impossibile restrin-gere la forbice dei valori espositivi riportati in suddetta tabella.

In definitiva si può ritenere che gli intervalli indicati per gli Leq di tabella 1 non sono ulterior-mente restringibili; è stato infatti riscontrato che per uno stesso mezzo meccanico, impiegato in lavorazioni identiche, al variare di una, o più di una, delle condizioni operative possono veri-ficarsi valori di livelli sonori equivalenti oscillanti entro i ranges indicati in tabella 1, e ciò anche durante lo svolgimento della stessa e singola lavorazione.

Si conclude il seguente paragrafo evidenziando come lo scostamento tra i valori minimi e mas-simi per i Leq indicati in tabella 1 sia da ritenere fisiologica, considerando sia la tipicità delle attività lavorative del comparto agricolo che la notevole variabilità delle condizioni operative; i ranges indicati sono riscontrabili sia nell’ambito di una singola azienda e sia nella più larga estensione dei termini associabili ad aziende diversamente ubicate sul territorio.

Un valido contributo alle determinazioni di tale paragrafo va attribuito alla tesi di laurea del Dott. Toscano, Facoltà di Agraria della Università di Ancona, relatore Prof. Riva, anno accade-mico 1995-96 i cui contenuti hanno consentito di poter mettere nella giusta e corretta luce la specificità trattata.

4. TTempificazione ddelle ddurate ddi uutilizzo ddei mmezzi mmeccanici ee ddurate eespositive.

Se per quanto concerne la rumorosità dei mezzi meccanici si può anche rinunciare alla cono-scenza specifica del singolo caso in esame, per la determinazione delle durate espositive non si può prescindere dalla specificità dello stesso.

Sulla base delle informazioni e delle documentazioni concretamente fornibili da parte dall’assi-curato/coltivatore diretto è possibile una determinazione della tempificazione di utilizzo dei mezzi meccanici piuttosto attendibile ed oggettivamente comprovata.

Al fine di ottemperare ad una corretta determinazione dei tempi di utilizzo, a parte la docu-mentazione canonica presente in atti di pratica, risulta necessario disporre di:

- idoneo questionario compilato in ogni sua parte dall’assicurato;

- registro di carico/scarico dei mezzi meccanici utilizzati e riferibili all’azienda agricola;

- libretto di controllo relativo alla assegnazione e prelievo annuali dei carburanti a costo age-volato dell’azienda agricola (eventualmente integrato da ulteriore acquisizione degli stessi su libero mercato);

- estratto di estensione e destinazione d’uso dei terreni in conduzione nelle sue diverse e varie forme (proprietà, affitto, mezzadria, eccetera).

Risulta palese che tale documentazione sia opportunamente correlabile all’intero periodo lavorativo oggetto di valutazione, ciò nel pieno rispetto del contenuto della Circolare INAIL 80/97, con evidenziate le significative variazioni avvenute nel corso degli anni. Va pari-menti esplicitato che l’intero periodo lavorativo da indagare risulta essere quello a cui può farsi risalire l’utilizzo dei mezzi meccanici, come deducibile dal registro di carico/scarico di cui in precedenza.

Evidenziato che la documentazione di cui in precedenza deve essere comunque posseduta dal lavoratore, si ritiene che l’esame dei contenuti della stessa, corredata dei relativi incroci tra i vari e diversi elementi riscontrabili, porta certamente ad una congrua ed oggettiva determina-zione della tempificadetermina-zione di utilizzo dei mezzi meccanici.

In dettaglio si esplicita come gli elementi base di partenza per l’esame di cui trattasi risultano essere i consumi annuali di combustibili e le caratteristiche tecniche specifiche dei mezzi mec-canici, in pratica la potenza massima degli stessi. La conoscenza di tali due elementi, correlati tra loro dai relativi consumi specifici consentono una prima stima fondatamente attendibile delle ore totali annuali di utilizzo dei mezzi meccanici. E’ scontato che tale tempificazione

rive-ste un indicatore che da solo non sempre può essere ritenuto esaustivo e per cui deve essere oggetto di adeguate ed opportune verifiche.

Merita particolare attenzione la determinazione del “consumo specifico” in quanto il valore che si assume per lo stesso, se non adeguatamente attendibile, può portare ad una sottostima o sovrastima dei tempi di utilizzo dei mezzi meccanici, e quindi a valutazioni espositive non cor-rette.

Un primo dato tecnico indubbiamente importante è il valore del consumo specifico fornito dalle case costruttrici dei mezzi meccanici, esplicitato solitamente in Kg/CV/ora oppure in gr/KW/ora;

tale dato viene fornito solitamente in relazione al regime di potenza massima dei mezzi mecca-nici. Va precisato che, per lo specifico scopo in esame, tale dato tecnico non trova immediata applicazione; se non adeguatamente supportato da idonei fattori correttivi porterebbe ad una inaccettabile sottostima dei tempi di utilizzo.

Come ben noto, per i motori endotermici a ciclo Diesel, il consumo di combustibile risulta esse-re proporzionale al esse-regime di potenza, ovvero con buona approssimazione al esse-regime di rotazio-ne del motore stesso; per i motori endotermici a ciclo Otto tale correlaziorotazio-ne risulta essere diver-sa, tenendo conto comunque che un dettagliato approfondimento in merito esula dagli scopi oggetto di trattazione, avendo già presenti le risultanze di quanto esposto in seguito. Si può ritenere, in linea di massima, che i risultati stessi siano applicabili sia al combustibile gasolio e sia al combustibile benzina, in quest’ultimo caso con maggiore approssimazione, ma comunque in maniera tale da restare entro limiti di tolleranza senz’altro accettabili.

Fatto presente quanto sopra, come da ampia letteratura in merito, si evince come la quasi totalità delle lavorazioni in agricoltura svolte con mezzi meccanici non comportano mai un impegno degli stessi in regime di potenza massima; tale impegno di potenza, in termini di quota percentuale di quella massima erogabile, risulta essere estremamente variabile a seconda delle specifiche lavorazioni svolte. Vale la pena, in tale contesto, evidenziare come dal registro di carico/scarico dei mezzi meccanici si desume proprio la potenza massima degli stessi.

Tralasciando le variazioni di regime di potenza che comunque possono verificarsi durante una singola lavorazione, ovvero ipotizzando che per ognuna delle stesse il regime di rotazione sia costante, quindi costante la potenza impegnata, si fa riferimento ad autorevoli testi che forni-scono dettagliate informazioni in merito per una congrua e corretta determinazione di un “con-sumo specifico” che possa applicarsi “mediamente” alla globalità di utilizzo dei mezzi meccani-ci, in particolare con riferimento ad un periodo temporale di utilizzo annuale, ovvero in defini-tiva alle quantità di combustibili utilizzate per anno lavorativo e senza entrare troppo in detta-glio nelle singole lavorazioni svolte.

Il “Manuale dell’agricoltura” Hoepli [3] considera che la potenza impegnata per le diverse lavorazioni agricole può variare, a seconda delle stesse, tra il 35% e l’85% della potenza massima, fornisce inoltre indicazioni sui consumi medi dei mezzi meccanici alle diverse fasce percentuali di potenza utilizzate e ricomprese tra quelle di cui sopra e che stanno ad indicare palesemente come i consumi di combustibili siano praticamente direttamente pro-porzionali alla percentuale di potenza impegnata. Dallo stesso testo si evincono inoltre ulteriori informazioni di carattere generale proficuamente utilizzabili per lo studio in oggetto; si esplicitano ad esempio le percentuali di impegno dei mezzi meccanici nelle diverse lavorazioni svolte in agricoltura, sia singole e sia raggruppate per tipologia, fatto pari a 100 l’utilizzo totale degli stessi; il testo fornisce anche altre utili indicazioni tra cui ad esempio la previsione di vita media dei mezzi meccanici in funzione delle ore annuali di utilizzo.

Altro autorevole testo quale “Meccanica e Meccanizzazione Agricola” di Pellizzi [4], in materia, indica come valore “medio” della percentuale di impegno della potenza massima dei mezzi meccanici utilizzati in agricoltura, ovvero il “coefficiente di utilizzazione della

potenza”, il 50% circa, fornendo anche le diverse percentuali di utilizzo dei mezzi mecca-nici nelle diverse tipologie di lavorazioni, fatto pari a 100 l’utilizzo totale; quanto sopra risulta indicato per diverse tipologie di aziende ed a seconda dei diversi ordinamenti col-turali praticati. Tra gli “aspetti tecnico-operativi per la scelta dei trattori” lo stesso indica anche una tempificazione di utilizzo dei mezzi meccanici in termini di h/ha (ore lavorate per ettaro) per le diverse e più comuni colture praticate e che indubbiamente fornisce un utile strumento di verifica.

Un ulteriore testo degno di attenzione, particolarmente utile per la gestione della problemati-ca di cui trattasi, risulta essere il “Prontuario dell’agricoltura” di Ribaudo [5] che fornisce

Un ulteriore testo degno di attenzione, particolarmente utile per la gestione della problemati-ca di cui trattasi, risulta essere il “Prontuario dell’agricoltura” di Ribaudo [5] che fornisce