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2° SEMINARIO DEI PROFESSIONISTI CONTARP “DAL CONTROLLO ALLA CONSULENZA IN AZIENDA”

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CUNEO, 23/25 GENNAIO 2001

“Centro Incontri” della Provincia di Cuneo

RIASSUNTI

DEI PROFESSIONISTI CONTARP

“DAL CONTROLLO ALLA

CONSULENZA IN AZIENDA”

DIREZIONE REGIONALE PIEMONTE Corso Orbassano, 366 - 10137 Torino Tel. 011/55931; Fax 011/5593724 e-mail: piemonte@inail.it

CONSULENZA TECNICA ACCERTAMENTO RISCHI E PREVENZIONE - DIREZIONE GENERALE Via Roberto Ferruzzi, 40 - 00143 Roma Tel. 06/54872349; Fax 06/54872365 e-mail: contarp@inail.it

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CUNEO, 23 - 25 GENNAIO 2001

“Centro Incontri” della Provincia di Cuneo

ATTI - Volume primo

“DAL CONTROLLO ALLA

CONSULENZA IN AZIENDA”

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Dott. Giuseppe Castellet y Ballarà Dott. Raffaele d’Angelo

Ing. GianMario Fois Dr. Ric. Giuseppe Gargaro Ing. Pietro Mura

Dott. Riccardo Vallerga

Segreteria SScientifica

Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione Dr. Ric. Silvia Severi

Organizzazione

Direzione Regionale Piemonte

Segreteria Tecnica CONTARP - Direzione Generale

Per iinformazioni:

INAIL - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) 00143 ROMA - Via Roberto Ferruzzi, 40

Tel. 0654872349 - Fax 0654872365 E-mail: contarp@inail.it

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tinuo delle condizioni di lavoro e dall’attuale contesto sociale ed economico.

Nel settore dei rischi professionali, nel quale la CONTARP opera, forte di un’espe-

rienza più che trentennale, l’INAIL, mantenendo tutti i suoi compiti di natura assi-

curativa, è oggi chiamato più che in passato ad esercitare quegli interventi pre-

venzionali previsti anche da specifiche e recenti norme di legge, che pongono l’ac-

cento sull’azione di consulenza ed assistenza alle aziende, in un quadro di tutela

globale dei lavoratori.

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I SESSIONE: “IL NUOVO PROFILO ASSICURATIVO E LA GESTIONE DELLA SICUREZZA”

Bellomo D., Marino M.P. “Sport e infortuni: nuova tutela assicurativa per gli sportivi

professionisti” 11

Benedetti F., Matricardi P., Russo E. “L’importanza dei sistemi di gestione della sicurezza,

la linea guida BS 8800 e la norma OHSAS 18001: descrizione, applicazione, utilizzo” 33 d’Angelo R., Cutillo G., Pasello F. “L’approccio integrato qualità, ambiente e sicurezza:

una nuova strategia per fare profitto (il caso 3M ITALIA) 49

Polli F. “La gestione della sicurezza nelle grandi imprese: il modello DuPont” 63 Spinelli A.E., Mancini G., Montana M., Resconi C. “Considerazioni tecniche sulle modalità

di valutazione delle richieste di oscillazione del tasso medio di tariffa” 77 Spinelli A.E., Fioretti P., Panaro P., Terracina A., Zarrelli G., Vallerga R. “Un possibile

quadro evolutivo della classificazione dei cicli tecnologici” 85

II SESSIONE: “PREVENZIONE E RISCHIO ASSICURATO: PROPOSTE METODOLOGICHE”

Siciliano E., Mignacca F.R., Nori L., Visciotti G. “Monitoraggio sul grado di attuazione

del D.Lgs. 626/94 nella regione Abruzzo” 95

Benedetti F., Matricardi P. “Progetto incentivazione alle imprese in tema di prevenzione.

Aspetti tecnici dell’iniziativa” 127

Bertucci R., Gelato P., Pozzessere C. “Risultati di un monitoraggio sul rispetto delle

norme di prevenzione nelle aziende di autoriparazione in provincia di Bari” 139 Mastrovito M., d’Angelo R., Sinopoli S., Giommoni G., Ruspolini F. “Valutazione del rischio

otopatia ai fini assicurativi – Proposta metodologica” 147

Iotti A., Ortolani G. “ESAW: Europa e prevenzione infortuni” 153

Giommoni G., Papa G., Perpetuo G., Ruspolini F. “Valutazione, ai fini assicurativi, del rischio fisico da rumore per i lavoratori addetti al settore agricoltura” 159 Minore A., Prezioso A., Principe B., Tamigio G., Tripi L. “Le tecniche di saldatura: rischi

professionali e prevenzione” 175

Argenti L., Di Stefano S., Zanelli A., Rinaldi R. “Proposta di valutazione quantitativa del

rischio cancerogeno da esposizione professionale” 197

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III SESSIONE: “I RISCHI EMERGENTI”

Pol G., Piccioni A. “Sovraccarico degli arti superiori da lavoro ripetitivo: valutazione dell’esposizione ai rischi da movimenti e sforzi ripetuti in una ditta produttrice

di particolari in plastica per l’industria automobilistica” 229

Baldacconi A., Rossi A., Rosci G. “Il rapporto ergonomia/assicurazione nella

valutazione dei fattori di rischio ergonomico” 241

Baldacconi A., Barca S., De Santis P. “L’ergonomia nella movimentazione manuale

dei carichi: applicazione del metodo NIOSH nel Comparto Ceramico di Civita Castellana” 253 Nappi F., Piccioni R., Rughi D., Carluccio P. “La movimentazione manuale nell’attività

estrattiva: primi risultati analitici sui livelli di esposizione da sovraccarico biomeccanico sul rachide e sugli arti superiori nei lavoratori di alcune cave

di produzione di blocchetti di tufo” 283

Andretta D., Clerici P., Mattarelli M. “Posture incongrue, movimenti ripetuti e patologie

muscolo-scheletriche: proposte per il monitoraggio e la prevenzione del fenomeno” 301 Anzidei P., Giovinazzo R., Venanzetti F. “Esposizione lavorativa: effetti sulla

biologia riproduttiva” 315

Filosa L. “Campi elettromagnetici: il rompicapo scientifico” 317

D’Angelo R., Mura P., Malorni A. “Campi elettromagnetici a frequenze estremamente

basse (ELF): sono cancerogeni per l’uomo?” 339

Piccioni R., Rughi D. “Il rischio da stress climatico nel settore di produzione

delle ceramiche di Civita Castellana (VT)” 345

Antonelli B.M. “Esposizione professionale a radiazioni ionizzanti di origine naturale:

il rischio radon nel Lazio” 363

Caldara S., Nuccio S., Spataro C. “Flicker: comfort visivo e rischi professionali –

Misura e prevenzione” 373

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Barcellona G., Davì E., Di Chiara S., Di Noto G., Gargaro G., Kunkar C., Novembre G., Poidomani E., Terracina A. “I laboratori INAIL di sviluppo di lastre radiografiche in Sicilia:

valutazione del benessere termico e di alcuni agenti chimici” 403

Papa G., Carella A., Ruspolini F., Taglieri L., Barra M.I., De Blasi P., Fizzano M.R., Gargaro G., Giovinazzo R., La Pegna P. “Valutazione dell’inquinamento da solventi

nell’industria di manufatti in materiale composito: il caso delle vetroresine” 421 Desideri P., d’Angelo R., Novi C., Sinopoli S., Casale M. “Studio dell’applicazione

della spettrometria infrarossa a trasformata di Fourier (FTIR) a campioni

di amianto (crocidolite) depositati su membrane filtranti” 441

Casale M., Desideri P., Sinopoli S., d’Angelo R., Novi C. “Il dosaggio della silice libera cristallina (quarzo) attraverso la spettrofotometria FTIR: primi risultati relativi

a polvere calcaree contaminate con quarzo” 455

Guidi C., Gallanelli R. “Il Benzene: rischio generico e rischio professionale” 471 Arpaia G., Santucciu P. “Rischio chimico e biologico nell’industria conciaria lombarda” 479 Cottica D., Grignani E. “Requisiti generali per la misura degli inquinanti chimici

aerodispersi – norme ed indicazioni” 503

Salzano R., Taddeucci A., Tuccimei P. “La variazione del rischio associato all’inquinamento da Pb in aree urbane a seguito dell’introduzione delle benzine “verdi”:

il caso della zona di Villa Pamphili (Roma)” 513

Crescenza P. Attimonelli R. “Ipotesi di un possibile nesso etiologico tra neoplasie

vescicali ed esposizione ad isocianati” 521

Frusteri L., Iacovacci P., Novi C., Di Felice G., Pini C., Maroli M., d’Angelo R. “Allergeni di origine biologica in ambienti di lavoro indoor: aspetti metodologici

della valutazione del rischio” 529

Marconi A. “Il campionamento delle polveri ai fini della stima dell’esposizione:

nuovi criteri e nuovi strumenti” 539

Menicocci A. “Agricoltura: una più efficace valutazione del rischio rumore” 551

Barcellona G., Di Chiara S. “EdilRum: il rumore in edilizia” 571

Verdel U., Iotti A., Piccioni R. “Andamento dell’ipoacusia professionale nei diversi

settori tecnologici dell’industria italiana” 577

Cavariani F., De Blasi P., De Rossi M., Piccioni R., Rughi D. “Analisi del rischio da polveri

nel comprensorio ceramico di Civita Castellana (VT): un esempio di collaborazione tra enti” 587

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attività lavorative a rischio” 601 Massera S., Incocciati E. “Analisi di fibre minerali tramite MOCF. Proposta

di procedure per confronti interlaboratorio INAIL e presentazione di un’esperienza pilota” 619

V SESSIONE: “POSTER”

Carella A., Papa G. “Il rischio silicotigeno nella sabbiatura dei tessuti” 635 Russo E., Piccioni A. “Sicurezza e salute in agricoltura: attività di

informazione e formazione” 643

Buffa C., Correzzola C., Ferrante D., Piccioni A. “Obbligo assicurativo per silicosi (INAIL)

per le ditte del settore dell’estrazione e lavorazione del porfido in Trentino” 651 Sarto D. “Malattie allergiche della cute e dell’apparato respiratorio di origine

professionale in Toscana: dati INAIL” 663

Castellet y Ballarà G., Piccioni R., Severi S. “L’andamento infortunistico nell’attività

estrattiva a cielo aperto in Italia” 681

Benedetti F. “Il progetto “Virtual 3D”: strumento didattico in realtà virtuale in 3D

per la formazione e l’addestramento sulla prevenzione e la sicurezza” 693 Antoni D., Barbassa E., Caldara S., Fois G., Luzzi R., Mameli M. “Attività di vigilanza

congiunta per il Progetto Speciale Infortuni. Prime considerazioni

dell’esperienza sul territorio” 703

Antoni D. “L’evoluzione delle norme di Quality Management in relazione alla sicurezza

come aspetto preventivo” 713

Andretta D. “L’importanza di una corretta valutazione del rischio nelle decisioni

di bonifica di siti con amianto interrato” 719

Massacci G. “Formazione in materia di sicurezza e igiene del lavoro nei corsi di studi

universitari di ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle risorse” 731 Spinelli A.E., Fioretti P., Mancini G., Montana M., Panaro P., Resconi C., Terracina A.,

Zarrelli G., Vallerga R. “Le nuove tariffe dei premi per l’assicurazione contro

gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali” 743

Dacarro C., Grignani E., Grisoli P., Cottica D. “Applicazione di indici microbiologici

alla valutazione della qualità dell’aria in ambienti di lavoro non industriali” 759

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SPORT E INFORTUNI: NUOVA TUTELA ASSICURATIVA PER GLI SPORTIVI PROFESSIONISTI

D. Bellomo*, M. P. Marino**

* INAIL - Direzione Regionale Sicilia - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione

** INAIL - Direzione Regionale Sicilia - Ufficio Pianificazione Organizzazione e Controllo

RIASSUNTO

Con il D. Lgs. 23 febbraio 2000, n. 38, recante disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali a norma dell’art. 55 c. 1 L. 17 maggio 1999, n. 144, viene ampliata la tutela assicurativa anche a favore degli sportivi professionisti.

Nell’articolo, si esplora questo nuovo mondo assicurativo guardando alle varie categorie di professio- nisti sportivi e ai datori di lavoro, alle normative che regolano i rapporti tra società e atleti professio- nisti, ai rapporti con gli enti pubblici di previdenza nell’ambito sportivo, all’adeguamento tariffario INAIL, alle statistiche relative agli infortuni sportivi e ad alcune patologie ed eventi lesivi tipici.

Premessa

Con il D. Lgs. 23 febbraio 2000, n. 38, recante disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali a norma dell’art. 55 c. 1 L. 17 maggio 1999, n. 144, viene ampliata la tutela assicurativa a favore dei lavoratori dell’area dirigenziale, dei lavoratori parasubordinati e degli sportivi professionisti.

In particolare, riguardo a quest’ultima categoria, la normativa prevede l’obbligo assicurativo per gli ‘sportivi professionisti dipendenti dai datori di lavoro di cui all’art. 9 del testo unico’ anche nei casi in cui sussistano, per regolamenti contrattuali o per legge, vincoli di polizze privatistiche.

Di seguito, si osservano più da vicino le novità introdotte dalle nuova tutela assicurativa INAIL partendo dal mondo assicurativo preesistente nel campo dello sport e presentando alcune sta- tistiche sugli infortuni e sulle lesioni tipiche degli sportivi.

Per facilitare la lettura del testo, si è inserito in appendice un glossario con voci proprie della terminologia medica.

1. SSport ee aassicurazione iinfortuni

In Italia, esiste già da oltre sessant’anni un ente specializzato nella tutela del rischio di infor- tuni connessi all’attività sportiva.

Gli atleti e gli ausiliari (allenatori, massaggiatori, direttori sportivi, ecc.)1tesserati per ‘Attività giovanili’, per gli ‘Enti di Promozione’ e nelle singole Federazioni sportive, siano essi dilettan- ti, semiprofessionisti o professionisti, possono usufruire di una specifica copertura assicurativa e assistenziale gestita dalla Sportass, Cassa di Previdenza per l’Assicurazione degli Sportivi.

1 Gli ausiliari sportivi di cui al Titolo IV del Regolamento Sportass comprendono: Giudici, Ufficiali di gara, Commissari, Arbitri e Guardalinee, Direttori sportivi, Allenatori, Massaggiatori, Istruttori Federali, Cronometristi, ecc.

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Nata su iniziativa del CONI come Cassa Interna di Previdenza per fornire agli sportivi italiani prime forme di tutela contro i rischi derivanti dalla pratica degli sport (autorizzata con R.D.L.

12.5.38 n. 871), la Sportass è divenuta un Ente Pubblico non Economico (DPR 1° aprile 1978, n. 250) a struttura sostanzialmente mutualistica e senza scopo di lucro con la funzione di gesti- re forme obbligatorie di assistenza e previdenza nel settore sportivo.

La Sportass indennizza le lesioni fisiche che abbiano nell’infortunio la loro causa diretta, esclu- siva e provata, da cui derivi un’invalidità permanente o la morte (art. 2 Regolamento Sportass), lasciando escluse le lesioni cumulative dovute a microtraumi ripetuti, o atlopatie, nonché la copertura assicurativa per indennità di temporanea, soppressa nel 1991.

Tra i nuovi rischi assicurati, figurano, limitatamente a talune categorie di sportivi, gli infortuni causati da eventi non traumatici, come ad esempio lo scivolamento in piscina di un nuotatore o la folgorazione di un giocatore a causa della caduta di un fulmine.

Le prestazioni sono estese anche alle conseguenze di infortuni avvenuti durante gli allenamen- ti svolti per preparazione atletica o attività agonistica sotto il controllo dell’organizzazione sportiva d’appartenenza (art. 4 Regolamento). Le indennità per invalidità permanente vengo- no calcolate sulla base delle somme assicurate e delle percentuali espresse nella tabella di valu- tazione in vigore (Tab. 1), purché si raggiunga un danno superiore al 5%.

Tabella n. 1

Valutazione del grado d’invalidità permanente adottata da Sportass

Invalidità permanente2 Destra % Sinistra %

Perdita totale arto superiore 70 60

Perdita totale mano e avambraccio 60 50

Perdita totale arto inferiore al di

sopra ginocchio 60 60

Perdita totale arto inferiore al

di sotto ginocchio 50 50

Perdita piede 40 40

Perdita pollice 18 16

Perdita indice 14 12

Perdita mignolo 12 10

Perdita medio 8 6

Perdita anulare 8 6

Perdita alluce 5 5

Perdita ogni altro dito piede 3 3

Per la sordità completa orecchio 10 10

Per la sordità entrambi gli orecchi 40 40

Perdita totale facoltà visiva di un occhio 25 25

Perdita totale facoltà visiva di

entrambi gli occhi 100 100

Nelle ipotesi di altre invalidità permanenti non contemplate in tabella, l’indennità è stabilita tenendo conto della diminuzione di capacità generica del soggetto a svolgere un qualsiasi lavo- ro proficuo. Di rilievo è che in generale non viene preso come riferimento la diminuzione per- manente specifica all’esercizio dello sport.

2. LL’assicurazione IINAIL pper ggli ssportivi pprofessionisti

Il nuovo obbligo assicurativo INAIL nel campo dello sport interessa gli sportivi professionisti dipen- denti da persone, enti pubblici e privati previsti all’art. 9 del Testo Unico dell’assicurazione.

2 L’invalidità è dovuta sia a perdite anatomiche che funzionali di parti del corpo umano.

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I professionisti sono gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici che, a titolo oneroso e con carattere di continuità, esercitano attività ‘professionistica’ a favore di socie- tà sportive operanti nell’ambito delle discipline regolamentate dal CONI e che conseguono la qua- lificazione dalle federazioni sportive nazionali. Tale definizione è mutuata dalla legge 23 marzo 1981, n. 91 recante norme che regolano i rapporti tra società sportive e sportivi professionisti, ivi compresi la tutela sanitaria, l’assicurazione individuale contro i rischi (morte e infortuni) ed il trat- tamento pensionistico; nell’art. 3 viene sancito che la prestazione a titolo oneroso di un atleta costituisce oggetto di un rapporto di lavoro subordinato e all’uopo disciplinato dalla stessa legge.

Il rapporto di lavoro subordinato presuppone la stipula di un contratto scritto tra atleta e società sportiva, nel rispetto degli accordi triennali tra federazione sportiva nazionale e rappresentanti di categoria. Le società sportive che possono stipulare contratti con atleti devono avere la forma giu- ridica di società per azioni o di società a responsabilità limitata ed il loro atto costitutivo deve pre- vedere il reinvestimento degli utili nella società per il perseguimento esclusivo dell’attività sporti- va; devono, inoltre, essere affiliate ad una o più federazioni sportive nazionali riconosciute dal CONI e ivi depositare l’atto costitutivo (art. 10). La federazione d’appartenenza ha poteri di approvazio- ne e controllo sulla gestione societaria per delega e secondo gli indirizzi del CONI.

Il rapporto assicurativo tra INAIL e società sportive professionistiche presuppone, dunque, che sia presente il ‘settore d’attività professionistica’ all’interno della federazione sportiva d’affi- liazione. Come noto, l’attività agonistica può infatti essere suddivisa, per statuto o regolamen- to, in dilettantistica e professionistica (attività sportiva retribuita).

Gli sport che sinora prevedono la categoria atleti professionisti nelle rispettive federazioni sono il calcio, il ciclismo, il golf, la pallacanestro, il pugilato; a questi va aggiunto il motociclismo, praticato di fatto anche a livello professionistico sebbene i regolamenti della federazione moto- ciclistica non disciplinino il relativo settore d’attività.

In particolare, nel giuoco del calcio saranno assicurati atleti ed ‘ausiliari’ di serie A, B, C; nella pallacanestro sono interessate le serie A1 e A2 maschile (giocatori e allenatori); nel ciclismo le squadre che corrono in gare iscritte nel calendario professionistico, approvate dalla Lega del Ciclismo Professionistico (gare su strada e pista); nel motociclismo atleti praticanti varie spe- cialità tra cui la velocità ed il motocross ed infine nella boxe i pugili di I, II, III Serie nelle quin- dici categorie di pesi (da mosca a massimi). Nel complesso, si stima un numero di nuovi assicu- rati pari a circa 6.500 unità di cui oltre 4.000 da riferire alla federazione giuoco calcio.

Per il calcolo del premio assicurativo e per l’erogazione delle prestazioni (indennità di tempora- nea assoluta e rendita) si ipotizza di far riferimento ad una retribuzione convenzionale annua di importo pari a £ 39.709.000, corrispondente alla retribuzione massimale per la liquidazione delle rendite secondo l’art. 116, c. 3 del Testo Unico. La determinazione delle retribuzioni, quale base imponibile per i calcoli contributivi e risarcitivi, avverrà con emanazione di decreto ministeriale.

Il perfezionamento dell’assicurazione comporterà altresì l’istituzione di specifici riferimenti tariffari per la classificazione delle attività sportive. La nuova voce di lavorazione sarà la 0590, da inserire nella gestione Industria (Decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38) con il seguente nomenclatore: 0590 - Attività sportive professionistiche (atleti, allenatori, direttori tecnico-sportivi, preparatori atletici, etc.).

Istruttori, preparatori atletici, maestri ed altre figure che operano nel campo delle attività spor- tive non professionistiche trovano invece il relativo riferimento tariffario nella nuova voce 0611 (sottogruppo 0610 - Istruzione e ricerca scientifica) presente nelle gestioni Industria, Terziario ed Altre Attività con nomenclatura così espressa:

Classificazione Lavorazione Tasso

0611 (...) 9

(...) Istruttori sportivi

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Le attività sportive professionistiche non sono in concreto attività economiche industriali ma lavorazioni che anche l’ISTAT - cui gli enti previdenziali e assistenziali hanno allineato la codi- fica delle attività economiche - classifica tra quelle ricreative, culturali e sportive.

Tuttavia, nel sistema di classificazione delle aziende adottato dall’INPS, le società sportive aventi i requisiti della legge 91/81 risultano aggregate al settore Industria in base ad un D.M.

del 19 giugno 1952.

In deroga al principio generale sancito all’art. 49 comma 1 della legge 9 marzo 1989, n. 88 (Ristrutturazione dell’Istituto nazionale della previdenza sociale e dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), l’INPS ha, infatti, mantenuto l’inquadramento già in atto nel settore Industria derivante da un decreto di aggregazione a questo settore ema- nato dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale (è il citato D.M. 19 giugno 1952). E’ lo stesso art. 49 a prevedere al comma 3 la validità dell’inquadramento dei datori di lavoro in set- tori diversi da quelli in cui svolgono la loro attività in forza di precedenti leggi speciali o decre- ti ministeriali, cui si riconosce, evidentemente, la legittimità della classificazione disposta a suo tempo.

La codifica completa con il nuovo codice statistico contributivo (CSC) è in sintesi 1.23.20, come di seguito articolata:

Classificazione datori di lavoro INPS

Settore Classe Categoria

Industria Attività di spettacolo e sportive Società sportive

1 23 20

Il corrispondente indice delle attività economiche secondo la classificazione ATECO91 è 92.62.1

Onde uniformare l’inquadramento settoriale per datori di lavoro al sistema di classificazione INPS, in accordo con le previsioni della L. 38/00 art. 2, anche l’INAIL dovrebbe classificare gli sportivi professionisti nel settore Industria.

Sul versante delle prestazioni, la nuova assicurazione INAIL per gli sportivi fa riferimento a quanto già stabilito nell’art. 66 del Testo Unico per i lavoratori infortunati, erogando:

un’indennità giornaliera di inabilità di temporanea, una rendita per inabilità permanente, un assegno per l’assistenza personale continuativa, una rendita ai superstiti ed un assegno ‘una tantum’ in caso di morte, le cure mediche e chirurgiche, compresi gli accertamenti clinici, la for- nitura di apparecchi di protesi.

In tema di tutela sanitaria è bene sapere che le federazioni sportive adottano specifici regola- menti emanando norme che si basano su leggi dello Stato: tra esse, per quanto d’interesse, il Decreto Ministeriale 13.3.1995 recante Norme sulla tutela sanitaria degli sportivi professionisti e la citata Legge 91/81, che ha altresì previsto che ogni atleta sia accompagnato da una sche- da sanitaria (aggiornata semestralmente) per l’intera durata del suo rapporto di lavoro con la società sportiva.

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3. GGli iinfortuni ddello ssport ee lle mmisure ddi pprevenzione

Sino ad oggi la Sportass, con i suoi 7 milioni circa di assicurati, ha rivestito un ruolo di osser- vatorio privilegiato nel campo del fenomeno infortunistico dello sport italiano. I dati raccolti evidenziano un generale miglioramento delle condizioni di sicurezza nell’esercizio dello sport con un trend decrescente degli infortuni sportivi: confrontando, infatti, gli indici di frequenza e di gravosità degli infortuni denunciati nel decennio 1983-1992 (dati più aggiornati) con quel- li del decennio precedente emerge una diminuzione del numero di casi pari al 24,3%, una ridu- zione del 14,9% degli infortuni con invalidità permanente ed una diminuzione dei decessi pari al 46,2%.

I fattori che possono contribuire a provocare eventi lesivi vengono suddivisi da alcuni autori in due categorie: quelli legati agli atti degli atleti e quelli legati alle sue condizioni di forma.

insiti nella pratica dello sport Atti ddell’atleta agonismo nel rispetto delle norme

inosservanza dei regolamenti volontaria involontaria

insufficiente capacità tecnica Condizioni ddell’atleta

insufficiente condizione atletica stato fisico preesistente errata preparazione atletica stanchezza

assunzione di farmaci

Nell’accadimento degli infortuni sportivi ha, quindi, una notevole rilevanza il fattore umano, sia per gli aspetti riguardanti i comportamenti sia per le condizioni psicofisiche e di preparazione degli atleti. Alla base di infortuni e lesioni da sport c’è spesso l’esecuzione non corretta di un movimento o l’assunzione errata di una posizione, derivanti da difetti d’impostazione tecnica e talvolta da spinte agonistiche eccessive; particolarmente in taluni sport, per i quali specifiche strutture anatomiche (ginocchio, etc.) degli atleti sono fortemente sollecitate e sovraccaricate, si assiste ad un potenziamento eccessivo di parti muscolari che non riesce ad essere opportu- namente supportato ed equilibrato dalle articolazioni e dai legamenti connessi. Questo ecces- so è spesso alla base di traumi in occasione di movimenti improvvisi di torsione o di distensio- ne della gamba durante allenamenti o competizioni.

Conoscere i meccanismi con cui possono insorgere gli eventi lesivi, sia in forma acuta che acqui- siti lentamente nel tempo, è alla base della prevenzione dei traumi sportivi, molti dei quali, si ribadisce, trovano l’origine patogenetica in un errore tecnico.

Le norme di prevenzione e sicurezza si differenziano in funzione delle misure di protezione e dei fattori di rischio cui si rivolgono. Possono essere passive, tecniche e attive.

Sono passive quando vengono applicate al perfezionamento dell’equipaggiamento sportivo ed alle misure di protezione personale (indumenti protettivi, dispositivi paracolpi, caschi, occhia- li, etc.) nonché alla sicurezza di strutture e percorsi sportivi (condizioni del terreno di giuo- co/piste/pedane, air fence e barriere protettive, imbottiture di terreni, curvatura dei percorsi, illuminazione, clima, percorsi obbligati per il pubblico, transenne, vie di fuga, etc..).

(17)

Sono tecniche se mirate al perfezionamento degli attrezzi, alla modifica dei regolamenti, alla normazione in materia di controlli medici, al miglioramento della preparazione tecnica degli atleti.

Sono, infine, attive quelle norme di prevenzione che si attuano attraverso una corretta prepa- razione atletica, la cura delle condizioni di forma psicofisica, un adeguato controllo medico sportivo e l’educazione sportiva (conoscenza, rispetto e applicazione delle indicazioni tecniche di allenatori e medici sportivi e dei regolamenti tecnici in gara; formazione di una coscienza sui rischi per la salute), quest’ultima importantissima non soltanto in fase d’allenamento o di svol- gimento di una competizione ma anche in fase di accadimento di un evento lesivo, quando lo sportivo, impaziente di riacquistare la sua normale forma fisica e di tornare pienamente all’at- tività sportiva, tende a sottovalutare il danno subito e le possibili conseguenze.

Nella prevenzione delle lesioni da sport hanno dunque un ruolo primario tecnici e dirigenti dello sport, medici, arbitri, chi stende i regolamenti sportivi e chi li promuove e soprattutto gli atle- ti.

Particolare attenzione è da qualche anno rivolta ai rischi per la salute degli atleti derivanti dal- l’assunzione di sostanze proibite e dall’uso di metodologie illecite (ad esempio emotrasfusione) per migliorare la performance sportiva: in tale direzione il CONI, in collaborazione con federa- zioni sportive nazionali, promuove campagne per la protezione della salute degli atleti che si vanno ad affiancare ai programmi e regolamenti antidoping adottati da singole federazioni e che mirano a scoraggiare il ricorso a pratiche nocive (ad esempio, progetto CONI-FSN-FIP ‘Io non rischio la salute’).

4. LLesioni dda ssport ee sstatistiche ssugli iinfortuni

Nello sport si manifestano forme morbose specifiche per disciplina, tanto da parlare di lesioni tipiche o atlopatie nella cui patogenesi influiscono diversi fattori (costituzionali, errori di tec- nica, sovraccarico funzionale, etc.). In generale, le lesioni da sport sono suddivise in due cate- gorie: le lesioni da traumi esterni, causate da impatti (cadute, colpi, contrasti, calci) e le lesio- ni da sovraccarico dovute alla regolare ripetizione di movimenti limitati, che si localizzano pro- prio nelle regioni del corpo direttamente interessate. Ciascuno sport, quindi, è accompagnato da un suo quadro traumatologico caratteristico legato sia a traumi esterni che a lesioni da sovraccarico.

Tra le lesioni tipiche sono da ricordare le cervicalgie degli schermidori, la così detta spalla del lanciatore, tipica anche nei praticanti di ginnastica, pallamano, tennis, nuoto, sollevamento pesi; il ‘gomito del tennista’, che colpisce anche schermidori, golfisti, hockeisti ed altri; l’o- steoartropatia della sinfisi pubica nei calciatori; la pubalgia degli schermidori, frequente anche nei corridori di lunghe distanze, nei praticanti l’equitazione e nei calciatori -in questi provoca- ta dall’atto di calciare il pallone; il ginocchio del saltatore, che interessa anche i praticanti disci- pline come il basket, la pallamano ed il sollevamento pesi; le artralgie calcaneari (talloniti) tipi- che in giocatori di rugby, saltatori, giocatori di pallamano e pallacanestro; le artralgie del 1°

metacarpale e del polso nei giocatori di golf; le artralgie vertebrali dovute ad atteggiamenti scorretti del tronco nei nuotatori, etc..

Guardando alle statistiche d’infortuni nel decennio ‘83-’92 (258.339 infortuni), si può affer- mare che ginocchio, caviglia e testa costituiscono le sedi a maggiore concentrazione di traumi (50%) e che fratture e distorsioni sono le lesioni più tipiche (71%).

In particolare, gli arti inferiori sono il principale bersaglio con oltre il 50% di infortuni (ginocchio 23,9%, caviglia 15,7%, piede 4,0%, coscia 3,1%, anca 0,1%) mentre gli arti supe- riori sono interessati per il 30% circa con un maggior coinvolgimento di spalla, braccio, mano (Tabb. 2a, b).

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Tabella n. 2 a

Distribuzione percentuale degli infortuni per sede della lesione (elaborazione dati Sportass)

Distribuzione % infortuni per sede della lesione

Sede %

ginocchio 23,87

caviglia 15,72

testa 11,25

spalla 8,54

braccio 7,86

gamba 6,89

mano 6,72

polso 4,78

piede 4,02

coscia 3,06

gomito 2,19

sedi multiple 1,66

torace 1,65

bacino 1,11

addome 0,56

anca 0,12

Totale 100

Tabella n. 2 b

Distribuzione percentuale degli infortuni per tipo di lesione (elaborazione dati Sportass)

Distribuzione % infortuni per tipo di lesione

Lesione %

frattura 48,4

distorsione 22,69

lesione muscolo-tendinea 9,16

contusione 8,03

lussazione 5,36

ferita 3,82

altro 2,54

Totale 100

Gli sport a maggiore frequenza di infortunio sono il motociclismo, con 945 casi annui su 10.000 assicurati (dati per Federazione Sportass ‘83-’92), il pugilato con 179 casi, il ciclismo con 167 casi, il calcio con 131; tra gli sport a minor frequenza d’infortunio, il golf, il tiro a volo, il tiro a segno e lo sci nautico, con non più di 3 casi annui.

Una curiosità: il motociclismo è la sola disciplina per cui si assiste ad una forte crescita dell’in- dice di frequenza infortunistica dagli anni sessanta agli anni novanta. Si è passati infatti dai 478 casi del decennio ‘60-’72 ai 975 casi del decennio ‘83-’92. Gli appassionati conoscitori di tale sport spiegano tale fenomeno evidenziando come, negli anni, la crescita del livello di sicu- rezza delle piste e la protezione individuale offerta da tute imbottite e caschi integrali, se da un lato hanno contribuito a ridurre fortemente la gravità degli eventi lesivi (e dei casi morta- li), dall’altro hanno permesso ai motociclisti di spingere maggiormente sull’acceleratore delle moto, determinando anche un aumento del numero di infortuni (per cadute).

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A più elevato indice di gravità (infortuni con esiti permanenti) sono il motociclismo, la moto- nautica, il pentathlon moderno, il rugby, il pugilato, gli sport equestri, il ciclismo, mentre resta in coda il golf.

Per molti sport, l’indice di gravità risulta più alto in allenamento piuttosto che in gara, ciò, verosimilmente, a causa del maggiore numero di ore dedicate alla preparazione atletica, dove, tuttavia, manca la componente emotiva della competizione che spesso, se spinta all’eccesso, può favorire il verificarsi di infortuni anche di severa entità.

Le cause principali di infortunio sono il contrasto tra atleti (33%) e la caduta (31%) mentre il momento di accadimento interessa la gara per il 66% circa e l’allenamento per il 31% (Tab. 3).

Tabella n. 3

Distribuzione percentuale degli infortuni per causale e per momento d’accadimento (dati Sportass)

Causale In gara In allenamento Non agonistico In itinere Totale

Contrasto tra atleti 25,29 7,53 0,18 33

Caduta 18,6 10,33 1,74 0,02 30,69

Colpo di attrezzo 8,97 2,59 0,09 11,65

Scontro con ostacolo 0,91 0,65 0,07 0,12 1,75

Sforzi, torsioni, scatti 7,43 6,45 0,22 14,1

Altre 4,68 3,63 0,43 0,07 8,81

Totale 65,88 31,18 2,73 0,21 100

Le fasce d’età a maggior frequenza d’eventi lesivi sono quelle 21-25, 16-20 e 26-30 dove si osservano rispettivamente valori pari a 143,6 sinistri per 10.000 (dati Sportass), 102,8 e 97,1.

Di seguito si analizzano più nel dettaglio i dati infortunistici per disciplina sportiva, prendendo in esame gli sport d’interesse ai fini dell’assicurazione obbligatoria INAIL, ossia calcio, ciclismo, pallacanestro, motociclismo, boxe, golf.

Nella tabella sottostante si riporta un quadro d’insieme su alcuni dati infortunistici riguardan- ti tali sport, relativi all’anno 1992 (tab. 4)

Tabella n. 4

Distribuzione per pratica sportiva della frequenza di infortuni per 10.000 (elaborazione dati Sportass 1992) Frequenza degli Infortuni (x10.000)

Sport N. di Atleti e ausiliari

Complesso Postumi Decessi

(assicurati Sportass)

permanenti

Calcio 1.075.944 90,51 12,01

Pallacanestro 170.860 50,98 5,5

Ciclismo 74.113 113,88 16,06 1,62

Golf 42.631 2,11 0,24

Motociclismo 18.191 807,54 28,59 1,1

Boxe 5.964 95,57 1,68

Calcio

Il gioco del calcio, rientrando nella classifica degli sport più spettacolari, imprevedibili e ad alto interesse economico, è la disciplina più seguita e che coinvolge quindi milioni di soggetti tra

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atleti (1.075.944 assicurati Sportass nel 1992) allenatori, medici e tifosi. Notevole l’interesse e la partecipazione, notevole anche il numero degli infortuni che si manifestano sia durante la gara che in allenamento, anche se gli stessi sono diminuiti nell’arco del decennio ‘83-’92 osser- vato dalla Sportass (si passa da 111,2‰ a 90,51‰).

Sia in gara che in allenamento il maggior numero di incidenti è causato dal contrasto, ovve- ro dallo scontro tra calciatori (527,66‰ complessivi), seguito dalla torsione dovuta a movi- menti irregolari ed in ultimo dalla testata e dallo stato del terreno. Dribblando, per usare un termine calcistico, dalla causa alla sede della lesione è a tutti notorio che la parte ana- tomica più colpita da infortuni in questa pratica sportiva è il ginocchio, accompagnato dalla caviglia, dalla gamba, dalla spalla ed infine dal braccio. Accelerazioni , decelerazio- ni, scatti improvvisi, cambi di direzione, calci al pallone, calci a vuoto sottopongono il ginocchio del calciatore ad un continuo ed estenuante lavoro. Nel ginocchio del calciatore si individuano due grandi tipologie patologiche: quella traumatica e quella “over use”.

Nella prima, sono colpiti i legamenti crociati anteriori ed i menischi. Poiché l’atleta e la socie- tà sportiva a seguito di infortunio hanno come unico scopo un rapido e totale recupero delle attività, anche la chirurgia ha fatto propri questi interessi e quindi, a seguito del miglioramen- to delle conoscenze cliniche e dell’uso della diagnostica per immagine, si arriva in tempi veloci dapprima ad una diagnosi certa e poi ad interventi tempestivi e sicuri che seguiti da rieduca- zione motoria post-operatoria reinseriscono il calciatore con ottime capacità atletiche nell’atti- vità agonistica in tempi molto brevi.

Nella patologia “over-use” o da sovraccarico articolare, i problemi invece sono più seri e più dif- ficili da affrontare in quanto la cartilagine comincia a perdere le sue caratteristiche biochimi- che e riducendosi lo spessore è più facilmente colpita da erosioni che mettono a nudo l’osso subcondrale. Ciò porta ad un dolore cronico e ad una deviazione assiale del ginocchio che tende così al varismo. Questa patologia è generalmente accompagnata dall’usura dei menischi che diventano anch’essi sede di lesione perdendo progressivamente la loro funzione di “ammortiz- zatori” del ginocchio. Tutto ciò comporta un’interruzione molto spesso prematura dell’attività del calciatore che vede così sfumare precocemente i propri sogni di una carriera gloriosa.

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Ciclismo

Alcuni lo fanno rientrare fra gli sport meno pericolosi, ma le statistiche pubblicate da Sportass lo annoverano al contrario fra gli sport in cui si manifesta il maggior numero di infortuni (113,88‰ con 74.113 assicurati nel 1992) preceduto, se si considerano solo gli sport di inte- resse del presente studio, soltanto dal motociclismo. E’ la disciplina in cui, addirittura, una fre- quenza pari a 1,62‰ infortuni nel 1992 sfocia in decessi, incidenza superiore rispetto a quan- to possa verificarsi nelle altre pratiche sportive, motociclismo compreso (1,1‰). La caduta (589,21‰) insieme allo scontro sono le cause tipiche che provocano le lesioni in questo sport.

Caratteristica è la distinzione fra sedi di lesione isolate e sedi multiple. La frattura è la patolo- gia che si presenta con maggior frequenza interessando in particolare le seguenti sedi: spalla (188,88‰ su un totale di 250,27‰ lesioni a suo carico), braccio e polso. Seguono le ferite in sedi multiple e la contusione del cranio. Il ciclista, a seguito della sua lunga attività sportiva, sottopone ad usura alcune regioni particolari, quali ginocchio, polso, collo del piede, colonna vertebrale. A carico di queste parti del corpo, si verificano artrosi con osteofitosi marginali, tenovaginiti del tibiale anteriore e del tendine di Achille e la così detta “cifosi del ciclista” cau- sata da lassità dei legamenti intervertebrali conseguente alla postura assunta dallo sportivo durante l’attività.

(Fonte: Sportass)

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Pallacanestro

Con 170.860 assicurati Sportass nel 1992, la pallacanestro è il secondo sport - tra quelli per cui è previsto l’obbligo assicurativo INAIL - che conta un gran numero di praticanti. Basso comun- que l’indice di frequenza infortunistica, pari a 50,98 casi per mille nel 1992.

Le principali causali di lesioni sono legate alle cadute dopo un salto. Anche la torsione ed il con-

(Fonte: Sportass)

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trasto, seguiti dal colpo, rientrano fra le principali cause che determinano incidenti mentre molto raramente si registrano lesioni da cause meccaniche e da scontro.

Durante lo svolgimento della partita, nel tentativo di fare canestro o passare la palla, il ginoc- chio e la caviglia subiscono frequenti sollecitazioni infortunogene con conseguenti distorsioni, fratture e lesioni muscolo-tendinee; l’azione cumulata nel tempo di tali sollecitazioni può altre- sì determinare alla lunga valgismo del ginocchio ed extrarotazione della gamba. Di un certo rilievo sono anche le fratture a carico del braccio, della mano e del naso.

(Fonte: Sportass)

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Motociclismo

Le prime corse documentate pare risalgano alla fine dell’800 a Parigi mentre l’inizio delle vere grandi corse si ha nel secolo successivo con le maratone stradali. L’attuale motociclismo spor- tivo prevede numerose specialità che richiedono e sviluppano differenti capacità psicofisiche dei piloti: le più note sono la velocità ed il motocross ma a queste si aggiungono l’enduro, il trial, lo speedway, le gimkane, le minimoto, gli scooter.

Sport senza dubbio pericoloso che appassiona parecchi soggetti ma che in un certo senso può considerarsi un po’ selettivo tanto è vero che il numero degli atleti assicurati è nettamente infe- riore rispetto ai tesserati di altre federazioni sportive. Sport che richiede tenacia, forti dosi di coraggio e di controllo di sé.

Elevata infatti è la frequenza di infortuni pari a 807,54‰ (1992) con presenza di decessi (1,1‰). La caduta dalla moto ad elevata velocità e in curva con una frequenza di 726,21 casi per mille, insieme a contrasto, scontro e uscita di pista, costituiscono le causali tipiche degli infortuni del motociclismo. In allenamento, in particolare, la caduta può considerarsi la causa- le quasi esclusiva di lesioni. La protezione offerta dal casco integrale fa sì che il cranio non sia una sede interessata da lesioni varie che, invece, colpiscono principalmente la spalla in termi- ni di fratture (115,68‰) e lussazioni, il ginocchio soprattutto con distorsioni, per passare, infi- ne, alla gamba ed alla mano interessate maggiormente da fratture.

(Fonte: Sportass)

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Boxe

Sport antichissimo, praticato pare già nel 3000-2500 a.C., che ha visto introdotto l’uso dei guantoni soltanto a fine ottocento e che ancora oggi in Italia è interdetto alle donne.

Nell’immaginario comune questa pratica sportiva è vista come attività pericolosa e rudi- mentale. Desiderio di abrogazione da parte di alcuni, assurta ad arte nobile da altri e soprat- tutto dagli stessi soggetti che la praticano in quanto spinge all’esercizio della disciplina, all’agonismo, al rispetto dell’avversario. Osservando comunque le statistiche Sportass, il pugilato appare meno pericoloso di tanti altri sport, generalmente accettati e raccomanda- ti, e si può addirittura affermare che, nell’arco del decennio ‘83-’92, soltanto nel 1990 si sono verificati decessi con un’incidenza pari a 1,88‰ (registrato 1 decesso). Gli infortuni con postumi permanenti sono meno frequenti rispetto a quanto si verifica nello sport del motociclismo.

Quindi, il pugno, le ferite sanguinanti, il pugilatore che cade, l’attesa dello scadere di quei fati- dici secondi che vedono il pugile alzarsi intontito o restare disteso sul ring, sono più che altro sensazioni emozionali accompagnate talvolta da valutazioni personali, non supportate tuttavia da dati statistici che inducono ad aborrire questo modo di giocare e di essere presenti sul ‘qua- drato’.

Il contrasto insieme al colpo sono le cause del maggior numero di incidenti che si mani- festano durante la pratica di questa disciplina. In ordine di frequenza, le lesioni trauma- tiche del pugile riguardano la frattura della mano (303,303‰ su un totale di lesioni a suo carico pari a 415,6‰) e del naso (114,72‰ su 140,71‰) legati a colpo inferto o ricevu- to durante gli incontri; si verifica infatti che l’infortunio è più frequente “portando il pugno” che ricevendolo. Le lesioni muscolo tendinee insieme alla lussazione (tranne nella spalla che rappresenta la maggior frequenza di patologia) si verificano piuttosto rara-

(Fonte: Sportass)

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mente. Un “pugno portato” a dito aperto (cioè in semiestensione) può generare fratture che interessano, in ordine di frequenza, il secondo e quindi il 1° ed il 3° metacarpo. Altra sede tipica di incidenti è costituita dalle pareti facciali (67,1‰) con frattura di ossa nasa- li, mandibole e denti, soprattutto gli incisivi. Per il naso, il trauma agisce in genere dal basso verso l’alto. Particolare importanza assumono anche le lesioni delle parti molli che determinano talvolta la sospensione degli incontri. Tra esse le lesioni al fegato, che non sono però mai gravi.

C’è da affermare comunque che oggi gli incidenti e la gravità degli stessi sono diminuiti perché è aumentata la cultura della prevenzione con l’adozione di dispositivi di protezione efficaci quali paradenti e guantoni a più estesa superficie, pavimentazioni imbottite ed imbottitura dei pali agli angoli del ring.

Ciò comunque non è sufficiente a far accettare tale disciplina a coloro i quali sono restii, lasciando sempre aperta la vecchia diatriba tra proibizionisti ed amatori.

Lesioni croniche molto frequenti sono rappresentate da artrosi fra trapezio e 1° metacarpo, da osteocondrosi dissecante del polso e del gomito, da cranioencefalopatia. L’insorgenza di microemorragie -dovute a traumi ripetuti del capo- nel tempo può dare luogo alla così detta

‘ubriacatura da pugni’. Essa è caratterizzata da un graduale deterioramento della personalità, con il manifestarsi di atteggiamenti di euforia immotivata, amnesia, aggressività che possono condurre sino alla demenza. Una regolamentazione più severa con incontri più brevi potrebbe essere una soluzione per ridurre l’incidenza di questa sindrome. La tomografia computerizzata e l’EEG (elettroencefalogramma) sono le indagini effettuate per valutare la presenza e l’entità del danno cerebrale.

Nei boxeur che fanno lunga attività sportiva si manifesta inoltre anche la rizartrosi o artrosi carpo - metacarpale del pollice, conseguenza di microtraumi ripetuti.

(Fonte: Sportass)

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Golf

Sport praticato da diversi rampolli delle varie dinastie europee e non, che può esser definito nobi- le ed elegante sia per l’assenza di qualsiasi forma di gesto violento, sia per i luoghi a diretto con- tatto con la natura. Nel decennio ‘83-’92 osservato dalla Cassa di previdenza degli sportivi, il golf ha fatto registrare un notevole incremento nel numero di assicurati (42.631 nel 1992).

La caduta, sia in allenamento che in gara, rappresenta la causa del maggior numero di infortu- ni manifestatisi in tale disciplina sportiva (625 infortuni su 1.000). Il colpo è la seconda fra le causali espressamente dichiarate, seguita da ‘altre cause’. Per la posizione assunta durante la prestazione sportiva, la gamba è la sede sottoposta a maggiori sollecitazioni infortunogene (250 infortuni su 1.000); seguono in ex-aequo il braccio, il piede e la caviglia con 125 infortu- ni su 1000.

Tale disciplina non fa registrare nessun decesso durante la sua pratica e mostra una bassa inci- denza di infortuni con postumi permanenti.

Il ‘gomito del giocatore di golf’ o epicondilite mediale -patologia analoga a quella più nota che interessa il gomito del tennista- è l’atlopatia per antonomasia che si manifesta in questa cate- goria di sportivi. Essa colpisce l’origine del muscolo flessore comune delle dita a livello della faccia mediale del gomito; la scorretta presa dell’attrezzo sportivo è la principale causa di que- sta patologia accompagnata da dolore dovuto ad uno stiramento da sovraccarico causato da movimenti ripetuti o da uno scatto improvviso. Questa sindrome, in genere, risponde favore- volmente alle terapie adeguate e con molta più efficacia di quanto non accada per il ‘gomito del tennista’.

(Fonte: Sportass)

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Considerazioni ffinali ee cconclusioni

Sin qui le statistiche sugli infortuni fornite dalla Sportass. Tali dati, è bene ribadirlo, non si rife- riscono esclusivamente al mondo professionistico ma riguardano in maggioranza i praticanti gli sport a vario livello, tesserati nelle federazioni sportive. E d’altronde, osservando soltanto la

(Fonte: Sportass)

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frequenza degli infortuni registrata ad esempio per il calcio e per il motociclismo ci si rende conto che i dati non sono adeguati a quella che è la realtà professionistica. Nel calcio profes- sionistico (serie maggiori), infatti, è noto come la frequenza d’accadimento d’infortunio sia ben più elevata rispetto al 9‰ rilevato nel 1992 dalla Sportass, e che di fatto essa si attesti alme- no su un ordine di grandezza superiore. Analoga situazione per il motociclismo, con un dato Sportass che appare sotto dimensionato se riferito ai praticanti professionisti tra i quali la fre- quenza di infortunio sfiora anche il 20-30%. Ragionando però in chiave assicurativa, quest’ul- timo indice infortunistico diventerebbe al contrario sovradimensionato se nella categoria ‘spor- tivi professionisti’ venissero anche inclusi tutti i soggetti del team motociclistico dove, oltre a istruttori, massaggiatori, medici, psicologi vi è una notevole componente di tecnici meccanici.

Il pilota ed il suo team formano una squadra di lavoro che opera per ottenere un unico prodot- to ma l’indice infortunistico è certamente ben superiore per il pilota che per la squadra di ausi- liari. Allora, se il team rientrasse per intero nella categoria ‘sportivi professionisti’ che l’INAIL prevede di inserire in tariffa alla voce 0590, l’indice infortunistico atteso si attesterebbe dun- que almeno su di un ordine di grandezza inferiore di 10 rispetto a quello osservato per i piloti professionisti. Stesso discorso varrebbe per il calcio o la pallacanestro con i loro staff tecnici.

Al momento, però, non c’è una normativa INAIL che abbia fatto chiarezza su questo aspetto del- l’assicurazione.

Restando nel motociclismo e guardando agli eventi da tutelare, va osservato che già da qualche anno si assiste ad un fenomeno che potrebbe falsare il numero di infortuni manifestati in ter- mini di ‘eventi denunciati’ e minimizzare le prestazioni da erogare da un punto di vista assicu- rativo: il pilota che in allenamento o in gara si frattura una mano o una clavicola riprende in tempi brevissimi e talvolta senza sospensione la sua attività grazie a bendaggi e cure chirurgi- che speciali e grazie alla somministrazione di specifici antidolorifici che gli permettono, addi- rittura, di disputare una gara all’indomani o pochi giorni dopo l’incidente. Questo, in termini assicurativi si potrebbe tradurre in una mancata corresponsione dell’indennità di temporanea all’infortunato o in una riduzione drastica dei suoi tempi medi; tuttavia, se così avverrà a breve termine, ci si deve però chiedere se alla lunga è da attendersi l’instaurarsi sugli arti o sulla spal- la - più volte fratturati o curati in forma aggressiva per un rapido recupero- di lesioni perma- nenti, che ne riducono la funzionalità comportando invalidità permanenti.

E, tornando al giuoco del calcio, si è provato a fare alcuni semplici conteggi per capire (o solo ipotizzare) quanto potrà costare all’INAIL assicurare gli sportivi professionisti in termini d’in- dennizzo a fronte dei premi versati dalle società sportive.

Nel calcolo sottostante ci si è serviti di dati infortunistici relativi a due grandi football club, Inter e Juventus, ricostruiti attraverso la memoria di loro tifosi. Per il calcolo delle presta- zioni sono state prese in considerazione esclusivamente gli oneri relativi alle indennità per inabilità di temporanea, escludendo quelli riferiti alle rendite per inabilità permanenti poiché al momento di difficile quantificazione e poiché si ritiene che oggi possano incidere essen- zialmente gli infortuni senza postumi invalidanti. Nell’esemplificazione, inoltre, non si tiene conto di altri oneri aggiuntivi come quelli indiretti relativi alle malattie professionali di altre lavorazioni non attribuibili, quelli per le rivalutazioni rendite, per spese generali etc., che pure vanno a far parte dei conteggi come previsto all’art. 9 delle modalità per l’applicazione delle tariffe e per il pagamento dei premi assicurativi. Il calcolo che di seguito si propone tende quindi esclusivamente a fare un semplice bilancio di base tra entrate per premi e usci- te per indennità di temporanea.

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Tabella n. 5

Infortuni avvenuti a giocatori dell’Inter e della Juventus

Infortuni aavvenuti nnella sstagione 11999-00

Rosa della Numero d’infortuni < o Numero d’infortuni Durata media

squadra * = 90 gg. > 90gg.

Inter 36 8 49,5

6 185

Juventus 33 4 67,5

3 140

totale 12 9

* staff tecnico compreso

Gli infortuni tabellati hanno una durata non inferiore alle due settimane e sono quelli più rile- vanti della scorsa stagione calcistica.

Calcolo premio:

Premio annuo = numero di assicurati x retribuzione convenzionale annua x tasso assumendo i seguenti dati:

• numero di assicurati per l’Inter: 36 (rosa giocatori + 9 ausiliari)

• numero di assicurati per la Juventus: 33 (rosa giocatori + ausiliari)

• retribuzione convenzionale annua: £ 39.709.000 (retribuzione ipotizzata pari al massimale di liquidazione delle rendite, di cui all’art. 116 del testo unico)

• tasso: 18‰ (tasso ipotizzato tenendo conto del tasso di tariffa per gli istruttori sportivi secondo voce 0611, aumentato del 100%)

si ha:

Premio annuo Inter = 36 x £ 39.709.000 x 18/1000 = £ 25.731.432 Premio annuo Juventus = 33 x £ 39.709.000 x 18/1000 = £ 23.587.146

Calcolo prestazioni:

Costo giornaliero dell’Indennità di temporanea (infortunio di durata non superiore a 90 gg) = retribuzione giornaliera X 60%

Costo giornaliero dell’Indennità di temporanea (infortunio di durata superiore a 90 gg) = retri- buzione giornaliera X 75%

assumendo i seguenti dati:

• retribuzione giornaliera: retribuzione convenzionale annua / 300 gg.

• retribuzione convenzionale annua: £ 39.709.000 (ipotizzata pari al massimale di liquidazio- ne delle rendite, di cui all’art. 116 del testo unico)

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si ha:

Costo giornaliero dell’Indennità di temporanea (infortuni di durata non superiore a novan- ta gg.) =

= £ 39.709.000 : 300 X 0,6 = £ 79.418

Costo giornaliero dell’Indennità di temporanea (infortuni di durata superiore a novanta gg) =

£ 39.709.000 : 300 X 0,75 = £ 99.272

Prendendo come base di calcolo il numero di infortuni avvenuti nella stagione calcistica 1999- 00 di cui in tabella 5, il costo complessivo della temporanea da erogare ai giocatori ammonte- rebbe rispettivamente a:

Inter club:

Costo indennità di temporanea per infortuni con durata non sup. a 90 gg. = £ 79.418 X 936 gg. =

= £ 74.335.248

Costo indennità di temporanea per infortuni con durata sup. a 90 gg.= £ 99.272 X 570 gg. =

£ 56.585.040

Costo totale Indennità temporanea =£ 130.920.288 Juventus club:

Costo indennità di temporanea per infortuni con durata non sup. a 90 gg. = £ 79.418 X 540 gg. =

= £ 42.885.720

Costo indennità di temporanea per infortuni con durata sup. a 90 gg.= £ 99.272 X 150 gg. =

£14.890.800

Costo totale Indennità temporanea = £ 57.776.520

In totale, quindi, per i due Club, l’Istituto risarcirebbe un’indennità di temporanea pari a £ 188.696.808, a fronte dei premi versati per un anno di £ 49.318.578. La sperequazione è chia- ramente evidente e lo diventa ancor di più se si considera che i nuovi sportivi assicurati sono in maggioranza tesserati della federazione giuoco calcio (4.200 circa) e che anche altri sport interessati dall’assicurazione obbligatoria Inail hanno un indice infortunistico di rilievo (cicli- smo, motociclismo); ed inoltre che tra gli oneri non sono stati considerati indennizzi per inabi- lità permanenti e che gli infortuni presi in esame sono soltanto quelli più rilevanti.

In definitiva, quanto sopra vuole evidenziare alcuni aspetti:

il primo: gli indici di frequenza di infortunio visti per gli sport di interesse e riguardanti atleti di vario livello non sembrano adattarsi a quella che è la realtà infortunistica del settore profes- sionistico;

il secondo: per l’applicazione di un adeguato tasso di premio vanno meglio definiti tutti i sog- getti che rientrano nella categoria ‘sportivi professionisti’ e vanno acquisite -già in fase di prima definizione del tasso di tariffa- informazioni di maggior dettaglio sull’andamento infortunisti- co reale nei sei sport; certamente è da ipotizzare l’applicazione di un tasso di entità ben più ele- vata di quella già prevista per gli istruttori sportivi delle attività non professionistiche (voce 0611 delle nuove Tariffe);

il terzo: all’INAIL il compito nei prossimi anni di mostrare i primi dati infortunistici nel campo

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dello sport professionistico, non soltanto in termini di numero, frequenza e tipologia d’eventi ma anche di casistica di lesioni tipiche (atlopatie) e di quelle aspecifiche. Le sollecitazioni mec- caniche ripetute, il sovraccarico funzionale e gli infortuni accumulati in specifiche sedi del corpo, potranno essere origine di danni fisici o funzionali valutabili da un punto di vista medi- co e indennizzabili da parte dell’INAIL.

Un’ultima considerazione: oggi, gli ‘sportivi professionisti’ emergono come categoria di lavora- tori potenzialmente pluriassicurati per i rischi sul lavoro: assicurazione Sportass, assicurazione ai sensi dell’art. 8 della L. 91/81 (morte e infortuni), polizze e convenzioni multirischi stipulate dalla federazione sportiva a favore dei tesserati, assicurazioni personali private contro i danni e la nuova assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali INAIL.

BIBLIOGRAFIA

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“Ristrutturazione dell’Istituto nazionale della previdenza sociale e dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro” - Classificazione dei datori di lavoro ai fini previ- denziali ed assistenziali.

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www.federmoto.it www.federciclismo.it www.fpi.it

www.fip.it

GLOSSARIO

Artralgia: sintomatologia dolorosa a carico di una o più articolazioni.

Carpo: regione ossea della mano che segue immediatamente l’avambraccio, formata da otto pic- cole ossa brevi (polso e base della mano).

Metacarpo: parte mediana dello scheletro della mano compresa tra carpo e falangi, costituita da cinque piccole ossa che divergono verso le basi delle falangi.

Osso subcondrale: porzione ossea in prossimità della cartilagine articolare.

Osteoartropatia: processo degenerativo a carico delle articolazioni.

Osteocondrosi: processo necrotico-degenerativo, caratterizzato cioè da degenerazione e morte dei nuclei di ossificazione a livello sia del corpo (o diafisi) che delle estremità (o epifisi).

Osteofito: neoformazione ossea benigna che rappresenta una reazione a processi degenerativi o irritativi cronici del tessuto osseo.

Pubalgia: dolore in corrispondenza della regione pubica che può esser dovuto a stiramento cro- nico dell’origine del muscolo grande adduttore.

Sinfisi: articolazione semimobile tra due ossa separate da un disco cartilagineo (articolazione fra le vertebre, sinfisi pubica).

Sinfisi pubica: formazione fibrocartilaginea interposta fra le due metà dell’anello pelvico Tenovaginite: infiammazione della guaina tendinea.

Trapezio: osso del carpo che si articola con i due metacarpali, con lo scafoide e il trapezoide.

Valgismo: deformità di un segmento di un arto quando il suo asse devia in fuori rispetto alla linea normale (contr. varismo).

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L’IMPORTANZA DEI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

LA LINEA GUIDA BS 8800 E LA NORMA OHSAS 18001: DESCRIZIONE, APPLICAZIONE, UTILIZZO

F. Benedetti*, P. Matricardi*, E. Russo*

* INAIL - Direzione Centrale Prevenzione.

RIASSUNTO

Nel presente lavoro saranno trattate le motivazioni che, si ritiene, debbano spingere le aziende a gestire la sicurezza in modo integrato con la propria gestione generale di impresa; saranno altresì descritti i principi basilari per una corretta gestione della sicurezza sul lavoro.

Rispetto a quest’ultimo punto, tra le varie norme disponibili a livello nazionale ed internazio- nale, si discuterà il significato, il ruolo ed il rapporto reciproco tra la BS 8800 e la OHSAS 18001 e tra queste e le norme di gestione della qualità, della serie UNI EN ISO 9000, e dell’ambiente, della serie UNI EN ISO 14000, nonché i principali contenuti che le caratterizzano.

La costituzione di sistemi di gestione aziendali della sicurezza implementati secondo la BS 8800 sono stati proposti per essere inseriti tra le tipologie di progetti finanziabili attraverso l’incen- tivazione economica alle imprese di cui all’art. 23 del D. Lgs. 38/2000; si stanno anche realiz- zando attività formative attraverso le quali diffondere la conoscenza sui sistemi di gestione della sicurezza.

Attualmente è allo studio la possibilità di realizzare modelli applicativi specifici per le piccole e medie imprese, che facilitino l’adozione efficace di tali sistemi particolarmente nelle realtà imprenditoriali più piccole.

1. IIntroduzione

Il verificarsi di un infortunio rappresenta un evento enormemente critico, causa di dolori, sof- ferenze ed oneri economici per colui che lo subisce e per la sua famiglia, nonché danni e pro- blemi a carico delle organizzazioni1che sono riassumibili, almeno nelle grandi linee, in:

- Perdita di produzione;

- Danni alle strutture e/o ai macchinari, con conseguenti oneri di riparazione e ristruttu- razione;

- Costi per la formazione di nuovo personale sostitutivo di quello che ha subito l’infortunio;

- Costo delle ore di straordinario necessarie a recuperare la perdita di produzione;

- Incriminazione penale dei responsabili aziendali ed eventuale condanna con conseguente azione di rivalsa dell’Istituto assicuratore per il rimborso degli oneri civili sostenuti a segui- to dell’infortunio o malattia professionale;

- Costi assicurativi (aumento del premio);

1 Organizzazione: “una società, attività, ditta, impresa, istituzione o associazione, o loro parti, sia da sola che associata, pubblica o privata, con proprie funzioni e amministrazione. Per le organizzazioni con più di una unità operativa, ogni singola unità operativa può essere definita un’organizzazione” - punto 3.12 della linea guida BS 8800 “ Guida ai sistemi di gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” e della norma OHSAS 18001

“Occupational Health and Safety Assestement Series”.

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