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Scena XI VENCESLAO , CASIMIRO ,

VE03 W25 S CENA Q UINTA S CENA Q UINTA

VENCESLAO e LUCINDA VENCESLAO e LUCINDA

VENCESLAO VENCESLAO

(Fugge la mia presenza (Fugge la mia presenza

il colpevole figlio.) il colpevole figlio.)

785 Col tacermi il tuo grado e la tua sorte 670 Col tacermi il tuo grado e la tua sorte mi offendesti, regina. mi offendesti, o regina.

LUCINDA LUCINDA

A che scoprirla, o sire, A che scoprirla, o sire,

quando dovrei sino a me stessa ignota, quando dovrei sino a me stessa ignota

nel più profondo orrore, nel più profondo orrore

790 seppellir la mia pena e ’l mio rossore? 675 seppellir la mia pena e ’l mio rossore?

VENCESLAO VENCESLAO

Il poter di monarca, Il poter di monarca,

l’autorità di padre l’autorità di padre

sul cor del figlio a tuo favore impegno. sul cor del figlio a tuo favore impegno.

Ne la ragion confida, Ne la ragion confida,

795 ne l’amor nostro e rasserena il ciglio. 680 ne l’amor nostro e rasserena il ciglio. Sarà tuo sposo o non sarà mio figlio. Sarà tuo sposo o non sarà mio figlio. LUCINDA

Men da la tua virtù, giusto regnante, non attendea Lucinda,

pur piacque a l’infelice

800 grado e sesso mentir. L’amato sposo volea dal figlio e non dal padre; e in traccia venni d’un empio core

su l’orme sol del mio tradito amore. VENCESLAO

Nel seren di quel sembiante 805 riso e gioia brillerà.

E saprà di un incostante trionfar la tua beltà.

Il secondo intervento concepito dal poeta sul piano delle arie è la sostituzione dell’aria di Lucinda nella sesta scena. La regina ha appena svelato la sua identità al sovrano e all’amante fedifrago, che in realtà ne era già a conoscenza. Innamorata di Casimiro chiede aiuto a Venceslao che, nonostante lo stupore, si impegna a suo favore. In VE03 si tratta di un’arietta col da capo, bistrofica, anisometrica, in ottonari e quadrisillabi nella quale Lucinda canta la sua illusione di riabbracciare il suo sposo che ritornerà finalmente fedele, amoroso e pentito.

L’aria destinata a Faustina Bordoni in questa scena di W25, forse la più lunga di tutta l’opera, è molto diversa. Il poeta scrive un pezzo introspettivo, di paragone, con il da capo, bistrofico, isometrico, ben regolato, in quinari accoppiati in cui la regina canta il suo stato d’animo languente ma pronto a risollevarsi, paragonandolo a una rosa porporina che, agonizzante sotto il solleone, ripiglia vigore con la prima frescura.

VE03 W25

III.6 III.6

LUCINDA LUCINDA

Più fedele e più amoroso Egra e languente

815 il mio sposo sta a cielo ardente

abbraccerò. 690 la porporina

de’ fior regina;

Ei dirà: «Mia cara vita, ma al fresco umore

ti ho tradita del primo albore

e ti amerò». ripiglia e spiega

Anche in ristoro del tuo martoro, cor mio, sen viene l’amica spene;

700 e al leggiadretto suo dolce aspetto in te più ardito l’amor si fa.

La terza modifica rinvia all’analogo intervento concepito da Zeno per l’aria di Ernando «Bocca bella, del mio duolo» in I.9. Il poeta anche qui decide di sopprimere la seconda strofa dell’aria mediana di Casimiro «Dolci brame di vendetta» di III.8 nella quale il principe canta, subito dopo aver compiuto l’efferato delitto, la sua strana inquietudine:

VE03 W25

III.8 III.8

CASIMIRO CASIMIRO

840 Dolci brame di vendetta, Dolci brame di vendetta

già la vittima cadé. già la vittima cadé.

Voi dovreste esser più liete ma nol siete;

e ’l mio cor non sa perché.

In VE03 si tratta di un’aria col da capo, bistrofica, anisometrica, in ottonari intervallati da un quaternario.

Il taglio della seconda strofa appare giustificato da ciò che avviene in scena: Casimiro entra nella sua stanza senza notare la presenza del padre, mentre canta la sua aria depone la spada insanguinata sul tavolino e si accorge del genitore che, alzando gli occhi, vede il figlio. Le didascalie sceniche approntate da Zeno illustrano in maniera accurata la sequenza delle azioni:

VE03 MS W25

SCENA OTTAVA SCENA OTTAVA SCENA OTTAVA

VENCESLAO, poi CASIMIRO VENCESLAO, poi CASIMIRO VENCESLAO, poi CASIMIRO

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

[...] [...] [...]

Appoggiandosi al tavolino si cuopre gli occhi con la mano. Entra Cas.‹imiro› con istile insanguinato.

Appoggiandosi al tavolino, si cuopre con gli occhi con la mano. In questo entra Casim.‹iro› tenendo in mano uno stile nudo insanguinato.

Appoggiandosi al tavolino, si cuopre gli occhi con la mano. In questo entra Casimiro tenendo in mano uno stile nudo insanguinato.

CASIMIRO CASIMIRO CASIMIRO

840 Dolci brame di vendetta, Dolci brame di vendetta, Dolci brame di vendetta

già la vittima cadé. già la vittima cadé. già la vittima cadé.

Voi dovreste esser più liete 845 ma nol siete;

e ’l mio cor non sa perché. Cas.‹imiro› in atto di deporre lo stile sul tavolino vede il padre nello stesso momento in cui il padre alzando gli occhi vede il figliuolo.

già la vittima cadé. Cas.‹imiro› va per deporre lo stile sul tavolino e vede il padre nello stesso momento in cui il padre alzando gli occhi vede il figliuolo

già la vittima cadé. Casim.‹iro› va per deporre lo stile sul tavolino e vede il padre nello stesso momento in cui il padre alzando gli occhi vede il figliuolo.

Non si può escludere che il poeta abbia deciso di interrompere bruscamente l’aria dopo la prima strofa per dare maggior risalto all’improvviso riconoscersi di padre e figlio e far procedere l’azione in modo più rapido senza dare spazio alle esitazioni di Casimiro. L’esecuzione dell’aria intera, prolungando l’azione in un tempo idealmente sospeso, rischiava di ritardare troppo e annullare l’effetto di stupore creato dal gioco di sguardi dei personaggi. Il dialogo successivo tra padre e

figlio fa ricadere infatti l’azione nella realtà del recitativo: i versi con interrogativi incalzanti di Venceslao, i versi spezzati e spartiti tra padre e figlio e i versi sospesi e confusi di Casimiro conducono in modo concitato alla confessione dell’omicidio.

Come per l’aria di Ernando, «Bocca bella, del mio duolo», riprenderei anche per quest’aria interrotta il concetto di aria cavata, sebbene sempre con molta cautela, perché anche in questo caso concepita derivata dai versi regolari di un pezzo chiuso preesistente e non dai versi sciolti del recitativo.

Per quanto riguarda il recitativo sono stati eseguiti interventi di limatura senza ricadute significative nel testo poetico. Si tratta di micro-varianti riconducibili a tre tipologie:

1. versi virgolati di VE03 omessi in W25:

VE03 MS W25

III.2 III.2 III.2

VENCESLAO con seguito e LUCINDA VENCESLAO con seguito e LUCINDA VENCESLAO con seguito e LUCINDA

[...] [...] [...]

LUCINDA LUCINDA LUCINDA

[...] [...] [...]

690 Giudice e re tu stesso Giudice e re tu stesso Giudice e re tu stesso

l’ora assegnasti e ’l campo. Ed or paventi? l’ora assegnasti e ’l campo. Ed or paventi? l’ora assegnasti e ’l campo. Ed or paventi? Ah non far che prevalga

la natura a la legge

e a dover di monarca amor di padre.

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

695 Pugnisi pur. Ne mirerò l’evento Pugnisi pur. Pugnisi pur.

con intrepido sguardo.

Non entran nel mio core Pugnisi pur. Non entran nel mio core Pugnisi pur. Non entran nel mio core deboli affetti e n’è viltà sbandita; deboli affetti e n’è viltà sbandita; deboli affetti e n’è viltà sbandita;

e se ora temo, temo 585 e se ora temo, temo 585 e se ora temo, temo

700 l’innocenza del figlio e non la vita. l’innocenza del figlio e non la vita. l’innocenza del figlio e non la vita.

I versi 692-694, il secondo emistichio di 695 e il verso 696 sono virgolati in III.2 di VE03, omessi in W25.

VE03 MS W25

III.14 III.14 III.14

ERNANDO ERNANDO ERNANDO

Di così strani casi Di così strani casi Di così strani casi

il fin qual fia? Sarà pietoso o giusto qu il fin qual fia? Sarà pietoso o giusto il fin qual fia? Sarà pietoso o giusto

il real genitore? 940 il real genitore? 940 il real genitore?

Temo ancor la pietà di quel gran core. Temo ancor la pietà di quel gran core. Temo ancor la pietà di quel gran core. 1075 Ma tu che pensi, Ernando? Vendicarti? Ma tu che pensi, Ernando? Vendicarti? Ma tu che pensi, Ernando? Vendicarti?

Vendicare il tuo amico ed Erenice? Vendicare l’amico ed Erenice? Vendicare l’amico ed Erenice? Ma dove? In chi? Ne l’uccisor fratello?

La fierezza del colpo

cadria nel padre e non saria vendetta. 1080 Ma Erenice il vuol morto; e ’l suo furore

dei lusingar per ottenerne amore?

No, no, più generoso No, no, più generoso No, no, più generoso

ti voglio, Ernando. A preservar si attenda 945 ti voglio, Ernando. A preservar si attenda 945 ti voglio, Ernando. A preservar si attenda l’erede a la corona, il figlio al padre. l’erede a la corona, il figlio al padre. l’erede a la corona, il figlio al padre.

1085 A l’ombra di Alessandro A l’ombra di Alessandro A l’ombra di Alessandro

diam lagrime, non sangue. Andiam gli

sdegni diam lagrime, non sangue. Andiam gli sdegni diam lagrime, non sangue. Andiam gli sdegni

a placar di Erenice. a placar di Erenice. a placar di Erenice.

In sì nobili sensi 950 In sì nobili sensi 950 In sì nobili sensi

l’alma s’impieghi e a l’amor suo non pensi. l’alma s’impieghi e a l’amor suo non pensi. l’alma s’impieghi e a l’amor suo non pensi. 1095 Speranze più liete, Speranze più liete, Speranze più liete,

lontane da me. lontane da me. lontane da me.

In alma costante In alma costante In alma costante

1095 offender potete 955 offender potete 955 offender potete

la gloria di amante, la gloria di amante, la gloria di amante,

di amico la fé. di amico la fé. di amico la fé.

I versi 1077-1081, cantati da Ernando, dilaniato tra il desiderio di vendetta e quello del perdono, sono virgolati in VE03, omessi in W25;

2. versi virgolati di VE03 mantenuti in W25:

VE03 MS W25

III.4 III.4 III.4

LUCINDA, CAS.‹IMIRO›, VENC.‹ESLAO› poi

nell’alto dello steccato L

UCINDA, CASIMIROe poi VENCESLAOnell’alto LUCINDA, CASIMIROe poi VENCESLAO

nell’alto

[...] [...] [...]

CASIMIRO CASIMIRO CASIMIRO

Padre, già ’l dissi. Un mentitore è desso. Padre, già ’l dissi. Un mentitore è desso questi

desso. Padre, già ’l dissi. Un mentitore è desso.

775 Mentì già ’l grado ed or mentisce il sesso. 660 Mentì già ’l grado ed or mentisce il sesso. 660 Mentì già ’l grado ed or mentisce il sesso. Questa non è Lucinda. In tali spoglie Questa non è Lucinda. In tali spoglie Questa non è Lucinda. In tali spoglie

non si ascondon regine. non si ascondon regine. non si ascondon regine.

Femmine nate al trono Femmine nate al trono Femmine nate al trono

non cimentan la vita. non cimentan la vita. non cimentan la vita.

780 Non se’ Lucinda, no. Confuso e vinto, 665 Non sei, Lucinda, no. Confuso e vinto, 665 Non sei, Lucinda, no. Confuso e vinto,

pien di scorno e di duolo pien di scorno e di duolo pien di scorno e di duolo

rimanti. (Il padre viene e a lui m’involo.) rimanti. (Il padre viene e a lui m’involo.) rimanti. (Il padre viene e a lui m’involo.)

I versi 778-779, virgolati in VE03, sono stati mantenuti in W25; 3. ritocchi di natura lessicale:

VE03 MS W25

III.2 III.2 III.2

VENCESLAO con seguito e LUCINDA VENCESLAO con seguito e LUCINDA VENCESLAO con seguito e LUCINDA

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

Impazienza e sdegno Impazienza ed ira e sdegno ed ira Impazienza ed ira

ben qui ti trasse frettoloso. 575 ben qui ti trasse frettoloso. 575 ben qui ti trasse frettoloso.

LUCINDA LUCINDA LUCINDA

ben qui ti trasse frettoloso. Sono ben qui ti trasse frettoloso. Sono ben qui ti trasse frettoloso. Sono

anche i più brevi indugi, anche i più brevi induggi, anche i più brevi indugi,

685 a chi cerca vendetta, ore di pena. a chi anelaa vendetta, ore di pena. a chi anelaa vendetta, ore di pena.

VE03 MS W25

SCENA OTTAVA SCENA OTTAVA SCENA OTTAVA

VENCESLAO, poi CASIMIRO VENCESLAO, poi CASIMIRO VENCESLAO, poi CASIMIRO

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

Che acciaro è quel? Che sangue Che acciaro è quel? Che sangue Che acciaro è quel? Che sangue ne stilla ancor? Qual colpo ne stilla ancor? Qual colpo ne stilla ancor? Qual colpo

mediti? E qual facesti? mediti? E qual facesti? mediti? E qual facesti?

850 Che orror, che turbamento 730 Che orror? Che turbamento 730 Che orror? Che turbamento

ti sparge il volto? ti sparge il volto? ti sparge il volto?

CASIMIRO CASIMIRO CASIMIRO

ti sparge il volto? (Ahi! Che dirò?) ti sparge il volto? (Ahi! Che dirò?) ti sparge il volto? (Ahi! Che dirò?)

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

ti sparge il volto? (Ahi! Che dirò?)

Rispondi. ti sparge il volto? (Ahi! Che dirò?)Rispondi. ti sparge il volto? (Ahi! Che dirò?)Rispondi.

CASIMIRO CASIMIRO CASIMIRO

Signor... Signor... Signor...

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

Signor... Parla. Signor... Parla. Signor... Parla.

CASIMIRO CASIMIRO CASIMIRO

Signor... Parla. Poc’anzi... Signor... Parla. Poc’anzi... Signor... Parla. Poc’anzi... andai... venni... L’amore... andai... venni... L’amore Lo sdegno... andai... venni... Lo sdegno... lo sdegno... Una ne l’altra lo sdegno l’amor… L’una ne l’altra l’amor... L’una ne l’altra 855 mancan le voci. Attonito rispondo; 735 mancan le voci. Attonito rispondo: 735 mancan le voci. Attonito rispondo:

nulla, o padre, dir posso e mi confondo. nulla, o padre, dir posso e mi confondo. nulla, o padre, dir posso e mi confondo.

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

Gran timido è un gran reo. Gran timido è reo gran reo. Gran timido è gran reo.

Errasti, o figlio, e gravemente errasti. Errasti, il veggo, e gravemente errasti. Errasti, il veggo, e gravemente errasti. Ragion mi rendi ah! di quel sangue. Ragion mi rendi ah! di quel sangue. Ragion mi rendi ah! di quel sangue.

CASIMIRO CASIMIRO CASIMIRO

Ragion mi rendi ah! di quel sangue.

Questo, Ragion mi rendi ah! di quel sangue.Questo; Ragion mi rendi ah! di quel sangue.Questo; 860 (prepara pur contro il mio sen, prepara 740 prepara pur contra il mio sen, prepara 740 prepara pur contra il mio sen, prepara

le più attroci vendette.) le più atroci vendette; le più atroci vendette;

Questo (il dirò) del mio rivale è sangue: questo... il dirò... del mio rivale è sangue: questo... il dirò... del mio rivale è sangue:

La variazione viene sempre confermata dall’autografo che riporta l’eventuale espunzione dei versi della prima versione. Ma è doveroso precisare che l’autografo marciano non è però l’antigrafo di W25. La collazione delle due versioni ha evidenziato alcune micro-discordanze. Si tratta in particolare della sostituzione di un vocabolo con un altro che non produce errori e non modifica nella sostanza il senso ma disgiunge le due versioni.

E MS non è neppure l’antigrafo di Wp25 poiché non è infrequente il caso di varianti tra MS e Wp25. Si deve dunque ipotizzare che Caldara avesse in mano un’altra copia di lavoro del libretto.

MS W25 Wp25

III.11 III.11 III.11

VENCESLAO, CASIMIRO, ERNANDO e poi GISMONDO VENCESLAO, CASIMIRO, ERNANDO e poi GISMONDO VENCESLAO, CASIMIRO, ERNANDO e poi GISMONDO

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

855 Gismondo. 855 Gismondo. Gismondo.

GISMONDO GISMONDO GISMONDO

Gismondo. Alto signor. Gismondo. Mio signor. Gismondo. Mio signor.

VENCESLAO VENCESLAO VENCESLAO

Gismondo. Alto signor. Sia custodito Gismondo. Mio signor. Sia custodito Gismondo. Mio signor. Sia custodito

nella vicina torre nella vicina torre nella vicina torre

prigione il prence. prigione il prence. prigione il prence.

MS W25 W25p

III.13 III.13 III.13

LUCINDA, VENCESLAO, ERNANDO LUCINDA, VENCESLAO, ERNANDO LUCINDA, VENCESLAO, ERNANDO

LUCINDA LUCINDA LUCINDA

Misero Casimiro! Misero Casimiro! Misero Casimiro!

Venceslao vive e tu perdesti il padre. Venceslao vive e tu perdesti il padre. Venceslao vive e tu perdesti il padre.

Più misera Lucinda! Più misera Lucinda! Più misera Lucinda!

900 Muore il tuo sposo e ’l tuo rossor pur vive. 900 Muore il tuo sposo e ’l tuo rossor pur vive. Muore il tuo sposo e ’l tuo rossor pur vive. Questa, o regnante Cotesta, o re, cotesta è la tua fede? Cotesta, o re, cotesta è la tua fede? Cotesta, o re, cotesta è la tua fede?

Così mi sposi al figlio? Così mi sposi al figlio? Così mi sposi al figlio?

Così l’onor mi rendi? Così l’onor mi rendi? Così l’onor mi rendi?

O dal figlio e dal padre, O dal figlio e dal padre, O dal figlio e dal padre,

905 o due volte ingannata alma dolente! 905 o due volte ingannata alma meschina! o due volte ingannata alma meschina!

Atto IV

Il quart’atto è il segmento drammaturgico sottoposto al remake più radicale. Si può suddividere in tre sezioni. Lo spostamento delle scene introdotto da Zeno in W25 produce una diversa successione degli episodi ma il contenuto rimane in larga misura invariato.

Viale di verdura contiguo agli appartamenti di Erenice, con urna sepolcrale nel mezzo che si va fabbricando da scultori polacchi i quali intrecciano il ballo [VE03] / Sala per regie nozze

[W25]

IV.1-2 VE03/ IV.4 W25: Erenice disperata canta la sua vendetta ed Ernando si unisce a lei.

Torre che serve di prigione, corrispondente al palazzo reale [VE03] / Prigione. Ballo dei custodi delle prigioni [W25]

IV. 3-4 VE03 / IV.1-3 W25: Casimiro è rinchiuso nella prigione e delira; Gismondo e Lucinda si recano da lui per annunciargli il perdono del padre; Casimiro felice abbraccia Lucinda.

Sala di regie nozze [VE03] / Sala per regie nozze [W25]

IV. 5-8 Venceslao acconsente alle nozze di Casimiro con Lucinda per adempiere alla promessa ma poi annuncia che Casimiro, macchiatosi di un gravissimo delitto, dovrà comunque morire; Casimiro, rassegnato accetta la decisione del padre, mentre Lucinda, furiosa, le tenta tutte pur di salvare il promesso sposo.

Il drammaturgo in questo penultimo atto interviene a tutti i livelli: mutazioni sceniche, ossatura, arie e recitativo.

Per quanto riguarda le mutazioni si passa da un numero di tre previste in laguna a due nel teatro di corte.

VE03 W25

IV.1

Viale di verdura contiguo agli appartamenti di Erenice, con urna sepolcrale nel mezzo che si va fabbricando da scultori polacchi i quali intrecciano il ballo.

IV.3 IV.1

Torre che serve di prigione

corrispondente al palazzo reale. Prigione. Ballo dei custodi delle prigioni.

IV.5 IV.4

Sala di regie nozze. Sala per regie nozze.

L’episodio di Erenice che canta disperata passeggiando intorno all’urna di Alessandro (IV.1), quasi una micro-scena della follia, a Venezia era ambientato in un luogo esterno, un viale alberato, a Vienna invece trasloca in un luogo interno (IV.4), il salone regio, lo stesso nel quale si svolgerà, a seguito dello spostamento delle scene, tutta la seconda parte dell’atto.

Le modifiche concepite da Zeno a livello dell’ossatura del dramma riguardano le prime due sezioni di questo quart’atto e rientrano nella casistica delle varianti drammaturgiche. Ho individuato tre tipologie principali di intervento nella ridisposizione delle scene:

1. spostamento effettivo; 2. fusione;

VE03 IV 1 IV2 IV3 IV4 IV5 IV6 IV7 IV8 MS IV 1 IV2 IV3 IV4 IV5 IV6 IV7 IV8 W25 IV 1 IV2 IV3 IV4 IV5 IV6 IV7 IV8 identica fusa spostata aggiunta omessa

Il monologo di Erenice con il ballo degli scultori polacchi che fabbricano l’urna di Alessandro e la parte successiva nella quale la principessa ed Ernando, in un crescendo di rabbia e passione, risolvono di vendicare l’amante e l’amico, aprono l’atto in VE03. Segue la scena di prigione di Casimiro che, rinchiuso nella torre con ceppi al piede, in un monologo autointerrogativo in cui si alternano recitativo, arietta monostrofica in brevi quinari, recitativo e aria in versi eterogenei, canta la sua disperazione e il suo pentimento. L’episodio si conclude con l’intervento liberatorio di Lucinda che insieme a Casimiro intona il duetto «Stringi. Abbraccia. Questo petto» che segna la «riconciliazione tra [gli] amanti»92 e la momentanea liberazione di

Casimiro.

A Vienna, poiché Zeno decide di sovvertire l’ordine dell’azione, l’atto si apre con la scena di reclusione del principe fratricida, seguita da quella del temporaneo e lieto scioglimento, e si conclude con l’episodio patetico di Erenice ed Ernando. Sebbene con cautela, si possono ipotizzare almeno due motivi che abbiano indotto il poeta a realizzare questo spostamento:

1. la collocazione in apertura d’atto della scena di prigione, un topos tra i più fortunati nella storia dell’opera e «assez ordinaire parmi les actions tragiques»,93

nella quale ha luogo la resipiscenza di Casimiro determinante per imprimere una svolta alla situazione, crea un maggior impatto sullo spettatore; l’anticipazione dell’episodio produce inoltre una sospensione nella narrazione poiché l’incontro con