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Verso il Piano Nazionale Industria 4.0

L’idea di sviluppare un Piano Industria 4.0 nel nostro Paese, sorge da un’opinione diffusasi che vede nelle tecnologie abilitanti un ruolo di sostegno allo sviluppo, in grado di rendere il sistema produttivo manufatturiero più competitivo e garantire, così, la crescita economica.

Questo tentativo di crescita nasce dalla necessità di risollevare l’Italia dalla crisi economica e finanziaria nella quale era piombata a partire dal 2008. In questo clima, il Governo italiano decise di realizzare il “Piano Nazionale Industria 4.0” e nel novembre del 2015 il Ministero per lo Sviluppo Economico presentò il documento “Industry 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero – Come fare della trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione”, nel quale indicò la strategia d’azione da seguire individuando otto aree di intervento per promuovere lo sviluppo della quarta rivoluzione industriale, di seguito elencate:

1. rilanciare gli investimenti industriali, con particolare attenzione a quelli in ricerca e sviluppo, conoscenza e innovazione;

2. favorire la crescita dimensionale delle imprese: 3. favorire la nuova imprenditorialità innovativa;

4. definire protocolli standard, e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo; 5. garantire la sicurezza delle reti (cyber-security) e la tutela della privacy;

6. assicurare adeguate infrastrutture di rete; 7. diffondere le competenze per Industria 4.0; 8. canalizzare le risorse finanziarie.

Nel febbraio del 2016 viene affidato, alla Commissione Attività produttive, commercio e turismo, il compito di avviare “un’indagine conoscitiva sulla rivoluzione industriale 4.0:

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quale modello applicare al tessuto industriale italiano. Strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali” con l’obiettivo di concorrere alla definizione della strategia migliore per l’introduzione di misure, strumenti e tecnologie utili a favorire la trasformazione digitale delle imprese tradizionali al fine di risollevare il Paese.

La scelta di individuare un modello nazionale di fabbrica digitale che tenesse conto di tutti gli aspetti specifici del sistema produttivo, nonché delle dimensioni delle imprese italiane e dell’evoluzione tecnologica nei diversi settori di attività e ambiti territoriali ha richiesto di acquisire preliminarmente elementi conoscitivi come la mappatura delle aziende già orientate a questo modello, degli investimenti pubblici e privati messi a campo fino ad allora, al fine di effettuare una valutazione dell’impatto della fabbrica digitale sul sistema industriale italiano e sull’occupazione.

Per la realizzazione di questo Piano è stato necessario effettuare diverse audizioni, che si sono tenute dal 12 febbraio al 15 giugno 2016, durante le quali si è registrata la partecipazione di diversi ministeri e dei diversi stakeholder40 permettendo di avere una visione globale dell’idea di Industria 4.0.

Per la realizzazione di una strategia italiana di impresa digitale la Commissione ha in primis condotto un’analisi del contesto economico, europeo e nazionale dalla quale è emerso che nel periodo 1995-2015, l’Italia abbia registrato dei tassi di crescita inferiori rispetto agli altri paesi e le ragioni di ciò sono state rintracciate sia in una bassa dinamica

40 Le audizioni hanno riguardato: il Ministro dello sviluppo economico; il Ministro dell'economia e delle finanze; il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca; rappresentanti di altri Dicasteri con competenze nel settore dell'economia digitale quali, ad esempio, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro, nonché del Dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio; la Conferenza dei Presidenti delle regioni; rappresentanti del mondo imprenditoriale; rappresentanti di associazioni di categoria; rappresentanti delle organizzazioni sindacali; rappresentanti di istituzioni, università ed enti italiani e stranieri aventi competenza nel settore della manifattura digitale; rappresentanti delle istituzioni europee.

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della produttività, sia a seguito delle due grandi crisi, 2008-2009 e 2012-2013 che hanno segnato profondamente l’Italia facendogli registrare le peggiori performance e portandola alla recessione41 (vedi Fig. 3.1).

Figura 3.1: Prodotto interno lordo dell’UE e dei principali paesi europei. Anni 2008-2015. Fonte: Camera dei Deputati. Commissione X, Indagine conoscitiva su Industria 4.0.

Successivamente l’attenzione è stata dedicata ai dati macroeconomici dei vari settori industriali sia in crescita che in declino, individuando i settori emergenti e i dati relativi all’occupazione e alla produttività ed esaminando anche i processi riduttivi e le strategie di mercato in relazione alla digitalizzazione, nonché all’opportunità e ai rischi, derivanti dal contesto europeo e internazionale.

Alla luce dei risultati ottenuti durante l’analisi del contesto economico, europeo, nazionale e dei dati macroeconomici dei vari settori industriali, nonché da quanto emerso nel corso delle audizioni sono state gettate le basi che hanno condotto alla realizzazione di una strategia italiana di Industria 4.0.

41 Camera dei Deputati, Commissione X Attività produttive, Commercio e Turismo, Indagine conoscitiva

su Industria 4.0: quale modello applicare al tessuto industriale italiano. Strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali, XVII Legislatura, 30 giugno 2016, 10.

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Sono stati, infatti, individuati cinque pilastri sui quali costruire un efficace e innovativa strategia:

1. il primo riguarda la creazione di una governance per il sistema del Paese: individua gli obiettivi da raggiungere nonché la proposta di costituzione di una Cabina di regia governativa;

2. il secondo prevede la realizzazione delle infrastrutture abilitanti attraverso la realizzazione del Piano Banda Ultra Larga, lo sviluppo e la diffusione delle reti di connessione wireless di quinta generazione, delle reti elettriche intelligenti, dei DIH (Digital Innovation Hubs) e di una pubblica amministrazione digitale; 3. il terzo prevede la progettazione di una formazione mirata alle competenze

digitali;

4. il quarto rappresenta il rafforzamento della ricerca sia nell’ambito dell’autonomia universitaria sia in quello dei centri di ricerca internazionali;

5. il quinto riguarda l’open innovation, basato su standard aperti, interoperabilità e su un sistema che favorisca il Made in Italy, sfruttando tutte le opportunità fornite dall’IoT42.

L’importanza e la necessità di realizzare tale Piano viene ancora di più evidenziata dalle parole dello stesso Ministro dell’Economia e Sviluppo, Carlo Calenda, che durante la presentazione dell’indagine conoscitiva svolta dalla Commissione ha affermato che questo fenomeno rappresentava per l’Italia “un grandissimo salto tecnologico e culturale

42 Camera dei Deputati, Commissione X Attività produttive, Commercio e Turismo, Indagine conoscitiva

su Industria 4.0: quale modello applicare al tessuto industriale italiano. Strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali, XVII Legislatura, 30 giugno 2016, 4

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che rischiava di spiazzarci non solo dal punto di vista della competitività, ma anche dal punto di vista di comprendere meglio i fenomeni che ci circondano”43.