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R.: Premesso che sua figlia mi sta già simpatica, che altro dovrebbe indossare alla sua età? Provi a fare un gioco con lei: tu scegli un pezzo, io ti aiuto a

4. Via Condott

Dopo due settimanali e un mensile di target e temi diversi, è il momento di soffermarci su un altro tipo di periodico che tratta argomenti di moda in maniera ancora differente

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rispetto a quelle viste fino ad ora. Via Condotti, semestrale romano rivolto a una classe sociale elevata, ai frequentatori di boutique di lusso, hotel a cinque stelle, lounge bar degli aeroporti e golf club dove è appunto distribuito, è la rivista prediletta dal turista benestante o da chi è alla ricerca di informazioni culturali, di moda e lifestyle su Roma e sulle più importanti capitali e città del mondo. «Via Condotti», infatti, a cui fa eco la versione milanese «Via Montenapoleone», prende il nome dalla strada in cui si concentrano le più importanti boutique di moda, i locali ricercati e uno stile di vita di lusso. Suddiviso in rubriche, il semestrale racconta le mostre esposte nei più importanti musei e palazzi storici romani, le novità in fatto di profumi, libri e collezioni in relazione alla Capitale, articoli di approfondimento su brand, collezioni e addetti ai lavori del mondo della moda, un’intervista speciale a una star internazionale e infine i riflettori si accendono su laboratori artigianali di lusso, sarti famosi ed esclusivi e abiti su misura. Un’interessante rubrica, impaginata e presentata al pubblico selezionato anche in maniera diversa rispetto alle altre pagine di Via Condotti, è Globetrotter, in cui vengono selezionate alcune mete turistiche in voga (tra cui la stessa Roma per «Via Condotti» e Milano per «Via Montenapoleone») e in circa 500 battute si descrivono locali particolari, nuove aperture, SPA e suite d’albergo, esperienze culinarie ed esposizioni culturali. I redazionali qui sono un insieme di fotografie di collezioni, modelle e passerelle, di dettagli ripresi dalle sfilate o dai backstage, immagini ufficiali concesse dagli uffici stampa delle case di moda creando così un doppio nodo ancora più vincolante tra giornalisti e brand. La veste grafica del magazine è estremamente sofisticata e raffinata: le immagini, in numero decisamente maggiore rispetto alle parole, sono scelte con accuratezza e attenzione; i formati delle pagine sono più grandi rispetto alla norma, così come lo spessore e la lucidità. Infine, le pubblicità inserite raccontano di un mondo fatto di privilegi, alta moda e lusso. Il tutto all’insegna dell’eleganza.

L’articolo che analizzeremo in questa sede è un pezzo di lifestyle e approfondimento sul brand Borsalino, casa di moda che dal 1857 produce cappelli eleganti e di classe diventati ben presto un’icona. Approdati al cinema, indossati dalle più importanti star internazionali e icone di stile di tutti i tempi dentro e fuori lo schermo, Borsalino ha affrontato momenti di gloria, cadute e riprese, proprio come quelle degli ultimissimi

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tempi in cui – dopo un crollo economico e un cambio al vertice – sembra che la casa di moda italiana stia risalendo la china. Ad ogni modo, l’articolo di Via Condotti su Borsalino si sofferma sulla collezione dell’estate 2013 fatta di cloche, bombette e panama coloratissimi.

4.1. L’articolo di approfondimento

Soffici pensieri per la testa

Civetteria, eleganza e un pizzico di egocentrismo. Cloche, bombette e panama sono diventati negli anni un vezzo irrinunciabile di ogni guardaroba. Un contenitore per le idee e i pensieri, anche quelli più audaci, che per l’estate 2013 riscopre innovazione e leggerezza.

È sicuramente la primavera il periodo prediletto dal cappello. Scrollatosi di dosso quel fardello di doverosa utilità che lo vuole caldo o impermeabile d’inverno, fresco e leggero d’estate, il copricapo sembra dare il meglio di sé nella classica mezza stagione quando, chiamato in causa durante party, matrimoni ed happening mondani, diventa un simbolo indiscusso di classe, eleganza e buon gusto. Un orpello considerato da molti indispensabile specialmente quando, privato di ogni funzionalità, mette in mostra civetteria, vanità e, perché no, anche un pizzico di egocentrismo. È inutile negarlo, indossare un cappello dona alla mise ancora oggi quel tocco in più, che sia mistero, seduzione o personalità. Non è da tutti, però, saperlo portare, è indispensabile un mix ben calibrato di autostima, compostezza e nonchalance. Osannato dai magazine di settore, celebrato sul grande schermo, insignito di premi e riconoscimenti importanti – tra gli ultimi l’Oscar per i Costumi a Jaquelin Durran per la pellicola “Anna Karenina”, eroina spesso ritratta con colbacco e velette – il cappello rinasce ogni stagione grazie al’estro dei creativi più celebri che lo trasformano in un capo irrinunciabile per ogni guardaroba. Dalle passerelle della Haute Couture, dove Raf Simons per Christian Dior porta in scena graziose cuffie impreziosite da boccioli e petali di fiori, a quelle del pret-à-porter, dove Re Giorgio si concede piccoli cappelli di ispirazione anni ’20, un tocco decò per esaltare l’outfit e la silhouette. Leggerezza, dunque, ma

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anche innovazione e ricerca, come quella che dal lontano 1857 caratterizza le creazioni del brand piemontese Borsalino, marchio talmente celebre da diventare negli anni sinonimo in tutto il mondo di questo accessorio, un capo cult che l’azienda di Alessandria riedita ogni stagione in una veste sempre nuova. Il copricapo Borsalino per la primavera 2013 è all’insegna del feltro, declinato però in versione estiva con un’inedita texture traforata. Un peso piuma di quarantanove grammi dall’allure scanzonata e divertente, realizzato in cromatismi vivaci come giallo limone, rosso lampone, lavanda e indaco o in bianco per un mood più poetico e romantico. Ma è al di fuori dei circuiti convenzionali della moda, ormai avvezza a celebrarlo in ogni sua forma, che cloche, pagliette e panama fanno capolino su teste coronate, aristocratici, celebrities e socialite, alimentando discussioni, gossip e diatribe. Come l’appuntamento annuale del Royal Ascot, kermesse equestre attesa per questa edizione dal 18 al 22 giugno 2013: un tripudio di creazioni colorate dalle dimensioni over, talmente eccessive da incorrere l’anno scorso in regolamentazioni e censure. Un ritorno alla sobrietà dunque, per mettere al bando istrionici défilé che sembrano snaturare l’indole e l’eleganza di questo accessorio, al pari di una scollatura troppo osè. Esuberanza a parte, il cappello sembra riconfermarsi a gran richiesta un contenitore per le idee e per i pensieri e si appresta ad attraversare con stile un’altra estate calda all’insegna dell’eleganza.

Valeria Palieri

4.1.1. Analisi giornalistica

Appare chiara fin da subito la notevole differenza che c’è tra l’articolo pubblicato su «Via Condotti» e tutti gli altri analizzati fino ad ora, compresi quelli di «Vogue Italia». Nelle testate già analizzate l’argomento principe era analizzato, scevrato ed esplicitato in modi diversi ed è proprio la modalità differente di trattare un argomento che rende gli articoli proposti così distanti l’uno dall’altro. Qui invece il tema centrale è proposto e lasciato lì, al centro di un viaggio che la giornalista ci lascia fare partendo dall’oggi, ricordando ieri, attraversando usi e costumi, passerelle e collezioni, eventi e celebrità. La collezione

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Borsalino Primavera/Estate 2013 è sì il tema principale del pezzo scritto da Valeria Palieri, ma è anche il pretesto per parlare d’altro: come delle norme restrittive del Royal Ascot, dell’ultimo Oscar per i Costumi vinto allora dal film Anna Karenina o i prerequisiti necessari che trasformano un cappello alla moda in un “contenitore per le idee e per i pensieri”, come scrive la giornalista. Non si segue qui la regola delle 5 W, perché non è necessario farlo: lo scopo è quello di guidare il lettore in un mondo esclusivo, di garantirgli un’esperienza di lettura speciale, di regalargli una parentesi di relax culturalmente viva e socialmente elitaria. L’attacco è qui, come accade anche in altri articoli di «Via Condotti» e «Via Montenapoleone», un aneddoto, un pensiero, una riflessione, il trampolino perfetto per raccontare il tema centrale. Il lessico è aulico e tanti sono i forestierismi e i tecnicismi, ma soprattutto se da un lato alcuni concetti vengono esplicitati e spiegati attraverso degli incisi, altri sono lasciati in sospeso, buttati nella mischia con la consapevolezza che il target di riferimento capirà. Un esempio è Re Giorgio, come il mondo della moda ama chiamare lo stilista Giorgio Armani. Le conclusioni poi sono forti, evocative e intense, proprio come il titolo e il sottotitolo che non fa altro che riprendere massime presenti nel pezzo. E in mezzo, tra una corsa di cavalli e un’icona di stile, c’è spazio anche per parlare realmente della collezione Primavera/Estate 2013. Un articolo del genere è un pezzo di costume, un racconto di lifestyle, uno stralcio di un libro fatto di moda, lusso ed esclusività.

4.1.2. Analisi testuale

È un testo coerente e coeso quello redatto da Valeria Palieri per «Via Condotti», soprattutto grazie a una progressione evidente nel discorso e nel ragionamento tenuto sempre saldo e all’utilizzo di anafore lessicali e pronominali. Frasi nominali come “Un orpello considerato da molti indispensabile specialmente quando, privato di ogni funzionalità, mette in mostra civetteria, vanità e, perché no, anche un pizzico di egocentrismo” e “Leggerezza, dunque, ma anche innovazione e ricerca, come quella che dal lontano 1857 caratterizza le creazioni del brand piemontese Borsalino […]” si alternano a lunghi periodi arricchiti da incisi esplicativi come “Osannato dai magazine di settore, celebrato sul grande schermo, insignito di premi e riconoscimenti importanti – tra gli ultimi l’Oscar per i Costumi a Jaquelin Durran per la pellicola “Anna Karenina”,

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eroina spesso ritratta con colbacco e velette – il cappello rinasce ogni stagione grazie al’estro dei creativi più celebri che lo trasformano in un capo irrinunciabile per ogni guardaroba” e “Come l’appuntamento annuale del Royal Ascot, kermesse equestre attesa per questa edizione dal 18 al 22 giugno 2013: un tripudio di creazioni colorate dalle dimensioni over, talmente eccessive da incorrere l’anno scorso in regolamentazioni e censure” e ancora periodi brevi in cui traboccano aggettivi evocativi e anche inusuali. Tra le costruzioni marcate l’attacco “È sicuramente la primavera il periodo prediletto dal cappello” e la frase scissa “Ma è al di fuori dei circuiti convenzionali della moda, ormai avvezza a celebrarlo in ogni sua forma, che cloche, pagliette e panama fanno capolino su teste coronate, aristocratici, celebrities e socialite, alimentando discussioni, gossip e diatribe” rendono il pezzo più armonico e piacevole alla lettura. Le anafore poi si susseguono e ognuna di esse attribuisce valore al soggetto in questione. Come nel caso del cappello, chiamato anche “contenitore”, “copricapo”, “orpello”, “capo cult” o semplicemente “accessorio”. O la Primavera definita come la classica mezza stagione e il brand Borsalino di cui si spiega proprio grazie a un’anafora che si tratta di un’azienda piemontese, precisamente di Alessandria. E poi ci sono le classiche sostituzioni lessicali tra “marchio” e “brand” e la sostituzione pronominale in “saperlo portare”. Ad ogni modo, è interessante notare come tutto ciò contribuisca a rendere l’articolo dinamico, ricco di informazioni interessanti e spunti creativi e culturali, ma soprattutto per niente monotono.

4.1.3. Lessico

La cura, l’attenzione e la meticolosità con cui l’articolo è scritto traspaiono anche dal lessico. Aulico, calibrato, evocativo: niente è lasciato al caso e ogni parola è posta lì con uno scopo. Una delle più importanti abilità della Palieri infatti è quella di riuscire a creare sempre un racconto interessante, estroso e in grado di calamitare l’attenzione del lettore, facendo uso –perché no? – di locuzioni e forestierismi alla moda ma che siano naturalmente legati al contesto. Come nel caso del pezzo di Flaccavento per «Il Sole 24 Ore», dunque, anche qui la capacità di miscelare forestierismi, tecnicismi e lemmi alla moda è del tutto naturale e per niente forzata. Inoltre il target è specifico e di nicchia e la scelta di un certo lessico diventa quasi la risposta a un’esigenza del lettore che

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preferirà trovare cloche piuttosto che un più generico cappello, che sa che l’happening22 è un evento mondano e speciale (la versione più contemporanea di performance) e che la kermesse23 è una manifestazione pubblica, un’esibizione; così non si stupirà di fronte a definizioni quali socialite o celebrities per la cui definizione completa si rimanda al glossario. Un lettore dunque che conosce molto probabilmente la differenza tra “panama” e “bombetta” ed è aggiornato sugli ultimi Oscar così come sul Royal Ascot. Non vi è dunque sfoggio, ma un chiaro intento divulgativo e intrattenitivo.

4.1.4. Leggibilità

Basta una veloce occhiata al risultato proposto dal tool Read-It per accorgersi della difficoltà del pezzo pubblicato su Via Condotti. Nello specifico infatti il Dylan BASE ha una percentuale di difficoltà del 95,1% e Dylan LESSICALE, Dylan SINTATTICO e Dylan GLOBALE presentano un livello di complessità del 100%. Il Gulpease esprime un livello di semplicità del 45,4. Per quanto riguarda il profilo di base il testo è diviso in 17 periodi la cui lunghezza media è di 35,1 token e in 596 parole la cui lunghezza media è di 5,3 caratteri. La percentuale di lemmi appartenenti al Vocabolario di Base è del 56,4% suddivisi così: il 67,5% appartiene al nucleo fondamentale, il 27% a quelle ad alto uso, il 5,5% a quelle ad alta disponibilità. Il rapporto tipo/unità (calcolato rispetto alle prime cento parole del testo) è dello 0,720. La densità lessicale infine è dello 0,588. Da un punto di vista sintattico, il 26,2% è composto da sostantivi, il 3,7% è costituito da nomi propri, il 7,9% da aggettivi e l’8,4% da verbi. Per quanto riguarda le congiunzioni, queste costituiscono il 5,2% delle parole presenti nel testo e il 93,5% di esse sono coordinanti mentre il restante 6,5% sono subordinanti. Per quanto riguarda invece l’articolazione interna del periodo, il numero medio di parole per proposizione è di 12,163 e il numero medio di dipendenti per testa verbale è di 1,898. Per quanto riguarda poi la “misura” della profondità dell’albero sintattico, la media delle altezze massime si attesta a 8,294, la profondità media di strutture nominali complesse a 1,176, la profondità media di “catene” di subordinazione a 1. Dal punto di vista della “misura” della lunghezza delle

22 Dal verbo to happen che dal Medio Inglese va a sostituire to hap.

23 Dall’olandese kerkmisse, ovvero festa del patrono. E infatti è propriamente quella festa religiosa che si svolge nei Paesi Bassi e in alcune zone della Francia settentrionale e che si celebra con processioni, fiere e quant’altro.

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relazioni di dipendenza (calcolata come distanza in parole tra testa e dipendente), si nota che la lunghezza media è 2,578 e la media delle lunghezze massime è di 13,882.

Passando poi alla proiezione della leggibilità sul testo, è evidente a vista d’occhio che il numero di periodi complessi è in prevalenza. Già il sottotitolo raggiunge infatti un livello di difficoltà del 94% che scende leggermente al 93,4% nel lungo periodo “Scrollatosi di dosso quel fardello di doverosa utilità che lo vuole caldo o impermeabile d’inverno, fresco e leggero d’estate, il copricapo sembra dare il meglio di sé nella classica mezza stagione quando, chiamato in causa durante party, matrimoni ed happening mondani, diventa un simbolo indiscusso di classe, eleganza e buon gusto”. Il successivo “Un orpello considerato da molti indispensabile specialmente quando, privato di ogni funzionalità, mette in mostra civetteria, vanità e, perché no, anche un pizzico di egocentrismo” sale invece al 97,6% mentre “Non è da tutti, però, saperlo portare, è indispensabile un mix ben calibrato di autostima, compostezza e nonchalance” arriva al 96,5% di complessità. Da qui in avanti è un susseguirsi di periodi complessi non solo da un punto di vista globale, ma anche sintattico. Come “Osannato dai magazine di settore, celebrato sul grande schermo, insignito di premi e riconoscimenti importanti – tra gli ultimi l’Oscar per i Costumi a Jaquelin Durran per la pellicola “Anna Karenina”, eroina spesso ritratta con colbacco e velette – il cappello rinasce ogni stagione grazie al’estro dei creativi più celebri che lo trasformano in un capo irrinunciabile per ogni guardaroba” che tocca addirittura il 100% di difficoltà, “Dalle passerelle della Haute Couture, dove Raf Simons per Christian Dior porta in scena graziose cuffie impreziosite da boccioli e petali di fiori, a quelle del prêt-à-porter, dove Re Giorgio si concede piccoli cappelli di ispirazione anni ’20, un tocco decò per esaltare l’outfit e la silhouette” il 98,8% e “Leggerezza, dunque, ma anche innovazione e ricerca, come quella che dal lontano 1857 caratterizza le creazioni del brand piemontese Borsalino, marchio talmente celebre da diventare negli anni sinonimo in tutto il mondo di questo accessorio, un capo cult che l’azienda di Alessandria riedita ogni stagione in una veste sempre nuova” il 98,7%. Ancora “Un peso piuma di quarantanove grammi dall’allure scanzonata e divertente, realizzato in cromatismi vivaci come giallo limone, rosso lampone, lavanda e indaco o in bianco per un mood più poetico e romantico” e “Ma è al di fuori dei circuiti convenzionali della

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moda, ormai avvezza a celebrarlo in ogni sua forma, che cloche, pagliette e panama fanno capolino su teste coronate, aristocratici, celebrities e socialite, alimentando discussioni, gossip e diatribe” presentano un livello di complessità massimo, ovvero del 100%. Gli ultimi tre periodi “Come l’appuntamento annuale del Royal Ascot, kermesse equestre attesa per questa edizione dal 18 al 22 giugno 2013: un tripudio di creazioni colorate dalle dimensioni over, talmente eccessive da incorrere l’anno scorso in regolamentazioni e censure”, “Un ritorno alla sobrietà dunque, per mettere al bando istrionici défilé che sembrano snaturare l’indole e l’eleganza di questo accessorio, al pari di una scollatura troppo osè” e “Esuberanza a parte, il cappello sembra riconfermarsi a gran richiesta un contenitore per le idee e per i pensieri e si appresta ad attraversare con stile un’altra estate calda all’insegna dell’eleganza” presentano un livello di difficoltà rispettivamente del 91,3%, del 96,1% e del 94,9%.

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CAPITOLO III

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