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PARTE SECONDA

INTRODUZIONE SUL TURISMO

II. 1.1 • Dal viaggio al Turismo

INTRODUZIONE SUL TURISMO

II. 1.1 • Dal viaggio al Turismo

Il termine turismo nel senso in cui lo intendiamo noi ven- ne utilizzato ufficialmente per la prima volta dalla Società delle Nazioni Unite nel 1947, per indicare chi viaggiava per periodi lunghi, per motivi non lavorativi, ma non si tratta- che dell’ultima tappa dell’evoluzione storico sociale della pratica del viaggio.

Agli inizi l’umanità era composta da popolazioni noma- di, che viaggiavano in cerca di terreni fertili o per seguire le mandrie di animali. Mete di pellegrinaggi ancora attua- li come Gerusalemme, la Mecca e il cammino di Santia- go si trovano al crocevia proprio di queste antiche rotte migratorie, che sembra che le popolazioni nomadi per- corressero per celebrare stagioni di abbondanza assieme alle altre tribù.

Con l’avvento delle popolazioni stanziali e il venire meno della necessità di spostarsi frequentemente per sopravvi- vere, le persone cominciarono a viaggiare per motivi reli- giosi. Nella Grecia classica i luoghi sacri erano molti, e le persone vi si recavano per ricevere responsi dagli oracoli, guarigioni o per entrare in contatto con gli dei. In India si

andava a Benares (oggi Vanarasi, nel Nord Est dell’India), gli ebrei a Gerusalemme, i musulmani alla Mecca.

I pellegrinaggi cristiani si svilupparono gradualmente nel Medioevo. Inizialmente si trattava di viaggi intrapre- si dai singoli senza il supporto delle istituzioni ecclesia- stiche, che anzi vedevano con sospetto chi usciva dal si- stema delle diocesi locali, compiuti per devozione o per espiazione verso i luoghi delle Scritture, la Terra Santa, o verso Roma. Dopo l’anno Mille questa pratica si consolidò e si diffuse in tutta l’Europa cristiana, con lo sviluppo del- le vie Francigena verso Roma e del Camino Francès per Santiago di Compostela in Galizia (promosso dall’abazia di Cluny in concomitanza della reconquista della Spagna allora sotto il dominio arabo) e il moltiplicarsi delle mete minori. Proprio in occasione di questi pellegrinaggi ven- nero scritti i primi diari di viaggio: viaggiare era ancora molto difficoltoso per cui alcuni sentivano la necessità di appuntare informazioni per poter essere utili ad altri pel- legrini o per conservare le loro memorie. Anche se non erano stati scritti per quello scopo, con il loro diffondersi questi diari iniziarono a suscitare in alcuni l’interesse per le culture e i luoghi che vi erano descritti, e con il tempo

17. Claude Lorrain, Porto italiano, 1633-34

ci fu chi iniziò a viaggiare per pura curiosità o per arric- chire la propria cultura personale, senza necessariamente recarsi verso mete religiose. Gradualmente questa nuova tipologia di viaggio ebbe il sopravvento sul classico pel- legrinaggio (che pur è vivo ancora oggi) e tra Sette e Ot- tocento un viaggio d’istruzione in Europa, con particolare attenzione alle mete italiane, era considerato una tappa necessaria per l’istruzione di un giovane colto: si trattava del famoso Grand Tour.

A metà Ottocento vennero create le prime agenzie tu- ristiche in senso moderno, che organizzavano viaggi di gruppo in modo da renderli accessibili a persone che senza un’agenzia specializzata non sarebbero riuscite ad organizzarsi autonomamente o a sostenere tutti i costi. Il primo viaggio organizzato fu opera di Thomas Cook che, membro di un’associazione filantropica che combatteva l’alcolismo, organizzò nel 1841 un viaggio da Leicester a Leighborough per i membri dell’associazione. Visto il suc- cesso fondò la prima agenzia turistica ed è considerato da alcuni l’inventore del turismo moderno1.

18. Gruppo di soci Touring. 1903

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II II. 1.2 L’evoluzione del turismo in Italia

In Italia l’idea moderna di turismo è stata introdotta dal Touring Club Italiano, che ha pubblicato le prime guide tu- ristiche, e promosso le prime iniziative di viaggi organizzati. Fondato a Milano nel 1894 come Touring Club Ciclistico Italiano, era inizialmente un’associazione per i ciclisti, ma appena sei anni dopo perderà la seconda C per indicare la volontà di dedicarsi alla pratica del viaggio in generale, senza riferimenti al mezzo utilizzato. L’idea stessa di «tu- rismo» all’epoca, era talmente nuova che si dovette utiliz- zare il termine inglese «touring». La prima guida turistica italiana è stata pubblicata proprio dal Touring nel 1895, e le prime guide Touring in genere hanno avuto il merito di far conoscere l’Italia agli italiani, contribuendo in maniera significativa a costruire l’immagine del Paese.

Nei primi anni il Touring organizzava viaggi in comitiva per i suoi soci, e poco a poco la volontà di scoprire il Paese prese il sopravvento sulla semplice pratica dello sport ci- clistico: negli anni venti vennero organizzate delle grandi escursioni nazionali a cui partecipavano soci da tutta Italia rivolte alle regioni meno conosciute ed escluse dalle desti- nazioni tradizionali affermatesi dai tempi del Grand Tour: la Venezia Tridentina nelle terre appena «redente» dopo la guerra, in Abruzzo per visitare il Parco Nazionale d’Abruz- zo appena nato (alla cui realizzazione il Touring aveva pe- raltro contribuito in modo decisivo), e la memorabile escur- sione in Sardegna del 1922, durante la quale più di 300 persone percorsero un migliaio di chilometri in carovane di automobili e pullman, accolti dallo stupore della popo- lazione locale. Sulla scia di queste escursioni organizzate il Touring introdusse in quegli anni anche le gite scolastiche.

1 Patrizia Battilani, Storia del turismo, Editori Laterza, Bari 2003, citato in Alice Muraglia, Ligurian Tourist Design Academy, pp. 10-15; wikipedia.it, v. Turismo.

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Se all’inizio del Novecento per viaggiare ci si spostava in treno, lentamente si fece largo anche l’automobile, che permetteva di spostarsi rapidamente e in autonomia. Il Touring accompagnò anche questo passaggio, trattando di treni nella propria rivista mensile e organizzando ini- ziative con le stazioni italiane. Supportando i primi auto- mobilisti, attivò la prima rete di distribuzione dei carbu- ranti e soprattutto installò in tutta Italia una rete di cartelli stradali, alcuni dei quali si possono ancora trovare nelle strade secondarie, attività che continuò fino al 1973. Il Touring Club accompagnò la diffusione progressiva del turismo con la produzione di carte turistiche, rilievi dettagliati delle riviere o dei passi di montagna, e soprat- tutto le guide. Le Guide Rosse, la prima serie di guide Touring, il cui primo volume è stato pubblicato nel 1913, sono state riconosciute come repertorio ufficiale del Beni Culturali, sono un’opera collettiva a cui hanno lavorato generazioni di urbanisti, architetti, storici, esperti d’arte, geografi, antropologi e altri specialisti. Le guide rosse, an- cora in pubblicazione, ricordano come dovevano essere le prime guide turistiche, con lunghi capitoli discorsivi, ancora simili per certi versi alla letteratura di viaggio da cui si distaccavano però per il carattere più tecnico. Gra- dualmente l’impostazione delle guide seguì l’evoluzione dei turismo e la struttura divenne più complessa, con l’ag- giunta di mappe e percorsi tra i testi, immagini, box via via più articolati2 3.

2 V. III. 1.1.

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II II. 1.3 Le tendenze del turismo moderno

Il turismo moderno ha seguito i cambiamenti di una so- cietà in rapida mutazione, e ha subito una rapida espansio- ne ed evoluzione a partire dal secondo dopoguerra. Agli inizi si trattava di un fenomeno che interessava essenzial- mente gli Stati dell’America del Nord, dato che gli Stati europei erano usciti provati dalle guerre mondiali, mentre negli Stati Uniti iniziavano già a diffondersi i nuovi mez- zi di comunicazione, le automobili e soprattutto il tempo libero. Negli anni ‘60 l’orientamento verso la pratica del turismo era essenzialmente positivo, anche perché negli incontri internazionali si vedeva nei flussi turistici una specie di «patente per lo sviluppo» per i Paesi più poveri, in quanto poteva mettere in comunicazione gli stati indu- strializzati con aree del mondo più povere e arretrate. Ne- gli anni ‘70 si iniziò a rendersi conto degli impatti negativi che il turismo di massa poteva avere in quegli stessi Paesi in via di Sviluppo (distruzione dei luoghi, contaminazione della cultura locale e appropriazione di terreni e strutture da parte di enti esteri) ma anche sugli stessi turisti, in que- sto facendo particolare riferimento alle mete «preconfe- zionate» come parchi divertimenti o villaggi turistici con- siderate parte del meccanismo di una società industriale che portava gli individui alla straniazione. Anche come conseguenza di queste considerazioni, negli anni ‘80 e ‘90 l’attenzione del dibattito si spostò verso pratiche alterna- tive rispetto a quelle del tradizionale turismo di massa, fa- cendo nascere nuove nicchie di turismo 4.

Per quanto riguarda i turisti, il cambiare del loro atteg- giamento generale è stato sintetizzato in questo modo:

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5 Giancarlo Dall’Ara, Il turismo nei borghi, pp. 57-59.

Turisti di Prima Generazione

Quando il turismo era ancora agli inizi, quello che conta- va era la possibilità di poter viaggiare in se, e le strutture ricettive e i servizi per i turisti erano secondarie rispetto all’atto della vacanza in sé.

Turisti di Seconda Generazione

Con l’abitudine alla vacanza, e con il migliorare dell’of- ferta da parte dei singoli esercizi per essere preferiti alla concorrenza, i turisti iniziano a chiedere alle strutture gli stessi comfort a cui sono abituati a casa propria.

Turisti di Terza Generazione

Varie ricerche avrebbero confermato la tendenza, da un certo punto in poi, a preferire una vacanza organizzata da sé secondo le proprie esigenze rispetto ai pacchetti defini- ti offerti dalle agenzie, e al crescere dell’interesse verso la cultura e i prodotti locali rispetto al puro leisure.

Turisti di Quarta Generazione

Con l’accesso a Internet si moltiplicano le possibilità di scelta ed è molto più facile accedere alle informazioni ne- cessarie per organizzare da sé viaggi su misura. Perdono gradualmente senso i confini tra i diversi tipi di vacanza, che prima erano vissuti come contraddittori, si ricercano esperienze più personali e si apprezzano di più forme di ospitalità alternativa che prevedono un rapporto più per- sonale e immersivo. È in questo contesto che si inserisce il turismo dei borghi5.

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