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Come viene percepita la contraffazione

CAPITOLO III: Il nuovo ruolo della Cina nello scenario

3.4 La Cina e la contraffazione: complici o nemici?

3.4.1 Come viene percepita la contraffazione

Abbiamo visto che sul piano sociale la contraffazione implica una serie di rischi per il consumatore, che possono tradursi in un danno sia in termini di salute, sia in termini di sicurezza. Può accadere poi che in alcuni casi il consumatore subisca anche dei danni economici: ciò si verifica quando quest’ultimo acquista un prodotto con la convinzione che si tratti di un bene di marca e di qualità mentre invece, inconsapevolmente, sta acquistando un prodotto contraffatto. In realtà, diverse ricerche in tale ambito dimostrano che questo “danno” economico ricorre raramente, in quanto, nella maggior parte dei casi, l’acquisto del bene contraffatto viene eseguito in piena coscienza. La percezione comune della contraffazione è infatti spesso quella di una forma inoffensiva di delinquenza e non vi è quindi consapevolezza delle conseguenze devastanti che comporta.

Di particolare interesse risultano, al riguardo, i dati emersi da un'indagine28 quali-quantitativa condotta nel 2011 in Italia dal Ministero dello sviluppo economico e otto associazioni di consumatori su un campione di 4000 individui e i cui risultati sono stati esposti dal presidente dell’associazione di tutela dei consumatori Assoutenti, il dottor Mario Finzi. Il sondaggio intendeva verificare la percezione del fenomeno contraffattivo da parte dei consumatori, indagando principalmente la loro consapevolezza circa i rischi che la contraffazione può 27 Fonte: http://www.hermeslab.it/contraffazione; www.lacinarossa.net

determinare per la salute e la sicurezza, oltre che per l'economia legale.

Con riferimento alla conoscenza del fenomeno e alle sue ripercussioni, il 90 per cento degli intervistati dichiara di essere oggi consapevole del rischio di incappare in sanzioni amministrative a seguito dell’acquisto di prodotti contraffatti, tuttavia il “fattore prezzo” rappresenta, specie in periodo di crisi, un agente motivante talmente forte da prevalere su qualsiasi altra considerazione. Il campione preso in esame afferma infatti di essere disposto a correre dei rischi sia pecuniari, sia di salute pur di ottenere un effettivo risparmio economico.

Il prezzo accessibile ed allettante costituisce, dunque, il principale stimolo all’acquisto di prodotti falsi (82,3 per cento) ma indagando più a fondo circa la qualità del prodotto contraffatto, emerge un ulteriore, significativo, allarmante risultato: il campione coinvolto dichiara infatti di non riscontrare particolari carenze di qualità o una maggiore rapidità d’usura nei prodotti falsi se paragonati alle versioni originali.

Un altro aspetto rilevante consiste nel rispetto della legalità: il 72,9 per cento degli intervistati non si sente “ in colpa” nei confronti del fisco, né per il fatto di contribuire ad alimentare il business e gli interessi della criminalità organizzata, né per il danno economico arrecato al paese.

L’acquirente di prodotti contraffatti, perciò, attribuisce un rilievo maggiore alla propria convenienza personale, evitando quindi di prendere in considerazione tutte le valenze negative correlate al fenomeno della contraffazione.

Sorprendentemente, chi dichiara di avere acquistato merce contraffatta, esprime infatti una certa soddisfazione rispetto a tali prodotti, ed intende ripetere l’acquisto, dimostrando come sia in atto una sorta di “normalizzazione” dell'atto stesso nell'immaginario dell'individuo. Tale percezione è sicuramente da attribuire al crescente grado di competenza che

coinvolge il settore della contraffazione, ora più che mai, in grado di reperire e replicare a costi estremamente bassi il know- how necessario per una produzione del tutto simile a quella originale.

Ciò che spesso viene però ignorato riguarda la qualità dei materiali utilizzati in tali produzioni: scarti di altre lavorazioni, residui cancerogeni, e materiali soggetti a rapido decadimento si celano soventemente dietro a questi prodotti che spesso solo apparentemente, o meglio, esteriormente, replicano in modo apprezzabile il prodotto originale.

Dando per validi i risultati che individuano nel prezzo troppo elevato la determinante di maggior peso nell'indirizzare il consumatore verso gli acquisti di merce contraffatta, ne emerge che, tra i possibili interventi per arginare il fenomeno, una maggior attenzione dovrebbe essere dedicata all'ideazione e all'inserimento nel mercato di linee di prodotti originali di marca a prezzi più accessibili (91,5 per cento), e alla realizzazione cioè di una maggiore accessibilità economica verso i prodotti originali (87,3 per cento), oltre alla necessità di comminare sanzioni per i venditori di prodotti contraffatti (79,6 per cento)29.

In sintesi, quindi, con riferimento alla contraffazione, si rileva che manca una generale percezione dell’intrinseca pericolosità delle condotte ad essa collegate, le quali sono correlate:

• all’arricchimento illecito della criminalità organizzata, con i conseguenti effetti distorsivi sull’economia e sulla libera concorrenza; ai pericoli diretti ed immediati, soventemente sottostimati, derivanti dall’uso di farmaci, alimenti, giocattoli, 29 Fonte: Tutti i dati relativi all'indagine condotta dal Ministero dello Sviluppo Economico e le 8 associazioni dei consumatori (ACU – Associazione Consumatori Utenti; ADICONSUM, ADOC, ASSOUTENTI, CODICI,

FEDERCONSUMATORI, MOVIMENTO CONSUMATORI;

MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO) sono reperibili e consultabili sul sito http://www.adiconsumverona.it/

indumenti contraffatti e prodotti senza il rispetto delle procedure di controllo poste a tutela della salute e della sicurezza dei consumatori;

• al pregiudizio causato alle aziende titolari di marchi di elevata qualità (specie per quelle rappresentanti il “Made in Italy”) che a causa della contraffazione subiscono danni all’immagine, diminuzione del fatturato, incremento delle spese per la protezione del marchio e per il contenzioso che le stesse sono costrette ad intraprendere sia per tutelare i loro prodotti, sia in qualità di convenuti per provare la loro estraneità ai reati imputati ai reali contraffattori.

• alla distorsione del mercato del lavoro, che si traduce in una perdita di posti regolari, nell’incremento della manodopera clandestina in nero, e nei mancati investimenti di produttori stranieri, non interessati ad investire in paesi in cui il fenomeno della contraffazione è dilagante per non mettere a rischio i propri diritti di proprietà intellettuale; alle perdite per l’erario, con riferimento al mancato versamento delle imposte sui redditi e dell’Iva.