2.6. Vita artistica e vita spirituale: fra morte e nuova rinascita
Se nel corso degli anni Cinquanta e Settanta la vita spirituale rappresentava una certa sfera misteriosa della vita artistica, dalla metà degli anni Ottanta essa cominciava già a definirsi autonomamente259. Gli anni che segnarono una profonda svolta furono, in particolar modo, il 1988 e il 2000. Vediamo la situazione più nel dettaglio.
Sulle rive della Neva la vita spirituale rinacque in gran parte grazie agli sforzi di padre Aleksij (Ridiger), nominato nel giugno 1986 Metropolita di Leningrado e Novgorod (con l'incarico di dirigere l'Eparchia di Tallinn). Nel periodo in cui resse l'Eparchia di Leningrado fu aperta e consacrata la cappella di Santa Ksenija di Pietroburgo nel cimitero Smolenskij (1987), furono riportate le reliquie di Aleksandr Nevskij nella
259 Segnaliamo che in questo periodo era avvertito un significativo grado di libertà. A partire dal 1986, quando il Ministero della Cultura confermò le «Disposizioni in materia di associazioni amatoriali e club», fu legalizzata la maggior parte delle associazioni indipendenti.
Cattedrale della Santa Trinità della lavra a lui intitolata (1989), furono dati alla chiesa parte dei locali dell'ex monastero femminile Ioannovskij, e molto altro260.
Divennero eventi particolarmente significativi quelli organizzati e guidati da Aleksij a Leningrado in occasione dei festeggiamenti per il millenario del Battesimo della Rus' (1988), eventi che assunsero un carattere nazionale e offrirono occasione di cambiamento dei rapporti fra potere e Chiesa. Con questa data «altisonante» furono fatte coincidere le conferenze (precedentemente organizzate nella primavera del 1988): «I valori della cultura cristiana» e «Tradizioni della cultura russa nella moderna vita spirituale», l'assemblea fondante della Società dell'istruzione cristiana (il 14 Settembre) e, ovviamente, la consacrazione da parte di Aleksij della restaurata chiesa di Santa Caterina nel paese di Murino (il 7 Dicembre): e proprio questo avvenimento significativo segnò l'inizio del ritorno, a Leningrado, dei templi ai credenti261, ma anche la ripresa del servizio divino nelle chiese. Così nel 1990, dopo la sua riapertura al culto, nella Cattedrale di S. Isacco condusse per primo la liturgia divina, il Santissimo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, il già eletto Aleksij II262.
260 Si veda: VALERIJ KONOVALOV, MICHAIL SERDJUKOV, Patriarch Aleksij II: žizn’ i
služenie. Na perelome tysjačeletij [Il Patriarca Aleksij II: vita e servizio. Alla
svolta del millennio], Moskva, Eskmo, 2012.
261 Si veda: OLGA ANSBERG, ALEKSANDR MARGOLIS (a cura di), Obščestvennaja
žizn’ Leningrada v gody perestrojki. 1985-1991 [La vita pubblica di
Leningrado negli anni della perestrojka. 1985 – 1991], Sankt-Petersburg, Serebrjanyj vek, 2009.
262 È interessante il fatto che, nel 1988, fu varata anche la «Legge sulla cooperazione», dopo la quale furono aperte le prime gallerie di commercio non statali, che diedero inizio al mercato dell'arte a Leningrado (sulla formazione del mercato dell'arte, vedi: VALERIJ VAL'RAN, Formirovanie
chudožestvennogo rynka v Leningrade-Peterburge [Formazione del mercato
dell'arte a Leningrado-Pietroburgo], Sankt-Peterburg, Novyj chudožestvennyj Peterburg, 2003, pp. 37 – 58). Ma la mostra che partiva quell'anno presso la sala esposizioni del Maneggio, «Arte moderna di Leningrado», per prima riunì in una sola esposizione i membri dell'Associazione dei pittori (in prevalenza della sua ala “sinistra”), i pittori indipendenti e i rappresentanti dell'«arte non ufficiale», consentendo di
Il 1988 divenne il punto di partenza per la riorganizzazione anche del Museo di storia della religione e dell'ateismo; nel 1990 gli venne restituito il nome originario, Museo statale di storia della religione, e nel maggio del 1991 viene presa la decisione di destinare al Museo l'edificio in via Počtamckaja. In generale, gli anni Novanta si possono considerare l'inizio di una nuova tappa nella vita della capitale del nord: nel 1991, su iniziativa del primo sindaco, Anatolij Sobčak, fu restituito alla città il nome storico, San Pietroburgo; e alle strade le vecchie denominazioni. In questi anni la Russia passò da un regime totalitario a un rapporto liberale reciproco tra potere e artisti263.
Di fatto, tutti gli anni dopo il 1988 furono la preparazione ad una data di ancora più grande portata: i duemila anni della Cristianità. Negli anni Novanta al Museo Russo si svolsero una serie di mostre che svelarono agli spettatori le opere della pittura russa antica: «La Tua immacolata immagine veneriamo!»264 (1995), «Icone della collezione Stroganov» (1996), «Monasteri russi. Arte e tradizioni» e «Il colore rosso nell'arte russa» (entrambe nel 1997), «Gli affreschi della Chiesa del Salvatore sul colle Nereditsa a Novgorod» (1999)265, e molte apprezzare le direzioni di ricerca e il livello delle opere degli autori presenti. Già nell'autunno del 1990 al Maneggio si svolse il primo Festival delle gallerie di Leningrado, mentre nell'estate del 1994 fu allestita la mostra «Arte contemporanea dalle raccolte dei collezionisti pietroburghesi».
263 Segnaliamo che in questi anni aumentò la quantità di musei: per le esposizioni si destinarono i palazzi Stroganov, Menšikov, Mramornyj, il palazzo Belozerskij-Beloselskij, il castello Michajlovskij, occupato in precedenza da diversi enti; aprirono nuove gallerie private e teatri.
264 Incipit di una delle litanie “generali”, non legate ad una festività precisa, cantate durante il servizio liturgico ortodosso e rivolte alla Madre di Dio. 265 Vedi i cataloghi delle mostre del Museo Russo: La Tua immacolata
immagine veneriamo! L'immagine della Madre di Dio nelle opere raccolte dal Museo Russo, Sankt-Peterburg Russkij Muzej, 1995; Icone della collezione Stroganov, Sankt-Peterburg, Russkij Muzej,1996; Monasteri russi. Arte e tradizioni, Sankt-Peterburg, Russkij Muzej, 1997; Il colore rosso nell'arte russa, Sankt-Peterburg, Russkij Muzej, 1997; nella stessa serie: Gli affreschi della Chiesa del Salvatore sul colle Neredica a Novgorod [per gli ottocento anni
altre. Nel 1994, nella galleria «Rosart», fu aperta la prima esposizione di pittura moderna delle icone, mentre la seconda al Museo di scultura cittadino (1999). Nel 1998, nel centro espositivo per la grafica «Nevograf» del giornale «Neva», si tenne la prima (sebbene postuma) mostra personale di Sergej Šeff Ot suprematičeskoj ikonopisi do propovedi pticam [Dal suprematismo nella pittura delle icone alla predica agli uccelli], dove furono presentate le sue opere grafiche, poetiche e pittoriche 266 . Dai ricordi degli anticonformisti (Sergej Koval’skij), Šeff ancora negli anni Ottanta teneva relazioni O
duchovnosti v sovremennom iskusstve [Sulla spiritualità nell'arte
contemporanea].
Si deve segnalare che un ruolo significativo nella rinascita dell'arte ortodossa a cavallo tra il XX e XXI secolo lo giocò l'Accademia russa di Belle Arti. Essendo il fondamentale centro creativo e scientifico della vita artistica del Paese, essa fu in grado di conservare le migliori tradizioni del sistema d'istruzione classico-artistico e continuò a orientare i propri allievi nella formazione di alti ideali, morali e spirituali. Nel corso di tutto il periodo sovietico non fu interrotto l'insegnamento di materie legate alla scoperta della cultura e dell'arte figurativa dell'antica Rus', e nei vecchi centri medievali proseguirono le attività didattiche. Così, all'Istituto Repin, la conoscenza con l’eredità spirituale avveniva grazie all'attività pedagogica e scientifica degli specialisti della Cattedra di arte
dalla costruzione]. Copie dalla raccolta del Museo russo, Sankt-Peterburg,
Russkij Muzej, 1999.
266 SERGEJ ŠEFF, Ot suprematičeskoj ikonopisi do propovedi pticam. Živopis’ –
grafika – poezija. Chudožestvennaja kul’tura Peterburga – XX vek [Dal
suprematismo nella pittura delle icone alla predica agli uccelli. Pittura – grafica – poesia. Cultura artistica di Pietroburgo – XX secolo], Sankt- Peterburg, Neva, 1998.
I lavori di Šeff furono esposti anche alla mostra Abstrakcija v Rossii. XX vek [L'astrattismo in Russia. XX secolo] al Museo Russo di San Pietroburgo nel 2000.
russa della Facoltà di teoria e storia delle arti, aperta già nel 1937.
Difficile sopravvalutare anche il significato degli artisti – pedagoghi della generazione precedente alla guerra, nella cui opera le tematiche morali occupano un posto particolare (tra gli altri Evsej Moiseenko, Adrej Myl'nikov, Jurij Neprincev, Boris Ugarov). Come vedremo nel IV capitolo, per molti di loro fu di primaria importanza il tema della Grande Guerra Patriottica (1941 – 1945), parte della memoria storica, come se avessero preso su di sé parte della problematica religiosa, del problema della rinascita spirituale. Precisamente nelle opere sul tema della guerra, attraverso il richiamarsi dei soggetti, nei loro destini creativi in un determinato momento avviene anche il contatto con la Bibbia.
Nel 1971, alla facoltà di pittura, fu aperto un laboratorio di restauro di pittura a tempera e a olio da cavalletto (diretto dal prof. Jurij Bobrov), nel quale vi fu l'incontro diretto con le antichità della Rus'; nel 1992 fu organizzato un laboratorio di pittura storico-ecclesiastica (diretto dal prof. A. Krylov): in esso, come nel laboratorio di pittura monumentale, parte integrante del programma didattico divenne quasi subito la pratica di copiare gli affreschi267. Come temi per le composizioni semestrali in tutte le facoltà d'arte vennero assegnati in modo mirato soggetti evangelici268.
Per questo, grazie proprio all'Accademia, il problema dello sviluppo dell'arte ortodossa, emerso negli anni Novanta, divenne parte organica e imprescindibile della cultura russa. Per i festeggiamenti per il bimillenario della cristianità furono impiegate praticamente tutte le sale espositive a disposizione in
267 A partire dagli anni Novanta qui, come anche nell'Accademia intitolata a Vera Muchina, trova riflesso nel cambiamento dell'organizzazione dell'istruzione un aumento di attenzione per la cultura storica e nazionale. 268 A tal proposito si veda: ELENA NIKOLAEVA, Religioznye temy v
proizvedenijach studentov fakul’teta živopisi [Temi religiosi nei lavori degli
città, sia statali che private, e a questo avvenimento furono legate anche le successive due mostre di moderna pittura delle icone. Nel 2000 furono aperte, tra le altre, le grandi esposizioni
Sinaj. Vizantija. Rus’ [Sinai, Bisanzio, Rus'] (Ermitage)269 e Iisus
Christov v christianskom iskusstve i kul’ture XIV-XX vv. [Gesù
Cristo nell'arte e nella cultura cristiane dal XIV al XX secolo] (Museo Russo)270; al Maneggio si tenne la mostra intermuseale
Istinno, istinno govoriju vam… [In verità, in verità vi dico...]271. Proprio in quel periodo anche il Museo statale di storia della religione si trasferì in altri locali, e per la prima volta in Russia, dopo un intervallo durato quasi un secolo, il complesso museale fu disposto in uno speciale edificio attrezzato. Il grande evento, spartiacque tra il secondo e terzo millennio, divenne a suo modo l'occasione per “tirare le somme” e per affrontare problemi prima eludibili.
Gli anni Duemila confermarono ancora di più il ritorno della società alla religione. Nel maggio del 2001 al Museo di scultura cittadino fu aperta la mostra di pittura, grafica, collage e versi
Golosa Gefsimanskogo sada [Voci del giardino del Getsemani],
che rifletteva le ricerche interiori degli artisti operanti a cavallo tra il XX e XXI secolo. Nel 2002 al Museo di arte applicata dell'Accademia Vera Muchina per la prima volta si poterono ammirare lavori monumentali (frammenti di mosaici, di affreschi, copie). La grande esposizione Religioznyj Peterburg [Pietroburgo religiosa] (Museo Russo, 2004) presentava una panoramica di tre secoli sulla vita spirituale della città272. Nel
269 ORIANA BADDLEJ, E. BRJUNNER, JURIJ PJATNITSKIJ (a cura di), Sinaj. Vizantija.
Rus’. Pravoslavnoe iskusstvo s 6 do načala 20 veka [Sinai, Bisanzio, Rus'. Arte
ortodossa dal VI all'inizio del XX secolo], Sankt-Peterburg, Ermitaž, 2000.
270 Iisus Christov v christianskom iskusstve i kul’ture XIV-XX vv. [Gesù Cristo
nell'arte e nella cultura cristiane dal XIV al XX secolo], Sankt-Peterburg, Palace editions, 2000.
271 TAT’JANA DIMITREVA (a cura di), “Istinno, istinno govorju vam…”. Vystavka k
2000—letiju Christianstva [“In verità, in verità vi dico...”. Mostra per il
bimillenario della Cristianità], Sankt-Peterburg, Manež, 2000.
272 PAVEL KLIMOV (a cura di), Religioznyj Peterburg [Pietroburgo religiosa], Sankt-Peterburg, Palace edition, , 2004.
2007, nell'Art-gallery «Liberty», nell'ambito del progetto
Roždennye v SSSR [Nati in URSS], fu allestita una mostra di
paesaggi di pittori della passata «scuola accademica» intitolata
Russkie chramy v epochu velikich stroek [Chiese russe all'epoca
delle grandi costruzioni] (Petr Bučkin, Sergej Tumakov, Vladimir Choluev, e altri). Nel 2009, nella postierla e nella casamatta del bastione dello Zar della Fortezza di Pietro e Paolo, fu aperta l'esposizione Svjatyni Drevnej Rusi v sovremennoj
živopisi [Sacrari dell'antica Rus' nella pittura contemporanea];
nello stesso periodo al centro di Illuminazione spirituale
Svjatoduchovskij [Spirito Santo] presso la lavra Aleksandr
Nevskij, furono presentati all'interno della mostra
Pravoslavnaja Rus’ [La Rus' ortodossa] i lavori dei giovani
pittori del gruppo artistico “Avtorskij Peterburg” [Pietroburgo d'autore].
L'attività espositiva dell'Associazione dei pittori di Pietroburgo nel 2010 cominciò con l'esposizione Mučeničestvo i svjatost’ [Martirio e santità]; nello stesso luogo, a luglio, aprì la mostra per i 770 anni dalla battaglia della Neva e i 790 anni dalla nascita di Aleksandr Nevskij. Dell'Associazione dei pittori di San Pietroburgo attualmente fanno parte, oltre ai rappresentanti della linea prima “ufficiale”, i discendenti dell’arte non ufficiale (tra gli altri «i seguaci di Sterligov» (sterligovcy), «i seguaci di Sidlin» (sidlincy), gli allievi della «scuola dell'Ermitage»); con l'Associazione è collegata anche l'attività di una serie di unioni artistiche, come il “Gruppa odinnadcati” [Gruppo degli undici], l'Accademia di arte moderna, o altre.
Questa rinascita spirituale, veloce e inarrestabile, investì però ogni angolo della Russia. Agli albori del XXI secolo, in pratica, ogni monastero possedette la propria scuola di pittura. La prima tra queste scuole nacque a Mosca, sorse dal circolo di studenti di Iulianija e fu fondata dal prete Nikolaj Černyšev. Egli, insieme al direttore della scuola, l’igumeno Luka (Golovkov), comprense il ruolo della tradizione, l’eredità di Iulianija, e continuò su questa strada. Nell’anno 2000 si registrarono nella
sola capitale di Mosca la presenza di 30 scuole di iconografia, in cui lavorano Aleksandr Čaškin, Igor’ Kislicyn, Aleksej Vronskij, Il’ja Glazunov, Elena Knjazeva, Aleksandr Lavdanskij, e molti altri.
Non bisogna di certo tralasciare l’importanza che le varie scuole medievali ebbero nello sviluppo dell’icona, le cui tradizioni locali spesso ancora oggi influiscono sulla stilistica. Questa eredità fu visibile nei lavori dei maestri di Jaroslavl’, Pskov, Palech, ovvero nei centri medievali dell’iconografia. Non meno intensivo e di successo fu il lavoro nei monasteri provinciali, tra cui Omsk, Archangel’sk e Kursk.
Fu di notevole portata la comprensione morale della tragedia che colpì la Russia nel XX secolo, tanto che ai pittori fu richiesta una forte tensione intellettuale, ma anche creativa e fisica. Un’impresa difficile, perché non ci si dovette limitare a dipingere solo un determinato evento, ma bisognò essere in grado di interpretarne il significato religioso. E in questo l’archimandrita Zinon riuscì nell’impresa. Infatti, nell’icona “Kreščenie Rusi” [Battesimo della Rus’] commissionatagli dal patriarcato di Mosca, Zinon materializzò l’essenza teologica e interpretò l’arrivo in Russia della Santa Sapienza. Il ripensamento teologico dei soggetti tradizionali condusse alla notevole creazione di una nuova icona dedicata alla Trinità di un maestro iconografo di Syktyvkar, G. Tankov, che ben interpretò le inquietudini del momento: essa emanava l’ansia dell’uomo moderno, la “sete di recupero della moralità” richiesto dalla Chiesa Ortodossa.
Gli avvenimenti che scossero la Russia nel XX secolo restarono indelebili nelle menti del popolo russo; il ricordo dei tragici eventi del periodo rivoluzionario trovò espressione in molti monasteri e chiese, in cui furono dipinte icone dei nuovi santi canonizzati. E infatti, l’unicità del periodo post-sovietico si caratterizzò proprio per l’elevatissimo numero di canonizzazioni – più di mille. Solo tra il 1988 e il 1992 furono canonizzati 21 martiri, un numero due volte maggiore a quello
dell’intero periodo sinodale (1721-1917). Nell’anno 2000 la Chiesa decise di glorificare quasi 1000 santi. xcxcxLe icone dei maestri che hanno operato all’estero sono spesso modelli da seguire per i pittori russi e la canonizzazione di nuovi martiri ha portato allo sviluppo di nuove icone agiografiche. Certamente, anche la tragica eliminazione della famiglia reale dei Romanov trova espressione nell’iconografia. Se all’estero il Sinodo decide di canonizzare la famiglia reale alla fine degli anni ’80, in Russia i Romanov sono stati canonizzati come «santi che hanno subito la passione273» solo nel corso del Concilio del 2000274.
Anche se gli avvenimenti della vita della Chiesa contribuirono alla creazione di nuovi soggetti, ciò pose anche un certo numero di difficoltà, connesse sia con la necessità di trasmettere nell’immagine l’essenza spirituale, sia con la pratica dei maestri moderni di evitare nell’espressione dei volti la plasticità e gli effetti delle fonti fotografiche. E così si guardò anche ad altre “sfumature” iconografiche, dato che, come abbiamo visto la tendenza a rivolgersi alle tradizioni dell’antica pittura d’icone non rappresentò l’unica possibilità. Circa tre secoli di periodo sinodale non potevano restare senza conseguenze. L’appello alla pittura religiosa di stampo accademico-naturalistico si ode sia nei grandi centri metropolitani, così come nelle regioni più lontane.
Come già illustrato, la rinascita spirituale della Russia fece perno sull’anniversario per i 1000 anni del Battesimo della Rus’. L’evento ebbe grande risonanza in tutta l’Unione Sovietica: nella capitale, come a Leningrado, furono restaurati i primi monasteri275, ricomparvero gli ordini monastici e fu inaugurata 273 Carisma di santità tipico della Russia. 274 JAZYKOVA, Io faccio nuova ogni cosa…, cit. p. 210. 275 Fra i primi monasteri a essere ristrutturati, compare il Monastero di San Danilov, fondato nel XIII secolo dal santo principe Daniil. Il monastero ebbe una storia travagliata. Negli anni ’30 gli era toccata la sorte di tutti i santuari russi: era stato profanato, chiuso e al suo interno i bolscevichi organizzarono un carcere minorile, funzionante fino agli anni ’80. Al momento della sua
la prima mostra d’arte sacra276. A Mosca la circostanza cruciale fu certamente la ricostruzione della Cattedrale di Cristo Salvatore277, un evento di portata storica e nazionale nella vita del mondo ortodosso.
Tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI, la pittura in Russia fece registrare un forte ritorno all’iconografia e contribuì a innescare un processo di profonda introspezione interiore nella società. Anche all’estero, la popolarità dell’icona aumentò. Tutt’oggi molti maestri russi lavorano costantemente in altri paesi, per restaurare chiese e decorarne di nuove (ad esempio Zinon in Finlandia, USA e sul Monte Athos). Questo processo, se da un lato manifesta la rinascita dell’Ortodossia, dall’altro sta portando alla creazione di diverse collezioni d’icone anche fuori dai confini russi. La “riscoperta” dell’icona fece registrare in campo letterario, sia in Russia che all’estero, una vastissima e variegata produzione con testi sui fondamenti della dottrina ortodossa o sull'eredità restituzione, la struttura era totalmente devastata. I lavori di restauro durano 5 anni, dal 1983 al 1988. I lavori di ristrutturazione furono seguiti dall’archimandrita Evlogij Smirnov. I lavori iconografici furono diretti da un monaco del monastero di Pskov, padre Zinon Teodor. Con lui lavorarono numerosi artisti, tra cui: Andrej Bubnov, Andrej Alekseev, Aleksandr Sokolov, e altri. La Chiesa monastica della Trinità, costruita nel 1833-38 nello stile del classicismo e decorata nel XIX secolo secondo la maniera accademica, fu restaurata nelle sue forme storiche, con un accento prevalentemente accademico. Nella Chiesa dei Santi Padri dei Sette Concili Ecumenici fu conservato lo stile russo antico, così come nei mosaici delle facciate esterne degli edifici monastici. (Ivi, p. 88).
276 Nel 1989, nella Chiesa della Madre di Dio del Segno (a quel tempo ancora semplice sala d’esposizione dell’Associazione russa per la salvaguardia delle opere d’arte e di cultura) si svolse la mostra “Sovremennaja ikona” Icona contemporanea]. Fu la prima mostra d’arte sacra in Russia – in precedenza erano stati esposti esclusivamente collezioni museali – e permise agli iconografi di uscire dalla clandestinità. (Ivi, pp. 91-92).
277 La Cattedrale fu demolita nel 1931. Sulle sue rovine sarebbe dovuto sorgere il Palazzo dei Soviet, un palazzo dall’altezza di 415 metri. Tuttavia, i lavori non furono mai ultimati. Dal 1960 al 1994 sulle fondamenta del Palazzo dei Soviet si costruì la piscina a cielo aperto Moskva, la più grande al mondo; nel 1996 venne ricostruita la cattedrale di Cristo Salvatore.
spirituale e teologica dei santi. Cosicché, anche in lingua italiana, il XXI secolo ha conosciuto un gran proliferare di traduzioni e pubblicazioni sull’argomento278.
Oggigiorno molte pellicole e programmi radio trattano la problematica religiosa. Sono diventati popolari tra i pietroburghesi di varie generazioni dieci film, usciti dagli studi «Ostrov» [L'isola] a partire dal 2004, sulla storia della Chiesa Ortodossa: «Zemnoe i Nebesnoe» [Il terreno e l'ultraterreno], con la partecipazione di Aleksij II, «Ostrov» [L'isola] di Pavel Lungin (2006), «Pop» [Il prete] di Vladimir Chotinenko (2009), e altri. Nel febbraio del 2009 si tenne a San Pietroburgo la lungamente attesa première de «Sejatel’» [Il seminatore], quarto film della serie «Apostol ljubvi» [L'apostolo dell'amore] sul metropolita Antonij Surožskij (per la regia di Valentina Matveeva).
La prima stazione radio ortodossa indipendente della «nuova» Russia, che divenne voce ufficiale della Chiesa Russa, fu