Giorgio Pellicelli
Le pagine che seguono sono un estratto di una più ampia indagine curata dall'autore per il Centro Estero Camere Commercio Piemontesi, l'organismo creato otto anni fa da-gli istituti camerali del Piemonte per agevolare il sistema produttivo della regione nello sforzo di acquisizione di quote di mercato sempre più ampie in ogni paese del mondo.
L'Italia esporta verso l'India soprattutto macchinari, derivati del petrolio e natanti. Come indicano le cifre in alcuni anni le nostre esportazioni hanno avuto una spin-ta notevole per effetto di contratti di vendi-ta che non sono poi svendi-tati ripetuti.
LE R E L A Z I O N I
CON L'ESTERO D E L L ' I N D I A
I principali fornitori del mercato indiano sono: Stati Uniti (10,9% del totale delle importazioni), seguiti da Regno Unito (9,8%), Giappone (9,6%). Gli Stati Uniti sono anche il principale compratore (16,2%), seguiti dal Giappone (11,9%) e dall'Unione Sovietica (7,3%).
L'india importa principalmente petrolio e derivati (38,2% del totale), macchinari e attrezzature (12,8%), ferro e acciaio (8,4%), fertilizzanti (3,2%).
LA B I L A N C I A C O M M E R C I A L E C O N L'ITALIA
Le esportazioni italiane verso l'India sono state per lungo tempo inferiori alle nostre importazioni. A partire però dal 1981 la situazione si è capovolta e in questi ultimi tre anni la bilancia commerciale è per noi in surplus.
LA B I L A N C I A DEI P A G A M E N T I I N D I A N A
Nel corso degli anni '70 l'India ha registra-to un lungo periodo di surplus della bilan-cia dei pagamenti di parte corrente, che però ha lasciato un deficit di 1,7 miliardi di dollari nel 1980. Negli anni successivi i deficit sono stati crescenti: 2,3 miliardi nel 1981, 2,9 nel 1982 e 3,3 nel 1983. Per il 1984 si prevede un leggero miglioramento che dovrebbe far scendere a 3 miliardi il deficit.
I deficit di parte corrente nel corso degli anni '80 sono stati finanziati da entrate di capitali ottenuti a prestito dalla Banca Mondiale e come donazione da alcuni pae-si occidentali.
Le riserve valutarie sono comunque sem-pre rimaste ad un livello di sicurezza (circa 7 mesi di importazioni).
Fino al 1975 la rupia è stata legata alla
CARTA D'IDENTITÀ DELL'INDIA
Superficie: Popolazione:
Prodotto Nazionale Lordo: Reddito pro-capite: importazioni dall'Italia: Moneta 3.287.782 kmq. Oltre 630 milioni di abitanti (stima 1978) 167.8 miliardi di dollari (stima 1983/84) 232 dollari (stima 1 9 8 3 / 8 4 403.9 miliardi di lire (1983) Rupia, divisa in 100 paise
Lingua: la lingua ufficiale è lo hindi, mentre
l'in-glese ha lo status di « associated officiai langua-ge». Ciascuno dei 22 Stati che compone il pae-se ha la propria lingua. Sei Stati usano lo hindi. La costituzione riconosce 14 lingue. In pratica gli Stati hanno tre lingue: lo hindi, l'inglese e la propria lingua locale.
Principali città (migliaia di abitanti): Calcutta e
dintorni (7.000), Bombay e dintorni (6.000), Delhi (3.700), Madras (3.200), Hyderabad (1.800), Ahmedabad (1.700), Bangalore (1.700), Kampur (1.300). Più del 70% della po-polazione vive nelle campagne in circa 550.000 villaggi.
sterlina inglese. A partire da quell'anno il valore della rupia è stato invece legato ad un basket di monete che rappresentano i principali partners commerciali. Il tasso di cambio, rispetto al dollaro, oscillava intor-no a 7,9 rupie per un dollaro nel 1979, ma si è gradualmente deteriorato nel corso de-gli anni successivi. Secondo de-gli esperti do-vrebbe ulteriormente svalutarsi fino a rag-giungere 12-13 rupie per un dollaro nel
1986-87. Improvvise svalutazioni sono giudicate improbabili.
Principali partners commerciali dell'India (dati 1982)
Paesi Quote esportazione indiane Quote importazione indiane
U.S.A. Giappone URSS Regno Unito Francia 1 6,2% 1 1,9 7,3 7,1 7,0 10,9% 9,6 7,0 9,8 7,2
Principali prodotti italiani esportati verso l'India (miliardi di lire)
Prodotti Olii medi Natanti e loro parti
«Altre» macch. ed app. non elettr. Macchine motrici non elettriche Ferri e acciai laminati Parti staccate di macchine ed app. non elettrici
1982 1983 Var.% 56,9 6,2 - 89,1 52,5 0,2 - 99,6 33,5 79,1 +136,1 31,2 23,6 - 24,4 20,7 1 1,9 - 42,5 24,5 29,3 + 19,6
C O N T R O L L I
ALLE I M P O R T A Z I O N I . BARRIERE T A R I F F A R I E E N O N T A R I F F A R I E
Il governo ha adottato una politica di stret-to controllo delle importazioni che sono autorizzate mediante la concessione di li-cenze. La priorità è data ai beni strumenta-li, alle materie prime industriali e ai beni di consumo considerati essenziali. In gene-re l'autorizzazione non è concessa per i prodotti che possono essere acquistati sul mercato e prodotti da imprese locali. Lo Stato è il principale importatore, sia at-traverso gli acquisti delle imprese pubbli-che, sia attraverso trading companies. Si stima che attualmente lo Stato controlli il 30-35% dell'intero commercio di importa-zione. Le principali agenzie dello Stato sono: State Trading Corp (STC), State Chemicals and Pharmaceuticals of India, Minerals and Metals Trading Corp (MMTC), Steel Authority of India Ltd (SAIL), Indian Oil Corp (IOC), Film Fi-nance Corp (FFC), Cotton Corp of India (CCI) e Electronic Trade and Technology Development Corp (ETTDC).
Il Governo tende a legare tra loro le cor-renti di importazione e di esportazione. Le imprese che esportano prodotti nuovi e quelle che vendono in almeno due nuovi mercati possono disporre di maggiore li-bertà nelle importazioni.
Barriere tariffarie. Dal 1971-72 l'India ha
adottato dazi ad valorem per 4 classi di prodotti, ai quali si applica rispettivamen-te: 30%, 40%, 60% e 100%. Il dazio 40% è applicato per esempio ai macchinari e quello del 100% ai beni di consumo
Dal canto loro le barriere non tariffarie sono molto rare, poiché il sistema di con-trollo delle importazioni è molto stretto.
C A N A L I DI D I S T R I B U Z I O N E , A C Q U I S T I DELLA P U B B L I C A A M M I N I S T R A Z I O N E
Le imprese estere che vendono beni di con-sumo e beni strumentali hanno scelto di essere rappresentate attraverso un agente locale. Questa soluzione in genere è utile per stabilire contatti con le agenzie dello
Andamento della bilancia commerciale italo-indiana (miliardi di lire)
Anni 1 9 7 3 1 9 7 4 1 9 7 5 1 9 7 6 1 9 7 7 1 9 7 8 1 9 7 9 1 9 8 0 1 9 8 1 1 9 8 2 1 9 8 3 Importazioni italiane 48,6 6 2 , 2 55,8 122,4 148,4 160,9 2 4 2 , 4 2 2 6 , 6 2 5 8 , 6 297,1 278,1 Esportazioni italiane 27,5 54,7 57,5 54,7 69,0 108,0 152.3 2 0 9 . 4 2 9 7 . 8 3 8 8 , 4 403.9 Tasso di copertura delle esportazioni sulle importazioni 56.6 87,9 103,0 44.7 4 6 , 5 67,1 62.8 9 2 , 4 1 15,2 130,7 145,2 Fonte: ISTAT (ultimi dati disponibili)
Principali importazioni dell'India (IF, anno fiscale 1 9 8 1 / 8 2 )
Prodotti Milioni Quota
Petrolio greggio e derivati 5.463 38,2
12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0 Macchinari e attrezzature 1.830 38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0 Ferro e acciaio 1.201 38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0 Fertilizzanti 5 0 0 38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0 Prodotti chimici 4 0 0 38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0 Olii commestibili 3 9 8 38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0 Gems 3 5 8 38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0
Metalli non ferrosi 3 1 5
38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0 Altri 3 . 8 3 5 38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0 Totale 1 4 . 3 0 0 38,2 12,8 8.4 3.5 2,8 2,8 2,2 2,2 2 6 , 8 100,0
Stato, con i responsabili degli uffici acqui-sti delle imprese pubbliche e delle imprese private. Disporre di un rappresentante in loco dà vantaggi anche nella partecipazio-ne ai tenders e partecipazio-nella proposta di preventivi e progetti.
Le imprese che possono adempiere a que-sta funzione di rappresentanza sono nume-rose. In genere la scelta cade su quelle che sono in grado di coprire le principali aree industriali del paese: Bombay, Calcutta, Madras e Nuova Delhi. Disporre di un rappresentante in queste ultime città è molto importante, soprattutto quando deb-bono essere mantenuti rapporti con le agenzie dello Stato.
11 rapporto contrattuale tra l'impresa este-ra e il este-rappresentante locale è regolato dal-l'Indian Contract Act (Section 1182-283). In particolare va ricordato che se l'accordo è stipulato per un periodo determinato, l'impresa deve corrispondere un compenso all'agente nel caso in cui il rapporto cessi per causa non imputabile all'agente stesso. Una norma in materia valutaria stabilisce che per svolgere l'attività di rappresentan-za è necessaria anche l'autorizrappresentan-zazione (in materia valutaria) della Reserve Bank of India. La Commissione non può essere pa-gata in moneta estera. Il pagamento deve essere fatto da parte dell'importatore in moneta indiana. Questa procedura fu in-trodotta a suo tempo per ridurre l'esborso di valuta estera.
• • •
Una quota considerevole delle importazio-ni è acquistata da agenzie dello Stato o da-gli uffici acquisti delle imprese pubbliche. Tra le principali agenzie che acquistano al-l'estero si ricordano:
— la State Trading Corporation (attraver-so la quale passa circa il 12% delle impor-tazioni indiane e che è responsabile di olii commestibili, cemento e carta);
— la Minerai and Metal Trading Corpora-tion (MMTC) specializzata nell'acquisto di metalli non ferrosi, mercurio, acciaio; — la Steel Autority of India Ltd. (SAIL) competente nell'acquisto di acciai speciali e di prodotti in acciaio;
— il Directorate General of Supplies and Disposai responsabile per la maggior parte degli acquisti riguardanti il Governo cen-trale, i Governi dei principali Stati, i Co-muni e altre agenzie pubbliche.
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L'invito a partecipare può essere aperto a tutti i fornitori di qualsiasi mercato, oppu-re rivolto ad un numero selezionato di essi. Di solito il tender è preceduto da un invito a pre-qualificare l'offerta.
Per molti progetti che riguardano tecnolo-gie avanzate o forti impegni di capitale, la procedura è di solito divisa in due fasi. Nella prima l'offerta è valutata da un co-mitato tecnico, sulla base delle caratteristi-che tecnicaratteristi-che del tender. All'impresa pro-ponente si può chiedere di modificare l'of-ferta, tenendo conto di specifiche osserva-zioni. Al termine di questa prima fase il numero delle imprese è ristretto a tre-quattro e ad esse si chiede di proporre un prezzo. La procedura non è tuttavia così giunta al termine. Se una società supera questa seconda fase è invitata alla discus-sione finale riguardante prezzi, consegne e trasferimenti di tecnologie. La negoziazio-ne può anche richiedere 2-3 mesi. Al ter-mine di questa ultima fase l'impresa riceve una «lettera» di intenti dalla agenzia dello Stato o dall'impresa pubblica.
GLI I N V E S T I M E N T I ESTERI
La Foreign Exchange Regulation Act del 1983 limita la maggior parte degli investi-menti esteri al 40% del capitale azionario.
Tale quota può essere eccezionalmente portata al 70% quando l'impresa non sol-tanto è export-oriented, ma è anche di vi-tale importanza per l'interesse nazionale, oppure quando introduce nel paese tecno-logie che altrimenti non potrebbero essere acquisite. Nel 1976 il Governo ha intro-dotto vari emendamenti a questa legge. Le imprese che operano in un gruppo di setto-ri considerati psetto-riosetto-ritasetto-ri e quelle che espor-tano gran parte della loro produzione sono considerate con maggiore liberalità. La nuova legge ha fissato nuovi limiti alle par-tecipazioni azionarie ed ha concesso alle imprese straniere alcuni anni per unifor-marsi alle nuove disposizioni.
Tra le imprese straniere che hanno ridotto la loro quota di partecipazione si ricorda-no: Cadbury of India (dal 100% al 60%), Metal Box (dal 63,8% al 40%), Bata (dal 100% al 60%), Unione Carbide India (dal 60% al 50,9%) e Colgate Palmolive India (dal 100% al 40%).
Altre imprese, tra le quali la Coca Cola e la IBM hanno deciso invece di abbandona-re il paese. Entrambe le impabbandona-rese avevano
proposto soluzioni di compromesso che però il Governo indiano ha respinto. Non sono mancate le eccezioni. La Hindu-stan Lever è stata autorizzata a conservare una partecipazione del 51% della Unilever of Europe.
I dati statistici riguardanti gli ultimi anni indicano che l'interesse a realizzare accor-di accor-di cessione accor-di tecnologie e accor-di acquisto accor-di partecipazioni nelle imprese indiane è in aumento. La crescita più rapida è stata realizzata dalle imprese giapponesi. Si nota, tuttavia, come queste imprese abbia-no la tendenza a trasferire le tecabbia-nologie meno avanzate e resistano alla richiesta di realizzare la totalità della produzione sul territorio indiano.
C O N C L U S I O N I
Per molto tempo il Regno Unito è stato il principale paese estero ad investire in In-dia, seguito dagli Stati Uniti, dalla Germa-nia, dall'Italia e dal Giappone. Gli investi-menti diretti stranieri in India erano stima-ti pari a 19,3 miliardi di rupie nel marzo
1974 (totale cumulativo). Alla fine del 1982 erano saliti a 25 miliardi di rupie. Negli ultimi anni il Giappone ha preso de-cisamente il primo posto.
Si è trattato principalmente di investimenti realizzati nel settore automobilistico. Il nu-mero delle «collaborazioni» (è questa la denominazione usata dal Governo india-no) con le imprese straniere è salito da 390 nel 1981 a 590 nel 1982, a 673 nel 1983. L'anno scorso il 20% di tali collaborazioni riguardava imprese americane, il 19% im-prese della Repubblica federale tedesca e il
17% imprese britanniche.
La produzione agricola nel 1984/85, nell'i-potesi di condizioni climatiche normali, dovrebbe aumentare del 3%, mentre la produzione industriale dovrebbe crescere del 5%. La riduzione dei prezzi del petrolio ha fatto diminuire le importazioni del pae-se contribuendo a ridurre il deficit della bi-lancia commerciale a circa 3,4 miliardi di dollari, contro i 4,6 miliardi del 1982. Lo scorso gennaio l'India ha negoziato un pre-stito triennale con il Fondo Monetario In-ternazionale per un totale di 5 miliardi di SDR. Si tratta del prestito più forte mai concesso dal FMI. Nelle intenzioni del Go-verno questo finanziamento dovrebbe ser-vire per migliorare ulteriormente le condi-zioni dell'economia in vista delle prossime elezioni. Le riserve estere sono comunque di buon livello, l'indebitamento precedente non è elevato e l'India resta un paese a ri-schio moderato.
Gli ultimi piani quinquennali hanno dato un'elevata priorità allo sviluppo agricolo e ciò apre buone opportunità per le industrie occidentali. Parte degli investimenti è de-stinata a potenziare sistemi di irrigazione, meccanizzazione agricola e produzione di fertilizzanti.
Anche l'industria manufatturiera indiana offre opportunità ai produttori occidentali. Nei settori tessile e dell'automobile è in corso un imponente programma di ammo-dernamento; alla ricerca petrolifera nel Piano quinquennale attualmente in corso saranno destinati stanziamenti doppi ri-spetto a quelli del Piano precedente; nel settore dell'acciaio gli investimenti saranno ridotti per concentrarli sull'introduzione di nuove tecnologie e per impianti di piccole dimensioni; si prevede un aumento negli stanziamenti destinati al settore delle tele-comunicazioni.