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Verbali Assemblea Consortile 27 aprile 2015

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L’Alfieri oltre le mura Mauro Forno

Il volume di Barbara Trinchero1nasce dallo sforzo di approfon-dire e ampliare una tesi di laurea in Tecnologia dell’Architettura, discussa dall’autrice presso il Politecnico di Torino nell’anno acca-demico 2001-2002. Essa si era proposta di ricostruire le vicende costruttive dell’Orfanotrofio maschile “Vittorio Alfieri” di Asti, di cui nel 1931 era stato progettista e realizzatore l’architetto e urba-nista fiorentino Raffaello Fagnoni, a cui sarebbe stata in seguito de-legata la stesura del piano regolatore del comune di Asti del 1934. Il lavoro non si limita ad analizzare gli aspetti strettamente ar-chitettonici, funzionali e costruttivi dell’edificio in questione (che fu nuova sede di un istituto in realtà fondato nel 1918 – principal-mente per accogliere gli orfani di guerra – e che sarebbe di fatto du-rato fino al 1982), ma si sforza anche di inserire i medesimi aspet-ti in un processo generale di adeguamento del tessuto urbanisaspet-tico astigiano a una emergente gamma di bisogni sociali, di cui gli am-ministratori fascisti si fecero carico. Un processo che, pur fedele ad alcuni tratti peculiari dell’urbanistica fascista, legata ad esempio a metodi di zonizzazione capaci di esprimere l’ideologia nell’impo-stazione dell’aggregato cittadino (strutture a piramide gerarchica, con un centro come fulcro di rappresentanza e di funzioni burocra-tiche e con il ricorso a elementi architettonici fortemente esterioriz-zati, in grado di esaltare il senso simbolico delle zonizzazioni stes-se), appariva spiccatamente adattato al contesto astigiano. Piuttosto chiara era, in particolare, la scelta strategica di potenziare i cosid-detti «sbocchi a nord», con l’intenzione di fare uscire definitiva-mente Asti dal suo antico «guscio protettivo» medievale.

L’attenzione a questi aspetti rende di fatto l’analisi di Barbara Trinchero – che viene arricchita da un ampio apparato iconografi-co – non solo una storia della struttura architettonica ubicata in corso XXV aprile (attuale sede della Scuola media statale «Angelo Brofferio») ma, in un certo senso, una vera e propria storia dell’ur-banistica astigiana nel periodo tra le due guerre.

L’autrice – ricorrendo alla pubblicistica e alla manualistica coeva, oltre che a una documentazione archivistica di prima mano,

1B. Trinchero, Fortissimamente volli. L’Alfieri oltre le mura. Un moderno

or-fanotrofio nella città, Asti, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, 2011, p. 350.

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204 L'Alfieri oltre le mura

proveniente soprattutto dall’Archivio storico del comune di Asti e dall’Archivio di stato di Firenze – non manca di soffermarsi anche sulla funzione concretamente svolta dalla struttura educativo-assi-stenziale e da coloro che, in vario modo e a vario titolo, ne furono gli artefici (l’avvocato Annibale Vigna, sindaco socialista nel primo dopoguerra; l’educatrice Lina Borgo Guenna; l’imprenditore e fi-lantropo Giovanni Penna; il podestà fascista Vincenzo Buronzo).

L’Orfanotrofio Alfieri fu – come dimostra persuasivamente l’autrice – anche e soprattutto una struttura progettata con cura, ec-cellente in quanto a dotazioni e a filosofia costruttiva, integralmen-te piegata all’esigenza di attutire il disagio vissuto dai suoi giovani ospiti, i quali non a caso ricorderanno in molti casi l’esperienza in essa vissuta non con tristezza o disperazione, ma con un sereno e dignitoso senso di vicinanza e di appartenenza.

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