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Academic year: 2022

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Economia locale Rubrica

32 La Stampa - Ed. Novara 16/09/2020 "IL TERRITORIO NEL QUADRANTE DEVE AVERE UN RUOLO DI PESO" 2 35 La Stampa - Ed. Novara 16/09/2020 IN ARRIVO DAL PENTAGONO NOVE MILIONI DI DOLLARI PER GLI

F-35 A CAMERI

3

32 La Stampa - Ed. Novara 16/09/2020 "NOVARA SVILUPPO" E MICHELE RAGNO IL NUOVO PRESIDENTE 4

Economia nazionale Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 16/09/2020 GUALTIERI RECOVERY, UNA STRATEGIA ANTIDEBITO (G.Trovati) 5

1 La Stampa 16/09/2020 TASSE GIU' CON I SOLDI DEL RECOVERY (M.Bresolin) 6

23 La Repubblica 16/09/2020 DAI GIGANTI DEL WEB SOLO 42 MILIONI AL FISCO ITALIANO

(E.Livini)

9

20 Il Giornale 16/09/2020 "I DAZI DI TRUMP SULLA CINA SONO ILLEGALI" (R.Parietti) 11

17 La Stampa 16/09/2020 DALL'ACCIAIO DI PIOMBINO AI FRIGORIFERI LO STATO NELLE

AZIENDE PER IL RILANCIO (C.Luise)

12

40/43 Panorama 16/09/2020 IL VERO STATO SONO IO (F.Bonazzi) 13

17 Il Messaggero 16/09/2020 BANCHE, PRESSING BCE AI CDA PER IL COVID (R.Dim.) 17

1 Primo Piano Banche 16/09/2020 SCENARIO BANCHE E RISPARMIO GESTITO 18

Prime pagine Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 24

1 Corriere della Sera 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 25

1 La Repubblica 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 26

1 La Stampa 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 27

1 Il Giornale 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 28

1 Il Fatto Quotidiano 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 29

1 Corriere di Torino (Corriere della Sera) 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 30

1 La Repubblica - Ed. Torino 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 31

31 La Stampa - Ed. Torino 16/09/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE 2020 32

Sommario Rassegna Stampa

Pagina Testata Data Titolo Pag.

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LA STAMPA 32

NOVARA-vico

II presidente Maurizio Comoli ha guidato la Camera di Commercio di Novara negli ultimi cinque anni si è preparato il terreno per la fusione

"Il territorio nel quadrante deve avere un ruolo di peso"

Camera di Commercio, Comoli chiede la presidenza post fusione per il Novarese

FILIPPO MASSARA NOVARA

Con l'accorpamento tra le Ca- mere di commercio del Pie- monte orientale ormai alle porte, il presidente dell'ente novarese Maurizio Comoli ri- vela un auspicio: «Spero che il primo presidente del nuo- vo consiglio di quadrante sia unnovarese». Scontata a que- sto punto la domanda: sarà proprio lei? «No, lo escludo - risponde -. Il mio lavoro si esaurisce qui».

La riflessione chiude i cin- que anni di mandato in cui l'amministrazione di via de- gliAvogadro doveva prepara- re il terreno perla fusione im- posta dal riordino del siste- ma nazionale. Entro fine an- no nascerà un'unica Camera di commercio per quattro province: Biella e Vercelli, che si erano già aggregate, più Novara e il Vco. Per leg- ge, la sede legale del nuovo ente va individuata nel terri- torio con il maggior numero

di imprese: applicando i dati 2019 forniti da Unioncame- re sarà Biella-Vercelli, che ne conta 41.074, davanti a No- vara con 37.459.

E però basandosi su tutti gli altri parametri essenziali per descrivere la dimensione di ogni area che Comoli riven- dica il ruolo da protagonista.

Dal 21 dicembre l'ente sarà unificato

con quelli di Vco, Biella e Vercelli

Basti pensare al valore ag- giunto totale di 21, 8 miliar- di, a cui Novara contribuisce per il 44, 8%, Biella-Vercelli il 39, 2% e il Vco il 16%. An- che la quota principale del pa- trimonio da 23,3 milioni sui cui potrà contare la nuova Ca- mera sarà novarese (57, 6%) contro il 27, 3% di Biella-Ver- celli e il15,1% del Vco.

I dati sono ancora più signi- ficativi se confrontati con quelli relativi al personale, che in teoria dovrebbe passa- re da 115 a 140 dipendenti:

oggi la sede di Novara ne as- sorbe 36, Biella-Vercelli 57 e il Vco 22. «Sarà necessario trovare il giusto bilanciamen- to tra aree, sia in termini di servizi da erogare che di orga- nico - insiste Comoli -. Al ver- tice si dovrà eleggere una per- sona esperta, competente ed equilibrata. Desiderare un primo presidente espressio- ne del nostro territorio non si- gnifica escludere gli altri, ma riconoscere il peso di Novara in questa prima fase. Se que- sta provincia tentenna, l'inte- ro quadrante fatica. Non è un problema il fatto che la sede legale sarà a Vercelli. Anche nell'impero romano per un certo periodo la capitale ven- ne trasferita a Ravenna, ma Roma rimase Roma. Ogni ter- ritorio manterrà peraltro il polo di riferimento locale».

I vice presidenti dovranno essere almeno due, ma il loro numero potrebbe salire a quattro e cioè uno per zona.

Il consiglio sarà formato da 30 seggi in rappresentanza delle attività economiche, più uno ciascuno per associa- zione consumatori, liberi pro- fessionisti e sindacati. «Sia- mo ancora in attesa che ven- ga nominato un commissa- rio per traghettare la nostra Camera fino all'approvazio- ne dell'accorpamento, previ- sta entro il 20-21 dicembre»

precisa Comoli. In Piemonte gli enti si ridurranno a quat- tro: oltre a quello di quadran- te, sorgerà Asti-Alessandria e saranno confermati Torino e Cuneo. «E stato giusto lavo- rare in questa direzione - con- clude -. Anche in altri settori, come la sanità e l'Università, si sta ragionando così. Il Pie- monte orientale si rafforzerà e potrà confrontarsi meglio con Torino» . —

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Quotidiano

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LA STAMPA 35

NOVARA-VCO

LA SCELTA DELL 'AMMINISTRAZIONE USA

In arrivo dal Pentagono nove milioni di dollari per gli F-35 a Cameri

Arriva dagli Stati Uniti il po- tenziamento del sito di Ca- meri per la produzione de- gli F-35. Il dipartimento della Difesa Usa ha asse- gnato a Lockheed Martin, società che è titolare della produzione dell'aereo da combattimento, un con- tratto da 9 milioni di dolla- ri con l'obiettivo specifico di incrementare il polo di Cameri, al centro della par- tecipazione italiana al pro- gramma F-35.

La somma stabilita dal Pentagono (per l'esattezza 9.049.071 dollari) servirà a finanziare una serie di in- terventi nell'aeroporto no- varese, dove è attiva, con oltre un migliaio di addet- ti, l'unica linea di assem- blaggio e verifica finale per i supercaccia di quinta ge- nerazione. Il contratto è de- stinato a implementare

«manodopera, pianifica- zione degli ordini di modifi- ca ingegneristica, attività di installazione e suppor- to» a Cameri, e in modo spe- cifico le attività di «modifi- ca, riparazione, revisione e aggiornamento regionale per gli F-35 destinati al go- verno italiano».

Il contratto finanzia un programma di interventi che verranno attuati per 1'85% nello stabilimento alle porte di Novara, e per il restante 15% a Fort Wor-

th, in Texas. Si tratta di un programma a effetto im- mediato, che dovrà essere completato entro la fine del mese di dicembre di quest'anno. Il finanzia- mento dovrebbe prelude- re anche a un potenzia- mento occupazionale del sito di Cameri, gestito da Leonardo e utilizzato per assemblare F-35 per Italia e Paesi Bassi.

A Cameri si è creata una filiera industriale per la rea- lizzazione del programma F-35, che nel 2019 ha pro- dotto 63 milioni di euro di export per le aziende italia- ne, in crescita rispetto ai 20 del 2018.

Il nuovo contratto si ag- giunge a quello sottoscrit- to nello scorso mese di giu- gno, quando Lockheed Martin aveva ricevuto un ordine da 368 milioni di dollari per la produzione di sei F-35 destinati all'Ita- lia, nell'ambito del lotto produttivo numero 14. Il contratto autorizzava an- che il «common capability scope», l'ambito di capaci- tà comune, che dava il via libera al coinvolgimento nella lavorazione della li- nea di assemblaggio e veri- fica finale di Cameri, desti- nataria del 28 per cento della lavorazione della

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Quotidiano

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LA STAMPA 32

NOVARA-vco

MEDICO SPECIALISTA IN CARDIOLOGIA

`,Novara sviluppo"

E Michele Ragno il nuovo presidente

Rossella Marzi, Michele Ragno, Giovanni Rizzo e Roberto Franzo Vent'anni fa l'aveva vista na-

scere. Michele Ragno era consigliere provinciale della giunta guidata da Maurizio Pagani quando si costituì la Fondazione Novara svilup- po. Il medico specialista in cardiologia è stato nominato nuovo presidente dell'ente.

Succede al collega e dirigen- te Giovanni Rizzo, conferma- to all'interno del cda come consigliere assieme al nota- io ed ex vice Roberto Franzo perché lo statuto di Fns pre- vede che l'amministrazione uscente scelga due compo- nenti dell'organo. Gli altri due membri vengono nomi- nati dalla Provincia, il socio fondatore dell'istituzione con sede in via Bovio: sono l'imprenditore Antonio Pi- ciaccia, anche lui già desi- gnato nel consiglio prece- dente, e la dottoressa Rossel- la Marzi, pescati in una rosa di nove candidati. «Dal 2000 a oggi la scienza e le tecnolo- gie stanno attraversando una fase di crescita impres- sionante - riflette Ragno -.

Questi sono i campi principa- li in cui opera Fns . Vorrei insi- stere proprio sull'innovazio- ne, le opportunità e gli sboc- chi professionali che offre».

Il neo presidente cita in parti- colare le prospettiva legate alla Città della salute: «E un progetto che cambierà dav- vero il volto di Novara per- ché avrà ricadute in diversi

ambiti, tra cui l'Università con cui la Fondazione colla- bora. Penso alle sinergie che si potrebbero creare collabo- rando per esempio sullo svi- luppo della telemedicina o della telechirurgia».

Federico Binatti, presiden- te della Provincia, spiega che sulla nomina di Ragno hanno influito «competenze ed esperienza. Fns - ricorda - riveste un ruolo strategico per il futuro del territorio». Il parco tecnologico ospita cor- si di laurea di facoltà scienti- fiche dell'Upo, una quindici- na di aziende e una ventina di start up occupando circa 200 persone, in gran parte ri- cercatori. L'ente si occupa an- che di divulgazione scientifi- ca organizzando incontri a tema e un progetto di chimi- ca per i bambini della scuola primaria.

Svolge inoltre attività di consulenza per gli aspiranti imprenditori, a cui viene ri- servato un concorso annua- le che premiale migliori idee di business. «Al nuovo cda abbiamo anche proposto al- cune modifiche dello statu- to» aggiunge il consigliere provinciale Andrea Crivelli.

Tra le norme più significa- tive sotto osservazione c'è proprio quella che attribui- sce alla Provincia la compe- tenza sui cambiamenti dello statuto. F. M.—

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Quotidiano

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D Sole/2

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ROBERTO GUALTI ERI Ministro dell'Econo- mia

Gualtieri Recovery, una strategia antidebito

Gianni Trovati a pag. 2

Per non gonfiare il debito solo i sussidi andranno a investimenti aggiuntivi

Gianni Trovati

ROMA

Gli 82 miliardi disussidi di N extGenera- tionEusarannoutílizzatituttiper creare un «aumento equivalente» di investi- menti pubblici e privati, mentre per i quasi128 miliardi di prestitiprevisti dal programma bisognerà cercare l'equili- brio giusto fra la spinta aggiuntiva alla crescita, prodotta dai progetti nuovi, e l'esigenza di non gonfiare ulteriormen- te il debito, che si contiene girando le ri- sorse targate Ueaprogram migiàprevi- sti dai tendenziali di finanza pubblica.

Nell'audizione sul Recovery Plan al- le commissioni Bilancio e Finanze della Camera il ministro dell'Economia Ro- berto Gualtieri mette ordine nella gi- randola di ipotesi circolate negli ultimi giorni sulla destinazione deifondiUe e sulle loro ricadute in termini di conti pubblici. E conferma (Sole 24 Ore di giovedì scorso) uno scenario nel quale una quota di prestiti potrà servire a co- prire, a tassi ridotti, spese già presenti nei programmi italiani. Quest'ultima strada è stata imboccata peri 28,8 mi- liardi del Sure, che secondo la richiesta di Roma già esaminata dalla commis- sione serviranno a finanziare Cig, con- gedi parentali e aiuti agli autonomi in- trodotti con i decreti degli ultimi mesi.

Un meccanismo del genere, che do- vrebbe tradursi in unaprima erogazio- ne a dicembre, aiuta perché permette di finanziare spese per 1,7 punti di Pil a tassi sostanzialmente azzerati. E la stes sa prospettiva dovrebbe riguardare il Mes, «se decideremo di usarlo», che in quest'ottica più che a sostenere nuovi investirne nti in sanità servirebbe quin- di a coprire le spese avviate in questi

GUALTIERI AL PARLAMENTO

Recovery, dai prestiti finanziamenti anche

alle spese già previste

mesi e collegate alla pandemia: scelta che aiuterebbe i conti ma azzopperebbe l'argomento principe delle tante spinte politiche pro-Mes, non ultime quelle del ministro della Salute Speranza.

L'occasione del Next GenerationEu è «storica» ma delicata, spiega Gualtieri ai deputati mettendo sul tavolo un ricco ventaglio di informazioni tecniche cru- ciali ma fin qui quasi ignorate dal dibat- tito politico, perché un fallimento del piano non metterebbe in crisi il gover- no ma le prospettive del Paese. E per evitarlo bisogna «massimizzare» gli ef- fetti del meccanismo europeo sulla cre- scita senza però mettere in discussione la discesa del debito/Pil nei prossimi anni. Proprio qui si giocala sfida più de- licata. Perché se «è ragionevole ritenere che le sovvenzioni non contribuiranno all'indebitamento netto della Pa», co- me spiega il ministro alla luce di un confronto fra gli organismi politici co- munitari ed Eurostat vicino al traguar- do, è ancora più certo che i prestiti spin- gono ovviamente deficit e debito.

In generale, Gualtieri assicura che il Piano si concentrerà su «pochi grandi progetti» nella griglia delle Li- nee guida appena inviate al Parla- mento. Ma il punto sono i numeri.

Che avranno unaprimamanifesta- zione entro ii 27 settembre conla Nadef.

Lì ci sarà una prima scansione tempora- le del programma di utilizzo dei fondi, a partire dai sussidi che in base alle re- gole decise a Bruxelles avranno un rit- mo più spedito con impegni concentrati per il7o %fra2021e2022.Mal'obiettivo cruciale del documento sarà quello di indicare il sentiero di discesa del debito/

Pil, ai mercati più che a Bruxelles dove di fatto le vecchie regole fiscali sono so- spese fino a data da destinarsi. Perl'an- no prossimo il problema non si pone, perché il rimbalzo dell'economia insie- me al tramonto di molte spese emer- genziali una tantum garantiscono già

da soli una netta inversione di marcia.

Ma la questione si complica sul 2021 e 2022: e per risolverlailMef studia ilmix necessario pergarantire obiettivi di cre- scita ambiziosi senza trasformare tutta la quota di prestiti in nuovo deficit. Le ci- fre sono in costruzione ma una prima indicazione è stata suggerita dallo stes- so Gualtieri quando nei giorni scorsi ha ipotizzato un ritorno del Pil ai livelli pre- crisinel2022. Per concretizzarsi, dopo un crollo intorno al 0% quest'anno se- guito da un rimbalzo anche vicino il 6%

il pros sino, questo scenario avrebbe bi- sogno di una crescita nominale fra due anni di almeno il 3,5: ritmo stellare non solo rispetto a quello anemico se- guito fin qui dall'Italia.

Per tentare l'impresa entreranno in campo i moltiplicatori degli inve- stimenti che a metà ottobre, insieme al Documento programmatico di bi- lancio da inviare alla Commissione, conosceranno una prima geografia con la distribuzione di massima fra i macro-settori di intervento.

Sui saldi di quest'anno, invece, non dovrebbe arrivare un grosso aiuto da minori spese rispetto al previsto per gli interventianticrisi. Perché alcune misu- re hanno "tirato" poco (66o milioni fin qui), ma altre hanno corso più del previ- sto e come nel caso degli aiuti a fondo perduto per gli autonomi e lepiccole im- prese fino a5 milioni di fatturato avran- no bisogno a stretto giro di un rifunanzia- mento spostando fondi dagli interventi meno gettonati. Alla fine, quindi, i loo miliardi di indebitamento dovrebbero essere spesi in misura quasi integrale.

RIRROOJZ!ONE RISERVATA

Roberto Gualtieri.

«Confermo l'intendimento di conseguire una significativa discesa del debito non solo nel 2021, ma vogliamo far in modo che la discesa continui negli anni successivi, onde rientrare gradualmente sui livelli pre- pandemici»

Anche il Mes, «se si deciderà di usarlo», sarà desti-

nato a co- prire le spe- se già avvia- te collegate al Covid

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Quotidiano

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LA STAMPA

OGGI IL DISCORSO DI VON DPR LEYEN SULLO STATO DELL'UNIONE CON LE LINEE GUIDA AI GOVERNI PER AVERE T FONDI

Tasse giù con i soldi del Recovery

Tagli fiscali legati a riforme su ambiente, innovazione tecnologica e incentivi ai pagamenti elettronici

Coni fondi del RecoveryFund l'I- talia potrebbe abbassare le tas- se. Bruxelles apre sul taglio del- le imposte a patto che Roma pro- ceda con la riforma sull'ambien- te, acceleri l'innovazione tecno- logica e incentivi i pagamenti elettronici. Oggi è atteso il di- scorso di Ursula von der Leyen sullo Stato dell'Unione. La presi- dente della Commissione euro- pea è pronta a incalzare i gover- ni: per avere i finanziamenti bi- sogna stringere i tempi e mette- re fine alla lunga serie di rinvii.

BARBERA, BRESOLINE SPINI - PP.2-3

209

i miliardi di curo che l'Italia otterrà

nell'ambito del Recovery Fund

160/0

il rapporto debito/Pil che l'Italia raggiungerà

quest'anno

Oggi il primo discorso sullo Stato dell'Unione

Spagna e Francia piú avanti dell'Italia

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La Commissione U e guidata da Ursula von der Leyen ha avviato la preparazione delle linee guida che aiuteranno a preparare il Recoveryplan

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LA STAMPA

Economia verde e investimenti digitali Il pressing dell'Ue sul Recovery Fund

Voti der Leyen incalza gli Stati: non si può rinviare, progetti necessari per ev i i are una nuova crisi

MARCO BRESOLIN INVIATO A BRUXELLES

Per avere il via libera di Bru- xelles, non basterà rispettare l'obiettivo del 30% di spese

"green" dei piani nazionali per la ripresa. C'è bisogno di una massiccia dose di investi- menti nel digitale «perché la crisi sanitaria ci ha ricordato quanto sia importante que- sta transizione». Ursula von der Leyen lo dirà molto chia- ramente stamattina al Parla- mento europeo, nel suo pri- mo discorso sullo Stato dell'Unione. Annuncerà l'o- biettivo sulle emissioni di gas nocivi: un taglio del 55%

entro il 2030. E lancerà un av- vertimento ai governi: le ri- forme che ogni anno l'Ue chiede nelle sue raccomanda- zioni, e che puntualmente vengono ignorate, non posso- no più essere rinviate. I Paesi - sottolineerà la presidente

della Commissione - devono cogliere questa «opportuni- tà» per «farsi trovare più pre- parati in caso di nuova crisi».

Messaggi indirizzati a tut- ti, ma che saranno ascoltati con un'attenzione particola- re in Italia, il primo beneficia- rio (in valori assoluti) del pia- no di ripresa europeo. Pro- prio ieri il collegio dei com- missari ha approvato una co- municazione che sarà pubbli- cata domani e che spiegherà ai governi come presentare al meglio i piani nazionali.

Verrà fornito anche un vero e proprio "template", un mo- dello nel quale le capitali do- vranno indicare spese, tempi- stiche e obiettivi dei loro "Re- covery Plan" nazionali. Al momento, a Bruxelles, c'è la sensazione che alcuni gover- ni siano ancora un po' in alto mare nella definizione delle

priorità.

Una fonte Ue non si spinge a criticare direttamente l'Ita- lia, «perché siamo ancora lon- tani dalla data di scadenza per la presentazione dei pia- ni». Però fa notare che altro- ve si stanno muovendo diver- samente. La Francia ha già presentato il suo piano di ri- presa. La scorsa settimana, la Spagna ha mandato la mini- stra Nadia Calviño in missio- ne a Bruxelles per incontra- re, bilateralmente, sei com- missari europei (sostanzial- mente tutti quelli coinvolti nel Recovery).

Il governo portoghese ha addirittura spedito nei pa- lazzi Ue una vera e propria delegazione con due mini- stri e un sottosegretario per esporre le priorità di Lisbo- na e chiedere chiarimenti su alcuni punti.

Dall'Italia per ora è arriva- ta, invia informale, solo qual- che slide. «Ma il dialogo con Roma non manca» assicura un'altra fonte Ue.

Il premier Giuseppe Conte è certo che il suo governo vin- cerà questa sfida «altrimenti ci manderete a casa».

Sulla stessa linea il mini- stro Roberto Gualtieri che in- vita a «non sprecare questa chance irripetibile». Il titola- re del Tesoro - che nei giorni scorsi ha incontrato Gentilo- ni e Dombrovskis a Berlino - promette che l'Italia riuscirà a spendere bene e anche a portare il debito su una tra- iettoria discendente. Debito che, secondo le stime della Banca d'Italia, quest'anno potrebbe sforare il 160 per cento del prodotto interno lordo.

Per Ursula von der Leyen è

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I CONTI PUBBLICI

II debito pubblico Italiano

Cifre in miliardi di euro 2018 - 2019 ® 2020 2.600

2.510,0

2.466,2 2.446,9

2.444,2 2.433,2

2.530,6

2.560,5

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2467,4

2.443,9,E 2.464,0 2.446,2 2..448,2 2.421,9

2.420,7 2A41,1 2.409,8

2.421,0

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gen feb mar apr mag glu lug ago set ott nov die Fonte. Bollettino Statistico "Finanza pubblica, fabbisogno edebito", Bankitalia

2.550

2.500

2.450

Un anno di inflazione Agosto 2019 - Agosto 2020

0,84

0,4%

0,2%

-0,2%

-0,4%

-0,6%

• Variazioni congiunturali Variazioni tendenziali

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0,5'.%a su agosto 2019 AGO SET OTT NOV DIC

2019 Fonte Istat

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO 2020

L'EGO - HUB

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la Repubblica 23

TASSE

Dai giganti del web solo 42 milioni

al Fisco italiano

È il totale versato da Google, Amazon, Facebook, Uber, Airbnb Apple e Booking.com. Per la digital tax europea strada in salita

di Ettore Livini

MILANO— I giganti del web lascia- no per un altro anno a becco quasi asciutto il fisco italiano. Google, Amazon, Facebook, Apple, Airbnb, Uber e Booking.com han- no versato nel 2019 in tutto all'A- genzia delle entrate 42 milioni di euro. Il "bottino" dell'erario - dopo che l'intervento della procura ha costretto i big hi-tech a patteggia- re arretrati erariali per quasi un mi- liardo - è cresciuto di parecchio ri- spetto agli 11 milioni complessivi raccolti nel 2016. Ma il carico fisca- le sulle stelle dell'hi-tech, abilissi- me a parcheggiare (legalmente) i profitti nei paesi dove le aliquote sono più convenienti, resta piutto- sto basso: Facebook paga imposte pari a un quarto di quelle della Fi- la, gloriosa azienda di matite pie- montese. L'assegno versato al mi- nistero delle Finanze da Google è inferiore di quello di La Doria (pela- ti).

Le società di diritto italiano di Amazon - che nel nostro paese fat- tura 4,5 miliardi - hanno girato al fisco 11 milioni anche se il colosso guidato da Jeff Bezos si auto attri- buisce un carico fiscale diretto nel nostro paese pari a 85 milioni, ci-

fra che però comprende anche gli oneri contributivi sugli stipendi dei dipendenti.

L'eterno e irrisolto problema del- la corretta tassazione dei colossi digitali non è ovviamente solo una questione italiana. I tribunali in Francia, Germania e Gran Breta- gna hanno provato a più riprese negli ultimi anni a imporre ai re del Nasdaq il rimborso degli arre- trati. Ottenendo solo successi par- ziali e provvisori.

La questione è oggi sul tavolo dell'Ocse - l'organizzazione dei paesi in via di sviluppo - che sta esa- minando una soluzione sovrana- zionale che consenta di affrontare il problema, trovando un metodo per convincere Facebook & C. a pa- gare almeno parte delle imposte nei paesi dove si generano fattura- ti e utili, eliminando le complesse triangolazioni che spostano la ba- se imponibile nei paradisi a fiscali- tà ridotta. Con il paradosso per cui Apple, Google, Microsoft e Oracle erano arrivati a gestire un portafo- glio di liquidità offshore da 400 mi- liardi .

La partita, ovviamente, è tutt'al- tro che semplice. Trump è riuscito a riportare negli Usa gran parte di questo tesoretto con una sorta di sanatoria che ha legalizzato quelle

somme pagando solo una tassa del 5,25%. E ora si è schierato in difesa dei colossi digitali Usa minaccian- do di sanzioni chi (come la Fran- cia) ha approvato una sua web tax che nel caso di Parigi tasserà del 3% i ricavi dei colossi hi-tech sul suolo transalpino.

L'ostruzionismo Usa impedirà quasi sicuramente di arrivare a una soluzione in casa Ocse. Emma- nuel Macron e Angela Merkel stan- no così spingendo per varare dal 2021 una tassa digitale made in Eu- rope. Anche qui non sarà facile:

Olanda, Irlanda e Lussemburgo - i paradisi offshore nella Ue - sono pronti a mettersi di traverso. E la recente sconfitta in tribunale di Bruxelles nella causa contro le age- volazioni di Dublino alla Apple ren- de ancora più complesso il percor- so. Il Lussemburgo ha già posto il veto su una Ue che legiferi da sola su questo terreno. «Sulla digital tax è in corso una discussione diffi- cile a livello Ocse e quindi noi ab- biamo insistito sull'esigenza di la- vorare con impegno per trovare una soluzione entro la fine dell'an- no - ha ribadito all'ultimo Ecofin il nostro ministro dell'economia Ro- berto Gualtieri -. Altrimenti è giu- sto che si lavori affinché questo strumento importante di equità sia approvato a livello europeo».

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la Repubblica 23

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Nella Ue Francia e Germania spingono per

una digitai tax nel 2021, ma Olanda , Irlanda e Lussemburgo frenano

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L'Ocse cerca una soluzione per far sì che i big dell'hi tech paghino almeno in parte le imposte nei paesi dove generano fatturati, eliminando le triangolazioni che spostano la base imponibile nei paradisi a fiscalità ridotta

Trump è riuscito a riportare negli Usa gran parte dei capitali con una sanatoria che ha legalizzato le somme pagando

una tassa del 5,25%. E ora si è schierato in difesa dei colossi digitali americani

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il Giornale 20

il caso Washington ha 60 giorni per fare ricorso

«I dazi di Trump sulla Cina sono illegali»

Il Wto entra a gamba tesa nella guerra commerciale Usa

Rodolfo Parietti

«Dazi illegali». Con parole inequivocabili, l'Organizzazio- ne mondiale per il commercio (Wto) ha condannato ieri le pra- tiche con cui gli Stati Uniti han- no adottato, a partire dalla pri- mavera 2018, tariffe punitive per 550 miliardi di dollari contro la Cina. Ginevra smonta così l'im- pianto difensivo di Washington, convinta di aver agito nel giusto per difendere dal saccheggio il proprio patrimonio tecnologico, intellettuale e innovativo, ma ri-

schia di aprire un fronte caldo con l'America e, soprattutto, di alimentare i contrasti fra le due super-potenze.

Donald Trump (in foto) ha sempre visto come il fumo negli occhi la Wto. Non esitando ad accusarla di fare gli interessi di tutti tranne che degli Usa e mi- nacciando di uscire dall'organiz- zazione. Forse questo sarà il ca- sus belli necessario per sbattere la porta. Il protezionismo trum- piano, uno dei pilastri dell'«America Great Again», mal si coniuga del resto con chi do-

vrebbe basare le proprie regole sui principi del libero mercato.

Eppure, c'è chi fa osservare co- me la sentenza avversa agli Usa non sia basata su questi valori né sul fatto di aver usato come grimaldello una legge risalente ai tempi di Nixon, ma corrispon- da a una precisa scelta di campo a favore di Cina ed Europa.

Di sicuro, il verdetto emesso da una giuria

di tre esperti arriva in un momento in cui il miglioramento delle relazioni com- merciali fra Pechino e Washington, avvenuto nella video conferenza tre settimane fa, lasciava aperta la porta a un consolidamento de- gli accordi della cosiddetta Fase Uno. E, quindi, alla rimozione dei dazi. Ora tutto viene rimesso in discussione.

Il Dragone si è subito schiera- to: «La Cina apprezza la decisio- ne obiettiva ed equa» della Wto e «auspica che gli Stati Uniti ri- spettino pienamente le decisio- ni del gruppo di esperti e il siste-

di

ma commerciale multilaterale».

Washington, per bocca del rap- presentante al Commercio Ro- bert Lighthizer, ha invece defini- to l'organismo di Ginevra del

«tutto inadeguato», bisognoso di una riforma e rimarcato come il pronunciamento non avrà ef- fetti sulla Fase Uno. Difficile cre- dergli. In attesa che The Do- nald si pronunci, si pro- fila il rischio di una ri- presa delle ostilità.

Benché proprio ieri abbia deciso di pro- rogare di un anno le esenzioni dall'aumen- to delle tariffe doganali su alcune merci statuniten- si, l'ex Impero Celeste può ora imporre misure di ritorsione contro il rivale.

Al tempo stesso si è creata una situazione paradossale. L'Ameri- ca ha 60 giorni di tempo per pre- sentare ricorso contro la senten- za, ma non può appellarsi. L'atti- vità dei giudici della Corte è in- fatti congelata dopo il rifiuto americano di accettare nuovi membri all'interno della Wto.

ECONOMIA

Raccomandate, maxi-muffa a Poste

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LA STAMPA 17

LE STRATEGIE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO E IL RITORNO DELLA MANO PUBBLICA

Dall'acciaio di Piombino ai frigoriferi Lo Stato nelle aziende per il rilancio

Invii alta: trenta milioni per Jsw. Un polo dei compressori per il salvataggio dell'Embraco

CLAUDIALUISE

Embraco, Riva di Chieri. Acc, Mel. Jsw Steel, Piombino. Tre aziende simbolo di una crisi ar- rivata da lontano, con investi- tori stranieri che prima acquisi- scono gli stabilimenti e poi de- localizzano, accomunate dal- la necessità di un piano indu- striale urgente. La svolta arri- va dalla decisione del Mise di entrare nel capitale attraverso il fondo per il salvataggio e la ri- strutturazione delle imprese in difficoltà, in due settori stra- tegici per la manifattura italia- na: l'acciaio e il bianco. È l'ulti- ma chiamata per dare un futu- ro all'ex Embraco di Riva di Chieri e ai suoi 406 lavoratori.

Una speranza aggrappata al piano elaborato dall'ammini- stratore straordinario della ex Acc di Mel: le due società si fon- deranno in una newco, la Ital- comp, che ha l'ambizione di di- ventare il terzo polo europeo di compressori per l'industria del freddo. Complessivamen- te la prospettiva è di produrre 6 milioni di compressori all'an- no e le ipotesi di fatturato al 2025 sono di 154 milioni con un Ebitda di 8,7 milioni. Teo- ria a cui dovrà seguire la prati- ca per decretare il successo o il fallimento del piano. «E un ri- congiungimento — racconta Castro — l'impianto di Chieri nasce come Aspera e fu pro-

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prio questa azienda a metà de- gli anni '60 a costruire il sito di Mel nell'ambito degli interven- ti di reindustrializzazione do- po la lacerante tragedia delVa- jont» . «L'investimento totale previsto — spiega la sottosegre- taria allo Sviluppo Economi- co, Alessandra Todde—è di 50 milioni». Venerdì prossimo è in programma un incontro a Belluno, a inizio ottobre un ta- volo congiunto.

Ma lo Stato ha deciso di for- nire una spinta per rilanciare anche un altro polo siderurgi- co da anni in sofferenza: Piom- bino. L'operazione passa per il nuovo piano industriale che JSW Steel Italy ha presentato

I lavoratori di Embraco lottano perla sopravvivenza della fabbrica

e prevede un investimento ini- ziale di 84 milioni di euro, di cui 30 finanziati da Invitalia.

Sono previste due fasi: la pri- ma, a breve termine, punta ad efficientare gli impianti di la- minazione, completare la gam- ma prodotti e far tornare l'a- zienda ad una redditività sod- disfacente. La seconda fase, a medio termine, ha come obiet- tivo nel prossimo quinquen- nio il ritorno alla produzione dell'acciaio attraverso l'utiliz- zo del forno elettrico e alla co- struzione di un complesso in- dustriale multicentrico che preveda anche attività di logi- stica, manufacturing e ambien- te da realizzarsi con seleziona- ti partner finanziari e dei singo- li settori, tra cui Fincantieri. —

ANSA/ALESSANDRO DI MAR

Uni l`aecitlio di Piomlrino ai lAü,norifeti LoSnadnneidetlll ndeperllriL•mdu

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PARTITE DI POTERE

Fabrizio Palermo è amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti dal febbraio 20113.

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Il 49enne amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti è più che mai al centro di «operazioni di sistema» per il Paese importantissime e miliardarie. Dalla Rete unica 5G ad Autostrade, dal polo delle costruzioni

alla gestione dei pagamenti elettronici: ecco come, tra appoggi e invidie, il suo ruolo oggi conta molto più di quello dei ministri con cui ha a che fare.

di Francesco Bonazzi

obbiamo spiegare bene che non siamo noi che siamo ipertrofi- ci, ma è l'Italia che è fragile».

« Fabrizio Palermo, da due an- ni amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti, ripete spesso questo concetto. E ha cercato di farlo inserire anche in un libro sulla storia della Cdp che farà uscire nelle prossime settimane, scritto da Paolo Bricco (Cassa depositi e pre- stiti: un'infrastruttura finanziaria per l'Italia, Il Mulino).

Palermo ha decisamente ragione, se si guarda agli ultimi vent'anni. Ma la Cassa è nata ai tempi del Regno di Sar- degna nel 1850 ed è stata ampliata da Quintino Sella con l'Unità. Insomma, 170 anni di fragilità circostante sono forse un'esagerazione. Resta il fatto che la Cassa oggi è un pilastro dell'e- conomia italiana, facilitata dal fatto

IL VERO STATO SONO 10

FABRIZIO

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che, per un mezzo gioco di prestigio regolamentare che Bruxelles tollera per non dover fare la guerra anche a Parigi e Berlino, è considerata fuori dal peri- metro del debito pubblico. E quindi ha libertà di manovra, senza che ogni suo investimento rischi di diventare «aiuto di Stato» odi violare il Fiscal compact.

Tutto grazie all'ardita architettura di- segnata da Giulio Tremonti all'inizio degli anni Duemila.

Così, tra riassetto delle costruzioni con Progetto Italia, Rete unica 5G, usci- ta dei Benetton da Autostrade, Borsa italiana da acquistare con Euronext, nuovo polo delle carte di credito, non c'è grande operazione «di sistema» che non veda la Cassa al centro dei giochi.

La natura giuridica di Cdp è total- mente ibrida: opera come una mer- chant bank privata, ma è controllata dal Tesoro e gestisce il risparmio po- stale, oltre a una serie di partecipazio- ni strategiche in gruppi come Snam, Italgas, Terna (attraverso Cdp Reti), Saipem, Fincantieri, Webuild, Sace, Fintecna. Oggi, dopo che con la pande- mia cinese anche i nostri liberisti alle vongole invocano il soccorso di Stato in tutti i campi, nulla sembra poter fer- mare la marcia di un colosso capace di macinare tre miliardi e mezzo di euro di utile nel 2019, poco meno di quanto il governo investirà in grandi opere e infrastrutture nel 2021.

Cdp, con i suoi 450 miliardi di atti- vo di bilancio, è seconda solo a Intesa Sanpaolo e Unicredit, ma è controllata dal ministero dell'Economia (83 per

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PARTITE DI POTERE

cento) e dalle Casse di risparmio (16 per cento), che a loro volta sono un impasto di pubblico e privato.

Ma al di là delle forme, la sostanza è chiara. E così ormai non c'è politico che non bussi al portone umbertino di via Coito per proporre investimenti, salvatag- gi e partnership più disparate. «Mettiamo in campo la Cdp» è la prima banalità di fronte a ogni crisi aziendale. Questo ritor- nello, un po' gradasso e un po' straccione, unito agli sproloqui sulla «nuova Iri» (Cdp è nata a Torino 83 anni prima) perseguita ormai da anni la Cassa. Che però gestisce il risparmio postale degli italiani e per statuto non può e non deve imbarcarsi in imprese ad alto rischio. Al tempo stesso, questo refrain dell'usare Cdp in tutti i dos- sier che scottano fa di Palermo, perugino, 49 anni, inizi a Londra in Morgan Stanley, un banchiere d'affari che nella geografia

CON uPounGPALERMO raEi PANNI limi, E N CASSA» ÈOR1 P91 IIN CARATTERE CHE IDI È FAME

Il viadotto Genova San Giorgio, in cui Cdp ha avuto un ruolo fondamentale.

42 Panorama i 16 settembre 2020

Palermo con il presidente Sergio Mattarelln.

del potere italiano vale ormai come e più dí un ministro.

La consacrazione definitiva del ma- nager umbro, cresciuto in Fincantieri all'ombra del padre-padrone Giuseppe Bono, è arrivata domenica 6 settem- bre a margine del Forum di Cernob- bio. «Cdp ha un ruolo straordinario e strategico per il sostegno alle aziende italiane e per la diffusione del credo e quindi sono contento di quello che Fabrizio Palermo fa e ha fatto». Parole di Giuseppe Conte o del ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, odi Stefano Patuanelli del Mise? No, cot anta bene- dizione è arrivata da Matteo Salvini.

Avere l'appoggio di tutto l'arco costituzionale è una di quelle fortu- ne che toccano a pochi personaggi.

Nella primavera 2018, la promozione di Palermo da direttore finanziario ad amministratore delegato di Cdp è av- venuta sotto il segno del Movimento Cinque stelle, anche se Luigi Di Main ebbe a dire che la scelta era motivata solo con «ciò che ha fatto di buono Ansa - Agf - Gettyimages

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Cdp per le imprese e le famiglie» e non c'entrava nessuna lottizzazione. Anche perché, in effetti, se una simpatia politi- ca bisognava trovarla anche a Palermo, non era certo grillina, ma per il Partito democratico. E con il ritorno del Pd al governo nel Conte bis, nell'agosto del 2019, il capo di Cdp si è trovato come un pinguino in un'insperata glacia- zione.

Insomma, Palermo va d'accordo con tutti, ma non ha un carattere facile.

In Cassa è temuto per i modi spicci e le sfuriate improvvise, oltre che per una spiccata passione per tutto ciò che riguarda la sicurezza e il controllo. Ma nell'interlocuzione con la politica veste panni morbidi e parla direttamente con tutti i leader di partito. La sua piccola maledizione è di dover spiegare sempre che la Cdp non è né la nuova Gepi, né la nuova Cassa del Mezzogiorno.

Inutile dire che all'inizio, tanto Tria quanto Gualtieri, mal sopportavano che il «controllato» Palermo se la ve- desse autonomamente con i segretari di partito di oggi e di ieri, come Massimo D'Alema. Ma hanno dovuto farsene una ragione.

A facilitare l'appeasement con Gual- tieri, poi, è arrivato un fatto abbastanza incredibile: il sostanziale passaggio di Patuanelli da M5s al Pd. Non si sa chi sia stato il regista della sofisticata operazio- ne, se Gualtieri o Palermo o entrambi, ma sono almeno due mesi che il ministro dello Sviluppo economico viaggia in piena sintonia con il collega del Mef, e non solo sul Monte dei Paschi di Siena.

Questo ha rafforzato Palermo. La co- optazione di Patuanelli nel giro giusto, ovvero da quelli dell'«uno vale uno» a quelli de «il Mes ci serve», si è vista chia- ramente sulla partita della Rete unica, l'infrastuttura strategica per lo sviluppo del Paese. Cdp ha il 50 per cento di Open Fiber (insieme a Enel) e il mandato del governo è fondersi con la società della rete Telecom.

Sul tema va in scena un balletto pie- no di ripicche e polemiche da oltre due anni, ma Palermo non ha mai detto una parola fuori posto e ha sempre svolto molo di paciere e mediatore, nonostante sia legittimamente parte in causa. I120 agosto, il capo di Tím, Luigi Gubitosi, aveva dichiarato che «Telecom è favo- revole alla Rete unica solo se avrà la maggioranza».

Patuanelli gli rispo- se il giorno stesso che

«la Rete la fa lo Stato».

Una settimana dopo, ha dato il via libera all'accordo che preve- de Tim al 51 per cento, anche se con una go- vernance che tuteli in modo puntuale il socio pubblico. Insomma, se il governo dà la linea, come nel caso del 5G, Palermo la attua sen- za fare scherzi. Se la linea non è chiara, dà una mano a disegnarla lui, costruendo anche il consenso politico necessario.

È andata così sul delicato dossier di Autostrade, dove per due anni gli amici grillini hanno sparato ad alzo zero sui Benetton minacciando la revoca delle concessioni e altri sfracelli. E poi, con il Pd al governo al posto della Lega, il governo ha deciso di rilevare le quote di Aspì da Atlantia e il compratore, in- caricato anche di trattare sul prezzo con la giusta severità che i contribuenti si aspettano, è la solita Cdp.

Stefano Patuanelli.

ministro dello Sviluppo economico (M5s).

Ma la Cassa è tante cose, dai mutui al- le famiglie ai soldi perle case popolari, dai prestiti agli aeroporti di Malpensa e Linate fino agli studi con gli amici di Ernst&Young e Luiss per affermare che il Mes è cosa buona e giusta (chissà la gioia di Grillo e Di Ma- io). E fa anche politica industriale, come è

CON IL MINISTRO

PATUANELLI

CRESCE lA SINTONIA DOPO IL SUO AVVICINAMENTO ALLE POSIZIONI DEL PD

stato nel caso delle costruzioni, dove Cdp è stata la regista di un'operazione come Progetto Italia, che attorno a Webuild (ex Salini Impregilo) ha costituito un grande polo nazionale, ha salvato i concorrenti in crisi di liquidità e ha blindato le banche creditrici facendole entrare nell'azionariato.

E anche se se ne parla assai meno, la prossima fusione miliardaria tra Sia (con- trollata Cdp) e Nexi nei sistemi di pagamen- to elettronici rischia di essere l'operazione dell'anno a Piazza Affari. Insomma, se i vertici di Cdp sono in scadenza la prossima primavera (e non si sa ancora con quale governo), il pubblico elogio di Salvini lascia immaginare che Palermo abbia di fronte a sé un brillante futuro a prescindere. Almeno per il gran capo di Cdp, lo slogan «andrà tutto bene» avrà un senso. ■

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Banche, pressing Bce ai cda per il Covid

►I prestiti agevolati e le posizioni debitorie "sospese" ►Ieri molti istituti europei hanno risposto a Enria vanno monitorate con informativa costante ai board che in una lettera di luglio sollecitava le informative

IL CASO

R O MA Alert Covid-19 della Bce alle 150 grandi banche europee. In considerazione dell'avvitamento della crisi economica su famiglie e imprese che ne condiziona le ca- pacità finanziarie costringendo le banche, oltre ai governi, a fare pre- stiti a tassi agevolati e moratorie sulle esposizioni, gli istituti devo- no informare i rispettivi cda delle ripercussioni di queste misure straordinarie sulla stabilità dell'in- termediario. Così ieri da Carlo Messina (Intesa Sanpaolo) a Chri- stian Sewing (Deutsche bank), da Jean-Pierre Mustier (Unicredit) a Jose Antonio Alvarez (Santan- der), da Giuseppe Castagna (Ban- co Bpm) a Philippe Brassac (Cre- dit Agricole), i ceo delle 150 istitu- zioni vigilate da Francoforte han- no risposto alla lettera ricevuta a fine luglio da Andrea Enria, capo della Vigilanza europea, con la

A GIORNI SCADE IL PERIODO DI GRAZIA CONCESSO DALL'AUTORITA CHE POTRA RIPRENDERE LE ISPEZIONI INTERNE ALLE ISTITUZIONI

La sede della Bce

quale appunto l'Authority mette- va in guardia sui rischi alla stabili- tà del sistema provocati dalla pan- demia. Un esempio concreto per essere chiari. Il decreto cura Italia ha sospeso il pagamento dei mu- tui per venire incontro alle fami- glie colpite dal lockdown, quindi dalla chiusura delle attività con il ricorso alla cassa integrazione e la diminuzione dei redditi. La so- spensione del rimborso significa che le banche hanno dovuto rin- viare il recupero delle rate dei mu- tui concessi. Ci sono state morato- rie promosse per legge, di sistema (Abi), nuovi finanziamenti a tassi stracciati e con garanzie Mcc e Sa- ce a seconda delle tipologie e cate- gorie di clienti. Ma essendo anche le banche delle aziende devono far quadrare i conti. Ecco l'alert della Vigilanza europea

Tutto ruota sulla necessità di un coinvolgimento degli organi amministrativi delle banche ri-

guardo i presidi messi in piedi di- fronte ai rischi di credito. Tutti i consigli degli istituti, nelle prime riunioni post feriali, sono stati messi al corrente della lettera di Enria di cinque pagine e soprattut- to della documentazione di rispo- sta preparata dai top bankers.

AGEVOLAZIONI E TASSI

L'emergenza pandemia ha creato una soluzione di continuità della politica dei crediti per il con- gelamento dei pagamenti. Le ban- che hanno dovuto predisporre meccanismi di controllo per il mo- nitoraggio della situazione creata- si dalle evoluzioni negative del me- rito di credito. Sempre per venire incontro ai clienti, sono stati con- cordati piani di allungamento del- le scadenze diverse dai prestiti per acquistare casa (mutui). Questi piani di consolidamento sono a scadenza e molte volte i clienti ne chiedono una ulteriore proroga perché gli effetti della crisi colpi-

scono ancora sui redditi. Oltre alla possibilità di interrompere o di al- lungare i prestiti sono state pro- mosse anche donazioni per ospe- dali e Protezione civile.

Tirando le somme, i board de- vono essere al corrente delle cose fatte, degli interventi di monito- raggio nel tempo al fine di scon- giurare spiacevoli sorprese di de- fault con tutte le conseguenze che ne scaturiscono.

Sempre in tema di rapporti Vigi- lanza europea-banche, a breve scade la "grace period" delle ispe- zioni, cioè i sei mesi in cui Bce ha evitato, anche per motivi di sicu- rezza sanitaria, di inviare le sue squadre di ispettore a setacciare gli aspetti organizzativi e gestiona- li delle banche. A breve si ricomin- cia in un contesto che risente forte-- mente della pandemia

r.dim.

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MONDO BANCARIO

A cura de L'Eco della Stampa

SCENARIO BANCHE E RISPARMIO GESTITO Bce: Ieri i ceo delle 150 istituzioni vigilate dalla Banca centrale europea — da Carlo Messina (Intesa Sanpaolo) a Chnstian Sewing

(Deutsche bank). da Jean-

Pierre Mustier (Unicredit) a Jose Antonio Alvarez (Santander). da Giuseppe Castagna (Banco 6pm) a Philippe Brassac (Credit Agricole) - hanno risposto alla lettera ricevuta a fine luglio da Andrea Enria. capo della Vigilanza europea. con la

quale l'Authority metteva in guardia sui rischi alla stabilità del sistema provocati dalla pandemia. In

considerazione dell'avvitamento della crisi

economica su famiglie e imprese che ne condiziona le capacità finanziarie costringendo le banche oltre ai governi. a fare prestiti a tassi agevolati e moratorie sulle esposizioni. gli istituti

devono informare i rispettivi

cda delle ripercussioni di queste misure straordinane sulla stabilità dell'intermediario_ Ci sono state moratorie promosse per legge. di sistema (Abi), nuovi finanziamenti a tassi stracciati e con garanzie Mcc e Sace a seconda delle tipologie e categorie di clienti Ma essendo anche le banche delle aziende devono far quadrare i conti Ecco I`alert della Vigilanza europea Tutto ruota sulla necessità di un

coinvolgimento degli organi

amministrativi delle banche riguardo i presidi messi in piedi difronte ai rischi di credito Tutti i consigli degli istituti. nelle prime riunioni post feriali. sono stati messi al corrente della lettera di Enria di cinque pagine e soprattutto della documentazione di risposta preparata dai top bankers. I board devono essere al corrente delle cose fatte, degli interventi di monitoraggio nel tempo al fine di scongiurare spiacevoli sorprese di default con tutte le conseguenze che ne scaturiscono Sempre in tema di rapporti Vigilanza europea-banche. a breve scade la "grace period" delle ispezioni. cioè i sei mesi in cui Bce ha evitato. anche per motivi di sicurezza sanitaria. di inviare le sue squadre di ispettore a setacciare gli aspetti organizzativi e gestionali delle banche.

Abi — crediti deteriorati: Dal bollettino mensile Abi emerge che continua il trend discendente dei crediti deteriorati in Italia nonostante i crescenti timori per l'accumulo di nuovi Npl a seguito del lockdown. Le sofferenze, infatti. hanno raggiunto a fine luglio quota 24.6 miliardi contro il dato di 31.9 miliardi registrato a fine luglio 2019 (-23%).

Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette.

raggiunto a novembre 2015 (88.8 miliardi) la

riduzione è di oltre 64 miliardi (pari a -72.3%) e rappresenta un livello che riporta a settembre 2009. Altro dato significativo è il rapporto sofferenze nette e impieghi totali che a luglio ha raggiunto il livello minimo dell'i 41 per cento e che rileva anche ai fini dei target richiesti a suo tempo in vari paesi europei per arrivare al completamento dell'Unione bancaria II rapporto era pari all'1.83 per cento nel luglio 2019 e al 4.89% nel novembre 2015 II miglioramento è dovuto anche ad un aumento degli impieghi per via della crescita registrata dai prestiti alle imprese grazie alla garanzie pubbliche. I finanziamenti bancaria famiglie e imprese hanno ripreso a correre II rapporto stima che ad agosto siano aumentati del 3,9°ßo rispetto a un anno fa. a 1.303 miliardi di euro_ e in accelerazione rispetto alla dinamica registrata il mese precedente (+3.2%) Nel mese di luglio i finanziamenti alle imprese hanno registrato un aumento del 4.4% su base annua (+3.6% nel mese precedente mentre a febbraio 2020 si registrava un valore del -1.2%). L'incremento è dell'i 7% per i prestiti alle famiglie (+1 63/0 nel mese precedente). L'effetto delle garanzie si fa sentire anche sui tassi di interesse applicati alle imprese: il tasso medio dei prestiti si attesta al 2.34 per cento. ma quello per le nuove operazioni si ferma all'1.01 per cento contro 11.19 per cento del mese precedente. Sul fronte della raccolta in Italia i depositi sono aumentati. ad agosto 2020. di oltre 110 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +7% su base annuale). mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni. è scesa. negli ultimi 12 mesi. di circa 17 miliardi di euro in valore assoluto (pari a - 7.1%). Ancora una volta Abi ribadisce la sua richiesta di prolungare i termini delle moratorie in modo che le imprese possano agganciare la ripresa prima di dover tomare a pagare i finanziamenti. evitando così rischi di un ritorno dell'aumento degli Npl Il vice dg Gianfranco Torsero ha spiegato. `attendiamo quanto dirà il governatore Ignazio Visco _c'ë attenzione da parte di tutto il settore a che le condizioni di ripresa vengano agganciate. Quando termineranno le moratorie. come quelle pubbliche al 31 gennaio o quelle Abi fino a 24 mesi. solo a quel punto. se le imprese non possono pagare possono diventare posizioni di difficoltà.

Giovanni Bossi (Cherry 106): II banchiere Giovanni Bossi. una vita professionale passata a gestire crediti deteriorati prima alla guida di Banca Ifis e ora di Cherry 106 non Ima

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MONDO BANCARIO

A cura de L'Eco della Stampa

dubbi sulla necessità che la Ue metta mano rapidamente al cambiamento delle norme che riguardano le svalutazioni automatiche di Npl e Utp 'II calendar provisioning — spiega Bossi - ìn vigore è una norma sbagliata perché impone alle banche valutazioni sui crediti Utp e Npl talmente penalizzanti da deformare il loro modello di business. costringendole - se vogliono continuare a erogare finanza all'economia reale - ad aumenti di capitale... Intanto. il calendar provisioning richiede alle banche di trattare nello stesso modo gli incagli. che ora si chiamano unlikely to pay o Utp. e le sofferenze Questo è concettualmente sbagliato e deriva dalla diffidenza del legislatore che ipotizza che le banche preferirebbero tenere i crediti ad incaglio anziché a sofferenza. per accantonare meno_. Il calendar provisioning richiede alle banche di azzerare i crediti deteriorati dopo un periodo di 3 anni per i non garantiti e da 7 a 9 anni per i garantiti. quando sappiamo che i recuperi sono certamente più elevati dello zero che richiede il calendar provisioning. Azzerare automaticamente incagli e sofferenze è un errore valutativo e gestionale gravissimo. Di nuovo.

questo spinge le banche a vendere i crediti con perdite maggiori di quelle che registrerebbero se gestissero il credito deteriorato_ E qualcuno ci guadagna-.

Superbonus 110%: Se per i cittadini comuni i meccanismi del 110% sono ancora in fase di assestamento tra chiarimenti delle Entrate.

assemblee condominiali e studi di fattibilità. c'è una galassia di soggetti (giganti della consulenza fiscale. tributaria e legale_ oltre che istituti di credito) che, già dallo scorso giugno, tratta invece il 110% come una realtà parecchio solida. con un gigantesco potenziale economico_ Muovendosi sottotraccia, allora, si è già consolidata una catena di attori che è destinata a diventare centrale per il nuovo mercato_ Ci saranno le banche. essenziali per sostenere le operazioni di cessione dal punto di vista finanziario Ma come anello irrinunciabile. anche le Big four si sono già tutte mosse per svolgere un ruolo difficile. vigilare sulle operazioni legate al 110% dall'inizio alla fine. offrendo anche tutti i servizi che consentiranno di ottenere il credito fiscale_ Il primo accordo ad essere annunciato. già qualche giorno fa_ è stato quello tra Intesa Sanpaolo e Deloitte.

Nei prossimi giorni sarà ufficializzato un accordo simile tra Unicredit e Pwc: i clienti sul territorio stanno già ncevendo materiale informativo che dà conto dell'offerta e della collaborazione E si andrà ancora avanti. perché a lavorare sul superbonus ci sono anche EY e Kpmg. Cosi. nel giro di poco. i contratti di collaborazione tra le Big

four e gli istituti di credito diventeranno almeno una decina Senza dimenticare che nella partita entreranno anche le compagnie dì assicurazione.

Borsa Spali: La cordata italo-francese. composta da Eurºnext. Cdp Equity e Intesa Sanpaolo_ ha passato la prima fase per l'acquisizione di Borsa spa (un gruppo da 500 milioni di fatturato_ con un ebitda margin medio del 60%) dopo aver presentato l'offerta non vincolante venerdì scorso accanto ai concorrenti svizzeri di Six (sostenuti da Credit Suisse e Ubs) e ai tedeschi di Deutsche Bòrse. La nuova deadline per la consegna.

questa volta. della proposta vincolante. alla quale abbinare le tempistiche previste per l'uscita di Borsa dal London Stock Exchange. è stata fissata. secondo fonti dirette di mercato a venerdi 16 ottobre Non si esclude che la proposta della cordata italo-francese. con la supervisione del ministro Roberto Gualtieri. sia migliorata sul fronte del prezzo. ben sapendo che gli svizzeri hanno messo in campo oltre 4 miliardi per Borsa spa e la sue controllate Mts (la piattaforma europea dei titoli di Stato) ed Elite (la società che coordina 1.500 pmi non quotate) Pagare subito un prezzo molto alto per aggiudicarsi il gruppo italiano_ fa notare un banchiere. toglie però anche risorse per gli investimenti futuri su Pia»a Affari. Intanto il presidente di Intesa Sanpaolo. Gian Maria Gros Pietro. ha detto ieri che «Borsa Italiana è un soggetto estremamente interessante Per noi deve essere soprattutto un buon investimento e lo

è anche per

gli altn. quindi c'è competizione» Intanto i tedeschi. con l'aiuto di Claudio Costamagna.

stanno cercando un partner italiano da coinvolgere nell'operazione per un potenziale co- investimento_ L'acquisizione di Borsa rappresenta per i tedeschi un'opportunità unica per rafforzare i mercati europei dei capitali post-Brexit. La Capital Markets Union è considerata essenziale per preservare la competitività dell'Europa a livello globale e per rafforzare le economie nazionali Le società integrate all'interno di Deutsche Borse (Axioma'Qontingo. Stoxx 360T). per esempio.

hanno mantenuto la loro autonomia beneficiando della crescita del gruppo (fatturato netto 20152019. +6.1%) Francoforte. nonostante 2.9 miliardi di ricavi annuì. potrebbe non incontrare problemi di Antitrust Ue con Borsa spa. secondo alcune fonti tedesche. Intanto si fa notare che l'attuale ceo Theodor Weimer. ex Goldman Sachs. ha lavorato per 10 anni anche in Unicredit.

puma a capo dell. investiment banking e in seguito in Hvb Forse - è l'ipotesi che si formula- un alleato in Italia esiste già.

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