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Acquedotto del Fiora S.p.A.

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Academic year: 2022

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Autorità Idrica Toscana

RELAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO - QUALITÀ TECNICA E PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

Acquedotto del Fiora S.p.A.

Indice

1 Caratteristiche della gestione e del territorio ... 3

1.1 Perimetro della gestione e servizi forniti ... 3

1.2 Caratteristiche del territorio ... 4

1.3 Quadro Normativo Regionale di riferimento ... 7

2 Prerequisiti ... 10

2.1 Disponibilità e affidabilità dei dati di misura dei volumi ... 10

2.2 Conformità alla normativa sulla qualità dell’acqua distribuita agli utenti ... 11

2.3 Conformità alla normativa sulla gestione delle acque reflue urbane ... 11

2.4 Disponibilità e affidabilità dei dati di qualità tecnica ... 11

3 Standard specifici di qualità tecnica ... 14

4 Standard generali di qualità tecnica ... 16

4.1 M1 – perdite idriche ... 16

4.1.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ... 16

*previsione4.1.2 Interventi selezionati ... 17

4.1.2.1 Investimenti infrastrutturali ... 17

4.1.2.2 Interventi gestionali ... 17

4.2 M2 – interruzioni del servizio ... 17

4.2.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ... 17

4.2.2 Interventi selezionati ... 19

4.2.2.1 Investimenti infrastrutturali ... 19

4.2.2.2 Interventi gestionali ... 19

4.3 M3 – qualità dell’acqua erogata ... 19

4.3.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ... 19

4.3.2 Interventi selezionati ... 21

4.3.2.1 Investimenti infrastrutturali ... 21

4.3.2.2 Interventi gestionali ... 22

4.4 M4 – adeguatezza del sistema fognario ... 22

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4.4.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ... 22

4.4.2 Interventi selezionati ... 23

4.4.2.1 Investimenti infrastrutturali ... 23

4.4.2.2 Interventi gestionali ... 24

4.5 M5 – smaltimento fanghi in discarica ... 24

4.5.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ... 24

4.5.2 Interventi selezionati ... 24

4.5.2.1 Investimenti infrastrutturali ... 24

4.5.2.2 Interventi gestionali ... 25

4.6 M6 – qualità dell’acqua depurata ... 25

4.6.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi ... 25

4.6.2 Interventi selezionati ... 25

4.6.2.1 Investimenti infrastrutturali ... 25

4.6.2.2 Interventi gestionali ... 26

5 Ulteriori elementi informativi ... 26

5.1 Interventi finalizzati ad obiettivi diversi da quelli di qualità tecnica ... 26

5.2 Note e commenti sulla compilazione del file di raccolta dati ... 27

6 Eventuali istanze specifiche ... 34

6.1 Istanza per mancato rispetto di alcuni prerequisiti ... 34

6.2 Istanza per operazioni di aggregazione gestionale ... 34

6.3 Istanza di valutazione cumulativa biennale degli obiettivi ... 34

6.4 Altro ... 34

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1 Caratteristiche della gestione e del territorio

Con Determina ARERA 1/2018 l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha fornito lo schema tipo per la redazione del Programma degli Interventi che costituisce parte integrante della Raccolta Dati Tariffari per il periodo 2018 – 2019.

Preso atto della dichiarazione del legale rappresentante del gestore Acquedotto del Fiora trasmessa all’AIT in data 16 luglio 2018 e attestante la veridicità dei dati rilevanti ai fini della disciplina della qualità tecnica, a conclusione dell’attività di verifica e validazione di cui all’art. 23 Allegato A Deliberazione ARERA n. 917/2017, si attesta la completezza e validità dei dati tecnici che vengono trasmessi all’ARERA all’interno del RDT 2018, evidenziando che non sono state apportate modifiche rispetto ai dati definitivi trasmessi dal Gestore.

Si precisa infine che la presente relazione, con contestuale programmazione degli interventi e predisposizione tariffaria, è già stata approvata nel luglio 2018 dall’Autorità Idrica Toscana (AIT) e, rispetto a tale approvazione, per il biennio 2018-2019 si mantengono inalterati obiettivi ed interventi. Ad oggi tale valutazione è integrata, viceversa, dalla richiesta di Acquedotto del Fiora di estendere il periodo della concessione di affidamento dal 2026 al 2031. Tale proposta permette di effettuare una notevole mole di investimenti in più dal 2020 al 2031 (+251 milioni di €) di cui 125 milioni di € entro il 2026. Tale nuovo piano prevede interventi importanti di carattere strategico e investimenti a garanzia del raggiungimento degli obiettivi RQTI altrimenti difficilmente perseguibili con il programma degli interventi al 2026. Tale programma infatti presenta somme a disposizione estremamente esigue negli ultimi anni. Si rimanda per i dettagli inerenti la programmazione post 2019 all’istruttoria AIT e al materiale ulteriore allegato.

1.1 Perimetro della gestione e servizi forniti

Acquedotto del Fiora è dal 01.01.2002 il Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato nella Conferenza Territoriale n. 6 "Ombrone” dell'Autorità Idrica Toscana. Rappresenta la più vasta della regione, dopo quelle che agiscono in ATO con perimetro regionale, con un'estensione di 7.586 kmq e una popolazione residente pari a oltre 403.084 unità (dato ISTAT al 30.11.2017), per una densità abitativa poco superiore a 51 ab/kmq. La valenza turistica del territorio è particolarmente rilevante sia nelle zone interne, dove abbondano centri storici ed aree naturali e paesaggistiche di rilevanza mondiale, sia nelle aree costiere, dove ovunque vi sono centri balneari di eccellenza a livello europeo. Per questa valenza, si stimano poco meno di 300.000 fluttuanti sostanzialmente concentrati nel periodo estivo.

La società gestisce l'insieme dei servizi di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue di 55 comuni delle province di Grosseto e Siena.

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1.2 Caratteristiche del territorio

Il territorio gestito da Acquedotto del Fiora è morfologicamente caratterizzato dalla prevalenza di territori collinari con pochissimi rilievi che oltrepassano i 1000 m slm (Monte Amiata, 1736 m, Monte Cetona, 1140 m, e rilievi delle Colline Metallifere, comprese tra i 1000 ed i 1060 m). Dei 55 comuni afferenti all’ATO, 19 presentano territori interamente montani (come definiti da LR 82/2000) ed altri 13 varie porzioni montane. Nonostante che i rilievi collinari presentino energie di rilievo modeste, la loro costituzione geologica con terreni incoerenti in gran parte post-orogenici rende elevato il rischio geomorfologico che coinvolge non solo le strutture a rete ma anche numerosi impianti.

Il territorio è stato ripartito in tre Aree Gestionali – l’Area Costa, l’Area Montagna e l’Area Senese – individuate suddividendo i Comuni per caratteristiche territoriali, demografiche e di approvvigionamento idrico, nonché per problematiche gestionali ed operative omogenee.

La struttura gestita si compone di oltre 8.000 km di reti acquedottistiche (escluso derivazioni d’utenza) che si dipartono da 530 captazioni e 860 serbatoi e che sono a servizio di circa 231.000 utenze idriche. Oltre 9 milioni di mc sono inviati ai 40 impianti di trattamento per rendere potabile la risorsa, 11 dei quali sono di tipo “osmosi inversa” (per una produzione in uscita di circa 1 milione di mc). I consumi idrici si attestano intorno ai 30 milioni di mc annui.

I circa 3200 km di rete fognaria collettano i reflui prodotti dalle utenze, di tipo domestico o assimilabile per oltre il 99%, a 300 impianti di depurazione (di cui 94 a fanghi attivi) e 383 scarichi non depurati. Completano il quadro infrastrutturale circa 610 scaricatori e 590 sollevamenti (315 di acquedotto e 275 di fognatura).

Il sistema acquedottistico è alimentato per oltre il 95% da risorse sotterranee appartenenti ad una trentina di acquiferi. La gran parte della risorsa proviene da 5 acquiferi aventi caratteristiche di tipo regionale, cioè con un’importante funzione di regolazione nell’ambito del ciclo dell’acqua. Il loro contributo al volume di acqua sotterranea prelevato dall’ambiente è raffigurato nel diagramma seguente che si riferisce all’anno 2011 che può essere ritenuto come un anno climaticamente

“normale”.

Gli altri acquiferi, che forniscono complessivamente poco più del 10% della risorsa sotterranea utilizzata per S.I.I., sono di natura superficiale, legati cioè a circuiti locali e quindi in rapida dipendenza del regime climatico.

Le variazioni climatiche, anche estreme, osservate nell’ultimo decennio possono tuttavia incidere significativamente su tali percentuali ed in particolare su quelle delle sorgenti ragion per cui, in caso di riduzione delle portate, si può registrare un sensibile aumento dei volumi prelevati dai corpi idrici posti più a valle mediante pozzi.

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La rete acquedottistica è complessivamente caratterizzata da 2 principali dorsali adduttrici che trasportano a valle la risorsa effluente dall’acquifero del Monte Amiata:

• dorsale del Fiora, che adduce la risorsa dalle sorgenti di Santa Fiora, pari a più della metà della risorsa disponibile dall’acquifero (oggi oltre 800 l/s), alla quasi totalità della provincia di Grosseto ed ai comuni di Montalto di Castro ed Onano, nel Lazio, per una lunghezza degli assi di primo ordine di oltre 340 km;

• dorsale del Vivo, che adduce la risorsa proveniente da un complesso di fonti poste sul lato settentrionale della montagna del Vivo d’Orcia (oggi oltre di 150 l/s) a gran parte della provincia di Siena ed alcuni comuni afferenti alla Conferenza Territoriale n. 4, con due assi di primo ordine della lunghezza complessiva di oltre 150 km.

Ad esse si aggiunge una dorsale di minore rilevanza idraulica ma di fondamentale importanza per l’approvvigionamento della città di Grosseto e di molte zone rurali della provincia di Grosseto denominata “Arbure”, che adduce circa 70 l/s dall’omonima sorgente per una lunghezza complessiva di 53 km dell’asse primario.

La risorsa proveniente da queste dorsali viene integrata con risorsa locale sotterranea, talora anche in proporzioni superiori; in tre casi (Follonica, Rapolano e San Casciano dei Bagni) l’integrazione avviene con risorsa superficiale (invasi) opportunamente potabilizzata anche mediante trattamenti fisico-chimici spinti.

Tali integrazioni, spesso con acqua ad elevato tenore di solfati, cloruri, ferro e manganese per caratteristiche geochimiche peculiari, danno luogo ad un complesso sistema di miscelazioni. In alcuni casi i tenori sono talmente elevati che nonostante la miscelazione con le acque provenienti dal Monte Amiata si rendono necessari trattamenti di potabilizzazione. In altri casi, peraltro, a tali elementi primari si accompagnano elementi accessori ma pericolosi per la salute umana come il mercurio ed il boro che quindi richiedono trattamenti specifici.

A proposito di qualità dell’acqua, si ricorda come alcune fonti di approvvigionamento, alcune delle quali attestate proprio nell’acquifero del Monte Amiata, presentino tenori in As superiori alla

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norma, ragion per cui si è dovuti ricorrere alla realizzazione di ben 6 impianti di abbattimento specifici per questo elemento.

Infine, va ricordata la situazione particolare del Comune di Isola del Giglio approvvigionato unicamente mediante desalinizzazione dell’acqua mare.

La combinazione tra tipologia di risorsa, se proveniente da acquiferi locali o regionali, e sistema idraulico singolo (fonte-serbatoio-distribuzione) o complesso (rete di distribuzione collegata a più fonti e più serbatoi) determina ovviamente il rischio di carenza idrica per scarsità alla fonte illustrato nella figura seguente.

L’impatto dei rischi ambientali in relazione ai mutamenti climatici ed all’uso del territorio rappresenta dunque l’elemento più critico di un territorio che sta cercando di strutturare e consolidare la propria vocazione ambientale e turistica.

Tuttavia, sotto il profilo più tipicamente gestionale, vi sono altre criticità di grande rilevanza, prima fra tutti la vetustà delle reti sia come età dei materiali ma anche come concezione idraulica delle stesse. Le stesse dorsali, che costituiscono l’anima del sistema, sono state realizzate oltre 50 anni fa (addirittura quella del Vivo ha oltre un secolo) secondo una visione statica che vedeva una portata di adduzione massima corrispondente ai fabbisogni presunti dei successivi 50 anni. Oltre ad essere trascorsi quei 50 anni, le previsioni sono state spesso disattese per eccesso e la realtà del territorio e

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dell’ambiente vede oggi la necessità di gestire il prelievo ed il trasporto dell’acqua in modo dinamico secondo esigenze variabili in una forbice ben più ampia di quanto possibile con le strutture esistenti. Tale obsolescenza concettuale delle reti è ancora più drammatica nella distribuzione, dove nel tempo le condotte sono state estese e collegate sulla base di esigenze contingenti e non secondo adeguate progettazioni. Ciò ha portato ad una ramificazione incontrollata dei sistemi (cioè senza dispositivi idraulici di servizio e controllo) nonché alla instaurazione di regimi di pressione inadeguati.

Nel settore depurazione la situazione è abbastanza complessa anche se negli ultimi anni la Regione Toscana insieme all’Autorità Idrica, alle altre istituzioni competenti ed ai Gestori ha prodotto non solo un quadro conoscitivo esaustivo ma anche un programma di interventi mirato a superare sia le situazioni causa di contestazione da parte delle Autorità comunitarie sia quelle che comunque possono rappresentare criticità nel rispetto della norma e nella tutela delle acque (DPGR 143/2015 e la Legge Regionale 5/2015).

D’altra parte, la particolarità del territorio dell’ATO 6, costituito da centinaia di borghi medievali spesso arroccati su speroni di roccia, che lo rendono famoso in tutto il mondo, fa sì che realizzare impianti di trattamento a servizio di scarichi non depurati provenienti da agglomerati con così bassa potenzialità sia oltre che oneroso anche molto complesso a causa delle difficoltà di individuazione di siti adatti e di esecuzione dei lavori.

1.3 Quadro Normativo Regionale di riferimento

A livello regionale le principali leggi che hanno recepito e reso operativa la normativa sovra ordinata, creando vincoli per la pianificazione degli interventi del Servizio Idrico Integrato, sono riportate nella tabella seguente:

Oltre a tali normative, da segnalare di particolare rilievo:

− L.R. 80/2015 del 28 dicembre 2015 n. 80 “Norme in materie di difesa del suolo tutela delle risorse idriche e tutela della costa e degli abitati costieri “;

− L.R. 10/2018 del 21 febbraio 2018 Disposizioni in materia di servizio idrico. Modifiche alla l.r.

69/2011.

In attuazione delle sopra richiamate leggi la Regione Toscana ha emanato, con atti della Giunta e del Consiglio, regolamenti, linee guida e classificazioni di seguito ricordate:

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Oltre a tali atti, da segnalare di particolare rilievo:

− DPGR n. 61/R (Regolamento di attuazione dell’articolo 1 commi 1 e 2 della legge regionale 28 dicembre 2015 n. 80), recante disposizioni per l’utilizzo razionale della risorsa idrica e per la disciplina dei procedimenti di rilascio dei titoli concessori e autorizzatori per l’uso di acqua;

− DPGR n. 78 del 16 giugno 2017, Crisi Idrica 2017. Dichiarazione stato di emergenza regionale relativamente a tutto il territorio regionale ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 24/2012.

La parte III del Decreto Legislativo 152/06 costituisce il corpo principale delle norme per la tutela delle acque ed attua un recepimento compiuto della direttiva quadro delle acque 2000/60 CE implementandone le principali scelte. In questo contesto il decreto legislativo, come il precedente Decreto legislativo 152/99, attribuisce alle Regioni un ruolo centrale nell’ attuazione delle attività necessarie al perseguimento dell’obiettivo “buono” nella qualità dei corpi idrici entro il 2015, affidando loro l’esercizio di quattro ruoli chiave:

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− pianificazione ed attuazione del monitoraggio della qualità delle acque;

− redazione ed approvazione del Piano di tutela delle acque;

− disciplina del regime degli scarichi delle acque reflue;

− disciplina di un gruppo di materie specifiche (aree sensibili, zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, acque meteoriche, acque di restituzione, acque destinate all’ utilizzazione agronomica), essenziali al corretto esercizio delle competenze relative alla tutela delle acque.

La Regione Toscana ha attuato il percorso indicato dalle norme comunitarie e nazionali attraverso i seguenti atti:

− definizione e messa a regime della rete di monitoraggio, adeguandola nel 2001 e da ultimo nel 2010, alle norme vigenti. I corpi idrici superficiali e sotterranei oggetto di monitoraggio e la relativa rete sono stati definiti rispettivamente dalle deliberazioni di Giunta n. 937/2012 e n.

100/2010;

− definizione delle norme per la tutela delle acque dall’inquinamento, attraverso la predisposizione della L.R. 20/2006 (come modificata da: - L.R. 28/11/2006, n. 60 - L.R.

03/03/2010, n. 28,- L.R. 21/03/2011, n. 10, - L.R. 10/10/2011, n. 50, - L.R. 28/12/2011, n. 69, - L.R. 27/03/2012, n. 12, - L.R. 09/08/2013, n. 47);

− definizione delle norme per far fronte alle situazioni di emergenza idrica;

− approvazione del Piano del Tutela delle Acque con delibera del Consiglio Regionale n. 6 del 25 gennaio 2005; successivamente adeguato alle disposizioni statali intervenute (D.M. 131/2008, D.M. 56/2009, di modifica dell’allegato 1 alla parte III del D.Lgs 152/2006, D.lgs. 30/2009 relativa alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e deterioramento) con le Deliberazioni di Giunta Regionale n. 416/2009, n. 100/2010 e n. 937/2012.

Insieme alle tematiche inerenti la tutela delle acque, la normativa regionale ha riorganizzato il Servizio idrico integrato in Toscana, attraverso la Legge regionale 28 dicembre 2011, n. 69

“Istituzione della Autorità idrica toscana e delle Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani” promulgata in attuazione dell’articolo 2, comma 186 bis, della L.191/2009 (legge finanziaria 2010) e del DPCM 25 marzo 2011, in forza dei quali le esistenti Autorità di ambito territoriale (AATO) del servizio idrico integrato venivano soppresse alla data del 31 dicembre 2011.

La L.R. 69/2011 riordinando e rendendo più funzionale la disciplina del servizio idrico integrato, istituisce quindi un unico ambito territoriale ottimale per la Toscana. Le funzioni precedentemente svolte dalle sei Autorità di Ambito (AATO) ovvero la programmazione, l’organizzazione ed il controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato, vengono trasferite all’Autorità idrica toscana (AIT), ente rappresentativo di tutti i comuni appartenenti all’ambito territoriale ottimale, nell’ottica di arrivare, a regime, ad una gestione unica del servizio.

Con questa legge inoltre viene potenziato il ruolo della Regione, in relazione all’ individuazione e realizzazione degli interventi di interesse strategico regionale e all’attribuzione di poteri sostitutivi sia per garantire la realizzazione delle infrastrutture, sia per assicurare l’adempimento da parte dei soggetti gestori degli obblighi contrattuali e di quelli derivanti direttamente dalla legge.

La questione del risparmio idrico per gli usi potabili è trattata in un apposito articolo della legge regionale 69/2011 la quale rimanda ad uno specifico regolamento che detti disposizioni per la riduzione e l’ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a terzi dal gestore del servizio idrico integrato attraverso l’adozione, da parte degli utenti del servizio stesso, di comportamenti miranti al conseguimento di obiettivi di risparmio e di tutela della risorsa destinata al consumo umano. La legge regionale n. 69/2011 affronta anche la questione della disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano erogate a terzi mediante impianto di pubblico acquedotto, rimandando le specifiche tecniche ad un regolamento regionale che ancora non è stato emanato.

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Relativamente all’emergenza idrica il riferimento normativo regionale è, in particolare, la Legge Regionale 24/2012, uno strumento ordinario le cui disposizioni si attivano a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza regionale e che disciplina le azioni volte a contrastare le situazioni di crisi nel rispetto della tutela del patrimonio idrico esistente. In particolare nella legge sono disciplinate le modalità operative e l’attuazione degli interventi finalizzati al superamento delle situazioni di emergenza idrica ed idropotabile che, per la loro peculiarità di fenomeni non improvvisi, possono essere gestite in maniera diversa dalle altre calamità. Lo strumento primario è individuato nel piano straordinario di emergenza, approvato dal Presidente della Giunta Regionale, che contiene interventi e misure atti a garantire l’omogeneità delle azioni intraprese e contestualmente a verificarne la sostenibilità in ordine ad una corretta gestione della risorsa che si concretizza anche attraverso il risparmio idrico ed un equo riparto tra i diversi usi ed utilizzatori.

Relativamente all’emergenza idrica 2017 la Regione Toscana con DPGR n. 78 del 16 giugno 2017 ha dichiarato per tutto il territorio ragionale, lo stato di emergenza regionale per condizioni di siccità ai sensi dell'art. 11 comma 2 lett. a) L.R. 67/2003, impegnando le strutture regionali a predisporre un piano regionale per l’emergenza idrica, che individuasse:

• la mappa delle situazioni di crisi in essere e di quelle “attese”;

• il programma degli interventi per il recupero delle perdite in rete;

• le ulteriori misure e interventi distinti in immediatamente attivabili, di breve e di medio periodo, da individuare tenuto conto dei diversi usi della risorsa idrica e in ragione degli scenari evolutivi possibili per le attuali fonti di approvvigionamento;

• i costi, i tempi e le procedure di attuazione dei diversi interventi;

• i soggetti responsabili e quelli coinvolti.

In attuazione del sopra citato decreto è stato predisposto da parte delle strutture regionali competenti, in raccordo con l’Autorità Idrica e i soggetti Gestori, il “Piano straordinario di emergenza per la gestione della crisi idrica ed idropotabile”.

2 Prerequisiti

2.1 Disponibilità e affidabilità dei dati di misura dei volumi Il volume di processo totale è stato calcolato dal Gestore come segue:

WPtot = A02 + A05 + A07 + A08, di cui la quota misurata WPm viene riportata nella tabella che segue.

WUtot = A20 (volume fatturato dichiarato nel bilancio societario): nel caso di Acquedotto del Fiora A20 (volume fatturato) coincide con A10 (volume misurato consegnato alle utenze) dal momento che A11 (volume consumato dalle utenze e non misurato) equivale alla sola stima del volume in uscita dai fontanelli (essendo pochissime le utenze a lente tarata viene assunto pari a 0 il volume ad esse corrispondente).

WUm coincide con il dato del fatturato misurato (ultimo aggiornamento disponibile al 15 maggio 2018).

Nella tabella che segue vengono riportati i dati inseriti in RDT:

2016 2017

WPtot (mc) 64.235.058 67.796.603

WPm (mc) 62.120.057 65.224.307

WP (%) 96,7% 96,2%

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WUtot (mc) 29.400.000 29.400.000

WUm (mc) 29.180.952 29.385.782

WU (%) 99,3% 100,0%

Il prerequisito 1 risulta rispettato.

2.2 Conformità alla normativa sulla qualità dell’acqua distribuita agli utenti Ai sensi dell’art. 21 della RQTI, indicare se il gestore risulta:

a) essersi dotato delle procedure per l’adempimento agli obblighi di verifica della qualità dell’acqua destinata al consumo umano ai sensi del D.Lgs. 31/2001 e s.m.i.;

SI

b) aver applicato le richiamate procedure; SI

c) aver ottemperato alle disposizioni regionali eventualmente emanate in materia; SI d) aver eseguito il numero minimo annuale di controlli interni eseguiti, ai sensi

dell’art. 7 del D.Lgs. 31/2001 e s.m.i. SI - 691

In data 16 luglio 2018 è stata trasmessa dal Gestore la dichiarazione di conformità al D. Lgs.

31/2001.

Il prerequisito 3 risulta pertanto rispettato.

2.3 Conformità alla normativa sulla gestione delle acque reflue urbane

Nel territorio gestito Acquedotto del Fiora non esistono agglomerati oggetto delle condanne della Corte di Giustizia Europea - pronunciate il 19 luglio 2012 (causa C565/10) e il 10 aprile 2014 (causa C-85/13) - e non ancora dichiarati conformi alla direttiva 91/271/CEE, alla data del 31 dicembre 2017.

Risulta pertanto che il prerequisito di cui all’art. 22 della RQTI sia soddisfatto.

Sono tuttora presenti degli agglomerati in procedura d’infrazione (2014/2059 EU-Pilot):

• Abbadia San Salvatore - è stato dotato di un impianto di depurazione entrato in esercizio nel corso del 2017.

• Arcidosso - è prevista la realizzazione, entro il 2020, di un nuovo depuratore con capacità di progetto di 4.000 AE, sufficiente per il carico derivante dall’agglomerato. I lavori del lotto della fognatura (collettamento della rete fognaria esistente al depuratore in progetto) sono conclusi.

• Manciano – sarà terminato l’impianto di depurazione entro il 2018.

• Montalcino – è previsto, entro il 2020, il completamento delle dorsali di collegamento delle acque reflue all'impianto esistente di Torrenieri da 10.000 AE.

2.4 Disponibilità e affidabilità dei dati di qualità tecnica

In esito all’attività di validazione posta in essere dall’AIT sui dati forniti dal gestore Acquedotto del Fiora in attuazione dell’art. 23 Allegato A delibera ARERA 917/2017, si conclude quanto segue.

a) Verifica di completezza:

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I dati 2015, compilati dal Gestore, sono stati verificati dall’AIT anche mediante il confronto con i dati precompilati forniti da ARERA. Vengono indicati al successivo paragrafo 5.2 i dati modificati rispetto alla versione precompilata.

I dati di riferimento per gli M sono completi.

Si segnala solo che la lunghezza della rete fognaria nera (Ln) non è stata compilata in ragione del fatto che il gestore sta implementando la ricognizione delle reti e, in attesa di un dato più veritiero circa la suddivisione tra rete mista e nera, in questa fase è stata assimilata tutta a rete mista, trattandosi questa in ogni caso della rete prevalente nel territorio gestito.

Gli ulteriori dati tecnici sono completi, ad esclusione dei seguenti dati: UtTmis_acc, UtTmis_pacc, UtTmis_nacc, UtTmis_funz, che non sono stati forniti per il 2016 dal momento che Acquedotto del Fiora è rientrato nella casistica di cui alla Delibera n. 43/2017/R/IDR che ha previsto la prima rendicontazione a marzo 2018 con riferimento all’annualità precedente (2017). Pertanto, per quanto riguarda i dati 2016, sono stati inseriti solo quelli disponibili in quanto già trasmessi all’EGA in adempimento all’obbligo di comunicazione dati gestionali.

b) Verifica di correttezza

L’assenza di dati palesemente errati è stata verificata attraverso:

• il confronto tra dati corrispondenti 2015, 2016 e 2017 così da mettere in luce eventuali variazioni anomale tra i diversi anni;

• il controllo della coerenza dei valori inseriti a livello di ordine di grandezza o di coerenza con altri dati tecnici dell’RDT;

• il confronto tra valori analoghi riportati dai diversi Gestori, così da mettere in luce eventuali anomalie negli ordini di grandezza.

Dal confronto dati 2015, 2016 e 2017 sono risultati alcuni scostamenti per i quali, sentito il Gestore per le vie brevi, sono infine stati valutati positivamente i dati inseriti.

In particolare:

Ldrp (lunghezza rete sottoposta a ricerca perdite): è stato osservato un valore molto più basso nel 2016 rispetto al 2015 e al 2016.

Su richiesta di chiarimenti, il Gestore ha comunicato che nel 2016 è stato concluso il contratto con Ingegnerie Toscane per la ricerca perdite, avviando invece quello per la modellazione. Di conseguenza il gestore ha provveduto ad organizzare la ricerca perdite con solo personale interno, cosa che ha richiesto tempo sia in fase organizzativa sia in fase di rendicontazione anche alla luce del switch tra il vecchio sistema gestionale (Confluence) ed il nuovo (SAP).

Sia per il 2016 che per il 2017, Nscar,ctrl = Nscar,isp: il Gestore ha confermato che ogni scaricatore è stato ispezionato almeno una volta nel corso di ciascuno dei due anni.

c) Verifica di coerenza con il PdI

Il PdI ha coerentemente programmato gli investimenti evolutivi in relazione agli obiettivi annuali dei macro-indicatori.

d) Verifica di congruità

Per la congruità dei dati 2016 si è fatto riferimento ai dati del DB infrastrutture (DBI), ai registri degli standard organizzativi e ai dati gestionali con tutte le difficoltà indicate in premessa al presente paragrafo. Per i dati 2017, risultano essere stati consegnati i dati gestionali 2017, mentre i registri degli standard organizzativi e il DBI, in consegna al 30 giugno 2018, non sono stati tendenzialmente utilizzati ai fini della validazione per il poco tempo a disposizione per chiudere la validazione.

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Per le perdite e comunque per dati correlati allo standard M1 si è fatto riferimento al documento di rilevazione perdite acquedotto (rif. DM 99/97) e ai dati gestionali, ed è stata verificata la corrispondenza tra i volumi DM 99/97 e quelli da bilancio idrico ARERA.

Per la qualità dell’acqua potabile e comunque per i dati correlati allo standard M3 non si è fatto riferimento al registro QUAP degli standard organizzativi AIT per la validazione dei dati in quanto il registro si riferisce a tutte le analisi svolte, non soltanto a quelle a valle della potabilizzazione come invece l’RDT prevede, e non include le controanalisi di superamento delle non conformità.

Sono stati pertanto richiesti i registri dei campionamenti interni (anno 2016, anno 2017). E’ stato riferito dal Gestore che i registri trasmessi contengono esclusivamente i campioni a valle dei potabilizzatori. L’analisi dei registri ha consentito le verifiche dei seguenti dati inseriti dal Gestore in RDT: CACQ-tot, CACQ-cnc, CACQ-cnc-A/B, CACQ-cnc-C, PACQ-tot, PACQ-pnc, PACQ- pnc-A/B, PACQ-pnc-C.

Per il sistema fognario e comunque per dati correlati allo standard M4 si è fatto riferimento a DB Infrastrutture, standard organizzativi e dati gestionali per la verifica dei seguenti dati: Allm+Sversn (2016), Allm+Sversn (2017), Lf (2016), Lf (2017), NScartot(2016), Nscarnorm(2016), Nscarril(2016), Nall,FOG (2016), Nall,FOG (2017).

Per lo smaltimento del fango di depurazione e comunque per dati correlati allo standard M5 si è fatto riferimento ai dati gestionali e alla rilevazione perdite fognarie per la verifica dei seguenti dati:

∑SSout,imp(2016), ∑SSout,imp(2017), ∑SSdisc,imp(2016), ∑SSdisc,imp(2017),

∑SSrec,imp(2016), ∑SSrec,imp(2017), ∑MFtq,out,imp(2016), ∑MFtq,disc,imp.

Per la qualità dell’acqua depurata e comunque per dati correlati allo standard M6 e a G6.1, G6.2 e G6.3 è stato richiesto il registro dei campionamenti interni (anno 2016, anno 2017).

Le verifiche effettuate hanno consentito la validazione dei seguenti dati: ∑Cimp,DEP-tot,

∑Cimp,DEP-cnc, ∑Cimp,DEP-cnc,T1, ∑Cimp,DEP-cnc,T2, ∑Cimp,DEP-cnc,T1-2, ∑Cimp,DEP- cnc,T4, ∑Cimp,DEP-tot3, ∑Cimp,DEP-cnc3, ∑Pimp,DEP-tot, ∑Pimp,DEP-pnc.

e) Verifica dei grado di certezza dei dati

E’ stata fornita dal Gestore l’informazione in rapporto a quanti dati alla base degli M siano stati misurati/rilevati/derivati e viceversa stimati come si riporta di seguito:

Grandezza

Misurato/

Stimato/

Derivato

Criterio di Stima

WLTOT Misurato

WLTOT Misurato

ΣWIN Stimato Eventi riportati in Standard Organizzativi + 20% stimato per basse pressioni. Mancano tutti gli eventi collegati a crisi idrica 2017.

ΣUI*tI Misurato

Wmax Stimato Come concordato, Wmax = Wgg + stramazzi sorgenti principali.

Wgg Stimato Come concordato, Wgg = volume immesso in rete nel mese di max consumo.

UWSP_real Misurato

CACQ-cnc; CACQ-tot Misurato PACQ-pnc; PACQ-tot Misurato

BreakFOG Misurato

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Grandezza

Misurato/

Stimato/

Derivato

Criterio di Stima

Lisp,m; Lisp,b;

Lisp,n Stimata

In funzione dei km dei centri abitati. In merito alla rete fognaria gestita non essendo ancora stato completato il censimento non è stato possibile effettuare una distinzione tra la rete fognaria

esclusivamente nera e quella mista pertanto il dato viene fornito in modo aggregato compilando il solo campo dedicato alla mista che comunque è prevalente.

Allm; Allb;Sversn Misurato

Lm;Lb;Ln Stimato

La lunghezza della rete ispezionata è stata determinata in funzione del numero di sopralluoghi a fronte di segnalazione guasti su rete fognaria x 50 m (assumendo che l’operatore nel ricercare la rottura apra il pozzetto a monte e quello a valle) cui sono stati aggiunti i km relativi alla lunghezza della rete su cui è stato effettuato rilievo plano-altimetrico.

NScartot; NScarnorm; NScarctrl

Misurato

SSdisc,imp Derivato Derivato da pesatura dei fanghi umidi e da misura dell’umidità a campione.

SSout,imp Derivato Derivato da pesatura dei fanghi umidi e da misura dell’umidità a campione.

MFtq,disc,imp;

MFtq,out,imp Misurato

Utot,DEP Misurato

Cimp,DEP-cnc;

Cimp,DEP-tot Misurato

Pimp,DEP-pnc;

Pimp,DEP-tot Misurato

Il grado di certezza dei dati è stato ritenuto accettabile.

3 Standard specifici di qualità tecnica

Gli standard specifici previsti dalla RQTI sono in qualche modo già previsti dalla Carta del Servizio del Gestore, anche se con limiti temporali diversi e – in particolare per lo standard S2 relativo al tempo di attivazione del servizio di emergenza - con definizioni non esattamente corrispondenti. Si sottolinea che la Carta vigente non prevede alcun eventuale indennizzo alle utenze: ciascuno sforamento rispetto allo standard previsto concorre infatti – annualmente – al calcolo di un’eventuale penale da applicare al Gestore per mancato raggiungimento dello standard organizzativo minimo richiesto.

E’ in fase di approvazione la nuova Carta dei Servizi per l’introduzione dei tre nuovi standard specifici con i relativi indennizzi automatici.

Per quanto riguarda la raccolta dati, il Gestore ha fatto presente che non sono stati conteggiati gli utenti indiretti sottesi in caso di utenze condominiali perché il dato non è stato registrato nel modo

(15)

puntuale ed articolato richiesto da ARERA. Il dato degli utenti soggetti a interruzioni del servizio è stato dedotto dai registri degli standard organizzativi AIT, integrati con gli eventi di bassa pressione.

(16)

4 Standard generali di qualità tecnica 4.1 M1 – perdite idriche

4.1.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi

Sigla e nome criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture

APP2.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e degli impianti di adduzione

Il sistema di approvvigionamento dipende da alcune grandi dorsali la cui età è ben superiore a 50 anni. Ciò nonostante, il loro grado di integrità è soddisfacente e le perdite di adduzione appaiono entro i limiti di economicità. Paradossalmente, adduttrici di più recente costruzione (comunque antecedente alla gestione in corso), di minor diametro ed in materiali plastici, possono presentare perdite significative.

DIS1.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e degli impianti di distribuzione (condotte, opere civili, apparecchiature

meccaniche ed elettromeccaniche)

Le reti di distribuzione costituiscono il “core” delle perdite idriche in relazione non solo alla vetustà, ma anche alle modalità di costruzione e posa ed alla scarsa

“ingegnerizzazione” della rete che non ne consente adeguato monitoraggio e regolazione. Da evidenziare, inoltre,

l’impossibilità di evitare stramazzi presso alcuni dei primi serbatoi, già previsti in fase di progettazione delle dorsali suddette, pena la modifica della linea dei carichi e

l’inefficienza della adduttrice stessa.

DIS3.2 Non totale copertura o cattivo funzionamento o vetustà dei misuratori di utenza

I contatori di utenza, tutti meccanici e senza telelettura, rappresentano una rilevante criticità nel sistema in gestione.

Circa 110.000 contatori devono essere sostituiti.

L’investimento, inoltre, risulterebbe efficace se si potesse effettuare la sostituzione con contatori statici in associazione a dispositivi di telelettura. In tal senso, però si aprono una serie di problematiche sia per il reperimento dei materiali, sia delle risorse economiche e sia per l’effettuazione delle operazioni di sostituzione.

Un’altra criticità riguarda la presenza di numerosi contatori collocati entro le proprietà private, spesso a valle degli impianti di autoclave e quindi di difficile, se non impossibile controllo, nonché l’ormai accertata presenza di numerose derivazioni di utenza (pubbliche in particolare) non censite e non munite di contatore la cui regolarizzazione procede con lentezza (soprattutto nei centri storici) a causa di numerose difficoltà tecnico strutturali.

Di seguito si indicano i valore dell’indicatore, la classe e l’obiettivo minimo:

M1a M1b M1

Valore indicatore: Anno 2016 Mc/km/gg 9,86 47,6%

Anno 2017 Mc/km/gg 10,21 47,6%

Classe: Anno 2018 D

Anno 2019* D

(17)

Obiettivi minimi: Anno 2018 -5% di M1a

Anno 2019* -5% di M1a

*previsione4.1.2 Interventi selezionati 4.1.2.1 Investimenti infrastrutturali

Gli interventi di tipo infrastrutturale inseriti nel Programma degli interventi seguono le tre canoniche linee di azione finalizzate alla riduzione delle perdite:

- distrettualizzazione delle reti e ricerca perdite, anche con metodiche innovative, - sostituzione dei tratti maggiormente ammalorati e interessati da frequenti rotture,

- miglioramento e regolarizzazione dei punti di consegna alle utenze, sostituzione contatori e ricerca delle derivazioni improprie o abusive.

Si tratta di azioni non esattamente preventivabili, fatto salvo per il programma delle sostituzioni che derivano dalle analisi svolte in continuo sul territorio.

A tali azioni sono destinati 5,5M€ nel 2018 e 4,6M€ nel 2019, di cui rispettivamente 5,4M€ e 5,2M€ entreranno in esercizio alla fine di ciascuna annualità e la differenza alimenterà i LIC.

Nessun intervento è oggetto di contributi esterni alla tariffa:

Macro- indicatori

(codici)

Totale 2018

di cui LIC 2018

Entrate in esercizio 2018

Totale 2019

di cui LIC 2019

Entrate in esercizio 2019

M1 5.516.666 300.000 5.425.877 4.634.748 0 5.015.629

Nessun intervento è oggetto di contributi esterni alla tariffa:

Macro- indicatori

QT

Tariffa 2018

Contributo 2018

Totale 2018

Tariffa 2019

Contributo 2019

Totale 2019

M1 5.516.666 0 5.516.666 4.634.748 0 4.634.748

La sostituzione contatori (cod. MI_ACQ08_06_0094) e la regolarizzazione dei punti di consegna delle utenze pubbliche e private (cod. MI_ACQ08_07_0197) sono interventi funzionali all'adempimento del DM 93/2017, ancorché le risorse necessariamente limitate per garantire la sostenibilità della tariffa e l’equilibrio economico – finanziario del gestore non consentono il rispetto dei termini indicati nel decreto. L’Autorità Idrica Toscana concorda con il Gestore sull’opportunità di richiedere l’apertura di un tavolo tecnico al fine di valutare l’avvio di una procedura che porti alla deroga di tale termine, come peraltro previsto nelle norma stessa.

4.1.2.2 Interventi gestionali

Nessun intervento oltre quelli facenti parte delle ordinarie attività.

4.2 M2 – interruzioni del servizio

4.2.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi

(18)

Sigla e nome criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture

APP1.1 Insufficienza quantitativa del sistema delle fonti e/o

sovrasfruttamento delle fonti di approvvigionamento

Il quadro generale sopra descritto evidenza la sostanziale fragilità del sistema di approvvigionamento del territorio, che risulta in dipendenza di fonti legate più o meno strettamente al regime climatico e, conseguentemente, ai suoi mutamenti. Tale fragilità può assumere un carattere emergenziale nel periodo estivo di massima presenza turistica. In attesa di dare seguito ad alcune soluzioni strategiche di grande portata per le quali le risorse

necessarie non sono al momento disponibili, le azioni sono mirate alla ricerca di nuove fonti.

APP2.1 Assenza parziale o totale delle reti di adduzione

A questa criticità è stato riferito un intervento non presente nel PdI necessario al collegamento alla rete di un nuovo pozzo realizzato nel 2017.

APP2.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e degli impianti di adduzione

Le condizioni delle tubazioni che costituiscono le

adduttrici, in particolare quelle relative alle grandi dorsali, sono complessivamente sufficienti nonostante l’età.

Tuttavia, gli organi idraulici (sfiati, scarichi, valvole di regolazione, ecc.) segnano il tempo ed è quindi necessario provvedere alla loro sostituzione.

APP2.3 Insufficiente capacità idraulica e/o scarsa flessibilità di esercizio delle infrastrutture di adduzione

Nell’ambito generale di obsolescenza dello “scheletro” del sistema idraulico per l’adeguamento del quale non si prospettano risorse sufficienti, l’attenzione è rivolta a situazioni specifiche che possono comportare o hanno comportato interruzioni significative del servizio.

DIS1.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e degli impianti di

distribuzione (condotte, opere civili, apparecchiature meccaniche ed elettromeccaniche)

Il numero di rotture (circa 21 al giorno, ovvero più di 1 per km di rete) appare piuttosto elevato , pertanto l’azione di sostituzione delle reti, classificata a vantaggio

dell’indicatore M1, non potrà che rivelarsi utile anche per l’indicatore M2.

DIS1.3 Capacità idraulica delle infrastrutture non rispondente ai livelli di domanda

Si evidenzia l’importanza di questa criticità che, tuttavia, appare come corollario della precedente, fatto salvo alcune situazioni specifiche come quella di Marina di Grosseto e di gruppi di utenze, soprattutto in ambiti rurali, per alcune delle quali sono stati individuati i necessari potenziamenti.

Le situazioni critiche non interessate dagli interventi vengono generalmente risolte mediante azioni di sostituzione delle reti.

DIS1.4 Inadeguate capacità di compenso dei serbatoi

Evidenziando che la gran parte dei serbatoi sono stati realizzati prima delle espansioni urbanistiche si ribadisce quanto illustrato per APP2.3.

Di seguito si indicano i valore dell’indicatore, la classe e l’obiettivo minimo:

M2

(19)

Valore indicatore: Anno 2016 Ore 13,5

Anno 2017 Ore 15,96

Classe: Anno 2018 C

Anno 2019* C

Obiettivi minimi: Anno 2018 -5% di M2

Anno 2019* -5% di M2

*previsione

4.2.2 Interventi selezionati 4.2.2.1 Investimenti infrastrutturali

Fermo restando i benefici che possono derivare dagli interventi di cui all’indicatore M1, gli interventi di tipo infrastrutturale inseriti nel Programma degli interventi sono mirati ai seguenti obiettivi:

- Reperimento di nuova risorsa nelle località oggetto di emergenza idrica da scarsità;

- Connessioni e potenziamenti delle reti;

- Adeguamento di serbatoi;

- Telecomando valvole per la riduzione dei tempi di riavvio delle condotte adduttrici.

A tali azioni sono destinati circa 4,8 M€ sia nel 2018 che nel 2019, di cui rispettivamente 4,3M€ e 2,9M€ entreranno in esercizio alla fine di ciascuna annualità e la differenza alimenterà i LIC. Tali importi sono finanziati per 1,5M€ nel 2018 e 2M€ nel 2019 da contributi pubblici (Regionali – emergenza idrica, Provveditorato OO.PP., CIPE).

Macro- indicatori

(codici)

Totale 2018

di cui LIC 2018

Entrate in esercizio 2018

Totale 2019

di cui LIC 2019

Entrate in esercizio 2019

M2 4.852.649 940.000 5.205.617 4.780.000 2.700.000 2.842.634

I contributi per il biennio 2018-2019 ammontano a circa 3,5M€:

Macro- indicatori

QT

Tariffa 2018

Contributo 2018

Totale 2018

Tariffa 2019

Contributo 2019

Totale 2019

M2 3.307.514 1.545.135 4.852.649 2.780.000 2.000.000 4.780.000

Particolarmente rilevante è l’intervento denominato “Acquedotto anello senese - Derivazione da Invaso Montedoglio” che rappresenta il primo elemento di un più ampio progetto strategico finalizzato a minimizzare gli effetti delle carenze idriche alla fonte per una vasta area centrale della provincia di Siena e che interessa anche il limitrofo territorio dell’ATO4. L’intervento è finanziato da fondi regionali stanziati con uno specifico accordo di programma.

4.2.2.2 Interventi gestionali

Nessun intervento oltre quelli facenti parte delle ordinarie attività.

4.3 M3 – qualità dell’acqua erogata

4.3.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi

(20)

Sigla e nome criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture

APP1.2 Inadeguatezza della qualità delle fonti di approvvigionamento

Le caratteristiche geologiche del territorio conferiscono ad alcuni acquiferi in uso dei caratteri chimici peculiari con tenori superiori alla norma in alcuni elementi indicatori (solfati e cloruri) e molto prossimi al limite di alcuni elementi chimici (fluoruri e cromo VI). Si rende pertanto necessario provvedere ad effettuare il trattamento sia per garantire il rientro dei parametri indicatori, sia per evitare superamenti di quelli chimici.

APP1.3 Vulnerabilità delle fonti di approvvigionamento e/o

inadeguatezza delle aree di salvaguardia

Molte opere di presa, soprattutto sorgive, sono state realizzate secondo consuetudini del passato in termini di regolarizzazione patrimoniale sia dell’opera stessa che, soprattutto, dell’area di tutela assoluta e di rispetto di recente istituzione. La necessità di effettuare interventi nelle aree circostanti le captazioni per la regimazione delle acque superficiali di carattere torrentizio al fine di evitare contaminazioni della risorsa non può prescindere dalla corretta definizione patrimoniale di tali aree.

DIS1.2 Inadeguate condizioni fisiche delle reti e degli impianti di

distribuzione (condotte, opere civili, apparecchiature meccaniche ed elettromeccaniche)

La vetustà e le caratteristiche costruttive di gran parte dei serbatoi in gestione, realizzati ben prima del DM

26.03.1991, sono in molti casi all’origine di non

conformità di tipo microbiologico nonostante la presenza di impianti di disinfezione. Oltre al telecontrollo di tali impianti (non sempre agevole vista la collocazione di molti serbatoi), è anche necessario adeguare, per quanto

possibile, gli elementi strutturali sia idraulici che civili con apprestamenti che rispondano ai principi di salubrità declinati nel decreto richiamato. Tale azione, inoltre, non può essere eseguita se non in condivisione con le

istituzioni sanitarie territoriali. Per quanto attiene le reti, le tubazioni in materiali metallici vetuste sono certamente l’origine di non conformità sia microbiologiche che del parametro ferro. L’azione di sostituzione delle reti già discussa a proposito dell’indicatore M1 apporterà benefici anche in questo ambito.

KNW1.1 Imperfetta conoscenza delle infrastrutture di acquedotto

Fatta eccezione per le sorgenti ubicate sul Monte Amiata, la gran parte delle sorgenti afferisce ad acquiferi

superficiali la cui conoscenza in rapporto alla disponibilità idrica ed alla vulnerabilità della risorsa non sono a

tutt’oggi note. Tale lacuna conoscitiva potrà essere superata almeno in quegli acquiferi appartenenti ai corpi idrici significativi definiti dalla Regione Toscana. Per tali situazioni gli importi previsti sono destinati a attuare tutti gli interventi, sia di manutenzione che di monitoraggio, finalizzati alla definizione del modello idrogeologico in piena collaborazione con la Regione.

POT1.1 Inadeguatezza di progetto , delle condizioni fisiche, di

A questa criticità appartiene la situazione insistente sull’impianto per l’abbattimento del mercurio presso il

(21)

monitoraggio, dei trattamenti pozzo di Pitorsino nel comune di Orbetello. Si tratta di uno dei primi impianti di trattamento che furono realizzati a seguito dell’entrata in vigore del DPR. 236/88 e quindi con problematiche non solo di vetustà ma anche di logica di funzionamento ormai obsoleta. L’importo previsto è finalizzato ad un revamping dell’impianto in questione.

Di seguito si indicano i valore dell’indicatore, la classe e l’obiettivo minimo:

M3a M3b M3c M3

Valore indicatore: Anno 2016 0,004% 10,39% 0,62%

Anno 2017 0,011% 12,31% 0,60%

Classe: Anno 2018 D

Anno 2019* E

Obiettivi minimi: Anno 2018 Classe prec. in 2 anni

Anno 2019* Classe prec. in 2 anni

*previsione

4.3.2 Interventi selezionati 4.3.2.1 Investimenti infrastrutturali

Fermo restando i benefici che possono derivare dagli interventi di cui agli indicatori precedenti, gli interventi di tipo infrastrutturale che interessano M3 e che sono inseriti nel Programma degli interventi mirano ai seguenti obiettivi:

- Realizzazione di impianti di trattamento necessari per il rientro dei parametri indicatori e per evitare il superamento di quelli chimici;

- Regolarizzazione patrimoniale delle opere di presa per le successive opere di sistemazione ambientale;

- Effettuare la manutenzione straordinaria degli impianti, con particolare attenzione ai serbatoi.

A tali azioni sono destinati circa 2M€ nel 2018 e 1M€ nel 2019, che entreranno in esercizio alla fine di ciascuna annualità finalizzando LIC in essere.

Macro- indicatori

(codici)

Totale 2018

di cui LIC 2018

Entrate in esercizio 2018

Totale 2019

di cui LIC 2019

Entrate in esercizio 2019

M3 1.974.457 220.000 2.037.064 1.150.000 50.000 2.191.280

Nessun intervento è oggetto di contributi esterni alla tariffa:

Macro- indicatori

QT

Tariffa 2018

Contributo 2018

Totale 2018

Tariffa 2019

Contributo 2019

Totale 2019

(22)

M3 1.974.457 0 1.974.457 1.150.0000 0 1.150.000

Per quanto riguarda gli interventi per la realizzazione di impianti di trattamento, Acquedotto del Fiora ha valutato ipotesi alternative, quali il collegamento ad altri schemi idrici approvvigionati da acque di miglior qualità. Oltre ai maggiori costi necessari per la realizzazione delle tubazioni di collegamento, rimane aperta la criticità relativa all’affidabilità delle attuali fonti alla luce dei mutamenti climatici in atto.

4.3.2.2 Interventi gestionali

Nessun intervento oltre quelli facenti parte delle ordinarie attività.

4.4 M4 – adeguatezza del sistema fognario

4.4.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi

Sigla e nome criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture

KNW1.2 Imperfetta conoscenza delle infrastrutture di fognatura

La necessità di una pianificazione sempre migliore

richiede analisi idrauliche sempre più avanzate per le quali le informazioni relative al mero tracciato delle reti non è più sufficiente. Nelle reti fognarie il ritardo conoscitivo è molto marcato per ragioni storiche e culturali nonché per la sovrapposizione di competenze nel caso di reti miste. Il censimento delle reti fognarie rappresenta quindi uno degli obiettivi primari di questo PdI.

FOG2.1 Inadeguate condizioni fisiche delle condotte fognarie, delle opere civili, delle apparecchiature meccaniche ed elettromeccaniche degli impianti

La previsione secondo cui l’indicatore dovrebbe tener conto anche degli episodi di allagamento da fognatura mista e bianca (che sono generati dalle acque meteoriche) sembrerebbe sottendere la volontà di riconoscere in capo ai gestori del SII un obbligo generalizzato di gestione delle acque bianche. In tal modo, infatti, il gestore si troverebbe del tutto irragionevolmente a subire le conseguenze – in termini di responsabilità e, ora, anche di valutazione della performance – di eventuali negligenze dei Comuni nella realizzazione degli interventi volti ad impedire gli

allagamenti e ad adeguare le infrastrutture di rete, le quali risultano peraltro cronicamente sottodimensionate rispetto all’evoluzione dei contesti urbani e al progressivo

mutamento delle condizioni climatiche (che ha comportato un significativo aumento della frequenza di eventi

estremi).

Ferma restando quindi la necessità di una più precisa definizione dei criteri con i quali procedere al calcolo dell’indicatore, la presenza di più di 1 rottura/intasamento al giorno sulle condotte fognarie rivela uno stato delle tubazioni inadeguato al quale è rivolta l’azione di manutenzione straordinaria delle condotte che, visto lo stato conoscitivo, non può essere precisamente individuata fatto salvo alcune situazioni particolari.

(23)

FOG2.3 Inadeguatezza dimensionale delle condotte fognarie

Sebbene il censimento delle reti fognarie sia in corso di svolgimento, gran parte delle fognature risultano di fatto miste. Infatti, nonostante che in alcune zone siano stati realizzati collettori distinti, esistono ancora molti punti di connessione tra acque nere e bianche che complicano l’analisi di compatibilità dimensionale delle tubazioni.

L’azione per minimizzare la criticità è stata individuata nella sostituzione e potenziamento della rete, ma la definizione puntuale degli interventi non può prescindere dall’avanzamento del quadro conoscitivo, a meno di situazioni particolari.

Si riportano di seguito i valori calcolati degli indicatori, la classe e gli obbiettivi minimi:

M4a M4b M4c M4

Valore indicatore: Anno 2016 24,22 n./100 km 1,8% 0%

Anno 2017 35,65 n./100 km 3,7% 0%

Classe: Anno 2018 E

Anno 2019* E

Obiettivi minimi: Anno 2018 -10% di M4a

Anno 2019* -10% di M4a

*previsione

4.4.2 Interventi selezionati 4.4.2.1 Investimenti infrastrutturali

Gli interventi di tipo infrastrutturale inseriti nel Programma degli interventi sono mirati alla sostituzione e potenziamento delle reti e sono classificabili in due grandi raggruppamenti:

- Interventi su situazioni specifiche già note ed analizzate;

- Capitoli generali di spesa la cui declinazione è già oggetto di analisi dedicate.

I primi sono interventi pluriennali che per lo più termineranno oltre il 2019 in quanto trattasi di opere molto sviluppate linearmente o insistenti su territori urbani nei quali i lavori non possono che essere eseguiti per porzioni successive.

Complessivamente, si prevede una spesa di 2M€ nel 2018 ed 1,9M€ nel 2019, di cui circa 1,7M€ e 1,1M€, rispettivamente, entreranno in esercizio al termine di ciascuna annualità. La rimanenza alimenterà i LIC di competenza.

Macro- indicatori

(codici)

Totale 2018

di cui LIC 2018

Entrate in esercizio 2018

Totale 2019

di cui LIC 2019

Entrate in esercizio 2019 M4 2.078.333 150.000 1.619.190 1.912.367 620.700 1.483.029

Nessun intervento è oggetto di contributi esterni alla tariffa:

Macro- indicatori

Tariffa 2018

Contributo 2018

Totale 2018

Tariffa 2019

Contributo 2019

Totale 2019

(24)

QT

M4 2.078.333 0 2.078.333 1.912.367 0 1.912.367

4.4.2.2 Interventi gestionali

Nessun intervento oltre quelli facenti parte delle ordinarie attività.

4.5 M5 – smaltimento fanghi in discarica

4.5.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi

Sigla e nome criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture

DEP3.1 Inadeguato recupero di materia e/o di energia dei fanghi residui di depurazione

La criticità in esame risulta particolarmente rilevante alla luce delle recenti interpretazioni normative regionali che rendono sostanzialmente impossibile il riuso in agricoltura dei fanghi. Le azioni conseguenti da parte del Gestore non possono che essere un trattamento spinto dei fanghi per ridurne il volume totale indipendentemente dalla sua destinazione.

Si riportano di seguito i valori calcolati degli indicatori, la classe e gli obbiettivi minimi:

M5 Valore indicatore: Anno 2016 69,29%

Anno 2017 50,68%

Classe: Anno 2018 D

Anno 2019* D

Obiettivi minimi: Anno 2018 -5% di MF tq, disc Anno 2019* -5% di MF tq, disc

*previsione

4.5.2 Interventi selezionati 4.5.2.1 Investimenti infrastrutturali

L’intervento di tipo infrastrutturale inserito nel Programma degli interventi mira alla riduzione del volume dei fanghi prodotti dal processo di depurazione. Si tratta dell’intervento denominato

“Interventi depuratore San Giovanni” (MI_FOG-DEP07_06_0154) che consiste nella realizzazione di una piattaforma per il trattamento di idrolisi dei fanghi di depurazione, così da conferirvi i fanghi prodotti da tutti gli altri impianti di depurazione a fanghi attivi.

Nel 2018 è prevista una spesa di 1M€ e nel 2019 di 1,5M€. Se ne prevede la conclusione oltre il 2019.

Macro- indicatori

(codici)

Totale 2018

di cui LIC 2018

Entrate in esercizio 2018

Totale 2019

di cui LIC 2019

Entrate in esercizio 2019

(25)

M5 1.000.000 1.000.000 0 1.500.000 1.500.000 0

Nessun intervento è oggetto di contributi esterni alla tariffa:

Macro- indicatori

QT

Tariffa 2018

Contributo 2018

Totale 2018

Tariffa 2019

Contributo 2019

Totale 2019

M5 1.000.000 0 1.000.000 1.500.000 0 1.500.000

4.5.2.2 Interventi gestionali

Nessun intervento oltre quelli facenti parte delle ordinarie attività.

4.6 M6 – qualità dell’acqua depurata

4.6.1 Stato delle infrastrutture, criticità e obiettivi

Sigla e nome criticità Considerazioni alla luce dello stato delle infrastrutture

DEP2.1 Inadeguatezza di progetto, delle condizioni fisiche, dei sistemi di

monitoraggio, dei trattamenti di rimozione

Questa criticità in applicazione agli impianti a servizio di agglomerati con oltre 2.000AE (oggetto

dell’indicatore in esame) è ad oggi limitata ai 4 impianti oggetto degli interventi riportati nel cronoprogramma.

Di seguito si indicano i valori dell’indicatore, la classe e l’obiettivo minimo:

M6

Valore indicatore: Anno 2016 6,86%

Anno 2017 9,30%

Classe: Anno 2018 C

Anno 2019* C

Obiettivi minimi: Anno 2018 -15% di M6

Anno 2019* -15% di M6

*previsione

4.6.2 Interventi selezionati 4.6.2.1 Investimenti infrastrutturali

Gli interventi di tipo infrastrutturale inseriti nel Programma degli interventi sono classificabili in due grandi raggruppamenti:

- Adeguamento degli impianti inseriti nel Piano Stralcio ai sensi della L.R. 5/2016,

- Adeguamento degli impianti a servizio di agglomerati > 2.000AE con problematiche di processo e non rientrati nel Piano Stralcio.

(26)

Nel 2018 è prevista una spesa di 4M€ mentre nel 2019 sono previsti circa 3,3M€. Se ne prevede la conclusione alla fine del biennio in esame.

Macro- indicatori

(codici)

Totale 2018

di cui LIC 2018

Entrate in esercizio 2018

Totale 2019

di cui LIC 2019

Entrate in esercizio 2019

M6 4.005.000 3.200.000 1.243.173 3.357.000 470.000 6.154.208

I contributi nel biennio, previsti solo nel 2018, ammontano a circa 0,7M€:

Macro- indicatori

QT

Tariffa 2018

Contributo 2018

Totale 2018

Tariffa 2019

Contributo 2019

Totale 2019

M6 3.260.076 744.924 4.005.000 3.357.000 0 3.357.000

4.6.2.2 Interventi gestionali

Nessun intervento oltre quelli facenti parte delle ordinarie attività.

5 Ulteriori elementi informativi

5.1 Interventi finalizzati ad obiettivi diversi da quelli di qualità tecnica

Il Programma degli Investimenti di Acquedotto del Fiora contiene inoltre altri 30 interventi, per complessivi 26,7M€ nel biennio 2018-2019, finalizzati ad obbiettivi diversi da quelli di qualità tecnica, convergenti pertanto nell’indicatore “ALTRO”. Di seguito se ne esplicitano le principali criticità:

Sigla e nome criticità

DEP1.2 Assenza totale o parziale del servizio di depurazione in agglomerati di dimensione inferiore a 2.000 A.E.

DEP1.5 Assenza di trattamenti appropriati ex. art. 7 Direttiva 91/271/CEE DEP2.1 Inadeguatezza di progetto, delle condizioni fisiche, dei sistemi di monitoraggio, dei trattamenti di rimozione

DEP2.2 Estrema frammentazione del servizio di depurazione DIS1.1 Assenza parziale o totale delle reti di distribuzione

EFF2.1 Necessità di sviluppo di una pianificazione degli interventi di manutenzione e di sostituzione periodica degli asset

EFF3.1 Criticità nella sicurezza delle condizioni di lavoro EFF4.1 Elevati consumi di energia elettrica in acquedotto

EFF4.4 Elevati consumi di energia elettrica negli impianti di depurazione FOG1.2 Mancanza parziale o totale delle reti di raccolta e collettamento dei reflui in agglomerati di dimensione inferiore ai 2.000 A.E.

(27)

Sigla e nome criticità

POT1.2 Presenza di sottoprodotti della disinfezione nell'acqua erogata e/o necessità di sostituire la disinfezione con cloro con altro (UV, ozono)

Alcuni di questi interventi riguardano le infrastrutture, mentre altri sono dedicati allo sviluppo della struttura di Acquedotto del Fiora. Tra i primi si evidenziano:

- Nuovi Allacci, per circa 1M€, interamente finanziati dai soggetti richiedenti;

- Estendimenti di rete idrica a beneficio di aree con case sparse per circa 0,25M€;

- Interventi di manutenzione straordinaria di impianti per la sicurezza dei lavoratori ed efficientamento energetico degli stessi per complessivi 2,4M€;

- Interventi previsti dal Piano Stralcio e dall’Accordo di Programma sottoscritto con la Regione Toscana relativo al collettamento e depurazione dei reflui urbani per circa 5,7M€. Tra questi AIT ha inserito anche l’intervento di “Fognatura e depurazione Ville di Corsano”, erroneamente associato da Acquedotto del Fiora al Macro Indicatore M6 (concluso nel 2017).

Si rileva che molti interventi sulle infrastrutture impattano sugli indicatori G5.1 e G5.2, ma non contribuiscono in alcun modo all’obiettivo del macroindicatore, anzi contribuiranno ad aumentare la produzione dei fanghi e quindi a rendere più impegnativo il perseguimento della riduzione dei fanghi in discarica. Per questo motivo sono stati attribuiti alla categoria “ALTRO” sebbene ciò generi un “errore” nella verifica di coerenza automatica.

Di seguito la tabella che elenca gli importi complessivi per il 2018 e 2019 con l’indicazione dei LIC e dell’entrata in esercizio.

Macro- indicatori

(codici)

Totale 2018

di cui LIC 2018

Entrate in esercizio

2018

Totale 2019

di cui LIC 2019

Entrate in esercizio 2019

Altro 13.298.224 6.286.995 15.544.990 13.509.923 5.333.136 12.716.485

Gli importi 2018-2019 degli interventi connessi sono articolati come segue:

Macro- indicatori

QT

Tariffa 2018

Contributo 2018

Totale 2018

Tariffa 2019

Contributo 2019

Totale 2019 Altro 8.444.837 4.853.387 13.298.224 10.247.769 3.262.154 13.509.923

5.2 Note e commenti sulla compilazione del file di raccolta dati Si riportano di seguito alcune indicazioni relative alla raccolta dati.

Indicatori specifici:

Numero totale delle interruzioni avvenute nell'anno (di durata maggiore o uguale ad 1 ora):

Il dato fornito è stimato sulla base degli eventi analizzati ai fini degli Standard Organizzativi 2016, compresi anche quegli eventi, non rendicontati sui registri IGO/IGS, in cui la segnalazione dell’utente era di mancanza d’acqua mentre in realtà si trattava di bassa pressione. Non tiene però conto degli eventi derivati delle segnalazioni di bassa pressione.

… di cui numero di interruzioni programmate:

In analogia al registro IRPA, le interruzioni sulle grandi adduzioni sono state conteggiate tante volte quanti sono i Comuni interessati dall’interruzione.

… di cui numero di interruzioni con ritardo rispetto allo standard specifico S1:

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