L
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA. COMMERCIO, BANCHI. FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XLI - Voi. XIV
Firenze-Roma, 15 Febbraio 1914
J. 2076
S O M M A R IO : Il ribasso del tasso delio sconto. M. F’a n t a l e o n i. — La curva dei redditi degli impiegati comu nali. M. Pa n t a l e o m. — Una iniziativa felice in téma di matrimònio! Canrfjde. — I sei disegni di legge per i prov vedimenti finanziari. — Il costo delia vita nel 1913 in Ita lia ed a ll’ Estero. -— INFORMAZIONI: Credito Italiano. Denuncia Del Buono contro Senatore Rolaudi Ricci. Gli 800 km. ili nuove ferrovie in Sicilia. — Le opere portuali di Catania. — Gli utili del trust siderurgico. - La Baric i di Firenze a Roma. — L'Istituto cotoniero Italiano. RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Albert Thomas, L a politìque socialiste. — Paul Gaui.t i e r, Les m aladìes sociales. — FINANZE DI STATO: ( Italia) Le entrate dello Stato nel 1913-14. — Bilancio del. Ministero di Giu stizia. — (Estero) Le finanze inglesi. — FINANZE COMUNALI: Un prestito di 10 milioni al Municipio dì Torino. __ [i dazio consumo di Milano nel 1913. — Per la riforma tributaria locale.— RIVISTA DI EMIGRAZIONE: L 'E migrazione italiana del 1913. — Emigrazione al Caucaso. — RIVISTA FERROVIARIA . Le feiiovie africane.
RIVISTA DELLA PRODUZIONE : Produzione dell’oro in .Siberia, — Produzione del tabacco in Germania nel 1912.
_ Produzione della margarina. — Produzione deU’oro nella Rodesia. — NOTIZIE FINANZIARIE. — MERCATO
MONETARIO E RIVISTA DELLE BORSE. — PROSPETTO QUOTAZIONI, VALORI, CAMBI, SCONTI E SITUAZIONI BANCARIE.
Il ribasso del tasso dello sconto,
Il fatto è noto. Da qualche settim ana il de naro è diventato ovunque più a buon mercato per prestiti brevi. In fondo, è dal luglio 1913 che, interrotto da sbalzi, il danaro tendeva legger niente a diventare meno caro. Si leggano, a con ferma, gli articoli mensili del G iornale d eg li Econom isti.
Ogni tanto c’ era stato qualche grosso allarm e. L ’ultimo «i è avuto con la riv o lta degli operai bianchi nell’Africa meridionale
P areva che l’Europa e l’America fossero mi nacciati di restare privi di una parte notevole del flusso annuale d’oro. Donde un tem uto rialzo del prezzo d ell’oro, un aggravam ento della si tuazione di tu tti i debitori. E sono proprio i debitori coloro che fanno andare avanti questo mondo poiché sono gli im prenditori i debitori. Senonchè gli anglo-boeri hanno risolto il pro blema creato dall’agitazione operaia con un me todo di cui non è lecito far menzione in Italia. Hanno afferrato gli ag itato ri come si accalap piano cani idrofobi e li hanno esportati. La posa è stata fatta da quegli ¡stessi uomini che in Ita lia si veneravano come dei Garibaldi allorché combat tevano contro gli inglesi. Chi sa come li chia meranno ora i nostri socialisti, sindacalisti, rifor misti e radico-socialisti ?
Il ribasso del tasso dello sconto h a forse fatto nascere speranze eccessive. In tutto l’anno scorso siamo stati sotto la oppressione del danaro caro. E noi vedremo, ora in marzo, allorché si pub blicheranno i bilanci delle società anonime che hanno titoli nel loro attivo — benché, società di assicurazione, grandi imprese industriali — che l’elevato tasso dell’interesse ha dato luogo a corsi bassi, e che perciò si saranno dovute fare delle svalutazioni che avranno alquanto ridotto i di videndi.
Donde ora una grande gioia alla v ista di tassi in discesa.
Ma, la questione è di sapere se il ribasso del tasso del danaro si trasform erà in un ribasso del tasso dell’ interesse, cioè se il risparm io diventerà più a buon mercato.
Esiterei meno a pronunziarm i contro la, pro babile sopravenienza di un periodo di capitale (risparmio) a buon mercato, se non si dovesse, nei fenomeni economici, dare un gran peso allo stato d’animo della gente.
E ’ ovvio che se la gente prevede l’avvenire in un modo anziché in un altro, non soltanto la condotta attu ale è diversa da quella che a ltri menti sarebbe stata, ma ¡’¡stesso avvenire, quando sarà diventato un presente,lo sa rà diventato in un modo diverso da quello che si sarebbe pre sentato senza le supposte caratteristiche di quello che allora sarà un passato.
Se piace una analogia, e se q uesta serve per dilucidare una idea, dirò che Vi sono delle con dizioni di fatto le "quali agiscono nel mondo economico come agiscono nel mondo chimico le forze o i corpi catalittici. Si sa che vi sono corpi di cui l ’azione sem bra consistere in una azio n e
■ d i p resen za , cioè èssi determ inano delle com
posizioni o decomposizioni di a ltri corpi per il solo fatto, della loro presenza, e senza prendere parte, dicesi, essi medesimi alle reazioni.
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Così si spiegano dei soubresauts singolari. Chi non ricorda l’aggio, non sono molti mesi fa, al 3 % f E chi non ricorda che in 15 giorni scese a pochi centesimi, ai soliti? Concorse a modificarlo, penso, un intervento artificiale. Forse si discùtevano allora dall’ Ita lia le condizioni di una operazione in Inghilterra, e le opera zioni finanziarie non si trattan o bene con l’aggio al 3 °/o 0 con tendenza a farsi anche più grave. Fu perciò forse provocato artificialm ente un ribasso, e con ciò spezzata la speculazione di qualche banca che aveva preso posizione al rialzo. La cosa riuscì tanto bene che la banca che speculava al rialzo rovesciò la sua posizione e rafforzò il movimento al ribasso. Nacque una houle de neige, che ingrandiva a m isura che ruzzolava giù per la china.
Il primo intervento fu artificiale, ma la pre senza dell’aggio esacerbava pure l ’aggio, cioè rincariva l'oro in term ini di carta, come il ribasso dell’aggio era una forza che tendeva a farlo ribassare ulteriorm ente. Il valore dei fenomeni psicologici era in quell’epoca manifesto. Chi viaggiava a ll’estero restava sorpreso che. anche a P arigi non si vedeva più un m arengo; che persino a Montecarlo si pagava in biglietti e non in oro. Il tesoreggiam ento era generale, in tu tta Europa, dove più, dove meno, e ciò perchè la paura era più grande di quello che si sarebbe veduto e non veduto.
Non intendo dire che basti essere allegri, perchè le spighe portino il doppio di acini di grano e bovi e m aiali raggiungano un peso maggiore al macello. Il credito non aum enta i capitali. Li traferisce soltanto. Ma, trasferendoli, dà loro una p ro d u ttiv ità maggiore di quella che altrim enti avrebbero avuti, così come spostando un peso sulla leva se ne modifica l ’effetto. Sono forze che nascono con u n a collocazione, e spa riscono con un 'altra.
Il tasso dell’interesse è il coeficiente di r i duzione del valore di beni che si pensa esiste ranno in avvenire in term ini di valore di beni a ttu a li: il coefficiente di riduzione di una serie di annualità in un am m ontare di ricchezza a t tu ale; il prezzo che chi h a Ifeni fu tu ri paga per avere beni a ttu a li: il prezzo che paga colui che ha un flusso qualsiasi di reddito quando com pera un capitale attu ale. E opera su tu tti i v a lori ed ovunque il tasso dell’interesse ; sul prezzo di ogni merce, sul prezzo di og n i proprietà, im mobiliare o m obiliare. Ma, da che mai dipende? Evidentem ente anche da giudizi, opinioni, e pre visioni, circa l ’ammontare, circa le scadenze nel tempo, e circa il grado di certezza di redditi fu tu ri paragonato ai red d iti attualm ente disponi bili. E da valutazioni com parative di u tilità future e u tilità presenti. Ma non son questi degli stati d’animo?
Or bene, attualm ente questo stato d’animo è migliore di prim a e h a per conseguenza im m e d iata che i tesoreggiam enti di danaro cessino, o si mitighino, che il flusso dei depositi di danaro’ cresca e che il deflusso dei depositi nelle mani di commercianti e di industriali diventi anche più forte dell afflusso. In altri term ini le r i chieste di prestito in tu tte le svariate forme, dal riporto di titoli allo sconto di effetti
cam-biari e all’anticipazione su titoli, trovano più facile accoglimento e sono meno costose. P er contro il valore capitale dei titoli a reddito fisso o variabile tende a crescere, finché il ra p porto tra il valore capitale o prezzo del titolo non sta al reddito fisso o variabile di esso nel medesimo rapporto in cui sta il tasso dello sconto.
Per ora siamo solo a questo, che il prezzo del danaro per prestiti brevi è calato, il che ci dà un indice lim itativo del mutam ento dello stato d’animo. R esta a vedersi se questo stato d’animo troverà conferma neH’avviam ento quotidiano de gli affari. Se sì, si estenderà a p r e s titip ili lu n g h i \\ ribasso del tasso del danaro; se no, tor nerà a farsi più nero lo stato d'animo e tornerà a rincarine il tasso del danaro, anche pei1 pre stiti brevi.
In Italia è calato meno che altrove il tasso del danaro. Penso che ciò sia volalo, o artifi ciale. Tutti gli Istitu ti di Emissione d ’Europa e tu tte le grandi banche industriali h .nno saputo in modo perfetto, le prime, difendere le loro r i serve metalliche, e le seconde i loro depositi, durante le agitazioni politiche di questi ultimi anni e le difficoltà commerciali che si sono r i petutam ente presentate in forma abbastanza grave. E ciò m algrado le loro riv alità.
La pratica della sana teorica bancaria è diven ta ta più universale, e interessi collettivi, e più rem oti, hanno trovato rispetto nell’azione delle singole banche di fronte ad interessi particolari e immediati. Il fenomeno va segnalato, perchè il pubblico non si rende conto che la condotta così savia di Istitu ti d’ Emissione e di Banche, ha reso all’ intiero mondo degli affari, e quindi sovratutto anche alle classi operaie, un servizio che vale infinitam ente più di quanto hanno ten tato di fare in vantaggio delle medesime 1 par lam enti con così dette leggi sociali. L’opera dei grandi distributori dei risparm i non era facile da esplicarsi perchè non è consistito in un atto da compiersi in un modo “'determ inato una sola volta, o a poche riprese, ma bensì in una lunga e ostinata difesa delle riserve e dei depositi, sm inuzzata in tan ti miliardi di a tti quante sono le singole operazioni"bancarie compiute nel corso di due anni in condizioni del tu tto specifiche in ogni singolo caso. Perciò, se ora il tasso ufficiale dell interesse è in Italia più elevato che altrove, e se a questo conformasi, o con esso si adegua quello libero, non e infondato il sospetto che si tra tti di una azione m oderatrice e prudenziale artificiale, la quale, a me sem bra, m erita lode.
Imperocché, innanzitutto, tra tasso dello sconto, per danaro a term ine breve, e tasso dello sconto per danaro a term ine lungo, corre una certa dif ferenza e conviene, se si può, non largheggiare con il primo se non si è ben certi che poi le condizioni del m ercato m onetario facciano se g u ire il secondo. Ma, sovratutto va considerato che tr a tasso dello sconto per il danaro e tasso dell’ interesse per il capitale, o meglio per il capitale amorfo, o risparm io, corre l’istessa dii ferenza che corre tr a un connotato di una pic cola specie e un connotato di un grande genere di cui la specie fa parte.
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pure nel prossimo avvenire? Mi sem bra di vedere una massa ingente di domande di capitale, ca pace di assorbire ogni sua nuova produzione, e più ancora, e a pagarlo bene. In prim a linea vengono i Governi, tu tti Quanti, i Q u a li sono costretti a farne domanda per due categorie di imprese e in masse grandissim e: gli arm am enti e le leggi sociali.
E per loro non è qnistione di prezzo del ri sparmio -— entro limiti, si capisce. Ee due spese sono per loro inevitabili. Quella per gli arm a menti, perchè basta che un governo ne faccia perchè gli altri debbano seguire, sotto pena di far pagare al paese un prezzo incommensurabile la loro imprevidenza, o tirchieria, o il loro pa cifismo, o il loro Herveismo. La spesa per leggi sociali, economicamente più gravosa dell altra, è loro imposta dalla necessita dei caporioni della democrazia di conservarsi le proprie bande elet torali e dal potere che essi hanno di far operare queste bande in modo da m etterli essi, i capo rioni, in grado di fornire loro del bottino. Oltre i governi, una serie di industrie, enormemente prom ettenti di profitti per tu tti, non sono vera mente che all’ inizio del loro sviluppo. E’ o non è l’agricoltura soltanto a ll’inizio della propria potenzialità ? In Italia, ad es., tu tto quanto il Mezzogiorno, e gran parte dell’ Ita lia centrale, ora incominciano a sapere cosa sono macchine agricole, cosa sono concimi, cosa sono rotazioni razionali, cosa sono anim ali selezionati. Àgli S tati Uniti, il granaio d’Europa per alcuni anni, la coltura intensiva, nella sua forma più prim or diale, incomincia soltanto ora. Cosi pure in certe parti della Russia. P er contro, l’aum ento delle popolazioni bianche, non più falciate seriam ente da vere e, si scusi il term ine, buone epidemie, quali erano quelle del medio-evo, m algrado ogni rallentam ento del tasso della n a talità, è così enorme, che le coltivazioni estensive del Canadà, dell’A rgentina, assumeranno anch’esse tra non molto caratteri sem i-intensivi. Il rallentam ento della natalità, oltre ad essere annullato dal ra l lentamento della m ortalità, è un fattore che ha una importanza minore di quella che a prim a vista ad esso si potrebbe attrib u ire, perchè la massa di popolazione bianca già esistente è così grande, che l’aumento assoluto di popolazione l'està enorme anche quando la percentuale è piccola.
Che significa una natalità rid o tta di un terzo, rid o tta di metà, se la massa che genera le nuove generazioni è più che raddoppiata? Il numero assoluto dei nuovi nati è quello che conta per la domanda di prodotti, e non già la percentuale che questo numero riceve quando lo si rag g u ag lia al numero dei generanti. Ma, non è soltanto l’a gricoltura che è all’ inizio del suo sviluppo. Cosa ne è dei mezzi di comunicazione? Chi può cre dere che le ferrovie abbiano raggiunto lo svi luppo più utile? Di nuovo, chi guardasse sol tanto l ’Ita lia , vedrebbe che il letto stradale di quasi tu tte le nostre linee va rifatto, perchè trop po debole per il peso e la velocità degli attu ali tre n i; che sono più i binari da raddoppiare di quelli da lasciare sta re ; che le linee nuove da tarsi sono lunghe quanto la m età di quelle che vi sono. Chi guardasse i nostri porti, saprebbe
che tu tti i principali sono da am pliare e, quello che costa altrettan to quanto l’am pliameuto, da attrezzare. E chi dall’ Ita lia volgesse lo sguardo al resto del mondo — si può dire « il resto? » — converrebbe subito che l ’industria dei trasporti, ferrovie, tram , porti, navi, non è che al suo ini zio, m algrado ciò che si è fatto in 70 od in 80 anni in Europa e negli S tati U niti d’Ajnerica.
L’Africa presenterà in questo secolo un feno meno analogo a quello che presentarono gli S tati U niti nel secolo scorso, e se le apparenze non ingannano, avrà competitore negli im pieghi di capitale l'A sia minore e parti notevoli dell’Asia orientale.
Come poter credere, dinanzi a tali prospettive per l’impiego di risparm i, a un ribasso del tasso dell’interesse alquanto duraturo? E cosa mai sarà l ’elettrotecnica, e perciò l ’impiego di capi ta li nella regolarizzazione o creazione di corsi d’acqua, nello sfruttam ento di m iniere di ram e, e nella costruzione di m acchinari specifici di quell’industria? E' qui il caso di soltanto sfio ra re questo argomento per convalidare l’opinione, che quello che dicesi il « processo capitalistico », e che, in sostanza, è* un processo di distruzione di beni diretti risparm iati allo scopo di creare dei beni strum entali d’ordine ognora più remoto e fecondi, con il tempo, di m aggiori beni diretti di quelli distru tti, non è che in izia to . Ma, si dirà, sono cose remote, là dove si tr a tta di di scutere il tasso dell’interesse relativam ente pros simo, cioè, quello che si av rà nei prossimi 5, o 7, o 10 anni. Il pubblico non s’illuda. Il mondo non è stato mai così pieno come ora di gente intelligente dedita a quelli che diconsi gli af fari, ovvero, di im prenditori. Mai come ora la borghesia è stata ap erta a uomini di valore, ossia, è s ta ta viva la selezione nel suo seno. Mai come ora masse di uomini hanno viaggiato e sono venuti a contatto tra di loro e con estranei e a contatto di luoghi ed am bienti sv ariati. E b bene, questa gente vede le possibilità di pro fitto là dove ci sono. Le vede subito, e si regola in conformità. T utto va più presto di prima, e dove prim a occorrevano 20 anni perchè un campo profittevole di investim enti si scorgesse e si p ren desse d’assalto, ora ne bastano c in q u e .... almeno nei paesi dove non si passa il tempo a discutere della « precedenza del matrimonio civile sul re ligioso », o della « disoccupazione di sistem atici fannulloni romagnoli », o delle pretese della « classe dei ferrovieri e postelegrafonici », o della « insubordinazione di insegnanti e di scolaretti », o dello sciopero degli avvocati!
M. Pa n t a l e o n i.
la m dei redditi degli impiegati comunali.
100 L’ ECONOMISTA
15 febbraio 1914
lettore la re la tiv a infondatezza dei m ateriali che si sono adoperati e quindi lo inducono a servirsi dei dati elaborati in ogni sorta di indagine, e quale documentazione, con una tran q u illità di coscienza che sarebbe giustificata, se soltanto venisse riferita alla sic u re zza delle operazioni, ma che non è legittim a allorché essa si estende come spesso accade — alla sic u re zza d elle conclusioni.
Il P areto, ha av v ertito le cento volte, che la
La statistica che oggi ci occupa trovasi nel- 1 A n n u a r io statistico delle Città ita lia n e , anno III, 909-910 e ci dà la classificazione degli sti pendi di 1000 lire in 1000 lire, per 9 grandi città. D isgraziatam ente queste cifre sono date soltanto in percentuali e si riferiscono a sole 9 città. Ma, sono pubblicati anche gli elementi ori ginali dai quali possiamo desumere quant’altro ci interessa.
Il quadro del prof. Giusti è il seguente:
Su 100 im piegati avevano stipendi
.»a Toriuo a Milano a Genova a Venezia a Bologna a Firen ze a Livorno a Roma a Catania
Infer, a 1000 lire — — 4.5 2.5 9.0 26.5 3.0 fra 1009 e 2000 36.0 43.5 16.5 56.5 34,5 45.5 15.5 9.5 58.5 fra 2000 e 3000 13.0 35.5 400 27.0 43.0 34.5 40.5 65.0 30.5 fra 3000 e 4000 28.0 9.5 20.0 7.5 6.0 11.0 13.5 14.0 6.0 fra 4000 e 5000 14.0 7.5 8.0 4.5 4.0 5.5 1.5 3.5 2.5 oltre 5000 . . 9.0 4.0 10.5 2.0 2.5 3.5 2.5 5.0 '2.5
m atem atica è come un macinello da caffè: il macinello ti dà polvere di calle di quel grado di finezza che tu vuoi: ma, bada tu alla qualità del caftè che poni nel macinello, perchè questo ti lende la q u alità istessa che ha ricevuta, e se era caffè di ghianda, l ’elaborato sarà anch’esso, così quale era, cibo per la stalla di S. Antonio abbate.
Ora, in argom ento di statistica dei redditi, sono dati certi gli stipendi degli im piegati. P er ciò gli emolumenti che ricevono gli im piegati dello Stato ed i ferrovieri, sono stati da noi pub blicati nel n. 2072 di questa rivista. Adesso, per la solerzia del prof. Ugo Giusti, siamo in grado di dare una. classificazione degli im piegati am m inistrativi di ruolo di ben 62 municipi (1). Si tr a tta di accertare la cosi d etta curva dei loro redditi. Poi vedremo se costituiscono u na classe che stia meglio o peggio di quella degli im pie gati governativi, o di quella dei ferrovieri, o di quella di una grande società anonima che eser cita r industria bancaria, e di cui pubblicheremo in altro numero, la distribuzione in ordine a stipendi. E i confronti potranno estendersi alle curve p re su n te dal fisco nella applicazione del- 1 imposta di ricchezza mobile, che pure sono già pronte. Ma, per o ra l’essenziale è di avere dei f a t t i certi; chè, i ra g io n a m en ti sui fatti, li può lare chiunque!
Saremmo perciò grati a tu tte le imprese pri vate che volessero favorirci i loro fogli di paga garentendo loro il più scrupoloso silenzio sul’ nome della d itta e incaricandoci noi della siste mazione del m ateriale. Vorremmo poter riunire una num erosa serie di curve di redditi delle classi per le quali si possono aver dati p erfet
tam ente certi. '
di I1 tPerSO"a lea m m in lstr a tiv o di ™olo com prende: Urtici ^ S e g t e t e m , Ragi,onena, Stato C iv ile, Anagrafe, L eva Liste si r ifè ,W e eCn t cIaf silìcazion e secondo lo stipend io goduto
e n s c e alla situ azion e del l° gennaio 1909.
Abbiamo sottolineato in ogni colonna la cifra che corrisponde al massimo addensamento. In alcune colonne questo massimo è un picco che veram ente emerge altissimo. Cosi a C atania il oc-5 /„ degli im piegati ha da 1000 a 2000 lire. Le altre masse, o folle, sono ivi relativam ente a questa prim a piccolissime. Il 6 % ha da 3 a o w TT lir.6’ }} 2 % da 4 a 5 mila e pure il 3 /2 /o Piu di 5000. Un grosso blocco, quasi un terzo degli im piegati viene subito dopo il mas simo e ha da 2 a 3 m ila lire. E’ quindi ovvio che 1 8 9 % degli im piegati è formato da gente o n L CiÌlni)a C0U stiPendì che vanno da 1000 a 3000 lire, e questo 8 9 % si divide in un 33.70% che ha da 2 a 3 mila lire e un 65.73 % che non ha che 1000 a 2000 lire. U na ripartizione con simile non e normale, come non è normale quella di Venezia, nel senso che in entram be queste citta sono molto più prevalenti che altrove i bassi stipendi. L a anorm alità è ta n ta che vien dato da pensare che influenze politiche distur- Dino ivi la distribuzione tecnica degli impiegati tacendo assum ere più personale basso e mal pa’ g a .° (?1 quello che sem bra necessario altrove.
iMelio specchio qui sopra vediamo che 4 città nanno il massimo addensamento nella categoria degli im piegati che hanno dalle 2 alle 3 mila lire e o citta hanno raddensam ento massimo nella categoria della gente che ha 1000 a 2000 lire di stipendi. Questo ultimo massimo è però va riam ente accentuato nelle 5 città.
L o rd in e in cui le 9 città si presentano se le disponiamo in ragione di prevalenza d ’im piegati mal pagati è questo:
Capolista sarebbe V enezia, che ha 56.5 «/ 9n m i ' mpiegatÌ Che llanno soltanto da 1000 a V lre’ nia Pe r sopra mercato ancora un 2 5 ° / d Ìe2000 Tire0 ^ 10°° lh'e’ SÌCehè 51 59 0/° ha me™
15 febbraio 1914 L’ ECONOMISTA 101
apparirebbe come la città dai più numerosi paria, li’ vero che non ha che il 15.5 % degli im piegati retrib u iti con 1000 a 2000 lire, ma ne h a il 26.5 % che ha anche meno di 1000 lire ! Sicché, in tutto è il 42 % che non giunge a 2 mila lire, con l’ag gravante che di questo 42 % il 63 % h a meno di 1000 lire e soltanto il 37 % ha da 1000 a 2000 lire!
Seguirebbe, però, a notevole distanza, F i ren ze, che ha il 45 !/ 2 % degli im piegati con r i sorse tra 1000 e 2000 lire e vicino a Firenze, e x aequo, verrebbero B ologna e M ilano, le quali entram be, hanno il 4 3 .5 % del personale nella infima categoria dei re trib u iti con 1000 a 2000 lire.
T o r in o non h a im piegati sotto 1000 lire e sol tanto il 36 % ha stipendi tra 1000 e 2 m ila lire, gli altri 64 % avendo tu tti stipendi migliori.
Meglio ancora è la situazione a G enova, dove, pur essendovi 4.5 % di im piegati che hanno meno di 1000 lire, questi e coloro che hanno da 1000 a 2 mila lire, sono soltanto il 21 % del totale, il 79 % avendo stipendi migliori. Dove, poi, re lativam ente agli a ltri im piegati delle a ltre città, gli im piegati sono, per modo di dire, dei « Signori », è Rom a. Il 3 % degli im piegati ha bensì meno di lire mille — classe questa che non esiste a Torino, Milano, Firenze — ma questa classe, unita a quella degli im piegati che hanno dalle mille alle 2 mila lire, e che sono il 9.5 % , non costituisce che il solo 12.5% del personale : di conseguenza, T87 V2% s i11 anche meglio di così!
P e r recapitolare mettiamo le città in una ta bella a questo modo:
V enezia: .5 9 % sotto 2 m ila lire e di questi il 4,24 % sotto mille lire.
C atania: 58.5 % , che ha da mille a 2 mila lire, senza im piegati sotto mille lire.
F iren ze: 45.5 % tra mille e 2 m ila, senza im piegati sotto mille lire.
A/ì/awo* j 43.5 % Ira Mille e 2 m ila, senza impiegati sotto mille lire.
L ivorno: 4 2 % degli im piegati che hanno meno di 2 mila lire. Ma di questi 42 % il 63 % ne ha anche meno di mille, di modo che gl’ im piegati stanno meglio a Bologna, Milano e F i renze di quello che stiano a Livorno, se è lecito porre in bilancio i forti dolori di molti con i do lori un po’ meno forti di un numero minore.
Torino: 3 6 % tra mille e 2 mila, senza im piegati sotto mille lire.
Genova: 21 % che lia meno di 2000 lire. Ma di questo 21 % il 95 l/ 2 % lla stipendi tr a 1000 e 2000 lire e un 4 % ha stipendi inferiori a 10Ò0 lire.
R o m a : 9 .5 % di im piegati tra mille 2 m ila lire e un 3 % sotto mille lir e, che unitam ente alla percentuale suddetta danno 12.5 % che hanno meno di due mila lire.
Il quadro della distribuzione degli im piegati di sole 9 città, in ordine agli stipendi percepiti, ha il difetto di essere basato su cifre assolute piccole e h a per contro il pregio di rispecchiare questa distribuzione in Comuni relativam ente grandi. Elaborando tu tto il m ateriale disponibile — e che si riferisce a sessantadue Comuni (1) —
(1) Le 62 città di cui si tratta sodo A lessandria, A sti, B ei- lu n o, Bergam o, B iella, Brescia, C hioggia, Como, Cuneo, Ge nova, Lecco, M antova, Milano, Monza, N ovara, Pad ova, P in
e-a quel modo come il Giusti he-a fe-atto per nove città, il quadro si presenta così, in cifre assolute, e iu cifre percentuali, con indicazione 'altresì dello stipendio medio di ogni classe.
C L A S S I N u m e r o d e g li im p ie g a ti j a v e n ti s ti p e n d i d i D is tr ib u z io n e % d e g li i m p ie g a ti n e ll e s e i c la ss i S p e sa t o ta le d e g li st ip e n d i n e r o g n i c la ss e S ti p e n d io m e d io in o g n i c la ss e Meno di lire 1000 173 5.40 % 142.068 821 fra 1001 e 2000 1.365 43.14% 2.122.553 1.555 fra 2001 e 3000 1.072 33.88 % 2.676.601 2.497 fra 3001 e 4000 319 10.08 °/° 1.118.641 3.507 fra 4001 e 5000 139 4.39 % 623.128 4.483 oltre 5000 . . . 96 3.03 % 614.894 6.405
Se meglio piace possiamo anche dire: chè hanno più di 1000 lire, su 3164 im piegati 2991, ovvero il 97.72 °|0; chè hanno più di 2000 lire, sempre sul medesimo numero di 3164 im piegati, 1626, ovvero il 51.39% ; chè hanno più di 3000 lire, soltanto 554 im piegati, ovvero il 17.51 n|0; chè gli im piegati che hanno più di 4000 lire si riducono a 235, ovvero al 7,42 % ; e chè più di 5000 lire toccano a soltanto 96 im piegati, co stituenti il 3.03 % della massa di 3164 im piegati. E, fermandoci sulla spesa totale, in cifre a r rotondate, possiamo dire che gli individui che hanno più di 1000 lire, hanno un reddito com plessivo di 7 milioni e 156 mila lire, su di una spesa complessiva di 7 milioni e quasi 300.000 lire; che il reddito complessivo di coloro che hanno più di 2 m ila lire è di 5 m ilioni; quello di coloro che hanno più di 3 mila lire è di 2 milioni e un terzo e il reddito di coloro che hanno più di 4 mila lire comporta una spesa di circa 1.240 mila lire. Posti in tabella, i dati sono questi :
Numero di R eddito totale d egli in d iv id u i aventi in d iv id u i aventi reddito : - di reddito > di 1.000 2.991 7.156.000 2.000 1.626 5.034.000 3.000 554 2.357.000 4.000 235 1.238.000
Confrontando gli stipendi comunali con quelli governativi è palese quanto sitino più vantag giosi quelli governativi, (vedi n. 2072 dell’/ico- nom isla) e che avevamo ragione di dire gli im piegati governativi costituire una classe for tunata.
Se confrontiamo gli stipendi percepiti nei 9 grandi Comuni che sono stati fatti oggetto di
rolo, R ovigo, Savona, San P ier d ’Arena. Sestri Ponente, T orino, T reviso, U dine, V enezia, V ercelli, Verona, V icenza, Ancona, Arezzo, B ologna, Cesena, Cremona, Faenza, Ferrara, Firenze, Grosseto, Im ola, Livorno, Lucca, Modena, Parma, Perugia, Pesaro. Prato, Ravenna, R eggio E ., R im ini, Roma., Siena, Terni, V iareggio, V iterbo, Cagliari, Sassari, Caltagirone, C astrogio- vann i, C atania, Ragusa, Marsala, Catanzaro, Brindisi.
102 L ’ ECONOMISTA 15 febbraio 1914
esame per parte del Giusti con gli stipendi per cepiti in ta tti i 62 Comuni (compresi i 9 del Giusti), vediamo che a Genova, Bologna e Roma, gli im piegati stanno assai meglio di quello che non stiano mediamente in 62 Comuni italiani, addensandosi in questi tre Comuni la massa - sovratutto a Roma - nella classe che ha da 2 a 3 mila lire, mentre l’addensamento massimo nella media dei 62 Comuni italiani trovasi nella classe di coloro che hanno da mille a 2 mila lire. Ma, anche a Torino e Milano stanno alquanto meglio di quello che non stiano in media nei 62 Comuni. Infatti a Torino soltanto il 36 % si addensa tr a 1000 e 2000 lire, e il resto degli im piegati si distribuisce tra categorie meglio pagate, contro 43.14 % addensati nella categoria da mille a due m ila nella generalità dei Comuni. In quanto a Milano il vantaggio è minore che a Torino. Il 43.5 °/0 è addensato nella categoria dei mille a due m ila (contro 43.14 % ); ma nella suc cessiva categoria havvi a Milano il 35.5 % contro il 33.88 % che è la percentuale corrente nei 62 Comuni. A Venezia gli im piegati stanno male, e stanno peggio a Catania e a Livorno. A Venezia il 56.5 °/0 ha da mille a 2 m ila lire, là dove la regola è che solo il 43.14 °j0 entri in questa ca tegoria. A Catania si arriv a al 58.5 %. A Livorno, come già detto, si ha il caso strano che 26.5 % hanno meno di 1000 lire, là dove questa categoria non supera il 5.40 % nella media di 62 Comuni. Firenze rispecchia presso a poco la situazione della m edia generale. Havvi il 45.5 % , invece del 43.14 °/0 nella categoria che ha 1000 a 2000 lire, ma, per contro havvi il 34.5 % in quella che ha da 2 a 3 mila lire, contro 33,88% della m edia e non vi sono affatto im piegati sotto le mille lire.
M . Pa n t a LEONI In lina su a lettera il prof. G iusti, al quale ho mandato in bozza la m ia nota, m i avverte che le alte proporzioni nei gruppi ben pagati a Torino dipendono in parte dal fatto che in qu ella c ittà m olti uffici d ’ordine sono tenuti da straordinari (pensionati) che non figurano nel personale di ruolo. In altre città in vece esiston o i cosidetti apprendisti, pagati spesso con stipend io sotto alle m ille lire, oppure categorie di aiuti o com m e ssi, che corrispondono in generale a personale g ià straordi nario m esso p o i in pianta stabile. Il prof. Giusti tenterà una n u ova in ch iesta fra non m olto.
lina iniziativa feliia in tema di matrimonio.
Il progetto di legge presentato dal Governo sulla precedenza del matrimonio civile al re li gioso è, come è noto, inteso a dirim ere gli attu ali inconvenienti derivanti dalle due forme in uso.
E ’ noto altresi che la percentuale delle irrego- rità derivanti dalla possibile duplice form alità, sono andati riducendosi gradatam ente e sono oggi, sebbene statistiche precise al riguardo non si a b biano, di proporzioni ta li da non racchiudere quella impellenza di un intervento legislativo, quale poteva essere richiesto invece alcuni lustri or sono. T u tta v ia il Governo, forse per distrarre la pubblica opinione da altre più pericolose a t tenzioni, forse per equilibrare gli effetti della re cente richiesta di guarentigie internazionali avan zate dalla Santa Sede, ha creduto proporre adesso
e finalmente Im a modificazione agli ordinam enti civili, ma lo ha fatto sotto una forma che non appaga interam ente.
Toccare la delicata m ateria del diritto po sitivo in tem a di matrimonio per un puro prov vedimento di precedenza, sollevando così la ormai troppo a g ita ta questione religiosa, non sem bra nè opportuno, nè proporzionato a ll’effetto che si vuol conseguire; ben diverse e ben più pratiche es sendo le provvidenze che si potrebbero adottare in una così solenne occasione, intese a svecchiare un po’ dalle viete form alità e dalle ossessionanti complicazioni un atto il quale, se v a circondato delle migliori garanzie, dovrebbe però essere de purato del consueto formalismo che obera e g ua sta tu tti i m igliori nostri istitu ti giuridici. L’a vere ad esempio imposto, in una legge del tutto estranea agli ordinamenti civili, la esibizione del certificato di servizio m ilitare compiuto o di esonero dal servizio, nei matrim onii, è sta ta com plicazione b arb ara ed anticostituzionale, la cui ultim a ragione forse è da trovarsi nella imposi zione di un nuovo onere fiscale, e nient’altro.
Ma troppo lungi ci porterebbe la critica, men tre è nostro solo intento di affermare la prefe renza che, analogam ente alle brevi considera zioni di sopra, sentiamo per il progetto di legge sulla riform a del medesimo, di iniziativa par lam entare, anziché per quello governativo.
Gli on. Marchesano è L abriola hanno presen tato alla Cam era il progetto che qui sotto ripro duciamo. Esso è così chiaro, conciso e luminoso nella sua stru ttu ra , che non ha davvero bisogno di commenti. Questi d’a ltra parte, non potreb bero che rilevare la efficacia di previdenze che d’nn tra tto risolvono, senza ledere alcuno, anche la questione religiosa.
Si dà al prete come al notaio, la stessa forza probatoria dell'atto matrim oniale legalm ente com piuto dinanzi a loro e cessa cosi la apparente obbligatorietà di compiere un atto civile per chi dai propri sentimenti si sente a ttra tto verso la forma religiosa ; cessano gli inconvenienti della duplicità del rito ; cessa la odiosa e meschina questione della precedenza.
Noi anzi vorremmo estendere il principio affer mato dagli on. Marchesano e Labriola, abili tando a ll’atto civile del matrim onio anche i ma g istrati, di qualsiasi rango, e gli ufficiali dello Stato civile. I primi sono già dalla legge rico nosciuti capaci a ricevere le volontà delle parti, come il notaio; pei secondi non v ’è ragione di inab ilitarli ad una funzione che già compiono; con ciò si otterrebbe l’effetto di non costringere ta lv o lta gli sposi alla ricerca di un notaio, non sempre vicino nei piccoli Comuni, quando non intendessero di servirsi del prete.
Ed infine un’ultim a aggiunta vorremmo al pro getto Marchesauo e L ab rio la: che cioè, appron ta ti i documenti di rito, il matrim onio dovesse essere sempre ed ineccepibilmente g ra tu ito per parte di qualsiasi dei quattro funzionari sopra richiesti, e fosse altresì stab ilita una forte pe n a lità a quegli che, essendo tenuto ad unire in matrimonio, vi si rifiutasse se non constassero le incom patibilità stabilite dalla legge.
15 febbraio 1914 L’ ECONOMISTA 103
Art. 1. — Il matrimonio celebrato davanti il mini stro di qualunque culto produce tutti gli effetti civili. Gli stessi effetti produce il matrimonio contratto da vanti ad un notare con tutte le forme volute dalla legge per la stipulazione degli atti pubblici.
Art. 2. — Il ministro del culto o il notaro davanti a cui si chiede la celebrazione devono accertarsi del l'esistenza delle pubblicazioni richieste dall’art. 70 e seguenti del Codice civile. Prima di procedere alle pubblicazioni l'ufficio dello Stato civile a cui sono stati richiesti deve assicurarsi, richiedendo i documenti a questo fine indicati dall’art. 79 del Codice civile, della sussistenza di tutte le condizioni volute dalla legge civile perchè il matrimonio possa contrarsi.
Art. 3. — Il ministro del culto o il notaro che ha celebrato il matrimonio deve immediatamente e in ogni caso nelle 24 ore dalla celebrazione trasmettere un estratto deiratto di matrimonio all'ufficio dello Stato civile del Comune presso cui furono fatte le pubbli cazioni, il quale annota l’atto nei registri dello Stato civile e cura che vengano eseguite tutte le conse guenti registrazioni.
Art. 4. — 1 ministri del culto e i notari che con travvenissero alle disposizioni degli art. 2 e 3 saranno puniti con la multa non inferiore a L. 1000 e con la reclusione non inferiore a un anno, salvo le maggiori pene sancite dal capoverso dell’art. 359 del Codice penale.
Candide.
I sei d ise g n i d i legge
per i provvedimenti finanziari. II
II disegno di legge sui « provvedim enti trib u ta ri » comprende sei distinti disegni allegati re lativi alle tasse di successione, alle tasse di bollo, alla tassa di negoziazione, alla tassa sulle vet tu re automobili, alla tassa sulle acque m inerali, alla riorganizzazione del diritto di statistica.
Una disposizione generale stabilisce che il beneficio della condanna condizionale di cui alla legge 26 giugno 1904 non è applicabile alle multe, ammende e pene pecuniarie in genere comminate dalle leggi trib u tarie.
L e tasse di successione. — Il progetto sulle tasse di successione dispone che il principio della progressività comincia ad essere applicato dal lim ite di 30.000 lire per le successioni in linea re tta , fra coniugi e tr a fratelli e sorelle, e dal lim ite di lire 20.000 per le altre devoluzioni ere ditarie creando uno scaglione imponibile a sè costituito dalle rispettive differenze di lire 20.000 e 30.000 intercedenti fra quelli nuovi e l’attu ale punto di partenza della progressione di lire 50.000.
Inoltre stabilisce rispetto alle quote ereditarie superiori a lire 10.000, la soppressione delle tasse di favore stabilite per le quote fino a lire 1000 e la parificazione trib u ta ria di tu tti i p a renti oltre il quarto grado.
Quanto alle tariffe niuna innovazione è recata a quelle a ttu ali per le successioni in linea re tta , fra coniugi e tra fratelli e sorelle fino al limite di lire 30.000, nuovo punto di partenza per l’ap plicazione della progressività della tassa; sul nuovo scaglione di lire 20.000 (dalle 30.000 alle 50.000) le aliquote subiscono un lievissimo au
mento di centesimi 20 per cento per le succes sioni fra coniugi e tr a fratelli e sorelle.
P er le altre categorie di successibili, per le prime 20.000 lire rimangono in variate le ali quote vigenti (a parte l’accennata parificazione trib u ta ria di tu tti i parenti oltre il quarto grado) e a cominciare dal nuovo gruppo im ponibile co stituito dalla differenza fra le prime 20 e le prime 50 mila lire si sono stu d iati ritocchi pro gressivi in proporzione v aria secondo i gradi di parentela e la im portanza della quota ereditaria per modo che l’aliquota m inima attu a le da lire 8,50 viene elevato a lire 9 e l’aliquota massima da lire 22 a lire 27.
È inoltre istitu ita una tassa complementare progressiva sull’importo totale netto delle tr a smissioni a titolo gratu ito sia a causa di morte come per atto fra vivi esonerando i patrim oni fino alla somma di 10.000 lire con spirito di protezione delle minori ricchezze e mirando ad un m isurato prelievo dai m aggiori patrim oni con aliquote crescenti da lire 1 a lire 6 per cento in. relazione alla massa totale dei valori che si t r a sferì scono.
In fine un’ultim a disposizione impedisce che si eviti la tassa di successione ponendo in es sere la vendita dei beni, come è avvenuto so vente fra parenti, specie in caso di patrim oni rilevanti.
L a tassa di negoziazione. — II disegno di legge relativo alla tassa di negoziazione dispone un aum ento della tassa sui tito li al portatore ed una diminuzione di quella pei titoli nomina tiv i: la tassa di lire 1,80 per mille (1,83 com presa l’addizionale a favore dei danneggiati dal terremoto) è ridotta pei titoli nom inativi a lire 1,50 per mille, con una diminuzione di cente simi 33 per mille, mentre l’aliquota di lire 2,40 per mille (2,44 compresa l’addizionale) sui titoli al portatore è elevata a lire 3 per mille con un aumento di centesimi 56 per mille.
L a tassa sulle autom obili. — 11 disegno di legge relativo alla tassa sulle v etture automo bili stabilisce un aum ento di tassa commisurato a ll'in te ra forza delle v etture automobili ad uso privato di lire 3 per ogni HP., se il motore sviluppi fino a 9 IIP ., di lire 5 per ogni HP., se il motore sviluppi da oltre 9 fino a 40 HP., e di lire 10 per ogni HP., se il motore sviluppi oltre 40 HP.
L ’aum ento è riservato esclusivam ente allo Stato. Sono esplicitamente m antenute nella mi sura vigente le tasse per le v ettu re automobili ad uso pubblico di linea e da piazza e per i -c a rri automobili ad uso pubblico da trasporto
di merci.
104 L ’ ECONOMISTA 15 febbraio 1914
P e r le bottiglie o altri simili recipienti di ca pacità superiore a un litro la tassa o la sopra tassa si applica in ragione di lire 0,10 per litro, calcolando per un litro anche le frazioni di litro.
Agli effetti della legge si considerano come acque m inerali, naturali o artificiali, tu tte quelle classificate come ta li per l’applicazione della t a riffa generale dei dazi doganali.
E ’ fatto obbligo a chiunque utilizzi sorgenti di acque m inerali o fabbrichi acque minerali anche medicinali di darne denunzia.
I l d iritto d i ,sta tistica . — Il disegno di legge relativo al diritto d statistica prescrive la r i scossione dei diritti di s ta tis ti'à sulle merci esportate e su quelle im portate (escluse quelle in transito) nella m isura di lire 0,10 per la m ag gior p arte delle merci a quintale, per le merci povere specialmente agrarie a tonnellata, per il bestiame a capo, per i veicoli a unità.
Sono esentate alcune categorie di merci, tra cui lo zolfo, i pacchi postali, i bastim enti, le merci esenti da dazio.
E ’ riservato al Governo di stabilire quando la tassa an d rà in vigore.
Il bollo sulle cam biali. — Il disegno di legge relativo alle tasse di bollo stabilisce l’in teg ra zione delle frazioni centesim ali che derivano dalla applicazione dell’addizionale, portando un lievissimo aumento alle tasse fisse di. bollo e sulle concessioni governative non inferiori ai ses santa centesimi.
Modifica inoltre il bollo graduale sulle cam biali dividendole in tre categorie. '
La prim a comprende le cambiali fino a L. 1000, per le quali la tassa sarà rigorosam ente propor zionale nella m isura di 10 centesimi per ogni cento lire e frazione di cento lire.
L a seconda categoria comprende le cambiali da L. 1000 a L. 5000, per le quali la eguale tassa dovrà procedere di 500 in 500 lire.
La terza categoria, comprende le cambiali di importo superiore a L. 5000, per le quali la eguale tassa verrà corrisposta per ogni migliaio o frazione di migliaio.
Le aliquote di tasse fissate dalla legge attuale (centesimi 6 per ogni cento lire per le cambiali con scadenze non superiori a sei mesi, centesimi 12 per ogni 100 lire per quelle di scadenza su periore, oltre l'addizionale per il terrem oto) sono elevate rispettivam ente a centesimi 10 e cente simi 20 per ogni 100 lire, computato in queste cifre anche l’importo della addizionale.
L a tassa su i cinem atografi. — Infine impone una tassa di bollo sui biglietti cinematografici, m età della quale sa rà devoluta ai Comuni. La applicazione della tassa comincia dai biglietti del costo di almeno 15 centesimi, ed è di cen tesimi 5 per i biglietti fra i 15 e i 50 centesimi, di cent. 10 pei biglietti fra centesimi 50 e una lira, di cent. 20 pei biglietti di oltre una lira. La tassa viene applicata in modo virtuale cal colando invariabilm ente il numero dei biglietti per due terzi di posti di ogni specie dei quali il locale dispone, moltiplicato pel numero delle rappresentazioni giornaliere. E ’ stabilito l’ob bligo della denunzia del numero delle rappre sentazioni e dei prezzi da farsi mese per mese e del pagam ento anticipato della tassa per un mese.
Il costo della vita nel 1913
in Ita lia e a ll’ E ste ro .
Il B ollettino dell'U fficio del Lavoro recherà nel suo prossimo numero la seguente intesessante pubblica zione sul ribasso del costo della vita.
« La diminuzione dei prezzi al minuto dei generi alimentari popolari è stata costante in Italia durante tutto l’anno. La diminuzione più rilevante si è avuta nei gruppi del pane e delle farine di frumento. Del pane segniamo 100.5 al gennaio 1913 (net gennaio 1912 era stato 95.3); dopo una leggera diminuzione nei mesi seguenti saliva a 100.2 nel giugno (103.5 nel 1910). Al dicembre il suo indice era 94.3 in con fronto a 99.6 nel dicembre 1912 con una diminuzione del 53°/0- Del gruppo delle carni bovine la dim inu zione non subisce quasi interruzione e da 93.6 (102.3 nel 1912) in gennaio, scende ad 86.0 (94.2) nel di cembre. Un confronto con gli indici degli altri paesi dimostra come questa diminuzione sia generale. Nella Gran Bretagna il numero indice dell'Econom ist da 27.32 gennaio (26.13 nel 1912) scendeva a 26.60 nel giugno (26.87 nei maggio 1912) aumentava a 26.14 in settembre (27.40 nel 1912) per finire con 26.22 nel dicembre (27.47 nel 1912).
« L'E conom ist, nel numero del 10 gennaio 1914 a questo proposito osserva: « L a riduzione nei mesi scorsi si è verificata in tutti i gruppi, ma è stata molto marcata nel secondo gruppo di generi alimen tari (cioè thè, zucchero, eco.) e nel tessile. La dimi nuzione è stata continuativa dura nte r a n n o ; per i prezzi dei generi alimentari la causa è da ricercarsi ne gli abbondanti raccolti, per le materie greggio nell’an damento intenso degli affari che stringendo le domande ha portato un rinvilio dei prezzi. Questo indice con corda con quello di Sauerbeck; 86.4 gennaio (81.8): 83.6 (86.4) in dicembre. P er gli Stati Uniti (Broad- streel) e per il Canada (Ministero del Lavoro) manca il dato di dicembre: Stati Uniti 9.4938(8.9493) in gen naio, 9.2202 (9.5462) in novembre. Francia, R efo rm
Economiqùe : 119.0 (115.4) in gennaio, 114.6 (117.2)
in dicembre. Tutti questi indici, eccetto in Francia, segnano nel gennaio 1913 un livello più alto del g e n naio 1912, mentre sono tutti nel dicembre inferiori all’indice corrispondente dei 1912.
« Nei confronti di questi indici è da tener sempre presente che non so.io calcolati tutti gli stessi gruppi di generi. P e r la Germania la spesa settimanale fu calcolala dal Calover (Konjunktur 29 gennaio 1913) in base ai rapporti di 190 città tedesche; per il vitto di una famiglia di quattro persone era di 26.01 M K nel gennaio 1913; (24.69 nel 1912; 23.50 nel 1911) 25.46 M K nel dicembre (26.03 nel 19i2, 24.60 nel 1911) con una tendenza non diversa dagli altri paesi ».
A questi dati si fa seguire la seguente osserva zione :
« Il forte rincaro di quasi tutti i generi alimentari verificatosi nel 1911 in Germania in conseguenza del clima sfavorevole e degli scarsi raccolti è solo in parte dovuto a queste circostanze eccezionali. In sostanza l’aumento di prezzo non era che la prosecuzione di una tendenza che d u ra costante da vari anni. P e r ciò il rincaro non deve essere considerato come feno meno transitorio. Lo stesso raccolto eccezionale del 1913 non è valso ad abbassare il prezzo dei generi alimentari al livello del 1911. Da ciò appare in modo indubbio che l'aumento del costo della vita ha cause più profonde che non siano i cattivi raccolti di qualche anno, le malattie di bestiame od altro ».
15 febbraio 1914 1 / ECONOMISTA 105
I N F O R M A Z I O N I
Credito Italiano. — Il Credito Italiano che ha già una vaste sede a Firenze h a aperto in quella città una nuova Agenzia in piazza Bec caria per servire agli usi dell’ampio commercio di Porta la Croce e del vicino mercato di S. Piero.
Una nuova Agenzia è pure stata ap e rta a Mi lano, via Monte Napoleone, 2, ed a ltra ad Ori stano (Sardegna).
Denuncia Del Buono contro senatore Ro- landi-R icci. — Si afferma che Fon. Pilade Del Buono abbia appellato presso la Commissione senatoriale di accusa in seguito al pronunciato assolutorio a favore del senatore R olandi-Ricci, del quale abbiamo dato notizia nel numero scorso (V. Econom ista n. 2075, pag. 87).
(ìli 800 km. di nuove ferrovie in Sicilia.
— Alcuni giornali riferirono inesattam ente le dichiarazioni fatte al Consiglio comunale di P a lermo sulle Ferrove secondarie di Sicilia, facendo sorgere il dubbio che si voglia modificare la legge concedente gli 8Ó0 chilometri e rim ettendo cosi in discussione l’esecuzione di opere urgente mente richieste nell’interesse della Sicilia.
11 Governo invece si dichiarò disposto ad esa minare con benevolenza quelle domande di con cessione per altre linee ferroviarie che, ánche all’ infuori degli 800 chilom etri, presentassero le condizioni richieste dalie leggi vigenti.
Le opere portuali di Catania. — Si annuncia che un complesso di opere veram ente imponente sarebbe stato deciso per il porto di C atania, si da soddisfare a tu tte le esigenze di sicurezza per i piroscafi e velieri di qualsiasi tonnellaggio, da decuplicare la attu ale capacità dello specchio di acqua, e da offrire banchine fornite con mezzi mec canici per lo sbarco e l ’ imbarco. A 12 milioni è stata preventivata la spesa cui pare si provve- derà con una tassa che coprirà le spese e l’am mortamento.
(ìli u tili del trust siderurgico. — Si afferma che i resu ltati finanziari del gruppo siderurgico de l ’ Uva (Ilv a-S av o n a-E lb a-F erriere ita lia n e - Piombino) siano corrispondenti al piano finan ziario del 1911 quando fu riorganizzato questo tru st. Si dice che gli utili netti del 1913 ra g giungano i 14 milioni di lire.
La Banca di Firenze a Roma. — Si ricor deranno le tra tta tiv e che erano incominciate per una fusione fra la Banca L atina e la Banca di Firenze. L’assem blea della prim a respinse la esecuzione del progetto. Si dice adesso che la Banca di Firenze stia per aprire una succursale a Roma.
L ’ Istitu to cotoniero italiano. — In seguito alla fiera opposizione svoltasi per p arte dei co tonifici piemontesi contro la azione dell’ Istituto cotoniero, ed in parte anche per il disaccordo esistente fra gli stessi federati lom bardi, la solidità della istituzione sem bra compromessa o quanto meno si preconizza una lo tta vivace fra i diversi gruppi.
RIVISTA BIBLIOQRAFICA
Albert Thomas. — L a politique socialiste. — Paris, Marcel R ivière, 1913, pag. 66.
La presente pubblicazione fa parte della Col lezione dei docum enti del socialismo, che si va pubblicando sotto gli auspici della R evue socia liste. Ne è autore Alberto Thomas, il chiaro de putato socialista del.la Senna e red atto re capo della riv ista medesima.
Egli si propone di m ettere in piena luce la politica che l’evoluzione attu ale del capitalismo e quella della democrazia impongono al partito socialista.
La questione posta, oggi, dinnanzi a ll’opinione pubblica francese è la seguente: i radicali ed i socialisti formeranno essi una nuova coalizione? Ricostitueranno il blocco?
11 Thomas pensa che un blocco possa ricom porsi alla sola condizione che il program m a po litico e im m ediatam ente realizzabile del socia lismo divenga parte essenziale del program m a comune.
Il p artito socialista è troppo cosciente della sua potenza per poter consentire all'abbandono, sia pure di una parte minima, dei suoi ideali. Se il partito radicale riorganizzato non consentirà ad un’alleanza su tale base, quello socialista non esiterà a conseguire da solo la realizzazione dei suoi progetti ed aspirare alla conquista di una m aggioranza democratica. Certo questa seconda via è quella che presenta il m aggior numero di difficoltà. Ma basterà che il socialismo affermi la sua dottrina e sviluppi la politica, di cui ha già nettam ente delineati i punti sostanziali, per chè la v ittoria gli sia assicurata in un avvenire non lontano.
Con quali mezzi, poi, questa v itto ria possa a r rid erg li: con Fattitudine di una opposizione in transigente o colla partecipazione effettiva alla vita parlam entare, colla conquista del potere po litico o colla realizzazione progressiva delle proprie idee, tutto ciò sarà la conseguenza di circostanze speciali, più forti, in tu tti i casi, della volontà stessa degli uomini.
Quel che intanto è necessario, dice l’A., è una fede viva nei futuri risu ltati della politica so cialista. L a F rancia di oggidì non potrà uscire dal torpore e dal m arasm a in cui è caduta, non potrà tu te la re la sua unità contro gli attacchi dell’anarchia economica, se non adottando le so luzioni che suggeriscono la critica e la dottrina del socialismo.
L’organizzazione m ilitare del paese, la sua or ganizzazione politica, e quindi la rappresentanza proporzionale e la riform a senatoriale, la sua organizzazione finanziaria ed economica sono i problemi principali che il socialismo è chiamato a risolvere in m aniera conforme alle vedute delle masse ed alle nuove esigenze sociali.
106 ' ECONOMISTA
15 febbraio 1914
quantunque non si possa, molto^ spesso, per il contenuto, andar d’accordo con l’A.
P a u l G a u ltie r. — L es m aladies sociales. — Paris, Buchette, 1913, p. 270.
È un libro doloroso, avverte l’A., come la dia gnosi di una m alattia grave. Ma se è doloroso il libro, per la m ateria che tra tta , lo spirito che lo anim a è tu tt’altro che.di sconforto; è un grido di allarm e, ma che non è grido di paura, bensì grido di fede profonda nei destini della nazione francese risoluta ad uscire più forte e più glo riosa dalla lotta contro i molteplici mali che ne attentano le migliori energie.
Ed è per questo, specialmente, che il libro piace.
Delle odierne m alattie sociali il G aultier esa mina le più g rav i: la delinquenza infantile, l’alcoolismo, lo spopolamento, la pornografia, il suicidio. Non sono esclusive della Francia, per chè costituiscono la preoccupazione di tu tte le nazioni m oderne; ma in quel paese hanno ra g giunto una g rav ila tale che il non cercale di porvi rimedio sarebbe segnare la definitiva ro vina di tutto un popolo.
Sono problemi che si discutono ogni giorno, ma dei quali ciascuno si lim ita a mettere in piena luce soltanto i vari aspetti e le molteplici ma nifestazioni; sono piaghe dolorose che i Francesi non esitano m ostrare senza veli, accompagnan done la visione colle confessioni più tristi della realtà stessa. M a un’azione veram ente complessa e coraggiosa non è sta ta ancora in trap resa; di nanzi ai mali che i sociologi hanno con amorosa cura studiati, i governanti si sono troppo spesso a rre sta ti incerti e dubbiosi, non si sa se inconsci della g rav ità della m alattia, o increduli della efficacia dei rimedi. Forse per 1 una cosa e 1 altra assieme.
Contro i pericoli sociali vi sono anzitutto r i medi legali. Disposizioni legislative che interdi cano la pubblicità crim inale, che regolino la vendita degli alcool, che impediscano la propa ganda neo-inalthusiana, che vietino le pubbli cazioni immorali non sono rimedi trascurabili, ed è anzi urgente applicarli senza ritardo e con tu tta energia. Ma certo sarebbe accusabile di soverchio ottimismo chi credesse che le leggi potessero da sole lottare efficacemente conti o la delinquenza infantile, l’alcoolismo, lo spopola mento. Vi sono dei rim edi morali che applicaci insieme ai provvedimenti legislativi sono più ad atti a produrre la guarigione. E sugli uni e sugli a ltri l’A. si in trattien e lungam ente.
E questa la parte pili im portante e suggestiva del libro perchè è principalm ente la dim ostra zione viva che la questione sociale è in gran parte questione morale e che il progresso di una nazione dipende molto dalla sua salute morale e quindi dalla m oralità di ciascuno dei suoi membri.
L. M.
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F I N A N Z E DI ST AT O
It a l i a.
Le entrate dello Stato nel 1913-1914.— Le entrate principali dello Stato riscosse dal I o luglio 1913 al 31 gennaio 1914, cioè le tasse sugli affari, le imposte sui comuni (escluso il dazio sul grano), i redditi delle privative, le imposte dirette ed i proventi delle poste, dei telegrafi e dei telefoni ascendono alla somma com plessiva di un miliardo, 199 milioni e 920 mila liie. Paragonate a quelle del corrispondente periodo del l’esercizio 1912-13 le dette entrate principali dàuco per risultato un aumento di lire 14 milioni e 757 mila.
Sono in aumento:
il reddito delle privative per lire 8 milioni e yob
mila; „
le imposte dirette per lire 9 milioni e 379 mila, i proventi delle poste, dei telegrafi e dei telefoni per lire 2 milioni e 949 mila.
Sono in diminuzione:
le tasse sugli affari per lire 2 milioni e 54- mila; le imposte sui consumi per lire 3 milioni e 984 mila.
I.a diminuzione delle tasse sugli affari e principal mente dovuta:
a) alle tasse ipotecarie per le quali nel precedente
esercizio si ebbe un maggior reddito a causa della costituzione di cauzioni dipendenti dagli appalti d e cennali per la riscossione delle imposte;
b) ai proventi del bollo e del registro, che si a li
mentarono eccezionalmente nel decorso esercizio di affari determinati dall’impresa libica in misura ecce dente l’ incremento normale;
c) al minor provento della tassa sulle eccedenze dalla legge previste della circolazione dei biglietti degli Istituti di emissione.
La diminuzione nelle imposte sui consumi trae oii- g ir e da minore importazione di granturco in conse guenza del buon raccolto nazionale, di carne fresca e di bovini, e di zucchero, per l'abbondante p ro d u
zione interna. . _
P er quanto concerne il dazio sul grano, si e v eri ficata una diminuzione di 28 milioni e 521 mila, ma essa è dovuta a minore importazione della derrata per effetto del buon raccolto nazionale. E" da notare inol tre che nell’esercizio 1912-13 si riscossero 141 milioni per dazio sul grano, mentre la previsione dell e s e r cizio corrente si è limitata ad un introito di 76 m i lioni: cifra che sar à certamente raggiunta, e potrà anche essere super ata di alcuni milioni, ove si ponga mente che, nei sette mesi trascorsi, il dazio sul grano ha gittato 46 milioni e 843 mila lire e che, secondo i risultati del passato, nei mesi del semestre gennaio- giugno dell'esercizio finanziario, si ha normalmente una importazione media superiore a quella dei mesi del semestre luglio-dicembre.
Merita poi dì essere rilevato, nei riguardi delle entrate principali (escluso il dazio sul grano) che la previsione indicata nella esposizione finanziaria dal Ministro del Tesoro calcolava, per l’intero esercizio finanziario 12 luglio 1913-30 giugno 1914, un incre mento di soli 13 milioni e mezzo sulle somme accer tate dell’esercizio 1912-13, mentre, nel fatto, tale mag giore previsione è stata già superata di oltre un mi lione con le riscossioni di soli sette mesi, essendosi conseguito l’aumento di 14 milioni e 757 mila lire.