L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XXIII - Vol. XXVII
Domenica IO Maggio 1896
N. 1149
LA SITUAZIONE FINANZIARIA
L ’esposizione finanziaria, che in forma abbreviala fece alla Camera l’on. Ministro del Tesoro il 5 mag gio ed il cui testo pubblichiamo più innanzi, ci ob bliga ad alcune considerazioni.
Nel complesso la esposizione stessa nelle sue cifre e negli apprezzamenti mirava a confermare il g iu dizio emesso dall’ on. Sonnino nella sua esposizione del IO dicembre 1803; - che il disavanzo è stato debellato ed il merito è tutto dei provvedimenti presi con tanto coraggio dall’ on. Sonnino; forse l’on. Co lombo ha fatto spiccare ancora più la nota ottim i sta. A suo tempo abbiamo mosso censura all’ on. Sonnino per il cambiamento cosi repentino nei suoi giudizi sullo stalo della (manza, non possiamo che dolerci di più della tinta soverchiamente rosea colla quale l’on. Colombo dipinse i risultati ottenuti.
L ’on. Colombo rettifica così le entrate effettive
per l’esercizio in corso:
Le entrate previste dall’on. Sonnino erano 1,587 milioni, gli aumenti che si ritengono accertati sono di L. 15.1 milioni, quindi il complesso delle entrate per l'esercizio in corso si prevede in L. 1,603 milioni.
E qui subito osserviamo che le entrale effettive durante gli ultim i cinque anni, quali risultano dai consuntivi, furono le seguenti:
1890- 91 ... L. 1,540.00 milioni 1891- 92... » 1,528.09 » 1892- 93... 1,550 61 » 1893- 94... » 1,517.12 » 1894- 95... » 1,569.91 »
Per l’esercizio in corso si prevedono in L. 1,603 milioni.
La media del quinquennio precedente all’ eserci zio in corso è di milioni 1,541.14. Quindi tra que sta media e la previsione dell’ esercizio attuale vi è una maggiore entrata di 61 milioni circa.
Ma se si pensa che le dogane, per maggiore en- traia di grano, hanno dato più di 20 milioni, e che dalla sola maggiore ritenuta sul debito per tassa di ■ icchezza mobile si sono ricavati più di 54 milioni, Sl ha una complessiva entrata di 74 milioni mag- gmre degli anni precedenti non dovuta certo a provvedimenti di ordine finanziarlo, ma a due cause 1 clorose: una al cattivo raccolto del frum ento;
1 tra all’aver diminuito l’interesse dei debiti. Ri mane invece che le.altre entrate effettive del bilan cio sono diminuite di oltre 12 milioni.
Questa illusione di un miglioramento ottenuto nel Jt anco, già messa innanzi dall’ on. Sonnino e con
fermata ora dall’ on. Colombo, è la più schietta di mostrazione che si continua nel sistema non mai abbastanza biasimato di considerare il bilancio come indipendente dalle condizioni economiche del paese, e quindi il Governo non si preoccupa ancora ab bastanza del modo, col quale il pareggio fu raggiunto e del datino che può aver recato alla economia na zionale I’ averlo in quél modo raggiunto.
In quanto alla spesa effettiva, che era prevista dall’ on. Sonnino nel progetto di assestamento del 25 novembre 1895 in L. 1551.7 milioni, viene portata dall’on. Colombo a L. 1,673.9 m ilio n i; aggiungendo 117 milioni di nuove spese tra guerra e marina ed altre somme minori per maggiori spese che sono indicate nella esposizione. Per non entrare in d i scussioni sopra le cifre minori, teniamoci ora alle cifre complessive, cioè ai 1,673.9 m ilioni, ai quali ne toglieremo 117 che riguardano le spese per l’Africa, distribuite per 114 milioni alla guerra e per 3.1 m ilioni alla marina.
Le spese effettive restano pertanto (1,673.9 meno 117) 1,556.9 milioni.
Le spese effettive nell’ ultimo quinquennio sono state : 1890-91.. 1891 92.. 1892- 93.. 1893- 94 . 1894- 95.. milioni 1.628.30 » 1. 575.02 » 1. 569 39 » 1.616.55 » 1. 600.00
Ed aggiungendo a questa cifra le spese per co struzioni ferroviarie, che sono le seguenti :
1890- 91... milioni 118.60 1891- 92... » 83.33 1892- 93... » 10.03 1893- 94... » 75.01 1894- 95... » 65.40
Si ha un totale di spese reali per il quinquen nio di : 1890- 91. 1891- 92. 1892- 93. 1893- 94. 1894- 95. milioni » » 1. 746. 90 1. 658. 35 1.599. 42 1. 691.56 1.665. 40
La media del quinquennio della spesa effettiva fu di L. 1,597.85 m ilio n i; la media nel quinquennio della spesa per costruzioni ferroviarie fu di L. 74.47 m ilioni ; la media della spesa effettiva comprese le costruzioni ferroviarie fu di L. 1,672.32 milioni.
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milioni, sale a L. 4,/'¡89.47 milioni ; perciò la diffe renza tra la media del quinquennio e la spesa del l’esercizio in corso è di 1,072.32 meno 1,389.47 cioè milioni 82,83.
Su quali parti del bilancio della sposa si trova principalmente la diminuzione di m ilioni 82.83 so pra indicata?
Quasi tutta la diminuzione della spesa è dovuta alle costruzioni ferroviarie.
E valga il vero. Mettiamo sotto agli occhi dei let tori tre Consuntivi, quello del 18 9 0 -9 1 presentato dall’ ob. Luzzalti, (ministero di Budini), quello del 1891-92 presentato dall’on. Grimaldi (ministero Gio- litti) e quello 1894 95 presentato dall’ on. Sonnino (ministero Crispí). Diamo per ciascuno degli undici ministeri la spesa in m ilioni, ed aggiungendo alla spesa effettiva del ministero dei lavori pubblici anche quella per lo costruzioni ferroviarie :
1890-91 Tesoro... 731.31 Finanze... 193. 46 Grazia e Giustizia 34.04 E steri... 12. 43 Istruzione pubblica 41. 63 Interni... 58.96 Lavori pubblici .. 164. 78 Poste e Telegrafi . 54. 80 G uerra... 290. 49 M arina... . 113.03 Agricoltura... 16.67 1891-92 1894-95 752. 96 812.43 189. 20 168. 63 34. 26 34.65 I 9.01 20. 57 40.61 41.13 57. 15 63,51 143. 86 129.00 53. 64 54. 92 263. 69 235. 30 105. 14 95. 71 11. 72 9. 82
Ora nell’ assestamento proposto dall’ on. Sonnino il 25 novembre 1895 e mantenuto in queste cifre anche dall’ onorevole Colombo la spesa per il M ini stro dei Lavori pubblici è di L. 56.43 milioni, più L . 32.5 milioni per costruzioni di strade ferrate, in totale L. 88.93 milioni, la quale somma è di L. 75.85 milioni inferiore alla spesa clic per lo stesso M ini stero si spendeva nel 1890-91.
Le quali risultanze dimostrano a nostro avviso in modo luminoso ;
1. ° che il miglioramento della entrata è dovuto o) alla maggiore imposta sul debito, la quale fu su bita dall’ on. Sonnino contro il proprio convincimento ! e cedendo, dopo lunga resistenza, alla volontà dei suoi Colleglli e in ogni modo non costituisce certo un j merito finanziario ; V) alla maggiore importazione i del frumento, il quale fatto è indipendente affatto dalla j volontà e dal desiderio, crediamo, dell’ on. Sonnino ;
2. ° che la diminuzione della spesa non è dovuta ad economie organiche compiute, ma alla sospen sione dei lavori pubblici; poiché se il Ministero delle finanze costò nel 1894-95 dodici milioni meno del 1891-92, ne costò undici di più quello degli esteri; sei di più quello degli interni.
Ed insistiamo su questa analisi dei risultali ot tenuti perchè non vi è motivo di crearsi delle illu sioni ; un paese il quale avesse saputo per seri provvedimenti fiscali dare in due anni allo Stato 177 milioni per colmare il disavanzo, non sarebbe nelle condizioni economiche nelle quali si trova l’ Italia e non avrebbe, come ha, i cespiti derivanti dai consumi ancora incerti ed oscillanti se non tut tavia in diminuzione.
Che il Governo abbia applicati più e diversi balzelli è verissimo ; ma è altrettanto vero che non ha ricavato da questi nuovi inasprimenti al cuna maggiore entrata, perciò il miglioramento con
seguitosi è dovuto tutto ed anzi al di là, alla mag gior trattenuta negli interessi del debito. Tutto il ri manente non ha corrisposto alle previsioni ed ha provato anzi che il concetto del Ministro del Te soro era errato.
In pari tempo è duopo tenere bene in mente che, malgrado tutte le promesse fatte, non si sono nè applicate, nè ottenute le economie organiche sulle quali dapprincipio si facevano tante promesse. La spesa per I’ amministrazione è rimasta quella stessa e se qualche miglioramento in qualche ministero fu conseguito, tale miglioramento venne dalle maggiori spese degli altri ministeri assorbito e la sola vera ed importante economia fu quella ottenutasi colla so spensione delle nuove costruzioni ferroviarie. Intanto abbiamo un altro esercizio che chiude in pareggio col solito centinaio di milioni chiesti al credito pub blico. Senza la politica che lo suggestionasse, l’on. Co lombo non aveva motivo per esser roseo e per espri mere soverchia compiacenza.
A QUANDO IL CENSIMENTO ?
Giungono in questi giorni i primi risultati del censimento francese, compiuto alla fine di marzo, e il pensiero nostro si volge naturalmente alla questione del censimento ¡¡aliano, che aspetta ancora una so luzione. I lettori ricordano certamente che altre volte abbiamo deplorato che si fosse rinviato il censimento, il quale doveva aver luogo alla fine del 1891, e abbiamo insistito perchè senza indugio fosse fatto. Un’ opera altamente civile, com’ è quella del censi
mento, non dovrebbe essere sospesa o rinviata che in circostanze eccezionalissime, quali sono certa mente quelle di una guerra, di una epidemia, di una carestia. Invece, per una meschinissima ragione di economia, che dimostra con quali criteri direttivi si sono escogitate le economie nel nostro bilancio, e rivela anche la scarsa coltura dei nostri uomini di Stalo e dei nostri parlamentari, che evidente mente non apprezzano al suo giusto valore il ceo- simento, si è abbandonata l ’ idea di farlo, aspettando che le condizioni finanziarie migliorassero e permet tessero la grossa spesa di circa mezzo milione per un paio d’anni.
Senonchè pare a noi che sia tempo ili richiamare alla memoria dei nostri governanti che ¡I censimento va fatto quanto più sollecitamente è possibile e che due circostanze stanno in favore della sua esecuzione alla fine dell’ anno corrente.
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mative. E nulla diciamo delle leggi già in vigore, che esigerebbero la cognizione precisa, sicura, della dislribuzione della popolazione, del suo numero, della sua composizione, perchè ormai si è creduto di pas sare sopra a questo punto; vogliamo piuttosto in sistere sulla circostanza che per la prossima opera parlamentare il censimento sarà, in molti casi, il vero punto di partenza, il dato fondamentale per poter prendere decisioni pratiche e utili.
I)’ altra parte, le condizioni della finanza sono migliorale, non occorrono nuovi provvedimenti finan ziari, così ci assicura un uomo che fino a qui è stato rigido finanziere, l’ on. Colombo ; e in realtà si po tranno apprezzare diversamente i mezzi, ai quali ha fatto ricorso l’ on. Sonnino per diminuire il disa vanzo, cd è noto che noi, in gran parte, non li ab biamo lodati ; ma ormai, se la politica coloniale non ci trascina a nuove e grosse spese, possiamo dire che lo squilibrio finanziario è relativamente vinto. L’obbiezione della spesa non potrebbe avere adunque, neanche per i fautori della lesina nelle spese dello Stato, quella importanza che, giustamente o no, le si attribuiva nel 1891. E, dopo tutto, noi ci doman diamo, ora come allora, se l’ Italia è scesa tanto in basso nelle sue condizioni economiche e sociali da trascurare un’opera di tanta e generale importanza corn’è quella del censimento,per una questione di qual che centinaio di migliaia di lire. Meglio varrebbe certo sospendere per alcuni anni altre pubblicazioni fatte dai vari Ministeri, di una utilità più o meno reale, che rinunciare a procurarsi lo strumento più neces sario per conoscere le condizioni demografiche del paese. Non domandiamo un censimento del genere di quelli che fanno gli Stati Uniti d’America,'opera colossale che tenta fotografare tutta la condizione statica e dinamica di quel grande paese, domandiamo che si faccia un censimento completo della popola zione, e a questo riguardo non occorre aggiungere altro, quando alla direzione generale della statistica si ha la fortuna di avere un uomo di riconosciuta competenza, come il comm. Luigi Bodio.
Nè va taciuto che quest’anno è il primo del se condo quinquennio del decennio 1891-1900, sicché per ragioni ovvie converrebbe fare ora il censimento anziché aspettare due o tre anni. È vero che ormai i confronti per decennio non souo più possibili, ma almeno se esso fosse compiuto alla fine di quest’ anno, si avrebbe il vantaggio di conoscere a una distanza adeguata, cioè a un termine medio del decennio, lo stato della popolazione
Sarà la nostra una vox cìamans in deserto? Non ce ne meraviglieremo per più di una ragione; ma sopratutto pel superbo disdegno che tanti uomini parlamentari hanno per tutto ciò che, poco o molto, ha, a loro avviso, solo importanza scien tifica. Vogliono essere pratici e non sanno che per condurre uno Stato, per dirigere la cosa pubblica, occorre una massa di cognizioni d’ ogni fatta e spe cialmente statistiche, e dimenticano che il paese che passa per veramente pratico, anzi eccessivamente pratico, gli Stati U niti, compie ogni decennio una monumentale col suo censimento che è, senza dubbio, il più esteso, e il più completo se non il più accurato che presentemente si l'accia.
Noi vorremmo che si approfittasse di questo mo mento di calma, per prendere la decisione di fare 1 censimento alla fine di quest’ anno ; il tempo per predisporre ogni cosa non manca, e il Ministero de
liberando di non indugiare ancora, darebbe un a f fidamento che intende procurarsi elementi sicuri per le riforme che si propone di studiare e di concretare. L ’ effetto sarebbe anche di qualche importanza, nei riguardi dell’ estero, dove il rinvio del censimento, per ragioni di economia nella spesa, non ha fatto, certo, buona impressione, ma ha, anzi, fatto credere che le nostre condizioni fossero veramente pessime visto che perfino il censimento fu abbandonato. Spe riamo, intanto, che qualcuno sorga alla Camera a do mandare al Governo quali sono le sue intenzioni circa il censimento, perchè sarebbe veramente deplorevole e un brutto sintomo di noncuranza negli uomini po litici, se continuasse questa suprema indifferenza per un atto civile, di cui ormai anche gli Stati meno civ ili sentono tutto l’ alto valore e si sforzano di compiere più spesso e meglio che possono.
Id IPSTIONI! DEGLI ZOLPI I« SICILIA”
II.
Una delle proposte replicatamente messe innanzi per vincere la crisi solfifera, è quella della riduzione artificiale della produzione. Che la esuberanza della produzione sia una delle cause della crisi, è un fatto ammesso da tutti. Lo squilibrio tra la domanda e la offerta del prodotto, cagionato da una offerta ec cessiva, non può che influire sinistramente sui prezzi. E l’ on. De Seta nelle sue Note e considerazioni
intorno a questa questione degli zolfi, esamina ap punto le proposte relative alla limitazione artificiale della produzione, quale - ad esempio - la costituzione di sindacati, che è, senza dubbio, la idea più posi tiva che si presenti in simili casi. Ma egli osserva che perchè tali sindacati o consorzi diretti a formare i prezzi di vendita abbiano probabilità di riuscita, occorre nei cointeressati un fermo convincimento della utilità di questi Istituti e una reciproca fiducia circa il mantenimento dei patti, sui quali il sindacato o il consorzio va a stabilirsi. È necessario poi princi palmente che, sia per le condizioni dell’ industria, sia per i progressi raggiunti dai componenti il con sorzio, gl’ interessi respettivi siano della stessa natura, nè offrano differenze eccessive, nè di qualità, nè di importanza. Bisogna, in una parola, che la concor renza abbia già conseguita l’ opera sua di selezione e che siano rimasti sul campo questi elementi così pari in forza tra loro che una ulteriore lotta li dan- neggerebbe tutti, senza recare vantaggio particolare ad alcuno, nè far progredire di un passo l’ industria.
Ora, questa omogeneità di interessi, di tendenze, di sentimenti esiste fra i produttori di zolfi dello Sicilia? L ’ industria, ha essa toccato quel grado di perfezione, cui i progressi scientifici le permettono di arrivare? La risposta che il nostro autore dà a queste domande è assai interessante per conoscere le condizioni della industria solfifera, perchè si possa passarla sotto silenzio. « Noi abbiamo - egli scrive - tra le zolfare che producono poche tonnellate all’anno di minerale e quelle che ne producono più di die cimila, tutta una gradazione di intraprese, che vanno
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dalla piccola alla grande industria. Abbiamo delle zolfare che si aprono e si chiudono a seconda (die i prezzi rialzano o ribassano, abbiamo di quelle dove il trasporto del minerale viene fatto a spalla, altre dove si sono eseguiti impianti meccanici costosissimi, i quali non possono essere completamento utilizzati d ie mantenendo alto il livello della produzione, in fine la coltivazione ad incendio ne pone alcuna in una condizione specialissima di fronte alle altre. Abbiamo, per di più, la tendenza della industria a trasformarsi ed a cercare un assetto definitivo che, sarebbe inutile negarlo, stabilisce due correnti rivali nel campo della produzione, rivalità che il Consorzio non può togliere più di quello che il giogo comune non potè cambiare, nell’ apologo, la natura dell’asino e del leone ».
Ora, è possibile porre d’ accordo con una cifra di prezzo di vendita, in una aliquota di produzione, non diciamo tanto numero di persone, benché si tratti di circa 500 miniere aperte all’ esercizio, ma tanta mole di interessi disparati? Lasciando da parte anche le difficoltà tecniche per accertare la vera potenzialità produttiva di una miniera, si capisce abbastanza, per quello che si è detto, che il consorzio o sindacato per limitare la produzione incontrerebbe difficoltà pressoché insormontabili. Nè avrebbe probabilità di successo un consorzio obbligatorio, al quale man cherebbe, come all’ altro volontario, quella unità e quello spontaneo sentimento di consenso, che solo può animarlo alla vita. La legge non può creare un o r ganismo di tal fatta ; se lo fa, non crea nulla di vitale e di veramente utile. Si sa, del resto, cosa avviene con i sindacati; vi sono quelli che al prezzo fissato dal sindacato ci perdono, chi li compenserà? E nel caso speciale che ci occupa, i danni sarebbero no tevoli, perchè l’ introduzione dei mezzi meccanici diverrebbe sempre più difficile, pochi essendo gli industriali disposti ad arrischiare i capitali per ac crescere una produzione che può venir loro da un momento all’ altro limitata. La diffidenza regnerebbe sovrana nel consorzio di produttori e nelle attuali condizioni della industria, gli elementi di dissensi, di gelosie, sorgerebbero in un consorzio di produt tori, con grande facilità.
Concludendo, si può ritenere, coll’ on. De Seta, che la limitazione proporzionale della produzione, intesa a non offendere gl’ interessi dei singoli, ed a migliorare le condizioni generali della industria e del commercio degli zolfi, noti può raggiungere a mezzo del consorzio dei produttori, sia volontario, sia obbligatorio, nè l’ uno nè l’ altro scopo; e ciò perchè, proponendosi di rispettare gl’ interessi di tutti i singoli produttori di zolfo, si basa su di un principio contrario alla realtà delle cose, quello cioè che tutte le miniere producano troppo, mentre la verità è che l’ inconveniente della sovraproduzione non deriva da questo, quanto dall’ asservì solfare, che producono e che non potrebbero, nè dovrebbero produrre. E una simile selezione non può essere eseguita da un consorzio, cioè colla partecipazione di coloro stessi che dovrebbero sopprimersi, il che vuol dire che è impossibile.
E quando si escluda il monopolio della industria solfifera attribuito allo Stato, su cui non ci ferme remo, perchè sebbene sia stato proposto non è una ipotesi che possa realizzarsi, si trova secondo il De Seta che la soluzione della questione solfifera, l ’avvenire e il progresso delle industrie non possono
essere riposti che nella accortezza, nel buon senso, nell’ attività ed energia degli industriali e dei com mercianti onesti ed oculati e nella cooperazione saggia e provvida dello Stato, che deve contrastare con mezzi diretti ed indiretti tutte le tendenze mal sane e gli abusi che si sono formati intorno al- 1’ industria, ristabilire la sincerità e la chiarezza nei rapporti tra i produttori e i commercianti ed i consumatori; togliere pesi, incagli ed impacci, per rendere il movimento commerciale spedito, agile e sicuro ; spianare la via al progresso dell’ industria, dando alla proprietà e all’ esercizio delle solfare quell’ assetto giuridico che la loro natura speciale richiede.
Si entra così nell’ ordine dei provvedimenti che possono giovare alla industria degli zolfi in Sicilia. E diciamolo subito essi riguardano il commercio il credito, l’ assetto tributario, la proprietà e l ' i n dustria, gli operai. E poiché riguardo al commercio si è già fatto qualche cosa nel campo legislativo con le norme (legge 26 dicembre 4 895) per la is titu zione dei magazzini generali degli zolfi nei porti di Sicilia, diremo ora appunto brevemente del com
mercio e del credito.
Non tutti gli elementi che operano nel campo del commercio e del credito solfifero sono utili e ne cessari. Ye ne sono alcuni che vivono da parassiti alle spese di chi produce e lavora, senza apportare alcun vantaggio ad alcuno, un vantaggio proporzio nato a quanto essi assorbono ; altri il cui intervento è addirittura funesto. Si è già veduto come ciò av venne. E i magazzini generali aiuteranno a rio rd i nare, a sincerare il commercio, a garantire la esi stenza e la conservazione della merce, fino al mo mento della sua vendita e che consenta ai produttori di usufruire del credito a buone condizioni senza essere costretti a vendite precipitate e rovinose. Nell’attuale confusione, nell’ indisciplina della indu stria, i magazzini generali costituiranno un punto fìsso e sicuro, verso il quale si dirigerà tutto il commercio, che ne farà base di reali e solide con trattazioni.
La legge relativa ai magazzini generali degli zolfi in Sicilia, legge che fra le altre cose accorda, come è noto, un premio allo zolfo ricevuto in deposito e imbarcato all’estero e il saggio di sconto di favore alle note di pegno degli zolfi depositati nei magaz zini generali, questa legge diciamo, è troppo re cente per valutarne ora gli effetti. Si vedrà col tempo se essa realmente giova e se dà luogo ad abusi o meno.
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tano. Un mezzo più diretto sarebbe l’ altro di met tere in contatto immediato il consumatore col pro duttore per modo cbe le commissioni di acquisto fossero date direttamente alle amministrazioni delle zolfare, pattuendo prezzi fissi per un tempo deter minato, come si pratica nelle miniere metallurgiche. Ciò tornerebbe utilissimo specialmente per l’America, dove è necessario che la continuazione dell’ impiego dello zolfo nativo nella fabbricazione dell’ acido sol forico, venga favorita non solo dai prezzi moderati, ma anche e sopratutto dalla loro stabilità.
Ora un’ Agenzia riconosciuta ed autorizzata che procurasse di far entrare in relazione diretta i con sumatori americani coi più forti produttori e fosse nel tempo stesso garanzia della solidità dei contraenti si crede che raggiungerebbe prontamente lo scopo di assicurare un largo e costante esito di zolfi a prezzi convenienti e di porre un altro freno alla speculazione al ribasso.
(continua)
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Ecco il testo ufficiale d e ll’ Esposizione finanziaria fatta alla Camera dei deputati, dal ministro del Te soro, onorevole Colombo :
Onorevoli colleghi,
La legge di contabilità, fa precetto al ministro del Tesoro di fare entro il mese di dicembre la esposi zione finanziaria. Ma l'onorevole mio predecessore nel presentarvi il 25 novembre del decorso anno il conto consuntivo dell’esercizio precedente, il progetto di as sestamento del bilancio corrente e gli stati di pre visione pel 1896-97, ebbe già ad assolversi da quel- l’obbligo, coll’esporvi quali si fossero a quell’ epoca le condizioni della finanza italiana.
Subentrata la nuova amministrazione al Governo del Paese, dove, segnatamente per gli avvenimenti d Africa, introdurre nei documenti finanziari già pre parati dal passato Ministero varie e importanti mo dificazioni, le quali, rispecchiandosi nei risultamene finali del bilancio, impongono a me il dovere d’ in trattenervi ora rapidamente sull’attuale nostra situa zione finanziaria.
Assestamento del bilancio 1895-96
Le previsioni del progetto per 1’ assestamento del bilancio per l’esercizio 1895-96, presentato al Parla mento fi 25 novembre del decorso anno, conducevano a questi risultati :
Avanzo nella categoria - Entrate
e spese effettive...L. + 36,101,275.— disavanzo nella categoria - Co-
struzioni di strade ferrate . . » — 31,910,369.93 Avanzo e ffe ttiv o ...L. - f 4,190,905.07 «¡cedenza attiva nella categoria -
Movimento di capitali 4,679,469.33 Benefizio per il Tesoro . . . . L. -f- 8,870,374 90 Le vicende africane vennero però a turbare gra- vemente questa situazione.
Già il precedente ministero aveva stimato neces- ■io domandare, per la guerra nella colonia Eritrea Lla Pr*®a assegnazione straordinaria di L. 20,000,000,
lu gli fu accordata con la legge 26 dicembre 1895.
Ma di ben maggiore entità dovettero esser poi i crediti che, per lo stesso oggetto, fu costretta a chie dere la nuova Amministrazione, affine di sopperire alle spese già fatte ed a quelle che ancora era dato presumere.
Secondo la relativa proposta, stata approvata con la legge 26 marzo ultimo scorso, le ulteriori spese straordinarie autorizzate per la campagna d’Africa, furono valutate in L. 140,000,000 da inscriversi per L. 96,500,000 nell’esercizio 1895-96 e pel rimanente nel venturo esercizio 1896-97, con autorizzazione al Governo di procurarsi una corrispondente somma mediante emissione di titoli di rendita consolidata.
Quest’ ultima legge, perciò, oltre allo stanziamento della stabilita quota di L. 96,500,000 recava altresì a carico del bilancio per l’ esercizio 1896 gli inte ressi, che sarebbero in esso venuti a scadere sui ti toli da alienare per procurarsi la somma autorizzata, i quali interessi possono computarsi ascendere a L. 1,250,000.
Altre due leggi, in data del 26 dicembre 1895, veni vano pure a portare i loro effetti sull’esercizio cor rente: l’una è quella che riguarda la proroga della legge del 1885 per i compensi e premi alla marina mercantile, che dà un aggravio di L. 670,000; l’altra concerne la istituzione dei magazzini generali degli zolfi in Sicilia, per la quale è sufficiente inscrivere nel 1895-96 un fondo di L. 150,000.
In complesso, adunque, pur computato un altro lieve aumento, la spesa prevista col progetto del 25 novembre 1895 si è dovuta accrescere:
per le spese d’Africa di . . L. 117,750,000 per altre leggi e decreti di » 825,973 e così in totale di . . . . I,. 118,575,973 D ’altra parte l’andamento delle riscossioni delle principali entrate nei primi nove mesi dell’esercizio, autorizzava a migliorare dì L. 15,142,500 le previ sioni che per esse erano state fatte nel progetto del 25 novembre 1895.
Infatti, di fronte a una diminuzione di L. 5,050,000, concernente: le tasse sugli affari per L. 2,200,000, le tasse di fabbricazione per L. 1,050,000, i tabacchi per L. 1,000,000, il lotto per L. 500,000, le entrate diverse per L. 300.000; si poterono portare degli aumenti ascendenti in complesso a L. 20,192,500, che possono ornai ritenersi come accertati, e che riguar dano i seguenti cespiti :
Proventi de’beni demaniali . . Prodotti delle ferrovie principali Imposta di ricchezza mobile . .
» sui fabbricati . . . . Tassa sul movimento ferroviario D o g a n e ... S a li... P o s t e ... T eleg rafi... Rimborsi e concorsi... L. 80,000 » 1,226.500 » 2,000,000 » 200,000 » 355,000 » 14,000,000 » 1,000,000 » 800,000 » 500,000 » 31,000 Totale L. 20,192,500 Notevole è 1’ aumento portato all’entrate delle Do gane; ma tuttavia dovrebbe ritenersi attendibile, dal momento che, essendosi incassate a tutto marzo 1896 L. 197,320,976, non mancano a raggiungere la nuova previsione di L. 254,000,001), che L. 56,700,000, lo che darebbe un prodotto medio mensile per gli ultimi tre mesi dell’esercizio di circa 19 milioni, mentre la media dei primi nove, mesi si aggirò sui 22,000,000.
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dalle spese ¿ ’Africa, avendo così servito, insieme conaltri aumenti, a sopperire ai primi crediti di 20,000,000 votati nel dicembre 1895.
Per effetto di queste modificazioni, la entrata effet tiva prevista viene aumentata come si è detto di lire 15,142,500.
Due variazioni inoltre furono introdotte nell’en trata della categoria - Movimento di. capitali.
In primo luogo vi si inscrissero lire 90 milioni e mezzo, in base alla legge del 26 marzo, procurabili con emissione di titoli, per fronteggiare la quota parte di spesa autorizzata per la campagna ¿'Africa sull’esercizio 1895 96.
In secondo luogo si ridusse di lire 525,000 il pre sunto prodotto della vendita di beni, per avvicinarsi, in relazione ai proventi incassati nei primi nove mesi dell’esercizio, al probabile risultato conseguibile al 30 giugno 1896.
Ove pertanto il Parlamento approvi le proposte del governo, la legge di assestamento darà questi risultati :
Disavanzo nella categoria -
Entrate e spese effettive . . . D. — 67,332,198.00 Disavanzo nella categoria -
Costruzione di strade ferrate. . » — 31,910,369.03 Disavanzo totale L. — 99,242,567.93 Eccedenza attiva nella cate
goria - Movimento di capitali. » -j~ 100,651,469.83 Avanzo per il Tesoro L. 1,411,901.90 Altre spese però restano tuttavia fuori bilancio. Una di queste, già richiesta col disegno^ di legge n. 186 presentato dalla passata amministrazione, con cerne la straordinaria assegnazione di lire 340,010, per effetto di una sentenza arbitrale in dipendenza del servizio cumulativo attraverso lo stretto di Messina.
Un’altra per lire 597,000, derivante dal disegno di legge n. 199, presentatovi il 21 marzo u. s., rappre senta la maggior spesa necessaria pel rimborso di capitali richiesto dagli Ospedali riuniti^ in Siena, che non trova riscontro in economie corrispondenti sul bilancio del Ministero del tesoro.
Occorre inoltre sopperire alla deficienza verificatasi su alcuni capitoli riflettenti le spese generali del bi lancio delle poste e telegrafi con una maggiore spesa di lire 790,000, che resta per altro compensata da un aumento già conseguitogli-misura maggiore nei prodotti postali 0 telegrafici.
È stato pur necessario domandarvi con speciale disegno di legge lo stanziamento di un fondo di lire 95,000 sul bilancio del Ministero dell’interno, per ripa rare ad una eccedenza di impegni riscontratisi nelle spese per la repressione del_ malandrinaggio ; e un altro stanziamento di lire 170,000 è occorso di ri chiedervi per la costruzione, urgentemente reclamata, della dogana e della caserma delle guardie di finanza in Cagliari.
Infine, il Governo, in seguito a un ponderato esame della questione sollevata da molti Comuni del Regno circa la interpretazione da dare al primo capoverso dell’art. 4 della legge 22 luglio 1893, n. 339, relativo all’avocazione allo Stato del decimo deli’ imposta di ricchezza mobile dovuto ai Comuni per effetto del l’art. 72 del testo unico della legge su questa im posta, ha creduto debito di giustizia di proporre alla Camera, che venga accreditato ai Comuni 1 imposta del decimo dovuto pel secondo semestre dell’anno 1894, ammontante a lire 2,248,000.
Quando pure tutte le maggiori spese fuori bilan cio, di cui è parola, venissero a gravare insieme sul l’esercizio corrente l ’avanzo per il tesoro poc’ anzi indicato in lire 1,411,901.90, si convertirebbe in un deficit di lire 2,828,098.10.
Questo deficit è abbastanza limitato, perchè, se anche avesse a subire aumenti per qualche nuova causa, si possa sperare che venga coperto, sia dai probabili aumenti di entrata che sono ancora da at tendere, stante la prudenza usata nelle ultime pre visioni. sia da quelle economie nelle spese che pos sono soltanto accertarsi alla chiusura dei centi.
Bilancio di previsione per l’esercizio 1896-97.
Col progetto di bilancio pel futuro esercizio il passato Ministero prevedeva le risultanze seguenti :
Avanzo della categoria - En
trate e spese effettive . . . • E. -f- 52,225,720.76 Disavanzo della categoria -
Costruzione di strade ferrate . » — 24,698,282.04 Avanzo effettivo L. 4“ 27,527,438.72 Eccedenza passiva della cate
goria - Movimento di capitali. » — 4,091,218.80 Avanzo per il Tesoro L. 4- 23,436,219.92 Ma anche questi risultati la nuova Amministra zione fu costretta a portare, per le straordinarie spese ¿’Africa e per altre circostanze, che si sono imposte, sensibili modificazioni.
Passiamo primieramente in breve rassegna, le va riazioni nella spesa che ebbi l’onore di comunicare il 9 aprile p. p. alla Presidenza della Camera.
Nel solo bilancio del _ Ministero del Tesoro trovasi una maggiore spesa netta effettiva di lire 5,100,638.07, la quale salirebbe anzi realmente a lire 6,383,038 86, se tra le varie partite in più e in meno, non vi fosse re gistrata la diminuzione di lire 1,282,400.79, cui fa riscontro una minore entrata corrispondente. _
A costituire il reale aumento di 6,383,038.86 lire con corrono principalmente: gl’interessi in lire 5,000,000, pei titoli di rendita 4,50 per cento da emettersi per procurare i 140 milioni concessi per l’Africa ; lire 200,000 occorrenti in più pei Buoni del tesoro ordi nari in base all’attuale loro circolazione ; lire 62,852.51 di maggiori interessi pel consolidato 4,50 per cento per effetto della conversione di buoni del tesoro a lun'>a scadenza, operata al corso di borsa della ren dita, giusta l’ allegato A della legge 8 agosto 1895. In fine vi concorre per circa un milione (L._ 922.660) un nuovo aggravio non prima previsto, ma dipendente dall’ effettuata conversione, in consolidato 4.50 per cento di alcuni debiti redimibili compresi tra^ quelli, pel servizio dei quali la legge de’provvedimenti finali - ziari del 22 luglio 1894, messe a disposizione della Cassa dei depositi e prestiti i 15 milioni di rendita consolidata 5 per cento.
A riguardo di questo nuovo onere, che e venuto a turbare il bilancio, e che, allo stato delle cose, o iion troverebbe compenso che alla fine della operazione autorizzata con la detta legge, o potrebbe accrescersi, fino a portare conseguenze diametralmente contrarie all’ effetto utile che da essa era dato attendere, avrò oggi P more di presentarvi speciali proposte legisla tive, ravvisando necessario impedire che lo scopo che la legge sui provvedimenti finanziari del 1894 si pre figgeva, di sgravare, cioè, i bilanci piu prossimi de gravame che loro recavano alcuni debiti redimibili, venga a mancare, come indubbiamente avverrebbe, ove conversioni simili a quelle che hanno già. Pl® dotto al bilancio l’indicato aggravio di lire 922,bbu avessero da rinnovarsi.
Sui bilanci della guerra e della marina dovettero inscriversi 41 milioni e mezzo nel primo, e L. 2,0U0,Wb nel secondo a compimento del credito in L 140,000,U autorizzato con la legge 26 marzo 1896 per fronteg giare le spese di guerra nella colonia Eritrea.
io maggio 1896
L ’ E C O N O M I S T A
295
Governo e Parlamento, allo scopo di più efficace mente provvedere ai reali bisogni del monopolio. Avuto riguardo alla circostanza che la scorta dei tabacchi esotici da chilogrammi 16,300,000, quale era al 30 giugno 1891, trovavasi ridotta al 30 giugno 1895 a chilogrammi 9,670,000, di fronte a un con sumo annuo di chilogr. 14,200,000, non è più possi bile rimandare ulteriormente le risoluzioni che val gano a porre 1’ azienda in condizioni di funzionare regolarmente, con beneficio anche pei futuri proventi erariali. Di qui l’aumento di spesa nel bilancio delle finanze di lire 1,000,000, che per alcune diminuzioni contemporaneamente portate su altri capitoli del bi lancio stesso, rimane ridotto a sole lire 651,000.
Altra maggiore spesa di lire 239,068 fu indispen sabile stanziare in quello di Grazia e Giustizia, per la riconosciuta impossibilità di raggiungere, nelle spese di ufficio delle magistrature giudiziarie, 1' eco nomia presagita dalla precedente amministrazione per effetto della legge 8 agosto 1895, n. 556.
Questa legge dispose che le preture e i tribunali e le rispettive cancellerie abbiano a sostenere le spese d’ufficio occorrenti pei respettivi uffici con una parte delle somme' da essi riscosse per diritti di scrittura zione e di autenticazione, salvo a provvedere sussi diariamente lo Stato per quei collegi od uffici, i cui proventi non riescono all’ uopo sufficienti. Ma 1’ espe rienza ha dimostrato che per la corresponsione di tali sussidi è indispensabile che lo Stato possa di sporre di una somma maggiore di circa lire 240,000 a quella dapprima calcolata.
Al bilaucio del Ministero dei Lavori Pubblici fu pur necessario aumentare di L. 112,000 il fondo in scritto per il personale del Genio civile, aumento che, stante alcune diminuzioni, potè sul complesso ridursi a lire 87,000.
Col progetto del 25 novembre erasi stanziato per questo personale una somma inferiore a quella del l’organico di lire 147,700, facendo assegnamento sulle economie per eventuali vacanze di posti; ma in causa del richiamo in servizio attivo dei funzionari in di sponibilità, si dovette ripristinare parte delia somma detratta dal predetto stanziamento, revocando al tempo stesso un concorso che era stato indetto pel conferimento di altri ingegneri allievi.
Diversi e notevoli maggiori assegni, ascendenti in totale a lire 1,648,000 doverono inscriversi nel bilan cio del Ministero delle poste e telegrafi, essendo ne cessario di porre gli stanziamenti in relazione con le reali necessità dei servizi, che si erano già svilup pati in corrispondenza all’ incremento dei prodotti.
Un aumento di lire 940,009 dovette pure portarsi nel bilancio del Ministero di agricoltura, industria e commercio in conseguenza della nuova spesa di lire 549,000 autorizzata con la legge 26 dicembre 1895, n* J20, che istituì i magazzini generali degli zolfi in Sicilia, e per accrescere di lire 400,000, in relazione agli impegni assunti in forza della legge 31 maggio I8i7, la somma occorrente per il concorso dello Stato nelle operazioni di credito fondiario a favore dei danneggiati dal terremoto in Liguria.
Finalmente sul bilancio del Ministero dell’istru zione pubblica dovè inscriversi la lieve maggior spesa d- lire 13,100, dipendente più che altro dalla inscri zione della prima rata del rimborso dovuto all’ospe dale di San Matteo in Pavia, in forza della legge 23 gennaio 1896, numero 13.
Riassumendo, 1’ aumento complessivo che la previ sione della spesa subisce di fronte al progetto del 25 novembre prossimo passato ascende a L.52.189,706.07.
fediamo ora le variazioni proposte alla previsione dell’ entrata.
81 elevata da lire 59,682,000 alla somma di 60 inihoni e mezzo, la partecipazione dello Stato ai prodotti lordi delle fer rovie costituenti le reti prin- dpali, in corrispondenza al presunto accertamento
del 1895-96 ; e in relazione venne pure aumentato di lire 280,000 il prodotto della tassa sul movimento ferroviario, mentre già riteniamo di conseguire pro
venti anche maggiori.
Si accrebbe di lire 1,000,000 la imposta di ric chezza mobile per ruoli e di lire 500,000 la imposta sui fabbricati, in base ad elementi già accertati.
Un aumento di lire 1,200,000 fu portato nei sali, in vista dei risultati già ottenuti durante il trascorso periodo dell'eseicizio 1895-96.
Per le poste e telegrafi si è in complesso accre sciuta la previsione di lire 1,400,000, quantunque l’incremento che si verifica da qualche tempo per questi proventi, consenta anche di presagire di più.
Riguardo Ilo dogatie lasciamo inalterata la pre visione, nella cifra di lire 240,000,000, quantunque per l’esercizio corrente siasi preventivata per questo titolo la maggior somma di lire 254 milioni, che sarà anche probabilmente sorpassata col conto con suntivo. Considerato però che tale aumento, come si disse, principalmente dipende da eccezionali impor tazioni di grano verificatesi nell’esercizio 1895-96, non si volle fare, a prò di quello 1893-97, assegnamento di sorta sopra aumenti di simil natura.
Di fronte alle maggiori entrate, di cui vi ho tenuto parola, si è dovuto però proporvi delle diminuzioni anche in somma alquanto superiore.
L’andamento infatti delle tasse sugli affari consi gliò di ridurre la relativa previsione di lire 2,800,000. Una diminuzione di lire 1,000,000 fu portata nei tabacchi, ed altra di lire 500,000 nelle tasse di fab bricazione per tener conto dei risultati conseguiti nei trascorsi mesi del 1895-96.
Anche per i prodotti del lotto si ritenne prudente, per la stessa ragione di proporre una riduzione di lire 500,000.
Finalmente, in corrispondenza alla eguale dimi nuzione di spesa sul bilancio del Ministero del Te soro, a cui ho avanti accennato, fu necessario dimi nuire la imposta di ricchezza mobile per ritenuta della somma di lire 1,282,400, in conseguenza delle avvenute conversioni di debiti redimibili in consoli dato 4,50 per cento netto.
In complesso le variazioni in più e in meno che ho indicate, insieme ad altre di lieve conto, che ometto per brevità, lasciano pressoché inalterata la previ sione fatta per le entrate effettive col progetto del bilancio del 25 novembre prossimo passato.
Ed invero, essendosi proposti degli
. aumenti per . . . L. 5,515,100 delle riduzioni p e r ... » 6,212,400 la diminuzione si limita a sole . . L. 697,300 La previsione però dell’entrata per la categoria Movimento di capitali, venne, ed in modo sensibile modificata, essendosi accresciuta di lire 49,347,251.
Doveva, infatti, inscriversi la somma di L. 43,500.000, giusta la legge del 26 marzo u. s., per fronteggiare la parte di spesa a carico del 1896-97 per la guerra nella colonia Eritrea.
Potè poi proporsi l’aumento di lire 500,000 conse guibile dalla vendita di beni, liberi da qualsiasi vin colo, pervenuti recentemente in possesso del Demanio.
Oltre di ciò, giusta quanto anche notava la Corte dei conti colla sua relazione al Parlamento sul rendi conto consuntivo 1894-95, fu inscrittala somma di lire 5,347,251 corrispondente al residuo fondo già desti nato al ritiro dei biglietti consorziali, il quale è da ricuperarsi dal Tesoro, essendo rimasto liberato fin dal 13 aprile 1893, perchè da quel giorno rimasero prescritti a favore dello Stato i biglietti che resta vano da presentarsi al cambio e per i quali era ap punto destinato il fondo medesimo.
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10 maggio 1896
legge 10 agosto 1893, n. 499, rispetto alla prescri zione dei biglietti bancari, s’impegna a proporre che, istituendosi la Cassa nazionale per gli invalidi al lavoro, sia alla medesima corrisposto un congruo in teresse annuo sulla somma predetta.
Riassumendo le variazioni all’entrata e alla spesa ora indicate, le previsioni per l’esercizio 1896-97 danno i risultati seguenti :
Disavanzo della categoria -
Entrate e spese effettive. . . L. —- 661,285.31 Disavanzo della categoria -
Costruzione di strade ferrate . » — 24,698,282.04 Disavanzo totale L. — 25,359,567.35 Eccedenza attiva della cate
goria - Movimento di capitali. » -¡- 45,256,032.20 Avanzo per il Tesoro L. -|- 19,896,464.85 Ma tuttavia devono tenersi presenti alcune par tite, non comprese ancora nel bilancio, e che pese ranno sull’esercizio 1896-97.
Sono in primo luogo da ricordare le maggiori spese dipendenti dai disegni di legge nn. 163 e 97 presen tati dalla passata Amministrazione.
Il primo riguarda il bilancio del Ministero della guerra, e reca un onere di lire 13,725,000. Si tratta, come ricorderete, di ulteriori fondi per le spese straor dinarie da inscriversi in quel bilancio, il quale, se condo anche la riserva espressa nel progetto del 25 novembre p. p., non poteva considerarsi completo, perchè appunto restavano da introdurvisi le mag giori assegnazioni indispensabili per essere comple tamente esaurite quelle già autorizzate con le leggi precedenti.
L ’altro progetto di legge, concernente il bilancio del Ministero della marina, porta una spesa di lire 2,409,178, che occorre inscrivervi, per corrispondere alla marina mercantile i premi di costruzione e di navigazione, secondo le disposizioni del progetto me desimo.
Ulteriori aggravi deriveranno poi dagli altri dise gni di legge già sottoposti o che saranno per essere sottoposti alle vostre deliberazioni.
Cosi, secondo anche una proposta già accennata, dal precedente Ministero, e che l’attuale Amministra zione mantiene, viene chiesto un maggiore assegno di lire 4,500,600, che si ripeterà per nove esercizi a cominciare dal Io luglio 1896 fino al 1906, e che si col lega ad un complesso di provvedimenti intesi a far fronte fino alla scadenza del primo ventennio delle convenzioni ferroviarie, alle necessità più urgenti delle Casse per gli aumenti patrimoniali.
Una effettiva spesa di lire 160,000 è stato indi spensabile di domandarvi pei lavori di ricostruzione, sulla strada nazionale Genova-Piacenza, del ponte detto di San Martino. Come pure, a carico del 1896-97, è da tenere presente l’onere di lire 300 mila, che si dovrebbe iscrivere nel bilancio dell’istruzione pub blica, come prima rata del concorso dello Stato nella ricostruzione degli edifici Universitari in Napoli, quando venissero concretati e tradotti in legge gli accordi cogli enti interessati.
Infine con uno speciale disegno di legge vi si ri propone lo studio della importante questione degli zolfi, come quella che per la sua attinenza con le condizioni economiche della Sicilia, reclama tutta l’at tenzione del Governo e del Paese. La industria de gli zolfi ha ancora bisogno di aiuto, ond’ è che il Ministero è venuto nella determinazione di togliere dal nostro regime doganale l’anomaHa di un dazio di uscita su quella materia, lo che palesavasi tanto più consigliabile dopo l’abolizione di quello sulle sete. Tenuto conto pertanto delle modificazioni che ne de
riverebbero, nei rappo ti anche colla recente legge del 26 dicembre 1895, n. 720, l’onere dipendente dalla nuova proposta supererebbe di poco la somma di lire 2,500,000. Ma poiché il Ministero non intende rebbe con ciò di aggravare in modo alcuno il bilan cio, cosi sono state sottoposte all’approvazione vostra, come parte integrante del progetto di legge, altre disposizioni, da ritenersi congiunte coll’abolizione del dazio sugli zolfi e riguardanti pure le dogane, mercè le quali resterà, con qualche larghezza, pareggiato l’onere predetto.
Sommati tutti questi oneri e supposto che abbiano per la loro totalità a gravare sul bilancio del 1896 -97, si giunge a questi risultati :
Disavanzo della categoria -
Entrate e. spese effettive . . . L. — 17,255,463.31 Disavanzo della categoria -
Costruzioni di strade ferrate . » — 29,198,282.04 Disavanzo totale L. —
Eccedenza attiva della cate goria - Movimento di capitali. »
-|-46,453,745.35 45,256,032.24 Deficit per il Tesoro L. — 1,197,713.15 Questioni ancora sospese, come, ad esempio, quelle della regolazione dei contributi arretrati delle pro vince per costruzione di strade e del fondo sociale Lombardo-Veneto, potrebbero, quando fossero risolte, aumentare in non grande misura il deficit previsto ora. Però la prudenza colla quale furono calcolate le ultime previsioni dell’entrata e l’effetto del prov vedimento,, già precedentemente accennato, circa la conversione di alcuni debiti redimibili, il quale in clude pure altra disposizione a favore del bilancio, permettono di sperare che il deficit diminuisca o an che si elimini del tutto ; in ogni modo sarà sempre facile provvedervi col progetto di assestamento del bilancio.
Operazione del prestito.
Per sopperire alle spese di guerra nella colonia Eritrea il Parlamento ha autorizzato il Governo, colla legge del 26 marzo scorso, a procurarsi una entrata straordinaria sino a 140 milioni di lire me diante la emissione di titoli di rendita 4,50 per cento netto. Ha dato altresi l’autorizzazione di sostituire, occorrendo, parte della rendita 5 per cento, desti nata all’ operazione dei debiti redimibili con la ren dita 4,50 netto di nuova emissione, allo scopo di agevolare il prestito, o, in date contingenze, di ren derlo meno oneroso all’erario.
Per altro, la facoltà di questa sostituzione doveva essere considerata semplicemente quale una valvola di sicurezza, della, quale il Governo non intendeva di profittare se non in caso di vero bisogno, essendo evidente, sia la necessità di aprire sollecitamente al nuovo titolo interno un valido mercato, sia la con venienza di non aumentare di un tratto, per parec chie decine di milioni, lo stock di rendita 5 per cento a disposizione del mercato internazionale.
L’ E C O N O M I S T A
207
10 maggio 1896
Come è già stato annunziato, il prestito, negoziato coll’intermediario della Banca d’Italia e assunto da un gruppo di Istituti o di banchieri italiani, rap presentanti economicamente le varie regioni del Re gno, riguarda la somma di 4 milioni di rendita, alie nata al prezzo fermo di 97, godimento dal primo aprile, versamento medio al Io luglio p. v. Con que sta operazione è stata assicurata una entrata di circa 86 milioni e mezzo di lire, per coprire una somma corrispondente deila spesa di guerra coloniale Eri trea. Abbiamo ragione di ritenere che il prezzo ot- ¡ tenuto sia giusto : infatti tale lo dimostrano i corsi anteriori alla data in cui l’operazione venne con clusa, per mezzo della Banca d’ Italia, con l’accen nato Consorzio ; e tale lo dimostrano i corsi poste riori al giorno della pubblica sottoscrizione del pre stito. E certo nessuno poteva pretendere per un titolo nuovo, pagabile soltanto all'interno in valuta car tacea, di conseguire un prezzo corrispondente a quello del 5 per cento. Nè per una piccola annuale economia d’interessi conveniva di fare una più grave confessione di debito nominale, ed emettere in luogo dei 4 milioni di rendita 4,50 per cento netto un im porto corrispondente di rendita 5 per cento lordo, cavandola dal fondo destinato alla nota operazione dei prestiti redimibili, con danno tinaie di questa.
I detti quattro milioni di rendita venduti al Te soro, per mezzo della Banca, al Consorzio, rappre sentano un capitale di lire 88,888,888, delle quali lire 28,88*,888 furono assunte definitivamente da al cuni fra gli enti consorziali e lire 6U,000,000 furono poste a pubblica sottoscrizione al prezzo di lire 98 per ogni 4,50 di rendita. La sottoscrizione non po teva avere risultati più confortanti : il prestito venne coperto ventidue volte. Il che prova non pure che la nuova rendita è desiderata dal risparmio nazio nale e che il titolo risponde alle condizioni presenti del nostro mercato ; ma eziandio che il momento per compiere l’operazione è stato scelto opportunamente.
Ritardare codesta operazione, mentre le circostanze per più riguardi erano favorevoli, sarebbe stato un errore, e il Governo è lieto di averla compiuta e di aver eliminata così una notevole cagione d’incertezza al mercato dei nostri valori. Il Tesoro per le spese straordinarie richieste dalla guerra d’Africa, in più dei 20 milioni consentiti dal Parlamento colla legge del 26 dicembre 1895, e anche per l’andamento del risparmio postale durante il mese di marzo scorso, richiedeva il sussidio di nuovi mezzi, quando non si avesse voluto ricorrere all’emissione di buoni e alle anticipazioni statutarie in misura maggiore di quella usata in circostanze ordinarie. Però non mi parve il caso di valermi di questi espedienti per coprire una parte delle deficienze e nemmeno di profittare della facoltà attribuita al Governo di mobilizzai-e una parte dei fondi in oro e argento disponibile mediante una speciale emissione di biglietti di Stato, rite nendo, d’altronde, cosa imprudente il non agire con sollecitudine e il non assicurarsi a tempo il fabbi sogno per coprire gran parte delle spese straordinarie, che la guerra ci ha imposto e ci imporrà ne’ pros simi mesi.
Onorevoli colleglli,
Come avrete rilevato dalle precedenti considera zioni, le risultanze probabili del bilancio dell’eserci zio in corso, quelle del bilancio preventivo dell’eser cizio 1896-97 e le condizioni del Tesoro non sono tali da richiedere ora alcun speciale provvedimento. Possiamo dunque attendere con tranquillità fino a novembre, alla quale epoca il Governo, prendendo norma dagli avvenimenti, vi presenterà, ove occorra,
e sue proposte per assicurare il pareggio.
Rivista Economica
La relazione parlamentare sul bilancio della guerra
e le spese per l ’ Africa — / salari e il pane —
Il progetto sul materiale ferroviario — Le Casse
di risparmio postali,
La relazione parlamentare sul bilancio della guerra e lo spese per l ’Africa. — La Giunta ge nerale del bilancio sta discutendo la relazione del l'oc. Grandi sul bilancio della guerra.
Questo bilancio, proposto nel novembre scorso alla Camera in 234 m ilioni, ascende ora, per le spese d’Africa — calcolate solo per il 1° semestre — a 276, con un aumento cioè di 42 milioni, così come fu l’ esercizio in corso, portato da 233 milioni a 347.
Questo bilancio però ebe si discuterà, è compilato come se avessero dovuto applicarsi i progetti di mo dificazione del ministro Moeenni, ma siccome altri criteri seguirà l’onorevole Ricotti, così, almeno nella ripartizione in articoli, il bilancio sarà modificato o prossimamente in discussione, od in sede di asse stamento l’ anno venturo.
La relazione però constata come siano esiziali tutti questi cambiamenti nell’ ordinamento dell’ esercito.
La relazione richiama alla memoria, i diversi or dinamenti dati all’ esercito.
In trentacinque anni di esistenza esso non ha ancora trovato la sua stabilità.
Questo stato di cose impressiona la Commissione del bilancio, la quale si augura che qualunque cosa voglia farsi sia opportunamente studiato, ma che per carità di patria, per conservare la forza morale e materiale dell’ esercito, e tenerne allo iI prestigio, si venga ad un assetto normale, anzi per legge si determini che per un certo numero d’ anni non si possa portare alcun cambiamento all’ ordinamento dell’ esercito.
La relazione torna ad insistere perchè ad un unico Ministero sia affidata la direzione delle cose d’ Africa, per impedire il noeevole dualismo fin qui esistito.
Intanto la Commissione ha volulo compilare uno specchio, dal quale risultano le spese incontrate per la nostra colonia dal giorno dell’ occupazione di Massaua ad oggi, e di quelle previste fino al 31 di cembre 1896, che è d’attualilà.
Tale spesa ammonta a L. 371,261,910.94. « Alle cifre contenute in questo specchio, dice il relatore non è necessario alcun commento.
« Una sola osservazione che può aver valore per l’ avvenire : e cioè che in 12 anni da che abbiamo iniziata l’ impresa africana, essa ha costato in media all'Erario 29,273,000 lire all’ anno. »
Non si sa però se queste cifre rappresentino, nel complesso di quasi 400 milioni, tutta la spesa sop portata dal bilancio della Nazione per l’ Africa.
L ’ anno della spedizione San Marzano è notata una spesa di 43 milioni ; cifra, nella quale noti deve, per lo meno, essere compreso il consumo dei ma teriali tolti dai magazzini e poi con fondi di altri capitoli reintegrati.
Il conto delle spese dirette di bilancio deve essere ancora superiore ; ma poi, per fare il conto preciso di quanto costa l’Africa, bisognerebbe calcolare tutti gli impegni futuri, come pensioni, ecc., e le spese sostenute direttamente dai cittadini.
can-298
L’ E C O N O M I S T A
10 maggio 1896
celiata la media delle spese d’Africa, onde compren dervi le spese straordinarie dell’ ultimo periodo, ed osservavano che le spese straordi arie per l’Africa avevano per la maggior parte assunto carattere di di normalità, come risulta dall’ esame di novo bi lanci sopra tredici.
Si soggiungeva che gli ultim i avvenimenti, volere o no, obbligheranno a consolidare le spese d’ Africa in proporzioni maggiori, tranne che si deliberi l’ab bandono della Colonia.
La questione si risolverà nella seduta di oggi, a cui il ministro Ricotti fu invitato per dare scbia rimenti.
Si chiederà altresì al ministro Ricotti di dire le sue intenzioni circa la forza bilanciata ed i suoi in tendimenti circa il modo di dare stabile assetto al l’ esercito, in corrispondenza ai mezzi di bilancio. Così si risolleverà la questione della conservazione, ovvero della riduzione dei Corpi d’esercito.
I salari o il pane. — Tra gli altri studi com parativi del suo Annuario statistico del 1895, il comm. Bodio offre alcune cifre, che ci consentono d’ istituire un paragone fra le mercedi del 1871-73 e quelle del 1893-94, nonché il confronto dei prezzi del grano fra le stesse epoche.
Media delle mercedi giornaliere degli operai adulti nelle principali industrie italiane nel 1871-72 e nel 1893-94, dedotte dai salari medi pagati dai princi pali stabilimenti e imprese nazionali:
I n d u s t r i e Costruzioni. 1871-72 1 8 9 3 -9 4 Capi-mastri L. 2,50 3,00 Operai comuni » 1,60 2,30 Officine metallurgiche. Ope ai di I a categoria » 2, 50 3,25 » di 2* » » 2,00 3,00 » di 3“ » » 1, 75 2, 50 Fornaci.
Cavatori del calcare » 2,00 3,00
Carrettieri » 1,50 2, 00
Infornatori » 2,00 3,00
Fuochisti » 2, 75 3,50
Industria della seta.
Cardatori » 2, 25 3,50
Filatrici 3> 0,85 1,10
Tessitori » 2,25 3,20
Industria della lana.
Cupi lavoratori » 2,86 4,50
Operai comuni » 2, 42 3,50
Industria del cotone
Uomini (filatura) » 2,50 3, 50
Donne • » » 1,00 1,40
Uomini (tessitura) » 3,00 3,50
Donne » » 1,00 1,20
Industria della canapa.
Pettinatori » 3,24 3,15
Cardatori » 2, 28 2, 23
Filatori » 2,04 2, 33
Aspatori » 2,76 4,00
Concia di pelli.
Operai comuni (cavelletto) » 2,15 3,00
» (tinaggio) » 2,00 2, 30
» (tinta) »
Fabbricazione candele steariche.
2,25 3,00
Operai comuni » 1,80 3,25
Tipografia.
Compositori » 3. 65 4,50
Macchisti V 4, 50 5,25
Fabbricazione della carta.
Operai per gli stracci » 1,21 2,28
d per la pasta » 1,32 2,27
» per la carta » 1,32 2,80
Presentano invece diminuzione i salari degli operai addetti alle miniere e alle solfare.
Le medie del 1871-72 sono in parte riprodotte dal- VAnnuario statistico compilato a cura del comm. Bo dio ; in parte sono dedotte dall’ aumento medio dei salari per ciascuna categoria o gruppo di industria nell'ultimo ventennio.
Noi però riteniamo che le medie per gli operai delle industrie metallurgiche siano al disotto del vero e forse un po’ al disopra le medie per gli operai delle tipografie. Ma ciò non altera nel complesso le dedu zioni che dobbiamo trarre.
Ora tenendo conto dell’ aumento dei salari nelle principali industrie e del ribasso del prezzo del fru mento dal 1871 al 1894, si è calcolato il numero di ore che, in media, un operaio deve lavorare per avere l’equivalente di un quintale di frumento, ed il risul
tato è il seguente: A nni S a la ri p er o ra di lavoro P rez z i medi di 1 q u in tale di frum ento Ore di lavoro per com prare 1 quint, frum ento
1 8 7 1 ... L. 31,36 N. 183 1875... . . . » 19,4 » 28,27 » 146 1881... . . . » 22,3 » 27,19 » 122 1885... . . . » 23,6 » 22,01 » 93 1891... .. . » 25,1 » 25,29 » 101 18 9 4 ... . . . » 25,0 » 21,53 » 86
Dal complesso risulta dunque, che mentre nel 1871 la media della mercede di una giornata di 10 ore di lavoro, tenendo conto delle principali industrie, era di L. 1,70 e il grano costava L. 31,36 11 quintale, viceversa nel 1894 la media della mer cede è diventata di L. 2,50 al giorno e il grano è ribassato a L. 21,30 il quintale.
Diguisaebè un operaio che nel 1871 doveva la vorare, colla media di quella mercede, 183 ore per comprare un quintale di grano, c o lf aumento della mercede e la diminuzione del prezzo dei cereali, basterà che oggi giorno lavori 86 ore, per comprare lo stesso quintale di grano.
Il progetto sul materiale ferroviario. — Venne distribuito alla Camera il progetto, preparato dui— l’ on. Saracco, e presentato dal ministro Perazzi, sul materiale ferroviario.
Con quel progetto si propone Una spesa di 79 m i lioni per lavori e provviste ferroviarie necessarie nel novennio dal 1° luglio 1896 al 20 giugno 1903.
Il progetto destina lire 8,950,000 all’ ampliamento e sistemazione delle stazioni della rete Mediterranea, lire 12,000,000 per la rete Adriatica, lire 950,000 per ampliamento e sistemazione di officine nella rete Mediterranea, lire 900,000 i ella rete Adriatica, lire 2,100,000 per applicazione di apparecchi di sicurezza nella rete Mediterranea, lire 1,850,000 sulla rete Adriatica, L. 12,100,000per rifacimentodi binari sulla rete Mediterranea, lire 8,700,000 sulla rete Adria tica, lire 5,420,000 sulla rete Sicula, lire 2,300,000 per risanamento e completamento delle, massicciate sulla rete Mediterranea, L. 2,000,000 sulla rete Adriatica.