L ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I
Anno XXIV - Yol. XXVIII
Domenica 3 Ottobre 1897
N. 1222
L’ARGENTO E I BIM ETALLISTI
Il ribasso persistente dell’ argento ha dato nuova lena ai bimetallisti per tentare qualche accordo in ternazionale che risollevi il metallo bianco dal basso livello a cui è gradatamente sceso. La sognata ria bilitazione dell’argento, mediante un patto inierna- zionale, ha ricevuto però un grave colpo proprio nei giorni scorsi dalla Banca d’ Inghilterra, la quale con una forma che fu diversamente giudicata, ma che in sostanza era di una fme ironia, così da parere una canzonatura, ha risposto alla Francia che per decidersi a favorire l’ argento a così dire nella mi sura di uno occorreva che la Francia lo avvantag giasse come mille. Infatti nelle trattative avviate dal governo francese o da lui fatte avviare il grande istituto di emissione inglese rispose che avrebbe am messo nel suo fondo metallico l’ argento nella ra gione di un quinto, purché la Francia riaprisse la zecca alla libera coniazione dell’ argento e questo si potesse negoziare a un prezzo conveniente. La ri sposta abbastanza ironica equivale a dire che la Banca di Inghilterra non farà quel piccolo sproposito se prima la Francia non commette quello enorme di distruggere 1’ opera compiuta dal 1 8 7 4 in poi con la chiusura della zecca, il che vuol dire che per ora e probabilmente per lungo tempo non se ne farà nulla.Il ministero Méline prendendo sul serio la pos sibilità di un accordo per migliorare la condizione del mercato dell’ argento ha dato una nuova prova delle sue tendenze protezioniste e della sua dispo sizione a commettere gravi errori pur di applicare nel modo più completo possibile il protezionismo. Nessuno ignora infatti che tutti gli sforzi per rial zare il prezzo dell' argento hanno lo scopo ultimo di far aumentare i prezzi delle altre cose, e sopra tutto quelli dei prodotti agricoli. Lasciamo stare che è una illusione e nient’ altro, perchè quel ribasso deriva non da cause monetarie, ma da una serie di fatti che l’ argento a 4 0 o SO pence l’ oncia invece di 2 5 o 3 0 non varrebbe a distruggere ; ma ciò non toglie che i bimetallisti si sforzino di ottenere un maggior impiego dell’ argento e quindi un rialzo del suo prezzo e cerchino di trar dalla propria parte gli agricoltori. Ora la situazione dell’ argento è tale che qualunque tentativo dei bimetallisti ci pare, al meno nel momento attuale, destinato a fallire com pletamente.
Il mondo intiero ha ormai abbandonato l’argento come moneta, scriveva or son pochi giorni il Leroy Beaulieu. E proseguiva :
« L ’ Inghilterra lo ha lasciato dal principio del se colo morente e la Germania il giorno dopo le sue vittorie e fu seguita quasi subito dagli Stati S can dinavi, dall’ Olanda, dall’ Austria-Uugheria, ed ora dalla Russia, dal Chili e perfino dal Giappone. In Europa, soltanto gli Stati dell’ Unione Latina non hanno ancora ufficialmente stabilito il tipo aureo, ma hanno rinunciato a coniare altro argento e sono : la Francia, il Belgio, la Svizzera, l’Italia e la Grecia. Fuori d’ Europa, gli Stati Uniti e le Indie inglesi. Non resta più ad avere I’ argento per moneta che il Messico, che è il più grande produttore di questo metallo. La stessa Cina — nonostante la tradizione di molti secoli — rifiuta 1’ argento e cerca I’ oro. Chi batte ancora un po’ d’argento sono soli la Spa gna e il Portogallo.
La Francia dunque, se riaprisse le porte alla c o niazione dell’ argento, non farebbe che aprire l’adito alla bancarotta. Perchè battendo scudi di argento nel rapporto di 13 e 1|2 d’argento contro 1 di oro, attribuirebbe un valore di 5 franchi ad un metallo che realmente non vale che da 2 ,5 0 a 2 ,2 5 Attual mente il vero rapporto del valore dei due metalli è di 3 5 pesi d’ argento contro 1 d’ oro, sicché il Governo francese avrebbe la pretesa inconcepibile di far cambiare 1 grammo d’oro contro 15 e 1 12 d’ argento. Quel che accadrebbe, in questo caso, è facile prevedere. Qualche mese dopo, forse qualche settimana dopo, non si vedrebbe più circolare in Francia una sola moneta d’ o ro ; il cambio francese subirebbe all’ estero un terribile ribasso, e si ridur rebbe come è adesso il cambio spagnuolo o il cambio portoghese ; le relazioni commerciali coll’ estero si troverebbero nella più profonda perturbazione, per chè non avrebbero più alcuna base fissa, e ripose rebbero sopra un cambio prodigiosamente deprez zato e variabile.
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1’ Italia, benché non abbia preso impegni formali ed espliciti, agisce come se si fosse impegnata a pa gare in oro. »
Ma i bimetallisti potrebbero rispondere che il loro scopo non è di ristabilire il vecchio rapporto legale di I a 1 5 Vi» bensi di attenuare 1’ attuale perdita che rispetto a quel rapporto soffre l’argento. Ora è bene ricordare che se il prezzo dell’argento, per ipo tesi, venisse ad aumentare in seguito a qualche a c cordo internazionale, aumenterebbe anche la produ zione del metallo. Infatti, nonostante la progressiva diminuzione di prezzo, la produzione si è svolta in misura notevole come può desumersi dai seguenti dati:
Produzione dell’ argento Valore
legale commercialeValore Anni Clillogr.
__
milionidi fr. milioni di fr.— 1 8 7 6. .. 2,107,325 4 6 8 .3 406 1 8 8 1. .. 2,457,786 546 .2 466 1 8 8 6. . . 2,901,826 6 4 4 .8 480 18 91. .. 4,226,427 9 3 9 .2 702 1 8 9 6. . . 5,00 8 ,7 0 0 1113.0 561 Prezzo medio dell’ oncia Standard a Londra 52 51 45 45 30 V i 117 . * 7 .6 ! l tL ’argento è indubbiamente adoperato ancora per gli usi monetari, ma per somme che negli ultimi anni hanno assai variato.
L e statistiche monetarie più attendibili, danno riguardo alla coniazione dell’argento queste cifre per gli ultimi dieci anni :
(Milioni di franchi) 1 8 8 1 . . . 846 1 8 9 2 . . . 808 1 8 8 8 . . . 699 1 8 9 S . . . 701 1 8 8 9 . . . 721 1 8 9 4 . . . 554 1 8 9 0 . . . 782 1 8 9 5 . . . . 630 1 8 9 1 . . . 716 1 8 9 6 . . . . 787
Si tratta, ben inteso, di valori di conio, ossia del valore legale della moneta, e questo spiega perchè le coniazioni superino la cifra della produzione in valore commerciale, mentre in realtà una parte sol tanto dell’ argento prodotto annualmente viene im piegato ad usi monetari. Ma ciò che va notato è che ormai pochi Stati continueranno a coniare somme importanti d’ argento. Ormai alcuni di quelli che negli ultimi anni assorbirono argento per questo scopo, come il Giappone, la Russia, gli Stati Uniti d'America, hanno adottato una politica monetaria che equivale al bimetallismo dell’ Unione Latina, quando non è un monometallismo di fatto. Resta il Messico, qualche colonia francese e inglese, per tacere della Spagna e del Portogallo dove, del resto, si è co niato argento per somme relativamente piccole. In questa condizione di cose, con un mercato che va restringendosi sempre più, l’avvenire dell’ argento nei paesi civili o che hanno relazioni con questi, non può essere che quello del suo passaggio a moneta divisionale con potere liberatorio limitato. D’altronde la crescente produzione dell’oro che ormai si avvi cina a 1 1 0 0 milioni l’anno, facilita questa evoluzione monetaria e la rende anzi inevitabile se, com’è pro babile, si avrà un nuovo aumento nella quantità di oro prodotta.
Come possano adunque i bimetallisti nutrire an cora delle speranze in una convenzione internazio nale che riabiliti il metallo bianco sarebbe davvero inesplicabile se gli errori già commessi da parecchi Stati non giustificassero la credenza che non sia im
possibile un nuovo passo su quella via di errori fraudolenti di cui la storia monetaria ci traccia il lungo e tortuoso corso.
Qualunque serio provvedimento che mirasse a far violenza all’ attuale stato di cose riescirebbe ad ogni modo fatale agl’interessi generali; quanto poi a quei risibili palliativi che sentiamo spesso preconizzare come rimedi di grande efficacia — valga per tutti quello escogitato nei riguardi della Banca ¿ ’ Inghil terra — non potrebbero recare danno maggior di
quello che posson produrre l’ illusione e l’ inganno in cotesta materia già tanto offuscata e falsata dagli interessi particolari veri o supposti che siano. Il solo compito che ormai possono avere i governi è la liquidazione lenta e graduale della assurda situa zione monetaria dei nostri tempi ; bisogna senza aver troppa fretta, ma con uno scopo chiaro e ben definito, saper profittare delle occasioni favorevoli per uscire da questo caos monetario in cui domina il falso e 1’ assurdo. Ed uno dei principali studi da farsi intorno alla situazione monetaria è quello dei rapporti tra i titoli di credito facilmente circolabili e quindi capaci di sostituire vantaggiosamente la moneta, ed il fisco.
RETE PRINCIPILE E RETE SECONDARIA DELLE STRÌDE FERRITE
Si può ammettere senza discussione che l’affidare ad una stessa Società I’ esercizio ferroviario tanto della rete principale come della rete secondaria, non è profittevole per I’ esercizio nè dell' una, nè dell’ altra rete. I principali motivi che suffragano questa opinione li abbiamo accennati nell’ articolo dell’ultimo numero. Ma in pari tempo abbiamo sog giunto che il separare i due esercizi è questione molto complessa, la quale domanda certe condizioni che non è facile trovare in un ambiente parlamentare, specie come il nostro.Esistono, invero, crediamo, più ordini di fatti che, ove si trattasse di ju re condendo, si potrebbero evi tare, ma che sono difficili a superarsi trattandosi di modificare lo stato vigente delle cose, e di spostare interessi e consuetudini che esigerebbero forti l’azione e la volontà nel Parlamento e nel Governo, men tre invece la debolezza dell’ uno e dell’altro è, per motivi noti, sempre crescente.
La separazione dell’ esercizio della rete principale dalla rete secondaria avrebbe per ¡scopo di ottenere una importante economia sulle spese di esercizio, e quindi dovrebbe:
1° adibire al servizio di ciascuna rete un per sonale speciale;
2° rendere indipendente o molto meno dipen dente il servizio di una rete da quello dell’altra;
5 ° adoperare per ciascuna rete materiale ruo- tabile adatto;
4° rivolgere il servizio della rete principale alle grandi comunicazioni e, solo in quanto queste lo per mettano, collegarlo al servizio della rete secondaria;
5 ° rivolgere il servizio della rete secondaria al sodisfacimento dei bisogni locali e soltanto, se questi lo permettono, collegarla al servizio della rete prin cipale.
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sieno anche disposò ad ammetterlo, questo pure si concede ; ma quando si venga a discutere il modo con cui applicare simili concetti, allora si scorce pur troppo che tutti si ritraggono, e le difficoltà di ventano insormontabili.
Così è ammissibile che il personale della rete prin cipale debba essere un personale più scielto di quello della rete secondaria; - maggiore istruzione, m ag giori prove di capacità, maggiore devozione al ser vizio; conseguentemente anche retribuzioni più alte e carriera più rapida.
Ma suppongasi che in Parlamento si dovesse di scutere questa separazione del personale attuale, o che una Società attuasse una simile classificazione, e non è difficile immaginare che un provvedimento simile non troverebbe i voti della maggioranza, la quale, pure essendo convinta della bontà della cosa e della utilità che ne ritrarrebbe l’ordinamento fer roviario, sarebbe condotta a respingerlo dalle agita zioni che, con o senza ragione, si determinerebbero nello attuale personale ferroviario e si ripercuote- rebbero sul corpo elettorale, spaventando i rappre sentanti della nazione.
E suppongasi pure che si stabilissero norme fisse e rigorose per le fermate dei treni diretti. Nessuna fermata se non nei capoluoghi di provincia, nelle stazioni di biforcazione e in quelle stazioni che danno un traffico minimo a;. Le altre fermate concesse sol tanto quando gli interessati paghino un contributo che sarebbe il compenso per la maggiore spesa di trazione onde mantenere la velocità del treno, di minuita dalle fermate. Ed ecco le agitazioni dei paesi abituati fino a qui a certe agevolezze; ecco le agi tazioni degli onorevoli deputati e senatori che non possono essere condotti dalla capitale alla villa col treno diretto. Non occorrono esempi : pensando che i treni diretti si fermano a Felizzano ed a Mirano, per associazione di idee vengono alla mente i nomi dei compianti Ercole e Maurogonato. Ma per quanti altri compianti uomini politici non si mantengono fermate inutili, e per quanti uomini politici vivi non si esi gono ora ! Il recente esempio dell’orario per la linea Roma-Castellamare Adriatico, mostra da un lato la debolezza del Ministro; che non volle mettere il veto alle pressioni politiche che esigevano cose che egli stesso conosceva assurde, e che sacrificava le po polazioni alla comodità di pochi parlamentari; dal- I altra la ufficiale inframmettenza dei rappresentanti del poter legislativo in quello esecutivo.
Eppure per quanto poco si viaggi in ferrovia si sente unanime il biasimo perchè in Italia i treni diretti non lo sono che di nome. Un cosidetto di retto da Livorno a Firenze (via Empoli) impiega due ore e mezza a percorrere 9 7 chilometri ; ha cioè una velocità di meno di 4 0 chilometri e non oltrepassa senza fermarsi, che tre stazioni. Ebbene quegli stessi probabilmente che si lamentano così forte perchè il treno diretto è un omnibus, si lamen terebbero altrettanto forte se l’esercente togliesse le fermate di Cascina, S. Romano, Signa ecc. paesetti che hanno già il servizio di tre treni omnibus ma a cui si concede anche quello dei due diretti.
Altro ordine di fatti che ostacolano il saggio prov vedimento di dividere il servizio ferroviario delle due reti è quello del materiale ruotabile; per otte nere una vera economia nell’ esercizio bisognerebbe che il materiale delle linee secondarie a cui oggi si adibisce tutto il materiale più vecchio e quindi meno
comodo, fosse rinnovato e sostituito da un materiale speciale adatto al servizio che dee compiere ; leg gero perchè non ha bisogno di grande velocità ; com posto di vetture miste molto grandi, perchè il peso morto abbia una minima proporzione, col peso delle persone che si trasportano ecc. ecc. È possibile que sta trasformazione del materiale ruotabile, quando la base dell’ esercizio è che le vetture durino 3 0 anni, e quindi sono ancora in esercizio vetture della forma di trenta anni or sono? È possibile una spesa di rinnovamento che sarebbe forte senza dubbio?
E infine ; per ridurre l’esercizio veramente eco nomico, non sarebbe utile che alcune linee le quali danno uno scarsissimo prodotto di viaggiatori aves sero una sola coppia di treni al giorno, e che qual che linea, come pur si fa in qualche paese, fosse servita due soli giorni la settimana?
Accenniamo appena a questo argomento per to gliere delle illusioni a coloro che propugnano l’eser cizio economico. Certo che sarebbe una bella cosa ottenerlo, ed organizzarlo nel miglior modo possi bile. Ma si può ritenere pratico un simile provve dimento quando abbiamo i Governi così deboli che non osano trasferire un battaglione di truppa da un luogo ad un altro, per tema che ne nasca una sol levazione nel villaggio, ed una votazione per appello nominale alla Camera ? Quando vediamo che ogni anno, da più di dieci anni tutta la stampa della pe nisola, tutte le Camere di Commercio, ed i Muni cipi ed i Deputati mandano dalla metà di settembre a tutto ottobre grida insistenti per la mancanza di vagoni, e si discute e si polemizza se veramente manchino i vagoni o sieno le stazioni insufficienti al traffico; ma poi passato l’ottobre, dopo che gli ufficiosi ogni anno ripetono che il Ministro studia il grave problema e si propone di accontentare le legittime esigenze del commercio, lutto ritorna in silenzio, e non se ne fa nulla ; ma l'anno dopo si ricomincia coi vagoni, si continua colle stazioni, si termina colle assicurazioni del Ministro ?
Queste considerazioni ci consigliano a concludere che prima di chiedere e di proporre un esercizio ferroviario economico, bisogna porre la questione: saremo noi in grado di volere i mezzi necessari per ottenerlo ?
E pur troppo la risposta è negativa.
LA STASI NEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
In questa esuberanza di congressi d’ ogni specie, a seguire i quali, anche per la parte sola che ri guarda le questioni da noi trattate, occorrerebbe tempo e spazio di cui non possiamo disporre, ve ne sono alcuni che per l’ importanza loro, negativa o positiva che sia, non è possibile di passare sotto silenzio. Tale è il caso del congresso socialista di Bologna, del quale crediamo utile occuparci, perchè è sempre istruttivo il seguire le fasi per le quali passa un partito giovane ancora, a cui l’ avvenire par sorridere e che tenta in tutti i modi di acquistare forza materiale e morale.
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Qualcheduno potrebbe credere che essendo il socia lista un partito economico, sia perciò stesso in dipendente dalle condizioni politiche dell’ ambiente; ma se questo può esser vero del socialismo in Ger mania, ad esempio, non ci pare sia il caso del so cialismo nostrale. Qui da noi dove il partito racco glie aderenti forse più fra i malcontenti del regime politico e tributario, che fra le classi economicamente disagiate, non può non risentire l’influsso delle con dizióni politiche dell’ ambiente, e queste sono tali og gigiorno non da infondere vita al partito socialista, ma piuttosto da renderlo perplesso e peritante sulla via da seguire nelle varie questioni che si affacciano alla mente dei suoi capi.
A Bologna si è discusso per quattro giornate, ma in fondo non si è concluso culla di notevole, perchè non vi era alcuna questione veramente matura e at tuale all’ordine del giorno. E questo si capisce dato l’indirizzo odierno del partito socialista, indirizzo che un uomo, al quale non si vorrà negare competenza nella materia, l’on. Turati, così indicava nella Critica Sociale del 16 settem bre:
« Un malessere vago si avverte nel nostro partilo, a malgrado dei successi, a malgrado della cordiale intesa morale che è fra noi tutti, a malgrado del folle spavento e dei buffi contorcimenti dei nostri avversari. C’è qualcosa che ci manca, meglio, qual cosa che ci è venuto a mancare. I dissensi più o meno profondi sulla tattica, sul decentramento, sulle Cooperative, sulla conquista o non dei Municipi, nei casi di Cremona o di Legnago, eec., non sono che episodi. C’ è alcunché di più vasto. A noi pare che questo « alcunché » si possa raccogliere in una formula breve : noi stiamo cercando la nostra orientazione. Nei primi tempi non soffrivamo di questo male. Affermare la nostra esistenza, render conscia la lotta di classe, vincere il pregiudizio anar chico ed il pregiudizio corporativista, dimostrare la necessità dell’azione politica, resistere alle persecu zioni, erano cose semplici e sulle quali non sorge vano dubbi. Lo sviluppo ulteriore del partito ci ha posti di fronte a difficoltà nuove e maggiori.
Gli scioglimenti che ci colpirono, ci hanno sepa rati violentemente — e sapientemente — dalle orga nizzazioni lavoratrici. Noi credemmo di risolvere il nodo adattandoci a questa condizione formando il partito politico a base di adesioni personali. Ma la massa operaia in parte non ci seguì, in parte, se guendoci, si spogliò del carattere suo. Venendo con noi, cessò di esser lei. Si creò una futa rete di Circoli elettorali e mandamentali, ottima trama pel censi mento del partito e per la riscossione dei tributi ; ma su quella trama il ricamo fu povero, la vita di quei Circoli fu stenta e malinghera.
Più volte il gran da fare non è del Circolo per aiutare il Partito, ma è del Partito per tener ritto il Circolo, divenuto fine a sè stesso: all’ uopo si organizzano festicciuole da ballo, pésche miracolose e gite campestri che per pudore si intitolano « di propaganda ». Stante il prevalere come coltura, e qua e là come numero, di elementi borghesi e pro fessionisti, si dimenticò che la questione capitale del nostro partito è la questione operaia. Nel momento elettorale si spiegò un gran fervore ; poi si languì nell’ inerzia; per uccidere il tempo ed il vuoto, i soci si dilettano di questioni pettegole e di ben mo tivate espulsioni. »
Tutto l’articolo del Turati, dal quale abbiamo tolto
questo brano, sarebbe da riprodurre, perchè è un indizio del pessimismo che ha invaso il deputato di Milano, pessimismo peraltro che ha una base nella condizione del partito socialista e trova la sua con ferma nelle discussioni del congresso di Bologna. Quivi tre argomenti di qualche importanza furono discussi alquanto lungamente e sono questi: il con tegno dei partito verso le classi agricole — di fronte al movimento economico del proletariato industriale - e i programmi minimi. Sulla organizzazione del par tito si è finito per approvare il mantenimento dello stata quo, e sulla tattica elettorale si è cercato di conciliare la intransigenza con le necessità speciali di certi luoghi, stabilendo che nei casi eccezionali relativi alle elezioni amministrative la direzione del partito abbia facoltà di decidere, ossia trionfò l’ in transigenza opportunista.
Or bene riguardo alle classi agricole e special- mente circa il'proletari a lo industriale, parrebbe che i socialisti dovessero conoscere la via da seguire per attrarli a sè ; invece regna tra i socialisti la più grande divergenza di opinioni. Gli uni pensando al l’avvenire, alla grande trasformazione sociale ed eco nomica, che sognano giorno e notte, non vogliono darsi pensiero dei bisogni del momento, e quindi sdegnano di adottare una linea di condotta diremo così pratica, che venga in aiuto ai mezzadri ed ai piccoli proprietari ; gli altri invece vogliono dimo strare, a modo loro s’ intende, il maggiore interesse per tutta la classe agricola, cercando di ottenere mi glioramenti nei patti colonici, dimostrando loro la esosità dei patti esistenti. Cercando in tal modo di attrarre a sè la classe agricola, riescirà poi facile, pensano questi ultimi, di formare nel contadino la coscienza socialista. E vinse questo gruppo coll’ ap provazione di un’ ordine del giorno Agnini che in verità potrebbe essere approvato fors’anehe da un’as sociazione di socialisti di Stato o di riformatori con idee più o meno buone e radicali.
Ecco 1’ ordine del giorno :
Il congresso : . . ..
considerando che il p r o le ta r ia to agricolo in Italia può classificarsi in tre categorie :
1. contadini disobbligati (braccianti) 2. contadini obbligati (coloni e boari) : 3. contadini mezzadri.
delibera che 1’ azione del partito socialista sia rivolta a promuovere : .
f r a i contadin i d iso bblig ati o braccianti, leghe di resisten za dirette :
1. a sostituire al sistema delle cointeressenze quello della retribuzione a giornata; _ _
2. ad ottenere la costituzione dei probiviri
agricoli: . .
3. ad organizzare la resistenza per la limita zione delle ore di lavoro e l’ aumento delle mercedi; f r a i con tadin i obblig ati associazioni per la ri forma e la successiva difesa dei patti colonici ;
f r a i m ezzadri, associazioni per ottenere che il contratto di mezzadria venga uniformato e rispettato nel suo tipo più sincero e venga corretto in modo da assicurare ai contadino il m inim o necessario al mantenimento della famiglia, quale corrispettivo in tan gibile del lavoro prestato.
Riguardo alla p ic c o la p r o p r ie tà fo n d ia r ia , il con-
gresso : .
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la organizzazione dei lavoratori, la piccola proprietà é destinata a scomparire ;
delibera,
che l’azione del partito socialista di fronte alla piccola proprietà fondiaria si limiti a porre in rilievo le cause che determinano l ’accentramento capitali stico e la conseguente proletarizzazione dei deten tori della piccola proprietà.
Non facciamo commenti, perchè il lettore potrà ve dere da sè la praticità di questo programma e l’ uti lità che ne potrebbe trarre la classe agricola. No tiamo soltanto che i socialisti italiani non fanno di chiarazioni compromettenti in nessun senso, ma si limitano prudentemente ad esporre delle convinzioni. Quanto al contegno di fronte al movimento eco nomico del proletariato industriale, in sostanza il Congresso si è limitato a far voti che gli operai so cialisti si uniscano in leghe di resistenze e a chie dere leggi sociali o più chiaramente di protezione e tutela del lavoro. Nessuna novità, come si v ed e; i socialisti collettivisti italiani in tutto questo sono stati superati e da un pezzo da quella scuola di economisti che hanno visto nell’ intervento dello Stato la salute delle classi lavoratrici e da quanti altri che hanno propugnato le associazioni operaie per la difesa dei loro interessi. E l'urgenza dei provvedimenti pro tettivi pel lavoro, il Congresso la trova soltanto nel lavoro delle donne e dei fanciulli. Se si riflette ai tanti progetti presentati anche dall’ attuale ministero, bisogna dire che più modesti di così i socialisti con venuti a Bologna non potevano essere.
E cco l’ordine del giorno approvato a questo riguardo :
Il congresso dichiara
_ Che 1’ azione politica del partito non deve andar disgiunta dalla azione economica come quella che sola può assicurargli il carattere di partito di classe e mantenergli il carattere rivoluzionario :
Che codesta azione deve spiegarsi specialmente in due modi :
I. Colla partecipazione ai movimenti di resi stenza economica (scioperi, leghe di resistenza, pro paganda socialista fra g i operai economicamente organizzati). A tri uopo i socialisti operai dovranno inscriversi nelle singole organizzazioni professionali di resistenza, promuoverle dove non esistono e ado perarsi a svolgere in esse la coscienza di classe e la convinzione della necessità della lotta politica. Dove esistono Camere del lavoro dovranno spingerle a spiegare una Beria ed intensa propaganda di or ganizzazione economica e a curare 1’ organizzazione del proletariato agricolo -industriale.
II. Coll’ agitazione per ottenere una serie legi slazione in difesa del lavoro. Quest’agitazione costi tuisce il nesso più naturale fra 1’ azione economica e l’ azione politica del partito.
La direzione del partito volta a volta compilerà disegni di legge per la protezione del lavoro, che siano un’ espressione dei desiderati delle organizza zioni economiche, provocando la discussione su di essi nelle organizzazioni operaie, convocando comizi popolari nei grandi centri industriali prima di pre sentarli alla Camera e continuando l’agitazione sino alla vittoria.
F ra i disegni di legge per la protezione del lavoro il congresso ritiene della massima urgenza quello relativo al lavoro delle donne e dei fanciulli.
Sui programmi minimi, politici e amministrativi, riferì l’on. Turati, il quale osservò che il programma minimo non può essere un vero programma socia lista ; esso è soltanto un avviamento, un programma
di agitazione, un mezzo che giova all’evoluzione verso il socialismo. Dopo ciò si può esser pieni di legit tima curiosità di conoscere questi programmi; ma la curiosità non può essere appagata, perchè il Con gresso non deliberò, ma deferì a una Commissione la formazione dei particolari del programma minimo; esso approvò soltanto una dichiarazione formulata dal Turati, da premettere appunto ai programmi. Eccola :
I! programma minimo dei socialisti non è il loro p ro g ra m m a d i governo. Il socialismo non potrà co minciare ad essere attuato se non dopo la conqu ista d ei p u b b lici p o te r i ; nel che e da intendere, non già la conquista di qualche seggio o di qualche minor corpo deliberante, ma la presa di possesso da parte del proletariato socialista dei congegni fondamentali del potere politico.
Il programma minimo dei socialisti non è qu in di un p rog ram m a socialista. Esso non è che l’ indice sempre mutabile e progressivo di quelle riforme di maggior portata, le quali, mentre appaiono compa tibili col fondamentale ordinamento economico di un dato momento, ne agevoleranno la graduale evo luzione a forme superiori, sia elevando il tenore di vita dei lavoratori, sia consentendo un più normale e cosciente svolgimento delle lotte di classe, sia rin gagliardendo le forze del partito socialista.
Queste riforme il partito socialista chiede ai par titi che detengono il potere o che sono prossimi a raggiungerlo, e tende a strapparle ad essi con la pressione della propria influenza politica.
In questo senso il programma minimo dei socia listi è essenzialm ente un p ro g ra m m a d ’ agitazione. Esso si distingue da richieste analoghe di altri par titi per le sue finalità, ravvisa come mezzo ciò che per altri è fin e. Esso designa 1’ orbita e l’ indirizzo generale alle p ia tta fo rm e di più speciali e transitorie agitazioni del partito.
_ In ogn i caso di agitazion e elettorale, il partito so cialista, trattando del programma minimo dovrà ac centuare la distinzione della propria personalità di fronte ai partiti concorrenti^ o cooperanti. Le riforme indicate dal programma minimo dovranno sempre essere presentate non come soluzioni definitive, ma come fa c ilita z io n i al conseguimento del solo rimedio ì adicale ai mali sociali, la socializzazion e d ei m ezzi d i produzion e.
Questa dichiarazione, in gran parte superflua, me rita tuttavia di non andar perduta, perchè implica il riconoscimento che nel presente ordinamento econo mico sono possibili certe riforme, non solo, ma vien a dire anche che il partito socialista non dispera di ottenerle. Ora se non abbiamo il nuovo programma minimo conosciamo però quello vecchio formulato dopo il congresso di Parma, e in esso stanno riforme che non sono chieste soltanto dai socialisti ; perchè dunque non portare la lotta politica su quel terreno ?
I lavori del congresso di Bologna si riducono a tutto questo, e se a taluno potrà parere che per così poco, diremo meglio per ripetere cose già dette e votare la sospensiva su parecchie questioni,1<non o c correva un congresso, diremo che tale era la opi nione dell’on. Turati prima ancora che a Bologna si radunassero i congressisti. In conclusione, se non si tratta dì una crisi può dirsi che si ha però una stasi contraddistinta, ripetiamo, dall'incertezza, dalla man canza di vera vitalità nel partito, d’ onde il carattere accademico delle discussioni e delle deliberazioni.
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sia una realtà ci pare fuori di dubbio. Ora, se il so cialismo come partito non dimostra vitalità cbe in certi momenti in cui la politica è più insana che mai, in cui impera l’auioritarismo, e il sentimento della giustizia, della libertà, della onestà è meno vivo nelle sfere governative, non si avrebbe motivo di credere che esso trae alimento non meno dal disa gio economico che da quel complesso di fatti che sono la negazione del progresso civile, il quale è fallo appunto di giustizia, di libertà, di moralità ? Poniamo il quesito e auguriamo che il tempo dimostri coi fatti che la risposta affermativa non è un errore.
IL TERZO CONGRESSO
dell’ Alleanza cooperativa internazionale
Dopo i Congressi di Londra e di Parigi, l’Alleanza cooperativa internazionale si è adunata in questo mese a Delft, in Olanda.
La scelta di questa città si deve al fatto che a Delft vi è una delle manifestazioni più belle e in teressanti della cooperazione che spontaneamente domanda la trasformazione sulla industria personale o per azioni in industria cooperativa.
J . C. Yan Marken ha compiuto questa notevole trasformazione con tanta saggezza di ordinamenti da meritare un attento studio. Tre grandi stabi limenti : uno di tipografia e due di distilleria, sono retti colla forma cooperativa, con capitali offerti dal Yan Marken, che vanno man mano ammortiz zandosi. Va da sè poi che la cooperazione si estese in tante altre manifestazioni per I’ alimentazione, la abitazione, il vestiario, ecc., dei 7 0 0 operai che sono impiegati ad Agnetta-Park.
Quindi nessuna meraviglia se da più parti d’E u ropa ed anche dall’ America convennero qui i fau tori più caldi della cooperazione, poiché siffatti con vegni vanno tenuti o dove I’ assenza delle istitu zioni da propagare è completa, o dove invece l’ap plicazione è perfetta e non nuova, per dare nel primo caso sprone alle energie più tardive, o nel secondo, irradiare coll’esempio delle attività più sol lecite e più efficaci una vivida luce atta a diffon dersi anche nei paesi più lontani.
La prova, che può attestare chiunque, dei buoni effetti della cooperazione si è il benessere, la mo ralità, 1’ armonia perfetta di questa colonia di coo peratori ; casette linde, eleganti, coi fiori sulle fi nestre, col giardinetto attorno, arredate dentro con una eleganza squisita di mobilia ; donne, bambini vestiti con molta proprietà; fra operai e ammini stratori delle officine la cordialità più perfetta; nelle industrie il massimo risultato utile, con un con trollo, naturale, spontaneo, centuplicato dagli occhi di tutti gli interessati nel lavoro.
11 Congresso dell’ Alleanza cooperativa internazio nale fu tenuto alla Comunità, ossia nel centro di riunione di tutte le istituzioni di A gn etta-Park ; bi blioteca, giornali, sale di lettura, sale di scrittura, salone per le conferenze tutto insomma in che può occorrere alla vita in comune per i convegni e di pubbliche feste o per la istruzione, o per la trat tazione degli interessi sociali.
Il discorso d’apertura fu fatto da J. C. Van Marken e merita d’ essere riassunto, sia pure brevemente.
Dopo i consueti omaggi ai convenuti, Van Mar
ken si compiacque di vedere raccolti i delegati di tanta parte d’ Europa laddove non solo era com pleta l’ attuazione dell’ idea cooperativa, ma ove era vivo il dibattito degli avversari, perchè pro prio a Delft ha sede V alleanza neerlandese anti cooperativa denominata l’Interesse Sociale, le cui acri querele mosse contro la cooperazione sono in teressanti perchè fatte con notevole abilità. Quanto alle delusioni patite, accanto alle tenaci resistenze degli stessi operai, Van Marken oppose i ricordi bellissimi dell’ « Eigen-Hulp » (ajuta te stesso) del- l’ Aja, i famosi magazzini che chiusero lo scorso anno con un 1 ,3 5 0 ,0 0 0 di fiorini d’ affari; del « Vooruit » (Avanti) il Gand, tutta creazione ope raia, e di Agnetta-Park dove la fabbrica neerlan dese degli alcool fondata nel 1 8 7 0 con un capitale iniziale di 1 5 0 mille fiorini, oggi raggiunse quello di fiorini, 3 ,2 0 0 ,0 0 0 .
Con parola elevata, come può venire o dalle menti superiori, o da un profondo sentimento del bene, Van Marken mentre denunzia le colpe degli operai, denunzia quelle del Capitalismo, mentre censura le classi dirigenti per la poca cura del- I’ operaio, rimprovera agli agitatori delle plebi una propaganda acre, nociva alla stessa classe lavora trice, perchè nel mentre non ne migliora la condi zione, ne accentua gli odii, e distrae 1’ opera paci ficatrice dei veri amici delle classi operaie.
Il signor Van Marken nota a ragione che i due punti veri della questione operaia sui quali si deve costantemente fissare l’ attenzione di chi cerca di fare qualche cosa, sono sempre : la incertezza del- l’ esistenza, e la misura della rimunerazione. Dare colla previdenza una base più solida alla posizione dell’ operaio e colla cooperazione una retribuzione più rimunerativa, ecco quali devono essere gli in tenti di coloro che colle evoluzioni aspirano al mi glioramento delle classi lavoratrici. Ai capitalisti Van Marken d ice; cambiate tattica, venite con noi e vi torna p iù conto ; agli operai : unitevi, rispet tate i diritti acquisiti, e diffidate dei falsi amici, e con Alfredo de Musset, l’ ottimo Van Marken chiuse il suo discorso dicendo : L a perfection nexiste pas : la comprendre est le triomphe de V intelligence humaine.
In questo Congresso, più che le sedute pubbliche plenarie, sono state importanti quelle di sezione e per ciò diremo qualche cosa sia pure rapidamente di esse.
Il sig. Treub, presidente della sezione di legislazione comparata diede ampi ragguagli sulle varie legislazioni. Vi sono stati due correnti nella sezione. Da una parte si invocano leggi restrittive per guarentigia mag giore dei terzi, dall’ altra si crede sufficiente la le gislazione attuale dei vari Stati. Prevalse il pensiero del signor Durand che, cioè, bastino le disposizioni del codice civile.
Cosi pure vi sono stati lagni di molti sulle tendenze ostili di alcuni governi verso le cooperazioni e so prattutto per le vessazioni fiscali. Si capisce che tutto il mondo è paese, come diceva quel contadino, perchè se Italia piange le altre nazioni non ridono in materia di oppressioni finanziarie.
Venne approvata la proposta del dottor Abt (Svizzera) relativamente all’ aggruppamento di più cooperative.
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l’ egregio comm. Lorenzo Ponti, che propose la redazione d' un catalogo speciale, che sarebbe of ferto all’ ufficio centrale per distribuirlo alle diverse società cooperative.
I signori Elias (segretario generale delle colonie olandesi) Blanford, de Queker, W arrich accettano il catalogo, ma insistono perchè, ad esempio di ciò che fu fatto in Francia, in Inghilterra e in Olanda, ogni paese costituisca un centro cooperativo ed offra (come oggi lo può fare l’ Inghilterra) la sta tistica dei propri prodotti cooperativi.
Venne adottata la proposta Elias-Ponti : « che si costituisca in ogni paese un centro commerciale al quale si potrà rivolgersi, e che questi centri riu niscano gli elementi commerciali in una lista spe ciale che sarà pubblicata dall’ ufficio direttivo di Londra, il quale la distribuirà ai diversi centri d’ ogni paese. »
Notevoli furono pure gli studi della sezione che si occupò della cooperazione agricola sotto la pre sidenza del signor Michele de Kessenich. Il sig. Abt, a ragione, disse che in questa materia vi ha molto da fare e molto da apprendere. Egli propugnò 1’ estensione della cooperazione agraria non solo alla produzione, ma ol consumo.
II signor Mansholt aderendo alla proposta Abt vede in essa la possibilità di più stretti accordi tra Cooperative agrarie di produzione e Cooperative maggiori di consumo, atte quindi, acquistando dalle produttive, a fare migliori patti ad esse nella ven dita degli oggetti necessari alle famiglie rurali. La proposta Abt venne accolta.
La partecipazione ai benefìci, tanto in sezione presieduta dall’ eminente pubblicista Charles Robert’ quanto al Congresso in seduta plenaria, diede luogo a vivi dibattiti.
La « Co-partnership » ha provocato specialmente dichiarazioni, proteste, riserve, da parte dei socia listi francesi che però ritornarono a partecipare ai lavori del Congresso sotto le tende ospitali dello statuto della Alleanza, che vuole uniti tutti gli uomini di buona volontà, purché nella e colla al leanza internazionale non si faccia della politica e si resti estranei a qualunque manifestazione confes sionale atta a dividere gli animi. Il nocciuolo della questione della partecipazione è quello di raggiun gere il suo vero ed unico intento: conseguire, cioè l’equa rimunerazione dei fattori che hanno concorso alla produzione della ricchezza: capitale e lavoro.
A questa guisa la legge della offerta e della do manda è sostituita, nel mondo cooperativo, dalla legge di proporzionalità ai rischi e al concorso di forza fondata sulla pura giustizia.
Infine dopo eloquenti discorsi del signor Vivian, delegato inglese, di Charles Robert, Treub, ecc., venne accolta la seguente mozione : « I sistemi ve ramente cooperativi d’ associazione, di produzione e di partecipazione contrattuale sono quelli che, offrendo delle garanzie a tutti gli interessi e a tutti i diritti, cercano in uno spirito di giustizia, di ri partire il valore dei prodotti del lavoro proporzio nalmente al contributo prestato dai vari fattori della produzione, tenendo conto dei rischi finanziari, ma teriali e fisici corsi da ciascheduno di essi. »
Venne pure accolta a voti unanimi la proposta del signor Greenning sulla propaganda della Co partnership.
LI S littili BEL TESORO IL 31 H O IDI
Diamo il solito riassunto della situazione del T e soro durante il secondo mese dell’ esercizio finan ziario 1 8 9 7 -9 8 , raffrontandolo con la situazione del corrispondente periodo dell’esercizio precedente 1 8 9 6 - 1 8 9 7 . Il conto di Cassa al a l agosto 1 8 9 7 dava i se guenti resultati :D a r e
Fondo di Cassa allachiusura
del-T esercizio 1896-97 ... L. 300,535,206. 37 Incassi di Tesoreria per entrate
di bilancio... » 270, 715,105. 98 Incassi per conto debiti e crediti » 4 7 5 ,565,511.18 T o tale.. . . L. 1,04 6 ,8 1 5 ,8 2 3 .5 3
A v e r e
Pagamenti per spese di bilancio. L. 180,839,203. 05 Decreto ministeriale di scarico
come dal conto precedente.. » 292,112.81 Pagamenti per debiti e crediti » 636,842,314.15 Fondo di cassa al 31 Agosto
1897 (a) ... » 223,842,193.52 T o t a le .... L. 1,046,815,823753
La situazione dei debiti e crediti di Tesoreria al 51 agosto 1 8 9 7 , risulta dal seguente specchio:
D e i b i t i
Buoni del Tesoro...L. 269,410,500. 00 Vaglia del Tesoro... » 17,503,668. 09 Anticipazioni alle Banche... 20. 000,000.00 Amministrazione del Debito pubb. » 177,479,843.65
Id. _ del Fondo Culto. > 16,459,954. 34 Altre amministrazioni in conto cor
rente fruttifero... » 2 1 ,4 94,214.98 Id. id. infruttif. » 21,033,272.65 C. C. per 1’emissione Buoni di cassa » 110,000,000.00 Incassi da regolare... » 15,898,118.16
Totale dei debiti L. 669,279,571. 87
C r e d i t i
Valuta presso la Cassa Depositi e
Pi-est. art. 21 legge8 agosto 1895 L.(b) 8 0 ,0 0 0 ,0 0 0 .0 0 Amministrazione del debito pub. » 151,265,284.69 Id. del fondo per il Culto » 16,168,361. 37 Altre amministrazioni... » 3 6 ,0 4 7,616.40 Obbligaz. dell’Asse Ecclesiastico . » 12,200. 00 Deficienze di cassa a carico dei
contabili del Tesoro... » 2,043,854. 60 Diversi... » 17,305,721.79 Totale dei crediti L. 302,843,038. 85
Confrontando con la situazione al 3 0 giugno 4 8 9 7 , si ha :
al 3t giugno al 31 agosto
1897 1897
Debiti... milioni 731.0 669.2 Crediti... » 203.2 302.8 Ecced. dei debiti sui crediti milioni 527. 7 366.4
(a) Sono esclusi dal fondo di cassa gli 80 milioni depositati nella Cassa Depositi e Prestiti a copertura di una somma corrispondente di biglietti di Stato. Questa somma è stata portata fra i crediti di T e soreria.
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La situazione de! Tesoro, quindi, si riepiloga così:
30 giugno 1897 31 agosto 1897 Conto di cassaL. 300,535, 206. 37 228,842,193.52 Crediti di Teso reria... » 203,298,847.63 302,843,038.85 Tot. dell’attivo L. 503,833.554.00 531,685,232 37 Debiti diTesor. »
Debiti del Tesoro dedotti dal tota le dell’attivo L. 731,011,683.62 669,279,571.87 227,178,129.62 137,594,339.50 Differenze — 71,693,012.85 ■+■ 99,544,691.22 4- 27,851,778.37 -t- 61,732,111.75 + 89,583,790.12 che ammonta rono nel mese di agosto 1 8 9 7 L . 1 5 6 ,2 8 8 ,2 1 0 .5 0 si dividono ne! seguente modo :
Gli incassi per conto del bilancio,
E ntrata ordinaria
Redditi patrimoniali dello Stato...L. Imposta sui fondi rustici e sui fabbricati... imposta sui redditi di ric
chezza mobile... Tasse in amministraz. del
Ministero delle Finanze. Tassa sul prodotto del mo vimento a grande e pic cola vel. sulle ferrovie.. Diritti della Legaz. e dei Consolati all’ estero.. . . Tassa sulla fabbricazione degli spìriti, birra, ecc.. Dogane e diritti marittimi Dazi interni di consumo, esclusi quelli di Napoli e di Roma... Dazio consumo di Napoli. Dazio consumo di Roma . Tabacchi . , ... .. .» S a li... Lotto... Poste... Telegrafi... Servizi diversi ... Rimborsi e concorsi nelle spese... Entrate diverse... Tot. delle Entrate ordin. L.
E ntrata straordinaria
Entrate effettive :
Rimborsi e concorsi nelle spese... ... Entrate diverse... Arretrati per imposta fon diaria... Arretrati per imposta sui
redditi di ricchez. mobile Residui aitivi diversi . . . . Costruzione di strade ferr.
Movimento di capitali:
Vendita di beni e affran camento di canoni.. . . . . Riscossione di crediti.. . . . Rimborso di somme antici
pate dal Tesoro... .. Anticipazioni al Tesoro da
enti locali per richiesto acceleramento dei lavori. Partite che si compensano nella spesa..._... Ricuperi diversi... Capitoli aggiunti per resti
attivi... Totale Entrata straord. ri partite di giro ... Totale g en erale.... Mese di agosto 1897 Mese di agosto 1896 Differenza nel 1897
migliaia migliaia migliaia
di lire di lire di lire
1,305 1,562 - 257 32,355 31,638 4- 717 26,226 27,366 - 1,139 15,171 14,713 -h 457 1,529 1,468 - 4 - 60 23 76 — 52 8,385 3,214 - 4 - 170 19,446 19,052 - 4 - 393 4,329 4,260 - 4 “ 68 1’ 053 994 -4- 59 1,066 1,006 4- 61 15,260 15,353 — 93 6,056 6,042 - 4 - T 4 5,286 3,682 -4- 1,704 221 4,431 1,060 4,209 4~ 1,011 -h 49 1,193 959 4- 233 1,835 1,168 1,317 4- 517 1,813 645 142,186 139,643 4- 2,542 597 350 4- 247 1 21 23 0,3 0,2 0,1 0,1 29 0,1 — 0,05 2,162 — 2,133 140 81 4- 59 570 403 4- 175 100 52 + 47 188 154 4- 34 66 83 17 1~23 3,312 — 1,588 12,377 8,360 4- 4,017 156,288 151,317 4- 4,971
I pagamenti poi, effettuati dal Tesoro per le spese di Bilancio nel mese di agosto 1 8 9 7 e 1 8 9 6 risultano dal seguente prospetto, che indica anche la diffe renza nel 1 8 9 6 . Pagamenti PAGAMENTI Mese di agosto Mese di agosto Diffe renza nel 1897 1897 1896 migliaia di lire 11,754 migliaia di lira 14,756 migliaia di lire - 3.001 Id. 16,609 2,958 976 lo. 076 4- 1,533 2,939j +- 18 Id. Id. Id. 443 4- 532 4,960 6,188 3,480 4- 1,479 7,795 1,786 Id. Id.
dei lavori pubbl... 7,064 2,619 11,312 4,400— 4,2471,781 19,485 12,182 1,278 29,380 4- 104 Id. Id. 10,528 4- 1,654 della agrie, industria e
commercio. ... 985 4- 292
Totale dei pagamenti di bilancio.... Decreti ministeriali di scarico...
86,078 91,279 - 5,201
86,078 91,279 5,201
Agl’incassi il Ministero fa seguire le seguenti an notazioni nelle differenze che presenta T’ esercizio del mese di agosto 1 8 9 7 con quello del mese di agosto 1 8 9 6 .
La diminuzione Ae\\'imposta sui redditi dì r ic chezza mobile è dovuta in parte all’ esclusione dai ruoli del 1 8 9 7 dell’imposta sugli interessi delle car telle fondiarie (legge 4 giugno 1 8 96) ed in parte alle rettificazioni pel secondo anno del biennio dei redditi delle categorie B e C dei privati che deter minarono una forte diminuzione nel prodotto dei ruoli suppletivi di seconda serie.
L ’ aumento nel lotto si ha da regolarizzazioni di vincite.
La diminuzione nei residui attivi diversi è do vuta dal fatto che nell’ agosto 1 8 9 6 fu fatta la re golarizzazione dei telegrammi governativi.
L’aumento nelle partite di giro è dovuto al ver samento fatto dalla Gassa Depositi e Prestiti delle somme occorrenti per il servizio dei debiti redimi bili (legge 2 2 luglio 1 8 9 4 ).
Rivista Bibliografica
Avv. Isidoro Modica. — I l con tratto d i lav o ro n ella scien za d el d iritto civ ile e n ella legislazion e. — Palermo, Alberto Reber, 1897, pag. 459 (lire 10).
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dotto scrittore e da! riconoscere che il suo libro è superiore ad altre consimili pubblicazioni per chia rezza d’ esposizione, estensione d’ indn^ini e conside razioni critiche. Di opere simili è assai malagevole il render conto in poche righe, perchè numerosis simi sono gli argomenti svolti, e in questo caso tutti
di reale interesse. Ci limiteremo quindi a notare che dopo aver esposto in una succinta introduzione alcune considerazioni sulla trasformazione economico- sociale avvenuta dopo la rivoluzione francese e sulla necessità di riformare il codice civile, l’Autore tratta della evoluzione storica del lavoro e del contratto di la voro. E nella parte critico-comparata esordisce m et tendo in luce la insufficenza della locazione d’opere nel Codice civile italiano per venire poseia a trac ciare le linee generali del contratto di lavoro, apren dosi così la via a trattare della integrità personale dell’operaio (questione degli infortuni del lavoro) dell’igiene nei riguardi del contratto di lavoro (la voro delle donne, dei fanciulli e degli adulti) del salario e da ultimo della riforma del codice civile allo scopo di regolare il detto contratto.
L ’Autore, seguendo la tendenza assai comune tra i giuristi di dare disposizioni imperative, vorrebbe che tali fossero alcune di quelle intorno al contratto di lavoro, ma in questo non possiamo seguirlo. Del resto sulle opinioni dell’Autore avremo occasione di ritornare quando sarà pubblicata la sua relazione sulla « Costruzione giuridica del contratto di lavoro » scritta per incarico del Circolo giuridico di Palermo. Intanto ci congratuliamo coll’ avv. Modica per lo studio dotto e completo di cui ha arricchito la let teratura sull’ importante tema.
Carlo F. Ferraris. — Gli infortuni sul lavoro e la legge. — Roma, tip. Bertero, 1897, pag. 119.
Augustine B irre ll. — Four lectures on thè law of employers' liahility at home and abroad. — London, Macmillan, 1897, pag. 123.
Raymond Saleiiles. — Les aenidents de travail et la résponsabilité civile. - Essai d'une théorie objective de la résponsabilité délictuelle. — Paris, Rousseau, 1897, pag. 90.
F ra gli scritti recenti intorno alla questione della responsabilità per gl’ infortuni del lavoro, segnaliamo questi tre che ci pare presentino speciale interesse.
Quello del prof. Ferraris è una relazione presen tata al Consiglio della Previdenza per incarico del Ministro di Agricoltura, il quale nel dissenso tra la Camera dei deputati e il Senato, volle che quel Con siglio riesaminasse la questione che aveva già di scussa nella sessione del 1 8 8 9 . Il Ferraris, che fu appunto in quell’occasione relatore del Consiglio, tratta in questa sua nuova relazione con molta dot trina e singolare competenza dei vari punti relativi alla responsabilità ed alla assicurazione, insistendo nelle sue idee già note da un pezzo e in tutto fa vorevoli all’ assicurazione obbligatoria. Questa rela zione riesce interessante e istruttiva specialmente per l’analisi del progetto già approvato dalla Camera e del controprogetto dell’ Ufficio centrale del Senato; controprogetto che l’ Autore respinge, perchè esso non accoglie il principio dell’assicurazione obbligatoria e regola la responsabilità nei casi di violazione dei regolamenti in modo differente e, a suo avviso, peg giore di quello accolto dalla Camera.
Senza intavolare qui una disputa sulle idee pro pugnate dal Ferraris, riconosciamo volentieri che il suo studio riesce assai prezioso per conoscer le ragioni adotte a sostegno dell’assicurazione obbligatoria.
— Il Birrell, membro della Camera dei Comuni, nelle quattro letture raccolte in questo suo volu metto ha spiegalo anzitutto in che consiste la re sponsabilità degli intraprenditori secondo il diritto comune inglese, poi le regole stabilite dalla legge del 1 8 8 0 , le leggi estere e i sistemi di assicura zione applicati o proposti negli altri paesi, e da ultimo ¡1 nuovo b II del Chamberlain, già approvato dalla Camera, ma non ancora dai Lordi. In appendice è dato il testo di questo nuovo bill e quello della legge del 188 0 .
Il Birrell fa varie critiche al progetto del Cham berlain, ma egli si è proposto, più che altro, di esporne il carattere e i fini; il suo libro può gio vare a chi vuol conoscere lo stato della legislazione inglese nella materia e le riforme ora in discussione.
— Il Saleiiles nella sua dottissima dissertazione giuridica ha cercato di dare alla responsabilità de littuosa una base obiettiva. Egli esamina le varie teo rie (classica o subbieltiva, contrattuale od obbiettiva) e propugna quella che ultimamente ha avuto acco glienza favorevole nella giurisprudenza francese, e per la quale è ammessa una responsabilità pura e semplice pel fatto delle cose, come sarebbe lo scoppio d’ una caldaia dovuto a un vizio di costruzione. La difesa di cotesta dottrina è fatta con estesa cogni zione della letteratura giuridica in materia di re sponsabilità per gl’ infortuni del lavoro, e sarà certo tenuta nel debito conto dai giuristi.
Ernest Seiflière. — Études sur Ferdinand Lassalle fondateur du parti socialiste. — Paris, librairie
Plon, 1897, pag. xvi-398.
Intorno al Lassalle non abbondano gli scritti in lingua francese, e forse per questo motivo il sig. Seil- lière ha trovato che era il caso di scrivere e pub blicare questi Studi su quello eh’ egli dice, poco esattamente, il fondatore del partito socialista tede sco. L’Autore non ha fatto opera di economista ma di biografo, perchè gran parte del suo volume è dedicato a narrare le vicende giovanili del Lassalle e la morte romanzesca del celebre agitatore, la quale occupa metà del libro.
Tuttavia non mancano le notizie sugli scritti del L as salle e vi è anche uno sguardo sulla sua carriera po litica negli anni 1 8 6 2 -1 8 6 4 -; ma sono cenni troppo brevi e spesso superficiali. Coi materiali che già si pos seggono è possibile dare del Lassalle come scrittore, un’ idea più completa e precisa di quella che se ne può trarre dalle non molte pagine che il Seillière gli dedica. Il suo libro ad ogni modo si legge da cima a fondo con l’ interesse che può ispirare il più romanzesco de' romanzi e poiché si tratta di una vita realmente vissuta e di uno scrittore geniale e versatile si può comprendere l’interesse che presen tano questi Studi per chi non vuol troppo adden trarsi nelle dottrine economiche e sociali del Lassalle.
Dr. Heinrich Herkner. — Die Arbeiterfrage. — Eine
Einfühvung. 2a edizione rifatta e aumentata. — Berlino, Guttentag, 1897, pag. xv-608.