• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.34 (1907) n.1743, 29 settembre

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.34 (1907) n.1743, 29 settembre"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

S C I E N Z A E C O N O M IC A , F I N A N Z A , C O M M E R C IO , B A N C H I , F E R R O V I E , IN T E R E S S I P R I V A T I

Anno XXXIV - Yol. XXXVIII

Firenze, 29 Settembre 1907

N. 1743

S O M M A R I O : Scuola classica e scuola moderna — Riforma delle tasse sul bollo e registro — Il Congresso

della Cooperazione internazionale a Cremona — il Congresso delle Banche popolari di Cremona — Il Congresso socialista di Essen — La Cassa Depositi e Prest.ti, (Esercizio 190ü) I I I . — d i v i s t a b i b l i o g r a f i c a : Doti.

Carlo Bivacchi, Acquisto e perdita della nazionalità nella legislazione comparata e sul diritto internazionale-

Prof. J. L. Nicholson, The Relation of Rents, W ages and profìts in Agricolture, and thè in hearing on Rural depopulatiori - D . Henri G. Langlois, Le contrat de travail - Prof. Dr. Paul Momber, Studien zur Bevölke­ rungsbewegung in Deutschland - Barrett Wendel!., Liberty, Union and Democraty - W . A . Sturdy, The De- generacy of Aristocracy - Louis B. Boudin, The theorical System of K arl Marx — irli v i s t a e c o n o m i c a e f i n a n z i a r i a : Le organizzazioni di Lavoratori della terra in Italia - Una banca nazionale persiana - I!congresso

internazionale dei minatori a Salisburgo - Il Congresso per la pace a Perugia - Il profitto netto dei vari servizi pub­

blici dei Municipi inglesi - Un prestito della Repubblica di S. Domingo - Le statistiche sul movimento postale, telegrafico

e telefonico nel Regno Unito - Sul commercio di New -York

R a s s e g n a del com m ercio in te rn a z io n a le :

Il commercio dell’Argentina — Il commercio dell’ Austria-Ungheria — Il commercio del Belgio — La espor­ tazione artistica italiana in America — Le casse di maternità nelle varie nazioni — Camere di com m ercio— Mercato monetario e Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

Scuola classica e Scuola moderna

Con .molto fervore si discute da qualche tempo

della riforma dell’ insegnamento medio; una Com­

missione reale, che ebbe tra i suoi membri sin­

golari vicende, ha pubblicato una relazione con

proposte pratiche che non ; accontentarono nes­

suno; coloro che discutono l’argomento girano

sempre intorno ad un punto troppo astratto perchè

rispondano alla pratica le soluzioni proposte e

nella maggior parte dei casi si ripetono gli argo­

menti che da molte diecine d’ anni si leggono

nelle riviste e nei libri.

Troppo connessa è la scuola con tutti i rami

della pubblica attività perchè anche l’Economista

non abbia a prender parte al dibattito e non

abbiamo ad esprimere la nostra opinione.

Lasciando a parte tutte le questioni secon­

darie, il nodo della controversia sta nella vecchia

lotta tra la scuola classica e la scuola moderna.

Gli uni, anche di fronte alla chiara esigenza

della vita contemporanea ed al prevalere del

tecnicismo in tutti i rami della attività umana,

ritengono sempre che la scuola classica possa es­

sere una buona preparazione per qualunque suc­

cessivo ordine di studi e per qualunque occupa­

zione pratica; la considerano, perciò che riguarda

la coltura, come une bonne à tout faire, a cui si

può senza timore affidare il ménage intellettuale

delle giovani generazioni. La storia, il latino, il

greco, la filosofia sono i mezzi coi quali soltanto

lo sviluppo dell’ intelligenza può essere raggiunto,

in modo che essa poi si pieghi facilmente e do­

cilmente a qualunque altra funzione. .

Gli altri dicono invece che le moderne esi­

genze vogliono che la scuola apparecchi il gio­

vane a comprendere la vita quale è ed a mettere

la gioventù in grado di poter meglio approfittare

degli studi superiori che non sieno classici, o di

poter subito applicare le cognizioni conseguite

nella scuola media negli impieghi minori pub­

blici e privati. Perciò domandano che la scuola

media impartisca con maggiore intensità ed am­

piezza l’ insegnamento delle scienze (storia natu­

rale, fisica, chimica, geografia, matematiche) e

delle lingue viventi, strumenti preziosi ed indi­

spensabili nella vita moderna, sia come uso di

esse, sia come mezzo per acquistare nella let­

teratura straniera più ampie cognizioni.

E naturalmente la tenacia nel difendere

l’ uno o l’ altro di questi due concetti arriva fino

all’esagerazione; od affermando la necessità, ad

esempio, del greco come fondamento di qualunque

coltura generale ; o negando assolutamente e per

tutti i casi da efficacia della conoscenza delle

lingue morte nella coltura generale.

Lasciamo stare le esagerazioni e teniamoci

per quanto è possibile nella obbiettività dei fatti.

Ma prima di tutto è necessaria una parola

su due questioni pregiudiziali.

Neghiamo che, in genere, lo studio delle

lingue morte, greco e latino, quale si impartisce

nella maggior parte delle nostre scuole medie,

abbia una vera efficacia sulla intelligenza e sulla

coltura. Dalla esperienza che ci deriva per il con­

tinuo contatto colla gioventù che ha seguito il

liceo, ricaviamo il convincimento che l’ insegna­

mento del latino e del greco sia prevalentemente

impartito nella forma delle due lingue, anziché

nello spirito dei due pensieri e delle due civiltà.

Non è il caso di discutere qui ampiamente la

questioue: ci piace soltanto affermare il nostro

convincimento.

(2)

degli italiani, ohe da 40 anni si è iscritto nei

ginnasi-licei, ha compiuto gli otto anni di studio

con lo stesso programma. E ’ avvenuto, ad esempio,

per la storia, che dopo un anno di insegnamento

sugli antichi popoli orientali, l’anno successivo,

per mutamento di programmi, l’alunno passasse

alla storia del. nostro risorgimento.

Così nessuno può dire se un dato programma

di ginnasio-liceo abbia fatto buona prova, perchè

nessuno lo ha mai seguito completamente.

Impedendo così il consolidamento ed il mi­

glioramento della scuola classica, il Governo la

ha screditata nella opinione di molti, più anche

di quello che per se stessa non meritasse.

L e scuole tecniche e gli istituti tecnici, che

avrebbero potuto prendere a poco a poco uno

sviluppo veramente scientifico, se gli insegnamenti

fossero stati bene e pazientemente coordinati,

non solo sono stati torturati dai soliti contìnui

mutamenti, ma si sono lasciati sorgere come un

centone di insegnamenti riuniti, ma non organici

nel loro insieme, cosi che da molti l’ Istituto

tecnico viene giudicato una scuola dove si acqui­

stano molte congnizioni, ma non si acquista una

istruzione. Si aggiunga il fatto che gli Istituti

tecnici erano un tempo dipendenti dal Ministero

di Agricoltura Industria e Commercio, dove erano

curati come la parte più nobile e più intellet­

tuale del dicastero, e passarono poi al Ministero

della Pubblica Istruzione, dove, e perchè non clas­

sici (molti funzionari del Ministero della P ub­

blica Istruzione si piccano di classicismo) e perchè

provenienti da un altro dicastero, furono i paria

della istruzione.

Accanto a questi inconvenienti, diremo quasi

costituzionali, sorge ora il disordine per nuove

cause ; il Ministero di Agricoltura Industria e

Commercio, che, non ostante il tentativo dell’on.

Baccelli, non ha potuto riavere gli Istituti tecnici,

vuole avere delle scuole ; e dimenticando che

gli Istituti tecnici hanno una sezione commer­

ciale, fonda scuole commerciali medie, e scuole

professionali, senza avere il personale competente

per regolarle, e senza avere la tradizione dei

congegni scolastici.

Infine teniamo conto della notoria confusione

che esiste alla Minerva da tanti anni, di una

specie di antagonismo meschino che esiste tra i

funzionari del Ministero, che hanno un solo mese

di permesso l’anno, e gli insegnanti medi che go­

dono tro mesi di vacanze, e si comprenderà come

sia difficile giudicare del valore intrinseco delle

varie istituzioni scolastiche, governate con tanto

divorzio tra il buon senso e la pratica.

Ma al di là e al di sopra di queste minori

questioni, è sempre soverchiente quella capitale:

la scelta cioè tra la scuola classica e la scuola

moderna.

,A noi sembra che tra le tante cose che fu­

rono dette, un giusto concetto abbia espresso,

come del resto gli avviene frequentemente, l’on.

Yillari, il quale affermò che non si può parlare

di abolire la scuola classica, che anzi bisognerebbe

renderla più classica che mai; soltanto essa d o­

vrebbe servire soltanto a coloro che si dedicano

agli studi classici.

E d è partendo da questo giusto concetto che

vogliamo esprimere la nostra opinione e fare una

proposta. Si perfezioni la scuola classica e sia essa

riservata a coloro che vogliono poi seguire gli

studi classici nelle Università e negli Istituti di

studi superiori. Ma per ottenere questo, bisogna

che le amministrazioni dello Stato imitino i pri­

vati, i quali, quando devono assumere un impie­

gato, diffidano delle sue attitudini pratiche se è

munito della licenza liceale.

Se si vuole nell’attuale contrasto impedire

che le necessità soverchiali ti distruggano la scuola

classica, è necessario che la licenza liceale con­

duca solamente agli studi classici superiori, e

che lo Stato non bandisca un concorso per im­

piegati postali che venderanno francobolli o di­

stribuiranno le lettere ferme in posta, esigendo

dai concorrenti la licenza liceale. Bisogna che la

licenza liceale non sia di introduzione nelle U ni­

versità alle facoltà di medicina, di matematiche,

di scienze naturali, e diremmo quasi nemmeno di

legge, ma esclusivamente dia accesso alla facoltà

di lettere ; allora sarà risoluto il grave problema.

Gli adoratori dei classicismo potranno foggiare la

scuola classica quale meglio la desiderano per le

esigenze dei loro studi, e gli altri potranno co­

stituire la scuola moderna o meglio le scuole

moderne, che apprendano al giovane cognizioni

generali sufficienti a proseguire gli studi non

classici ed a coprire gli impieghi minori pub­

blici e privati. Nè si esclude che per i futuri dot­

tori in legge e per i medici si aggiunga un corso

di latino piano, pratico, che, senza troppe discus­

sioni grammaticali e filologiche, sia sufficiente a

tradurre Cesare o Tito Livio.

Crediamo che soltanto per questa via si pos­

sono sodisfare le esigenze degli uni e degli altri;

conservare la scuola classica e migliorarla, ed isti­

tuire la scuola moderna; è il fine della licenza

liceale che bisogna modificare.

Senza di ciò si continua a discutere un tema

di impossibile soluzione.

l o i e delle lasse

sii

! ilo e ressi

Si assicura che il Ministro delle finanze, ono­

revole .Lacava, stia concretando un progetto di

legge per modificare le tasse sul bollo e registro

e per introdurvi, se è possibile, qualche criterio

di giustizia.

Si sa già che il Comitato, nominato dalla Com­

missione reale, che studia il riordinamento di

tutte le tasse sugli affari, ha approvato le linee ,

generali del progetto, che l’on. Lacava vorrebbe

presentare alla prossima apertura della Camera.

Per quanto riguarda i rapporti delle Società

anonime col Fisco, si afferma che il disegno di

legge apporterebbe sensibili riduzioni di aliquota,

tenderebbe a favorire la costituzione di nuove

Società, la trasformazione e la fusione loro ed

eliminerebbe gli inconvenienti di tassare i confe­

rimenti degli apporti.

(3)

vendita di merce, prodotti agrari e rispetto allo

stesso conteggio commerciale.

Altre notevoli proposte riguaderebbero la

concessione del contratto per impianto ed esercizio

di servizi pubblici.

Nei rapporti del bollo importanti disposizioni

sarebbero state ideate per gli atti di protesto

cambiario, oggi troppo tassato quando trattasi di

crediti di poca entità. Per tutti i casi nei quali

la marca di bollo può essere apposta dal debi­

tore, si è cercato, per prevenire molte contrav­

venzioni, di semplificare le norme di applicazione

e di uso delle marche. Si provvederebbe pure

ad una migliore ma molto moderata graduazione

delle tasse fisse di bollo sulle quietanze e rice­

vute ordinarie.

Anche in materia di pene pecuniarie s> sa­

rebbero escogitate importanti innovazioni pér me-'

gl io proporzionarle alle trasgressioni, al loro ca­

rattere e alla loro durata.

Oltre a ciò si propone una attenuazione del­

l’ attuale sistema delle sanzioni penali da anni

vivamente reclamate dai contribuenti.

Sarebbero state pure discusse alcune dispo­

sizioni intese a mitigare l’onere della tassa di

bollo per gli atti occorrenti alla tutela dei minori

e degli interdetti.

Tutto ciò che tende a semplicizzare il sistema

tributario ed a ridurre le aliquote, crediamo,

sia sempre da lodarsi ed incoraggiarsi, non solo

per un desiderio di giustizia, ma anche per van­

taggio dello stesso erario, inquantochè la modera­

zione delle fiscalità è determinante quasi sempre

di maggior reddito per il bilancio.

Ma, ciò detto come informazione, non pos­

siamo a meno di aggiungere in proposito qualche

considerazione.

Sarebbe desiderabile che l’ Amministrazione

delle finanze considerasse finalmente quello che

già molti studiosi hanno asserito e dimostrato,

che le tasse di bollo e registro non sono altro,

in quasi tutti i casi, se non imposte sul reddito,

riscosse sotto forma di tasse; la loro natura e la

qualità della materia imponibile non possono se

non farle ritenere come imposte sul reddito e

quindi la loro riforma non dovrebbe andar dis­

giunta da un esame attento della imposta prin

cipale sui redditi di ricchezza mobile.

Nella Amministrazione delle finanze sono ar­

rivati a cospicui posti alcuni funzionari che hanno

studi nuovi ed idee meno empiriche di quelle che

hanno dominato fino a poco tempo fa. I rapporti

tra Fisco e contribuenti sono considerati da un

punto di vista meno antagonista di quello che

non fosse prima; l’interesse dell’erario, che è quello

di ottenere il massimo reddito sui diversi cespiti,

è ritenuto meno di prima inconciliabile coi con­

tribuenti; la massima seguita quasi sempre nel

nuovo Regno, di spremere nuove entrate per il

bilancio, aumentando le aliquote, non è più in

onore come lo era dianzi; siva convincendosi che un

po’ di scienza non fa male nemmeno al Fisco; in­

somma vi è speranza che si cominci un èra di rin­

novazione di questo decrepito edifizio tributario.

Nè sarà da dolersi se le riforme si proporranno

gradualmente e senza arditezza ; in mancanza di

meglio può essere accettabile anche la soverchia

cautela, purché, si intende, siano in ogni caso ben

chiari i principi e le tendenze sulle quali le ri­

forme si debbono basare.

Crediamo, si diceva più sopra, che non sia

razionale modificare le tasse di bollo e di registro,

senza tener conto della imposta sui redditi di

ricchezza mobile, di cui quelle tasse vanno con­

siderate come una parte.

Soprattutto le disposizioni che riguardano la

imposta di ricchezza mobile sui redditi delle So­

cietà anonime, debbono essere esaminate con spi­

rito largo e con intendimenti logici. La legge,

quale è, ha permesso al Fisco di stabilire una

giurisprudenza così rigorosa, che ha finito per di­

ventare illogica; le condizioni del bilancio hanno

consigliato i contribuenti a tollerare il rincrudi­

mento continuo della giurisprudenza fiscale,, e

siamo arrivati al punto di una lotta sempre più

vivace tra il Fisco e le ‘Amministrazioni;’queste

per redigere i loro bilanci in mòdo incomprendi­

bile, quello per aggravare la mano quanto più si

tentava di sfuggire ai suoi artigli. In qualunque

Consiglio di amministrazione di una Società com­

merciale si intervenga e nel quale si tratti di

bilanci, sorge sempre come spettro inesorabile il

Fisco, ed è un continuo tentativo di cambiare

nome ai fatti più semplici, di agglomerare partite,

di confondere cifre, affinchè il Fisco non trovi la

materia tassabile, anche dove non dovrebbe esservi.

E ’ inutile che citiamo esempi e fatti : essi

sono noti a chiunque abbia avuto occasione di

leggere le numerosissime pubblicazioni che sono

state fatte in proposito.

E non è il caso di chiarire più o meno par­

zialmente le disposizioni di legge e le istruzioni,

le interpretazioni; ci sembra venuto il momento

di discutere un principio fondamentale sul quale

deve essere basata l’azione del Fisco su tale materia.

IL reddito di una Società commerciale non

può essere che quello che viene distribuito a i soci

come utile, sia nel dividendo annuo, sia nel mag­

gior valore delle quote conferite e delle azioni al

momento della liquidazione.

(4)

Il Congresso della Cooperai« internazionale

A C R E M O N A

A Cremona si è inaugurato il V I I Congresso

dell’Alleanza Cooperativa internazionale.

E ’ appena necessario accennare alla grande

importanza che questo Congresso assume, quando

si consideri l’enorme sviluppo ormai acquistato

dal movimento cooperativo, e l’aspetto grandioso

che esso prende quando si eserciti nel campo in­

ternazionale.

Il sig. H. W olff, presidente dell’Alleanza

cooperativa internazionale, assume la presidenza

del Congresso, che doveva discutere e trattare

argomenti importanti sui quali l’ accordo delle

varie parti non' si presentava facile.

Crediamo intanto opportuno pubblicare lo

smagliante discorso dell’ on. Luzzatti, che prese

la parola dopo il saluto del Sindaco di Cremona.

L ’ oratore, dopo un breve esordio, prosegue :

« La grandezza delle nostre istituzioni sta segna­ tamente in questo intento di fratellanza uni versale ohe le stringe, in questa comunione internazionale dei de­ boli e dei forti, dei fortunati e dei meno felici, poiché su tutti quanti aleggia uno spirito di previdenza e di carità, sociale, che non lascia pensare al proprio bene senza curare quello degli altri, e, per cosi dire, tra­

muta l’egoismo in altruismo.

« La cooperazione ha resistito a tutte le critiche e a tutte le opposizioni pratiche; questo strumento di rendenziotie sociale che gli inglesi, i tedeschi, i fran­ cesi, gli austriaci, gli ungheresi,gli italiani e altri po­ poli scoversero e maneggiarono, ha finito per essere riconosciuto il solo o il principale metodo di reden­ zione, persino dai socialisti e dai reazionari, da tutti coloro che prima lo negavano, disdicevano e irride­ vano ».

L’ oratore nota a questo punto che, se ben si guardi nell’ intima struttura delle istituzioni cooperative,, ogni popolo vi ha recato una nota originale.

« L ’ Inghilterra — soggiunge — ha inventato il ma­ gazzino cooperativo, traendo da esso tutti gli altri esperimenti e benefici delia cooperazione. La Germania incominciò d al credito popolare e su ll’associazione dei miseri risparmi dei nullatenenti eresse quel mirabile e perfetto edifìcio della m utualità, che splende come un faro a tutte le genti umane affaticate nell’aspro cam­ mino della v ita . E la Francia, che con generose inquie­ tudini aspira sempre a cogliere l’ideale, sin dagli esordì si affermò sulle Cooperative di produzione miranti a subordinare spontaneamente il capitale al lavoro, la maggiore e suprema delle nostre speranze sociali. Noi italiani, appena liberati dal giogo straniero, poiché la indipendenza nazionale e la libertà politica sono con­ dizioni indispensàbili per l’innalzamento delle sorti dei lavoratori, seguendo i consigli del nostro grande Maz­ zini, studiam m o, fin dal 1862, con assiduo am orei primi e ancora oscuri esemplari dell’ Inghilterra, della Ger­ mania e della Francia.

« Bicordo quel giorno indimenticabile quando nel 1867, a l l ’ Esposizione di Parigi, ottenni un premio per le esperienze di cooperazione e di m utualità che ini­ ziavo nell’A lt a Italia; il primo premio essendosi con­ ferito ai Probi Pionieri di Rochdale e il secondo al grande Schulze Delitzsch.

« Noi vi consideriamo come maestri, o illustri coo­ peratori stranieri, ma forse nelle nostre Banche popo­ lari, nelle Società di braccianti, che ora si accingono persino all’ardimento di costruire delle ferrovie, utiliz­ zando leggi benefiche a favore della cooperazione, in alcuni esempi di Cooperative di consumo e di produ­ zione, che vedrete a Milano, di fittanze collettive, di fini elaborazioni di credito agrario, delle Federazioni dei Sindacati agrari istituite a Piacenza e a Parma, e d i libere iniziative di case popolari, io confido che voi vorrete riconoscere che i discepoli non sieno indegni

dei loro maestri, e che l’Italia ha recato, anche essa, la sua nota a questo concerto meraviglioso di cooperazione umana con uno spirito latente di unità organica, la quale in piu luoghi ne avvince tutte le forme.

« Le grandi questioni che separano i cultori della previdenza sociale negli altri paesi rispetto alla coo­ perazione libera o integrata dall’aiuto dello Stato, ar dono meno vive nel nostro. Noi consideriamo i sodalizi della mutualità, armati della loro previdenza, come l’esercito della pace sociale, movente al riscatto di co­ loro che soffrono e lavorano; ma non disconosciamo la funzione integrante dello Stato, il quale illumina, r i ­ muove gli ostacoli, aiuta, e in certi casi supremi, quando è insufficiente la libera iniziativa, come un esercito di

riserva, passa in prima linea e concorre a conseguire la vittoria.

« Questi nostri Congressi riescono a mettere in luce e in valore i tesori delle esperienze di ogni nazione, a studiare, come fanno i naturalisti, le vario specie del le forme di mutualità, a perfezionarle a vicenda con sa pienti innesti, sotto la universale idea ispiratrice della

previdenza fortificata dalla associazione. Conoscendoci e amandoci più intimamente, non è presentuosa la spe­ ranza che i cooperatori di tutto il mondo, oltre lo scambio delle idee, iniziiuo, secondo le loro vocazioni nazionali, lo scambio dei prodotti; il che è l ’eccelso pensiero del nostro Re nella fondazione dell’ Istituto internazionale di agricoltura. E, traverso le solide or­ ganizzazioni, giungeremo anche ai libretti universali di risparmio, al check universale, a concessioni di fidi vicendevoli.... Quanti legami nuovi nella scienza, nei traffici, nel credito fra i nostri sodalizi ! Cosi ogni coo­ peratore si sentirà concittadino, oltre che della propria patria, di una umanità più progredita, più evoluta, affrancata da tutte le usure politiche, morali ed eco­ nomiche che oggidì la travagliano: una umanità in cui il lavoro non sia più il servo del capitale, ma lo riscontri, non con la prepotenza, m a per effetto della sua virtù intrinseca; una umanità, per cosi dire, più

selezionala, nella quale le energie degli sforzi corrispon­ dano, senza attriti di disperdimento, alla efficacia delle ricompense, e tolte le invidie delle acri concorrenze per l ’effetto spontaneo dei giusti prezzi e delle giuste ri­ munerazioni (nel che è il bilanciere ideale dei sodalizi cooperativi più perfetti), la pace politica fra le nazioni possa escine dalla pace economica; l’ una e l ’altra ap- parecehiatrici della pace sociale ! »

L ’oratore, accennando a chiudere, così si esprime : « Viviamo in un tempo sitibondo di grandezza, m a anche molto rumoroso e teatrale; noi che rappresen­ tiamo quelle diecine di milioni di previdenti, i quali in tutto il mondo soffrono in silenzio e confidano di risolvere i problemi sociali senza rivedere le bozze della creazione, che nella loro modestia non osano dire

sbagliata dovremmo apprendere l ’energià della propa­ ganda dai partiti socialisti ! Noi cooperatori ci lasciamo parere meno forti di quello che siamo , altri sicura­ mente forti hanno la virtù di parerlo più di quello che sono! Quindi la necessità di affermarci in queste fratellanze dei Congressi, di contarci, di serrare le no­ stre file. Imperocché fra tanto conflitto di dottrine e di sistemi sociali non verrà mai il giorno in cui l ’ uomo possa essere esonerato dalla gloriosa responsabilità delle sue fatiche ricompensate dalla previdenza. »

Parlò pure l’ on. Tittoni.

Ci riserviamo parlare dell’ esito di questo

Congresso, che è finito rimandando ogni soluzione.

Il [ongra delle Banche popolari

D I C R E M O N A

Abbiamo già dato conto delle più importanti

relazioni che furono presentate e discusse nel

Congresso di Cremona.

Ecco ora alcuni dei voti e degli ordini del

giorno approvati :

(5)

Il settimo Congresso delle Banche popolari fa voti: 1. che il Governo solleciti la presentazione di quella legge che il Parlamento ha approvato, amplii le agevolezze e i temperamenti fiscali e dia altri prov­ vedimenti a favore delle case popolari ;

2. che si convochino dal Governo in E om a, sotto la direzione della Cassa depositi e prestiti e della Cassa nazionale per la vecchiaia, i rappresentanti di tutte le forme del risparmio nazionale, dalle Casse di rispar­ mio e Banche popolari alle Società di assicurazione, eoe., per trovare il modo di studiare e risolvere il problema finanziario onde poter attuare il demanio delle case popolari.

E inoltre :

Il Congresso delibera l ’ ordinamento di una ispe­ zione facoltativa sulle Banche popolari, da organizzarsi dal comitato direttivo delle associazioni fra le Banche popolari ; respinge ogni ingerenza diretta o indiretta governativa nelle ispezioni sulle Banche popolari ; di­ chiara che preferirebbe le ispezioni obbligatorie, spon­ taneamente organizzate ed eseguite dalle nostre libere istituzioni.

Per la diffusione del credito agrario:

Il Congresso delle Banche popolari italiane, riuni­ to in Cremona, mentre manda un plauso alla dire­ zione della Cassa di risparmio del Banco di Napoli per l ’opera zelante ,e provvida spiegata nel Mezzogiorno e in Sardegna per la diffusione del credito agrario, men­ tre confida che anche il Banco di Sicilia spiegherà la stessa opera illuminata e feconda in favore dell’agri­ coltura, riconosce che la migliore delle organizzazioni non può esercitare pratici risultati se non trova nella classe stessa il terreno propizio per formarsi e prospe­ rare con la coscienza dell’ importanza del servizio stesso ; e fa voti perchè gli sforzi concreti dello Stato, delle provincie, dei comuni, dei grandi istituti di cre­ dito, delle Casse provinciali, delle Casse di risparmio e delle Camere di commercio facilitino sempre più la co stituzione e la diffusione degli organi intermedi del credito agrario e preferibilmente di Consòrzi agrari e Casse agrarie :

1. mediante premi numerosi e cospicui alle Casse agrarie, avendo particolare osservanza a quelle costi­ tuite tra i lavoratori della terra., e da concedersi non prima di due anni dalla fondazione;

2. mediante partecipazione nelle sottoscrizioni del capitale e coll’ intervento diretto nella formazione dell’ente ;

3. mediante una propaganda competente ed effi­ cace, fatta a mezzo di cattedre ambulanti per il cre­ dito agrario, da istituirsi col concorso delle am m ini­ strazioni locali in ogni mandamento.

4. mediante diffusione di stampe, opuscoli, ma­ nifesti, giornali intesi a dimostrare, in forma popolare, pratica ed attraente, i vantaggi di simili istituzioni; ò. che nelle scuole superiori di agricoltura ven­ gano istituiti corsi speciali di cooperazione agraria.

Per le Casse rurali e agrarie :

lì settimo Congresso delle Banche popolari fa voti : 1. perchè le Banche popolari prendano impegno di promuovere nelle terre dove esercitano la loro in­ fluenza casse rurali e agrarie, ispirate ai principi se­ guenti : «) non chiedere nè ai soci, nè ai clienti alcuna condizione di carattere confessionale e politico i b) fare la distribuzione del credito in base ai criteri delle at­ titudini morali ed economiche ; c) evitare il credito di consumo, mirando a intensificare le colture e miglio­ rare la produzione agraria;

2. perchè il G overno conceda alle casse agrarie e alle casse ru rali m eglio ordinate prem i e incorag- o-iam enti, agevolandole con facilitazion i ed esenzioni nella loro costituzione e nel loro sv o lg im e n to , nel modo stesso che ha fatto con le u ltim e legg i sul credito

agrario per le provincie meridionali ;

3 perchè ie cattedre am b u l -nti di a g ricoltu ra e le cattedre a m b u la n ti per la previdenza si interessino con particolare favore alle Casse stesse, consigliandon e la fondazione e la diffusione, facilitan d o ì rapporti di credito fra le Casse stesse ed i soci, sorvegliando la de­ stinazione dei prestiti, fornendo u tili in dicazioni sul fido e su ll’ordinam ento di ognuna.

Sulle industrie femminili italiane :

Il Congresso approva unanime 1 ordine del giorno che il comm. Magaldi propone e nel quale s invita la

presidenza a nominare una Commissione di 5 membri, alla quale sia affidato :

1. di invitare tutte le Casse di risparmio ordi­ narie e le Banche popolari di qualche importanza a sottoscrivere non meno di due azioni della Società na­ zionale cooperativa « Le industrie femminili italiane » ; 2. di fissare in proposte concrete la natura, il modo e i limiti delle altre operazioni- di credito che le Casse di risparmio e le Banche popolari possono compiere a vantaggio della Società predetta e di pre­ sentare le proposte stesse entro due mesi al presidente del Congresso.

A questi voti, per iniziativa dei congressisti Erric- chetti, Guidetti, Albi e Maffi, se ne aggiunge un altro che suona plauso alle promotrici ed alle patronesse della benemerita istituzione.

Altro ordine del giorno fu pubblicato sulle

Cooperative di lavoro in Italia che eseguiscono

opere pubbliche, su cui fu presentata dal Gian-

turco una bellissima relazione.

Il Congresso socialista di Esseri

Nel numero scorso pubblicammo in queste

colonne il principio dell’ importante Congresso di

Esseri. Eccone ora il seguito:

In altra seduta il Congresso socialista discusse, per la prima volta da che si aduna, la questione dell’al- coolismo, che finora era stata sempre esclusa, come di natura puramente idealistica e senza importanza pra­ tica. La discussione si ridusse veramente quasi sol­ tanto a una lunga relazione di W u rm in favore del proprio ordine del giorno, nel quale si dice che i pe­ ricoli dell’aleoolismo sono mesciuti per i lavoratori con 10 svilupparsi del capitalismo.

La causa di ciò va ricercata nella sorgente di tutte le altre miserie delle classi lavoratrici, nell’eccesso di lavoro, nei salari insufficienti, nelle condizioni insalubri delle abitazioni e delle officine. Una volta presa l’ abitu­ dine dell’alcool, questa rimane anche se le condizioni migliorano

Il partito socialista unito in Congresso, ha dichia­ rato che i danni dell’alcoolismo non possono essere di­ minuiti nè da tasse, nè da condanne.

Le leggi contro l ’ubhriachezza sono leggi oppres­ sive per i poveri, mentre i ricchi possono sottrarvisi. Gli alcoolizzati non debbono essere rinviati dinanzi ai tribunali, ma in sanatori, che la soppressione degli spacci di alcoolici non diminuisce l ’alcoolismo, ma fa­ vorisce lo sviluppo di vendite segrete. Le tasse sui liquori poco alcoolici, coinè la birra e il vino, favori­ scono soltanto l ’uso dei liquori e dell’ acquavite,

Per combattere i pericoli dell’alcool il Congresso domanda la riduzione della giornata di lavoro a un massimo di otto ore. la proibizione del lavoro notturno e per quanto è possibile dei riposi sufficienti durante 11 lavoro,, la proibizione dell’uso di pagare parte dei salari in bevande, la proibizione di uffici di colloca­ mento connessi con osterie, l ’aumento dei Salari, la protezione delle donne e dei fanciulli, l ’abolizione di tutte le tasse indirette.

L ’ordine del giorno venne approvato ad unanimità. Indi il Congresso decise quale sede del Congresso del­ l’anno venturo Norimberga.

Il Congresso socialista ha chiuso infine i suoi la­ vori dopo altra breve seduta.

Era presente uno speciale inviato belga, il Milles. venuto a chiedere il concorso dei compagni tedeschi per gli scioperanti di Anversa. Il Milles disse che i

krumiri arrivano da tutte le parti d’Europa, la G er­ mania compresa, e che il trust oceanico vuole schiac­ ciare a qualunque costo i lavoratori.

(6)

11 presidente Singer ha promesso la simpatia e l ’aiuto dei socialisti tedeschi fra i grandi applausi dei delegati presenti.

Indi si è proceduto all’elezione del Comitato diret­ tivo del partito : a presidenti sono stati rieletti Bebel e Singer.

LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI

( e s e r c i z i o 1 9 0 6 )

III.

Tra gli impieghi che la Cassa dèi Depositi

e prestiti è autorizzata a fare dei fondi dispo­

nibili, vi sono quelli di conti correnti al Tesoro

dello Stato per cause diverse. Diamo quindi un

rapido sguardo, seguendo'l’ ordine della Relazione,

a questi rapporti tra la Cassa ed il Tesoro.

Viene prima di tutto il conto corrente frut­

tifero del Tesoro.

L a Relazione avverte che tale conto corrente

non presenta « un impiego nè duraturo e nem­

meno molto proficuo » per la Cassa. [1 carattere

di questo conto dovrebbe essere quello di un

impiego dei fondi che sono momentaneamente di­

sponibili e che altrimenti resterebbero infrutti­

feri. Quando però le condizioni del Tesoro erano

difficili, le richieste di fondi alla Cassa erano

più elevate, oggi solo per cause straordinarie

come Del periodo preparatorio per la conversione

della rendita e per le sopravvenute necessità

della Azienda ferroviaria, il conto corrente s’ag­

gira sulla cifra di qualche , importanza. Su tale

conto corrente il Tesoro paga un interesse eguale

al medio interesse dei Buoni del Tesoro e perciò

n"el 1906 pagò il 2,3333 per cento decorrente

dal 21° giorno dal versamento e cessante il giorno

del ritiro.

A l 1° gennaio 1906 la Cassa aveva un cre­

dito per tal conto verso il Tesoro di 77,1 mi­

lioni ; durante 1’ esercizio passò al Tesoro 52,2

milioni, quindi, aggiunti gli interessi maturati di

L . 1,853,172.85, si ha la somma di 131,3 milio­

ni, la quale residua a milioni 50. essendo stati

i rimborsi di 80,5 milioni.

Circa al conto per le ferrovie, la legge a-

prile 1905 autorizzava il Ministro del Tesoro a

fornire alla Amministrazione delle ferrovie dello

Stato la somma di 95 milioni « per far fronte

alle prime esigenze della nuova azienda » ; perciò

il Tesoro venne autorizzato a contrarre colla Cassa

mutui sino alla concorrenza dei 95 milioni al saggio

netto del 3,75 per cento, per i primi cinque anni

e del 3,50 per cento per gli anni ulteriori, am-

mortizzabili detti mutui in 40 anni.

Successivamente colla legge aprile 1906 venne

autorizzata la Cassa ad ulteriori mutui al Tesoro

per conto dell’ azienda ferroviaria nella seguente

misura : 45 milioni nel 1905-1906 ; — 60 milioni

nel 1906-907 ; — 100 milioni nel 1907-1908.

Infine la legge 23 decembre 1906 autorizzò

una ulteriore assegnazione di 610 milioni sempre

per 1’ Azienda ferroviaria da erogarsi a tutto l’e­

sercizio 1910-11, rappresentati però da certificati

di credito fruttanti il 3,50 per cento.

Su questa somma complessiva di 910 mi­

lioni a disposizione della Amministrazione ferro­

viaria, al I o gennaio 1906 la Cassa aveva ver­

sato 4,4 m ilioni; durante l’ esercizio 1906 versò

altri 79 milioni, in totale 83,4 milioni.

Un altro conto ha là Cassa col Tesoro, ri­

guardante le pensioni civili e militari. In base

alla legge 1903, che fu poi modificata dalla leg­

ge 22 luglio 1904, la Cassa doveva eseguire il

servizio delle pensioni il cui meccanismo doveva

essere radicalmente modificato : non attuatosi il

concetto riformatore, rimase vigente la opera­

zione del Tesoro colla Cassa depositi e prestiti,

la quale al I o gennaio 1906 aveva un credito

per tal titolo di 100,3 milioni, che il Tesoro rim­

borsa con una annuita fissa, comprendente am­

mortamenti ed interessi, di 5 milioni. Alla fine

dell’esercizio 1906 il debito del Tesoro risultava

di L. 99,355,725.30.

E ancora, la Cassa venne autorizzata dalla

legge 28 dicembre 1902 a fornire al Tesoro la

somma necessaria per compiere alcuni lavori pub­

blici, sino alla concorrenza di 25 milioni, al 4 0 [

q

netto, rimborsabili in cinque annualità a comin­

ciare dal 1905-906. Il Tesoro però si vale poco

di tale facoltà così che al I o gennaio 1906 aveva

un debito verso la Cassa di soli 4 milioni che

diventarono 4,5 alla fine dell’esercizio 1906.

Ci resta a dire con qualche maggiore am­

piezza, di quello che non abbiamo fatto preceden­

temente, dell’impiego dei fondi in titoli garan­

titi dallo Stato. Riassumiamo il prospetto datoci

dalla Relazione :

rendita Consolidato 5 O/o. A l 1» gennaio 1906 18,711,240 A l 31 dicembre 1906 22,010,220 Aumento 3,298,980 Consolidato 4 O/q. A l 1“ gennaio 1906 919,308 A l 31 dicembre 1906 927,988 Aumento 8,680 Consolidato 3,5 0 O/o. A l I o gennaio 1906 6,248,347 A l 31 dicembre 1903 6,457,363 Aumento 209,016 Consolidato 3 O/q . A l Io gennaio 1906 409,158 A l 31 dicembre 1906 410,100 Aumento 1,058

Nel complesso adunque tutti i consolidati

danno luogo ad aumento della consistenza e d u ­

rante l’ esercizio l’ aumento arriva ad oltre 72

milioni.

L a Cassa al I o gennaio 1906 possedeva an­

che n. 33,445 obbligazioni ferroviarie 3 OI

q

lordo;

ne acquistò durante l’esercizio n. 4004, per l’ im­

porto capitale di L. 1,473,472, per cui la consi­

stenza alla fine del 1906 salì a 37,361 obbliga­

zioni per l’ importo di 13,7 milioni di lire.

In quanto alle cartelle di Credito Comunale

e provinciale emesse dalla Sezione Autonoma

della stessa Cassa, fruttanti il 4 0 ¡

q

netto, rap­

presentavano al I o gennaio 1906 di proprietà della

Cassa, una consistenza di 149,2 milioni, con una

rendita di 5,9 milioni ; durante l’ esercizio 1906

furono fatti acquisti per un capitale di 26 milioni

aventi una rendita di 1,4 milioni, mentre i

(7)

borsi per sorteggi furono per 7,9 milioni di ca­

pitale; per cui alla fine dell’esercizio la consi­

stenza era di 177,4 milioni con una rendita di

7,0 milioni.

La Cassa poi possedeva alla fine dell’ eser­

cizio 1906 : — n. 261 certificati ferroviari 3,65

per cento rappresentanti un valore capitale di

L. 15,7 milioni ed una rendita di L . 574,875 ;

— n. 715 obbligazioni 5 0[o delle ferrovie ma­

remmane, rendita L . 3,575, capitale L. 71,500;

— n. 2428 obbligazioni dell’Asse Ecclesiastico

5 O

jq

, rendita L . 12,140, capitale L. 242,800 ;

— n. 11,250 cartelle fondiarie della Banca Na­

zionale 3,75 0[o, rendita L. 210,937.50, capitale

L. 5,625,000 ; — n. 9,309 cartelle del Banco di

Napoli, 3,50 0[o, rendita L . 162,907.50 e capi­

tale L. 4,654,500.

Vedremo in prossimi articoli delle diverse

aziende annesse alla Cassa e termineremo col

conto profitti e perdite della Cassa stessa.

R

ivista

B

iblioqrafica

Dott. Carlo Bisocchi. - Acquisto e perdita della

nazionalità nella legislazione comparata e nel

Diritto intemazionale. —. Milano, U. Hoepli,

1907, pag. 416 (L. 9).

Dopo aver dato una idea generale dèlia na­

zionalità e della importanza del tema, che intende

trattare, l’Autore entra subito in materia ed espone

il vasto argomento dividendo il suo lavoro in tre

parti : la prima, tratta della nazionalità acquisita

per nascita; la seconda, della nazionalità acquisita

per fatto posteriore alla nascita ; la terza ha per

titolo: perdita ed acquisto della nazionalità.

L ’ Autore svolge la sua trattazione coll’esame

del diritto della giurisprudenza di tutti gli Stati

del mondo. Però è ben noto che le leggi in g e ­

nere su tale delicato argomento fissano delle norme

molto generali e lasciano poi alla giurisprudenza

di interpretarle ed applicarle con una certa lar­

ghezza. Molte volte ragioni supreme di politica

interna od internazionale non permettono di se­

guire con rigore lo spirito delle leggi. Perciò

l’Autore, con giustissimo criterio, concede larga

parte alla giurisprudenza, che ha saputo e potuto

raccogliere con abbondanza per delineare, non solo

il modo con cui i principi sono applicati, ma an­

che le sfumature di tali applicazioni. Anzi da

questo lato il libro sembra esuberante, perchè è

difetto generale dei giovani studiosi di accumu­

lare le prove delle loro osservazioni.

Nel suo complesso, a parte lo spirito giuri­

dico che è qualità che si acquista fine e completa

solo cogli anni, l’Autore mostra di possedere la

capacità di ordinare le sue idee e di esporle con

sufficiente sobrietà.

Prof. J. L. Nicholson. - The Relations o f Rents,

Wages and Profits in Agricolture, and their

hearing on Rural depopulation. — London, Swan

Sonnenschein et C., 1906, pag. 176.

Il problema dell’ « esodo rurale » è sentito

anche dall’ Inghilterra, dove, nonostante l'aumento

della popolazione, le città industriali assorbono

gran numero di braccia e spopolano le campagne.

L ’Autore consacra a questo tema il suo diligente

studio, mettendolo in relazione col saggio della

rendita, dei salari e dei profitti. Naturalmente in

un paese dove, come in Inghilterra, la proprietà

fondiaria ebbe direttamente od indirettamente nei

secoli passati tante vicende le quali non sono tutte

cessate nelle loro conseguenze, non sarebbe pos­

sibile trattare un simile argomento senza esami­

narlo anche dal lato storico.

E infatti l’ Autore consacra il primo capitolo

alla storia della l'endita fondiaria in Inghilterra,

a cui fa succedere, nel secondo capitolo, lo studio

del capitale e del profitto agricoli.

Per apparecchiare l’ esame delle cause dello

spopolamento1 rurale, che è trattato nel I V capi­

tolo, l’ Autore rivolge nel I I I lo studio sui salari

nella agricoltura, e questo terzo capitolo ci è sem­

brato veramente esauriente, per acutezza di osser­

vazioni e per analisi profonda.

Il lavoro, condotto con molto rigore scienti­

fico, è un utile contributo al vastissimo e com­

plesso tema.

D. Henri G. L anglo is. - Le contrai de travail.

— Paris, Pichon et Durand-Auzias, 1907,

pag. 431, (8 fr.).

In una breve introduzione, nella quale l’A u ­

tore ha voluto forse comprendere troppe cose,

dimostra la importanza del contratto di lavoro e

combatte il concetto che, essendo un contratto

privato, non possa avere influenza sociale di cui

anzi rileva tutta la importanza non solo per le due

parti contraenti, ma per la intera collettività, in

quanto le due parti contraenti rappresentano ap­

punto la grande maggioranza della collettività.

Si propone quindi di esaminare « con ¡spirito

scientifico, » le questioni che sono implicate nel

contratto di lavoro, e per dar base al suo studio,

più che sia possibile concreta, consacra la prima

parte ad esaminare, con larghezza di. vedute, il

terreno su cui si combatte la lotta di classe ed

i termini quindi del regime di salariato ; quindi

esamina la questione dell’ intervento dello Stato,

sia nel contratto di lavoro sia negli scioperi e

sulla costituzione delle Associazioni dei lavora­

tori. Infine l’ Autore fa alcune proposte intorno

al conflitto tra il capitale ed il lavoro.

Il libro è scritto con vasta concezione delle

questioni ed anche con .sufficiente imparzialità

di giudizi, specie nella parte che riguarda gli

scioperi ed il diritto di associazione.

Ciò che ci parve non abbastanza dimostrato è

che, mentre l’Autore riconosce negli operai il di­

ritto di invocare l’ intervento dello Stato per ot­

tenere delle leggi in loro favore, neghi poi che

tale intervento possa tradursi in sussidi di qual­

siasi genere. Ciò implica che l’ aiuto derivantè

dalle leggi debba tutto essere rivolto a carico

del capitale, il che è giusto senza dubbio, ma

implica necessariamente una evoluzione lentissima.

Prof. Dott. Paul M om ber. - Studien zur Bevöl­

kerungsbewegung in Deutschland. — Karlsruhe,

G. Braun, 1907, pag. 280, (M. 8).

(8)

in questi ultimi 80 anni e l’ accenno ad una di­

minuzione delle nascite nell’ ultimo periodo, rende

interessante ogni studio sul movimento di questa

popolazione. Tanto più se, come fa l’ Autore, l’ in­

dagine è spinta a tempi più lontani in modo da

poter stabilire degli utili confronti.

Pur troppo anche per la Germania, come per

molti altri paesi, gli elementi di studio non sono

completi e quindi l’Autore solo per l’ Oldenburgo

è potuto risalire al 1761, per il W iirtemberg

al 1814, per il Baden al 1817, per la Prussia

al 1816, per la Baviera al 1826 e per il Regno

di Sassonia al 1847; ma in ogni modo le accu

rate indagini ed i confronti concludenti, rendono

il lavoro di una ut’ li.tà notevole, per gli studi

demografici.

Il libro è diviso in cinque capitoli, il primo

tratta della mortalità, non solo nelle generali ri­

sultanze, ma con speciali considerazioni sulla mor­

talità dei bambini e dei vecchi e sulla differenza

tra città e campagna. Il secondo tratta dei ma­

trimoni, nei rapporti colla famiglia, sulla loro

durata eco. Il terzo capitolo, a cui l’ Autore ha

dato particolare estensione, tratta delle nascite,

si può dire, sotto tutti gli aspetti statistici.

Seguono due capitoli interessanti, uno sulla

eccedenza delle nascite, l’altro sulla teoria mal-

thusiana.

Segnaliamo questo lavoro sul movimento della

popolazione germanica come degno di essere imi­

tato.

B a rre tt W e n d e ll. - Liberty, Union and

Demo-craty. ■

— New York, Oh. Schreiber’s Sons, 1096

pag. 327.

E ’ noto quale potenza di assorbimento na­

zionale abbiano gli Stati Uniti d’America ; gli

immigrati delle diverse nazioni assumono, dopo

breve dimora nella Confederazione, il sentimento

della nazionalità, e, se non loro, i loro figli di­

ventano americani nel vero senso della parola.

Per loro il significato della parola « native » è

tutto speciale; perchè quello che è nato nel suolo

degli Stati Uniti può essere considerato ameri­

cano qualunque sia la nazionalità del suo autore.

Uno speciale stromento « la scuola », è . il prin­

cipale fattore di questa grande ed intelligente

fàbbrica di americani.

L ’Autore di questo libr.o, che presentiamo ai

nostri lettori e che è pieno di quello spirito Cb.au-

vin che informa tutti i pensieri e gli atti di un

americano per eccellenza, quale è il Presidente

Roosevelt, descrive ed analizza con acute osser­

vazioni il carattere degli americani e in due

magistrali capitoli, dimostra come la libertà e la

Unione sieno i fattori di questo carattere. Con­

clude analizzando la democrazia e dimostrando

come essa debba cercare di curare e sviluppare

queste eminenti qualità.

W . A. S tu r d y . - The Degeneracy o f Aristocracy.

— Boston, I. D. Bonnell et Son, 1907. pag. 361.

Pochi libri offrono come questo occasione a

meditare sugli umani eventi e sui molteplici a-

spetti dai quali possono essere considerati. Il ten­

tativo di ridurre tutta la storia dei popoli ad

una semplice formula, breve e comprensiva, non

è nuovo ; ma appunto perchè i pensatori ci hanno

date innumerevoli formule, ogni tentativo di tal

genere è abortito, e dimostra solo che le varie

faccie, che presentano i complessi fatti sociali,

non possono essere tutte abbracciate da uno

sguardo e descritte od analizzate da una mente.

Certo questo libro è straordinariamente sugge­

stivo, tanta è la rigorosa logica tra le cui morse

l’ Autore serra il suo ragionamento. Ma il lettore

non può a meno di ribellarsi quando vede che il

proprio pensiero è costretto dal pensiero altrui a

casellare le idee in un piano prestabliito, e la

ribellione lo fa riflettere e sceverare il sofisma

dalla verità, anche quando le due forme sono pre­

sentate in veste così eguale che t1 confondono.

Colla degenerazione della aristocrazia, che

tenta sempre di rinascere, l’ Autore spiega tutta la

storia umana. Da una parte vi è la Natura (de­

mocrazia), dall’altra l’ Arte (aristocrazia) ; ma la

Natura tende a diventar Arte, e quindi a far

rinascere la Aristocrazia.

Questo il concetto fondamentale dell’Autore,

intorno al quale con larghezza di idee, con molta

erudizione, lega passo a passo i fatti storici della

umanità.

Si .riscontrano tra i trentasette capitoli alcuni

pieni di acute ed anche originali osservazioni,

come quelli sulle scuole e sulla loro influenza, co­

me quello sulla « rivalità tra la coltura ed il

dollaro », ecc.

Raccomandiamo ai lettori questo libro 'o

molta parte veramente interessante.

Louis B. Boudin. - The theorie.al System o f Karl

Marx. — Chicago, Ch. H. Kerr et Comp. 1907,

pag. 286.

L ’Autore confessa che il suo paese non è

apparecchiato da una ricca letteratura socialista

a ben comprendere le teorie di Marx ; tuttavia

raccoglie in un volume gli articoli scritti per la

« International Socialist R eview » nella speranza

di aver saputo esporre le principali e fondamen­

tali idee del Marx. E non si può negare che i

diversi articoli contenuti nel volume abbiano v e ­

ramente un valore di qualche importanza, specie

per la chiarezza con cui l’Autore ha superato

alcuni punti più difficili di quelle teorie. Forse

ha esagerato alquanto nella concezione del va­

lore di alcune delle più spiccate affermazioni,

tanto è vero che poco assai trova 1’ Autore da

criticare e pone l’ opera di Marx come la pietra

su cui posò il capo Giacobbe, per dare una im­

magine che è la pietra su cui si poserà la st

cietà futura. Sopratutto l’Autore insiste ripetu­

tamente che la dottrina di Marx deve essere

accettata come un tatto inscindibile e non cri­

ticata nelle sue parti.

Comunque l’Autore espone i più formida­

bili problemi della teoria marxista, sòpratutto per

quanto riguarda la concezione materialista della

storia nella lotta di classe e nella critica che ad

essa venne mossa e nella teoria del valore e del

super-valore.

Gli altri articoli, che trattano del capitali­

smo, del proletariato, e della rivoluzione sociale,

ci parvero meno pensati.

(9)

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

L ’ Ufficio del lavoro ha pubblicato il rias­

sunto. per regioni, dei dati riguardanti le

or­

ganizzazioni di lavoratori della terra in

Italia e l’elenco delle singole leghe col numero

dei soci per ciascuna, distinguendo le leghe adì ^

rent.i a Camere del lavoro, da quelle che non vi

aderiscono, e specificando per ciascuna il contin­

gente degli iscritti alle Camere del lavoro.

I dati raccolti si riferiscono al primo bime­

stre del 1907 e sono stati forniti dall’ Ufficio del

lavoro, dai prefetti, dai sindaci e dalle Camere

del lavoro.

Da uno sguardo d ’ insieme si constata un

notevole aumento nel numero delle leghe e degli

organizzati dal primo bimestre 19Ó6 al primo

bimestre 1907.

Infatti, in un anno, lé leghe di contadini da

982 sono salite a 1292, ed i lavoratori ad esse

inscritti da 221,913 a 273,698.

Non grande è stato il progresso in quelle

regioni in cui le organizzazioni dei contadini erano

già bene sviluppate. In Sicilia e Lombardia si è

avuta stazionarietà (rispettivamente 43 mila e

24 mila organizzati); nel Veneto, nel Lazio e nel­

l’Umbria un regresso, (da 8002 a 6205, da 8687

a 7260 e da 7998 a 5883 rispettivamente); nel­

l’ Emilia un aumento (da 91 a 113 mila); nelle

Puglie vi fu un incremento del 50 per cento (da

23 m;,a a 36 mila).

L ’organizzazione ha accennato, a sorgere dove

non esisteva, ed a svilupparsi ove aveva deboli

radici:

ìb

Sardegna, ove si è avuto il primo

germe di leghe di contadini, nelle Marche, ove i

contadini organizzati da 500 sono divenuti quasi

5000, in Toscana da. 1800 a 3448 e specialmente

in Piemonte da 6 mila a 17 mila.

I due terzi dei leghisti (180,000 su 270,000)

sono fuori delle Camere di lavoro.

Pochissimo contingente alle Camere danno

i lavoratori della terra del Piemonte, e meno

ancora

quelli

della Lombardia, Tra i paesi

del Mezzogiorno, quelli in cui la solidarietà li

cale è maggiormente sentita sono le Puglie, ove

i contadini dipendenti dalle Camere del lavoro

sono 8000 circa, e raggiungono il 22 per cento

degli organizzati.

’ ‘L i E ’ stata autorizzata in Persia l ’ istitu­

zione di una

Banca Nazionale persiana, la

quale non solamente sarà investita del potere di

emissione e sarà incaricata di amministrare le fi­

nanze dello Stato, ma avrà a lch e un diritto di

preferenza per ogni impresa mineraria, ferrovia-

ria e di viabilità. E’ un organismo che sembra

destinato a eliminare, eventualmente, l’ intervento

straniero di imprese industriali in Persia.

Il capitale è di 15,OCO,OCD di toman, ossia

circa 125,000,000 di lire. Gli stranièri sono esclusi

da ogni partecipazione alla fondazione dell’ Istituto.

La nuova Banca riscuoterà tutte le entrate

governative non costituenti cauzione ed effettuerà

i pagamenti per conto del Tesoro. Potrà fare ope­

razioni ipotecarie e contrarre prestiti locali ed

esteri in conformità alla legge sacra. Avrà, a con­

dizioni uguali, un diritto di preferenza su ogni

altra istituzione per le concessioni minerarie, la

pesca di perle nel Golfo Persico e per costruzione

di vie e ferrovie. Avrà diritto di emettere bi­

glietti di Banca quando la Banca Imperiale di

Persia cesserà le sue operazioni, sia al termine

della sua concessione, sia per ogni altra causa.

Fra il Governo e la Banca sarà stipulata

una convenzione in virtù della quale quest’ ul­

tima presterà allo Stato 2,000,000 di toman

(lire 16',666,500) al 9 per cento, versando la metà

di questa somma il 21 marzo 1907 e l’altra metà

in seguiti.

Quanto al diritto di emissione, questo ora

appartiene esclusivamente alla Banca Imperiale

per la durata di 50 anoi.

— Il congresso internazionale dei mi­

natori a Salisburgo è durato cinque giorni.

La questione dello sciopero generale da pro­

clamarsi in un dato momento è stata rinviata al

comitato internazionale, come paté la questione

della opposizione della federazione internazionale

in caso di una guerra.

A tal proposito i delegati francesi, belgi, e

inglesi proponevano che il comitato internazio­

nale in caso di pericolo di guerra dovesse insi­

stere presso i governi delle nazioni in discordia

affinchè risolvessero le loro divergenze in via

amichevole. I delegati austriaci e tedeschi dichia­

rarono di non avere il mandato di approvare una

siffatta proposta perchè si trattava di una que­

stione politica e non di mestiere soltanto : ma

che pur essi simpatizzavano con le aspirazioni

degli operai delle oltre nazioni.

— Vi fu il

Congresso per la pace a Pe­

rugia.

.

.

c

Ivi il prof. Uzielli ha riferito sulla confe­

renza dell’ A.ja, parlando delle attuali condizioni

delle nazioni civili e osservando come queste con­

dizioni siano frutti di fenomeni passati. Ha sog­

giunto un commento alle deliberazioni prese al-

l’ Aja fino al 18 corrente. I congressisti hanno

votato un plauso a questa dotta relazione.

Papovìc e Di Cassano hanno proposto poi un

plauso ai rappresentati diplomatici dell’ Italia e

dell’ Argentina per la convenzione d’ arbitrato sti­

pulata nell’A ja fra di loro. Si è espresso l’ au­

gurio che tale esempio venga seguito da al tu

Stati. Si è approvata la proposta di Valdarmini

di plaudire allTnghilteira per avere proposto al-

l’A ja la graduale riduzione degli armamenti degli

Stati.

Il prof. Brugnoli ha svolto in seguito il tema:

« Herveismo e militarismo. » La relazione ha pro­

vocato un’ ampia discussione, votandosi infine un

ordine del giorno, nel quale, riconoscendosi peri­

coloso abbattere le istituzioni militari, si respin­

gono le dottrine herveistlche, invocando la gra­

duale trasformazione degli ordinamenti militavi.

Il prof. Biondi si è infine occupato lunga­

mente dell’ influenza delle classi operaie sul movi­

mento pacifista.

Riferimenti

Documenti correlati

9) Tra il Ministero di Agricoltura e quello delle Finanze, della Guerra, dei Lavori Pubblici e dell’ In­ terno interverranno i necessari accordi per ottenere

Per favorirne la diffusione, il signor Orazio Pìun kett fondò l 'Irish ayriculturcit organisation Society, cioè la Società irlandese di organizz zione agricola,

E gli comincia a parlare del materialismo e della sua rapida diffusione in Germania, della quale la causa principale è da vedersi nel fatto che il materialismo è

Dopo un accenno generale alle condizioni dell’ Italia intera, alla facilità colla quale la con­ versione della rendita venne effettuata, e alla solida condizione

Quindi di raggiro noti può parlarsi, corno non può parlarsi di errore, perchè la possibilità della scelta esisteva. Ma non può parlarsene per una ragione an­ che

8, ove si dispone che la differenza tra l ’ in­ teresse di favore e quello normale dovrà essere ogni anno corrisposta dal Ministero di agricoltura, industria e

osservazione da fare. Anzitutto, evidentemente per ragioni d’economia, il materiale che s’ impiega per la costruzione delle casse è quasi sempre or­ dinario e di

Mezzi : il capitale proprio, i risconti e i depositi dei terzi. Il capitale proprio limitato per ora, come si è detto, a due milioni da elevarsi fino a dieci