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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.34 (1907) n.1756, 29 dicembre

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GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FIN A N ZA, COMMERCIO, BANCHI, FER RO VIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXIV - Voi. XXXVIII

Firenze, 29 Dicembre 1901

N. 1756

S O M M A R I O : G li a g r ic o lt o r i it a lia n i e la p e r e q u a z io n e fo n d ia r ia — A . de Fa v i l l e, H o m o m e d iu s - Auto no Ra f f a i.o v ic h, N o t e s u lla c r is i a m e r ic a n a - R i v i s t a b i b lio g r a fi c a : Giovanni Cesca, L a filo s o fia d e l l ’a z io n e - S Signorelli, I l c r e d it o a g r a r io in S ic ilia e il d o v e r e d e lle cla ssi d ir ig e n t i - N. Massimo Forni, L a c o o p e r a z in n e e i C o n g r e s s i d i C r e m o n a - Franz Helbing, G e s c h ic t e d e r W e i b l i c h e n U n t r e u - Prof. Jules Prudhommeaux, I c a r ie e t s o n fo n d a t e u r E t ie n n e C a b e t - Doti. Albert Leva u n d H v o n Frankenbery, D ie b e r u fl.c b e u n d t a c h lic h e A u s b i l d u n g in d e r A r m e n p f le g e - R i v i s t a e c o n o m ic a e f i n a n z ia r ia : I provvedimenti per yh istituti di emissione - La costruzione di navi in Italia - La produzione serica mondiale nel 1906 - R a s s e g n a d e l c o m ­ m e r c io i n t e r n a z i o n a le : Il c o m m e r c i o fr a l’ I t a lia e la F r a n c ia - L a le g is la z io n e s u lle c a s e o p e r a ie in A u s t r i a - C a m e r e d i c o m m e r c i o — M e r c a t o m o n e t a r io e R iv i s t a d e lle B o rse — S o c ie t à c o m m e r c ia li e in d ù s t r ia li - N o t iz ie c o m m e r c ia li — I n d i c e a l f a b e t ic o - a n a l i t i c o d e lle m a t e r ie c o n t e n u t e n e l t r e n t o t t e s im o v o lu m e .

Gli agniolton Italiani e la m i r i m i Mlaiia

La Rassegna Nazionale, nel suo fascicolo dei 1° corrente, è stata prima a pubblicare, per cor­ tese comunicazione avutane, il testo, della peti­ zione presentata al Governo dai Comizi Agrari Italiani fra loro consociati, la quale volge sulla perequazione dell’ imposta fondiaria. E un docu­ mento importante per la materia che tratta e notevole per cognizione piena della materia stessa, per temperanza di forma, per praticità di ve­ dute.

Incomincia col tessere una storia, rapida ma esatta, delle vicende avute in Italia dall’ imposta fondiaria e dei tentativi fatti per riformarla (au­ menti decimi di guerra, disegnagiianze tra le re­ gioni italiane, conguagli, sovrimposte provinciali e comunali, progetti di legge succedutisi e rima­ sti senza discussione). Arriva cosi alla legge, an­ cora vigente e che porta la data del 1° marzo 1886, e la analizza nei suoi scopi come nei suoi risultati.

E ’ uoto che gli scopi eran due : diminuire le gravezze fiscali là dove erano soverchie, e sta­ bilire una dovuta eguaglianza di sistemi e di trattamento per tutti i contribuenti fondiari del Regno. Ma i risultati finora sono stati scarsi e poco felici. Per sostituire ai 22 catasti fra loro diversi un catasto nuovo e uniforme, era stato previsto necessario un periodo di 20 anni con una spesa approssimativa di 100 milioni. Invece i 20 anni sono già oltrepassati, le spese sostenute già arrivano a 112 milioni, il nuovo ca ta sto^ stato formato per ora in non piu che 18 provincie su 69 e attivato in 8 soltanto. Ne consegue che, mentre le diseguaglianze si son fatte più stri­ denti ed acute, l’ intero lavoro, andando di questo passo, richiederà altri 35 anni e altri 300 mi­ lioni.

Secondo lo scritto che andiamo analizzando, fu un errore l’ autorizzare, coll’art. 47 della legge, l’ acceleramento dei lavori nelle provincie le quali anticipassero la metà della spesa, costituendo un privilegio di precedenza a favore delle provincie più ricche, in grado di fare un débito à tale scopo, e a pregiudizio dei lavori nelle provincie restanti. Ma errore più grave fu T adottare, per la formazione del nuovo catasto, un sistema di triangolazioni, di rilevamento e di tarlile termi- nizzato fino alla particella di coltura, cioè uu pro­ gramma d’ operazioni per necessità dispendiosis­ simo e lunghissimo. E ’ perciò da deplorarsi che non abbia avuto seguito un progetto di legge, presentato nel novembre 1899 dai ministri Car­ mine e Bonasi, che intendeva a mutar la via finora percorsa nella esecuzione della légg® e & semplificare fin dove è possibile l’applicazione dei metodi.

Frattanto la sperequazione non ha fatto al­ tro che aumentare. E ’ facile persuadersene, quando si consideri che nelle provincie a catastò accele­ rato l’ imposta ripartita in base alle nuove tariffe ha diminuito del 38 per cento in media il carico dei contribuenti. E ad aumentarla concorse an­ che un fatto più recente: la legge 15 luglio 1906 a favore delle provincie meridionali, della Sicilia e della Sardegna, la quale stabilisce che iq 23 provincie, non potendosi in esse affrettare i la­ vori catastali ed essendo urgente migliorare le loro condizioni economiche, l’ imposta fondiaria sia ridotta del 30 per cento, anticipandosi a loro favore quell’ alleviamento che dal nuovo catasto avrebbero potuto conseguire.

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ne risente l’economia pubblica, presa nel suo com ­ plesso. « Se dopo 20 anni — si legge nella peti­ zione dei Comizi Agrari — fu possibile di esten­ dere i benefizi del nuovo catasto ad alcune pro­ vinole e rendere giustizia ai contribuenti di esse, sarebbe enorme farla attendere altri 30 o 35 anni ai contribuenti delle altre provincie, con danno grave e manifesto non solo dei singoli proprietari agricoli, sopra cui le imposte seguitano a cadere sperequate ed insistenti come una cieca e ricor­ rente gragnuola, ma a danno della produzione nazionale. Poiché quel tanfo che ciascun proprie­ tario agricolo paga al disopra della quota giusta­ mente dovuta, è in sottrazione e diminuzione del suo capitale di esercizio, che deve servire alio sviluppo dei lavori e delle concimazioni e al raf­ finamento dei prodotti ».

E i rimedi? — Gli estensori della petizione, ravvisando nei metodi fin qui seguiti la colpa dello stato di cose di cui si lagnano, logicamente chiedono che vengano modificati. A ll’ uopo sugge­ riscono di adottare quelli che in altri Stati hanno fatto miglior prova, e in proposito ricordano che l’Austria compì il suo catasto in 13 anni, l’ Un­ gheria in 9, la Russia in 5. Espongono quindi il sistema tenuto in Prussia, dove pure alcune regioni soltanto erano provvedute di buoni e uni­ formi catasti, mentre altre li avevano molto di­ sformi e in completo disordine. Qui non possiamo riferire troppi minuti particolari. Diremo solo che in Prussia si operò nelle varie provincie contem­ poraneamente ; che si usufruì tutto ciò che di re­ golare già esisteva ; che si fece alcuna operazione trigonometrica generale ; che si lasciò molta libertà agli operatori tecnici e alle commissioni estima­ ta ci locali ; che si presero come distretti censuari di classificazione e tariffe i Circondari, i quali erano 342, epperò si ebbe che fare soltanto Con qualche centinaio di tariffe di stime, mentre da noi le tariffe come le classificazioni, essendo per Comuni, dovrebbero essere molte migliaia; che si fece un estimo per masse di coltura, da tra­ sformarsi poi in ' particellare. Volendo pertanto imitare i metodi germanici, che hanno dato luogo alla spesa, per ettaro, di L. 1.36, mentre da noi è di L. 8 a 10, bisognerebbe dividere le operazioni in due stadi, il primo più sommario, il secondo più particolareggiato. Nel primo stadio l’ estimo darebbe luogo a tariffe provvisorie da ritoccarsi in seguito, ma frattanto la formazione del catasto così graduata permetterebbe che i lavori si in­ traprendano in tutti i compartimenti nello stesso tempo, senza precedenze e in egual misura.

In realtà ciò era voluto anche dalla legge del 1886. Non essa, ma il regolamento per la sua applicazione sarebbe da riformare.

Del resto, del sistema così invocato è già stato ammesso un esperimento. La legge speciale per la Basilicata impone che la formazione del catasto in quella regione venga accelerata in modo eh’ esso possa attuarsi il 1° gennaio 1909, e stabilisce che la Direzione del catasto faccia eseguire dai propri periti con procedimenti spe­

ditivi tariH'e d’ estimc prow isorie} da applicarsi

ai risultati del classamento per determinare una nuova rendita imponibile complessiva.

Insomma il procedimento che pretende di ve­ nire addirittura a fatti definitivi, ma che per es­

sere troppo minuzioso e frazionato non conduce mai un po’ vicino al porto, costa tesori e lascia sussistere per decenni e decenni grande spere­ quazione nell’ imposta fondiaria, non può e non dovrebbe durare più a lungo. La Consociazione dei Comizi Agrari Italiani ha ben ragione di chie­ dere che se ne adotti un altro, per motivi pra­ tici, di giustizia distributiva e di economia na­ zionale, e ha il merito d’ indicarlo con indiscutibile competenza e con efficace motivazione.

f i c p o J W E D I U S 1»

Troppo spesso si è confuso l’ uomo normale con l’ uomo medio, Proprio l’altro giorno ( I l lu ­ glio 1907) durante la discussione del disegno di legge della imposta sulla rendita, che fu pre­ sentata al Parlamento francese, tale facile errore è stato commesso da uno dei nostri uomini di Stato, finanziere esperto ed oratore persuadente ; egli criticava dalla tribuna il metodo di valu­ tare la ricchezza privata di una nazione, molti­ plicando l’ annuità successoria per la media so­ pravvivenza degli eredi. In linea diretta tale sopravvivenza corrisponde a circa un terzo di secolo; ma il sig, Jules Roche lo contestava: « Deve essere molto meno, egli diceva, poiché, se dalla vita media dei francesi, cioè 46 anni, si tolgono 30 e più anni, si scende a 13 od a 14 anni, e nessuno può credere che sia quella, in media, l’età in cui i francesi ereditano ». — Non so se la Camera dei deputati abbia giudicata concludente tale obiezione; ma per statistici come noi, il quiproquo è evidente. In questo caso bi­ sognava prendere la vita normale, la vita piena per punto di partenza, e non la vita media, di­ minuita come essa è dalla mortalità delle prime età, poiché è naturale che in materia successo­ ria bisogna fare astrazione da tutti quest’in- nocenti che la morte si riprende il giorno dopo la loro nascita.

Ma non è soltanto per ciò che riguarda l’età della morte che l’Uomo meàius tenta di indurci in errore invece che illuminarci. Quante medie non potremmo qui citare, le quali, aritmetica- mente esatte, sono tuttavia false ed ingannevoli perchè confondono nella loro ristretta espressione dati troppo eterogenei e troppo ineguali !

Ricordate l’onorevole « gentleman » che col­ lezionava le « velocità » come altri avrebbe col­ lezionato le conchiglie od i francobolli? La sua lista stampata, che egli aveva la cortesia di mandarmi ogni anno, sempre riveduta e sempre aumentata, cominciava dalla crescita delle un­ ghie e finiva colla propagazione della luce. Si troverà la specialità che aveva scelta, alquanto singolare, ma non si sarebbe ritenuto un pazzo se si fosse dedicato a fare la media degli infinita­ mente piccoli e degli infinitamente grandi ? Senza andare così lontano, ci meraviglieremmo di ve­ dere un geografo discorrere sulla altitudine me­

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29 dicembre 1907 L ’ ECONOMISTA 823

dia di un paese come !a Svizzera dove le pro­ fonde vallate si alternano alle cime vertiginose. Tutte le medie dietro le quali si nascondono violenti contrasti, mancano per ciò stesso al loro scopo e quindi credo che sia meglio non usarne. Sarebbe inopportuno di discutere, senza una ne­ cessità, la direzione media dei venti a Copena­ ghen, o la rendita media delle famiglie ameri­ cane, o l’estensione media della proprietà fon­ diaria nelle Isole Britanniche. Laddove non v i è uè continuità nè attrazione mutua tra le diverse unità che si esaminano, l’ idea di media non può venire accolta senza pericolo e — salvo rare ec­ cezioni — non penseremo certo di difendere tali medie contro gli spiriti diffidenti dei quali ur­ tano il senso logico e di cui svegliano la ironia. Sacrifichiamole adunque ed invece difendiamo coraggiosamente contro i loro detrattori le medie di buona lega, quelle che sono nella natura stessa delle cose, e che costituiscono, o per le nostre ricerche o per le nostre dimostrazioni, uno stromento tanto legittimo quanto necessario. Co­ me lo faceva osservare il nostro collega signor Mandello nella sua comunicazione del 1907 sul-

Vavvenire della statistica, il cervello umano non è

capace di rilevare direttamente il significato col­ lettivo di una massa di cifre sovrapposte e non arriviamo ad interpretar bene le nostre ricerche se non condensandone i risultati ; qualche volta basta l’addizione ; ordinariamente è vantaggioso dividere dopo aver addizionato : alle mille unità ineguali, tra le quali si rischiava di perdersi, si sostituisce, un termine unico, che, ripetuto mille volte darà lo stesso totale ; e per poco che tutte queste unità siano paragonabili tra loro, potremmo sovente far parlare per esse questo quoziente che è precisamente la loro media aritmetica. Ed a coloro che non vorrebbero vedere in ciò che un espediente od un artificio da teorici, potremo facilmente provare che que­ sta sintesi numerica forniva, anzi, la soluzione pratica della più parte dei problemi della vita quotidiana. La probabilità, in molte circostanze, è la nostra sola guida, e — come osserva Quète- let — « 1’ apprezzamento delle medie ci è cosi familiare, che noi le impieghiamo, in certo modo, a nostra insaputa ». Gli organizzatori di un ban­ chetto si preoccupano forse della buona salute o dell’appetito di ciascun invitato? No certo; sanno benissimo che nasce da sè la compensazione tra i grassi ed i magri, tra i sobri e gli affamati, e tutto andrà bene se nella distanza tra le pietanze e nella consistenza dei cibi, prenderanno misure dall’-Hòwio medius. « La teoria delle medie, dice l’ Autore della Fisica sociale, serve di base a tutte le scienze di osservazione ; ma è cosi sem­ plice e così naturale che non si apprezzano abba­ stanza i passi giganteschi che essa ha fatto fare allo spirito umano. E noi ignoriamo a chi essa sia dovuta ; perchè è così di tutte le grandi sco­ perte: esse sono nel dominio di tutti senza che ne siano conosciuti gli autori ».

La fede di Quètelet sulle medie lo aveva reso straordinariamente ambizioso per quell Homo

medius del quale pensava di fare 1 arbitro, non

soltanto della vita fisica, ma della vita economi­ ca, della vita intellettuale, della vita letteraria, della vita artistica delle società civili.

A rileggere il suo programma, a 40 anni di distanza, si è meravigliati, specie quando lo si ravvicini a certi documenti di date piu recenti.

Certo che la misurazione e la classificazione dellp nostre intelligenze, se fosse cosa possibile, sorpasserebbe di molto per interesse la misura­ zione e la classificazione delle nostre stature e del nostro peso ; la potenza cerebrale degli indi­ vidui ha gradazioni come l’ampiezza delle loro membra ; ed anche qui le ineguaglianze esistenti non escludono una solidarietà almeno relativa ; l’ uomo di genio e l’ imbecille, come il gigante ed il nano, sono le estremità di una catena di cui tutti gli anelli si toccano e si urtano e tanto in un caso, come nell’ altro le maggioranze si in­ contrano intorno alla metà della catena. Ma con quale metro, con quale compasso, con quale bilan­ cia si potrà misurare ? Come afferrare 1’ inaffer­ rabile ?

La difficoltà sarebbe risolta se fosse suffi­ ciente di interrogare attentamente i corpi per sapere quello che valgono g li spiriti. Qualunque sieno le loro mutue reazioni, dobbiamo confessare che la scienza non è ancora riuscita a scoprire negli organi dei morti e sopratutto in quelli dei viventi la misura della loro capacità e dei loro meriti. Il Dr. Gali, colla sua frenologia, aveva ispirato ai suoi contemporanei speranze che i fatti non hanno però giustificato ; e le ricerche dei suoi successori, benché meglio dirette, non sono state più fruttuose. Non è ancora ieri che uno di loro, e non il meno ottimista, il dot­ tor Cesare Lombroso, trovava la spiegazione e quasi la scusa dei delitti di un mostro di per­ versità nella configurazione di due mani scompa­ gnate, di cui una era la mano destra di un inoffensivo lavatore di vetture, e l’altra la inauo sinistra di un onesto raschiature di pelli di montone ? Il facile successo di tale mistificazione è una terribile lezione di scetticismo.

Occorre dunque, rinunciando alla osserva­ zione sperimentale, ritornare al semplice calcolo delle probabilità ed ammettere che le mentalità umane, dalle più potenti alle più incomplete, debbono schierarsi come le combinazioni nume­ riche che si ottengono gettando mille o duemila volte su un tavolo un pugno di dadi ? Ed è cosi tuttavia che hanno concluso i Francis Galton e gli Otto Ammon, e, senza voler penetrare, ora nei particolari delle loro tesi e delle loro ipotesi, posso almeno riprodurre tal quale lo schema che le riassume.

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Ecco una figura che non si dimentica più quando la si abbia vista una volta; fa pensare ad un cervo volante ad una trottola, o — per ri­ petere il paragone dello stesso Otto Ammon — . ad una cipolla di tulipano; tuttavia basta, osser­ vare di fianco quella figura per trovarvi in dop­ pio esemplare, il famoso cappello da gendarme. In conseguenza, la lotteria delle intelligenze non sarebbe organizzata diversamente dalla lotteria dei pesi e delle stature ; e Quètelet trionferebbe; e sarebbe anzi un incoraggiamento ad estendere le sue equazioni dal dominio dello spirito a quello delle coscienze, ed egli a ciò era già ben di­ sposto !

Dove però il suo ardire mi sembra giungere fino alla temerità, è quando alla fine del suo li­ bro egli pretende convincerci che il capo d’opera della natura è l’ uomo medio. A sentirlo, soltanto 1 uomo medio è bello ! Soltanto l’ uomo medio è ®agg*° • Soltanto l’ uomo medio è grande! Anzi il vero grande uomo è l’ uomo medio.

L ’ amore paterno ha illusioni ottiche sulle quali bisogna essere indulgenti ; ma come non protestare quando una statistica vuol fare un massimo di una media ?

La perorazione che nella Fisica sociale con-

j

duce all’ apoteosi dell’ Uomo medius è imbaraz- !

zante, poiché si svolge sopra un doppio equivoco, j prima affermando di non vedere nella media che i una idea di equilibrio, e quindi considerando la parola equilibrio come un sinonimo — o quasi — della parola perfezione. Bisogna però riconoscere che Quètelet poteva invocare a suffra­ gio della sua interpretazione numerosi precedenti ; i proverbi sono a suo favore ; infatti il motto francese « l’ eccesso in tutto è un difetto » non j e. ^ e un inutile truismo, ma la espressione la- I tina in medio stat virtus implica, prendendola alla lettera, una dottrina veramente debilitante....

Un grande giornale di N ew -Y ork — ora non è molto tempo — aveva pregate le notabi­ lità dei due mondi a comunicargli il loro giudi­ zio sulle condizioni essenziali della felicità,"della dignità e del progresso nell’uomo. Le risposte, che furono con gran lusso pubblicate, non con­ cordano affatto, poiché vi si celebra ad un tempo i vantaggi di un buono stomaco e le gioie di un’ anima in pace con D io; ma quello che sopra­ tutto viene raccomandato in quella ecletica rac­ colta, e l’equilibrio delle facoltà; mei\s sana in

corpore sano è l’insieme, a dose discrete, delle

qualità e delle virtù comuni. Ecco a che si ri- | ducono oggi le aspirazioni di una democrazia j troppo egualitaria; intellettuale o morale, la gran­ dezza (specie da noi) va diventando sempre meno popolare, -ed il suffragio universale va provan­ dolo colla sua crescente indifferenza verso i più grandi. Democrazia, mediocrazia, si dice talvolta. Giuseppe Guerzoni si preparava poco prima di morire a scrivere una storia delle idee medie, nella quale avrebbe concluso che le idee medie governano il mondo. « Forse, ma tanto peggio ! » piotestava Achille Loria. Ciò che è certo si è che 1 « héros » di Carlylo ed il « superuomo » di Nietzsche hanno finito tutti e due di piacere. La superiorità individuale diventa un torto più che un titolo di ammirazione e di riconoscenza pub­ blica.

Non siamo qui per far parlare la psicologia od anche la psicologia delle folle ; il nostro campo ci basta. Tuttavia, giacché ho invocato davanti a voi questa enigmatica astrazione che si chiama 1 Homo medius, e utile dire ad un tempo ciò che esso è e ciò che esso non è. L ’uomo medio per chiunque si dedichi « allo studio numerico dei fatti sociali » è una forma di paragone istruttiva, uno strumento da lavoro comodo, un buon ser­ vitore se si vuole; ma non permettiamo di dire che gli statistici ne hanno fatto il loro ideale.

In un mondo dove vi è posto per la bel­ lezza come, per la bruttezza, per la grazia come per la saggezza, per la malattia come per la sa­ lute, per il vizio come per la virtù, l’ uomo me­ dio, nel quale tutti questi elamenti contrari si amalgamano e si neutralizzano, non può essere, in sostanza che un povero sire; lo abbiamo v i­ sto, non può essere nemmeno l’ uomo normale.

Se si cercherà di ravvicinargli tutto ciò che è inferiore a lui, sarà già una forma di pro­ gresso; ma per ciò stesso che sotto di lui si agi­ tano le migliaia di esseri più o meno diseredati, è necessario — e la definizione lo esige 1— che l’ uomo medio abbia al di sopra tutta una gerar­ chia di eletti morali ed intellettuali; ed è qui che dobbiamo prendere i nostri modelli, è a que­ sto ascendere verso il meglio, verso il serio, verso il bello, verso il grande, che la filosofia e la sta­ tistica, come tutte le altre scienze, invitano gli spiriti e le anime. Lasciamo al volgo l’ ideale borghese: in medio virtus; la divisa dell’ uomo di cuore sia E xcelsiorl

A. de FoVILLE.

Note siili® crisi americano

Cominciano ad arrivare particolari sul modo col quale la sospensione dei pagamenti in monete e il funzionamento dei pagamenti mediante chè- ques hanno agito nel paese.

Nei centri operai, là sopratutto dove eranvi molti operai d’ origine europea non abituati allo strumento del credito, si è avuto della moravi glia, della collera: si sono venduti i loro chéques con 20 o 25 per cento di perdita o ’ si sono pre­ cipitati nei loro magazzini per trasformare que­ sta carta non comune in merci.

A N ew -Y ork , la vendita di monete e di bi­ glietti con premio è cominciata con piccole ope­ razioni da 500 a 2500 dollari, ma col tempo si sono avuti affari da 50 mila a 200 mila dollari. Tre o quattro tesaurizzatovi sì sono sindacati per vendere i frutti delle loro fatiche.

In seguito si ebbe che un venditore di 30 mila dollari, rifiutò lo chèque di 31.050 dol­ lari del compratore e domandò un chèque tratto sulla Banca. Si vide della gente abituata a ven­ dere legumi in piccoli veicoli a braccio, fare com­ mercio di cash. I dollari d’ argento sono stati ri­ cercati per le spedizióni nei distretti cotonieri. L e fattorie fecero molte operazioni, ritiri e ven­ dite a premio.

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29 dicembre 1907 L’ ECONOMISTA 825

Roosvelt, ve p’ha una che appartiene alla Banca centrale degli Stati Uniti.

Questa apparterrebbe in comune al Governo e alle Banche nazionali ; il segretario del Tesoro, il controllore della circolazione sarebbero rap­ presentati nel Consiglio ; i fondi del Tesoro sa­ rebbero depositati alla Banca, che avrebbe il di­ ritto di emettere dei biglietti in una proporzione da determinarsi, contro incasso d’oro o capitale. Siccome il diritto di emissione incontrerebbe l’op­ posizione delle Banche naz:onali, si suggerisce che bisognerebbe limitare le transazioni della Banca alle relazioni colla clearing-houses delle differenti città, depositando la Banca dei fondi nella clearing-houses e nelle banche nazionali cóntro rimessa di titoli di debito, di valore scelto di carta commerciale e di Banca. Il Consiglio della Banca centrale fisserebbe il tasso di inte­ resse al quale essa sconterebbe.

L ’ Accademia di Scienze politiche e sociali di Filadelfia ha discusso le lezioni della crisi fi­ nanziaria il 5 dicembre.

I discorsi pronunziati da uomini competenti in materia di finanza tenderono alla fondazione di una banca centrale, come alla soluzione che sola sarebbe capace di mettere gli Stati Uniti in buona voce finanziaria. Si era d’ avviso che il panico non era in realtà dovuto alla maggior parte delle cause che si erano indicate; la per­ turbazione sarebbe stata mondiale, e, in se­ guito alla espansione esagerata degli affari, gli Stati Uniti erano stati il centro dove la tempe­ sta infuriò.

M. Ridgeley, controllore della circolazione (ispettore in capo delle Banche nazionali) ha di­ chiarato che il panico non era giustificato. Il rimedio è di dare alle banche e ai depositanti un sistema elastico di biglietti obbligando le banche ad avere dei più forti incassi.

II mezzo è di creare una forte banca go­ vernativa che amministrerà le finanze dello Stato, farà le funzioni di guardia di riserva e avrà il diritto di emettere dei biglietti di credito. M. Schiff è stato estremamente pessimista; la crisi non è finita, una sovrabbondanza di carta cac- cerà l’ oro. M. Treat ha domandato il ritiro di 100 milioni di dollori di biglietti degli Stati Uniti (greenbacks) al massimo per ogni anno, il ritiro dei certificati di argento e il loro rimpiazzo con titoli 2 per cento ammortizzabili in cinquanta anni, che si emetteranno entro i 50 e i 100 mi­ lioni ogni anno. L ’ argento reso libero sarà im­ piegato a colpire la moneta divisionaria in luogo di acquistarne sul mercato.

Tutti questi suggerimenti sono interessanti a registrarsi. Una grossa difficoltà sarà evitata colla creazione di una banca 'federale avente per azionisti lo Stato e le 6 mila banche nazionali la Banca dell’ impiego di centinaia di milioni di dol­ lari di titoli 2 per cento, che sono stati mima cazzinoti per conto delle banche nazionali. Se si mettessero sul mercato, non si troverebbero piu prenditori nel pubblico nè agli Stati Uniti ne in Europa, specialmente nei periodi dove regna. il panico di una bassezza infinita del tasso, dell in­ teresse, come verso il 1895-1898.

Infine con le idee europee si comprende as­ sai male una banca centrale, come intende il

controllore della circolazione. Jackson, che di­ strusse la seconda banca degli Stati Uniti, volle anche fondare una banca governativa : essa ar­ rivò per ironia di cose a sviluppare la moltepli­ cità delle banche. Gli amici degli Stati Uniti possono rammaricarsi che , negli anni di grande prosperità, il Governo non si sia preoccupato di ammortizzare completamente e piu rapidamente possibile il Debito pubblico, invece che conver­ tirlo in 2 per cento; che non abbia' proceduto al ritiro graduale dei biglietti emessi per i bi­ sogni della guerra di secessione. E gli avrebbe preparato il terreno per la separazione delle at­ tribuzioni generali dello Stato e delle attribuzioni della Banca che le ha assunte1

Ar t u r o Ra f f a l o v ic h.

R i v i s t a B i b l i o q r a f i c a

G io v a n n i Coscìi. — La filosofici d e ll azione.

Palermo, Remo Sandron, pag. 828 (L. 4). Un libro che ha un titolo quasi nuovo, ma un libro che contiene molte cose vecchie, intorno alle quali uomini d’ ingegno, come pure si mostra l’ Autore, dovrebbero evitar di affaticare la mente. Pino dalle prime pagine ci imbattiamo in un pe­ riodo che dice : « La filosofia, considerata come concezione del mondo e della vita, può partire da due punti di vista opposti, cioè dall’ Universo oppure dall’ Uomo ». E cosi i filosofi continuano a parlare di « M o n d o » e di « Universo » c o noe | se fossero due parole che hanno preciso signifi- I cato, e ne fanno addirittura l’oggetto della loro « concezione » od il loro « punto di partenza ». E come avviene a tutti coloro che partono da due punti indeterminati, l’ Autore si trova subito alle prese colla contraddizione, ormai vieta, tra, la li­ bertà della volontà ed il determinismo, cioè le ra­ gioni che determinano la volontà. Ed ecco allora un altro periodo prezioso: « L ’ uomo non è puro egoi­ smo nè puro altruismo, nè semplice sensibilità, nè esclusiva ragione, in lui la animalità e l’ umanità coesistono, per quanto in gradi diversi, e dalla coesistenza di questi due ordini, sgorga la pos- sibllità e la necessità dèlia scelta-e quindi la li­ bertà relativa alla volontà ». E non vi è dubbio che i filosofi, tutti compresi come sono della loro tesi, e si intende in pienissima buona fede, com­ prendono perfettamente il significato di quelle loro affermazioni e senza il minimo imbarazzò ci par­ lano di una libertà relativa della volontà. E l’ A u ­ tore è quindi indotto ad affermare : « Tanto la bestia umana che 1’ eroe morale ed il santo non hanno’ libertà ; essi mancano della possibilità di scelta, perchè la loro organizzazione ed il loro carattere sono divenuti ' tali che rendono impos­ sibile il sorgere di motivi contrari alla loro na­ tura e quindi tolgono ogni possibilità di scie- o-liere ». — Quindi, i soli uomini relativamente Uberi sono gli uomini mediocri, essi soli sono

ragionevoli. .

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ragione e della coscienza morale, « non è altro che la obbedienza al dovere morale » e non deve essere confusa col libero arbitrio, « anzi è il con­ trario » (!)

Da tutto questo deriva una serie di consi­ derazioni delle quali non si può certo negare il valore come difficili esercizi di logica, ma che ci conducono alla conclusione di « un idealismo fatto di realtà », il che vuol dire ad un nuovo linguag­ gio nel quale il- significato delle parole è com­ pletamente mutato da quelle dell’ uso comune.

Facciamo queste critiche, senza intendere di negare o diminuire il valore di questo libro, ma piuttosto come confessione della refrattarietà della nostra mente a penetrarne il senso intimo. S . S ig n o re lli. - II Credito agrario in Sicilia e

il dovere delle classi dirìgenti. — Siracusa,

Tip. « Il Corriere », 1907, op. pag. 20. Con sobria ma sicura parola l’Autore espone sommariamente i principi onde è informata la legge 1906 sull’ esercizio del Credito agrario in Sicilia e le buone disposizioni del Banco di Si­ cilia di applicarla con tutta la possibile energia. .M a nello stesso tempo, con una serie di giuste e persuasive considerazioni l’ Autore avverte che non avrebbero efficacia pratica nè le disposizioni della legge nè gli sforzi del Banco, se la classe dirigente non sentisse il dovere di cooperare con tutti i mezzi alla diffusione di questa forma di credito. E crediamo che l’Autore abbia ragione. Non è, a nostro avviso, da ritenere che il Cre­ dito agrario sia la panacea che guarisca tutti i mali che travagliano la agricoltura italiana e la siciliana in particolare, ma può essere senza dub­ bio il germe da cui possono scaturire molti van­ taggi che alla loro volta ne produrranno degli altri.

E l’opuscolo molto ben fatto del Signorelli è, sopratutto in questo momento, una buona azione. N . M a ssim o F o v e l. - La cooperazione e i Con­

gressi di Cremona. — Roma, Unione Coop.

Editrice, 1907, op. pag. da 838 ad 850. Questo articolo, scritto brillantemente e ab­ bondantemente oggettivato, rileva i diversi con­ cetti da cui partono i cooperatori, le loro ten­ denze e gli sforzi per trovare un impossibile ac­ cordo, nel pensiero, se non nel fatto. Ci pare che l’Autore, senza dirlo, sottintenda che è inu­ tile predire se la cooperazione sarà, come alcuno crede, la soluzione avvenire delle più gravi que­ stioni economiche, o se non sarà che una forma qualunque di intrapresa tendente al lucro ; solo l’avvenire può sciogliere il quesito. Intanto basti costatare che la cooperazione presenta una effet­ tiva utilità por molti, e che, se è desiderabile che sia apolitica ed aconfessionale, non rovine­ rebbe poi il mondo se diventasse politica e con­ fessionale.

F ra n z H e lb in g - Geschichte der Weiblichen

Untreu, — Berlin R . Jacobsthal.

La infedeltà femminile potrebbe • dar luogo aduno studio psicologico-sociale molto importane, specie mettendo a paragone il fenomeno colle di

-verse disposizioni legislative riguardanti il di­ vorzio. Ma sebbene il titolo lo potesse far cre­ dere, il libro non tratta tale tema ; si limita invece a raccontare alcuni aneddoti od alcune storie più singolari della infedeltà femminile, interecalandole con considerazioni che talvolta, a vero dire, hanno poco a che fare coll’argomento.

L o scrittore però col brio dello stile e colla acutezza di molte sue osservazioni ha reso il libro interessante e piacevole.

P r o f. J u le s P ru d h o m m e a u x - Icarie et son

fondateur Etienne Cabet. — Paris, E. Cor-

nely et C. 1907, pag. 688, (7 fr.).

In quest’opera voluminosa e minuziosa, l’A u ­ tore prima di tutto analizza la vita di Cabet, l’ambiente in cui formò la sua istruzione e le sue tendenze e le opere da lui scritte.

Non solamente l’ Autore si valse dei lavori dì predecessori che scrissero sopra Cabet, ma ha voluto con diligenza speciale raccogliere tutto ciò che in giornali, opuscoli, e corrispondenza po­ teva chiarire i pensieri dell’ « utopista ».

La seconda parte del libro è destinata a fare la storia delle sette comunità fondate a Nauvoo a Cheltenham ed a Cornig nel Texas, dal 1848 al 1898, che, appunto in quest’ ultimo anno, il 22 ottobre, il giudice Towner dichiarò la cessa­ zione legale della Società Icariana.

Non è ¡1 caso di riassumere il libro quanto mai diligente e documentato. L ’ Autore non crede che da questo esperimento si possa trarre un si­ curo giudizio sulla praticità dei principi profes­ sati dall’Owen e dal Cabet, non fosse altro per­ chè era una sfida troppo audace, quella di piantare quella colonia in un paese nuovo, lontano da ogni grande centro abitato. E crediamo che in ciò l’Autore abbia ragione, ma non bisogna trascu­ rare che i seguaci del Cabet erano per la mag­ gior parte, uomini di fède, e tale elemento avrebbe potuto superare molte delle difficoltà che quella colonia ha incontrate.

Forse l’Autore non ha abbastanza rilevato, in proposito, che altra è la fede professata come principio ed altra quando si trova a contatto colla vita pratica.

Segnaliamo quest’ opera veramente amire- vqle del prof. Prudhommeaux che, si vede, non ha risparmiato fatiche e ricerche per rendersi padrone di un tema così, speciale e che ha vera­ mente raggiunto lo scopo di dare un’idea precisa degli uomini e dei fatti di quel curioso episodio.

Il volume è illustrato da 12 fotoincisioni, da un fa csim ile e da due carte geografiche. D o tt. A lb e r t L e v y und H . v o n F ra n k e n b e r g .

- Die berufliche und fachliche Ausbildung

in der Armenpflege. — Leipzig, Duncker et

Humblot, 1907, pag. 84, (M. 2.40).

(7)

indipèn-29 dicembre 1907 L ’ ECONOMISTA 827

dente, nel quale lotta contro le necessità e la mi­ seria; quindi distingue la beneficenza pubblica dalla privata e cerca il- campo dell’ ima e dell’al­ tra ed i modi con cui deve essere esercitata, e conclude dicendo che il vero carattere della be­ neficenza, quale deve essere rivolta alla miseria ed alle necessità urgenti della vita, deve essere: un aiuto dell’ uomo all’uomo, un vero aiuto por­ tato col cuore e collo: spirito, colla intelligenza e la esperienza, con profonda e calda partecipa­ zione.

Il v. Frankenberg esamina invece lo stesso concètto dal lato pratico, cioè ricerca i mezzi e la via per raggiungere questo scopo.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Le modificazioni al disegno di legge dei

provvedimenti per gli istituti di emissione

sono le seguenti :

L ’art. 5 viene così modificato : Ferme re­ stando le disposizioni contenute negli articoli 8 e 11 dell’ allegato T alla legge 8 agosto 1895 n. 486, da coloro che, dopo aver prestato servi­ zio allo Stato in ufficio rimunerato con stipendio e con diritto a pensione, furono nominati funzio­ nari del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, sono applicabili le disposizioni dell’ art. 148 del testo unico delle leggi sulle pensioni degli im­ piegati civili e militari dello Stato approvato con reale decreto 21 febbraio 1905 n. 70.

Per il testo unico di legge sugli istituti di emissione ali’art. 30, secondo capoverso, è stata concordata la seguente modificazione : « Il Mini­ stro del Tesoro con provvedimento applicabile contemporaneamente ai tre istituti può promuo­ vere le variazioni della ragione normale dello sconto, quando ritenga che lo esigano le condi- zioni del mercato.

L ’art. 110 della stessa legge è sostituito dal seguente :

La vigilanza permanente diretta sugli Isti­ tuti di emissione e su tutte le annesse gestioni è esercitata dal Ministro del Tesoro per mezzo di un ufficio di ispettorato generale.

Alla legge riguardante tasse sugli affari, l’ art. 2 viene così modificato : le cambiali, gli ef­ fetti o recapiti di commercio contemplati nell’ar­ ticolo 3, secondo capoverso, della legge 4 luglio 1897, n. 414 e le fatture accettate con l’obbligo di pagamento a termine sono soggette ad una tassa di bollo graduata nelle misure seguenti:

Con scadenza fino a spi mesi, per ogni 100 lire o frazione di cento lire, centeseini 6 ;

con scadenza oltre i mesi sei per ogni 100 lire o frazione di 100 lire, centesimi 12.

Per le cambiali sino a 100 lire colla sca­ denza fino a sei mesi la tassa cara di centesimi 5, e con scadenza oltre sei mesi di centesimi 10.

Le cambiali in bianco sono soggette alla tassa propria di quelle aventi scadenza superiore a sei mesi.

Le quietanze apposte sulle cambiali sono esenti da bollo; ed è abrogato l’ ultimo comma dell’art. 4 della legge 4 luglio 1887 n. 14.

Per le cambiali provenienti dall’estero ed as­ soggettate alla tassa di bollo nei paesi di ori­ gine, le tasse di cui sopra sono ridotte alla metà.

L ’art. 3 è così modificato : La tassa di bollo stabilita per ogni foglio dell’ art. 19 n. 45 della legge 4 luglio 1897 per gli originali degli atti di protesto cambiario, è modificata come appresso : se, la somma della cambiale :

Non eccede L. 5 0 . . . . • . . L . 0.30 Se eccede L . 50 e non L. 100 . . . 0.60 Se eccède L . 100 e non L . 500 . , . 1.20

Da L. 500 a L. 2000. . . . 2.40

Per ogni maggior s o m m a ... 3.60 — Diamo notizia della somma assegnata per

costruzione di navi in Italia nello stato di

previsione della spesa del Ministero della Ma­ rina per l’ esercizio finanziario 1908-909. La somma assegnata è L. 24,658,990 così ripartita:

per la R . nave « Roma », il cui costo ap­ prossimativo è di L . 33,035,773, si prevede un impegno di L. 3,708.682 ;

per la R. nave « Napoli », il cui costo ap­ prossimativo è di L. 32,992,075 ; L. 2 milioni 266,000 ;

per la R. nave « S. Marco », il cui costo presunto è di L . 26,305,403; L. 9,172,808;

per una nave da battaglia di prima classe, del presunto costo di L. 45,000,000 ; lire 6 mi­

lioni ; _

per una nave sussidiaria, del costo di Lire 1,500.000; L . 270,000;

per cannoniere lagunari, del costo di Lire 390.000 ; L. 95,000 ;

per rimorchiatori, del costo di L. 990,000 ; L. 530,000,

per una nave cisterna, del costo di Lire 675.000 ; L. 375,000 ;

per galleggianti, del costo di L. 4.124.754; L. 2,174,064.

L e spese che rimarranno da fare per com­ pletare le navi, dopo l’ esercizio 1908-909, meno i galleggianti la cui spesa è esaurita col presente stanziamento, sono rispettivamente : per la R . nave « Roma » di L . 1,375,461 ; per la R . nave « Napoli » di L . 1,092,536 ; per la R . nave « San Marco » di L . 8,100,058; per la nave da batta­ glia di prima classe di L . 38,750,000 ; per la nave sussidiaria di L. 1,230,000; per le cannoniere legunari di L . 65,000 : per i rimorchiatori di L . 440.000 ; per la nave cisterna di L . 300,000. Per l’esercizio 1908-909 si prevede inoltre una spesa di L . 600,000 per lavori di restauri alla R. nave « Italia ».

— Secondo il computo del Sindacato del­ l’Unione dei commercianti di seta di Lione, la

produzione serica mondiale del 1906, è riu­

(8)

Ecco, in migliaia di chilogrammi, la produ­ zione della seta nei primi sei anni del secolo X X :

Estremo Media Europa Levante Oriente Totale 1896-900 5,220 Produzione 1,552 10,281 17,053 1901 5,349 1,894 11,986 19,229 1902 5,437 2,443 1U.884 18,764 1903 4,361 2,530 11,244 18,135 1904 5,91 r 2,227 12,356 20,500 1905 5,495 2,426 10,909 18,380 1906 5,748 2,624 12,541 20,913

Bisogna notare però che queste cifre, piu che una vera statistica della produzione mondiale, rappresentano le quantità di setà poste a dispo­ sizione del consumo europeo, giacché il Sindacato per la Persia, per la Cina, il Giappone, l’India non dà le cifre della produzione, ma quelle della esportazione.

La produzione dell’Italia per il periodo esa­ minato è stata la . seguente, in confronto al to­ tale dell’ importo:

Prod. Italia Tot. Europa Media 1890-900 Kg. 4,715,000 5,220,000 Produzione 1901 » 4,229,000 5,349,000 1902 » 4,477,000 5,437,000 1903 » 3.526,000 4,361,000 1904 » 4,900.000 5,917,000 1905 » 4,440,000 5.495,000 1906 » 4,745,000 5,748,000

La produzione media dell’Europa nel quin­ quennio 1901-905 è stata di 5,312,000 K g. : in questa media l’ Italia figura per L . 4,326,000; la Francia per 591,' 00; la Spagna per 80,000 e l’ A ustria-U ngheria per 315,000.

L ’Italia, dunque, produce più del quadruplo di seta, di tutti gli altri paesi europei presi in­ sieme.

H 1 A DEL [ O H I O IN T E B ilM L E

Il commercio fra l ’Italia e la Francia.

— Gli scambi commerciali fra l’ Italia e la Fran­ cia, durante i primi 11 mesi del 1907, sono saliti a fr. 389,939,000 di cui fr. 167,441,000 di merci italiane e fr.- 222,498,000 di merci francesi e di origine extra-europea.

Confrontando questi risultati con quelli del- 1’ ugual periodo del 1906, si constata una mag­ giore entrata in Francia di merci italiane per fr. 2,181,000 ed una maggior entrata in Italia di merci francesi e di .origine extra-europea per fr. 518,000.

Le merci italiane in aumento àll’entrate in Francia durante i primi 11 mesi del 1907, sono: la canapa di qli. 31,570; le frutta da tavola in aumento di qli. 35,712 ; le uova in aumento di qli. 11,201; il minerale di zinco in aumento di qli. 33,704; i formaggi in aumento di qli. 4,842 ; le lane, crini e peli in aumento di qli. 4,261 ; il riso in aumento di qli 27,345 ; la paglia di mi­ glio per scope in aumento di qli. 9,605; il burro in aumento di qli. 1,087; le macchiue ed i mec­ canismi in aumento di qli. 1,315; le piume da ornamento in aumento di qli. 75 ecc.

Le merci italiane in diminuzione all’enti'ata in Francia durante i primi 11 mesi del 1907, sono: lo zolfo in diminuzione di qli. 261,673; l’olio d’ oliva in diminuzione di qli. 25,361: la seta e la borra di seta in diminuzione, di franchi 2,423,000; i legumi secchi e loro farine in di­ minuzione di qli. 24,077; le pelli crude anche da pellicceria in diminuzione di qli 2,002; il som- macco in diminuzione , di qli. 26,319; i generi medicinali in diminuzione di qli. 1,454; il legno comune in diminuzione di fr. 485,000 le pelli e pelliccerie lavorate in diminuzione di qli. 112; i prodotti chimici in diminuzione di quintali 8,448 ecc.

Le merci francesi in aumento all’entrata in Italia durante i primi 11 mesi del 1907, sono: i tessuti di seta contenuti in pacchi postali in au­ mento di qli. 46; i prodotti chimici in aumento di qli, 398,624; le macchine ed i meccanismi in aumento di qli. 13,108; le pelli e pelliccerie con ciate in aumento di qli. 297; i vini in aumento di ett. 47,156; la ghisa, il ferro e l’acciaio in aumento di qli. 126,722; i tessuti di seta e di borra di seta in aumento di qli. 115; il vasel­ lame, le vetrerie e i cristalli in aumento di qli. 65,474; il carbón fossile e coke in aumento di qli. 211,551; il rame in aumento di quintali 3,089 ecc.

Le merci francesi in diminuzione all’entrata

in Italia durante i primi 11 mesi del 1907,

sono: le automobili in diminuzione di qli. 2,269; il sego ed altri grassi animali in diminuzione di qli. 12,097 ; Je vestimenta e biancheria in dimi­ nuzione di qli 172; l’oreficeria, gioielleria d’oro e d’argento ed orologeria in diminuzione di fr. 616,000; le bestie da soma in diminuzione di capi 1,260 ecc.

L e merci extra-europee in aumento all’en­ trata in Italia durante i primi 11 mesi del 1907 sono : le sete greggie in aumento di qli. 2,375 ; il cotone in bioccoli in aumento di qli. 10,448; il caoutchouc e guttaperca in aumento di quin­ tali 783.

Le merci extra-europee in diminuzione al­ l’entrata in Italia durante i primi 11 mesi del 1907 sono : le lane in diminuzione di qli. 11,395; le pelli greggie in diminuzione di qli. 9,194; i peli d’ogui sorta in diminuzione di qli. 88.

La l i s l a z i » ¡alle tasi popolari lo U r ia

Ecco la continuazione di questa legge :

§ 11. — I. L ’intero reddito annuale di un fabbri­ cato favorito in conformità al § 1, comma 1, non deve superare la somma che secondo un esame peritale de­ gli attestati da presentare è necessaria perchè il ca­ pitale impiegato*nel terreno e nella costruzione, am­ messa la durata di 61 anni del fabbricato, dopo dedotte le rate di ammortamento, tutte le imposte reali, le aggiunte e le sovrimposte (Umlagen), l’imposta di equi­ valenza, ed altresì le spese di manutenzione del fab­ bricato e le spese dì amministrazione, infine un ab­ buono (Pauschalbetrag) per gli sfitti e le pigioni non riscosse, produce un interesse al tanto per cento che per singoli territori o partì di territorio è stato stabi­ lito per via di ordinanza dai Ministri dell’Interno e delle Finanze.

(9)

29 dicembre 1907 L ’ ECONOMISTA 829

allora corrente nei rispettivi territori o parti di terri­ torio, in modo che l ’interesse del capitale impiegato m case di alloggio per operai, sia da 0.v20 a 0.50 per cento superiore a quello dei capitali collocati nel modo pre­ detto.

Quanto agli Istituti pubblici che per statuto sono chiamati a promuovere scopi di bene generale, può essere dai Ministri dell’Interno e delle Finanze con­ sentito, quando ne sia. il caso, un saggio d’interesse maggiore del capitale impiegato in case di alloggio

per operai. , . „ ,

Sopra domanda del proprietario della casa devesi in periodi di 10 in 10 accertare di nuovo il valore ca- pitale che secondo il comma 1 devesi porre a fonda mento del massimo interesse consentito, tenute, conto delle modificazioni avvenute nella rendita del suolo. Un tale accertamento può farsi nei medesimi periodi di tempo anche d ’ufficio. Sull’ammontare del valore capitale decidono in prima istanza le autorità locali di finanza di accordo con le autorità politiche territoriali.

Se in un fabbricato da prendere in considerazione pei benefizi secondo la presente legge, singoli alloggi non sono stati locati ad, operai, ma concessi gratuita­ mente o come parte non determinata numericamente della mercede, la loro pigione è accertata per via di parificazióne (mettendoli a confronto con gli alloggi locati della medesima casa), per tenerne conto nell in­ tero reddito del fabbricato.

Come spese annuali per la manutenzione del fab­ bricato e spese di amministrazione e come abbuono per sfitti e per pigioni non riscosse può essere dmal cato al massimo l’ L. 8 per cento delle spese di costru­ zione de la casa (escluso il prezzo di acquisto del suolo). II. Nei casi del § 1, comma 2, l’intero prezzo di acquisto di una tale casa non deve superare le spese per l’acquisto del suolo e per la costruzione, ed anche gli altri necessari disborsi. Nel calcolare le annualità, la misura d ’interesse dell’importo assunto per il pa­ gamento non deve essere superiore alla ragione a in­ teresse dei crediti ipotecari delle Casse di risparmio e degli altri principali Istituti di credito. La quota an­ nua di ammortamento deve almeno ammontare ad 1 per cento dell’assunto credito per il prezzo di compera da estinguere con annualità.

III. Al locatore o compratore non si può imporre onere alcuno che non sia in necessaria dipendenza con l’ utilizzazione o l’ amministrazione dell’ oggetto tra­

sferito. , ', , ,. ,

a L2. _ I. Nei limiti del reddito complessivo accer­ tato secondo il § 11, I, di un fabbricato, è lasciato al proprietario della casa di stabilire la pigione pei singoli alloggi secondo la loro posizione e qualità.

Però egli è obbligato di appendere all’ entrata della casa, in luogo visibile a ognuno, una tariffa delle pi­ gioni per tutti gli alloggi che si trovano nella casa, ed altresì un regolamento della casa che stabilirà anche i pagamenti accessori da farsi dal locatario.

La tariffa delle pigioni vidimata dalle autorità po­ litiche e di finanza di prima istanza, deve anche con­ tenere l’ indicazione del valore di pigione accertato secondo il § l i . I, comma 5 per gli alloggi che alle ri- spettive persone sono ceduti gratuitamente o come parte della mercede non determinata numericamente.

In tutti i casi, compresi gli ultimi menzionati, per gli alloggi di famiglia il periodo di disdetta deve essere almeno di otto giorni ed essere previsto nel regolamento

della casa. .

11 regolamento della casa deve riportare 1 approva­ zione della competente autorità politica e dell’autorità finanziaria di prima istanza.

II. Nei casi del § 1, comma 2, il venditore è obbli­ gato a presentare all’ approvaz.one dell’autorità politica distrettuale una minuta del contratto concernente il fab- bricato da vendere.

Oltre alle condizioni legali generali di un contratto di compra, la minuta del contratto deve contenere tutte le altre condizioni che regolano il rapporto col

compratore. ,,

In particolare esso deve »-ìspondere alle seguenti condizioni :

A) Deve essere in esso stabilito :

1. Quando devesi effettuare il trasferimento del fabbricato al compratore; . . .

2. Se il trasferimento della proprietà in catasto devesi effettuare immediatamente o soltanto in un pe­ riodo di tempo posteriore da determinarsi esattamente; in nessun caso il trasferimento della proprietà può

potrarsi oltre i tre anni dalla stipulazione del con- trattò ;

b. Se — nel caso di protrazione del trasferimento della proprietà — è stabilito fra il venditore ed il com­ pratore un rapporto di locazione; in caso affermativo sono stabilite le condizioni di questo rapporto;

4. Nel caso che il trasferimento della proprietà in catasto è protratto, devesi al compratore consentire il diritto di vietare la vendita e l’ inscrizione di oneri sul fabbricato, il quale diritto cessa per. il compratore con l’ inscrizione del diritto rii proprietà.

B) Per il caso in cui il compratore rimane in mora almeno, per due trimestri coi pagamenti de e

annualità del prezzo di acquisto o col pagamento (ielle imposte che gravano sul fabbricato o di altre tasse, ovvero tralascia l’assicurazione del fabbricato contro l’ incendio non ostante l’eseguito avviso, il venditore può. secondo che il trasferimento della proprietà nel compratore sarà già effettuato o no al momento in cui si avverano le condizioni menzionate, riservarsi il ili- ritto di disdire entro sei mesi come prestito i( resto ile prezzo di acquis o ancora dovuto, o di sciogliersi dal contratto con disdetta di 15 giorni e di disdire entro 15 giorni il rapporto di locazione del compratore even­

tualmente esistente. ... .. , ■

In ogni caso in cui il venditore ha diritto a la di­ sdetta pel resto del prezzo di acquisto, egli inoltre si può anche riservare il diritto di ricompera.

Nella riserva del diritto di recesso si dovranno pure stabilire disposizioni per assicurare il diritto de compratore alla restituzione dei versamenti tatti sul prezzo di acquisto e di altri eventuali disborsi.

In altri casi non è ammessa la riserva del diritto di recesso, di disdetta e di ricompera.

C) Inoltre per la durata della destinazione de-vesi il venditore riservare il diritto di prelazione, che nel caso di asta giudiziale ha l’efficacia di cui al § libo

del Codice civile. . . . j- ■_

Per l ’esercizio del diritto di prelazione e di ricom­ pera si tiene a fondamento l’originario prezzo di acqui­ sto, ed al compratore od ai suoi aventi diritti si deD- bono restituire le somme del prezzo di acquisto già pagate. Nel contratto debbono essere incluse speciali disposizioni circa la rifusione delle spese fatte per mi­ gliorare il fabbricato e circa la detrazione di eventuali diminuzioni di valore del fabbricato.

D ) Nel contratto devesi fare menzione che nei caso di una locazione del fabbricato o di singoli alloggi da parte del compratore, la pigione non può superare la misura stabilita secondo il § 11,

I-E) Deve essere stabilito che il venditore rimane garante per le agevolezze fiscali spettanti al fabbricato a’ sensi della presente legge. , . . . __

L ’approvazione del contratto spetta all autorità p litica distrettuale di accordo con l’autorità finanziaria

di prima istanza, , „ „ „ „

III. I Ministri dell’ interno e delle finanze hanno facoltà di emanare per via di ordinanza speciali pre­ scrizioni sul contenuto ammissibile dei regolamenti delle case e, nel caso di un complesso di case operaie sotto un’ unica amministrazione, sulle a-mmissibili con­ dizioni della utilizzazione delle case da apporre dal­ l’amministrazione comune. E’ ricusata 1 approvazione ai contratti che contengono in proposito maggiori li nutazioni o pesi ai compratori e rispettivamente lo catari.^. ^ ^ domande per la concessione dei benefizi previsti nel § 1, debbono essere presentate all’autorità di finanza di prima istanza, la quale dovrà all uopo procedere di accordo con l’autonta politica distrettuale. Nel caso del § 1, comma 2, queste domande sono pre­

sentate dal venditore. (Continua).

M B DELLE CAMERE DI COMMERCIO

(10)

Mini-steriale, la Camera abbia provveduto alla pubblicazione dell’ordinanza 12 novembre, e com e— in conformità alle prescrizioni del Ministero — si siano in quell’ or­ dinanza esclusi dal diritto di sconto i contratti di ri­ porto. Accenna poi a! decreto 18 novembre, che venne a completare e a dare definitiva forma legale ai prov­ vedimenti chiesti e presi dalla Camera.

Il Consiglio manifesta il proprio compiacimento per l’ iniziativa della Presidenza per osteggiare le ille­ cite manovre della speculazione al ribasso, prende atto di tali comunicazioni e, su conforme richiesta, accorda la ratifica per tutti i provvedimenti di urgenza che misero poi capo al R. D. IH novembre 1907.

Il cons. Gola, presidente della Commissione per il Museo Commerciale, presenta la relazione predisposta dalla Commissione stessa, su invito della Camera, circa l’ordinamento delle sedi Consolari Italiane all’ estero. In proposito s’ impegna animata.discussione, sopratutto per ciò che riguarda la corrispondenza diretta tra i Consoli e le rappresentanze commerciali e sulla neces­ sità che alle sedi Consolari venga preposto personale competente e volonteroso. Il Consiglio conclude coll’ap­ provazione di un ordine del giorno presentato dalla Presidenza, col quale si fa invito al Governo di prov­ vedere a che il servizio Consolare corrisponda meglio alla necessità del paese e si fanno concrete proposte circa la istituzione di nuòve sedi e le modificazioni da apportarsi a quelle esistenti.

Dopo breve discussione si approva il Bilancio Pre­ ventivo della Camera di Commercio che pareggia, al­ l ’entrata e all’uscita, nella somma di L. 281,562 ; quello del Museo che pareggia in L. 60,075,70; e quello della Borsa in L. 85,800.

Il Consiglio nomina a proprio delegato nel Consi­ glio Generale dei Banco di Napoli il vice-presidente càv. uff. rag. Giuseppe Romanoni ; e a proprio delegato nel Consiglio Generale del Banco di Sicilia il consi­ gliere ing. Carlo Vanzetti.

Il Consiglio ratifica l ’ adesione, data di urgenza alla Presidenza, al Congresso Nazionale delle Scuole industriali, commerciali e professionali che si terrà in Roma entro l’anno corrente.

Si rinvia la trattazione dell’oggetto alla prossima seduta di Consiglio.

La Camera approva le proposte della Commissione dei servizi locali per il parere richiesto alla Camera sui reclami di tassa esercizi e rivendite del Comune di Milano e di 10 Comuni foresi.

Si prendono altri provvedimenti, si danno pareri su dazi comunali.

C a m e r a d i c o m m e r c io d i M o d e n a . — Nel­ l ’ultima adunanza del 12 scorso il Consiglio prese atto di varie comunicazioni fattegli dal Presidente cav. Corni, tra le quali notiamo l ’ordine del giorno votato dall’assemblea dei Rappresentanti delle Camere di com­ mercio, delle Associazioni commerciali ed ¡industriali del Veneto e dell’ Emilia, tenutasi in Rovigo il 20 ot­ tobre 1907, protestante contro la insufficienza dell’ at­ tuale servizio ferroviario ed invitante le Camere di commercio ad organizzare a vantaggio generale la di­ fesa legale collettiva degli interessi agricoli, industriali e commerciali, di fronte all’amministrazione ferrovia­ ria ed' a provocare la revoca di quelle disposizioni fer­ roviarie che sono di danno alle industrie ed al com­ mercio ; e la deliberazione della Camera di Commercio di Genova per l ’attuazione della proposta della Camera italiana di Buenos Aires, par la istituzione in Genova di un grande emporio di prodotti argentini.

Successivamente, su relazione del cons. Vandelli, fa approvato il bilancio preventivo pel 1908 in Lire 251,106.44 ; e si deliberò infine la costituzione de! Co­ mitato provinciale per la Esposizione internazionale delle industriale e del lavoro in Torino nel 1911, per il 50° anniversario della proclamazione del Regno d’ I- talia.

C a m e r a d i c o m m e r c io di C o sen za . — Nelle ultime adunanze la Camera ha preso, fra altre, le seguenti risoluzioni :

Circa la variante della ferrovia Cosenza-Paola con­ confermò la suà precedente deliberazione del 19 gen­ naio u. s. già pubblicata e diramata a tutte le ammi­ nistrazioni comunali della Provincia, e deliberò di chièdere 1’ appoggio di tutti i rappresentanti politici della provincia e di far pratiche colla Deputazione, col comune di Cosenza e con quello di Paola, per la

nomina di una Commissione, la quale, assieme a quella della ste.ssa Camera di Commercio, dovrà recarsi a Roma per sollecitare la inclusione nel nuovo progetto della suddetta variante.

Procedette poi alla nomina del componente il Con­ siglio di Amministrazione dell’ Istituto di Credito A- grario Vittorio Em. Ili, nominando 1’ avv. Tommaso Gonfienti in sostituzione del Consigliere dimissionario avv. E. Magliari.

In seguito a dettagliata relazione dei signori Pa­ stori e Patitucci, componenti della commissione am­ ministrativa contabile, fu infine approvato il bilancio di previsione dell’anno 1908, il quale, tanto nella parte attiva che nella passiva, presenta un ammontare di L. 38,212.80

Oltre ai soliti stanziamenti, a proposta del consi­ gliere Rizzo-Oorallo, si sono impostate nel detto bilan­ cio L. 2000 per un’ Esposizione Regionale Campionaria di prodotti delle industrie e manifatture della Provin­ cia di Cosenza, riservandosi la Camera di nominare a suo tempo una apposita Commissione.

Mercato monetario e Rivista delle Borse

28 dicembre 1907. Dopo i timori prodottisi allo scoppiar della cris, negli Stati Uniti l’anno si chiude pei mercati europe1 in condizioni assai migliori di quanto non fosse lecitoi attendersi nei primi giorni di novembre. Il saggio dello sconto libero rimane, sui vari centri, eccezional­ mente alto, ma in presenza dei bisogni di capitale che accompagnano la scadenza del termine annuale, è no­ tevole ;1 fatto eh’ esso non abbia finora accennato a salire ulteriormente. Così esso chiude stazionario, o quasi, a 6-6 1|4 0[o a Londra, a 3 7[8 a Parigi e a 7 1[4 0(0 a Berlino.

Agli Stati Uniti la situazione monetaria non ha presentato uguali caratteri di stabilità: si sono an­ nunziati, ultimi strascichi, della crisi, nuovi incidenti e difficoltà a New Orléans, e, contemporaneamente, il prezzo del denaro a New York è salito a un massimo di 15 0[0i salvo a chiudere a 6 0[0 Per quanto l’ au­ mento del premio sulla valuta metallica da 1 a 1 1[4 0[0 non dia affidamento pel prossimo ristabilimento del­ l’equilibrio sul massimo centro nord-americano, è da tener conto dei preparativi per il pagamento dei divi­ dendi di gennaio che ha sottratto alla disponibilità del mercato importanti somme creando un certo disa­ gio. Inoltre nella terza settimana del mese le Banche Associate di New York hanno sensibilmente miglio­ rato la propria situazione, aumentando di doli. 4 1(3 milioni il fondo metallico, (che supera di 4 7[8 milioni quello del 1906 a pari data) di 6 1[2 la riserva, il cui deficit sotto il limite legale si è ridotto di 8 lj3 milioni a 31 3[4 milioni.

I saggi attualmente in vigore, tu tt’altro che nor­ mali, non sembrano influire sull’ottimismo che forma il fondo della tendenza dei vari mercati, tanto più che, oltrepassata la fine dell’ anno, non può tardare una dètente più o meno sensibile nel prezzo del denaro. Non v ’ ha dubbio che la scarsezza monetaria presente debba ripercotersi sullo sviluppo delle industrie così agli Stati Uniti come in Germania, e ciò mantenga viva nei circoli finanziari una certa riserva ; ma anche a questo riguardo non si hanno soverchi timori. Lo stesso ribasso verificatosi nei prezzi dei principali me­ talli, a cominciare dal rame, nei giorni decorsi, ha ben poco influenzato la fisonomía dei vari centri finan­ ziari.

Data la ricorrenza delle feste natalizie, che ha ri­ dotto il numero delle sedute di Borsa e distolto al­ quanto gli operatori dagli affari, era da attendersi che l’ attività— anche indipendentemente dall’ imminenza del termine annuale — dovesse nell’ottava rallentarsi ; le disposizioni sono rimaste però ovunque soddisfacenti e i corsi si sono mostrati assai sostenuti. In generale i fondi di Stato hanno accentuato la propria fermezza, e anche sui centri nei quali è più gravoso il presente momento monetario, quali le piazze di Londra e Ber­ lino, le Rendite sono state assai ben' tenute, e i valori in genere non hanno dato segni di depressione.

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