GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FIN A N ZA, COMMERCIO, BANCHI, FER RO VIE, INTERESSI P R IV A T I
Anno XXXIV
Voi. XXXVIII
Firenze, 20 Gennaio 1907
N. 1707
SOM M ARIO
: Il consolidamento di alcuue entrate — Il bilancio francese per il 1907 — Ancora gli zuccheri — II Comune di Milano ne! 1905 .—-R ivista Bibliografica
: Giovanni Calò, Il problema della libertà nel pensiero contemporaneo - Gustav ' Vogt, Die Vorteile der Invaliden versicherung ihr Einfluss auf die deut- schvolkwirt schaft - Doti. Sgfried Mehler, Die Volkversicherung in der Schweiz —Rivista economica
e finanziaria
: Il valore di Borsa delle azioni delle principali Banche e Società italiane nel 1906 - Cassa na zionale per la invalidità e la vecchiaia degli operai - Il bollettino degli scioperi in Italia - La questione tra pro prietari e fittavoli vercellesi - L'enologia nazionale - Il censimento della popolazione francese - Le vie d’accesso Ira la Francia e l’ Italia - Il Congresso africanista - Federazione delle cooperative tedesche di consumo - Un Libro Bianco sid pauperismo in Inghilterra e nel Galles - Il movimento della popolazione a Londra —Rassegna del
commercio internazionale
: Il commercio delta Spagna e degli Stati Uniti — I provvedimenti pei ser vizi postali e telegrafici — L ’opera della Società Umanitaria a Milano — Il lavoro italiano a New-York — Camere di commercio — Mercato monetario e Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.il d ie vuol dire quasi tre volte il prezzo del prodotto, non può e non deve su b ord in a re la riduzione di questo enorme balzello alle contin genze della politica commerciale internazionale. Ciò vorrebbe dire che gli italiani dovrebbero es sere puniti con quel gran dazio fiscale sul pe trolio, perchè la Russia e gli Stati Uniti non vo gliono ribassare il prezzo delle sete o degli agrumi. Si comprenderebbe che se il dazio sul pe trolio fosse a 15 od a 20 lire si contrattasse con uno o l’altro dei due Stati per proporne la riduzione in cambio di alcune agevolezze ai, no stri prodotti. Ma quando un prodotto è gravato quasi del 300 per cento ed il bilancio è in con tinuo avanzo, dóve essere desiderio vivo del Mi nistro delle finanze di limitarlo: il più che sia possibile, indipendentemente dall’esito di ogni trattativa commerciale.
Si è pure affermato in questi giorni che le discussioni tra i negoziatori italiani ed il Governo russo, non avevano dato alcun risultato ; e si era pubblicato una specie di ultimatum affermando che se per il giorno 20 del corrente mese non si fosse venuti ad alcuna conclusione, il Governo italiano avrebbe abbandonato ogni ulteriore trattativa ed avrebbe lasciato, riguardo al petrolio, le cose come sono rivolgendo quindi gli studi di sgravio ad altri prodotti.
Altri però ritengono, che quelle notizie sui negoziati colla Russia non fossero che un mezzo indiretto per far pressione su quel Governo affin che si decidesse ad ulteriori concessioni.
- Dove stia la verità non sappiamo, ma te miamo assai invece che l’ esito negativo delle trattative colla Russia, sarà un pretesto per ri tardare qualunque proposta. Più o meno palese mente infatti si è formata una corrente di idee che conducono a questo ragionamento : — quando il paese era in gran disagio economico una ri forma tributaria e gli sgravi potevano essere giu stamente richiesti, perchè il contribuente pativa ad un tempo il peso dei balzelli e la ingiusta
IL CONSOLIDAMENTO DI ALCUNE ENTRATE
Le notizie che si hanno sugli intendimenti del Ministero circa la promessa riforma tributaria comprendente gli sgravi, sono così incerte e con tradditorie, che non è possibile farsi alcun chiaro concetto dell’argomento. Si dice che durante la prossima settimana i Ministri concreteranno i progetti da presentarsi al Parlamento quando il 30 gennaio si riadunerà, ma nemmeno questo sembra sicuro. [1 Ministro delle Finanze sta sempre studiando e, si ripete, non sono ancora conclusi i suoi studi.
Questa abitudine del segreto è tutta italiana; essa si è già recentemente applicata per i trat tati di Commercio, per la questione ferroviaria, ed ora si riprende per la questione della riforma tributaria e degli sgravi. Ma a chi ben guarda non si tratta veramente di segreto, il quale am mette la esistenza di qualche cosa che si tiene celato, ma piuttosto di incertezza e di indeter minatezza che si cerca di velare col mistero. Però non si avvede il Governo ohe in tal modo desta aspettative sempre crescenti, le quali poi, quando gli intendimenti saranno palesi, si cam bieranno in disinganni; e nello stesso tempo si lascia la opinione pubblica senza guida, così che le proposte si moltiplicano, gli studiosi vagano nel buio escogitando sistemi e provvedimenti che sconvolgono e sviano od anche adulterano la genuina espressione della maggioranza del paese.
loro ripartizione ; ma ora che il paese è in nna insperata condizione di prosperità, il peso dei bal zelli è molto meno avvertito ed alle ingiustizie del sistema tributario il contribuente si è già abituato ed adattato, così che forse una riforma potrebbe creare nuove sperequazioni.
Con tale sottile ragionamento si dovrebbe quindi concludere : che una riforma tributaria od nn alleggerimento di balzelli quando il paese sia in grave disagio non si possono fare perchè lo Stato non ne ha i mezzi ; — e quando lo Stato ne ha i mezzi, sia inutile provvedere a riforme od a sgravi perchè il paese non ne ha bisogno.
L ’assurdità di tali concetti è evidente quando si pensi quante volte sia stata dimostrata la iniquità del sistema tributario italiano e la iper bolica altezza delle aliquote; sarebbe, applicando quei concetti, condannare ii paese a sottostare senza speranza al cattivo regime fiscale da cui è maltrattato.
Temiamo pertanto che tutta la politica del Ministero sarà per non far nulla e continuare a promettere; e che Se anche presenterà qualche progetto, la macchina parlamentare si mostrerà così lenta e così imbarazzata ad apparecchiare la discussione, che le solite vicende inattese man deranno tutto in dimenticatojo.
Il Ministro del Tesoro ha però formalmente dichiarato che i 20 milioni derivanti dalla con versione della rendita si debbono considerare accantonati con vantaggio dei contribuenti; non ha detto quanto dovrà essere accantonato per cominciare le riforme e gli sgravi ed è possibile che la cifra dei 20 milioni, che non si avrà se non in gennaio (dieci al semestre), e la parola accantonare che vuol dire « mettere da parte », costituiscono le dessous du jeu , e quindi, anche per questo, ogni proposta sul tema di riforme o di sgravi si rimandi a quando vi saranno effet tivamente i 20 milioni accantonati o peggio più ventine di milioni accantonati.
A buon conto intanto le spese aumentano da tutte le parti in modo tumultuario; la buro crazia ha saputo assalire il Governo con masse compatte sicché le resistenze furono scarse e vane; in poco tempo tra votate e proposte le nuove spese raggiungono molte e molte diecine di mi lioni, onde è da temersi che se mai lo slancio con cui in questi ultimi anni i tributi diedero mag giori entrate, si affievolisse, saremo nel pericolo non diremo del disavanzo, ma di non trovare più quei 20 milioni coi quali il Ministro del Tesoro ha fatto tacere quei pochi deputati che gli do mandavano il mantenimento di tante sue pro messe.
Ed è per queste considerazioni, soprattutto per il convincimento che la buona volontà sia molto debole, che ritorniamo su una nostra mo desta idea; quella del consolidamento di alcune entrate, e specialmente dei consumi popolari.
Abbiamo grauo, sale, tabacchi, petrolio, zuc chero, il cui gettito, da qualche anno a questa parte, è in continuo aumento. Le cifre sono state esposte tante volte che è inutile ripeterle ancora, ma tutti sanno che se si tien conto dell’ottennio ultimo, si ha una bella cifra di aumento.
Ebbene, se si dichiarasse di consolidare col bilancio queste entrate nel senso di non fare
ulteriore assegnamento sull’aumento del loro get tito, e si tenessero ferme quali furono preven tivate nel bilancio in corso, ed il 60 per cento del maggior reddito di tutte insieme queste en trate, si consacrasse a diminuzione delle aliquote di dazio o di tassa di fabbricazione, prima di uno epoidell’altro prodotto si potrebbe ottenere una automàtica riforma a base di sgravi, che non comprometterebbe il bilancio e non avrebbe bi sogno di grandi discussioni. La diminuzione po trebbe farsi prima sul sale poi sul petrolio, e quindi sullo zucchero, o nell’ordine che si cre desse meglio, fino a ridurre la aliquota al 50 0/° della attuafe.
Se, come non vi ha dubbio, riuscisse un tale sistema quasi automatico, che non affaticherebbe ad applicarlo la mente nè dei Ministri, i quali sembra che abbiano tanto bisogno di studiare tutto, nè dei rappresentanti, che invece hanno tanta poca vo glia di studiare, il sistema potrebbe poi appli carsi anche per altri tributi che hanno pur bisogno di riforma come il registro e bollo, la ricchezza mobile ecc. ecc.
Lo Stato avrebbe sempre il suo incremento di reddito nel 40 per cento del maggior reddito che sarebbe lasciato al bilancio, e si potrebbe così vincere quella resistenza passiva che da die cine d’anni incontra ogni riforma tributaria.
Abbiamo altra volta esposto, più ampiamente anzi, il meccanismo di questo sistema e qui lo ri cordiamo in questo momento, pur troppo con poca speranza.
IL BILANCIO FRANCESE PER IL 1907
Il Ministro delle finanze sig. Poincaré aveva presentato nel Giugno decorso un bilancio per l’esercizio 1907, che raggiungeva la cifra di 4,010 milioni ; era la prima volta che il bilancio fran cese avrebbe oltrepassati i quattro miliardi ; e, sebbene il fatto fosse prevedibile, poiché negli ultimi esercizi la spesa aumentava sempre e non vi era alcun accenno ohe potesse consolidarsi al meno per qualche tempo, tuttavia impressiona sempre il raggiungimento dei 4 miliardi, ai quali sette o otto anni or sono non si pensava certo di arrivare così presto.Se non che la Commissione dei bilancio della Camera dei deputati, togliendo alcune entrate e nello stesso tempo alcune spese, ridusse la cifra alquanto al di sotto dei quattro miliardi.
Infatti il Ministro Poincaré aveva previsto le seguenti cifre sommarie :
Entrate Spese Avanzo 4,010.922,535 4,010,301,234 621,301
La Commissione modifico quelle previsioni nel seguente modo :
Entrate Spese Avanzo 3,836,372,273 3,836,334,886 37,384
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esercizi, tanto più se si considera che la Com missione del bilancio ha potuto ridurre la cifra, dello spese attribuendo all’ esercizio in corso 1908 le spese occorse per l’affare del Marocco ed am montanti a 128 milioni, che erano state dal M i nistro attribuite all’ esercizio 1907.
Tra il 1907 ed il 1906 vi è un aumento di spese di circa 300 milioni, di cui 193 per la Guerra e Marina ; il che vuol dire che, non ostante le proposte di disarmo, e non ostante la bella iniziativa dell’ Inghilterra, le spese militari sono sempre una delle cause principali dell’aumento dei bilanci.
E ’ importante notare che,.dorante la discus sione del bilancio in seno della Commissione par lamentare, è sorta una questione di massima che avrebbe avuto un carattere di grande importanza, se non fosse stata in gran parte ispirata dalla politica.
Il Ministro Poincaré aveva proposto che una parte del disavanzo, e precisamente per la somma di 244 sui 300 milioni, dovesse esser coperta con un prestito, cioè colla emissione, di buoni del Tesoro redimibili. Il Ministro giustificava questa proposta rilevando che trattavasi di spese straor dinarie, le quali, senza venir meno ai sani prin cipi di finanza, possono- essere colmate con la aocenzione di debiti; e considerava d’altra parte che era buona cosa togliere di mezzo, con un prov vedimento eccezionale, il disavanzo del 1907, eser cizio per più ragioni diffìcile, mentre i succes sivi esercizi avrebbero presentato risultati molto migliori.
Ma la Commissione del bilancio tenne fermo nel suo concetto di non ammettere ohe tutte le spese straordinarie, quali le aveva qualificate il Ministro, fossero veramente straordinarie; asse rendo che, sebbene,sotto un’altra denominazione, esse si pi esentavano per una certa cifra tutti gli anni, per cui perdevano quel carattere di straordinarietà ohe può giustificare che si accor dino debiti per far loro fronte.
E probabile che in questa rigidità entrasse per' non poco la questione politica, perchè infatti, succeduto al Ministro Poincaré il Cailloux, la Commissione transigette dal suo principio ed am mise che le spese straordinarie fossero coperte da un prestito, però per soli 62 milioni.
Successivamente Camera e Senato hanno por tato lievi modificazioni al bilancio, che fu nei giorni passati definitivamente approvato nelle se guenti cifre sommarie:
Entrate 8,834,033,228 Spese 3,833,541,200
Avanzo 392,014
Il debito, che il Ministro delle finanze ha au torizzato a creare, ammonta a 91 milioni.
E ’ meritevole di osservazione il fatto che tanto alla Camera dei deputati come al Senato venne rilevato l’ aumento notevole della spesa, che richiede sempre nuovi sacrifizi dai contribuenti, per quanto da più esercizi si provveda ad una parte del disavanzo per mezzo di debiti nuovi.
E qualcuno ha osservato che, sebbene si possa sempre lare assegnamento sulla ricchezza della Fran cia e quindi sulla sua potenza contributiva, tut tavia vi è qualche sintomo da cui si può temere
! che, se l’ aumento dei tributi continuasse a proce- cedere così rapidamente, si potrebbe facilmente raggiungere il punto di esaurimento. Nessuno pensa che si possa seriamente frenare le spese, quando si rifletta specialmente che lo Stato si è tatto in Francia largo integratore delle esigenze dei nuovi tempi, specie dei lavoratori, ed ha quindi cominciato a dare largo sviluppo alle isti tuzioni sociali, che valgono ad assicurare un mi- | nimo di tranquilla esistenza agli impotenti per malattia o per vecchiaia; ma in pari tempo tutti ! convengono che sia necessario misurare i passi che si fanno neH’aumentq dei tributi, affine di lasciar tempo ai contribuenti di creare le nuove ricchezze ed i nuovi redditi di cui lo Stato vuol partecipare.
E tanto più si opina generalmente, che sia prudente, una remora nel progresso fiscale, in quanto la Francia si apparecchia ad una grande riforma tributaria col proposito di perequare i tri buti, meglio proporzionandoli alla potenzialità delle, fortune. Una speciale Commissione sta facendo nna grande inchiesta, i cui risultati formeranno a suo tempo argomento di ponderati e radicali provvedimenti fiscali.
Così la Francia, senza audacie, ma anche senza eccessivi timori, si apparecchia a svecchiare la sua legislazione-tributaria e cerca di dare ad essa una forma più consentanea ai nuovi tempi e meno ingiusta verso una parte dei cittadini, oggi più oppressi dalla iniquità dei vecchi sistemi, che dal peso delle gravezze.
ANCORA GLI ZUCCHERI
Il sig. Edoardo Giretti ci dirige la lettera che pubblichiamo qui sotto; e la pubblichiamo testualmente sebbene la forma sua non ci sem bri misurata, perchè, in luogo di argomenti positivi e di fatto, abbondano affermazioni ipoteti che e giudizi avventati, che nulla aggiungono ad una utile discussione.
Noi ammiriamo la notevole attività colla quale il sig. Giretti prosegue la sua campagna contro la industria degli zuccheri in Italia ; tale attività non è superata che dalla unilateralità dei suoi giudizi e dalla abilità colla quale "cerca sempre di sfuggire ai latti positivi, che vengono opposti alle sue conclusioni.
Il sig. Giretti chiama « scandalo politico » la protezione accordata dalla legge finanziaria alla industria saccarifera italiana; noi chiamiamo e crediamo « scandalo politico » il sistema che si vorrebbe che lo Stato seguisse per gli zuccheri, come ha seguito per la marina mercantile.
Ed i due punti fondamentali stanno in que ste domande:
E ’ o non è vero che la legge, accordando il margine di lire 28.85 tra la tassa di fabbrica zione ed il dazio sullo zucchero, ^ volle provo care la costituzione in Italia della industria sac carifera, per « emancipare la nazione », come si dice in gergo protezionista, dal tributo verso l’estero?
E se questo è vero, come potrebbe onesta mente lo Stato seguire ora una politica opposta e, togliendo il margine o diminuendolo, rovinare tutte od alcune delle fabbriche di zucchero che si sono costituite all’ ombra della legge?
Potrebbe far questo,come ha fatto per la Terni, in causa dell’ enorme guadagno che ricava la in dustria da questa protezione.
Ma noi abbiamo più volte domandato al si gnor Giretti di dimostrarci che in un quinquen nio le fabbriche di zucchero italiane hanno potuto ricavare dalla loro industria non un eccessivo guadagno, ma una rimunerazione al capitale in misura equa e conveniente. Ed il sig. Giretti si si è guardato bene dal prendere in considera zione questo punto fondamentale e si è invece preso il gusto di scrivere su molti periodici in torno « ai grassi guadagni dei 33 », intorno al « locupletare dei produttori sui consumatori » ecc. ecc.
Queste sono chiacchiere buone per quelli « che non sanno » ; nói abbiamo portato in pub blico fatti, da>i, cifre, bilanci; ed allora il signor Giretti non oppose nulla, ma continuò a parlare dell’ Eridania, pur sapendo che l’ Eridania non ha fatto e non fa i suoi utili collo zucchero; ed ha parlato delle ricchezze dell’on. Marami, pur sapendo che i guadagni da lui fatti collo zuc chero, datano dal tempo in cui l’ attuale regime doganale non esisteva.
Tutto il rimanente, cioè la Conferenza di Bruxelles, il calcolare la protezione a 28.85 o 22.50 ecc. ecc. sono fronzoli inutili, di fronte alla questione principale che il sig. Giretti ed altri sostengono.
Noi continuiamo ad osservare: lo Stato ha stabilito un regime doganale allo scopo di invo gliare il capitale a rivolgersi alla industria degli zuccheri, e questo scopo fu ottenuto, così che oggi l’ industria nazionale produce quasi un milione di quintali l’ anno; se la protezione si deve to gliere, perchè gli industriali guadagnano troppo, esibiamo la dimostrazione di questo guadagno. Se' si vuol mutare il sistema, soltanto per le af fermazioni del sig. Giretti, lo Stato seguirebbe una politica non onesta, come lo ha tatto per la marina mercantile promettendo per dieci anni, con una legge, dei premi, allettando il capitale, e dopo, riducendo i premi.
Il concetto dell’ imperium che allora pre valse in Parlamento, non è che un pretesto per coprire malamente un atto non corretto. E no tiamo un’ altra volta che la riduzione della pro tezione, oltre una certa misura, produrrebbe la chiusura delle fabbriche più deboli, e perciò ren derebbe più forti le forti, senza contare i danni di ordine diverso.
Ripetiamo poi : che se il Governo intende di sgravare lo zucchero per renderlo più a buon
mercato, farà opera saggia, e certo ci avrà con senzienti e plaudenti; ma farebbe opera malsana e dannosa se volesse applicare lo sgravio distrug gendo una industria che egli ha fatto nascere pochi anni or sono.
Quando il sig. Giretti ed i suoi 45 mila compagni, avranno inaugurato lo Stato socialista, allora potranno maledire alla memoria delle gesta del capitale; ma finché il capitale è necessario per la prosperità economica di una nazione, è ufficio intelligente di un Governo, che sappia governare, di non accrescere le diffidenze che già sono molte, in un paese come il nostro, dove i Governi non hanno idee concrete, o, se ne hanno, mancano del coraggio necessario per so stenerle.
Consentiamo col sig. Giretti che lo Stato non ricava direttamente dallo zucche: o le 99 lire di dazio per quintale, subitochè lo zucchero si produce in Italia e non viene dall’estero; però se il sig. Giretti volesse darsi la pena di para gonare 'ciò che paga una fabbrica di zucchero in Italia, con ciò che paga in Francia o nel B el gio, vedrebbe che la cifra non è molto diversa.
E, dopo ciò, ecco la lettera del sig Giretti : Onorevole signor Direttore,
L ’ « Economista » nel suo ultimo numero, riprodu cendo la lettera dall’on. Marami, pubblicata nel gior nale « La Tribuna » chiama concludente ed esauriente » l’esposizione fatta dell’on. deputato di Legnago delle ragioni che — secondo lui — si oppongono ora ad una diminuzione, del protezionismo zuccheriero.
Io non intendo rinnovare nelle colonne dell « Eco nomista » la confutazione degli argomenti dell’on. Ma rami, ma mi meraviglio che una Rivista seria ed au torevole come è 1’ « Economista » abbia potuto trovare «oggettivi » e lasciar passare senza il menomo rilievo questi due argomenti dell’on. Maraini :
L) La sua pretesa dimostraz one che la protezione alla industria delio zucchero italiana è di lire 22.50 e non di lire 28.85. L ’on. Emilio Marami è persona troppo competente in materia perchè sia possibile ere- dere che sia solo fortuita la confusione da lui fatta tra la protezione generale della industria zuccheriera in Italia e quella della fabbricazione disgiunta dalla rat- finazione dello zucchero. L ’on. Maraini può giuocare sulla supposta ignoranza dei suoi lettori, ma 1 « Leo nomista che parla della « obbiettività » dell on. Ma rami non può e non deve prestarsi ad un tale genere di « equivocazioni >.
2) L’altra affermazione dell’on. Marami che a Gran Bretagna, la Francia, l’ Austria, l’ Ungheria e a Germania siano state ufficialmente rappresentate alla Conferenza di Bruxelles da fabbricanti di zucchero allo stesso modo in cui l’ Italia è stata rappresentata dallo scrittore della lettera, on. Maraini.
L i verità è invece, e 1’ « Economista » non la può ignorare, che alcuni fabbricanti e raffinatori di zuc chero vennero aggiunti in qualità di delegati speciali per le discussioni tecniche alle delegazioni diplomati che ed ufficiali degli Stati sopra enumerati, ma non in qualità di plenipotenziario italiano, perché il nostro ministro residente a Bruxelles non era in grado, anche per le sue condizioni fisiche, di prendere una parte at tiva ai lavori della Conferenza. .
Che l’on. Maraini abbia seguito a Bruxelles in tutto e per tutto le istruzioni del Governo italiano, ciò non vuol dire niente. Il fatto è che l’on. Marami a Bruxelles ha fatto in qualità di plenipotenziario del l ’ Italia gli interessi esclusivi delle B3 fabbriche di zuc chero, di pieno accordo col Governo italiano, ed è questo appunto lo scandalo politico che io ho denunciato da tempo, di un deputato fabbricante di zucchero man dato dal Governo a rappresentare ufficialmente il paese in una Conferenza internazionale, in cui pure glv in teressi dei consumatori avevano il diritto di essere di fesi e tutelati.
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prezzo dello zucchero». Ciò è vero perla piccola porte di zucchero importato, ma per quello prodotto dalle
3à fabbriche della « Unione Zuccheri » non sarà mai abbastanza ripetuto che il fisco si porta via le lire 70.15 della tassi di fabbricazione e che le altre lire 28.85 (non 22.50 come vuole Ton. Marami con troppo evidente disprezzo della verità e della sincerità) sono portate via dalla coalizione dei fabbricanti e raffinatori nazionali.
Non discuto coll’ « Economista » il valore delle pro messe fatte dai ministri per incoraggiare 1’ industria saccarifera italiana. A tale stregua nessuna riforma libero-scambista sarebbe mai stata possibile, perchè non sono mai mancate in nessun paese le promesse e gli affidamenti ministeriali che non sarebbero tolti od attenuati per molto e molto tempo i peggiori sistemi di protezionismo e parassitismo politico.
Spero che 1’ « Economista darà posto nel suo pros simo numero a questa mia rettifica di fatti e con tutta stima mi rassegno, di lei signor Direttore,
devotissimo
Ed o a rd o Gi r e t t i.
Bricherasio, 14 gennaio 1907.
P. S. — Sono d ’accordo coll’ « Economista » nel deplorare la «scarsa istruzione economica dell’Italia». Ragione di più per deplorare in pari tempo che quelli che sanno cerchino di profittare della generale igno
ranza. E. G.
Il Comune di Milano nel 1905
Il Comune di Milano ha pubblicati i suoi consueti D ati statistici anche per l’anno 1905. Come abbiamo dato resoconto del movimento di altri Comuni, cosi vogliamo darlo della grandis sima città lombarda, la prima invero per movi mento commerciale e industriale; e tanto più volentieri ci accingiamo a scorrere le cifre del volume che abbiamo sott’occhio, in quanto che i D ati statistici milanesi ci si presentano compilati con grande estensione e straordinaria larghezza di elementi, sì da dare il quadro più completo e più preciso della multiforme vita della grande Metropoli. Cominciando dai dati demografici, os serviamo che dalle risultanze dell’ ultimo censi mento la popolazione stabile o legale apparisce in numero di 490,084 di cui 942,291 uomini e 247,093.
I matrimoni celebrati in Milano nel 1905 furono 4111, cifra superiore assai a quella veri ficatasi in tutti gli anni precedenti, essendo stati 2304 nel 1873, 2617 nel 1883, 2823 nel 1893, 3174 nel 1898, 3753 nel 1902, 3772 nel 1903 e 3958 nel 1904.
Troviamo pure continuo il miglioramento nella istruzione degli sposi, poiché mentre nel 1884 sopra 1000 atti se ne avevano 34 non sotto- scritti da nessuno degli sposi, nel 1894 se ne avevano 17, nel 1902 solo 6, e nel 1905 solo 5.
Tra le . città con più di 100,000 abitanti, M i lano-e Torino sono quelle che hanno il minor numero di sposi analfabeti, seguite da Genova, Bologna e Firenze. L ’analfebetismo invece — a tutti è noto — predomina nelle città dell’ Italia meridionale e in Sicilia.
Anche nelle provi noie si nota una continua diminuzione di analfabeti ; le provircie che ne dànno il minor numero sono quelle di Torino, Como, Sondrio e Novara: viceversa, quelle nelle quali l’analfabetismo è più accentuato sono Po
tenza, Catanzaro, Girgenti ecc. La media nel Regno è, da 36 nel 1876, discesa a 43 nel 1892 e a 39 nel 19J4.
I nati vivi furono 13,638 di cui 6933 ma schi e 6705 femmine. L e nascite illegittime an darono brevemente aumentando. Si ebbero nel 1905, 501 nati-morti, cifra non mai raggiunta in tutti gli anni precedenti, salvo il 1901 (524) e il 1903 (515). La fecondità della popolazione rapporto tra il numero doi concepimenti e quello della popolazione) tende a diminuire.
I morti in Milano appartenenti al Comune nel 1905 ammontarono a 9739, superando di 947 la cifra avutasi nel 1904, di 519 quella del 1903, di 697 quella del 1902, di 406 quella del 1901, di 1112 quello del 1898, di 1241 quella del 1857.
E ’ interessante pure il notiziario reativo alla emigrazione ed immigrazione. L ’ aumento che si verifica ogni anno nel numero degli abitanti è dovuto infatti per la massima parte alla im migrazione.
Infatti si legge che vi furono dal 9 febbraio 1905 (epoca del censimento ultimo) al 31 dicem bre 1905, 38,878 immigrati. Nel 1905 immigra rono nel Comune di Milano 17,508 individui (9068 maschi e 8440 femmine): di essi 7046 prò .venivano dalla Provincia di Milano: gli emigrati
invece furono 5098 (2530 maschi é 2568 fém mine).
Vogliamo anche spigolare qualcosa dai quadri numerosissimi che si trovano nei D ati statistici.
Ecco il novero dei nati e dei morti negli ultimi anni:
Nati Morti
Anni Mascìli Femmine Maschi Femmine. 1897 6592 6239 5617 4963 1898 6441 6233 5492 4856 1899 6198 6024 5661 4992 19») 6364 6007 5669 5111 1901 , 6667 6447 5201 5316 1902 6776 6495 5718 5509 1903 6524 6492 5724 5085 19J4 6970 6748 5608 5220 1905 6933 6705 5591 5153
Ed ecco il quadro degli immigrati ed emi-grati sempre per lo stesso numero di anni e di-stinti per sesso :
Immigrati Emigrati Anni Maschi Femmine Maschi Femmine
1896 5741 :>604 171G 1736 1897 6032 5992 1955 1850 1898 6009 6007 2014 1993 1899 7145 6930 1850 1897 1900 8064 7503 2011 2071 1901 5143 4804 - 1639 1571 l.i02 5159 4812 1657 1718 1913 5419 4960 2119 2185 19U4 5666 5515 2236 2330 1905 9068 5440 2530 2568
Pubblichiamo il confrónto tra i matrimoni ce-lebrati in Milano é nel Regno su ogni 1000 abi-tanti :
Invece il quadro dei morti, colle stesse distin zioni, è il seguente:
Anni Maschi Femmine 300 abitantimorti su
1896 5667 4963 24.05 1897 5492 4856 22.89 1898 5661 4992 23.01 1899 5669 5111 22.79 1900 1901 5316 23.15 1901 5748 5509 23.38 1902 5724 5085 22.06 1903 5668 2220 21.82 1904 5590 5153 21.18 1905 6079 5644 22.52
Infine ii Dati ci offrono il ragguaglio, abil-mente e con nuovi criteri compilato, delle cause di morte ; statistica preziosa, che può essere di imtegnamento e consiglio a suggerimenti igienici di una utilità straordinaria.
Sono ben 156 generi di malattie, tra i quali ci si distribuiscono gli 11326 morti; di questi 9739 sono appartenenti al Comune di Milano, s gli altri ad altri Comuni. Di queste malattie dettero il maggior contingente la tubercolosi, Fa trofia congenita, l’apoplessia, la polmonite, le malattie di cuore.
Ecco ancora il numero dei suicidi negli ultimi cinque anni: Maschi Femmine 1901 84 18 1902 74 22 1903 74 17 1904 84 26 1905 94 28
La statistica ci dà pure un confronto tra Milano e i e altre città italiane estere; confronto interessantissimo del quale ci occuperemo pros simamente.
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iv is t a
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ibliog rafica
G io v a n n i C a lò . - 11 problema della libertà nel pensiero contemporaneo. — Milano li. Sandron,
p. 228 (L. 3.50).
Non è un libro che tratti di libertà politica, nè di libertà economica, come potrebbe far cre dere il titolo; è un lavoro di alta filosofia, nel quale l’ Autore si sforza di esporre, con una certa chiarezza, la analisi e la sintesi dei problemi scien tifici osservati in tutto insieme, così da poter determinare le leggi con cui si affacciano, si svol gono e si risolvono nel pensiero umano.
L a natura del lavoro non permette nem meno un cenno di riassunto, e la materia, che esce, più di ogni altra, dalla nostra competenza non concede un giudizio. Diamo quindi i titoli dei diversi capitoli. 1° Genesi e sviluppo storico del contingentismo ; — 2° La contingenza e la li bertà; — 3° La soluzione prammatica del pro blema della libertà; — 4° Conclusione. La li bertà del volere.
In più punti il lavoro ci è sembrato non abbastanza chiaro, ma soprattutto ci è sembrato che nella discussione della libertà della volontà umana, l’Autore, concludendo in favore di tale libertà, abbia già dato a questa parola un si gnificato, che è molto diverso da quello nel quale
ordinariamente è accettata. Così troviamo questo periodo, che ci pare significativo per giudicare il pensiero dell’Autore. « Una volizione può avere « la sua causa altro che in un’ altra volizione? « L ’ammetterlo sarebbe altrettanto assurdo quan- « to ammettere un pensiero che non abbia la « sua causa in un altro pensiero, ma in qualche « cosa d ’estraneo allo stesso pensiero. Se ben si « riflette, un motivo che determina la volontà « senza essere esso stesso voluto (?) è una con- « tradizione ; un motivo che sia causa massima « di una volizione, rimanendole estraneo, non « fa che eliminare la volizione, non deve ces- « sare esso stesso d’ essere un motivo per diven- « tare un impulso, un’ eccitazione qualsiasi. Quan- « do vogliamo, e nei limiti in cui vogliamo, noi « vogliamo perchè vogliamo ».
La spiegazione sarà filosofica, ma confessiamo di non averla capita, non ostante la nostra buona volontà.
Gustav Vogt.
- Die Vertette der Inraliden versi- cheruny ihr Einfluss a u f die deutschvolkivirt schaft. — Berlin, A. Troschel, 1905, pag. 452.L ’Autore esamina un punto interessantissimo delia questione, che riguarda l ’Assicurazione degli invalidi in Germania. Fin dal primo capitolo, dopo aver fatto una breve storia di questa isti tuzione, si propone la domanda : quale utile abbia portato la assicurazione degli invalidi : ed esa mina il tema, tanto per gli invalidi propriamente detti, quanto per gli invalidi per età, specialmente sulle disposizioni, che sono comuni alle due classi di assicurati.
Quindi si propone un secondo quesito : quali sono i presupposti per il conseguimento di tale utile; e si estende a determinarli minutamente nelle diverse forme e nelle organizzazioni con cui procede la istituzione.
Passa quindi alla parte, diremo così, positiva, cioè al come si conseguano tali utilità sulla assi curazione degli invalidi.
Finalmente l’ ultima parte tratta degli effètti della assicurazione degli invalidi sulla economia tedesca, effètti sugli assicurati, sui lavoratori, sui Comuni e sulla vita del popolo.
Questo lavoro, sebbene riguardi un argomento tutto speciale, ha vedute molto larghe e spazia, talvolta con qualche digressione, nelle più im portati questioni della vita sociale e dei diversi doveri che hanno tra loro le classi che la com- pogono. In sostanza l’Autore sviluppa in modo quasi esauriente il titolo molto compressivo che ha posto al suo studio.
Dott.
S ig fr ie d M e h le r . - Die Volkversicherung in der .Schweiz. — Leipzig, U. Deichert, 1903, pag. 122, (M. 2.50).Sotto la guida del professore Giorgio Schanz il giovane Autore tratta con una certa larghezza di studio, l’ interessante argomento della assicu razione popolare nella Svizzera.
20 gennaio 1907 L ’ ECONOMISTA 39
giudicando della organizzazione e dei mezzi di cui dispongono le istituzioni di assicurazione; ma sopratutto in questa parte sono interessanti i due capitoli che riguardano i mezzi per popolarizzare l ’assicurazione popolare nella Svizzera e le pro poste di vari scrittori per le piccole assicurazioni sulla vita. Chiude il libro, dettato con cura e con ordine, un progetto che concreta e riassume i concetti svolti dall’ Autore.
RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA
Pubblichiamo, traendolo dall ’Economista d’ Ita lia, il valore di Borsa delle azioni delle principali Banche e Società italiane nel1906
.
Esso, in quanto risulta dal prezzo di com pensazione a fine dicembre 1906, si elevava a 3.740.800.000 L ir e , con una diminuzione di 88.500.000 Lire sul valore al T° gennaio 1906.Il quadro seguente dà alla fine di ciascun mese il valore di Borsa dei titoli considerati e permette di seguire le variazioni del corso du rante l’anno testé finito.
Date Valore di Bórsa in milioni di lire Fine dicembre 1905 3,829,3 3,925,0 » gennaio 1906 » febbraio » 4,031,3 » marzo » 4,032,8 » aprile » 3.937,8 » maggio » 3,894,4 » giugno » 3,929,6 3,932.2 » luglio » » agosto » 3,858,6 » settembre » 3,879,9 » ottobre » 3,758,8 » novembre » 3,756,9 » dicembre » 3,740,8
Differenza lier l’anno — 88,5 » massimo in più +203,5 » minimo in meno — 112,4
— Vogliamo accennare al lavoro della Cassa Nazionale per la invalidità e la vecchiaia degli operai. Durante il mese di settembre
sono pervenute alla sede centrale della Cassa Nazionale di previdenza per la invalidità e per la vecchiaia degli operai, 1321 domande di inscri zione, delle quali 767 nel ruolo mutualità e 554 nel ruolo contributi riservati.
Tra le inscrizioni collettive sono da annove rarsi le seguenti:
Associazione generale di mutuo soccorso di Bergamo (85 iscritti) ; Società operaia cattolica di mutuo soccorso di Corniglio (Parma) (2 8 iscritti), Società operaia di mutuo soccorso San Donnino (44 iscritti), Società operaia di mutuo soccorso di Modena (11 iscritti).
Operai della società generale dei telefoni (32 iscritti), dello Stabilimento Armstrong di Pozzuoli (124 iscritti); del Cotonificio Leumann di Torino (27 iscritti); della ditta Borsalino di Alessandria (21 iscritti) ; della ditta Lapi di Città di Castello. (12 iscritti).
Salariati delle manifatture dei tabacchi (163 iscritti); delle coltivazioni dei tabacchi (11 iscritti); dell’ officina Carte
e
Valori di Torino (33 iscritti) ; del Comune di Salsomaggiore (21 iscritti).— Ecco il bollettino degli scioperi in Ita lia nel mese di novembre 1906 pubblicato dal-
! l’ Ufficio del lavoro:
Il numero complessivo degli scioperi fu di 112, di 34 dei quali non si conosce il numero degli scioperanti; degli altri 78 il numero degli scioperanti si conosce e fu complessivamente di 9,580 operai.
Tali scioperi furono proclamati : 58 per do manda di aumento di salario ; 6 per resistenza a diminuzione di salario, 27 per altre cause di verse, di 15 infine si ignorano le cause.
Dei 58 scioperi per domanda di aumento di salario 17 ebbero esito totalmente favorevole per gli operai; 21 ebbero esito favorevole sol tanto parzialmente ; 9 ebbero esito sfavorevole, 9 esito sospensivo od ignoto e 2 non finirono nel mese.
Dei sei scioperi per domanda di diminuzione di orario 2 ebbero risultato, parzialmente favo revole agli operai ; 3 sfavorevole e 1 sospensivo. Dei sei scioperi per resistenza a diminu zione di salario, uno ebbe esito intieramente fa vorevole agli operai, uno parzialmente favorevole e quattro esito sospensivo od ignoto.
Finalmente dei 27 scioperi proclamati per ragioni diverse 6 ebbero, risultato intieramente favorevole agli operai, 6 risultati parzialmente favorevole, 11 risultato sfavorevole e 4 sospen sivo od ignoto.
Nel mese di novembre vi furono due ser rate, una nell’agricoltura con numero ignoto di partecipanti e uno nel cabotaggio con 130 ser rate fuori ; la prima alla fine di novembre con tinuava ancora, la seconda, ebbe esito parzial mente favorevole agli industriali.
— Crediamo utile accennare a una riunicne avvenuta a Vercelli circa le questioni tra proprietari e fittavoli vercellesi.
La Commissione era composta, di 11 pro prietari e 11 affittavoli incaricata di studiare una nuova organizzazione di difesa.
Si afferma che fu approvato lo statuto del l’Associazione da istituire.
Il contributo fu fissato in centesimi 25 per giornata di terréno per i proprietari e per gli affittavoli, costituendo così un’attività annua per indennizzi di 130,000 lire.
Per indennizzare i fittavoli, in caso di scio pero parziale è fronteggiare la situazione creata dalle organizzazioni dei contadini, si è stabilito di fondare una speciale Cassa con un contributo del 10 per mille sui fitti dei proprietari e di L . 1 per giornata per gli affittavoli ; in tal mudo si costituisce un fondo di un milione e mezzo.
— Il Circolo enofilo subalpino ha comuni cato al ministro d’agricoltura i voti approvati recentemente dall’assemblea generale dagli azio nisti per favorire l’ incremento dell’ enologìa nazionale.
Per quanto concerne « i provvedimenti di retti tanto ad impedire le contraffazioni ed adul terazioni » che si praticano, nei trasporti oltre Oceano, di vini di altri paesi, che poi sono smer ciati nelle Americhe come vini italiani, quanto ad « assicurare una più rigida applicazione della legge l ì luglio 1904, n. 388, contro le frodi nei vini », il ministro assicura che prossimamente una speciale Commissione verrà chiamata per studiare le opportune modificazioni da introdurre nel regolamentò 5 agosto 1905, nell’ interesse del commercio vinario e per la tutela del buon nome dei nostri prodotti.
—- Il Ministero del Commercio francese ha pubblicato in questi giorni i resultati del censi mento della popolazione francese.
La cifra totale della popolazione al 4 marzo 1906 si è elevata a abitanti 31,257,267 contro 35.961,945 del 1901.
L ’ aumento è dunque di 290,322 abitanti contro 444,613 che era stato constatato col quin quennio precedente.
E importante, conoscere il paragone tra il 1906 e il 1901 nelle città della Francia aventi più di 100 mila anime:
Parigi nos 2,763,393 Differenza sul 4- 49,325 Marsiglia 517,493 + 26.337 Lione 472,114 4- 13,015 Bordeaux 251,947 205,602 4,691 Lilla
—
5,094 Tolosa 149,438—
403 Saint-Etienne 146,788 + 229 Nizza 134,232 + 29,125 Nantes 133,247 + 257 La Havre 132,430 + 2,234 3,348 Roubaix 121,017 Rouen 118.459 + 2,143 Nancy- 110.570 + 8,011 Reims 109,859 + 1,474 Tolone 103,549 4- 1,947— Si ha da Parigi elio ieri l’altro al Senato, discutendosi il bilancio dei lavori pùbblici, il mi nistro, rispondendo a vàri.'oratori sulla questione delle vie d’accesso tra la Francia e l ’Italia,
dichiarò che il Governo francese ha aperte negoziati col Governo italiano per migliorare la stazione di Modano e costruire una àeconda fer rovia Modane-Susa. Soggiunge di credere che i negoziati stessi condurranno ad un accordo.
Quanto alle vie di comunicazione con la Sviz zera, il ministro dichiarò che la linea Basjlea- Vallorbe si deve abbandonare per ragioni finan ziarie e in seguito al progetto svizzero per il traforo del Loctenberg.
Il ministro proseguì dicendo, che l’attenzione si deve piuttosto portare sul traforo del monte Bianco, i cui studi già fatti ne dimostrano la possibilità, e sul traforo del piccolo S. Bernardo.
L ’ oratore terminò dichiarando che è giunto il momento, nell’ interesse nazionale, di risolvere la questione relativa alle vie d’ accesso all’Italia per controbilanciare il traffico del Sempione. La Commissione interministeriale fornirà al Governo gli elementi necessari per prendere una rapida decisione.
— V i è stato recentemente a Madrid il
Congresso africanista spagnuolo, che ha preso
le conclusioni seguenti :
Dare ai porti spagnuoli in Africa, oltre lo stesso regime di quelli della penisola, dei van taggi analoghi a quelli dei porti franchi ; creare in questi porti dei depositi e docks ; chiedete al Governo di ottenere dal maghzen per gli spa- gnuoli l’autorizzazione di esercitare al Marocco l’ industria del sughero nelle condizioni che pre scrive l’atto di A lgesiras; favorire per tutti, con tutti i mezzi, l’ emigrazione degli spagnuoli nei possedimenti spagnuoli in Africa e al Marocco ; creare dei comitati a questo scopo costituire nelle colonie di qualche importanza dei corpi di guardia campestri incaricati di proteggere i beni spagnuoli; concedere dei terreni agli spagnuoli che emigrassero nei possedimenti dell’ Africa oc cidentale; decidere che gli stranieri acquisitori di proprietà nelle colonie spagnuole perdano per questo solo fatto la loro nazionalità e diventino cittadini spagnuoli.
, — Diamo notizia di un rapporto del sig. Kauf- mann, segretario della Federazione delle coo perative tedesche di consumo, da lui letto al
Congresso di Stettino, circa l’ importanza dei pro gressi conseguiti dalla Federazione stessa.
Nel 1902, dice il rapporto, la Federazione contava 585 Società affiliate; nel 1903 ne anno verava 685, nel 1904 era fòrte di 760 e di 855 nel 1905.
A l 1° gennaio 1905, il totale delle società di consumo tedesche era di circa 2,000, a cui erano iscritti presso e poco 1,100,000 soci.
Le 808 società che nel 1905 hanno compilato un rapporto sulla cifra dei loro affari, denuncia rono l’ammontare di un movimento di 230,645,440 marchi. In un anno la loro cifra di affari aumentò di oltre 28,000,000 di marchi, cioè del 14 per cento.
Nel 1905 le cooperative di produzione pro dussero per 20 milioni e 911,598 marchi di mer canzie, contro poco più di 17 milioni nel 1904, un aumento quindi del 22 per cento.
Il valore delle proprietà appartenenti alle Società affiliate ammontava, nel 1905 a 30,469,036 marchi, cioè un aumento di 4,622,596 marchi, che corrisponde al 18 per cento sull’ importo del l’anno precedente. Le società possedevano nel 1905 un capitale di 22,307,573 marchi. Il debito ipo tecario ascende a marchi 16,193,379, I soci hanno depositato nelle casse delle società mar. 11,135,859.
Gli utili netti ricavati dalle Cooperative di consumo, che, nel 1904, erano stati di marchi 16,767,778, salirono nel 1905 a marchi 18,268,773. Questi milioni, che vennero perduti dai nego zianti al dettaglio, furono guadagnati dai con sumatori.
Il numero dei magazzini centrali, che era di 97 nel 1904, salì a 121 nel 1905, e quello dei magazzini di vendita è ora di 2115, contro 1840 nel 1904.
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Si può quindi dire, osserva il rapporto, che nelle cooperative ascritte alla Federazione gua dagnano la vita circa 10,000 persone.
Il giornale della Federazione ha una tiratura di 6800 copie, mentre la tiratura del giornale per le cooperatrici è salita da 146,000 a 157,000 esemplari. Negli uffici di pubblicità della Fede razione sono occupate dodici persone, le quali du rante il 1905 produssero 250,000 marchi di stam pati, contro 200,000 nel 1,904.
— E ’ stato pubblicato un Libro Bianco sul pauperismo in Inghilterra e nel Galles
durante la prima metà del 1906 in confronto colla prima metà del 1897.
In dieci anni la popolazione soccorsa dalla pubblica beneficenza sia nel Worhouses che fuori di questo, aumentò dell’ 11 per cento e la spesa sali da Ls. 2,561,256, quale era dieci anni fa per il semestre in questione, a Ls. 3,428,607 per il semestre corrispondente del 1906.
Il mantenimento di un povero che nel 1897, costava 1 scellino ed 8 pence: nel 1906 è salito a 2 scellini e 2 pence per ogni individuo.
Londra ha speso nel primo semestre del 1906 sterline 793,779 pei suoi poveri.
— B ’ stato pubblicato dal London Couting Candì un quadro sul movimento della popo lazione a Londra. Da esso risulta che le quote
di nascite, matrimoni e morti souo in continua diminuzione nell’ area metropolitana.
Infatti, mentre nel 1901 le nascite rappre sentavano una quota del 29 per mille, i matri moni una quota del 17.6 per mille e le morti una. quota del 17.1 per mille, tali cifre erano già di scese nel 1905 rispettivamente a 27.1 per le na scite, a 16.9 per i matrimoni ed a 15.1 per le morti.
La maggior decrescenza si è riscontrata quindi per le cifre della mortalità, che in Londra è ora minore di quella di Liverpool, di Manche-' ster, di Birmingham, di Leeds e di tutti gli altri maggiori centri d’ Inghilterra.
Nel 1860 la mortalità a Londra era del 25 per 100 e nel 1889 essa era àncora d e l 21 per cento. Il miglioramento sanitario degli ultimi 16 anni è dovuto principalmente al quasi completo rinnovamento dei drenaggi nella città, oome pure alla benefica funzione esercitata dalle ferrovie che sfollarono i quartieri del centro con i cèleri ed economici servizi suburbani.
La maggiore mortalità si verifica nei bambini. Nel 1905 sono morti in Londra 16,314 bimbi di età inferiore ai 12 mesi, cioè 129 per 1009 nascite. L a maggior parte di tali morti è dovuta ad incuria ed a denutrizione.
A tale proposito è bene notare che il Mayor di Houdersfield nel 1905 promise il dono di una sterlina a tutte le madri che, avendo un figlio durante l’ anno di durata del suo ufficio, glielo presentassero vivo e sano nel giorno del suo de cadimento dalla carica; e che in quell’ anno la mortalità infantile di Hondersfield da 134 per mille discese a soli 54 per mille.
Il commercio della Spagna. — Il com
mercio estero della Spagna si è elevato per l’ anno 1906 a 1,565,187,505 pesetas, dei quali 729,015,840 per le importazioni e 836,175,665 per le espor tazioni.
Le importazioni presentano sulla cifra del 1905 un plus valore di 54,246,344 pesetas, e le esportazioni un minor valore di 154,937,048 pe setas.
E ’ interessante la constatazione di queste differenzè che provengono in gran parte dalla rapida discesa del cambio.
Il commercio degli Stati Uniti. — Ecco i
risultati del commercio estero degli Stati Uniti nel mese di novembre e per gli undici mesi dei cinque ultimi anni.
Nel novembre 1906 si ebbero 182,509,000 dollari nella esportazione delle merci e 119,690,000 alla esportazione; per i metalli preziosi si ebbe una diminuzione di 6,971,000 nel bilancio tra entrata e uscita dell’ oro e un aumento di 9,498,000 per l’ argento.
Ecco ora il confronto tra l’anno attuale e gli ultimi cinque anni:
Merci Esportazione
Novembre dollari Importazionedollari 1802 1903 1904 1905 1906 125,200,618 160,268,538 157,679.570 170.328.000 182.509.000 85.336.170 77,006,310 95,157.656 98,284,000 119,690,000 Undici mesi: 1902 1903 1904 1905 1906 1,212,693,530 1,309,938,517 1,305,738,274 1.427.252.000 1.607.693.000 874,959,883 917,725,693 939,345,370 1.078.001.000 1.186.036.000 Metalli preziosi.
I provvedimenti sui servizi postali e telegrafici
Il Ministro delle Poste e Telegrafi ha pre sentato al Parlamento un progetto di legge che contiene provvedimenti diversi per migliorare i servizi dello poste e dei telegrafi.
Diamo un breve riassunto della relazione ed il testo del progetto di legge :
L ’ ampia relazione che precede il disegno di legge consta di due parti l’ una generale e l ’ altra speciale.
Nella parte generale la relazione dice subito degli scopi del disegno di legge :
« Il disegno di legge, secondo il concetto da cui muove l’ intendimento del Governo, di destinare ad investimenti di natura patrimoniale il frutto degli avanzi degli ultimi esercizi, per dare all’ amministra zione i mezzi richiesti dalle alimentate esigenze, si propone appunto di fornire i servizi postali, telegrafici e telefonici di quei più larghi e poderosi impianti che le forze ordinarie, del bilancio non potrebbero appre stare, se non in lungo periodo e con pregiudizio dei traffico, impaziente di immediati ed efficaci provvedi menti. »
Appunto i servizi postali, telegrafici e telefonici si sono venuti mano mano sviluppando, insieme col movimendo crescente del commercio e col progredire dell’ industria nazionale, e quasi nessun provvedimento legislativo si è da anni proposto, fuori di quelli con tenuti nella legge ordinaria del bilancio, per mettere tutto quanto appartiene a quei servizi in condizioni da corrispondere a quell’accrescimento e a quei pro gressi. Onde una stridente proporzione fra i bisogni di quei servizi ed i mezzi finanziari che ad essi erano connessi, e la necessità di una légge che avesse per fine di riparare, per quanto meglio si potesse, a quelle deficienze accumulatesi in parecchi anni.
I! disegno di legge proposto dall’onorevole Schanzer assegna al miglioramento dei servizi postali, telegrafici e telefonici 25 milioni ripartiti negli esercizi dal 1907- 1908 al 1910-911.
Il programma, al quale più particolarmente intende il disegno di legge, si riassume nei seguenti punti :
Per i servizi postali: a) acquisto di vetture ambu lanti ; b) provvista di cassette e ili sacchi : e) istitu zione della posta pneumatica nelle città di Roma, Na poli e Milano.
Per i servizi elettrici: a) trasformazione e sistema zione ideila rete telegrafica, e impianti di stazioni radiotelegrafiche ; 6) estensione della rete telefonica.
per i servizi postali ed elettrici: a) istituzione della scuola superiore postale e telegrafica ; b) sistemazione di locali pei servizi postali e telegrafici nelle città di Milano e di Napoli.
Parliamo di ciascuno di essi :
Ambulanti, sacelli e cassette
Per i servizi postali, il provvedimento più urgente consiste nel dotare l ’azienda di materiale rotabile per il trasporto delle corrispondenze e di mezzi per il rac coglimento, la custodia e l ’avviamento degli eftetti po stali, l ’ uno e gli altri attualmente deficienti, inade guati, rispetto alla entità del traffico, ed altresì deficienti per logorìo dovuto a lungo uso.
Provvede perciò il disegno di legge all’ acquisto di ‘25 carrozze ambulanti a tre assi e di dieoi carrozze per messaggeri: alla trasformazione di 20 delle attuali vetture ambulanti pure per il servizio dei messaggeri ciò che con le 30 carrozze per gli uffici ambulanti e le 22 per i messaggeri, la cui spesa fu già anticipata con legge 22 dicembre 1905, costituisce una discreta dota zione di materiale rotabile.
Ai migliori mezzi per la custodia ed il raccogli mento delle corrispondenze postali provvede uno stan ziamento di lire 2U0 mila per l ’acquisto di cassette di impostazione, nonché la spesa prevista per 1’ acquisto di 200,030 sacchi di trasporto.
La posta pneumatica
Completa la serie dei provvedimenti per il miglio ramento dei servizi postali la proposta istituzione del servizio di posta pneumatica, che è una novità per
l’ Italia, ma che funziona invece da moltissimi anni nei principali Stati d’ Europa e d ’ America.
Per la posta pneumatica si propone un milione e gli impianti sarebbero per ora limitati in via di espe rimento a Roma, a Napoli ed a Milano.
A Roma si metterebbero in comunicazione con la posta pneumatica gli uffici postali di San Silvestro con quelli di Termini.
A Napoli il servizio potrebbe allacciare la ferrovia con la posta centrale e questa con la Torretta, come pure la ferrovia col molo trapezioidaie. A Milano ver rebbero posti in comunicazione il nuovo palazzo delle poste, la ferrovia centrale e la nuova stazione.
Per 11 ribasso della tariffa telegrafica
Per i servizi telegrafici il problema si presenta assai più complesso, perchè le deficienze di questi servizi, accumulatesi anche esse da anni, riflettono le condi zioni della rete principale collegantc i centri più im portanti fra di loro, la insufficienza assoluta delle co municazioni di quella secondaria, la scarsità di comu nicazioni sottomarine ed altresì la deficenza di apparati e di sistemi celeri, nonché di officine meccaniche.
Da quindici anni non si è fatto quasi nulla pei servizi telegrafici, si è andati innanzi a forza di rap pezzi, solamente l ’anno scorso l ’on. Morelli Gualtierotti resentò un progetto per I ’ impianto di otto fili di ronzo ; ma anche la Camera riconobbe il progetto in sufficiente.
I bisogni frattanto incalzano, le comunicazioni si rendono sempre più insufficienti, le linee non sono ca paci di altro lavoro. Si impone perciò la necessità di ricorrere a provvedimenti risolutivi, non soltanto per quanto si riferisce ai bisogni attuali ed impellenti della rete principale e dì quella secondaria, ma anche in ordine a quelli che deriveranno certamente dal re clamato ribasso della tariffa interna telegrafica, prov vedimento che il Ministro ha fiducia di potere attuare coll’ appoggio del Parlamento, appena la rinnovata po tenzialità della nostra rete potrà permetterlo.
Le comunicazioni con fili di bronzo
Rendendosi conto di questa disagiata situazione, il Governo provvede con questo disegno di legge alla posa di ben 14 nuovi fili di bronzo di 3 mm. e di. 40 nuovi fili di ferro di mm. 4.31 per ¡ ’ampliamento della rete principale, incontrando per quelli di bronzo la spesa complessiva totale di L. 3,340,590 e per quelli di ferro la spesa di L. 1,650,000 compreso il consolidamento delle linee.
Altri miglioramenti
II progetto stanzia altresì la somma di L. 1,067,000 per la posa di nuovi cavi sottomarini per la rete prin cipale e per la secondaria, nonché ben L. 4,233,620 per la, costruzione di 1000 chilometri di nuove palificazioni e la posa di km. 22,409 di fili di ferro per il completo riordinamento della rete secondaria. A questo si ag giunga lo stanziamento di L. 1,434,908 occorrenti per lo acquisto di apparati Morse, Hughes e Baudot, quello di L. 22,000 per l’ impianto di 11 nuove officine mec caniche ; oltre a L. 3Ì5.837 per 1’ acquisto di materiale elettrico accessorio per Je comunicazioni interne deeli uffici.
Le stazioni radiotele grafiche
Il progetto dispone sull’ impianto di stazioni ra- diotelegratìche del sistema Marconi destinate a
colle-f
are la Sicilia e la Sardegna fra loro e col continente. 'ali stazioni saranno impiantate nelle città di Napoli Palermo e Cagliari.Mercè questo impianto si stabiliranno comunica zioni radiotelegrafiche dirette fra le nostre maggiori isole, ora non collegate fra loro da alcun cavo sotto marino, e verrà assicurata la continuità del servizio telegrafico tra il continente e le isole anche quando per difficoltà impreviste, in tempo di pace od in tempo dì guerra, fossere rese insufficienti o anche impedite le comunicazioni coi mezzi ordinari del telegrafo.
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Provvedimenti per la linea telefonica interurbana
Il problema telefonico è anche importante e com plesso e dà maggiori preoccupazioni al Governo per le sue -deficienze e per le continue e giustificate lagnanze della stampa, del ceto commerciale e del pubblico.
Il disegno di legge limita le sue proposte alla rete interurbana, perchè per quanto si riferirsce al servizio urbano l’ on. Ministro « spera di poter concretare in apposito disegno di legge il risultato degli studi ai quali attende da tempo una speciale commissione, allo scopo di organizzare questa parte del servizio con un nuovo indirizzo più confacente agli interessi della pub blica finanza, e meglio coordinato con l’ esercizio della telefonia a grande distanza. ».
Tre obbiettivi
Tenuto conto delle deficienze quantitative dell’at tuale rete e dello squilibrio rispetto al numero di col- legamenti telefonici fra l ’ Italia settentrionale e l ’ Ita lia meridionale, squilibrio spiegabile col fatto che quivi l’ iniziativa privata ha avuto scarsissima affermazione il disegno di legge, ispirandosi anche a concetti di giu stizia distributiva, mira a raggiungere tre obbiettivi: 1. di aumentare la potenzialità della rete, sia ag giungendo nuove comunicazioni a quelle esistenti fra ì centri più importanti, sia costruendo grandi arterie con filo di bronzo di 4 e 5 mm. per raggiungere con sicurezza lo scopo di una buona corrispondenza, ri spettivamente sino a 1000 e 15U) chilometri di distanza; 2. di ampliare l’ attuale rete col collegamento di altri centri d ’ importanza amministrativa, commerciale e industriale;
o. di dotare di reti urbane quei capiiuoghi di pro vincia che ancora ne sono sprovvisti.
A raggiungere il primo scopo si prevede la costru zione delle seguenti linee, tutte con filo del diametro di 4 mm. : Roma-Ancona, Roma-Caserta-Bari. Ancona- Bologna, Bologna-Padova, Roma Genova, Firenze-Ge nova, Venezia-Milano, Roma-Milano;
di 5 mm. fra: Napoli-Messina-Palermo ;
di 3 mm. fra : Torino-Milano, Genova-Torino, Ve- nezia-Padova-Rovigo, Bergamo-Como, Treviso-Venezia- Firenze-Arezzo, Firenze-Pisa, Pisa-Lucca, San Remo, Ventimiglia.
A raggiungere il secondo scopo la legge provvede a collegare tutti i capoluoghi di circondario con popo lazione non inferiore ai 10,000 abitanti o con popola zione anche inferiore ai 10.000 abitanti, quando ab biano un movimento non inferiore ai 20,000 telegrammi all’anno, oltre a quei comuni non capiluogo di circon dario, che, avendo più di 20,000 abitanti, hanno un movimento telegrafico non inferiore ai 10,000 telegrammi all’ anno.
A conseguire il terzo scopo il disegno di legge pre vede la costruzione di ben 17 reti urbane nei capoluo ghi di provincia che ne sono sprovvisti e che sono per la quasi totalità (15) nelle provinole del Mezzogiorno.
La spesa complessiva per questi importanti lavori di ampliamento e di riordinamento della rete telefo nica è prevista in L. 8,200,000 ripartite in quasi eguale misura in quattro esercizi.
L’ Istituto superiore postelegrafico.
L ’ Amministrazione delle poste e dei telegrafi ha alla propria dipendenza servizi, per l ’esercizio dei quali sono necessari funzionari che diano garanzia di sicura competenza.
L ’ importanza di questo fatto va accentuandosi ogni giorno di più a causa del continuo sviluppo dei sistemi di tele-comunicazione, specialmente di quelli elettrici; nuovi sistemi di apparati sono continuamente intro dotti questioni di carattere assai delicato, quali quelle della telefonia a grande distanza e della telegrafia senza fili, si presentano ogni giorno allo studio dei tecnici telegrafici.
A creare funzionari direttivi che abbiano speciale competenza e capacità mirano appunto in vari Stati esteri, come in Francia ed in Germania, le scuole su periori postali e telegrafiche. Noi purtroppo nulla ab biamo che stia al confronto con simili istruiti; l’ isti tuto superiore a cui, con l ’attuale disegno di legge, si propone di dar vita, colmerebbe l’accennata lacuna.
Un apposito regolamento disciplinerà la precisa or ganizzazione di questa scuola superiore.
Sarà certo cura dell’Amministrazione porre il me rito a base delle ammissioni e accordare a coloro che hanno seguito i corsi con esito felice, dei vantaggi, che, pur non costituendo veri e propri avanzamenti imtne- diati, migliorino nell’avvenire la condizione dell’ im piegato e lo mettano in una posizione più elevata. Così, innestata la scuola agli interessi di carriera dei fun zionari, diventerà un organo vitale dell’Amministra zione, ai fini tanto dell’elevamento della coltura pro fessionale, quanto della selezione degli impiegati.
Per Milano e per Napoli.
Di grave entità —- avverte la relazione— è il pro blema dei locali. I servizi postali e telegrafici hanno carattere vero e proprio di traffico, nel senso comune e commerciale della parola, e traffico non può esistere o svolgersi e svilupparsi quando non vi concorrano, anzi siano di ostacolo le condizioni di ambiente. I buoni locali sono necessari anche per ragioni d ’ igiene.
Ai locali si provvederà gradualmente in parte uti lizzando le risorse ordinarie del b lancio ed in parte ricorrendo a separati provvedimenti legislativi. Per ora il progetto dispone sulle necessità più urgenti, le quali sono :
1. Ampliamento del palazzo delle poste e dei te legrafi di Milano ;
2. la costruzione di nuovi locali per l ’ufficio di stazione in Napoli.
Per quest’ ultimo sono state già completate le trat tative con la Direzione generale delle ferrovie, che ha
f
ià esaminato ed approvato il progetto del nuovo fab- ricato, che importerà una spesa totale di L. 400,000. Ugualmente per la sistemazione definitiva del pa lazzo delle poste e dei telegrafi di Milano, è già pronto un progetto di massima compilato dall’ufficio del G e nio Civile. La spesa preventivata è in lire 960,000.Secondo quésto progetto verrà acquistato tutto il vasto isolato di fabbrica che circonda il palazzo delle Poste (2,800 metri quadrati) che sarà completato se guendo il perimetro assegnato dal nuovo piano regola tore, ed acquisterà di conseguenza due nuove fronti sulle vie circostanti. Lo spazio si ritiene sufficiente non solo per i bisógni attuali, ma pure per gli am pliamenti che potranno occorrere in un lunghissimo periodo di tempo.
Il palazzo delle poste a Roma
Sulla questione del palazzo delle poste a Roma la relazione dice testualmente:
« Altro provvedimento non meno urgente riflette la sistemazione completa e definitiva degli uffici cen trali di Roma, ma purtroppo per molteplici ragioni, che.sarebbe superfluo riportare, non si è potuto tro vare ancora una sollecita soluzione, che soddisfi a tutte le condizioni che la destinazione dell’ edificio richiede, e non rappresenti una spesa eccessiva in confronto allo scopo che si vuole raggiungere.
Spero tuttavia e fermamente di poter venire presto ad una decisione in proposito, conducendo sollecita mente a termine le trattative ih corsole poiché secondo una delle due soluzioni, che ora sembrano più proba bili, per i provvedimenti da prendere non occorrereb bero nuovi stanziamenti, e secondo l ’ altra i provvedi menti stessi dovrebbero far parte di un complesso disegno di legge che sarà in seguito presentato alla approvazione del Parlamento, ho creduto conveniente escludere da questo progetto qualsiasi proposta al riguardo.
Ugualmente nessuna determinazione potrò prendere per l’ ufficio importantissimo di Rorna-Ferrovia sino a quando non si sarà venuti ad un accordo definitivo con la Direzione generale delle ferrovie, circa i locali che nel nuovo palazzo della stazione ferroviaria, da costruirsi, potranno essere ceduti agli uffici postali. » La relazione conclude affermando che grandi mezzi occorrono per mettere i servizi della posta, del telegrafo e del telefono all’ altezza delle esigenze della nazione, ma che i provvedimenti intanto proposti segnano un notevole passo in avanti, di cui ben presto risentiranno i benefici effetti l’ industria ed il commercio del paese.
Il disegno di legge
Ecco il tesjto del disegno di legge :