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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.34 (1907) n.1725, 26 maggio

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GAZZETTA SETTIMANALE

¡-SCIENZA ECONOMICA, F IN A N ZA , COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE , INTERESSI P R IV A TI

Anno XXXIV - Yol, XXXVIII

Firenze, 26 Maggio 1907

N. 1725

S O M M A R I O : Assestamento del bilancio 1906-1907 — Sulla risicoltura — Il commercio internazionale italiano nel 19J6. III. La importazione dai principali stati — Padroni e operai — R i v i s t a b i b l i o g r a f i c a : Enea Cavalieri, Le rappresentanze agrarie e l’ Istituto internazionale di agricoltura - E. Weixweiler, Esquisse d ’une sociologie • Theodore Morison, The industriai organisation of an indian province — R i v i s t a e c o n o m ic a e f i n a n z ia r i a : Il valore di Borsa delle Società per azioni - Il debito ipotecario fruttifero in Italia — Il disegno di legge del Governo italiano per il riposo festivo - Le convenzioni e il movimento dei porti di Genova, Spezia e Li­ vorno - Un prestito al Transvaal - La statistica delle assicurazioni in Germania - Il bilancio dello Stato tunisino per il 1901 — R a s s e g n a d e i c o m m e r c i o in t e r n a z i o n a l e : Il commercio italiano, franco-italiano, francese ed inglese — Il Congresso internazionale agrario a Vienna — I mutui di favore alle scuole speciali di agri­ coltura — L ’ opera dell’ Ufficio del lavoro in Italia — La produzione degli spiriti in Italia — Camere di com­ mercio — Mercato monetario e rivista delle Borse — Notizie commerciali.

sssestiinto

del

b i l u

mmi

La relazione della Giunta generale del B i­ lancio sui progetto di legge per l’ assestamento del bilancio dell’esercizio in corso, viene con molto ritardo; manca poco più di un mese alla fine del­ l’ esercizio e le previsioni si potrebbero quasi as­ sestare cogli accertamenti anziché con nuove pre­ visioni.

L ’on. Rubini però, autorevole Presidente della Giunta stessa, e relatore del disegno di legge sull’ assestamento, giustifica e spiega tale ritardo col fatto dell’ esercizio provvisorio e quindi della tarda approvazione di alcuni bilanci, e trova che la nostra legge di contabilità ha in sé una grande lacuna in quanto non si occupa affatto dei casi di esercizio provvisorio in relazione ai termini di tutti gli altri atti finanziari che dipendono dalla approvazione completa dei bilanci di previsione.

E ’ però questo un punto il quale non può essere trattato incidentalmente, non solo perchè racchiude in sè molte gravi questioni, ma perchè una riforma di questo punto potrebbe implicare una radicale modificazione di tutto il sistema finanziario in quanto riguarda i termini.

La relazione deH’on. Rubini è anche più del solito, ricca di dati, di raffronti e di osservazioni diligenti ed acute: il riassumerla non è possibile senza denaturarla, ma sarà utile esaminarla par­ atamente nei suoi punti principali. Ora crediamo utile dare qualche notizia circa le condizioni del bilancio. L a relativa prosperità della finanza ita­ liana non deve farci dimenticare che le varie parti del bilancio si muovono e si muovono con

tendenze che è bene rilevare.

L o stato di previsione approvato nel de- cembre 1908 stabilisce le seguenti cifre di entrata ed uscita per ciascuna categoria del bilancio.

Avanzo Entrata Uscita o disavanzo Parte effettiva Costruzioni di 1,823.6 1,773.9 49.6 str. ferr. 7.2 7.2 Mov. capitali 119.1 134.4 — 15.5 Totale 1,942.7 1,915.6 + 27.1 Vanno aggiunti cosi alla entrata come alla uscita 67.1 milioni di -partite dì giro, che non modificano naturalmente le risultanze.

Il bilancio quindi era costituito in modo che la parte effettiva di esso lasciava un margine di 49.6 milioni coi quali si provvedeva alla spesa di 7.2 milioni per costruzione di strade ferrate ed a 15.3 milioni di pagamento di debiti in ecce­ denza ai debiti che si accorda\|àno; e rimaneva ancora un avanzo di 27.1 milioni.

Come si vede una situazione, se non flori­ dissima, florida almeno e tanto più significativa in quanto è la continuazione di una serie di eser­ cizi con analogo risultato.

Per i fatti sopravvenuti la Giunta generale ha portato al bilancio una serie di modificazioni per cui le risultanze che essa vuole prevedere sarebbero le seguenti :

Avanzo Entrata Uscita o disa vai Parte effettiva Costruzioni di 1,847.4 1,781.8 + 65.6 str. ferr. — 7.2 - 7.2 Mov. capitali 199.6 214.5 — 14.8 Totale 2,047.0 2,003.6 4- 43.5 Il bilancio presenta quindi un notevole mi­ glioramento colle sue finali risultanze, poiché la parte effettiva dà un margine dì oltre 16 milioni maggiore che non nelle prime previsioni e quindi, le altre parti non subendo modificazioni, l’ avanzo finale da 27 milioni, sale a 43.

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322 L ’ E CO N O M ISTA 26 maggio 1907

poiché si sa già che le previsioni di molte «ri- | trate sono state tenute, per il solito motivo che J noi troviamo non giusto, più basse di quanto si poteva equamente fissare, e quindi le risultanze daranno un avanzo che si può ritenere molto v i­ cino ai 65 milioni.

Vedremo prossimamente come si compongono le principali cifre del bilancio.

SULLA RISICOLTURA

Abbiamo letto attentamente, come l’argomento richiedeva, la relazione dell’ on. Calissano sul pro­ getto di legge per la risicoltura e la relazione dell’ on. Turati per la minoranza della Commis­ sione che esaminò quel disegno di legge, e non abbiamo potuto non meravigliarci che tutta la Commissione non abbia accolte le giuste osser­ vazioni che in seno ad essa aveva esposte l’ on. Turati.

A nostro avviso il Deputato di Milano, di fronti alle gravi questioni di principio che sono implicate in quel progetto di legge, è stato in­ vero moderatissimo ed ha concesso molto di più di quello che non fosse necessario per una giusta ed efficace tutela dei grandi interessi dei lavo­ ratori in un genere d ’ industria che, notoriamente, mina la salute e la vita di quegli infelici, quando non sieno prese le più severe e più energiche cautele per togliere all’ industria stessa tutte quelle cause per le quali la igiene può essere trascurata o per provvedere ai rimedi, se alcuna di queste cause non sono removibili.

tfià a noi pare che il legislatore dovrebbe farsi innanzi tutto a risolvere una questione pre­ giudiziale.

È ammissibile in una società civile l’ esercizio di una industria riconosciuta insalubre pei lavo­ ratori ? — Noi riteniamo che la risposta debba essere negativa quando o la tecnica non offra mezzo di togliere le cause d’ insalubrità o di di- rimerne le conseguenze, o quando le condizioni finanziarie nelle quali può svolgersi l’ industria non permettano di mettere in pratica i mezzi co­ stosi che la tecnica può offrire.

Se domani un industriale scoprisse un qua­ lunque prezioso prodotto che non potesse essere scavato o prodotto senza che un numero notevole di operai dovesse ipso-fatto morire od incontrare gravi malattie per gli atti necessari a scavare od a confezionare il prodotto, la società, lo stato, le autorità tutte impedirebbero senza dubbio l’ eser­ cizio di tale industria. Basterebbe che le fab­ briche di dinamite fossero esposte a saltare in aria in una proporzione molto maggiore di quello che attualmente non si verifichi, perchè imme­ diatamente il legislatore, pressato dalla pubblica opinione, ponesse agli industriali il problema: — 0 trovare il modo che le fabbriche di dinamite non saltino, o smettere la produzione. E non vi ha dubbio che la società di fronte ai gravi danni derivanti dalla fabbricazione di tale prodotto, ri­ nuncierebbe ad esso.

Ma perchè la morte o la malattia non si esplicano in modo immediato nè drammatico, ma 1 morti ed i malati sono disseminati quà e là su

largo territorio — così che la opinione pubblica non viene violentemente colpita dalle conseguenze del- 1’ esercizio di alcune industrie — non solo si tollera, senza che vengano messi in pratica i mezzi pre­ ventivi e profilattici; ma la legge intervenendo, con disposizioni monche ed inefficaci, autorizza in certo modo tutte quelle pratiche e quelle omis­ sioni che 1’ igiene ha condannato. Su questo punto, a parer nostro il legislatore dovrebbe essere ine­ sorabile, sia quando i mezzi tecnici non esistano, sia quando le condizioni finanziarie dell’ industria non permettano dì attuarli. Allorché si tratta della vita o della salute dei nostri simili nessuna tergiversazione è possibile.

Certo non si può pretendere che i proprie­ tari delle risaie perdano nell’ esercizio della loro industria; ma se questo esercizio nei limiti finan­ ziari concessi alla industria è insufficiente a man­ tenere la normale salubrità dèi lavoratori, si può pretendere che rivolgano ad altra coltura le loro terre, poiché la nazione dovrebbe sentire rimorso di cibarsi di un prodotto che costi la salute o la vita di coloro che attendono a quella coltura.

Presentiamo che questi nostri giudizi saranno accolti, come non di rado avviene, con alte pro­ teste ; ma non ci curiamo di ciò se logico e con­ seguente, come crediamo, è il nostro asserto.

Nel caso concreto del progetto in discussione, non è senza un senso penoso che abbiamo visto tentare di attuare, senza evidente preparazione, dei principi fondamentali di diritto economico, che in Italia e fuori sono ancora oggetto di d i­ battito e che non potrebbero essere messi in pratica, senza che prima una disamina profonda non abbia risoluti i diversi aspetti sotto ai quali quei principi si presentano.

Così ci sembra enorme ammettere la possi­ bilità giuridica che ragazzi o ragazze di 13 a 14 anni possano dare, senza l’ intervento della patria potestà, il valido assentimento ad un contratto di lavoro le cui conseguenze, per ciò che riguarda tanto la responsabilità civile quanto quella pe­ nale, esigono una coscienza che il Codice non am­ mette sviluppata sufficientemente prima degli anni 21.

E così pure desta meraviglia che il , disegno di legge presuma una cauzione versata o da for­ marsi con trattenuta sui salari, e prestata dal lavoratore al proprietario in garanzia dell’adem­ pimento per contratto.

Se mai questi due provvedimenti il legisla­ tore crede conveniente di attuare come esperi­ mento in casi singoli, anziché farne oggetto di una legge generale, che quei due principi pre­ cisi e disciplini, non è certo dai lavoratori delle risaie ohe si avrebbe dovuto cominciare, inquan- tochè e per la natura del lavoro e per la forma­ zione in gran parte raccogliticcia di quei gruppi, e per le condizioni intellettuali ed economiche di scarso tenore, in cui quei lavoratori si trovano, meno erano indicati di fare con essi un esperimento sopra punti difficili e complicati.

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26 maggio 1907 L’ E C O N O M IST A 823

Mentre sorge dovunque la diffidenza che i Governi, i quali rappresentano ancora troppo gli interessi degli abbienti, sappiano 'giudicare con sufficiente imparzialità dei conflitti fra capitale e lavoro, il disegno di legge mette a capo dell’ uf­ ficio di arbitraggio, nientemeno che il Pretore, il quale, a parte le centomila incombenze che gli vengono da ogni legge, è certo, nella coscienza di tutti, fatte le debite eccezioni, il magistrato che ispira meno fiducia, anche tenuto conto che di fiducia vera in genere ne ispira pòchissima tutta la magistratura alta e bassa.

Se il Governo e il Parlamento vogliono fare un esperimento di applicazione su ristretto campo, dell’Istituto dell'arbitrato obbligatorio, sembra a noi che doveva essere fatto con grande pondera­ zione, e sopratutto, ed è quello che ci sembra più monco al disegno di legge in parola, con conoscenza della materia.

Non sappiamo quali sieno le idee che sulla tutela del lavoro professano i membri della mag­ gioranza della Commissione che esaminò il pro­ getto di le g g e ; e non ci importa di sapere quali sieno veramente le idee che professano in materia i Ministri proponenti, poiché se si ricavassero dai loro scritti e discorsi se ne troverebbero di ogni genere e specie ; ma ciò che si sa certo è che, con o contro la volontà dei proponenti e dei Commis­ sari, il disegno di legge, così come è proposto, ap­ pare diretto a proteggere i proprietari, (che in­ vero non hanno bisogno di protezione) e le poche disposizioni ché si trovano nel detto progetto di legge a vantaggio dei lavoratori sembrano messe lì per coonestare quelle altre che li mettono alla mercè dei loro padroni o di autorità, che sogliono molto spesso da quei padroni dipendere.

Il commercio internazionale italiano eoi 1906

III.

La importazione (lai principali Stati.

Sempre tenendo presente per ora i nove Stati dei quali si è discorso negli articoli prece­ denti, risulta che il complesso delle nostre impor­ tazioni nel quinquennio 1901-1905 è rappresen­ tato dalle seguenti cifre (in milioni):

OlO della totale importazione 1901 1250 73.12 0[o 1902 1381 77.71 0 10 1903 1440 77.40 G[o 1904 15U1 78,14 0(0 1905 1658 7330 77.22 0(0

I nove Stati adunque che qui esaminiamo, se si faccia astrazione dal primo anno del quin­ quennio, rappresentano complessivamente una co­ stante proporzione della nostra importazione, la quale si ragguaglia intorno al 77 0(0 del totale.

I sette miliardi e un terzo di importazione durante il quinquennio tra i nove Stati si divi­ devano nelle cifre e proporzioni che appariscono dal seguente prospetto :

Gran Bretagna 1515 20.66 0[0 Germania 1210 16.50 0[Q Stati Uniti 1133 15.45 0[0 Francia 973 13.35 OlO Austria Ungheria 915 12.47 0[0 Russia 999 12.32 «IO Svizzera 298 4.06 0(0 Belgio 193 2.68 0(0 Argentina 184 2.51 010 7330 100.00

I lettori ricordano che nel precedente articolo, esaminando soltanto le cifre del 1905 complessi­ vamente per la importazione e la esportazione, si era trovato un ordine diverso tra i nove Stati : la Germania era al primo posto con 16.80 0(0 e la Gran Bretagna al secondo col 15.56 0(0 ; il quinquennio intero mette invece al primo posto la Gran Bretagna col 20.66 distanziata dalla Germania del 5 0(Q. Gli Stati Uniti e l’ Austria- Ungheria conservano la loro posizione rispettiva; ma la Svizzera che era al quinto posto passa al settimo e la Russia che era al settimo passa al sesto ; l’ Argentina si trova alternata col Belgio.

Le cause di queste trasposizioni le vediamo nel seguente prospetto dove sono date le cifre della importazione per ciascun anno dèi quin­ quennio e per ciascuno dei nove Stati :

1901 1902 Importazione 1908 1904 1905 totale Gran Brettagna 279 287 282 319 348 1515 Germania 205 224 236 254 291 1210 Stati Uniti 234 211 ,:12 *38 238 1138 Francia 179 183 198 200 224 979 Austria Ungheria 178 174 176 189 196 915 150 181 210 158 204 903 Svizzera 57 56 59 61 65 298 Belgio 80 32 37 46 48 193 Argentina 38 31 35 36 44 184 1850 1381 1440 1501 1658 7330

La Gran Bretagna ha aumentata la vendita dei suoi pròdotti all’ Italia da 279 a 348 milioni, cioè di 69 milioni, mentre la importazione dalla Germania è stata aumentata da 205 a 291 mi­ lioni, ossia di 867. Gli Stati Uniti con qualche diminuzione negli anni 1902 e 1903 sono rima­ sti nella stessa cifra; dalla Francia abbiamo co­ stantemente aumentati i nostri acquisti da 179 a 224 milioni, cioè un aumento di 45 milioni; anche dall’ Austria Ungheria vi è un aumento, ma si limita ai due ultimi anni ed arriva ap­ pena a 18 milioni, da 178 a 196 milioni.

Cospicuo è invece l ’ aumento che dà la Russia da 150 a 204 milioni,' con una forte diminuzione nel 1904.

La importazione dalla Svizzera appena si av­ verte ; si limita ad 8 milioni, da 57 a 6 5 ; rela- tivamente maggiore quella del Belgio di 18 mi­ lioni da 30 a 48 ; ed egualmente dalla Argentina dove si passa da 38 a 44 milioni cioè un aumento di 6 milioni.

Notevole però il fatto che tutti i nove Stati hanno contributo all’ aumento della nostra impor­ tazione ^sebbene in misura diversa. E ’ notevole ancora che, se si tolgono le due oscillazioni degli Stati Uniti nel 1902 e 1903 e della Russia nel 1904, in tutto il resto 1’ aumento si verifica sem­ pre e per lo più in misura quasi costante.

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324 L ’ E C O N O M ISTA 26 maggio 1907

quinquennio, così divisa nei cinque anni e rap­ presentante le seguenti proporzioni sulla espor-fazione totale: 0l0 della totale esportazione 1901 1030 77.20 1902 1216 82.60 1903 1249 82.33 1904 1442 90.26 1905 1407 81.13

Queste percentuali della esportazione nei nove Stati lasciano vedere colle loro oscillazioni un movimento di fluttuazione nel commercio, poiché mentre nel 1901 il 20 per cento circa della esportazione andava in altri paesi, nei due anni successivi vi andava solo il 18 per cento, e nel 1904 ancora meno: solo il 10 per cento cioè, per ritornare a circa il 19 per cento nel 1905.

Analizzando in seguito Ja esportazione verso ciascuno degli Stati indicati, troveremo la spie­ gazione di questo fatto nelle vicende dei vari rami del commercio ; intanto vediamo quale ten­ denza si sia manifestata nel quinquennio.

Anche qui nel seguente prospetto diamo in milioni di lire la esportazione per ciascuno dei cinque anni e per ciascun degli Stati :

Esportazione 1901 1932 1933 1904 1905 totale Svizzera 204 260 274 270 332 1340 Germania 235 245 236 210 224 1150 Stati Uniti 139 177 166 190 226 898 Francia 174 168 170 181 194 887 Austria Ungheria 130 126 153 167 144 720 Gran Brettagna 151 143 131 153 129 707 Argentina 63 60 78 129 103 433 Belgio 22 27 27 30 41 147 Russia 12 10 14 12 14 62 1030 1216 1249 1442 1407 6344 Il più importante mercato per i nostri pro­ dotti è, come apparisce dal prospetto, la Sviz­ zera, alla quale nel quinquennio abbiamo venduto per 1340 milioni e la nostra esportazione verso la Svizzera ha slanci importanti che rapidamente consolida ; da 204 a 260 milioni e poi, dopo un movimento più lento, si sale a 332 milioni.

La Germania è per importanza il secondo nostro mercato di vendita, perchè comprende nel quinquennio 1150 m ilioni; ma l’ andamento è a piccole oscillazioni che lasciano vedere non du­ revoli gli aumenti, del resto lievi; il primo anno del quinquennio dà 235 milioni e l’ ultimo 224.

Vengono poi gli Stati Uniti verso un’ espor­ tazione nel quinquennio per 898 milioni ; qui la tendenza all’aumento è decisa e nell’ ultimo anno notevole; la piccola perdita nel 1903 è compen­ sata dall’ aumento nel 1904, e più ancora da quello 1905 ; durante il quinquennio la esporta­ zione passa da 139 a 220 milioni, un aumento di 87 milioni.

Verso la Francia la nostra esportazione che durante il quinquennio fu di 887 milioni segna un aumento costante bensì, ma lentissimo ; nei cinque anni non abbiamo accresciuta la nostra vendita su quel mercato che di 20 milioni.

Più oscillante, ma dello stesso carattere, è la esportazione verso l’Austria-Ungheria che nei cinque anni ascese a 710 milioni ; si riscontrano oscillazioni di qualche ampiezza ma la tendenza all’ aumento è limitata.

Così dicesi verso la Gran Bretagna, dove mandiamo dei nostri prodotti soltanto per 707 milioni ; le oscillazioni sono ancora più ampie che non verso la Francia e 1’ Austria Ungheria, ma nel complesso non v i è aumento.

Invece spiccatissimo è il movimento cre­ scente della nostra esportazione in Argentina. Specialmente i due ultimi anni presentano uno slancio notevole; da 63 milioni nel quinquennio siamo passati a 103 milioni ; in detto periodo abbiamo mandato nella Repubblica Argentina 433 milioni di prodotti nostri.

Piccole sono lo cifre della nostra esporta­ zione nel Belgio ; sono 147 milioni nel quin­ quennio, ma la tendenza all’ aumento è cospicua da 22 a 41 milioni, quasi un raddoppiamento; e l’ aumento è costante in ogni anno.

Finalmente abbiamo la Russia che si pre senta con un mercato sin qui piccolissimo ; da 12 milioni si passa per mezzo di oscillazioni a 14 milioni ; per cui in cinque anni si ha un com­ plesso di esportazioni di soli 62 milioni.

Confrontiamo ora per il complesso del quin­ quennio e per i nove Stati la importazione ed esportazione, così avremo la bilancia del quin- qu em fo di ciascuno Stato :

Importa­

zione tazioneEspor­ renzaDiffe­

Gran Brettagna 1545 786 — 759 Germania 1207 1120 — 87 Stati Uniti 1133 898 — 235 Austria Ungheria 905 690 — 225 Francia 979 8S7 — 92 Russia 923 59 — 864 Belgio 193 157 — 36 2298 Svizzera 298 1240 +■ 1042 Argentina 184 433 +. 249 1291 Quei nove Stati, divisi nei due gruppi se­ condo la eccedenza della importazione o della esportazione durante tutto il quinquennio 1901- 1905, dànno il primo gruppo di sette Stati con eccedenza di importazione sulla esportazione per 2298 milioni, ed il secondo gruppo di due soli Stati che dànno una eccedenza di esportazione per 1291 milioni ; lo sbilancio rimane di 1007 ed in media annuale di 200 milioni.

Ma tra Stato e Stato la differenza è di grande importanza.

Gran Brettagna, Stati Uniti, Austria Un­ gheria e Russia, dànno una importantissima eccedenza di importazione in Italia, che nella media annuale si ragguaglia a

Gran Brettagna milioni 152

Stati Uniti » 47

Austria Ungheria » 45

Russia » 173

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26 maggio 1907 L ’ E CO N O M ISTA 325

tina, eccedenza che nel quinquennio fu di 1291 milioni e quindi in media 258; per cui la media eccedenza della importazione per i nove Stati si riduce a 208 milioni, e resta ancora una ec­ cedenza di importazione di 120 milioni per tutto il rimanente del commercio internazionale.

Ora sarà opportuno vedere quale sia stato il movimento dei diversi gruppi di merci.

P A D R O N !

E

O P E R A I

Sotto questo titolo, il prof. A. Roguenant ha pubblicato recentemente un interessante e dotto volume, che fu premiato all’ Accademia di Scienze morali e politiche a Parigi. In esso si propone risolvere una delle questioni più gravi che sia stata mai posta: determinare cioè i rapporti mo­ rali, le obbligazioni rispettive che corrono tra pa­ droni e operai, e specialmente dei primi, che sono le più disconosciute. '

L ’Autore muove incontro al problema con passo franco e coraggioso, e lo affronta con una serie di apprezzamenti e giudizi personali di gran­ dissima importanza.

Il senso pratico, la fine osservazione, sobrietà e concisione sono i pregi principali del libro, del quale vogliamo dar cenno particolareggiato ai nostri lettori.

Nel primo capitolo l’ Autore traccheggia i caratteri dell’operaio tipo. Ma prima di tutto co­ mincia col dimostrare l’ errore contenuto nella vecchia formula lotta tra lavoro e capitale, quasi che questi due elementi si dovessero rappresen­ tare in eterno conflitto tra loro.

Viceversa, il lavoro e il capitale non trovansi in lotta che durante lo sciopero. E malgrado questi movimenti discordanti il totale delle gior­ nate di conflitto non rappresenta per l’ insieme dei lavoratori che una proporzione infima del tempo totale considerato.

È più conforme alla verità dei -fatti consi­ derare l’ alleanza tra lavoro e capitale come ri­ sultante da un contratto di cui i termini sono rivedibili, secondo l’ evoluzione dei costumi e le trasformazioni dei mezzi.

L ’Autore si studia di definire il tipo operaio — di indicare ove esso comincia e dove finisce: si domanda se il cesellatore, il pittore, l’ artista sono operai, se esiste un lavorò esclusivamente manuale, se è possibile classificare le professioni secondo questo riguardo.

Certo, la questione è complessa. I! salario preso come criterio non offre una base sicura, : perchè, ad esempio, l’ingegnere, l’ architetto sono

spesso dei salariati, e non possono essere rite­ nuti operai.

L ’Autore parte dal concetto dell’ uguaglianza tra tutti i lavoratori, ed afferma che l’ operaio trova nella vita di tutti i giorni degli argomenti che rafforzano la sua convinzione della perfezione sociale nell’ uguaglianza.

Sennonché anche questo concetto è dall’ope­ raio spesso considerato in un modo fallace: egli non soffre cioè delle ineguaglianze che esistono ai suoi fianchi e che non sembra vedere.

Il lavoro umano nella sua infinita varietà offre esempi calzanti d’ ineguaglianza dovuta alla natura delle cose e che sarebbe impossibile a una società, sia pure con cura meticolosa di equità, di fare sparii’e. Cosi il magnano deve fare una serie di sforzi che non fa, ad esempio l’ orologiaro ; non per questo il suo salario è maggiore.

In realtà dunque non è possibile di valutare esattamente questo o quel lavoro, neppur pren­ dendo per misura quel più o meno di utilità che esso apporta riguardo della collettività:

Accennato che gli operai hanno per loro il

numero e che a mezzo dei Sindacati possono a vere

coscienza della loro forza, l’ Autore esamina (nel secondo capitolo' brevemente questo punto. A v ­ verte come la legge 21 marzo 1884, nel dare agli operai diritto di associarsi per la difesa dei loro interessi, ha determinato una base nuova ai rap­ porti del capitale e del lavoro.

I Sindacati si sono sviluppati rapidamente e l’influenza del gruppo sulla individualità dell’ope­ raio si è affermata: però questo è ancora tutto assai vago, incerto, e molti padroni parvero anche igno­ rare la esistenza delle novelle associazioni. Invece i partiti politici videro in questi gruppi organiz zati un pubblico tutto disposto a ricevere la buona parola rivoluzionaria e fecero delle rivendicazioni professionali la base della loro azione sociale e politica : è cosi che parve realizzata 1’ alleanza politica e l’economica.

In tutte le occasioni — avverte l’Autore — gli uomini politici parlarono a nome delle asso­ ciazioni operaie. L ’ eloquenza di certuni, l’ abilità, la convinzione passionale fece di loro dei temibili avversari del patronato, e così i Sindacati pote­ rono assurgere, essere presi in considerazione, im­ porsi.

Gli operai dettero un bell’esempio alla classe borghese ; e se la concezione di uno stato sociale nuovo, senza l’ intransigenza ugualitaria, avesse potuto imporsi, tutti i progressi sociali avrebbero potuto rapidamente raggiungersi.

L a legge fisica dell’ attrazione degli atomi per le masse regge anche i movimenti operai, e

[’unità-operaia va al Sindacato-massa fatalmente,

organicamente.

E così da elementi diversi si forma un’ anima Sindacale, .complessa, che: è difficile assai invocare nella sua unità, fatta di contrasti, di aspetti di­ sparati, spesso contraddittori.

L ’Autore passa nel terzo capitolo a conside­ rare 1’ elemento del padrone. Afferma che 1’ esi­ stenza dell’ operaio comporta giorni tristi e penosi, e che, di contro, la sua speranza nel migliora­ mento, l’intensità della sua fede in un avvenire stabilito sull’ uguaglianza, gli costituiscono un’ot­ tima base morale, giacché vivere nella speranza e aver la coscienza di tutti i giorni dare i propri sforzi per la realizzazione di un ideale di giustizia, costituisce un grande sollievo, un grande rinnovo di energie.

V i è invece — avverte 1’ Autore -— un es­ sere più sventurato moralmente dell’ operaio: il padrone. A lui si può applicare il motto comune: il difficile non è di fare il proprio dovere ma di conoscerlo. E ciascun giorno, questa conoscenza diventa sempre più fugace, meno stabile.

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326 L ’ ECO NOM ISTA

dall’ Autore nostro è considerato l’ uomo che rap­ presenta il capitale, sua proprietà, a riguardo degli operai, di cui il lavoro costituisce la proprietà. Il padrone lavora a lato dei suoi operai, egli sarà il padrone nel senso psicologico e sociale. L ’ope­ raio vende l’ energia dei suoi muscoli, del suo cer­ vello, il padrone arreca i mezzi d’ utilizzazione di queste energie; è la materia prima, le macchine. Oltre questi mezzi e strumenti indispensabili e senza i quali l’intelligenza e la forza operaia sa­ rebbero inutilizzati, il padrone dona una parte di intelligenza spesso considerevole, e d’ una du­ rata di azione spesso più lunga di quella dei suoi operai.

L ’ Autore osserva poi che per molto tempo il piadrone ha vissuto nella tranquillità, il prin­ cipio della proprietà non essendo stato attaccato. Colle rivendicazioni operaie cominciò uno stato,di' cose ben diverso, un cambiamento di condizione, che si verificò senza scosse finché i padroni com­ presero la necessità di doversi interessare delle condizioni degli operai, di dover venire con loro ad accordi.

L ’ Autore si indugia su questo punto inte­ ressantissimo, e noi continueremo in altro fasci­ colo l’ esame di questo chiarissimo studio.

R

ivista

B

ibliografica

E n e a C a v a lie r i. - Le rappresentanze agrarie e

V Istituto internazionale di agricoltura. - Roma. Nuova Antologia, 1907 op. p. 16.

Con una serie di considerazioni molto con­ cettose ed espresse in forma convincente, 1’ A u­ tore, a proposito della costituzione dell’ Istituto internazionale di agricoltura e del modo con cui i vari Stati debbono essere in esso rappresentati, propugna la costituzione di rappresentanze agra­ rie, che sorgano a tutela degli interessi della agri­ coltura e possano, acquistando autorità, parteci­ pare ai lavori dell’ Istituto internazionale.

A noi sembra che l’ Autore con eccellenti ragioni, e con abbondanza di osservazioni sostenga in modo persuasivo la sua tesi.

E. W e i x w e i l e r . Esquisse d'une sociologie. -Bruxelles,. Misch et Thron, 1906, pag. 307, U n’altro, e importante lavoro, che trova po­ sto nelle pubblicazioni dell’ Istituto Solvay di Bruxelles. Di solito i sociologhi, anche quelli che scrivono trattati di sociologia, ci hanno abituati a leggere le,loro pagine piene di discussioni sulle idee degli altri ; e poiché la natura stessa della sociologia ed i suoi limiti ancora non sono bene definiti, la materia di discussione è abbondante e non permette al lettore, se non con difficoltà, di rendersi conto dei principi fondamentali che lo scrittore vuole affermare e pone come capi­ saldi delle sue investigazioni.

Nel libro che presentiamo ai nostri lettori, nulla di tutto questo ; l’ illustre Autore ha fatto lo schizzo di una sociologia secondo i propri

cri-26 maggio 1907

teri, senza entrare in discussione, od almeno en­ trandoci poco, sui principi professati dagli altri. E non b asta; l’ Autore ha anche tentato di dare alla sociologia una base sperimentale e quindi positiva. Non diremo che tutto quanto scrive in proposito il sig. W eixw eiler sia accet­ tabile e non offra motivo a considerazioni di oi- dine diverso, ma è un tentativo, a nostro avviso importante, sebbene sembri un po’ affrettato, di riannodare la vita della società umana, alle grandi leggi della natura.

Nella prima parte che intitola « la sociolo­ gia », l’Autore spiega i rapporti tra gli esseri e l’ambiente in cui vivono e quindi tutta la teo­ ria dell’ adattamento; nella seconda parte in­ titolata « l ’analisi sociologica» l’ Autore indica le fonti e il metodo della scienza, la funzione so­ ciale, le attitudini, le attività e le sinergie so­ ciali.

Un lavoro nel suo complesso logico e com­ prensivo che merita la maggiore attenzione.

T h e o d o r e M o r is o n . - The Industriai

organi-sation o f an indian province. - London, John

Murray 1906 pag. -127.

Proponendosi di dare agli studenti indiani un corso di economia che non risulti soverchia­ mente astratto, 1’ Autore ha composto un’ opera di un grande valore, inquantochè alla teoria . unisce, in una lucida esposizione, la pratica; cioè alla economia teorica aggiunge la economia posi­ tiva, esponendo, esaminando e discutendo con viva parola le principali questioni economiche che si agitano nel mondo contemporaneo, e di­ scutendole non in base alle astratte dottrine, ma in base ad una serie di fatti, opportunamente raccolti ed esposti.

Il punto principale che viene trattato sotto molteplici aspetti è quello della proprietà della terra, del quale istituto economico-giuridico l’ A u ­ tore dimostra i vantaggi e chiarisce le condizioni necessarie perchè tali vantaggi meglio si possano conseguirei

Alla discussione sulla proprietà della terra segue quella sulla sua coltivazione, e l’ Autore pone i cardini fondamentali per il progresso della agri­ coltura, e per 1’ impiego dei capitali in essa.

Interessantissimi, perchè più si riferiscono alle speciali condizioni dell’ India, sono i capitoli nei quali l’ Autore tratta della divisione del la­ voro, della industria in genere, e della sua in­ terruzione in causa delle calamità a cui va sog­ getto quel paese ; come pure è degno di nota il penultimo capitolo che tratta della disoccupazione, e l’ ultimo, dei prezzi.

Diagrammi e documenti riportati testual­ mente, giovano alla maggiore intelligenza dell’ in­ teressante lavoro.

(7)

26 maggio 1907 L ’ E C O N O M ISTA 327

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Ecco quale fu il valore di Borsa delle Società italiane per azioni alla fine di

aprile 1907:

Valore alla line 1 >i Iter, sulla fine di aprile 1907 marzo 1907 Istituti di Credito Società trasporti Metallurgica (ras ed Elettr. Industria zuccheri Condotte d’ acqua Prodotti chimici Tessuti e Filature Mulini Automobili Imprese immobiliari Industrie diverse 871,466,010 909,o4B,OOJ 525,871,660 244,637,500 221.017.000 1(0,087,600 138,317,0::ó 291,833,800 56,772,(00 97,570,000 163.260.000 310,371,0)0 — 13,824,000 — 6,142,000 — 16,323,800 — 12,050,500 — 2,252,000 — 1,872,000 — 4,260,000 — 4,252,000 — 10,316,000 — 5,065.000 -Ç 686,600 Totale 3,131,246,760 — 80,761.200 E ’ da notare che la diminuzione totale si riduce a 42 milioni, perchè per Certi titoli fu fis­ sato il corso di compensazione di fine aprile senza tener conto del dividendo.

— L ’ammontare totale del debito ipote­ cario fruttifero in Italia quale è risultato

alla Giunta generale del bilancio, ammonta a L. 3,064,402,793.

La regione maggiormente caricata di debito ipotecario è la Lombardia con L . 497,814,548, seguita dalla Toscana con L. 377,875,831 e dal- 1’ Emilia con L . 278,879,438. Vengono poi il Pie­ monte con L . 270,458,950; il Veneto con lire 262,721,150; la Campania con L. 260,092,625; la Sicilia con L . 241,606,054; il Lazio con lire 218,076,571; le Puglie con L. 180,364,278; la Liguria con L . 98,719,712; le Marche con lire 89,437,562; la Calabria con L, 79,891,137 ; l’ Um­ bria con I.. 62,867,758; gli Abruzzi e Molise eoa L . 57,968,622; la Basilicata con L . 38,660,847 ed infine la Sardegna con L. 27,967,705.

— Nella relazione del senatore Arcoleo sul

disegno di legge del Governo italiano per il riposo festivo, è notevole questa parte: Ciò

che importa sovratutto in questa materia nuova legislativa è di fissare alcuni punti che offrirono insieme esattezza di principi e di pratica appli­ cazione. Certo le difficoltà sono maggiori per noi non liberi al tutto da vieti pregiudizi nel campo dell’attività industriale, donde sorge il dubbio sull’ efficacia della legge che disciplina il riposo, mentre tanto ancora si studia a disciplinare il lavoro. Bisogna quindi, fissando alcune )inee ge­ nerali, lasciare un largo margine all’esperienza, procedere per gradi, sovratutto in una materia che offre tanta varietà di energie, di regioni e di costumi.

Il presente disegno di legge mira anzitutto ad affermare il principio che il lavoro deve al­ ternarsi dopo un periodo di sei giorni con uno di riposo, preferibilmente la domenica, ed in modo conforme alla natura speciale dell’ industria e dei commerci, alle condizioni dei luoghi, alla consue­ tudine; consolidare il riposo che og'gi è d, regola per gli operai impiegati in alcuni rami di atti­ vità economica e impedire le eccezioni individuali

' =

che oggi avvengono; concedere e garantire il ri­ poso festivo totale o parziale agli addetti al com­ mercio ai quali in modo discontinuo si era finora promesso e consentito.

Più che rinnovare, si intende con queste norme integrare, dando stabile garanzia a con­ cessioni o diritti riconosciuti dietro conflitti od accordi. Tuttavia, malgrado la scelta di codesto metodo prudente che tende in massima a trasfor­ mare in norma permanente condizioni di fatto e bisogni accettati, non può dissimularsi le dif­ ficoltà di disciplinare un argomento così delicato e complesso, che da un lato si incontra con ne­ cessità delle forze produttrici, dall’ altro con esi­ genze morali, igieniche, fisiche dei lavoratori. Nè si può applicare lo stesso criterio all’ industria ed al comercio. Per la prima, salvo eccezioni, per motivi di ordine tecnico che richiedono lavoro continuativo, può adattarsi come regola il riposo festivo. Nel commercio invece l’ intervento dello Stato si giustifica in basa ad accordi già stabi­ liti fra negozianti o fra questi e i commessi. Co­ sicché si impedisce il rifiuto dei pochi che di­ viene arbitrio e offesa quando il diritto sia in massima riconosciuto e conforme agli interessi di classe.

Punto fondamentale di questa legge è l’ ap­ plicazione del diritto ad un riposo di almeno 24 ore consecutive ogni settimana, salvo stabi­ lirlo per la domenica o altro giorno, ma sempre col divieto di qualsiasi aumento di orario in quello che precede o quello che segue. In tal modo si evita il pericolo che la concessione di­ venti illusoria.

— Ecco, secondo rapporti dei rispettivi Con­ soli britannici, le convenzioni e il movimento dei porti di Genova, Spezia e Palermo.

Le merci imbarcate o sbarcate a Genova durante il 1906 ammontarono a tonn. 6,164,873 con un aumento di tonn. 401,768 in confronto dell’ anno precedente.

Le importazioni ammontarono a tonnellate 5,365,554 ; le esportazioni a tonn. 799,310, con diminuzione di tonn. 34,355.

Divise in quattro grandi gruppi, le merci importate nel porto di Genova danno le seguenti cifre:

Carbone 2,737,919 tonnellate; grano 635,198 tonnellate; cotone 679,844 tonnellate; varie 1,856,469 tonnellate.

Una accurata tavola, annessa al rapporto, mostra l’aumento dell’ importazione del carbone nel porto di Genova dal 1881 (tonn. 617,798) al 1906 (tonn. 2,737,919).

Nello stesso periodo di tempo l’ importazione del carbone nel porto di Savona salì da 355.435 a 882,978 tonnellate.

Il rapporto segnala a ll’attenzione degli in­ teressati inglesi T apparecchio per scaricare il carbone inventato dai signori Calcagno ed Orengo di Genova, mediante il quale è possibile scari­ care da una nave 30 tonnellate di carbone al­ l’ora con risparmio di tempo e di lavoro.

(8)

328 L ’ E C O N O M ISTA 26 maggio 1907

Il carbone importato ammontò a tonnellate 439,494 delle quali tonnellate 274,688 vennero trasportate da navi inglesi. L ’ importazione del carbone ha più che raddoppiato nel porto di Spezia dopo il 1901; nel quale anno infatti toc­ cava soltanto le tonnellate 206,977.

Un rapido aumento mostra pure l’ importa­ zione dei fosfati da Tunisi e dall’Algeria, che nel 1902 figuravano nelle statistiche portuali per l’ ammontare di sole 5,000 tonnellate, mentre nel 1906 tale ammontare saliva già a tonnel­ late 23,512. Notevole è pure l’ aumento nell’ im­ portazione dei concimi chimici artificiali i quali dònno già un movimento di 8,390 tonnellate.

Circa il movimento industriale il Console rileva il fatto che importanti stabilimenti per la fabbricazione di automobili e di battelli automo­ bili sono sorti in pochi anni a Spezia e dintorni assieme a fabbriche di juta, al nuovo stabili­ mento militare Vickers-Terni e fabbriche di mat­ toni, mentre i cantieri navali sono in piena at­ tività.

Infine nel porto di Palermo entrarono nel 1906 in totale 2,035 navi per una portata di 2,403,851 tonnellate.

Mentre Genova e Napoli, hanno notevol­ mente sofferto in conseguenza degli scioperi ma­ rittimi verificatisi l’ anno scorso, Palermo non ne subi danno apprezzabile.

I lavori del porto progrediscono in modo soddisfacente ed un grande bacino di carenag­ gio è ora utilizzabile grazie alla iniziativa della « Società dei Cantieri Riuniti ».

Nei cantieri palermitani di tale Società sono attualmente in costruzione tre navi di circa 8,000 tonnellate ognuna ed altre minori.

— Si ha notizia di un prossimo prestito al Transvaal. Infatti il sottosegretario di Stato

alle Colonie in Inghilterra ha annunziato alla Camera dei comuni che il Governo si è dichia­ rato pronto a garantire un prestito al Transvaal, di cui il generale Botha ha intenzione di pro­ porre l’emissione al Parlamento del Transvaal. Tale prestito, il cui ammontare deve essere di 125 milioni di franchi, sarà consacrato ai la vori per la costruzione della ferrovia come pure alla creazione di una Banca fondiaria.

— Il rapporto dell’ Ufficio di assicurazioni tedesco mostra quale sia la statistica delle aS- sieurazioni in Germania. Ivi un tedesco su

tre è assicurato contro gli infortuni.

II numero delle persone assicurate occupate nelle Società di costruzioni e di marina ammonta alla cifra di 20 milioni: ciò che equivale al terzo della popolazione.

Nella cifra totale, vi è un milione e mezzo di persone nominate due volte perchè sono già assicurate. Nei 66 Sindacati industriali, con 637,611 stabilimenti, v e n e sono più di 8,200,000 assicurati. Nei 45 stabilimenti di agricoltura e forestali v i sono 11,200,000 assicurati.

Inoltre si avevano, nelle 205 Ammistrazioni dello Stato, 771.985 persone assicurate; nelle 332 autorità di provincia 85,724; in tutto, 527 Amministrazioni con 857,709 persone assicurate. Cinque Sindacati industriali, 18 Società d’ agri­

coltura e 114 Amministrazioni erano nello stesso tempo nell’ Assicurazione dello Stato.

— Il Giornale ufficiale Tunisino ha pubbli­ cato il bilancio deilo Stato tunisino per il 1907 stabilito dalla direzione delle Finanze

della Reggenza.

Risulta da questo che le entrate ordinarie si elevavano nel 1907 a 34,320,700 franchi, men­ tre che nel 1906 esse raggiungevano solamente la cifra di 22,200,275 franchi. La differenza in favore del 1907 è dunque di franchi 1,120,425.

Le entrate eccezionali o speciali sono valu­ tate nel 1907 a oltre 31 milioni, mentre nel 1906 lo eranoo a 28,968,649. La. differenza in favore del 1907 dunque è di franchi 2,855,884.

Da tutto lo insieme ricavasi che le entrate del 1907 si sono elevate a 67,663,390 franchi, ciò che dà un aumento di 4,476,309 fr. sul 1906, di cui il totale era di 63,187,081 franchi.

Il commercio italiano. — Col solito ri­

tardo troviamo pubblicato il movimento dei nostri scambi coll’ estero nel primo bimestre 1907, che si riassume così per categorie:

Importazione.

1907 Diff. sul 1906 Spiriti ed olii

Coloniali tabacchi Prodotti cfiim. medicinali Colori, generi per tinta e

concia Canapa, lino Cotone

Lana, crino, peli Seta

Legno e paglia Carta e libri Pelli

Miner., metalli e loro lav. Veicoli

Pietre, terre e crist., ecc Gomma elastica

Cereali, farine, paste Anim. e spoglie di animali Oggetti diversi

Totale

Spiriti ed olii Coloniali tabacchi Prodotti chim. medicinali Colori, generi per tinta e

concia Canapa, lino Cotone

Lana, orino, peli Seta

Legno e paglia Carta e libri Pelli

Miner., metalli e loro lav Veicoli

Pietre, terre e crist.. ecc. Gomma elastica

(9)

'26 maggio 1907 L ’ E C O N O M ISTA 329

Dalle cifre precedenti sono esclusi l’oro e le monete, importati per L. 25,365,300 ed esportati per L. 1,062,700 con un aumento di 15,886,700 all’ entrata e di appena 7900 all’ uscita.

A ll’aumento delle importazioni hanno contri­ buito in ordine di importanza:

Minerali, metalli, loro lavori +

Cifre tonde . 31,000,000 (lj

Seta 13,000,000 (2)

Animali e loro prodotti + 7,000,000 (3j

Grano + 6,000,000

Lana + 5,000,000 (4)

Cotone 4- 4,000,000 (5)

Prodotti chimici -t- 3,500,000

Pelli T 2,500,000

Veicoli, special, ferroviari 4- 2,000.000 Vengono poi, con minori quote, il legno c.o mime, il carbon fossile, le pietre preziose, le mer­ cerie, il tabacco, il caffè ecc.

In diminuzione soltanto la categoria dei ve­ getali filamentosi — per minori acquisti all’estero di juta greggia.

A ll’esportazione, si riscontra una diminuzione nella seta, con quasi 9 milioni di meno del cor­ rispondente bimestre 1906, dovuta a minore uscita di seta torta per oltre 12 milioni, com­ pensati in parte da piccoli aumenti di altre voci, della stessa categoria, compresi i tessuti ed i ma­ nufatti.

E ’ da nota,re però che in gennaio l’espor­ tazione della seta torta aveva oltrepassato per oltre un milione di lire, quella del gennaio 1906.

Altre diminuzioni degne di nota riguardano:

Cifre tonde

Olio d ’oliva — 4 CO),000

Canapa greggia — 2,01)0,000

nonché, per somme minori, lo zolfo, i filati e i tessuti di cotone.

Sono in aumento all’ esportazione: Cifre tonde

Prodotti vegetali + 4,000,000

Animali e loro prodotti 4- 2,000,000 Cappelli di paglia + 2,000,000 oltre al vino, liquori, automobili, mobili, tabacco lavorato e poche altre voci.

Il commercio franco-italiano. — La Ca­

mera di commercio italiana in Parigi informa che il movimento commerciale italo-francese dal 1° gen­ naio al 30 aprile 1907 ha raggiunto fr. 150,013,000 di cui fr. 66,019,000 di prodotti italiani entrati in Francia, e fr. 83,994,000 di prodotti francesi e prodotti d’ origine e^tra-europea spediti di Francia in Italia.

Comparando questo movimento con quello dello stesso periodo del 1906, risulta un aumento complessivo di scambi per fr. 6,951,000, di cui fr. 2,844,000 in favore dei prodotti italiani e fr. 4,107,000 in favore dei prodotti francesi e di pròdotti di origine extra-europea.

(1) di cui 16 milioni di sole macchine, tra le quali per oltre 7 milioni locomotive.

(2) di cui 6 milioni di bozzoli secchi e 6 milioni e mezzo di seta greggia in grandissima parte asiatica.

(8) di cui 3 milioni per seme bachi ed altrettanti per la madreperla greggia. Però è in diminuzione di oltre un milione l ’ importazione dei cavalli.

(4) i tessuti concorrono per una sesta parte. (5) una quinta parte è costituita da filati e tessuti.

Venendo a qualche notizia speciale segnano aumento nell’ importazione dall’ Italia: la canapa (4 - quint. 11,491), il burro (-*- quint. 2,764), il formaggio (~j- quint. 4,531), i foraggi (quintali 75,856), gli automobili (quint. 580), il minerale di zinco (quint. (18,681), il minerale di piombo (quint. 19,836), la saggina (quint. 7,002), il riso (quint. 18,044), i legumi secchi e loio farine (quint. 10,101), il pollame e i piccioni, il legno comune, le erbe, scorze e radici, i marmi, le mac­ chine e meccanismi, la salumeria, i mobili, le piume, le spugne, i marroni, le castagne ecc.

Si verifica invece una diminuzione nei se­ guenti prodotti italiani: seta (— quint. 1,282), zolfo, olio d’oliva, pelli greggie, soinmaco, cap­ pelli di paglia, essenze, tessuti serici, cotone, pro­ dotti chimici, treccie di paglia, bestie da soma ed oggetti da collezione.

Il commercio francese. — Ecco la stati­

stica del movimento commerciale della Francia nell’ aprile 1907.

Le importazioni si sono elevate dal 1“ gen­ naio ai 30 aprile a 2,152,414,000, e le esporta­ zioni a 1,854,009,009 fr.

Le cifre per il mese d’ aprile si scompongono come segue :

Importazioni 1907 Sostanze alimentari 79.841 Materie necessarie all’ indus. 46i,761 Oggetti fabbricati 115,327 Totali 662,432 Differenza 1906. 4- 17,988 -+- 18,078 -f 16,928 4- 47,989 Esportazioni Differenza 1907 1906 Sostanze alimentari 68,734 + 19,108

Materie necessarie all’indus. 173,614 + 28,865 Oggetti fabbricati 273,671 4- 28,934

Colli postali 39,3)9 + 1,208

Totali 553,408 + 78,115 Ecco ora le cifre per i primi quattro mesi :

Importazioni

M . 1906

Lire

Sostanze alimentari 828,288,00) 245,548,000 Materie necessarie al­

l’ industria 1,461,073,000 1,386,982,000 Oggetti manifatturati 368,053,000 335,088,000 Tot ale Lire 2,152,414,000 1,957,618,000

Esportazioni

1907

Lire 19P6 Sostanze alimentari 255,962,069

M itene necessarie

al-194,357,000 l’ industria 542,098,090 468,820,000 Oggetti manifatturati 985,029,000 869,162,00,1 Pacchi postali 140,889,00*3 14l),358,0(i0 Totale lire 1,854,009,(Kit) 1,672,673,000 Ecco quindi le differenze :

Importazioni

Differenza

1907

Sostanze alimentari + 77,743,000

Materie necessarie all’ industria + 74,091,000

Oggetti manifatturati + 42,967,000

(10)

330 L ’ E CO N O M ISTA 26 maggio 1907

Esportazioni

Sostando alimentari +

Materie necessarie all'industria 4"

Oggetti manifatturati + Colli postali + Differenza 1907 11.545.000 73.278.000 95.818.000 630000 Totali + 181,372,000 Il movimento totale dunque si è elevato, tra importazioni e esportazioni a circa 4,1)07 milioni in luogo dei 3,630 milioni dello stesso periodo del 1906.

Sembra ohe il mese d'aprile sia stato molto favorevole al commercio d’esportazione, essendo questi sorpassato di 31 milioni quello di im­ portazione.

Il commercio inglese. — Ecco,

la classificazione del Board o f Trade, i del commercio esterno inglese per il aprile 1907 :

Importazioni

Prodotti alimentari Materie prime Articoli mani fatturati Diversi e pacchi postali

Totale Esportazioni V alore secondo risultati mese di Differenza sull’ aprile Valore 19J6 Migliaia di sterline 19,635 -4- 1,821 23.089 + 6,571 13,873 + 1,339 189 4 56,788 + 9,727 Differenza sull’ aprile 1906 Migliaia di sterline Prodotti alimentari Materie prime Articoli manifatturati Diversi e pacchi postali

Totale

Ecco ora il commercio dei quattro mesi, pure

1,175 + 160 4,345 + 1,000 28,101 + 6,184 496 + 41 34,417 + 7,385 cifre tonde: Importazioni 1907 1906 (sterline)

Bestiame, sostanze ali­

mentari e tabacchi 75,40 ),000 73,600,0' 0 Materie greggie 97,809,000 74,800,090 Oggetti manifatturati 53,900,000 92,300,000 Generi diversi e pacchi

postali 800,000 900,000

Totale Lirest. 227,900,000 201,300,000 Esportazioni

Bestiame, sostanze ali­ mentari e tabacchi Materie greggi e Oggetti manifatturati Generi diversi e pacchi

postali 1907 5,8 j0, 000 16,000,000 112,800,000 1,900,000 (sterline) 1906 Totale Lire st. 136,300,000 L e differenze sono quindi :

Importazioni Bestiame, sostanze alimentari

e tabacchi Materie greggio Oggetti manifatturati Generi- divèrsi e pacchi postali

5,600,000 13.300.000 97.600.000 1,700,000 118,200,000 + 1.800, (300 + 23,300,000 q 1,608,000 4- 100,000 + 26,600,000 Esportazioni Bestiame, sostanze alimentari

e tabacchi Materie greggi e Oggetti manifatturati Generi diversi e pacchi postali

Totale Lire st.

Aumento costante nella importazione e nella esportazione di tutti i prodotti ; aumento progres­ sivo, dunque, come fu riscontrato anche nei mesi precedenti.

Il C uressi) internazionale aprano a Vienna

Questo Congresso, interessantissimo per la gravità dei problemi risolti, si è inaugurato il 21 corr., presie duto da Haas.

Vi intervennero Iron. deputato Marchese Raffaele Cappelli. Presidente della Società Generale degli agri­ coltori italiani, che prende viva parte alla discussione relativa all’istituto Internazionale di Agricoltura, so­ stenendo l’operato della Conferenza di Roma, l’ Ispet­ tore generale dell’agricoltura, comm. prof. Tito Pasqui, delegato speciale per la tabacchicoltura, ed il prof. Gio­ vanni Montemartini, direttore deirufficio del Lavoro, che fa proposte intorno alle relazioni presenta,te sugli uffici internnzionali di collocamento della mano d ’opera agricola.

Meline prendendo la parola disse che l’ ultimo con­ gresso tenuto a Roma aveva segnato per l’ opera che i congressisti si propongono una magnifica tappa II successo del Congresso di Roma, soggiunge l ’ oratore, fu tale che tutti i grandi paesi che avrebbero potuto accoglierci dopo l’ Italia, sembravano timidi e scorag­ giati per timore del confronto. ‘

Quindi su proposta del Presidente Haas, capo della cooperazione rurale tedesca, si deliberò un saluto di riconoscenza ed affetto a Luigi Luzzatti quale grande

promotore dell’ idea cooperativa nel mondo.

Parlarono anche Zalcock e l ’ on. Cappelli a nome della Commissione Reale.

Indi si svolse una interessante discussione sulla difesa delle piante contro le malattie in rapporto al­ l’ Istituto Internazionale di Agricoltura. Eriksson, pro­ poneva la istituzione di una stazione internazionale. Il prof. Cnboni ha sostenuto la nomina di una com­ missione presso l’ Istituto dovuto al Re d ’ Italia, col compito di suggerire i provvedimenti, legislativi ai Governi per combattere i nemici delle piante coltivate. E’ stata approvata la proposta Cuboni. Il Congresso ha poscia, presenti i delegati italiani del Ministero di Agricoltura, preso in considerazione le relazioni del prof. Franceschini, di Milano sulla « Diaspis Pentagona » del prof. Perona di Vallombrosa sul rimboschimento della terra incolta in Italia, e del prof. Berlese di Fi­ renze circar le recenti esperienze fatte per combattere la mosca olearia.

E ’ stato deciso che il prossimo congresso di Angers studi le norme internazionali per la tutela delle mar­ che enologiche. Il prossimo congresso dei viticoltori si terrà in Portogallo. In onore dei congressisti ebbe luogo un banchetto al Municipio.

Inoltre il Congresso ha approvato le seguenti con­ clusioni del dott. Vittorio Nazari, nella sua relazione, sul tema: Insegnamento agrario negli Eserciti.

1. Tenendo conto delle condizioni dei diversi paesi, rispetto alla organizzazione dell’ Esercito, ed alle condizioni dell’agricoltura, si procuri di diffondere lo insegnamento agrario fra i soldati, ciò che inducen- doli a tornare più istruiti ai campi, arreca sicuri be­ nefici tecnici, economici e sociali ;

2. Nell’ impartire tale insegnamento si tenga pre­ sente che si ò dimostrato opportuno lasciare libere le iniziative locali, specie per quanto riguarda i program­ mi, i quali dovranno adattarsi alle condizioni dell’agri­ coltura là dove l’ insegnamento si impartisce e dove i soldati debbono tornare. Finalmente converrà tener conto della diversa importanza delle guarnigioni e delle altre speciali loro condizioni ;

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26 maggio 1907 L ’ E C O N O M ISTA 331

3. Che tale insegnamento, oltre e più degli ef­ fetti tecnici ed economici, ha e deve avere effetti di indole sociale, convincendo i soldati esser meglio per essi, per le loro famiglie e per il Paese, il ritorno alla industria nella quale hanno lavorato fino dai primi anni, anziché la ricerca di altre occupazioni, alle quali sono impreparati e che spesso li conducono ad aumen­ tare la schiera degli spostati, aumento pericoloso in tutti i tempi ed in tutti i paesi, Per tale maniera i soldati agricoltori veggono andar loro incontro, per meglio istruirli e bene consigliarli, senza secondi fini, persone che tale beneficio prodigano ad essi proprio quando, per la separazione dai parenti e dalie occupa­ zioni normali, massimo riesce il conforto che possono ritrarne ;

4. Perchè questi molteplici ed utili intenti si raggiungono, è necessario che venga rigorosamente curata la scelta degli insegnanti e specialmente dei Di­ rettori dei campi dimostrativi di guisa che siano sol­ tanto scelte persone le quali, essendo veramente com ­ petenti, sappiano tenere 1 ’ insegnamento in quella giusta misura che, sola può attirargli la simpatia delle auto­ rità militari e garantirne la efficacia pratica;

5. Che, oltre l’ insegnamento agrario ai Soldati, i quali, provenendo dalle campagne, ne facciano spon­ tanea domanda per togliere alla nuova istituzione la poco simpatica veste delle disposizioni obbligatorie, si procuri di diffondere il corso speciale degli Mementi di legislazione agricola fra le Gendarmerie. Anche questa iniziativa arreca benefici non solamente economici ma anche morali, avendo per effetto di accrescere legami simpatici fra la Gendarmeria e la popo'azione delle campagne, ciò che, agli Agenti dell’ordine, faciliterà l’adempimento del difficile quanto utile compito. Inoltre tale insegnamento speciale può riuscire utile anche là dove non si dimostri opportuna l ’ istruzione agraria per l’ Esercito, o perchè questo sia molto limitato, o perchè restino poco tempo i Soldati in servizio, o perchè la istruzione agraria sia molto progredita e cominci, per la popolazione rurale, fino dalle scuole elementari : 6. Finalmente in Paesi, nei quali le altre indu­ strie od i commerci abbiano maggiore importanza del­ l ’agricoltura, sarà consigliabile, con analoghe norme, conseguire ugualmente benefici effetti economici e so­ ciali, procurando di istruire i Soldati sui progressi ot­ tenuti e sperabili per le industrie manifatturiere o per i commerci, che abbiano costituita la speciale occupa­ zione della maggior parte dei Soldati, prima di assu­ mere il servizio militare;

7. Sempre poi ed in tutti i Paesi, agli insegna menti tecnici si dovrebbero unire buoni consigli di na­ tura morale e specialmente di risparmio e di previdenza che il benessere sociale è stato, sempre e dovunque, intimamente connesso con le condizioni economiche della popolazione.

Il Congresso poscia ha preso atto del rapporto dei prof. Gavazza e Menozzi, non presenti, circa i parassiti della vite è l’organizzazione delle stazioni agrarie. Il Marchese Cappelli ha riuniti ì Delegati italiani dei Ministeri di Agricoltura e Finanza, gli on. Ranieri, Scorciarmi e Coppola ed il presidente della sezione competente Schuller per prendere accordi circa la di­ scussione della relazione Roesiche sull’ Istituto Inter­ nazionale di Agricoltura. In questa riunione sono stati approvati alcuni emendamenti, alla relazione ed è stato incaricato il Marchese Cappelli di riferirne all’ assem­ blea dopo essersi posti d ’ accordo con Meline e i rap­ presentanti di Francia e Germania. Nella Sezione IV ha parlato il prof. Moreschi sulla produzione dei mulini, ed il prof. Giorini sui fermenti del caseifìcio. Stasera a. Corte, vi sarà ricevimento di tutti i congressisti. Dopo i rappresentanti dell’ Inghilterra; verranno presentati all’ Imperatore i capi delle tre delegazioni italiane, on. Marchese Cappelli per il Ministero degli Esteri, comm. Pasqut per il Ministero di Agricoltura e eomm. Sandri per il Ministero delle Finanze.

Ci occuperemo del seguito dell'importante Con­ gresso.

I mutui di favore alle scuole speciali di agricoltura

Vogliamo pubblicare la breve ma interessante re­ lazione dell’ Ufficio centrale del Senato testé presen­ tata sulla concessione di mutui di favore alle Regie scuole speciali e pratiche di agricoltura.

« La legge 6 giugno 1885 n. 3541 per l’ istituzione delle scuole speciali e pratiche di agricoltura fa ob­ bligo alla provincia, al comune e agli altri corpi mo­ rali, che concorrono con lo Stato alla fondazione della scuola, di fornire a loro spese il podere o terreno e l ’edificio necessario per la coltura, per l’ insegnamento, pel convitto e per le abitazioni del personale addetto alla scuola. Al fine poi di agevolare agli accennati Enti l ’adempimento di quest’obbhgo, la legge estese a codeste scuole le disposizioni dell’altra legge 18 luglio 1878, n. 4460, con la quale era stata data facoltà al Governo di concedere mutui di favore per la costru­ zione di edifici esclusivamente destinati ad uso delle scuole elementari. E poiché tale facoltà aveva la du­ rata di dieci anni, venne rinnovata per altri dieci anni con la legge 8 luglio 1838, n. 5516, a favore delle scuole elementari, ed estesa più tardi, come la precedente, alle scuole speciali e pratiche di agricoltura con la legge 30 giugno 1896, n. 250, di appovazione del bi­ lancio del Ministero di agricoltura, industria e com­ mercio per l’esercizio finanziario 1896-97.

Scaduto anche il secondo periodo decennale, il Go­ verno ha chiesto col presente disegno di legge che si prolunghi per un terzo decennio la facoltà di conce­ dere mutui di favore alle scuole di agricoltura.

L ’ Ufficio centrale del Senato, al quale ne è stato domandato l ’esame, ha riconosciuta l’opportunità del provvedimento, mediante il quale l’erario dello Stato continuerà ad aiutare l’azione degli Enti locali, volta o beneficio dell’agricoltura. Ma ha fermato la sua at­ tenzione sull’articolo 4, la cui redazione, così come è stata approvata dall’altro ramo del Parlamento, po­ trebbe creare diffico'tà nell’applicazione della legge, specialmente nei riguardi dell’ istituto sovventore dei mutui, cioè della Cassa dei depositi e prestiti.

All’art. 8, ove si dispone che la differenza tra l ’ in­ teresse di favore e quello normale dovrà essere ogni anno corrisposta dal Ministero di agricoltura, industria e oommer-io direttamente alla Cassa dei depositi e prestiti, fu aggiunta, in seguito alla discussione del disegno di legge nella Camera dei deputati, la parola irrevocabilmente, e ciò al fine di ben determinare che per dar modo ai comuni e alle provinole di vincolare la sovraimposta per la sola parte dell’annualità dei mutui che rimane a loro carico, era necessario mante­ nere immutato il concorso dello Stato anche ne! caso previsto nell’art. 4, quando cioè gli Enti m utuatari fossero per dare diversa destinazione ai terreni e ai fabbricati acquistati, costruiti, ampliati o restaurati coi prestiti.

Se non che, l’emendamento opportunamente intro­ dotto all’articolo 3 richiede che sia congruamente mo­ dificato anche l’ art. 4, in guisa che resulti chiaro il concetto che, qualora abbia a verificarsi la diversa de- ¡ stillazione degli stabili senza il consenso del Ministero, i la revoca del concorso dello Stato nel pagamento del­ l’annualità del mutuo concesso avrà in tal caso luogo soltanto in rapporto all’Ente mutuatario, ma coni - nuerà quel concorso sino all’estinzione ilei mutuo a essere corrisposto alla Cassa dei depositi e prestiti, salvo all’ erario il diritto di rivalersi contro l’Ente tanto della somma sino allora pagata, quanto di quella de­ rivante dall’onere di continuare a versare alla ripetuta, Cassa il contributo dell’ interesse assunto con la con­ cessione del mutuo.

Con siffatto emendamento l’ Ufficio centrale vi pro­ pone, onorevoli colleghi, di voler dare voto favorevole al presente disegno di legge ».

***

Ecco ora il disegno di legge del Ministero, colle modificazioni dell’ Ufficio centrale;

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