L’ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE , INTERESSI P R IV A T I
Anno X X X IY - Yol. XXXYIII
Firenze, 3 Novembre 1907
N. 1748
S O M M A R I O : Disastri — Ancora sul mercato dei valori — Il movimento commerciale di Palermo II Con gresso della resistenza - R i v i s t a b i b l i o g r a f i c a : A. Pezzini. La questione religiosa, doveri e diritti dei laicato - Prof. Can. Giovanni Rallignali, La famiglia, il lavoro e la proprietà nello Stato moderno - dee. Giovanni Vicario, Elementi di scienza finanziaria - Adolf Hasenkamp, Die Geldverfassung und das No en- bankwesen der Vereinigten Staaten - Sir Vietar Honley and Mary D. Sturge, Alcohol and thè human Body - Ministère du travati et de la prèvoyance sociale!, Recueil de documents sur la prévoyance sociale R i v i s t a e c o n o m i c a e f i n a n z i a r i a : Le Compagnie di assicurazione sulla vita in Germania per il 1906 - Le emissioni del mondo nel 1906 - L ’attività marinara mondiale - Le ferrovie indiane - Il movimento ferroviario m Inghilterra - Le miniere di carbon fossile del Regno Unito - Le condizioni del commercio nel distretto dì Pietroburgo - R a s s e g n a d e l c o m m e r c i o i n t e r n a z i o n a l e : Il commercio italiano - Il commercio franco-italiano - Situazione del Tesoro al 80 Settembre 1907 — Per P industria bacologica e serica - Camere di commercio Mercato monetario e Rivista delle Borse - Società commerciali ed industriali - Notizie commerciali.
D I S A S T R I
Piangiamo le vittime dell’ingiusta natura che crea per distruggere cosi spietatamente ; deplo riamo i danni materiali che i cittadini e la patria subiscono per i terremoti e per le inondazioni, ma nello stesso tempo confessiamo, che, non ostante il doloroso ripetersi di questi guai, ci troviamo sempre impreparati alla difesa, come se fossero state inutili le sorprese passate.
E ’ stato telegrafato, narrano i giornali, ad Udine ed a Venezia perchè siano mandati carri di legname nelle Calabrie, onde costruire baracche per coloro che sono rimasti senza tetto ; dunque non si è pensato nemmeno di costituire un previ dente deposito di legname per i possibili avve nimenti ? In alcuni comuni i soldati scavano colle unghie il terreno — narrano i giornali — per tentare di salvare qualche sepolto v iv o ; dunque non si sono nemmeno fatti depositi di stromenti adatti allo scopo.
E non è questo soltanto, ma tutto il complesso dei fatti che si denunciano, i quali dimostrano la completa imprevidenza del Governo e dei citta dini. Quando qualche sventura accade, e pur troppo sono frequenti, ed in certe regioni fre quentissime, lo slancio della caiità e sempre splendido, il desiderio di sollevare i disgraziati colpiti è vivissimo, così nei privati cittadini come nelle diverse Autorità, ma pari a questo slancio straordinario è straordinaria la mancanza di ogni previdenza, di ogni ordine, di ogni appropriato
sistema. .
Ed in queste circostanze dolorose si sarebbe dovuto già sentire che la Croce Rossa è accorsa, che ha mobilitato le sue schiere, messi in moto i suoi mezzi di soccorso, tanto nelle provincie per cosse dal terremoto, quanto in quelle allagate dai fiumi; ma sembra che questa istituzione, che pure
dovrebbe essere organizzata in modo da poter fun zionare rapidamente in qualunque punto dove sia necessaria l’opera sua, sembra non sappia muo versi o soltanto lentamente. E. intanto da una parte stanno i mezzi che la pubblica carità elar gisce, dall’ altro i derelitti che attendono sollievo, ed a separare gli uni dagli altri sta pur troppo ogni volta inesorabile ed irriducibile la disor ganizzazione.
Così i soccorsi o non arrivano od arrivano tardi, i colpiti imprecano alla indifferenza dei loro fratelli, e più tardi sentendo quanto grande sia stata invece la carità fraterna, non capiscono come nulla sia loro pervenuto o così poco in con
fronto alla disgrazia, o talvolta capiscono troppo. Non è il caso ora di citare fatti ed esempi veramente sconfortanti, ma è da esprimere il desiderio che si provveda ad organizzare la ca rità in modo che essa sia pronta ed efficace.
Ancora sul mercato dei valori
relativa, che permette la continuazione degli affari.
Da noi abbiamo una crisi sul mercato dei valori che dura da molti mesi ; discutendone con gli uomini più in vista nel mondo bancario, già da due o tre liquidazioni si sentiva dire: — ora siamo arrivati in fondo e la alta banca comin cierà ad agire ed a mettere a posto le cose. E infatti per due o tre giorni le cose andavano me glio e poi, nuovi attacchi, nuovi ribassi, nuo ve liquidazioni disastrose ; capitali enormi che si sottraevano ai loro normali impieghi per col mare le perdite subite, o per accrescere le dispo nibilità dei più timorosi. E, come conseguenza, una confusione deplorevole di criteri, una incer tezza nei propositi prossimi, il mercato lasciato senza guida, senza direzione e le più strane voci fatte correre sul mercato non trovano smentita, perchè sul mercato nessuno sorveglia.
E così in Italia la crisi, che avrebbe potuto essere arrestata con mezzi limitatissimi, si è ag gravata, si è estesa, ha ispirato la paura ai più resistenti, la sfiducia ai più ottimisti, ed ha ge nerato il convincimento che il mercato italiano possa essere per mesi e mesi abbandonato a sè stesso, ed i ribassisti, si dice, possano farci fre quenti e large « scorribande » senza che nessuno si muova ; finché un giorno, è la Tribuna che se lo fa telefonare da Milano, i principali Istituti di credito si svegliano e si avveggono che la « scorribanda » ha « oltrepassato il segno » e che bisogna metter le cose a posto.
Par impossibile che queste cose si dicano in un periodico autorevole come la Tribuna, gene rando cosi nel pubblico il convincimento che « i principali Istituti di credito », se avessero voluto, avrebbero potuto intervenire prima, o che « i de trattori » del credito pubblico abbiano potuto per mesi e mesi produrre tanti guai e far credere persino ad un prossimo fallimento dell’ Italia, solo perchè « i principali Istituti di credito » non si sono mossi a tempo.
Lasciamo la responsabilità di questa accusa, certo ingiusta, all’ autorevole periodico romano, e notiamo intanto la differenza tra la sollecitudine con cui si è domata la crisi a New Y ork e la lentezza con cui si è proceduto in Italia. Ma constatiamo in pari tempo la confusione delle lingue, anche in questo nuovo periodo nel quale, si dice che i principali Istituti di credito hanno finalmente deliberato di intervenire a regolare il mercato.
La stampa, infatti, in questi giorni ha fatto sapere al pubblico italiano che gli Istituti di emissione si sono riuniti in consorzio per difen dere i buoni titoli da ulteriori ribassi ; e — dice un altro autorevole periodico — la Gazzetta del
Popolo di T orin o— che, intervistato in proposito
un ex Sottosegretario di Stato, ha dichiarato ot timo il provvedimento, ed avendogli osservato l’ intervistante, che una operazione cosi aleatoria poteva essere causa di danni agli Istituti di emis sione, l’ex Sottosegretario di Stato ha osservato che era da porre completa fidueia nei Direttori degli Istituti e che d’altra parte la tranquillità avvenire del mercato compenserà gli Istituti dei sacrifizi attuali.
Ci crediamo in dovere di mettere in guardia
il pubblico contro queste false notizie che gette rebbero un’ombra di sfiducia su i nostri Istituti di emissione appena ora uniti, dopo quattordici anni, dalle conseguenze della crisi 1888-1893.
Che i direttori degli Istituti di emissione possono essere e sieno preoccupati dell’andamento del mercato e cerchino i mezzi per impedire una catastrofe ; che si uniscano insieme — magari in consorzio— per studiare con quali provvedimenti si possa più sollecitamente raggiungere lo scopo, è fàcile il crederlo; che anche si mettano alla testa per guidare il movimento e colla loro autorità te nere strette le falangi della finanza, è ammissi bile, anzi augurabile ; ma lasciar credere ad un intervento diretto, che cioè gli Istituti di emis sione. coi loro fondi disponibili e coi pretesi 80(1) milioni che sarebbero forniti dalla Società delle Meridionali (la quale colle operazioni già fatte fin qui non può aver disponibile tale somma) cerchino di sollevare i prezzi dei titoli buoni, il che vuol dire li comperino o li prendano a ri porto, è pura e semplice fantasia.
L 'Economista, ha da lungo tempo propugnato una intima unione delle forze finanziarie del paese sotto la direzione del maggiore nostro Isti tuto di emissione la quale unione, appoggiata dal Ministro del Tesoro, sorvegli e regoli il mercato tanto quando si spinge ad esaltazioni eccessive, come quando si lascia andare in preda a scorag giamenti ed a panici spesso ingiustificati.
Ed abbiamo anche deplorato che, non ostante qualche segno che lo faceva sperare, questa in tima e cordiale unione non si sia verificata, nella misura almeno che sarebbe stata necessaria ; e molte volte si sieno avuti esempi gravissimi di indisciplina più o meno palesi, che produssero non solo danni materiali, ma anche la persua sione della difficoltà di un durevole e sincero accordo.
Se, pertanto, sotto la minaccia di un crak che avrebbe potuto divenire inevitàbile ove si fosse lasciata il pubblico persuaso della indiffe renza dell’ Alta Banca e del Governo intorno ai casi che lo tormentavano e minacciavano, Go verno, Banche di emissione, ed Istituti ordinari di credito e di risparmio si sono trovati d’accordo in una azione comune diretta a moderare i movi menti convulsi del mercato e a mantenere una certa calma, e sopratutto una certa disciplina (per aver la quale i mezzi non mancano certo), non possiamo che vivamente rallegrarcene.
Il Governo, e per la sua Cassa floridissima, e per i due potenti organi finanziari di cui d i spone, cioè la Cassa depositi e prestiti e la D i rezione generale del debito pubblico; — le Ban che di emissione per la grande influenza che devono esercitare ed esercitano sul credito del paese ; — gli Istituti di Credito ordinario che hanno diretto contatto colla clientela della na zione; — le Casse di risparmio ordinarie che di spongono di così enormi capitali, — possono in sieme, se sono d’accordo, impedire in modo assoluto, non solo le pazzie dei rialzisti e dei ribassisti, ma anche gli squilibri nella distribuzione del dispo nibile.
Bene osservava l’ on. Luzzatti in uno splen dido suo articolo comparso l’altro giorno nel Cor
da fare in Italia per organizzare il nostro credito e tra 1’ altro quello di specializzare gli Istituti di credito, affinchè le diverse industrie o gruppi di industrie, trovino sempre chi conosce bene la situazione, ne segue le vicende e si mette in caso di provvedere ai bisogni urgenti. In Italia invece abbiamo seguito una politica diversa; pochi Istituti che fanno tutto e vogliono far tutto; si capisce che ciò è conseguenza della crisi passata, ma si capisce anche, che ora, cessata la crisi, deb bano mutare le cose.
Ma questo è argomento che va trattato con maggiore larghezza e ce ne occuperemo prossi mamente. Intanto teniamo conto delle promesse che ci vengono fatte attualmente d’ un efficace e ben guidato intervento delle alte forze finanzia rie, ed auguriamo che gli avvenimenti abbiano insegnato a tutti che non bisogna attendere che le «sc o r r ib a n d e » abbiano passato il segno; ma bisogna impedirle appena si sentono.
Il Minto m iiili ili Paiolo
Da una pubblicazione, utilissima, dello Ca mera di commercio locale stralciamo qualche dato circa il movimento commerciale, purtroppo di scarso sviluppo, di questa importante provincia.
Gli scambi della Provincia, nel loro com plesso di entrata e di uscita, sia in commercio internazionale che in cabotaggio, ascesero nel 1906 a 69.7 milioni di lire superando di 5.5 milioni quelli dell’anno anteriore 61.2 e vincendo anche i milioni 67.5 e 68.9 degli anni 1903 e 1904.
Giova però distinguere, le entrate dalle uscite ed il commercio internazionale dal nazio nale, traendone pel 1906 le indicazioni seguenti :
E n tra te U scite T otali
(m ilio n i d i lire)
Commercio internaz. 24.4 32.7 57.1
Commercio nazionale 8.2 4.4 12.6
Scambi complessivi 32.6 37.1 69.7
Tali cifre variano dalle corrispondenti an teriori ma per via di normali oscillazioni le quali, se mai, modificano lievemente, ma non eliminano le notevoli differenze che fra le une e le altre sogliono intercedere nella serie degli anni.
Ecco ora alcuni interessanti rilievi :
a) Il commercio internazionale di Palermo,
nel 1906 milioni 57.1, ha importanza molto su periore a quello col resto del Regno l ‘2.6, costi tuendo 5/6 all’ incirca del movimento complessivo 57.1: 69.7). E ’ però naturale cne i rapporti con i Paesi stranieri debbano nel loro insieme preva lere, sia perchè si tratta di molti mercati e non di un solo, sia per l’ indole economica della nostra piazza che la rende più specialmente dedita al traffico internazionale.
Ciò è però vero entro giusti limiti, non es sendo men vero d’altra parte che gli affari con la penisola restano abbastanza al di sotto della desiderabile corrente di scambi proporzionata alla reciproca importanza di commercio e di consumi.
b) La prevalenza del commercio estero su
quello nazionale si riscontra tanto nelle entrate che nelle uscite. Ed infatti nel 1906, di fronte a
milioni 8.2 di acquisti in Italia (costituiti in maggior parte da animali per macello, tessuti, legnami, ecc.) lo ammontare delle provenienze dall’Estero (nelle quali primeggiano grani, car bone, ferri, legname, ecc.) risulta di 24.4 milioni. Parimenti, la funzione che Palermo ha di piazza d’ esportazione delle merci indigene prodotte anche in province finitime, fa sì ohe il collocamento delle stesse avvenga più nei paesi stranieri che non in Italia stessa; onde nel 1906 le vendite al continente nazionale si limitarono a milioni 4.4 mentre quelle a Paesi stranieri salirono a mi lioni 32.7.
c) Il commercio di uscita è nel suo complesso superiore a quello di entrata. Nel 1906 furono milioni 37.1 di fronte a 32.6. Senonchè la diffe renza in milioni 4.5 è residua fra una maggiore differenza che si riscontra nel commercio inter nazionale, milioni 8.3 ed una differenza inversa nel nazionale, 3.8.
I.e due sorta di scambi han dunque compor tamento inverso, poiché nel commercio con l’estero predominano le spedizioni, milioni 32.7 contro 24.4; nel commercio di cabotaggio prevalgono i ritiri di mercanzie, 8.2 contro 4.4. Anzi la ec cedenza, nel primo caso costituisce il quarto al- l’ incirca, nel secondo invece sale a quasi la metà. Secondo la Relazione questi indiscutibili ele menti di traffico comprovano che nell’economia locale — fra commercio nazionale e commercio estero — il vantaggio delle uscite di merci è at tenuato dal primo. Per molti generi, questo com mercio è soggetto all’ Estero, ma esportando al quanti prodotti (in scarso numero è vero ma in forti quantità) si rifa con successo del bisogno d’ importare, ed ottiene l’equivalenza economica. Invece Palermo è soggetto alla produzione nazio nale per quei generi di necessità sopra accennati ed altri.
Volendo estendere ad un quadriennio l’esame delle differenze fra acquisti e vendite, nelle due branche di commercio, raccogliamo quanto segue:
Prevalenza delle esporta
1908 1934
milioni di lire1906 1936 zioni sulle importazioni
Prevalenza delle entrate sulle uscite in cabo
2.2 5.9 2.8 8.3
taggio 6.9 7-2 2.7 3.8
Uscite in più od in meno — 4.7 — 1.3 -(- 0.1 4- 4.5
Tali dati dimostrano :
a) che le esportazioni vanno sempre più
guadagnando sulle importazioni, da 2.2 a 8.3, e l’anno 1906 segnò la differenza maggiore sinora conseguita.
b) che le entrate dal Regno vanno assot
tigliando man mano la loro inferiorità rispetto alle uscite, da 6.9 a 3.8; l’anno 1905, ed in parte anche il 1906, sono stati i migliori in tal senso.
c) che, in conseguenza, il movimento com merciale complessivo, da uno sbilancio di mi lioni 4.7 nel 1903 è pervenuto al notato eccesso di vendite in milioni 4.5.
Accertiamo ora in quale rapporto stia la parte di commercio internazionale attuato dalla pro vincia di Palermo, con l’ intera massa del com mercio internazionale attuato dall’Italia.
Ecco le percentuali del commercio di Pa lermo con l’estero :
Importazioni.
Anni nel Regno in Palermo
assolute per cento milioni di lire 1902 1842.9 22.9 1,24 1908 1838.4 27.0 1.47 1904 1858.1 24.1 1,27 1905 2075.4 25.7 1,23 1906 2549.1 24.4 0,95 EsportaZioni.
Anni nel Regno in Palermo
assolute per cento milioni di lire 1902 1445.3 28.9 2,00 1909 1461.9 29.3 2,00 1904 1615.2 29.9 1,85 1905 1707.4 28.4 1,63 1906 1844.1 32.7 1,77
Il rapporlo cercato è, come si vede, in con tinua decrescenza, e scende all’ 1.77 per cento nelle esportazioni, mentre nelle importazioni dal- 1’ 1.24 e dall’ 1.47 per cento si riduce in soli cinque anni ad appena ii 0.95 per cento.
Confrontato poi per abitante, il commercio internazionale del Regno rappresentò nel 1906 una media di lire 130 per abitante, ma ad esso Palermo prese parte con una media di sole lire 70 a testa appena, cioè il 53 per cento circa.
Distinguendo importazioni da esportazioni, abbiamo cbe la media di queste fu di lire 55 a testa per ogni abitante nel Regno e di lire 40, ossia il 71 per cento per ogni abitante della Pro vincia ; la media delle importazioni ascese a lire 75 e lire 30 rispettivamente, ossia la quota, per testa fu nella provincia appena il 40 per cento della quota media del Regno.
Notevole ancora, che mentre la quota indi viduale di esportazione è in cinque anni salita per ogni italiano da lire 44 a 55, cioè il 25 per cento in più, quella per ogni abitante della pro vincia è cresciuta da lire 36 a lire 40, cioè solo 1’ 11 per cento; e mentre la quota di importazioni è nel primo caso da lire 56 vigorosamente per venuta a lire 75 con il rapido sviluppo cioè del 34 per cento, nel secondo caso essa presenta au mento trascurabile (da lire 29 a lire 30 per testa) ; e mentre infine, considerato l’ insieme delle due branche di commercio estero, si rileva che la quota nazionale per abitante da lire 100 ha guadagnato il 30 per cento in più, si rileva altresì che l’altra, passando da lire 65 a lire 70, ha conseguito solo l’incremento dell’ 8 per cento circa.
E vogliamo riportare alcuni significanti ap prezzamenti che la Relazione della Camera di commercio fa in proposito.
« Se l’ esame dèi commercio estero della Pro vincia posto in confronto a quello intero del Paese ci conduce alle fatte considerazioni di deficienza assoluta e di minor forza di sviluppo, qual giu dizio può formarsi relativamente ad analogo con fronto nell’ ammontare intrinseco e nell’ attività dì crescenza del commercio nazionale?
Difettano, ancor più che pel commercio in ternazionale, le statistiche relative al commercio
nazionale delle altre provincie, nè d’ altronde po tremmo dilungarci in ricerche relative all’ ammon tare degli scambi che intercedono fra le varie regioni d’ Italia; ma non temiamo di errare riba dendo l’affermazionè, fatta anche in altri anni, che cioè il movimento di affari nell’ interno del Regno è fiorentissimo nell’ alta e media Italia, le quali provvedono alle contrade meridionali prodotti delle industrie assai più che non domandino loro pro dotti alimentari ed agrari; e siano invece abba stanza scarsi in queste contrade. Producendosi ovunque nel Regno vini, olì, frutta ed in parte agrumi (cespiti primari del traffico palermitano) il commercio della provincia — come quello della Sicilia — trova nel resto della nazione uno sbocco assai meno ampio di quello che la produzione in dustriale italiana, bene protetta dai dazi di fron tiera contro la concorrenza estera, trova nell’isola ove appunto difettano le industrie. D ’altra parte ad aggravare le entrate dal Regno, senza un cor rispondente compenso nelle vendite, concorre molto — oltre la scarsezza di manifatture locali — l’im potenza della nostra pastorizia a provvedere il cospicuo fabbisogno di carne da macello. Noi cre diamo adunque psser nel vero affermando, pur senza il confòrto delle cifre, che mentre in molte parti d’ Italia la prosperità del commercio con l’ e stero è accompagnata fortunatamente da prospera attività del commercio nazionale, questo non ha invece a Palermo l’espansione desiderabile, e dif ferenze di sviluppo non lievi senza dubbio esi stono per tale traffico interno, ingrandendosene la disparità di forza economica rilevata fra il de bole movimento mercantile della p/ovineiae quello medio rigoglioso e crescente del
Regno-Questa conclusione a cui per varie guise ci han condotto i confronti fatti, deve esser per noi nulla più che una melanconica constatazione? No certamente. Non è per predicare miseria o per infondere rassegnazione che ci siamo soffermati nell’ordine di calcoli e di considerazioni esposto in questo capo.
E ’ unicamente perchè il cumulo degli indici presentati costituisce una fra le tante gravi ed inoppugnabili ragioni onde si provveda, e presto, a facilitare lo sviluppo economico dell’ isola, in spirando le riforme à larghi criteri ed alla con vinzione che molto occorre per riparare a lunghi anni di abbandono.
ri-sultanzee l’indice più manifesti. Si fecondi adunque e davvero, la Sicilia di tutti quegli elementi che valgano ad elevarne l’economia a quel giusto grado che è necessario e che ora — malgrado i pro gressi conseguiti — è ancor troppo lontano mi raggio. »
La Relazione fa ancora un esame del com mercio di Palermo per le singole categorie, del quale sarebbe troppo lungo occuparsi.
Il Congresso della resistenza
E bbe luogo in Firenze, nei giorni decorsi, un Congresso provinciale che fu chiamato dellaresistenza.
Era indetto dai Segretari delle Camere de! Lavoro della provincia di Firenze e riuscì im portante per il numero degli intervenuti e per le Associazioni aderenti, che furono oltre una cinquantina e comprendevano le più importanti Leghe e Sezioni toscane di moltissime Federa zioni.
Era importante sapere quanto si sarebbe de liberato sul tema « Rapporti fra Camere del La voro, Confederazione generale del Lavoro e Fe derazioni di mestiere dopo il recente convegno di
Firenze », del quale convegno fu da noi dato notizia
e fu detto come avesse trovato la formula di ac cordo fra questi enti e la Direzione del partito socialista.
Ecco gli ordini del giorno approvati, 1’ uno di Innocenti, l’altro di Del Buono, ambedue re latori del tema suddetto :
« 11 Congresso Provinciale della Sesistenza, udita la relazione sul tema « Rapporti fra Camere del Lavoro e Federazioni Nazionali di mestiere»;
riconoscendo come le Camere del Lavoro orga nizzando in Leghe di resistenza il proletariato prepa rino questo alla costituzione di Federazioni nazionali di mestiere, affinchè queste possano con maggior tecni cità dirigere il movimento ascendente delle categorie federate seguendo anche un criterio coordinato di equi librio e di pareggiamento relativamente alle condizioni locali di vita, in ogni centro ;
considerando perciò utile la funzione delle Ca mere del Lavorò e delle Federazioni di mestiere, quando esse si integrino per l ’ elevamento morale e materiale del proletariato, specialmente per tuttociò che riguar da propaganda, agitazioni, scioperi, statistiche e anda mento amministrativo, eoe. ;
riafferma il deliberato preso dal V Congresso delle Camere del Lavoro e III della Resistenza tenuto in Genova (1905),
e delibera che per tutte le Leghe aderenti alle Camere del Lavoro della Provincia sia obbligatoria l ’adesione alle respettive Federazioni di mestiere (quan do queste siano aderenti alla Confederazione generale del Lavoro) ».
« 11 Congresso Provinciale della Resistenza riunito in Firenze il 27 ottobre 1907, udita la relazione Del Buono in merito al lavoro svoltosi ne; recente conve gno di Firenze fra la Confederazione generale de! La voro, la Direzione del Partito socialista ed il gruppo parlamentare socialista, preso atto delle deliberazioni votate dal convegno stesso in -¡guardo ai rapporti fra Partito socialista e Confederazione; all’emigrazione, ai sussidi, alle opere di assistenza confessionali, alla legi slazione operaia, al rispetto dei patti concordati, alla assistenza per le vittime delle reazione ;
impegna le Camere del Lavoro della Provincia ed i rappresentanti delle Leghe intervenute all’ odierno Congresso, ad infondere fra le organizzazioni rispettive il dovere della osservanza disciplinata su tutto quanto il convegno suddetto deliberò ».
Altro tema importante, discusso ampiamente dal Congresso, fu quello relativo alla « organiz zazione provinciale, resistenza, cooperazione e loro rapporti » : ed ecco l’ordine del giorno approvato, essendosi respinti gli emendamenti presentati in proposito :
« I rappresentanti delle Associazioni economiche di classe della Provincia di Firenze, riuniti a Congresso il 27 ottobre 1907, udita la relazione sulla « Organizza zione della resistenza, cooperative e mutue della Pro vincia e loro rapporti » tenuto conto delle ragioni e pro poste del relatore per una più uniforme attuazione di propaganda, allo scopo di conseguire un maggior svi luppo della organizzazione e per imprimere alla azione di questa un movimento di conquista, più in armonia con i desideri e bisogni determinati dalle speciali con dizioni dei nostri paesi ; considerando come la sola re sistenza, specie nei paesi come quelli nella Provincie, di Firenze, ove la industria manifatturiera è poco pro gredita, ove la classe lavoratrice è ancora poco evoluta nei criteri della lotta di classe indirizzata ai fini di conquista sociale, non sia il solo stimolo e_ mezzo effi cace per richiamare i lavoratori nei quadri delle orga nizzazioni di classe: come convenga integrare questa forma di associazione e lo scopo della resistenza colle altre armi di difesa degli interessi del lavoratore, quali le cooperative di lavoro e di produzione puramente di classe, le cooperative di consumo, i cui utili devono essere devoluti ai fini della resistenza, del mutuo soc corso e della propaganda ; deliberano di uniformare la loro azione di propaganda per la organizzazione infor mata a questi criteri in tutta la provincia, stabilendo un reciproco aiuto, e chiedendo a tale uopo, l ’ausilio di propagandisti provetti agli organi centrali del pro letariato d ’ Italia ».
Sull’azione dell’ organizzazione economica nel campo economico e politico fu approvato que st’ ordine del giorno :
«Il Congresso Provinciale della Resistenza, conside- randa che la finalità del proletariato deve essere l’e spropriazione dei mezzi di produzione e di scambio e la loro socializzazione; considerando che l ’emancipazione dei lavoratori non sarà che il risultato graduale, co stante di un lavoro di studio, di educazione e di istru zione col trattare e sviluppare le questioni riflettenti i loro interessi; considerando che nella società capitali stica i lavoratori possono gradatamente elevare il pro prio tenore di vita con riforme, la cui efficacia sta in ragione diretta della pressione da essi esercitata, affer ma che i lavoratori devono proporsi di sostituire alla proprietà privata la proprietà collettiva, che per rag giungere tale fine devono svolgere una duplice azione: 1. Nel campo economico coll’ organizzazione di arti e mestieri, intesa ad elevare le condizioni econo miche, morali ed intellettuali del proletariato ;
2. Nel campo politico con la conquista dei pub blici poteri, sia direttamente, sia con l’ intesa e 1’ ac- coido delle frazioni politicamente più avanzate della borghesia ».
Importante fu pure il seguente ordine del giorno sulle organizzazioni e propaganda fra i contadini :
« I convenirti al Congresso provinciale della resi stenza, udita la relazione relativa alla « organizzazione e propaganda tra i contadini toscani » : premesso che lasciano piena libertà agli interessati di assumere in un Congresso specifico di mestiere di non pronunziarsi in merito al mantenimento o meno della mezzadria nel periodo transitorio dall’aspetto capitalistico attuale a quello collettivistico ; delibera :
1. Di studiare fra tutti i segretari delle Camere del Lavoro toscane in un convegno da tenersi ai primi di dicembre a Pistoia il modo e l’opportunità di n o minare un segretario generale (anche temporaneo)che abbia il solo ed esclusivo compito di interessarsi della propaganda ed organizzazione dei contadini toscani sulla direttiva della lotta di classe;
re-lati ve siano sopportate dalle diverse Camere del Lavoro in proporzione del numero dei loro soci;
li. Che il segretario generale sia sotto la vigi lanza della Commissione esecutiva della Camera del Lavoro di Firenze, la quale avrà l’ incarico di diri gerne il lavoro e l ’attività ».
Fu ampiamente discusso l’ argomento, ormai oggi così dibattuto, dell’ anticlericalismo e anti militarismo : e l’ordine del giorno approvato fu piuttosto vibrato:
« Il Congresso provinciale delle resistenza, tenuto conto che il militarismo nell’ordine generale imperso- nifica la violenza iraticida, che il congregazlonismo con i suoi metodi di sfruttamento e colle sue teorie tende a ricondurre l ’umanità sotto il giogo spirituale del prete; considerato che la casta militarista non è che una continua, incessante passività per i bilanci dello Stato, che il congregazionisino allo stato di fatto rap presenta l ’assurdo, il feticismo, la superstizione*, rico nosciuto che il militarismo nelle.odierne condizioni, dato i mezzi micidiali moderni delle armi, non puf) assolu tamente servire per conquista guerresca, ma a farsi gendarme , e krumiro in casa propria, in prò della bor ghesia sfruttatrice; che il congregazionismo coadiuva l ’altro nell’asservimento delle masse operaie; conside rato che questi due organismi, sopravanzi medioevali, rendono difficile, inceppato il movimento ascensionale ilei proletariato; tenuto conto che esso per sviluppare deve sbarazzarsi il terreno dagli ostacoli più formida bili^ delibera di intensificare la propaganda per far sparire queste due forme arretrate di civiltà: 1° col- l’organizzare i giovani operai in partito politico e con l’ inscriverli con quote inferiori nelle Leghe di resi stenza del proprio mestiere; 2° costituire cooperative di classe, sia di. produzione che di consumo, da con trapporsi all’ industrializzarsi delle« Congregazioni reli giose, di concorrere alle conquiste amministrative e politiche dei Municipi in specie, per istituire scuole laiche, insegnamenti razionali e teorie e di rispetto per i propri simili : per laicizzare gli istituti di educazione e di istruzione. »
Infine furono approvati i seguenti due or dini del giorno, relativo l’ uno agli « scioperi ed altre forme di .resistenza », • l’ altro ‘ più’ in parti colare agli «scioperi di operai e non soci viag gianti in cerca di lavoro ».
« I rappresentanti delle Associazioni operaie della provincia di Firenze, riuniti a Congresso nella Camera del Lavoro di Firenze* -presa cognizione come sia di grave danno morale e materiale alle Camere del Lavoro l’opera phe queste spendono nell’assistenza di scioperi e movi menti impulsivi, impreparati di masse non organizzate; considerando..come quest’assistenza stessa si trasformi per l’ incqnscienza dei beneficati in un mezzo di quasi sicuro allontanamento degli, stessi disorganizzati dalla disciplina, nei quadri del nostro movimento operaio ih quanto costoro si formano la persuasione che aderenti 0 no alle leghe ed alla Camera, del Lavoro queste ih contingente di agitazioni ugualmente li assistano; ri ¡enuto che se le nostre massime istituzioni operaie pos sono rivestire per certe contingenze di carattere generale la caratteristica di organi d ’ interesse pubblico, questa loro funzione però esse debbono usare per la disciplina, l’educazione, l’armonia e la irrigirnentazione dei lavo ratori solo ed in quanto questi tendano a svolgere .un’azione di conquista di difesa d’ interessi di classe colla nitida visione di avere commisurata la loro forza al grado di epposizione della parte avversaria; ritenendo che assistere i disorganizzati, assistere qualsiasi cate goria di lavoratori iscritti e non iscritti nelle associa zioni di mestieri, degenerebbe nelle masse operaie an cora refrattarie ai movimento civile, la persuasione che le Camere del Lavoro fossero pubblici istituti sotto 1 egida governativa cosi come le vuole la borghesia, per assistere i lavoratori e quindi farebbe loro abban donare il pensiero d ’ iscriversi alle organizzazioni per preparare l ’avvento della società collettiva a tutto danno del movimento generale ascendentale del proletariato; deliberano che le Camere del Lavoro della nostra pro vincia non dovranno prendere in considerazione, nè aPP°Sg>are, nè difendere le agitazioni o gli scioperi di conquista dì quelle categorie di operai che non fossero iscritti alla loro lega d: mestiere almeno da sei mesi. »
« Il Congresso delibera di invitare la Confederazione Generale del Lavoro, a studiare tale questione nei ri guardi delle Federazioni e delle Camere del Lavoro di modo che questa possa essere oggetto di discussione nel prossimo Congresso Nazionale della ^Resistenza e transitoriamente di applicare fino a soluzione definitiva quei rimedi che crede suggeriti e transitoriamente sta bilisce per ora che le Camere del Lavoro quando rila sciano ai loro soci che partono in cerca di lavoro let tere di accompagnamento, le facciano precedere da una lettera da inviare direttamente alle organizzazioni di arrivo e di dare sussidi agli operai esteri solo quando questi presentino i libretti federali. »
R
ivista
BmuoQRflncfl
A P e zzin i. - La questione religiosa - doveri e
diritti del laicato. — Parma, L . Battei, 1907
pag. 139.
L ’argomento trattato dall’Autore esorbita dal campo nel quale sono circoscritti gli studi nostri; tuttavia non esitiamo a riconoscere che — seb bene con uno stile tal volta troppo ridondante — l’ Autore ha, detto molte cose, giuste. Oi pare però che la tesi stessa abbia qualche difetto, in ciò che la azione del Governo nelle questioni reli giose non può essere che in relazione ai senti menti delle moltitudini,; ora coloro che pensano come l’Autore devono innanzi tutto cooperare a rendere l’ambiente sociale tale da poter ricevere, senza timore che la reazione si imponga, riforme radicali ed indirizzo energico del Governo, quale viene desiderato.
Non è in un paese che conta il 60 per cento di analfabeti, che si può invocare la libertà dello spirito, come fattore di un movimento religioso. P r o f. C a n . G io v a n n i R o s s ig n o li. - La fa
miglia; il lavoro e la proprietà nello Stato moderno. — Novara, Unione Editrice No
varese, 1907, pag. 476 (L. 5).
Se si astrae dal fatto strano di questi sa cerdoti che si occupano di scienze sociali e nel trattare le più controverse questioni, se trovano qualche contrasto tra la religione e la scienza, tra la rivelazione ed i fatti più accettati, si accon tentano di limitare le attendibilità della rivela zione dicendo in certo modo che essa tenne un linguaggio non esatto per rendersi adatta alla scarsa intelligenza degli uomini di quel tempo ; consi derazione questa a nostro avviso, arrischiata dal loro punto di vista, perchè rende elastica la fede; — se, diciamo, si faccia astrazione da questo feno meno, il lavoro del prof, canonico Rossignoli è meritevole di attenzione, sia per la semplicità della esposizione, sia per la vasta erudizione, sia infine per l’ ordine dato al libro. Certo, molte volte, l’ Autore si limita a considerazioni alquanto superficiali nella valutazione di certe dottrine e non le approfondisce quanto dovrebbe; spesso anzi esamina una ad una le singole parti di una questione senza considerarne il loro nesso logico, I’ insieme.
di svolgersi, tratta lungamente dalla famiglia di cui non vede solamente una necessità biologica, ma una necessità morale : e discute il celibato, il matrimonio civile, il divorzio, il femmini smo, ecc. Successivamente nella seconda parte l’ Autore tratta dei mezzi di sussistenza della famiglia, cioè lavoro e proprietà ; nella terza parte tratta degli abusi della proprietà e quindi • del socialismo, e della democrazia cristiana ; la quarta parte è consacrata alla Educazione, e l’ ultima allo Stato moderno.
Ripetiamo, nel suo complesso il lavoro appare buono e ordinato.
A v v . G io v a n n i V ic a r io . - Elementi di scienza
finanziaria. — Livorno, R . Giusti, 1908,
pag. 84 (L. 0,50).
Nella Biblioteca degli studenti che pubblica ; l’ Editore R. Giusti di Livorno, viene compreso
j
questo trattatello di scienza finanziaria, che, dato lo scopo, ha il merito di non contenere, come ac cade spesso, degli errori gravi, mentre invece è abbastanza equilibrato nelle sue parti. Forse l’ Autore poteva risparmiare qualche considera zione troppo generica, e dare maggiore sviluppo alle definizioni, ma nel complesso il lavoro dimo stra che 1’ Autore conosce bene la materia e sa esporla con chiarezza e con ordine.A d o l f H a se n k a m p . - Die Geldverfassung und
das Notenbankwesen der Vereinigten Staaten.
— Jena, Gustav Fischer, 1907, pag. 213 (M. 5).
L ’ Autore comincia questo suo importante e studiato lavoro con un cenno storico sui primi provvedimenti monetari presi dagli Stati Uniti nella seconda metà del X V I I I secolo, tanto an tecedentemente , che subito dopo l’acquisto della indipendenza politica ; ma tosto entra nel suo argomento, cioè lo studio della circolazione mo netaria metallica e cartacea negli Stati Uniti cioè dal 1795.
Il lavoro è diviso in due parti: la prima r i guarda la storia e la legislazione. L ’Autore non perde il suo tempo in divagazioni ed afferma zioni generali, ma procede nelle sue investiga zioni in base a dati che raccoglie accuratamente ad a fonti sempre attendibili. Così si rende conto dell’ ammontare delle coniazioni di monete d’oro e d’ argento, del movimento di importazione e di esportazione di dette monete, e dei loro valore rispetto al marco.
Sebbene non fosse altrettanto facile procu rarsi per la circolazione cartacea i documenti esatti, quali le relazioni della Zecca gli avevano fornito per la coniazione della moneta metallica, l’Autore non trascura alcun mezzo per procedere colla stessa cautela è sempre in base a dati di fatto, per ciò che riguarda la circolazione carta cea dello Stato e delle Banche autorizzate alla emissione. E per meglio delineare la situazione presente, l’Autore riporta la consistenza delle Banche in uno specchio riassuntivo alla data re centissima del 4 settembre 1906. E poiché, come •è noto, il Tesoro negli Stati Uniti ebbe sempre una parte importantissima nella circolazione, in- quantochè lo smisurato sviluppo economico degli Stati Uniti produsse crisi di vario genere, a do
mare le quali il Tesoro prése provvedimenti tal volta eccezionali, 1’ Autore consacra un interes sante capitolo di questa prima parte alla ammi nistrazione del pubblico denaro.
Poste così le basi della politica monetaria seguita dagli Stati Uniti, l’Autore esamina la situazione presente, da tre punti di vista: la si curezza della valuta, l’ordinaménto della circola zione, la situazione del Tesoro.
A gli studiosi segnaliamo questo lavoro molto importante e dettato con una dottrina singolare. S ir V ic t o r H o r s le y a n d M a r y D . S tu rg e .
-Alcohol and thè human Body. — London,
Macmillau and Co., 1907, pag. 360.
Fortunati gli Autori di quésto libro i quali possono avvertire i loro lettóri di avér potuto su perare le difficoltà dell’ argoménto per merito delle sollecite ed esatte statistiche dei pubblici uffici ! Noi in Italia non possiamo che lamentare la as senza, ormai quasi completa, anche del piu neces sari strumenti di studio. Ed è precisamente sulle basi di numerose osservazioni che gli Autori si sonp accinti a dettare questo lavoro, che non è la solita vaga ripetizione dei mali che in generale l’ al iool produce sul corpo umano, ma è la ana lisi accurata e particolareggiata degli effetti che subisce il nostro organismo per 1’ abuso di tale bevanda.
Precede una analisi dell’ alcool secondo le sue diverse provenienze e composizioni chimiche e nei diversi usi a cui è applicato come bevan da ; e segue una accurata descrizione anatomico- fìsk logica della cellula, e del sistema nervoso. Premesse le quali basi, gli Autori intraprendono ad ssservare gli effetti dell’ alcool sui processi intellettuali, tanto se preso a grandi come a pic cole dosi ; e quindi più particolarmente sulle emczioni, sul sistema nevro-muscolare ; indicano le malattie del sistema nervoso dovute all’alcool, e g i effetti suoi sulla pelle, sulla temperatura del corpo e sui sistema digestivo.
j Interessantissimo il capitolo che tratta della questione se l’ alcool possa essere un alimento, a cui,' in genere, gli Autori rispondono negativa-
mente.
E cosi gli Autori proseguono il loro atten to esame degli effetti di tale bevanda sui di versi organi del corpo umano, per terminare il lavoro con alcuni capitoli sulla influenza dell’al- coolismo nella razza.
M in istè re d u tr a v a il e t d e la p r è v o y a n c e so o ia le s. - liecueil de documents sur la
prèvoyance sociale. — Paris, B erger-L e-
vrault, 1907.
regola, della sua organizzazione amministrativa e finanziaria e dei risultati ottenuti ; lo stesso sig. 0 . Arsandaux in altro fascicolo espone il funzionamento della assicurazione popolare nel cantiere di Neuchâtel ; pure del 1903 è il fa scicolo sulla « applicazione della legislazione fran cese sulle abitazioni a buon mercato » ; e il sig. Eduardo Fuster scrive un interessante lavoro « sull’ abitazioni operaie ed i poteri pubblici in Germania ».
Un opuscolo del 1905 contiene il progetto del Codice del lavoro e della previdenza sociale, e, dettata pure dal sig. Eduardo Fuster, altro fascicolo contiene documenti sulle pensioni operaie in Germania « ed uno studio sui capitali delle Casse pensioni tedesche e sul loro impiego ». Il sig. Giorgio Paulet pubblica in questa raccolta, la relazione al Congresso internazionale di Vienna (1905) sulle assicurazioni sociali in Francia.
Infine abbiamo ricevuto un fascicolo del 1907, che contiene un lavoro accuratissimo del sig. J o seph Bégane sulle assicurazioni sociali del Belgio. Come si vede da questi cenni, la raccolta è molto interessante e fa onore all’ ufficio che la pubblica.
J.
RIVISTA ECONOMICA E PINANZIABIA
L ’ ufficio imperiale di statistica pubblica i resultati provvisori delle Compagnie di as sicurazione sulla vita in Germania ner il 1906.Il rapporto menziona 60 Società : 26 Società per azioni, 18 mutue e 16 Società di assicura zione più generali, formate in seguito a fusione. La grande assicurazione sulla vita è stata praticata da 25 Società per azioni e dalle 18 Società mutuanti. I fondi impiegati su questa assicurazione erano, alla fine del 1806, di 9.504 milioni di marchi di capitale, dando luogo a 21 milioni di marchi di rendita annuale.
In rapporto al 1905 l’assicurazione, in caso di morte, ha prodotto un aumento di entrate di
1.124.000 marchi di rendita annuale. In contra rio, è da registrare una diminuzione di 4,290,000 march, di capitale sulle assicurazioni miste.
I benefici dell’ esercizio 1906 sono stati di 41.613.000 marchi per le Società per azioni e di 46.786.000 marchi per le Società mutue, contro rispettivamente 39,356,000 e 43,782,000 nel 1905.
La piccola assicurazione ha dato un aumento di entrate di 87,181,000 marchi sull’annata pre cedente.
^ Il beneficio totale dell’ esercizio 1906 è di o9, <29,000 marchi per le Società per azioni con tro 57,563,000 marchi nel 1905, e per le Società mutue di 46,526,000 marchi nel 1906 contro 43.844.000 marchi nel 1905. Infine le altre So cietà che avevano avuto nel 1905 per 115,940,000 marchi di assicurazione in capitale (cioè 4,38o’oOO in rendita) ne ebbero alla fine del 1906, marchi ’ 24,300,000 di assicurazione in capitale e mar chi 4,620,000 in rendita.
— La cifra complessiva delle emissioni nel mondo nel 1906 raggiunse i 26 miliardi e mezzo di franchi, contro 19 milioni del 1903 e 14 del 1904. Ecco i dati comparativi :
Emissioni Emissioni
Anni miliardi Anni miliardi
1874 4,2 1900 11,9
1881 7,2 1903 18,0
• 1890 8,1 1905 19,1
1795 6,5 1906 26,5
Giova però ' notare che dai 26 miliardi e mezzo emessi nel 1906, sono da dedursi 10 mi-liardi concernenti titoli emessi per conversioni di altri titoli antichi (8 miliardi e 126 milioni riflettono la conversione della Rendita italiana) cosicché di nuove emissioni propriamente dette rimangono solo 16 miliardi e 240 milioni. In quest’ ultima cifra di titoli nuovi sono compresi : 6,142 milioni di prestiti di Stato. Provincie e Comuni; 2,304 milioni di titoli di Istituti di credito; 7,974 milioni di titoli di strade ferrate e Società industriali.
Questa somma di 16 miliardi e un quarto di titoli nuovi emessi nel 1906, non rappresenta però che una parte — senza dubbio la più im portante — ma bisogna tener conto ancora di tutti i capitali impiegati direttamente, i quali ammontano certo a parecchi altri miliardi.
Passando, ora, alla misurazione del totale risparmio nel mondo, si calcola che la Germania disponga annualmente di una somma di risparmi per piazzamento di valori mobiliari, eguale alla Francia, e cioè 1500 milioni di franchi, l’Inghil terra di 2 miliardi, il Belgio e 1’ Olanda, presi iusieme, 700 milioni, l’Austria—Ungheria di 800 milioni, l’ Italia di 300 milioni, la Spagna e il Portogallo 250 milioni, gli altri paesi in com plesso 5,400 milioni.
Sono dunque 11,400 milioni disponibili i quali tenendo conto di altri fattori secondari, possono al più ascendere a 13 o 14 miliardi in tutto.
Abbiamo una statistica contenente alcuni dati scientifici sulla attività marinara mon diale.
Intanto, durante il 1906, secondo una stati stica pubblicata dal Lloyd’s Register naufragarono e vennero perdute, 945 navi per una portata com plessiva di 816,922 tonnellate, non contando tutte le navi di una portata inferiore alle 10 tonnellate.
r ®lra nav’ perdute, 378 con una portata di 509,707 tonnellate, erano a vapore, le altre 507, per una portata di 307,215 tonnellate, erano a vela.
La flotta mercantile del Regno Unito era composta, al principio del 1907, da 9408 navi per una portata di 16,381,850 tonnellate. Le navi iscritte nelle colonie inglesi erano 2003, con una portata di 1,229,246 tonnellate.
— L ’amministrazione delle ferrovie indiane ba pubblicato il suo rapporto per l’ esercizio del l’anno 1906.
Esistono in India 29,097 miglia di ferrovia nelle quali lo Stato ha investito la somma di 273,120,802 sterline ; inoltre ha fornito un pre stito di 12,647,953 sterline per altre ferrovie. Il reddito netto ricavato dallo Stato nell’ esercizio delle ferrovie fu di 12,500,000 sterline corrispon dente al 4,75 per cento sul capitale impiegato. Sulle somme prestate alle ferrovie non apparte nenti allo Stato questo ricavò un reddito di 424.000 sterline pari al 3.37 per cento. Le fer rovie trasportarono 271,000,000 di passeggeri con un aumento di 23,000,000 sull’ anno precedente. Le merci trasportate formarono un volume di 58.870.000 tonnellate con un aumento di quasi 4,000,000 di tonnellate sul 1905.
Gli impiegati ferroviari in India sommano a 479,248, dei quali 6850 sono europei. 9326 eurasiani ed i rimanenti -'udigeni.
— Il Board o f Brade ha pubblicato un Blue
Book riguardante 0 movimento feppoviapio in Inghilterra.
Il capitale complessivo delle Compagnie am monta a 1,286,900,000 sterline con un aumento di 14,000,000 milioni sulle cifre corrGpondenti dell’anno scorso ; le entrate lorde sotto il capitolo « passeggeri » ammontarono a 49,900,000 ster line, mentre le entrate lorde sotto il capitolo « merci » ammontarono a sterline 58,400,000. Le entrate tota1! furono quindi di 108,300,000 sterline con un aumento del 3 per cento sulle cifre dell’anuo precedente. I passeggeri di terza classe contribui rono da soli alle entrate con 30,500,000 sterline, con un aumento di 1,000,000 di sterline sulle cifre dell’ anno precedente.
Le ferrovie inglesi trasportarono nel 1906 il seguente numero di passeggeri : 36,000,000 di prima classe, 42,565,000 di seconda classe, 1,162,182,000 di terza classe, in totale quindi 1,240,347,000 pas seggeri. Queste cifre mostrano un aumentodel 6 per cento in confronto delle corrispondenti del l’anno precedente.
Le spese di esercizio ammontarono a 52,080,000 sterline, e cioè ai 57 per cento delle entrate totali.
I salari pagati dalle 15 principe >i Compagnie ferroviarie ammontarono: a 5,377,000 sterline pel personale meccanico; 2,319,000 sterline per il per sonale di riparazione e manutenzione e 14,076,000 sterline pel personale addetto al dipartimento del traffico.
I o-uadagni netti delle Compagnie ammonta rono a *44,446,000 sterline, con un aumento di 1,000,000 di sterline circa, sui guadagni netti dell’anno precedente. Il dividendo medio, distri buito agli azionisti, ammonta al 3.45 per cento. L a lunghezza dei binari ferroviari era, alla fine del 1906, di 38,872 miglia.
in confronto al 1905. Il prezzo medio del carbone estratto nel 1906 fu di 7 scellini e 3 pence per tonnellata. Il carbone asportato all’estero, senza tener calcolo del coch e delle mattonelle combu stibili, ammontò a 55,599,771 tonnellate, con un aumento di più che 8,000,000 di tonnellate sul l’esportazione del 1905.
Dalle miniere di ferro si estrassero nel 1906 tonnellate 15,300,406 di minerale per un valore di sterline 4,085,428.
Anche le miniere di rame, di stagno, di piombo mostrano rilevanti aumenti in quantità ed in valore in confronto del 1905.
Alla stessa statistica è annesso un rapporto che mostra il movimento del lavoro minerario, durante l’ anno preso in esame: Complessivamente, nelle miniere e cave dell’ Inghilterra, furono im piegati 1,009,092 persone, mentre nel 1905 non ne furono impiegate che 912,576.
Non meno di 727,368 lavoratori, comprese 5687 donne, furono impiegati costantemente in lavori sotterranei. Nella cifra totale si devono pure annoverare 5583 ragazzi, fra i tredici e i quattordici anni, e 39,224 fra i quattordici e i sedici anni. Queste cifre mostrano un rilevante aumento in confronto delle corrispondenti del 1905. Il maggior numero di ragazzi viene impiegato nelle miniere dell’ Y ork sF re e del Galles del Sud.
In Scozia, fra gli operai addetti ai lavori sot terranei, vi sono 710 ragazze fra i quattordici e i sedici anni.
Nelle miniere di carbone vi furono, nel 1906, non meno di 1190 accidenti, i quali causarono la morte di 1275 persone, in una diminuzione di 29 casi mortali in confronto dell’ anno precedente. L ’ anno scorso 333 maniere di carbone ado peravano, complessivamente, 1136 macchine per scavare il combustibile. D i queste macchine 451 erano mosse dall’ elettricità e 685 dall’ aria com pressa; la massima parte di tali macchine sono usate nell’ Yorkshire, Lancashire e nella Scozia Orientale.
— Il Console bitannico a Pietroburgo, si gnor Thesiger, manda al Foreign Office un rap porto su>le condizioni del commercio nel di stretto di Pietroburgo.
TI rapporto accenna al fatto che, malgrado la continuazione dei disordini, e della instabilità politica, le statistiche non mostrano che il com mercio abbia in alcun modo sofferto per il suc cedersi degli eventi. Le varie fabbriche e i tos sitici di Pietroburgo hanno lavorato continuamente durante tutto l’anno passato e gli affari sono stati eccezionalmente buoni. Soltanto le officine metal lurgiche hanno sofferto per scarsezza di ordinazioni. La finanza e la speculazione mostrano ora ri' prendere crescente interesse allo sviluppo delle miniere siberiane ed importanti capitali furono sottoscritti con tale intento.
I principali stabilimenti industriali e com merciali hanno presa l’ iniziativa della istituzione in Pietroburgo di un importante museo commer ciale internazionale, comprendente i prodotti di ogni nazione. Gli iniziatori stanno ora fissando il programma della nuova istituzione, dalla quale si attendono generali benefici per il commercio deh a Russia coll’ estero.
Durante il 1906 le esportazioni della Bussia Europea e Asiatica ammontarono a 117,107,261 sterline, mentre le importazioni salirono a 86,4761731 sterline.
Il Consiglio superiore della Marina mercan tile ha preso in considerazione la questione del porto di Pietroburgo e proposti i lavori per ese guire l’ampliamento. Tali lavori comprendono l’al largamento del canale fra il mare è la foce della Neva ; questo canale avrà una profondità di 9 metri.
Si sono costituite in Pietroburgo parecchie nuove Compagnie di navigazione, una fra le quali vuole mantenere linee regolari fra il Mare Bal tico ed il Mare Nero, e fra il Mare Nero e l’E stremo Oriente. Una Compagnia danese ha pure domandata la concessione per linee di navigazione fra Amburgo è le foci dei fiumi Obi e Yennissei.
Le ferrovie russe, escluse quelle della Fin landia, hanno una lunghezza di 40,000 miglia, delle quali 27,651 sono di proprietà del Governo. Durante l’anno vennero costruite ed inaugurate 1212 miglia, mentre altre 1100 miglia circa erano pressoché ultimate o pronte per essere inaugurate nei primi mesi del 1907. I redditi lordi delle fer rovie dello Stato ammontarono a 53,800,000 ster line.
Le officine metallurgiche russe hanno ricevuto, durante il 1906, larghe ordinazioni di rotaie pel le ferrovie italiane dello Stato. La sola officina del Dnieper ha ricevuto ordini per 14,516 tonnel late di rotaie al prezzo di 165 franchi per ton nellata. Furono pure dati ordini dal Governo ita liano per 150 vetture ferroviarie' di terza classe alla fàbbrica di vagoni del Baltico, a Biga.
Le miniere di rame degli Urali produssero 4174 tonnellate di metallo, con un aumento di 564 tonnellate sulla produzione dell’anno prece dente.
Importazione
V a lore d elle m e rci im portate d a l 1° gen naio a l 80 giu gn o
Il commercio italiano. — La pubblica zione delle statistiche commerciali, che ha subito in questi ultimi mesi qualche ritardo in causa del lavoro occorso per il riordinamento al quale questo importante servizio è stato sottoposto da parte dell Ufficio Trattati e Legislazione Doganale, è ora ripresa con la comunicazione dei dati relativi alle importazioni e esportazioni del primo seme stre del corrente anno.
Il totale delle importazioni nell’ intero se mestre figura con un valore di 1446 milioni di lire con un aumento di milioni 188 rispetto a quello del corrispondente periodo del 1906.
Un’ analisi di questa differenza di valore, fatta prendendo in esame le merci che vi hanno maggiormente contribuito, porta a costatare, per i prodotti iti aumento, un maggiore valore d’ im portazione di milioni 229 e per i prodotti in di minuzione, un minor valore di 60 milioni.
Ecco ora il riassunto pei* categorie :
Spiriti, ed olii Coloniali e tabacchi Prodotti chimici med. Colori generi per concia Canapa, lino
Cotone
Lana, crino peli Seta Legno e paglia Carta e libri Pelli Minerali, metalli Veicoli
Pietre, terre e cristalli Gromma elastica Cereali, farine e paste Animali e spoglie anim. Oggetti diversi 1907 Lire 24,068,897 26,866,169 60,139,482 19,11)1,779 28,453,086 208,207,431 74,659,611 93,877,512 62,276,557 22,422,029 49,673,6o2 314,978,659 40,208,715 156,449,791 15,344,660 . 160,323,545 71,312,471 17,846,093 Totale, 18 categorie 1,446,101,065 Metalli preziosi 37,286,300 Totale generale 1,483,387,365 Esportazioni. Differenza Lire + 2,696,368 747,185 + 4,968,330 + 1,109,472 -t 1,337,923 + 39,402,210 + 10.680,477 + 4,089,519 + 6,477,204 + 4,232,189 + 3,658,395 -1- 83,468,739 T 23,731,550 + 5,684,149 4- 1,000,410 — 18,076,721 -I- 9,628,303 + 5,301,176 + 188,642,508 — 1,452/(00 + 187,189,808
V alore delle m erci esportate d a l 1» g e n n a io a l SO giu g n o
Spiriti, ed olii Coloniali e tabacchi Prodotti chimici med. Colóri generi per concia Canapa, lino
Cotone
Lana, crino peli Setà Legpo e paglia Car(a e libri Pelli Minerali, metalli Veicoli
Piefre, terre e cristalli Gromma elastica Cereali, farine e paste Animali e spoglie anim. Oggetti diversi 1907 Lire 65,870,384 3,491,322 33,449,260 3,473,934 35,121,286 63,618,013 14,965,655 298,567,618 28,586,161 12,165,33J 19.901,895 30,269,942 11,059,685 42,316,289 3,380,670 112,081,274 89,479,487 27,873,610 + + + + + + + D ifferenza L ire 4,023,031 414,958 3,132 469 930,627 327,824 3.481,681 153,915 53,361,863 3,383,940 1,935,397 1,862,784 8,728,838 5,737,685 2,018,423 1,026,130 12,934,433 2,411,511 7,065,272 Totale, 18 categorie Metalli preziosi Totale generale 895,722,815 — 38,201,027 2,814,100 — 1,054,000 898,536,915 — 39,255,027 Il commercio franco-italiano. — La Camera di Commercio italiana di Parigi comunica che gli scambi commerciali tra l’Italia e la Francia, durante i 9 primi mesi del 1907, sono saliti a fr. 314,110,000 di cui fr. 137,976.000 in merci italiane entrate in Francia, e fr. 176,134,000 in merci francesi é di origine extra-europea spe dite per l’Italia.
Confrontati questi risultati con quelli del 1906, si constata ima maggiore entrata in Francia di merci italiane per fr. 5,678,000 ed una mag giore uscita di merci francesi e di paesi extra europei per franchi 7,653,000.
au-mento di fr. 557,000; il riso in auau-mento di fr, 543,000 ; la crusca e foraggi in aumento di fr. 444,000 ; le piume da ornamento in aumento di fr. 259,000; le vetrerie e i cristalli in aumento di fr. 251,000 ; le vetture automobili in aumento di fr. 221,000.
Le merci italiane in diminuzione sono : lo zolfo in diminuzione di fr. 2,308,000 ; l’ olio di oliva in diminuzione di fr. 2,046,000 ; la seta e borra di seta in diminuzione di fr. 1,798,000 ; le pelli e pelliccerie greggie in diminuzione di fr. 722,000; i generi medicinali in diminuzione di fr. 552,000 ; il legno comune in diminuzione di fr. 552,000 ; il sommacco in diminuzione di fr. 542,000 ; i legumi secchi e loro farine in di minuzione di fr. 264,000 ; le pelli e pelliccerie lavorate in diminuzione di fr. 259,000 ; i tessuti di seta e di borra di seta in diminuzione di fran chi 153,000.
L e merci francesi in aumento sono : i tes suti di seta in pacchi postali in aumento di fr. 2,815,000 ; i prodotti chimici in aumento di fr. 2,476,000 ; le macchine ed i meccanismi in aumento di fr. 1,904,000 _; i vini in aumento di fr.
1
,826,000
; gli utensili o lavori in metallo in aumento di fr. 703.000 ; i tessuti di seta _ e di borra di seta in aumento di fr. 547,000 ; i semi di bachi da seta in aumento di fr. 491,000 ; la ghisa, il ferro e l’ acciaio in aumento di fr. 491,000; le vetrerie, il vasellame ed i cristalli in aumento di fr. 436,000 ; il baccalà ed altri pesci in au mento di fr. 351,000 ; i bastimenti di legno ferro od acciaio in aumento di fr. 340,000 ; 1’ essenza di trementina in aumento di fr. 339,000 ; il rame in aumento di fr. 323,000 ; il legno comune in aumento di fr. 256,000.L e merci francesi in diminuzione sono : le automobili in diminuzione di fr. 1,941,000 ; le pelli e pelliccerie lavorate in diminuzione di fr. 891,000 ; la vestimenta e la 'biancheria in di minuzione di fr. 584,000 ;* gli strumenti d’ ottica e di precisione in diminuzioze dì fr. 554,000 ; T oreficria, gioielleria d’oro e d’argento e ¡’orolo geria-in diminuzione di fr. 497,000 ; ecc.
L e mèrci extra-europee in aumento sono : le sete greggie o borra di seta in aumento di fr. 8,766,000 ; il caoutbouc e guttaperca greggia è in massa in aumentò di fr. 526,000 ; il cotone in bioccoli in aumento di fr, 117,000.^
L e merci extra-europee in diminuzione sono: le lane in diminuzione di ir. 5,046,000 ; le pelli e pelliccerie grèggiè in diminuzione di fran chi 1,597,000 ; i peli di ogni sorta in diminuzione di fr. 196,000.
AVERE. Pagamenti per spese di bilancio .
» per debiti e crediti di T e s o r e r ia ... Fondo di cassa al 31 agosto 1907 (a) Totale . L. 360,014,207.91 » 1,055,650,182.82 » 437,463,726.88 L., 1,853.128,112.59 i Tesoreria al specchio : La situazione dei debiti e crediti d 30 Settembre 1007 risulta dal seguente
DEBITI. Buoni del tesoro . • • • • ■ • Vaglia del Tesoro. ... Anticipazioni delle banche . . Amministrazione del Debito pub
blico . . ... .... • Amministrazione del Fondo oulto Altre Amministrazioni conto frut
tiferò... Altre Amministraz. conto infrut
tiferò... .... • Cassa Depositi e Prestiti in conto
corrente fruttifero
Cassa Depositi e Prestiti in cont corrente infruttifero . . . . Incassi da r e g o la r e ... Biglietti di Stato emessi per l ’art
11, legge 3 marzo 1898, n. 47 . Operazione fatta col Banco di Ns
poli per effetto dell’art. 8 dell’al legato B alla legge 17 gennaio 1897, n. 9 ...
Totale dei debiti CREDITI. Valuta presso la Cassa Depos.ti e
Prestiti art. 21 legge 8 agosto 1895 Amministraz. del Debito pubblico » del Fondo per il oulto Cassa Depositi e Prestiti . . . . Altre amministrazioni . . • Obbligazioni dell’Asse ecclesiastico » Deficienza a carico dei contabili . » D iversi. . . . . • • ■ ■ • : ” Operaz. fatta col Banco di Napoli
per .effetto come sopra . . . . »
Totale dei crediti . . L. _______________ Confrontando col 30 giugno 1907, si ha:
31 g iu g n o 1907 39 settem. 1997
D ebiti... Milioni 593,5 615,3
C r e d i t i ... » 325,4 526,0
Eccedenza dei debiti Milioni 268,1________ 89,0 La situazione del Tesoro, quindi, si riepiloga cosi:
31 settemb. 1907 Lire 437,463,726.83 L. 112,385,0(XUX) » 40,193,507.97 2 >6,664.787.67 » 20,914,475.38 » 1,558,6*24.47 » 50,457,082.70 » 15,512.824.83 99,205,989.86 » 30,825,294.23 » 11,250,000.00 » 26,027,760.00 L. 615.025,317.11 L. 91,250,000.00 » 173,721,368.23 » 25.453,190.88 » 97,538, (’81.67 » 49,558,721.10 1,712,290.60 ■ 60,836,057.64 26,027,760.00 ~ 526,098,070.12 Conto di cassa 30 g iu gn o 1907 L ire 494,456,923.93 526,098,070.12
L A S IT U A Z IO N E D E L T E S O R O
al 3 0 Settembre 1907Diamo il solito riassunto della situazione del Tesoro a tutto il 3° mese dell’esercizio finanziario 1907-908.
Il conto di cassa al 30 Settembre 1907 dava i seguenti
risultati : _ ■„
DARE Fondo di cassa alla chiusura
del-l’esercizio 1906-907 . . . L. 491,4o6,926.Jo Incassi di Tesoreria per entrate di
bilancio ( 1 ) ... 487,028,o39.B6 Incassi per conto debiti e crediti . » 871,642,654.28 Totale . . L. 1,853,128,117.59 (1) Tenuto conto delle variazioni per sistemazione delle
scritture.-Tot. dell’attivo 816,541,586.42 Debiti di Tesoreria 595,019,468.02
963,561,796.95 615,025,347.11 Situaz. di cassa de
pur. dall’ attivo
(pass.) . . . . + 221,522.118.40 + 348,536,449.85 Conto di cassa. ... Crediti di Tesoreria... Differenze Lire — 56,993,197.10 -f- 204,013,407.63 Totale dell’attivo . . Debiti di Tesoreria . . . . + 147.020,210.53 — 21,005,879,09 Situazione di cassa depurata dall’ at-
tivo ( p a s s . ) ... + 127,014,331.44 Gli incassi di bilancio verificatisi presso le Teso rerie del Regno nel mese di settembre 19u7, comparati con quelli del settembre 1906 ammontano a 132 344,161.12
lire e si dividono nel seguente modo:
(a) Sono escluse dal fondo di cassa lire 117,277,7 60 depositate nella Cassa depositi e prestiti a copertura di una somma corrispondente di Biglietti di Stato.
Avvertenza. — Oltre il fondo di cassa esistono presso le tesorerie, all’ infuori dei debiti e crediti di tesoreria: