L’ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E
SC IEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BA N CH I, F E R R O V IE IN TE RESSI P R IV A T I
Anno XIV - Voi. XVIII
Dom enica 25 Dicem bre 1887
N. 712
IL TRATTATO DI COMMERCIO COLLA FRANCIA
La speranza che il sig. R ouvier venisse in Italia per stipulare la rinnovazione del trattalo di com m ercio, è più presto svanita, che nata. Dopo le de liberazioni della Cam era e del Senato francese e quelle del nostro Parlam ento, era naturale che un uomo come il slg. Rouvier dovesse essere esitante ad accettare un m andato, che lo poteva esporre ad un nuovo insuccesso. E in verità il sig. R o uvier ha mostrato in questa occasione quella fermezza di ca rattere, che non lu tti gli uom ini politici mostrano di avere, e della quale alcuni dei nostri non hanno dato splendido esempio in questi ultim i tem pi. 11 sig. R ouvier, lib erale di convinzione e seguace dei sani principii econom ici, non poteva accettare di discutere sopra un terreno che dalle due parli è orm ai dominato dal protezionismo più schn tto. Rifiutò, e, secondo il nostro modo di vedere, fece bene. Sono i nostri uo mini lib erali italiani quelli che trovano modo di accon ciarsi a tutto, ed ai quali è indifferente qualunque soluzione, purché sieno essi chiam ati a consacrarla.Ad ogni modo pare che io questi ultim i giorni qualche speranza sia sorta, perchè le trattative v en gano riprese con anim o disposto a condurle a ter m ine. E ci si assicura da più parti, che l’on. Grispi sia sinceram ente desideroso di giungere ad una con clusione am ichevole colla F ran cia. Facciam o voti che riesca n ell’ intento, vincendo, colla sua energia, quella conventicola, che, m ascherata di liberalism o, ha conquistato il predominio nelle cose econom iche, alfine di applicare, a favore dei produttori, il p ro tezionismo.
Noi abbiamo protestato contro le enorm i accuse, che qualche giornale ha scagliate contro uom ini che crediam o illu si e forse acciecati dall'am b izion e, ma onesti, però non neghiam o che la loro condotta, in continua contraddizione con le dichiarazioni, dà
alim ento giustificato a quelle accuse.
F u l'Economista tra i primi a rilevare che l’ Ita lia aveva da tem ere enormi danni da una rottura di rapporti com m erciali colla F ran c ia; e quando così affermò fu il solo a sostenere tale concetto ; oggi si com piace di vedere che molti periodici e corrispondenti tengono quello stesso lin guaggio che qualche mese fa venne giudicato anti-patriottico. Noi ripetiam o che l’Italia deve fare qualunque sacrifizio per non rompere i suoi rapporti com m erciali colla F rancia ; non sarà male se i bollenti spiriti im peranti al M inistero di A gricoltura, Industria e Com m ercio, ed anche -in quello delle Finanze, in nome dell’ in teresse generale, rim arranno vinti.
IL MINISTRO DELLE FINANZE
Pubblichiam o più innanzi a titolo di documento il sunto della esposizione finanziaria pronunciata alla Cam era il 17 andante d all’ on. M agliani. Molti, troppi anzi dovrebbero essere i comm enti da far seguire a quel discorso dell’on. M inistro, il quale in quanto alla forma ed alla abilità venne lodato da am ici e da avversari e che veram ente è nuova prova del- l’ ingegno da tutti amm esso e della dottrina dell’o norevole M agliani.Lasciando perù tutto questo, chè per il momento non è della forma, ma della sostanza che conviene occuparsi, rileviam o che la esposizione finanziaria diede origine ad una strana discussione, nella quale il Popolo Romano, l’Opinione, la Tribuna e la R i forma sono in questi stali giorni im pegnati.
Seguendo il concetto dell’ on. Ministro delle F i nanze, affermano alcuni che l’ attuale disavanzo è dovuto alle cause ben note, alle quali in parte il M inistro stesso ha provveduto m ediante aum ento di im poste e in altra parte, se occorre, provvederà, con altre entrate n ell’ avven ire. Se ci è perm esso inter ven ire nella discussione, dobbiamo m anifestare il pensiero che, così trattando l’ argom ento, lo si sposta dal vero obiettivo che deve avere ; e colla fran chezza che ci è abituale, pur riconoscendo che debba far comodo al Ministro una abile diversione, v o gliam o fare alcun e considerazioni.
Nessuna difficoltà abbiamo ad am m ettere che la causa ilei disavanzo, oggi accertato in più di 425 m ilioni stia n elle spese straordinarie, e forse anche im prevedute qualche anno fa, alle quali per neces sità politiche P Italia ha dovuto so b b arcarsi; — non m ancherebbe altro davvero che il disavanzo fosse dovuto a cause norm ali e prevedibili ; e non v a r rebbe in verità la pena che a reggere le finanze vi fosse un uomo come ¡1 M agliani, se senza cause straordinarie il bilancio dovesse essere condotto al disavanzo. — Ma questo fatto può giustificare il M i n is t r o ? — Chi era Ministro delle Finanze quando queste spese vennero votate ? E non fu precisam ente quando si approvarono le grandi spese per la gu erra e la m arina, che 1’ on. Ministro propose ed accettò sgravi di im poste, assicurando il Parlam ento che il bilancio si sarebbe eguualm ente p areg g iato ? Biso gnerebbe che la Tribuna e gli a ltri difensori del Ministro ci provassero che le spese e gli sgravi fu rono votati m algrado la volontà del M inistro, e m al grado le sue previsioni.
-sitorio, e che in seguito non si ripeterà, mentre sanno tutti che per l’ anno prossimo è puerile ritenere che scem eranno le spese per l’ A ffrica; e si sa pure che l’anno prossim o avrem o un nuovo debito vecchio ferroviario da colm are, e saranno più gravi le spese per (’amm ortamento dei debiti redim ibili.
V i è adunque n ell’on. M inistro delle Finanze non solo il peccato della im previdenza, ma anche quello della im penitenza finale.
Eppure la situazione attuale non presenta grandi diffico ltà; anzi si può dire che è abbastanza piana. A ll’ Italia, al Parlam ento italiano basterebbe di avere un Ministro delle Finanze, che m irasse ad un solo obiet tivo, quello di non perm ettere che si voti una lira di nuove spese, senza ottenere una lira di nuove en trate.
Questo veram ente fu il program m a che I’ on. Ma glioni aveva preannunciato di voler seguire, e che egli, abolitore del corso forzato in condizioni molto ard ile, doveva sentire la necessità ed il dovere di seg u ire rigorosam ente; m a quali garanzie può of frire Fon. M agliani di m antenere un sim ile indirizzo che ricondurrebbe la prosperità del bilancio e la calm a nel m ercato m onetario? L ’esposizione finan ziaria dell on. M agliani ci pare ancora così piena di illusioni, da non lasciarci sperare nella fermezza del M inistro; e temiamo assai che la sua resip i scenza^ se pure si verificherà, sia troppo tarda.
S e F o n . M agliani avesse seguito ciò che la ra gione gli su ggeriva non avrebbe acconsentito ad abolire t decim i d ella sovraim posta, alla quale abo lizione era contrario ; non avrebbe combattuta la sospensione di quello sgravio della quale sospensione pure vedeva la necessità. Oggi raccoglie i frutti d ella sua debolezza ; e se può riu scirg li ingrato di essere combattuto anche d agli am ici, deve pensare che ben più ingrata torna al paese l’attuale situa zione che egli aveva il potere ed il dovere di im pedire.
LETTERE PARLAMENTARI
Roma, 22 DicembreL ’ esposizione Finanziaria fatta sabato scorso dal M inistro delle Finanze ha lasciato, come suol dirsi, il tempo che trovava : e il tempo, da un pezzo, non è molto buono. L ' accoglienza, indiscutibilm ente fredda, della C am era, ha conferm ato ciò che dice vam o nell altra lettera, che 1’ on. M agliani non ha
più la forza e l’influenza di prim a.
N ella m aggior parte dei deputati, che ascoltavano il chiaro e forbito discorso, fece penosa im pressione il silenzio su lle spese che im porterà la spedizione d’A frica, quasi si dovesse credere che saranno suffi cienti i 20 milioni g ià iscritti n ell’Esercizio 1 8 8 7 -8 8 , colla legge del luglio scorso. Ci parve altresì non lodevole ostinazione quella di voler considerare sem pre come transitorio ciò che transitorio non è ; le spese m ilitari e i lavori pubblici sono assolutam ente di carattere continuativo, per quanto contabilmente si debbano classificare fra le spese straordinarie, perchè oggi si tratta di fortificazioni, domani di fu c ili; oggi di un porto o di una strada, domani di un porto o di una strada d iversi.
Il m inistro ebbe una frase felice, allorché disse
| che bisognava contrapporre germ i di nuove entrate là dove si sem inavano germ i di nuove spese con le leggi, ohe ogni giorno passano dinanzi al P arla mento. Ma pur troppo le tasse proposte non stanno in proporzione, come svjluppo possibile di g erm i, con leggi sim ili a quelle su lle strade, su lle bonifi che, sui porti, sui rim boschim enti, per non parlare delle costruzioni ferro viarie.
La tassa su gli zuccheri darà quei dieci m ilioni, da noi accennati, e dal Governo prom essi, m a che sono già più che compromessi nel Bilancio.
Su gli effetti della revisione dei fabbricati, quelli, che se ne occupano più specialm ente non si fanno troppe illusioni. S e si eccettuano alcune grandi città, come Roma, Milano, N apoli, nelle quali pure non bisogna far conto sopra aum enti cospicui relativi a fabbricati nuovi (il cui accertam ento è recente) ma soltanto sul m aggior reddito dei fabbricati vecchi — nel resto delle piccole città di provincia il frutto dejla revisione sarà scarso, a meno che sulla pro prietà fondiaria si voglia far pesare la mano del fìsco più duram ente di quel che oggi pesi.
Il terzo rim edio della tassa m ilitare (che si dubita possa subire im punem ente la prova delle urne) può dare ben m eschini risu ltati, se non si vuole con questa forma creare, a danno delle classi meno agiate, una nuova tassa delle più sperequate che si possano im m aginare.
In conclusione, se i 25 m ilioni, sperati da queste tre imposte, astrazione fatta dalla spedizione d’Africa e da qualunque nuovo aum ento di spesa ordinaria e straordinaria (cosa poco probabile) possono c o l m are, e non è ancor certo, il disavanzo, indub b ia mente non possono servire a dare al bilancio quella forza di espansione che il M inistro dich iara, n eces saria perchè col Bilancio ordinario ed effettivo si riesca a far fronte, in parte alm eno, così all’ am mortamento dei debiti — vista la rapida dim inuzione del patrimonio dem aniale — come alle costruzioni ferro viarie. Il che, bene osservava il Ministro, è tanto più richiesto, in quanto diventa ogni giorno più difficile, nelle attuali condizioni di Europa, m e nare innanzi un’azienda che, sotto un pretesto od un altro, impone continuo ed incessante ricorso al credito, per un duecento m ilioni a ll’anno.
S i è poi trovata insufficientissim a ed u ltra-o tti m ista la parte della Esposizione finanziaria relativa alla circolazione, che il Ministro vuol considerare come uno stato di convalescenza, dopo una m alattia, m entre il pubblico è molto allarm ato dei gravi sin tomi di ricaduta.
Il M inistro si è diffuso a dire che, per quanto siano gravi le condizioni del bilancio e del m ercato, sarebbero state assai più g rav i se non si fosse abo lito il corso forzoso. Ma sorge spontanea la risposta che g li.s te s si danni e gli stessi g u ai, per l ’allarga mento delle spese e per 1’ abuso del credito a ll’ 'in terno, non si sarebbero prodotti, se non ci fossero stati tutti gli eventi posteriori alla abolizione del corso forzato, che perciò appunto dovè essere mantenuta con mezzi artificiali, corsi legali ed espedienti di Tesoro.
ve-25 dicembre 1887 L’ E C O N O M I S T A 839 nire ad un accordo colla F ran cia, per dare un poco
di tran quilllità e di fermezza al nostro m ercato. In verità crediam o che buon volere ce ne sia dalle due parti, se consideriam o i due governi nel loro complesso, ma ci sono stati nelle trattative dei con tinui alti e bassi che provenivano evidentem ente dal sopravvento momentaneo di correnti diverse.
Nei gabinetto abbiamo fautori caldi e sin ceri di un accordo, gli onorevoli Crispi e Saracco — q u e sti è stato sem pre contrario alla denunzia del trat tato. Pronti invece alla lotta si sono m ostrati gli onor. M agliani e G rim aldi, il quale ritien e che, se la F rancia è una gran signora, l’ Italia non è una parvenue da dover cedere all’ altra il passo, anche quando sa d’ aver ragione ; l’ ha ceduto anche troppo; ora dev’ essere pronta, occorrendo, a gettarsi a capo fitto in una questione, per grossa che sia. Con pro positi meno audaci, ma con m aggiore e continua calm a, si è pur mostrato difficile agli accordi, che in realtà ha sem pre diretto i negoziati, l ’ on. E llena segretario generale del M inistero del Com mercio. Difatti i francesi lo considerano, ìntimo corde, come il loro vero avversario, come l’ ostacolo da su perare. Basta sentirlo parlare dieci m inuti per com prenderlo.
A ll’am basciata di F rancia, bisogna dire il vero, hanno sem pre tenuto un lin guaggio molto equanim e. 1 diplom atici francesi, parlando nei circoli politici, non si affannavano a dim ostrare che, in una guerra di tariffe, perdeva più l’Italia della F ran cia, m a affer m avano che il danno era gravissim o per tutte e d u e; e possiamo dire inoltre che hanno sem pre mostrato di sperare in un accordo. Giorni sono, quando la nostra Cam era votava le facoltà al Governo di negoziare in base alla tariffa e sebbene il telegrafo annunziasse che forse R ouvier non accettava di venire qua come D elegato speciale — come si è confermato poi — uno di quei diplom atici diceva : Jamais comnie à présent nous n’ avons été près de nous entendre.
S e non si dovesse tener conto della anim osità con tro di noi, eh’ è pur troppo la nota spontanea e do m inante del Parlam ento francese, crediam o che una vera e propria gu erra di tariffe non sarebbe da te m ere. I due governi fanno la voce grossa, m a sono l’ uno e l’ altro convinti della necessità d’ intendersi, e s’ intenderanno. Questa è l’opinione spregiudicata di uom ini, che conoscono la situazione, e che pur sapendo come in una lotta l’ Italia perderebbe più della F ran cia, sanno altresì che questa non ha in tenzione di p erd er nulla.
L i RIPORMI DELLE CASSE DI RISPARMIO
Il disegno di legge form ulato d all’ on. G rim aldi vuole sceverare, o come dicesi oggidì, discriminare i depositi di vero risparm io da q u e lli di altra n atura, che possono affluire alle Casse.
È un fatto indubitato che si raccolgono nelle Gasse di risparm io non solo i piccoli depositi, che rappresentano veram ente il capitale in formazione, ma anche a ltri capitali formati che furono detti paurosi, i quali, se fossero im piegati direttam ante nelle industrie, potrebbero forse dare un m igliore vantammo a ll’economia nazionale ; e che infine una terza ^specie di capitali continuam ente entra nelle Casse e ne esce, dando però luogo ad una perm a
nente giacenza considerevole ; questi u ltim i sono i capitali circolanti appartenenti ai com m ercianti, in dustriali e uomini d’affari in genere, i q u ali, quando li hanno mom entaneam ente disim piegati, piuttosto che tenerli in casa inoperosi, preferiscono depositarli presso una Gassa di risparm io, per m aggiore sicu rezza e per averne qualche lucro.
Gi piace di notare, che nessuna di queste specie di capitali m erita di essere respinta in modo asso luto dalle Casse di risparm io, neppure quelli che abbiamo chiam ati paurosi, accettando una denom i nazione da altri messa in corso. In fin dei conti, se paurosi sono non i capitali, m a i loro proprietari, è vano sperare che questi li im pieghino direttam ente n elle industrie ; e piuttosto che abbiano a restare in erti, è meglio vengano depositati alle Gasse di risparm io, che possono farli concorrere, almeno indirettam ente, all’ increm ento delle industrie e dei com m erci.
Molto meno m eritano di essere respinti dalle Casse di risparm io quei cap itali, che per opera dei loro proprietari solerti vi cercano un im piego momenta neo per non restar m ai inoperosi.
E le Casse di risparm io italiane in gen erale non respingono nessuna specie di capitali. Già molte non potrebbero assolutam ente farlo, senza loro grave danno ; poiché, restringendosi ad acco gliere i' soli piccoli depositi di vero risparm io, non giu n g ereb bero a m ettere insiem e un capitale abbastanza co n siderevole da dar luogo ad un giro di affari proficuo. L e sole Casse delle dieci o dodici più grandi città d’Italia non avrebbero, crediam o questà difficoltà.
Ad ogni modo il desiderio d ell’ on. G rim aldi di sceverare i piccoli depositi di vero risparm io da quelli di altra natura è legittim o ed anche lodevole. Non si può non convenire coll’ on. m inistro che i detti piccoli depositi, rappresentanti il capitale in for mazione , m eritano un trattam ento m iglio re degli altri, ossia un più lauto interesse. E noi soggiun giam o poi, per conto n o stro , che i depositi dì in dole diversa da quelli di vero risp a rm io , vogliono anche essere reinvestiti con criteri d iversi, cioè in im pieghi di più pronto recupero, perchè essi sono per loro natura più m olili. Delie buone ragio n i adunque per distinguere i depositi di risparm io dagli altri ve ne sono senza dubbio. Resta a vedere se la separazione è praticam ente possibile. Noi lo crediam o assai d ifficile , però non im possibile. A lcune Casse l’hanno tentata. Molte la trascurano affatto, reputan dola inconseguibile.
altri sono i seguenti : a) un lim ite più basso nel minimo di ciascun versam ento ; ì) un lim ite nel de posito fruttifero; c) un saggio più alto n ell’interesse; d) nessun lim ile di tempo nella durata del deposito (art. 9 ). Tutto questo sta bene, ma non basta. Bi sogna rettificare ed am pliare il concetto espresso sotto la lettera a) e d ire : un limite più basso nel minimo e nel massimo di ogni versamento o ritiro. Che cosa suffraga, rapporto alla questione della distinzione dei depositi della quale ci occupiam o, lo stabilire che sui lib retti di risparm io si potranno fare versam enti, per esem pio, anche di soli centesim i 25, quando non sia vietato di far versam enti o ritiri a vista o a breve term ine grossi di più m igliaia di lire, e si ammette che i depositi di risparm io possano essere di più die cine di m igliaia di lire, come fa I’ on. Grim aldi nella sua relazione là dove parla della sequestrabilità di di tali depositi? In codesta m aniera i grossi capita listi possono servirsi comodamente dei libretti di r i sparm io ed usurp are quel più lauto in te re sse , che dovrebbe essere riservato a ll’0peraio, al pupillo, alla vedova ; ovvero possono costringere la Cassa a ri bassare l’interesse per tutti, giaechè questo è l’ espe diente a cui più facilm ente essa si appiglia, quando non riesce a m antener distinti i piccoli dai grossi depositi. Insem ina bisogna far questione di mas simi e non solo di minimi.
Le Banche popolari e quelle Casse di risparm io, che hanno stabilita la distinzione fra i piccoli depo siti di risparm io e quelli di altra natura , vi sono appunto riuscite prescrivendo che sui libretti di r i sparm io non si possano versare più di lire 100 in una volta, nè ritirare più di lire 100 a vista, r i chiedendo per ritiri di somme m aggiori preavvisi di otto o dieci giorn i, vietando di fare su uno stesso libretto più di una operazione in uno stesso giorno, vietando ad una stessa persona di presentare in un sol giorno più di un libretto, stabilendo che un li bretto non possa portare un credito m aggiore di tre, quattro o tutt’ al più cinque m ila lire. Queste pre scrizioni non tornano punto gravose al vero rispar miata, che non suole avere più di cento lire da ver sare, e spesso ha assai meno ; che di solito non ha d’ uopo di far ritiri considerevoli, ed in caso li prevede di gran lunga prim a che gli occorrano. Invece si m ili regole rendono al capitalista pressoché del tutto im possibile di servirsi dei libretti di risparm io.
È però giusto il riconoscere che nella nuova legge le Casse, che vogliono staffilire la distinzione, troveranno disposizioni indirettam ente giovevoli al l’ uopo. Finora esse erano quasi costrette ad attenersi a ll’uso dei libretti al portatore. Un solo individuo potendo procurarsi tanti libretti quanti ne vuole, e presentarli alla Cassa per depositi o ritiri con stu diate alternative, riesce con non troppa difficoltà a v ersare o ritirare in breve tempo somme rilevan ti, deludendo le prescrizioni reg o lam en tari, o costrin gendo g li am m inistratori a dover fare continue in cresciose proteste, che per lo più riescono anche vane. Finora i libretti nominativi non sono di facile uso per le Casse, perchè, costituendo titoli di cre dito personale, non si possono pagare somme su di essi senza constatare legalm ente l’identità del tito lare pereipiente, e senza ritirare dal medesimo una quietanza, che in molti casi il depositante, vero ri sparm iata, non può fare per essere illetterato.
Il nuovo disegno di legge am m ette, che i libretti di risparm io possono essere nominativi o al porta
tore ; dispone che i pagam enti di somme inscritte sopra libretti di risparm io nom inativi si abbiano ad eseguire m ediante la presentazione del libretto e con la quietanza, esclusivam ente alla persona del titolare, ai suoi aventi causa, ai legittim i m andatari o rap- presnntanti; ma acconsente in pari tem po, che a chi non sappia o non possa scrivere il pagam ento venga eseguito alla presenza di due testim oni, i quali sot toscrivano la quietanza (art. 1 2 ); e dichiara esenti dalle tasse di bollo e registro le procure speciali occorrenti per il ritiro delle somme iscritte sui li bretti (art. 2 0 ). Approfittando di ta li agevolezze le gali, si renderà facile adottare pei depositi di rispar mio i libretti nom inativi, e con questi, meglio assai che coi libretti al portatore, quelle Casse che si per suaderanno essere giusta ed opportuna le separa zione dei piccoli depositi di risparm io da quelli di altra natura e rilevanti, potranno riu scire ad effettuarla.
Uu’ altra agevolezza invocavano le Casse a van taggio dei depositi a risparm io fatti su libretti no m in ativi; quella della loro insequestrabilità. Un altro motivo pel quale m oltissim e Casse preferiscono oggi i libretti al portatore, è perche i depositi iscritti su libretti di quest’ ultim a specie, sebbene non godano la insequestrabilità di diritto, la godono di fatto, non potendosi sapere a chi appartengono. L e Casse pote vano credere di dom andare cosa non ingiusta, giacché sim ile privilegio d’insequestrabilità godono i depositi fatti sui libretti nom itivi delle Casse di risparm io postali (art, 12. legge 27 m aggio 1875). Il disegno di legge dell’ on. G rim aldi non solo non accorda l’ in- sequestrabilità, ma dichiara espressam ente la seque strabilità. La relazione dice che ciò si fa in omaggio ai principii del diritto, i quali vogliono che il de bitore abbia a rispondere pei suoi debiti con tutti i suoi beni ; principio senza dubbio giustissim o, e contro il quale nulla v i è da eccepire. S i può però osservare ohe, volendolo applicare rigorosam ente, con verrebbe togliere il privilegio dell’ insequestrabilità ai depositi fatti presso le Casse postali. Non si comprende poi come il Governo sia diventato tanto tenero dei rigorosi principii del diritto, nel caso speciale delle Casse di risparm io ordinarie, m entre colla legge 21 giugno 1867 aveva concesso il privilegio d ell’ in sequestrabilità ai grossi depositi in conto corrente fatti presso gli istituti di credito a g ra rio ; m entre tale privilegio m antiene per gli stipendi di lutti g li im piegati dello Stalo , senza riguardo alla loro m isura, senza neppure escludere quelli dei m inistri. In questa m ateria di privilegi di insequestrabilità si può dubi tare che il Governo non abbia saputo trovare una via dritta. Noi, che pensiamo non essere lesivo dei principii del diritto il privilegio di insequestrabilità accordato ai piccoli peculii ed ai piccoli stipendi, rappresentanti il necessario per vivere, e lo troviamo ingiusto quando è accordato ai grossi depositi ed ai grossi stipendi, siamo però d’ avviso che mal defi nita come è nel disegno di legge la distinzione fra depositi di risparm io e depositi di altra n atura, ed am m esso , come lo am m ette il G rim aldi, che i d e positi di risparm io possano essere di più decine di migliaia di lire, non conveniva dotarli di un p ri vilegio che sarebbe riuscito odioso.
25 dicembre 1887 L’ E C O N O M I S T A 841
ESPOSIZIONE FIN AN ZIAR IA
Sebbene l’ Economista si sia molto frequentem ente occupato della situazione finanziaria dello Stato, e sebbene 1’ on. M agliani nella esposizione pronunciato il 17 corr. non abbia detto cose n u o v e, tuttavia il discorso dell’ on. Ministro costituendo sem pre un do cum ento im portante, crediam o utile di pubblicarlo, sebbene persuasi cbe i nostri lettori ne avranno già presa conoscenza.
In altro articolo trattiam o anche oggi della q u e stione finanziaria ; quindi alla esposizione non fac ciam o seguire alcun commento.
Esposizione
finanziaria-li Ministro esordisce col dire che si atterrà scru
polosamente ai fatti accertati in modo definitivo. La situazione finanziaria risulta dal tutto insieme dei documenti già presentati alia Camera. Riassume i risultati dell’esercizio 1886-87, che secondo le pre visioni approvate con la legge di assestamento avreb be dovuto chiudersi con un apparente deficit di li re 13,795,898 nella categoria delle entrate e spese effettive ma più veramente con un avanzo di li re 1,988,102 perchè quel deficit restava più che co perto dalla somma di lire 15.784,0U0 proveniente da altre entrate pure effettive verificatesi in seguito a prescrizione di biglietti ex consorziali provvisori e a riconosciute eccedenze di assegnazioni fatte negli anni scorsi per il servizio di alcuni debiti redimibili. Inoltre tra la vera entrata e uscita del movimento dei capitali prevedevasi un soprapiù di L. 1,821,302,63 onde aVrebbesi dovuto avere un avanzo reale di li re 3,809,404,63. Ma dopo codeste previsioni furono votate maggioi'i spese per lire 6,614,257,60 per sup plire al deficit della Cassa militare, al richiamo sotto le armi della Classe 1864, per i soccorsi ai danneg giati dai terremoti e per il monumeuto a Marco Min- ghetti, che avrebbero dovuto convertire l’avanzo in disavanzo, il quale per altro fu intieramente coperto, in grazia dell’aumento nell’entrata e delle economie nella spesa verificatesi nell’esercizio. Le imposte di rette, le tasse sugli affari, i sali e i telegrafi diedero un più di lire 12,524,907 colle quali si compensarono i minori accertamenti avvenuti per causa del colera nei prodotti delle strade ferrate, delle poste, delle dogane e dei tabacchi in lire 6,083,165.
Quindi restò tuttavia al bilancio un vantaggio di lire 6,000,000 in cifra tonda. La spesa in cofronto della previsione presenterebbe una diminuzione di lire' 14,615,532, ma le maggiori spese sopravvenute, delle quali si chiese l’autorizzazione al Parlamento ridussero questa somma a sole lire 6,394,547. Le maggiori spese originarono pei lire 3,660,255 da nuove assegnazioni occorse al Ministero della marina, spe cialmente pel blocco sulle coste del Mar R osso; per lire 2,674,947 da spese d’ ordine e obbligatorie, o aventi corrispondenza all’entrata, e solo per 1,885.782 lire pel saldo di differenze verificatesi tra tutti i Ministeri nelle liquidazioni, di fronte alle quali stanno le diminuzioni su notate.
In conclusione tutti i Ministeri, eccetto quello della marina, presentarono economie (Approvazioni) le quali al netto delle maggiori spese rispettive hanno conferito al bilancio il ricordato beneficio di lire 6,394,547, cui aggiungendo i sei milioni di maggior prodotto netto dell’entrata viene un miglioramento effettivo di oltre 12 milioni, che non solo cuopre le spese in lire 6,614,000 votate dopo l’ assestamento del bilancio, ma supplisce eziandio alla maggior parte del deficit della categoria delle entrate e spese ef fettive, residuato così a soli 8 milioni; onde basta poco piu della metà della entrata effettiva, benché
eccezionale, di lire 15,784,000, dove che le rimanenti lire 7,780,000 restano un incremento del tesoro.
I residui attivi furono deprezzati di L. 3,355,253 per cautelare lo Stato contro le possibili eventualità di liti pendenti, ma anco i residui passivi diminui rono in seguito a liquidazioni per la maggior somma di lire 5,656,493, onde da questo lato ottenemmo un nuovo benefizio di lire 2,300,000 cifra tonda. I re sidui perenti agli effetti amministrativi ascesero a sole lire 33.000.
La categoria del movimonto dei capitali avrebbe presentato un deficit di lire 11,222,852, ma essa ha goduto lo stanziamento di lire 15,218,600 ricavabili dalle obbligazioni ecclesiastiche destinate a fronteg giare le maggiori spese oramai pagate colle entrate effettive; di più per la inscrizione della su ricordata entrata eccezionale di lire 15,784,000 non derivante da consumo di patrimonio, questa categoria presenta un avanzo di lire 19,779,878, ma l’avanzo che vera mente le appartiene non è che di 4 milioni perchè la detta entrata eccezionale deve riferirsi alla cate goria delle entrate e spese effettive.
L ’esercizio finanziario si chiude .adunque non solo in perfetto pareggio, ma reca al tesoro un miglio ramento di oltre 14 milioni per le 7,770 mila lire avanzate sull’entrata eccezionale di lire 15,784,000 ; per 4 milioni di eccedenza nel movimento dei capi tali ; e per 2,300,000 ottenutisi sull’assestamento del conto dei residui.
L ’onorevole ministro sorvola sugli aumenti dei ma gazzini, delle attività patrimoniali e delle masse mi litari, perehè di essi potrà essere opportunamente parlato nelle prossime discussioni finanziarie.
Fa però le seguenti considerazioni. L’ enorme e crescente sviluppo delle spese militari e delle opere pubbliche fu totalmente sostenuto senza consumo del patrimonio, ma tolse al bilancio quella forza di espansione e. di elasticità che è coronamento e con solidamento d ’ogni buona finanza.
L ’onor.-ministro ripete che nell’ esercizio 1886-87, senza l’entrata eccezionale o transitoria di 15 milioni quelle spese avrebbero prodotto uno squilibrio di 8 milioni.
Ma questo esercizio, d ’altra parte, ha sopportato un carico di spese veramente eccezionali, quali sono le militari per 12,800,000, autorizzate con la legge 26 dicembre 1886, per le quali la Camera erasi ri servata di accordare mezzi straordinari, non più chiesti nè occorsi. Ha pure sopportato le prime spese per la spedizione africana votate il 6 febbraio 1887. Inoltre la sua entrata di competenza fu per circa 11 milioni imputata all’esercizio precedente per pre coci importazioni doganali. Sono quindi 28 milioni sottratti per cause d’ ordine transitorio all’ eserci zio 1886-87, e ciò nondimeno il Tesoro fu migliorato di 14 milioni. L’onorevole ministro conchiude che in presenza di questi risultati si può salutare con sod disfazione il resoconto dell’esercizio 1886-87.
Esercizio 1887-88.
cresciuti. In tal ^maniera fu possibile provvedere ad altri non meno importanti bisogni. Si migliorarono le condizioni degli ufficiali dello Stato, si ampliò 1 esercito, si rifece la marina, .si svilupparono i la vori stradali e portuali, si bonificarono terreni, si accordarono maggiori sussidi per l ’ istruzione, per in- coraggiare l ’agricoltura, il commercio, ecc. L ’ ono revole ministro ricorda che per attuare l ’ immenso programma si_ oppose ognora all’attuazione di un bi lancio straordinario, fiducioso che sarebbero bastate le forze croscienti dell’entrata, e solo domandò di potersi valere di 133 milioni di obbligazioni eccle siastiche coperti da beni esistenti; ma ridusse an che questa somma a soli 126,200,000.
L onoievole ministro ricorda altresi che, crescendo la spesa straordinaria oltre gli 80 a 90 milioni an nui, portati dal suo piano finanziario, provvide altri mezzi con la revisione delle tariffe doganali e con altre proposte. I risultati furono sempre migliori delle previsioni, perchè gli avanzi del bilancio, conseguiti per maggiori entrate e per proventi varii, ma effet tivi, cuoprirono le_ obbligazioni ecclesiastiche, il cui ricavato si potò impiegare nell’ ammortamento dei debiti redimibili o in spese per costruzioni ferrovia- ìiG. ^J\1r le spese str&ordiijiirie per nuove evenienze, anziché consolidarsi tra gli 80 e i 90 milioni, si fe cero maggiori. Pur nondimeno il bilancio pel 1887-88, presentato il 23 novembre 1886', sebbene facesse sa lile le spese straordinarie a oltre 95 milioni, pre- • sentava un avanzo effettivo di competenza di 11,327,068 che sarebbe bastato per i maggiori assegni da de stinarsi alla Cassa pensioni e alla Cassa militare. E se fosse stato possibile contenere le spese entro quelle previsioni, l ’equilibrio non sarebbe stato tur bato e avremmo potuto sperare risultati anco mi gliori di quelli del 1886-87.
Ma la situazione fu radicalmente mutata da tre cause. La prima ebbe radice nelle condizioni eco- nomiche_ del paese che consigliarono la diminuzione di 11 milioni nella previsione dell’ entrata. La se conda stava nel bisogno di liquidare la passata ge stione ferroviaria e quella di opere stradali, per lo che essendosi^ autorizzata per legge la emissione aelle_ obbligazioni occorrenti per la prima, fu d ’uopo ì*ÌSrnn nn6 neIla Parte ordinaria del bilancio oltre 11,000,000; mentre per l’altra fu concesso un nuovo credito di 4 milioni. La terza causa è l’aumento delle spese militari, parte transitorie e parte permanenti, che ascende alla somma di 90 milioni e 800 mila lire. (Senso — Commenti). Bisogna poi aggiungere le altre spese per i danni dei terremoti della Liguria per 1 ordinamento idraulico dei fiumi del Veneto' pel risanamento di Napoli e per altre occorrenze, e si trova che si_ verificò nella spesa un aumento ’ di lire 122 milioni, che però discende a 118 milioni in seguito ad alcune diminuzioni introdotte in altri servizi. D opo ciò l’onorevole ministro entra a par lare dei mezzi per supplire a tante spese.
. distingue perciò gli aumenti di carattere con tinuativo cui debbonsi contrapporre forze normali del bilancio, da quelli di carattere assolutamente tran sitorio, ai quali, sull’esempio di tutti i paesi, sì prov vede eon_ mezzi straordinari, assicurando però sul bilancio il servizio degli interessi e degli ammorta menti.
L ’ onorevole ministro enumera quindi i provvedi menti coi quali ha inteso di rinforzare il bilancio ordinario, tra cui tengono posto principale quelli da lui presentati e approvati dal Parlamento nell’estate scoi sa, che produrranno 30 milioni nel corrente eser cizio, e una somma ben maggiore nel 1888-89. R e sterebbe quindi a provvedere a 88 milioni di mag- glori spese; ma vari cespiti dell’ entrata ordinaria essendo suscettibili di un aumento di 5 milioni, il
deficit creato dalle maggiori spese discende a 83 mi
lioni rappresentato nella massima parte da spese
transitorie come sono : i 20 milioni per la spedizione africana, i 6 milioni per maggiori dotazioni di vestiario militare; il milione e mezzo per acquisto straordinario di cavalli; 12,200,000 per resto di spese militari appro vate fin dal dicembre 1886 con riserva di pagarlo con mezzi straordinari; i 6,900,000 accordati al Mi nistero della guerra in anticipazione dei fondi con cessi con la legge del 1885 per l’acceleramento della fabbricazione di fucili ed altro; i 4 milioni di sup plemento ad opere stradali • i 5,500,000 stanziati nel bilancio dei lavori pubblici che non si riprodu cono nell’esercizio 1888-89, ecc. Per quest’anno, adun que, per colmare il disavanzo di 83 milioni, che sarà' certamente minore al rendimento di conti, si può provvedere con 13 milioni che risultano in avanzo nella categoria del movimento dei capitali; per gli altri^O milioni potrebbe servire quel miglioramento che in questi ultimi anni ottenne il conto del Te soro per gli avanzi verificatisi nei relativi esercizi, e che eccede i 74 milioni.
L ’on. ministro prende quindi ad analizzare le cifre comprovanti siffatto miglioramento, dimostrando in sieme come siasi prodotto, e come il conto del tesoro ne abbia fatto suo prò. Ma egli non vuole introdurre nella nostra finanza 1 uso di destinare gli avanzi degli esercizi anteriori, accumulati nel conto del te soro, per coprire il deficit, sia pure transitorio, del bilancio di competenza, benché altri paesi e special- mente la Francia, ce ne abbiano dati molti esempi, in altre occasioni, dice 1’ on. ministro, preferimmo valerci delle obbligazioni ecclesiastiche , in qnesta domanda l’ autorizzazione di emettere 70 milioni di obbligazioni del tesoro a breve termine ; e come le prime rappresentavano anticipazioni sul prezzo di vendita dei b e n i, queste non dovrebbero rappresen tare che anticipazioni da scontarsi sui prossimi bi lanci. (Commenti).
, E’ on. ministro espone i caratteri di questa forma intermedia tra il debito pubblico e il fluttuante. Os serva inoltre che le previsioni di cassa sono abba stanza floride^ per ritenere che il tesoro potrà fare tutto il servizio senz’uopo di ricorrere a questa emis sione, la quale probabilmente non avrà altra conse guenza tranne quella di aver servito a ll’adempimento delle sane regole della contabilità dello Stato in un periodo in cui le spese transitorie, rese indispensa bili dalla dignità e dall’interesse del paese, ci hanno allontanati dal pareggio, I’ on. ministro crede opera suprema di patriottismo il fare ogni sforzo per rien trarvi al più presto.
Esercizio 18 8 8 -8 9 .
. Dice che gli stati di previsione presentati per l ’eser cizio 1888-89 sono ben lungi da qualsiasi esagera zione nell’ entrata e da alcuna forzata restrizione nelle spese. Esso è un bilancio seriamente normale. L entrata aumenta di 42 milioni, 30 dei quali sono il frutto di consueti incrementi annui e 12 vengono dalla completa attuazione dei provvedimenti votati nella estate scorsa.
Ma la spesa ordinaria cresce essa pure di oltre 17 milioni, perchè sonosi dovuti stanziare gli inte ressi per la emissione dei titoli occorrenti per le nuove costruzioni ferroviarie ; si é dovuta aumentare di 1,300,000 F assegnazione per le rafferme ; si è dovuto provvedere alla progressiva attuazione del nuovo or ganico per 1 esercito, finalmente sono occorsi quei maggiori assegni resi necessari per l’ incremento dei servizi della entrata. D all’ altro iato però la spesa straordinaria diminuisce di 43 milioni, quindi il bi lancio si migliora di 68 milioni. Dunque per coprire gli 83 milioni di disavanzo dell’ esercizio 1887-88, non ne mancano che 15. Ma v ’ é tuttora uno strascico del passato da liquidare, per cui occorrono ’ altri 7 milioni, netti del concorso degli Enti morali, per saldo di opere stradali ; occorre poi un milione pel bonifi
25 dicembre 1887 L ’ E C O N O M I S T A 843
camento dell’ agro romano e tre milioni per nuove caserme in Roma ; sicché, se non si prendessero altri provvedimenti, il disavanzo salirebbe a 26 milioni. È vero però che anche quest’ anno sopporta un carico ingente di spese transitorie.
Sono tali i 7 milioni per saldo di opere stradali, lo sono puranco i 3 per le caserme; più il resto, in 6 milioni, dell’ aumento di dotazioni dei magazzini di vestiario ; più un altro milione per provvista straor dinaria di cavalli ; più 6 milioni di lavori pubblici, che dovrebbero pagarsi con obbligazioni ecclesiasti che ; più 4 milioni pel risanamento di Napoli e 2 mi lioni e mezzo pei lavori del Tevere, che dovrebbero pur farsi con obbligazioni speciali, mentre in bilancio si considerano tutti come spose effettive : in tutto circa 30 milioni. Qui 1’ onorevole ministro mentre di mostra che la maggior parte di queste spese cessa con l’ esercizio 1888-89 e che anco il resto deve ces sare, dichiara la necessità che il disavanzo sparisca fin d’ ora. L ’ avvenire, egli dice, racchiude speranze e timori, ma devonsi valutare assai severamente le speranze e fermarci su que’ maggiori oneri che la prudenza ci comanda di prevedere. Proclama quindi la necessità di porre i germi di nuove entrate capaci di uno sviluppo progressivo anche maggiore, affinchè la finanza possa provvedere, oltreché agli oneri dello Stato e a’ vari servizi, anco all’ ammortamento gra duale dei debiti redimibili ed attuare il nuovo pro gramma, secondo il quale la enorme spesa delle co struzioni ferroviarie, ormai promesse] al paese, non debba per la massima parte pesare sul credito, ma sul bilancio effettivo dello Stato.
L’ onorevole ministro passa quindi in rassegna le risorse patrimoniali destinate all’ ammortamento dei debiti e conclude che in vista del naturale loro de crescimento, è d’ uopo che il bilancio possa nel pros simo sessennio sopportare la differenza tra di esse e le quote che sono da ammortizzare, a non voler ri correre a nuovi debiti in rimpiazzo di quelli che si estinguono. Quanto al programma ferroviario, l’ono revole Magliani, lasciando alla competenza del suo onorevole collega pe’ lavori pubblici il trattarne, e considerandolo solo dal lato finanziario dichiara co ni’ egli rifugga così dal ritardare ulteriormente le co struzioni oggimai decretate, come dal dover ricorrere fatalmente ogni anno al credito per somme troppo ingenti per effettuarle (Commenti). Trova pertanto do versi adottare le nuovo vie già additate per le linee Eboli-Reggio e Messina-Cerda pagando il prezzo me diante annualità a carico del bilancio, comprensive dell’ interesse e dell’ ammortamento, mentre se qual che costruzione dovesse pur farsi con capitali dello Stato, potranno contenersi entro i limiti di 50 o 60 milioni al più, somma che, senza disturbo economico e senza nuovi indebitamenti ali’ estero, possa essere offerta dal risparmio annuale del paese. Ma T attua zione di questo programma richiederà maggiori as3e^ gnamenti sul bilancio che non siano quelli derivanti dalla continuata emissione di titoli^ ferroviari. _
L ’ onorevole ministro passa quindi a’ provvedimenti che raggiungeranno lo scopo. X due progetti di legge da lui già presentati, 1’ uno concernente la revisione della rendita imponibile de’ fabbricati, reclamato non solo dalle esigenze del bilancio, ma eziandio da ra gioni di giustizia distributiva ; (Approvazioni) T altro per aumento sul dazio di entrata e sulla tassa di.fab- hricazione degli zuccheri, rinforzeranno il bilancio di circa 20 milioni all’ anno, che T onorevole ministro ri tiene di portare a 25 o 26 milioni mediante la nuova tassa militare, da destinarsi pel servizio delle raffer me, di cui si stanno compiendo gli studi. (Commenti). Con questa nuova risorsa, coll’ incremento delle impo ste vigenti e colla cessazione delle spese transitorie il bilancio riprenderà la sua elasticità e sarà in grado di supplire anco a’ nuovi oneri per gli ammortamenti e per le strade ferrate. Ma una condizione è neces
saria, quella che si ponga freno efficace all’aumento delle spese, lasciandone T iniziativa esclusivamente al Governo, che é fermamente risoluto di contempe rarle colle forze oramai ragguardevoli del bilancio, per non dover chiedere nuovi sacrifizi a’ contribuenti. Alla continua progressione delle spese, che rispecchia la crescente espansione della vita fisica, intellettuale ed economica dello Stato, deve bastare ü naturale sviluppo delle imposte e una rigorosa e illuminata amministrazione.
Noi, dice T onorevole ministro, dobbiamo aver pre senti gli esempi di altri Stati potenti non per imi tarli, ma per essere più temperati, perchè abbiamo maggiori bisogni e minori mezzi per soddisfarli. R i tiene però che per mantenere il pareggio è necessa rio osservare le norme cui egli subordina la sua po litica finanziaria, cioè : che le spese già votate^ per 1’ esercito, per la marineria e pei lavori pubblici ab biano il loro compimento, ma che le rate annuali (a meno che non siano stabilite per legge) vengano de terminate in rapporto allo sviluppo dell’ entrata _ or dinaria e lascino margine sufficiente per fronteggiare eventi imprevedibili e imprevisti e per migliorare, in ogni caso, le condizioni del debito e della circola zione.
Affinchè poi con la sincerità della politica finan ziaria proceda di pari passo in tutti i rami dell’am ministrazione quel rigoroso riscontro che ne guaren tisca contro qualsiasi sorpresa, 1’ onorevole ministro annunzia la prossima presentazione di un progetto di legge, che una Commissione reale sta elaborando, col quale si affiderà alla Corte dei conti, oltreché il ».riscontro preventivo sui pagamenti, _ anche quello sugli impegni e si proporranno efficaci discipline per rafforzare i riscontri amministrativi e parlamentari della pubblica spesa, e rendere sempre chiara e sin cera la situazione delle finanze dello Stato.
Dopo ciò 1’ onorevole ministro, passando a consi derazioni d ’ ordine più generale, esprime la fiducia che la nuova tariffa doganale, equamente temperata da trattati commerciali in parte conclusi e in parte in corso di negoziazione partorirà utili effetti econo mici e finanziari a un tempo. Gli argomenti di de cadenza economica desunti dallo sbilancio delle im portazioni e delle esportazioni sono fallaci per varie ragioni, e principalmente perchè la eccedenza delle importazioui deriva dal maggior bisogno di sostanze alimentari pel progrediente sviluppo della popolazione e dell’agiatezza pubblica, nonché da più copiose in troduzioni di carboni, di ferri, di macchine e di ma terie prime necessarie ad alimentare la produzione e il lavoro nazionale.
Il progresso economico è però per sua natura assai lento. Contribuirà ad accrescerne il moto non solo la temperata applicazione della tariffa doganale, ma anche il riordinamento degli Istituti di emissione, che è stato proposto nello scopo di assicurare colla coesistenza degli Istituti attuali una concorrenza utile all’ industria e al commercio ; di garantire con _ op portune disciplínela base metallica della circolazione; di regolare con equità i rapporti della banche fra loro, e di tutte col Tesoro ; di ristabilire colla cessa zione del corso legale dei biglietti, la libertà degli sconti. In occasione di quel progetto di legge saranno chiarite, secondo verità le condizioni della nostra cir colazione, delle quali si è parlato con grande esage razione, argomentando dagli effetti di crisi tempora nee e non dalla situazione reale e normale deU’economia del paese. Accenna T onorevole ministro a’ benefici ottenuti per la abolizione del corso forzoso, i quali saranno consolidati e accresciuti per virtù de’ nuovi ordinamenti proposti ; pel miglioramento graduale delle condizioni economiche del paese e pel ritiro dei biglietti di Stato.
col quale si regola con grande vantaggio dei comuni tutta la complicata materia dei dazi interni di con sumo; si cede altra materia imponibile a'comuni ; si provvede a favore dell’ industria e dell’ agricoltura, e si stabiliscono discipline giuste e razionali per 1 applicazione della tassa del valore locativo e della tassa di famiglia.
Raccomanda altresì il progetto da lui ripresentato pei la definitiva costituzione della cassa delle pen sioni civili e militari, dimostrando come l’onere del bilancio che cresce di circa due milioni aH’aniio per 1 aumento del debito vitalizio per le pensioni nuove non aumenterebbe nè diminuirebbe in alcuna guisa, se si costituisse la cassa; e come d’ altra parte, sia questo un istituto finanziariamente utile per sollevare il bilancio dall’onere delle pensioni degli impiegati che saranno nominati dopo la nuova legge.
Imperocché le future pensioni saranno a carico della cassa fondata sul sistema della mutualità, e alimentata dalle ritenute sugli stipendi degli impie gati, e da un contributo dello Stato cogli interessi composti delle une e dell’ altro.
Non ha ripresentato 1’ altro progetto di legge per
la chiusura del Gran Libro del consolidato 5 e
la creazione di un nuovo titolo del 4 1[2 poiché egli ha fiducia che invece di una legge preventiva ed astratta egli potrà presentare, al momento opportuno, proposte di applicazione concreta, sia per la conver sione di una parte di debiti redimibili dello Stato, sia pei altra sistemazione del debito pubblico me diante l ’ emissione del nuovo titolo.
Conclude V onorevole ministro dicendo che dopo molti sforzi e sacrifici abbiamo collocate le finanze e. 1 credito d Italia sopra una base che si può dire sicura, ma che dev’ essere consolidata più fortemente, perchè possa resistere a qualunque urto e operare come una leva sempre più potente a sollevarci in alto. Lavoriamo concordi e fiduciosi per questo alto e patriottico scopo: dimentichiamo noi stessi, per non guardare che alla patria.
CRONACA DELLE CAMERE 01 COMMERCIO
Camera di commercio di Ferrara. — Nella tor
nata del 2 3 Novembre la Cam era approvava il b i lancio preventivo per il 1888 in L. 2 7 ,8 6 0 .1 4 tanto alla spesa che alla entrata colla imposizione di L . 1 8 ,5 7 3 ,1 4 da applicarsi agli esercenti industria, e com m ercio.
Camera di Commercio di Siracusa. — In una
delle sue ultim e sedute la Camera approvava dapprim a varie proposte riguardanti la situazione di una ta riffa speciale locale per il trasporto dei vini da do m andarsi alla direzione delle ferrovie sicule, e poi faceva sue le seguenti conclusioni proposte dalla pre sidenza affine di attenuare la crise dello zolfo in S icilia.
« Le Cam ere di Commercio sicilian e più diretta- m ente interessate nella industria degli zolfi, si sono preoccupate della quantità del prodotto giacente per mancanza di rich ieste, e del ribasso dei prezzi al di sotto della convenienza. V arie proposte di rim edii si sono alternate e discusse e non tutte concordi. La Cam era di G irgenti ha preso la iniziativa di un con gresso delle Cam ere di Com m ercio d ell’ isola da tenersi a Palerm o e chiede il parere delle altre.
« In sostanza la provincia di Siracusa non ha in atto produzione di zolfi nè interessi rilevanti nel comm ercio degli ste ssi, onde essa non risente, in
modo diretto, la crisi speciale che travaglia le prò— vincie conterm ini, ma subisce la sua parte delle sof ferenze generali del com m ercio sicilian o ; sarebbe errore il credere che essa sia affatto estranea e non solidale con le altre in una quistione che deprim e così gravem ente la ricchezza, d lavoro, il com m ercio d all’ isola in te ra , e che di contraccolpo disturba la economia generale di tutte queste provincio e di tutte le classi produttrici o no del detto genere.
« S i propone di aderire alia discussione in co m une dei v a ri interessi e dei rim edi più opportuni per sollevare un a delle principali e più estese indu strie sicilian e. »
Mercato monetario e Banche di emissione
La situazione del mercato am ericano continua ad esser buona. L e situazioni delle Banche Associate presentano un aum ento nella eccedenza della riserva di 6 ,2 7 5 ,0 0 0 dollari a 7 ,9 0 0 ,0 0 0 , e n ell’incasso me tallico di 0 .7 m ilio n i, cioè fino a 69.1 m ilioni. Lo sconto libero è piuttosto basso ; la carta a 3 mesi da^4 a 5 per cento ; le anticipazioni negoziate da 3 a 3 1|2 per cento.
Manchiamo questa settim ana della situazione della Banca d’Inghilterra; tuttavia sappiam o che è conti nuata la dom anda d'oro da parte della Germ ania e perciò i ritiri di forti somme dalla riserva della B a n c a , il 22 furono ritirate 1 5 0,0 0 0 sterline. Il cambio su New Y o ik è presentem ente a 1 per m ille contro Londra, e chiude a 4 ,8 2 3|4 e per la carta a 60 giorn i; qualche settim ana fa era al 3 1|2 per m ille contro l’ Inghilterra.
I saggi dello sconto sono sem pre bassi, cioè a 2 1|8 0|0 per la carta a 3 m esi. I bisogni d ella fine d’anno im pediscono che scenda m aggiorm ente, m a fra qualche settim ana si può attendere un nuovo rib asso : anche perchè le disponibilità del mercato saranno allora aum entate dai pagam enti dei d ivi dendi, delle cedole ecc.
L ’argento in vergh e è aum entato di 5 ;I 6 per o n cia; i cam bi colle indie hanno pure rip reso ; la rupia che solo 3 settim ane fa èra a 1.4 7i8, ora è a 1.5 1 14.
La Banca di F rancia nella situazione del 22 corr. aceusava una perdita di 3 m ilioni di incasso d’oro ed un aum ento di poco più di un m ilione n ell’incasso d’argento.
I bisogni di danaro sono sem pre molto sensibili alla fine di dicem bre, e la piazza incom incia a sen tirne l’influenza. Lo sconto è ritornato più diffìcile e l’offerta della carta sorpassa sensibilm ente la do m anda.
S i quota : 2 3(8 a 2 1|2 per le firm e di prim *or dine e 2 5|8 per le accettazioni del com m ercio e della Banca.
Lo chèque su Londra si m antiene da 2 3 ,3 4 1|2 a 2 5 .3 4 ; il reich sm ark a 123 e 4 0(0 ; rublo ag i tatissim o a 221 1|2.
La lira italiana domandata da prim a a 1 0 (0 per il term ine più lungo, poi a 15|16.
25 dicembre 1887 L ’ E C O N O M I S T A 845 pure il saggio a 2 7[8. Si ripete perciò la voce che
la Banca Im periale possa aum entare prossim am ente il suo saggio officiale in seguito ag li ultim i provve dimenti presi da essa.
In Italia la situazione non è gran fatto variata ove se ne eccettui l’ inasprim ento del cambio dovuto spe cialm ente ai movim enti com m erciali della fine d’anno. Il cambio su P arigi tra 1 0 1 .7 0 e 1 0 1.6 5 , quello su Londra da 25 .5 2 a 25.49.
Situazioni ielle Banche di emissione italiane Banca Nazionale Italiana
10 decem bre
¡
C assa e r is e r v a ... L . 278,711 000P o rta fo g lio ... » 405, 97,000 A n ticip az io n i... » 78.895.000 O ro ... » 180,569,000 A rg e n to ...» 82,546,000f C ap itale v ersato ...» 150,000,000
p • i M assa d i risp etto ...» 38,356,000 rasBiyoj G ircolazione...„ 609,091,000 ( Conti co rren ti a v i s t a ... * 5 8 ,373,000Banca Nazionale Toscana 10 decem bre
I
' C assa e r i s e r v a ... L . 43,017,000 P o rtafo glio ... » 51.781,000
A n ticip azio n i...» 5 ,922,000 Oro...» 16.641,000 A rgento...» 5 ,378.000
S
c a p ita le v ersa to ... » 21,000.000M assa di risp etto ...» 3,454,000 C irco lazio n e...» 84,912.000 Conti co rren ti a v i s t a ...» Banca Toscana di Credito1,462,000d ifferen za - —12,425,000 — 2,064.000 4 - 348.000 — 307,000 — 196,000 —12,388,000 —11, 776,000 d ifferen za - f 4 ,146,000 — 1,545.000 — 8,000 — 4 ,0 0 0 4 - 892,000 4 - 2,817,000 4 - 21,000 10 decem bre
¡
Cassa e riserva ... L. 5,057,000P ortafo glio... » 3,517.000 A n tic ip a z io n i... . . . » 8,171,000 Oro... » 4,575,000 A rg e n to ...» 428,500 f C apitale v e r s a to ...» 5,000,000 t, • ) M a-sa dì r is p e t t o ... * 460,000 4»s8iy<k C irc o la z io n e ... » 13,716,000 \ Conti c o rre n ti a v i s t a ... » 26,000 d ifferen za — 393,000 4 - 27,000 4 - 556,000 — 3 2,000 4 - 716,000 — 400,000 Banca Romana 10 decem breI
C assa e r is e r v a ... L . 24.829 000Portafoglio...» 37,401,000 A nticip azio n i... » 552,000 O ro...» 13,309,000 A rg en to ... » 2,775,000 PassivoC ap ita le v ersa to ...* 15,000,000 M assa d i ris p e tto ... » 3,915,000 C ir c o la z io n e ... » 59,912,000 Conti co rren ti a v is t a ... * 1,977,000
Banco di Napoli
¡
P ortafo glio...C assa e r is e r v a .. A nticip azio n i . . . . Oro d e c im a le .. . . . A rgento decim ale. PassivoI
(
C a p it a le ... M assa di risp etto ... C ir c o la z io n e ... Conti co rren ti a v ista
10 decem bre i. 108,953,000 » 145,544,000 ,» 37,601,000 .* 77,681,000 » 4,47 6 ,0 0 0 .* 48,750,000 ,» 16.700. 000 ,» 224,648.000 ,» 52,033,000 Banco di Sicilia Attivo
Ì
C assa e ris e rv aPortafoglio... A nticip azio n i . . N um erario... Passivoi C a p it a le ... M assa di r i s p e t t o . ... . C ircolazion e... Conti co rren ti a v ista10 decem bre L . 33,812.000 . » 44,631,000 . » 8.431,000 . » 20,899, 000 1 2 ,0 0 0 ,00C . . » 3,800.000 . . » 49,874,000 . . » 26,289,000 d ifferen za 4 - 4,128,000 4- 480,000 4 - 2,000 4 - 6 2 ,0U0 4 - 2,034,000 4 - 177,000 d ifferen za 4 - 480, OOO — 4.33 2 ,0 0 0 — 141,000 — 1,545,000 — 5,631,000 - - 3,783,000 d ifferen za - f 3,146.000 — 138,000 — 278.000 — 1,211,000 — 1,146.000 — 27,000
Sitiuuioai delle Banche di emissione estere.
Banca di Francia
22 decem bre d ifferen za ^ o f „ n :^ i o r o ...F r . 1 ,121.961,000 — 2,902,000 Itti™ ! 1 ‘ 11 U r g e a t o » 1 ,1 9 3 ,6 8 6.0 0 0 + 1,141.000 ' Portafoglio... » 529,075.000 - 37,351.000 A n tic ip a z io n i... 404.673,000 — 1,828,000 ( c i r c o la z i o n e ..., 2 ,699.367.000 — 27,619.000 Passivo? Conto corren te dello Stato* 169,000.000 — 6,115,000 / » » d ei p r iv a ti* 367,898,000 4 - 10,211,000
Banca Imperiale Germanica
15 decem bre d ifferen za f Incasso m etallico... M arch i 794, 035,000 4 - 3,49 3 ,0 0 0 Attivo J P ortafoglio... .. 491.134 000 + 5 067,000 ( A n tic ip a z io n i... » 46,495 000 4 - 560,000 p • ( C irco la z io n e... » 866,630,000 4 - 2,109,000 ™5S V i Conti c o rre n ti... » 393,395.000 4 - 9,471,000
Banche associate di Nuova York.
17 decem bre d iffe re n z a ( Incasso m etallico ...D o llari 350, ;>00,000 — 2,600,000 Attivo < Portafoglio e a n t ic ip a z io n i..» 69,100 000 -f- 700.000
( L e g a i te n d e rs... » 26,700,000 4 - 800,000 Passivo! C irc o la z io n e ... » 8,000.000 — —
( Conti c o r r e n tie depositi...» 351,600,000 — 100,000
Banca di Spagna
17 decem bre d ifferen za
\ Incasso m etallico...P esetas 312,387,000 4- 757,000 AliV | P o rta fo g lio ... » 912,058.000 + 4,75 3 ,0 0 0 Passiva! C irc o la z io n e ...» 595,737,000 4 - 4,564.000 ( C onti co rren ti e d e p o s i t i . . . . » 384,205,000 4 - 6,055,000
Banca nazionale del Belgio
15 decem bre d ifferen za i t i iva ! Incasso m etallico...F r . 98,168,000 — 862,000 AUlY0 ( .P ortafoglio...» 308.891,000 4 - 5.48 8 ,0 0 0 Passiva f C irco lazio n e... » 369,805, 000 -f- 7, 774.000 rass vo ( C onti co rren ti...» 62,782,000 — 3,38 8 ,0 0 0
Banca dei Paesi Bassi
17 decem bre d ifferen za
S
Incasso m e ta llic o ja r g e n t 0 , . , » r™ oOOrt™QfOn ; „ J 0 r0 - “ - F Ì0r- 4 8,599,000 — 98.329.000 4 - 583,0005,000 P ortafoglio... » 4 9,016.000 •+• 79.000 A n ticip az io n i ... » 48,657,000 4 - 572,000 J C ircolazion e...» 192,977.000 4 - 842,000 fasslT0( C onti co rren ti... ...» 34,337,000 4 - 827,000Banca Austro-Ungherese
15 decem bre d ifferen za l Incasso m e ta llic o ... F io rin i 219.304 000 — 429,475 Attivo < P o rtafo glio ...» 133 463 000 — 5 ,1 8 6 000 / A n t ic ip a z io n i...» 22,418,000 — 23,000 Passiva! C ircolazion e...» 362,837,000 — 1,617,000 massivo ^ C ont. co rren ti... » 8 8,607,000 4- 646,000
RIVISTA DELLE BORSE
fra la R ussia e l’A ustria, e per quanto i più non vi credessero perchè fra i due Stati non apparivano nuove ragioni di conflitto, tuttavia si temeva che la polem ica im pegnata fra i giornali russi, tedeschi, e austro -u n gh eresi, finisse col creare realm ente una situazione di cose alquanto pericolose. Per la rendita italiana oltre il pericolo di una guerra austro-russa contribuì al suo movimenio retrogrado, la riluttanza della F ran cia a in viare in Italia un rappresentante per trattare un modus vivendi riguardo alle nuove tariffe gen erali, e il tim ore di "rappresaglia su di essa da parte del mercato francese, nel caso che quelle venissero col I " del nuovo anno effettiva- m eute applicate. A pertasi la settim ana con questi sinistri presagi, è inutile dire che quasi tutte le borse iniziarono il loro movimento settim anale con ribassi più o meno sensibili, secondo che gli Stati a cui i fondi appartenevano si reputavano più o meno im pegnati nel dissidio austro -russo . E queste disposizioni deprim enti prevalsero specialm ente lu nedì e m artedì, ma m ercoledì vari giornali dei tre im peri avendo dimostrato che V ingrossare delle truppe russe nei confini della G allizia era stato al quanto esagerato, e che non era tale da far paven tare una guerra im m inente, ed essendosi anche sparsa la voce che il P rincipe di Coburgo avrebbe abban donato la B ulgaria, togliendo così il pomo della discordia fra l’A ustria e la R u ssia, si ebbe un certo m iglioram ento al quale partecipò anche la rendita italian a. E per questa il m iglioram ento si fece an che più sensibile dopo le dichiarazioni fatte dal— l’ on. C rispí al Senato, con le quali espresse la spe ranza di un accomodam euto con la F rancia nella questione del trattato di com m ercio.
Ecco adesso il movimento della settim ana. Rendita italiana 5 0¡0. — nelle borse italiane da 9 8 ,6 5 in contanti e da 9 8 ,8 5 per fine mese scendeva a 9 7 ,7 0 e a 9 7 ,9 0 ; verso la metà d ella settim ana riprendeva fino a 98 e 9 8 ,2 0 e oggi resta a 9 8 ,1 5 a 9 8 ,3 5 . A P arigi da 97 indietreggiava fino a 9 5 ,5 0 e dopo essere risalita a 9 6 ,2 0 chiude a 9 6 ,2 5 a Londra da 96 13|16 scendeva a 9 5 e a B erlino da 9 5 ,9 0 a 9 4 ,2 0 .
Rendila 3 0\o■ — Venne negoziata intorno a 62 ,5 0 per fine mese.
Prestiti già pontifici. — Anche questi valori generalm ente poco elastici, subirono l’influenza ge nerale del mercato ribassando il Blount da 9 7 ,6 0 a 9 6 ,6 0 ; il Cattolico 1 8 6 0 -6 4 da 9 8 ,4 0 a 96 e e il Rothschild invariato intorno a 9 9 ,2 0 .
Rendite francesi. — Per queste il ribasso fu af fatto insignificante sia perchè la F rancia non era direttam ente interessala nel dissidio austro russo, sia perchè la rendita italiana era presa di preferènza di m ira dalla speculazione al ribasso. Il 4 1 12 per cento oscillò fra 1 0 7 ,5 0 e 1 0 7 ,7 0 ; il 3 0|0 fra 81 ,4 0 e 8 1 ,3 0 e il 3 0[0 am m ortizzabile fra 8 5 ,4 0 e 8 5 ,2 5 e cnsì presso a poco sui prezzi precedenti.
Rendite austriache. — F ra sabato e domenica subirono un notevole ribasso scendendo di circa un punto su gli ultim i prezzi segnati nella precedente rassegna. Verso la m età della settim ana la rendita in oro risaliv a a 1 09,75 la rendita in argento a 80,10 e quella in carta a 7 7 ,6 0 . Dopo essere rica dute di nuovo restano a 108 a 7 8 ,6 0 e a 77,5 0
Rendita Turca. — A P arigi da 14,20 scendeva a 14 e a Londra da 14 1|16 a 13 13|16.
Consolidati inglesi. — Da 101 1 1 116 riprende vano a 101 13|16.
Valori egiziani. — La rendita unificata da 3 77,50 scendeva intorno a 372.
Valori spagnuoli. — La nuova rendita esteriore invariata fra 67 13|16 e 67 5[4.
Canali — Il Canale di Suez da 2097 scendeva a 2075 per risalire a 2 0 8 4 e il Panam a invariato fra 315 e 3 2 0. I proventi del Canale di Suez dal 1° decem bre a tutto il 19 ascesero a fr. 2 ,9 4 0 ,0 0 0 contro 2 ,5 5 0 ,0 0 0 nel periodo eorrispondente del 1886.
— I valori bancari e industriali ebbero in ge nerale mercato calm o e prezzi tendenti al ribasso.
Valori bancari. — La Banca Nazionale italiana negoziata fra 22 10 e 2 2 0 0 ; la Banca Nazionale To scana invariata intorno a 1 1 36 ; il Credito M obiliare trattato da 1030 a 1 0 2 2 ; la Banca G enerale da 693 a 682 ; il Banco di Roma da 8 8 0 a 8 4 0 ; la Banca Romana da 1190 a 1 1 7 0 ; la Banca di Milano da 240 a 235 ; la Banca di Torino da 853 a 843 ; il Credito M eridionale da 576 a 5 7 4 ; la Cassa So v venzioni da 362 a 254 e la Banca di F ran cia resta a 4 ,3 3 0 . I benefizi della Banca di F rancia nella setti mana che term inò il 22 corr. ascesero a fr. 33 0,0 0 0. Valori ferroviari. — L e azioni M eridionali nelle borse italiane da 801 indietreggiavano a 788 per risa lire a 794 e a P arigi da 7 8 0 a 775 per risaiire'a 7 80. Le M editerranee da 622 scendevano a 618 e le Sicule intrattate. N elle obbligazioni ebbero qualche affare le nuove ferroviarie fra 315 e 3 1 6. La rete m editer ranea dal 1° luglio a tutto novem bre ha avuto un prodotto di L. 4 7 ,4 4 6 ,5 7 3 .1 9 che supera quello del periodo corrispondente del 1886 per l’ importo di L. 3 ,7 4 0 ,3 1 6 .3 4 .
Credito fondiario. — Rom a negoziato intorno a 465 ; Milano 5 per cento a 5 0 2,5 0 ; detto 4 0|0 a 4 7 9,5 0 ; Banca Nazionale 4 0|0 a 473 ; Napoli 5 per cento intorno a 500 ; S icilia 5 0[o a 501 e C agliari a 2 75. Come si vede anche questi valori confrontati con la situazione precedente, subirono qualche ribasso.
Valori Municipali. — L e obbligazioni 3 0[0 di F irenze negoziale intorno a 6 4 ,5 0 ; 1’ Unificato di Napoli fra 9 2 ,3 0 e 9 2 ,5 0 ; Roma inalterato a 4 8 0 ; il prestito unificato di Milano a 97.
Valori diversi. — A F irenze le Costruzioni ve nete da 362 retrocedevano a 332 circa per risalire a 351 e le Im m obiliari da 1 2 85 retrocedevano a 1265, risalendo poi a 12 74 a Roma l’ Acqua M arcia da 22 38 ribassava a 2 1 8 0 ; e le condotte d’ acqua da 5 0 0 a 4 9 3 ; a Milano la Navigazione G. F. da 380 saliva a 387 e le raffinerie da 3 9 4 a 4 0 0 e a To rino la Fondiaria italiana da 3 3 5 indebolivasi a 330. Metalli preziosi. — Il rapporto dell’argento fino a P arigi invariato a franchi 261 sul prezzo fisso di franchi 2 19,80 al chil. ragguagliato a 1 0 00 , e a Lon dra il prezzo im m utato a den. 44 1 [2 per oncia.