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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.693, 14 agosto

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L ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SC IEN ZA ECONOM ICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I, F E R R O V IE IN TE RESSI P R IV A T I

Anno XIV - Voi. X V iiI

D om enica 14 A gosto 1887

N . 898

U SITUAZIONE DELLE BANCHE i l EMISSIONE

Da p iù p a rti viene afferm ato che il G overno ha convenuto colle Banche di emissione, secondo quanto ha ordinato la Camera nelle sue u ltim e discussioni, p rim o che le rise rve delle banche sieno n e ll’ avvenire costituite esclusivam ente di specie m etalliche; secondo che le Banche stesse siano obbligate a re string ere la circolazione nei lim iti di 733 m ilio n i v o lu ti dalla legge 30 a prile 1874 e che n e ll’ u ltim a situazione era a n ­ nunciata in un m ilia rd o e 96 m ilio n i, cioè, detratta la circolazione im p ro d u ttiv a (q u e lla con piena rise rva), una eccedenza di 2 04 m ilio n i.

Rispetto al p rim o punto, notiam o con vero piacere che il Bollettino delle Finanze non ha p iù insistito nella strana teoria che voleva il b ig lie tto d i Stato non con vertib ile per le Banche, d i em issione. È ve­ rissim o che l’A m m in istrazion e del Tesoro p iù che convincersi d e ll’ e rro re nel quale era caduta soste­ nendo quella tesi, ha piegala la bandiera di fronte al pericolo che le Banche barattassero i 4 3 m ilio n i di b ig lie tti di Stato per mezzo di te rz i; ma in un modo o n e ll’ a ltro è notevole veram ente che quel tentativo sbagliato del Bollettino s ii rim a sto senza seguito d i sorta. Sappiamo poi che con p iù saggio consiglio la A m m in istrazion e del Tesoro ha preso accordi colle Banche di emissione perchè queste non dom andino il baratto dei b ig lie tti di Stato ; e questa era la vera via. Per quanto possa essere per le Ban­ che di un certo sa crificio, anche pecuniario, il non aver subito e facilm ente il cam bio di detti b ig lie tti in oro ed argento, esse hanno avuto già da parte del G overno così larga tolleranza dura n te parecchi mesi, quando si lasciò che superassero per p iù d i 200 m ilio n i il lim ite della circolazione, che in ve rità il guadagno ottenuto è di gran lunga ,superiore allo scomodo a cui si espongono ora, anche se per questo astenersi dal baratto non venisse loro concesso alcun nuovo indennizzo d iretto od in d ire tto . Saranno per­ tanto rim essi in circolazione quei 43 m ilio n i di bi­ g lie tti da L 10 e da L 3 che fino ad ora rim anevano g iacenti nelle casse delle Banche. P otranno questi b ig lie tti, essere m antenuti in circolazione? — Non è da d ub ita rn e ; poiché questa emissione coincide col— I’ a ltro provvedim ento di re string ere di 2 0 4 m ilio n i la circolazione attuale delle Banche. Però è anche quasi certo che questi 43 m ilio n i c o n trib u ira n n o a spingere m aggiorm ente la em igrazione del nostro stock m etalli o, em igrazione che dal 188 4 ad oggi ha già ra g g iu n to 180 m ilio n i.

Questo punto adunque del rito rn o nei lim iti della

legge rispetto alle rise rve m e ta lliche delle Banche, ha la sua im portanza sotto m o lti aspetti, sebbene a lcu ni, ora che è in te rve n u to l’ accordo col Tesoro, fingano di rite n e rla una m isura senza conseguenze. A spettiam o che la forza delle cose spinga le Banche ad eccedere nuovam ente, colla tolleranza del Governo, nella circolazione, e vedrem o se i b ig lie tti di Stato rim a rra n n o in circolazione e se non sostituiranno g li scudi, che più facilm ente em igreranno per l’ estero.

Il secondo punto, q uello che rig u a rd a la re strizio n e della circolazione nei lim iti della legge 1 87 4, è d i­ versam ente g iudicato. A lc u n i credono che quella m isu ra sarà vantaggiosa alla circolazione m etallica e d im in u irà la em igrazione delle monete d ’ oro e di argento, a ltri pensano che ne ris e n tirà troppo grave danno il com m ercio, al quale saranno così negati in p arte ,qu ei sussidi che oggi trova abbastanza facilm ente.

L’Economista ha già manifestata in proposito la p rop ria opinione e si com piace di vederla oggi dai fa tti, conferm ata. N on v i è nessun dub bio che una ristrettezza della circolazione, quando sia, come deve essere, accompagnata da u n rialzo nel saggio dello sconto, agevola la introd uzion e della moneta m etal­ lica o ne dim inu isce la em igrazione ; o rm ai la espe­ rienza di ta n ti anni dim ostra che la d im inu zio ne d ello sconto per mezzo di u n m aggior interesse, serve a tutelare le riserve m etalliche così d i un paese come di un is titu to . Se non che, afferm ano alcuni, essere illo g ic o aum entare in Italia il saggio dello sconto perchè esso è già m olto superiore a quello che si pratica in a ltr i paesi. E d in fa tti il nostro saggio è al 5 1|2 m entre è al 2 , al 3, al m assimo al 4 n eg li a ltri S tati. Se non che il fare paragoni con tali c ifre assolute è, come ben si com prende, tro p ­ po fallace. Se l ’ In g h ilte rra e la F ran cia hanno 10 sconto, al 3 per cento; tenuto con to della q u a n ­ tità degli scam bi, della entità del ris p a rm io , e del capitale d isp on ibile , è e g li assurdo che l’ Ita lia abbia un saggio al 3 l|2 per cento? E se si aggiunge che la condizione m onetaria è gravissim a, pericolosa anzi in Ita lia , è e g li assurdo il pensare che l ’ Ita lia alzi 11 suo sconto al 6 ed anche al 7 per cento, quando abbiam o l’ esempio d i ciò che fece io tante occasioni la Banca d’ In g h ilte rra , che spinse lo sconto fino al 40 per cento?

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r-522 L ’ E C O N O M I S T A 14 agosto 1887

venate a rendere troppo ris tre tto il lim ite della legge 1874, e sono in te rv e n u te grado a grado, non già ino p ina ta m e nte, dove erano i M in is tri delle F i­ nanze e d i A g ric o ltu ra Ind ustrio e C om m ercio, i q u a li non si sono r iv o lti al P arlam ento per p rop o rre la m odificazione di una legge divenuta in a p plicab ile ? Avevano essi il d iritto d i ¡asciare che la forza delle cose l i costringesse a com m ettere un a rb itrio ?

F ra qualche settim ana le Banche proveranno colla loro situazione di essere rie ntrate, o quasi, nelle pro­ porzioni legali della circola zion e; ma questa obbe­ dienza alla legge coincide precisam ente c o ll’ epoca nella quale g li affari soffrono dovunque, ed anche in Italia , un grande ristagno. Che sarà però alla ripresa, fra qualche mese ? N on sarà forse costretto il Go­ verno di usare quella stessa tolleranza che credè di usare sino ad ora e della quale si assunse una in e f­ ficace ed oziosa re sponsabilità?

P u r troppo stanno di fronte p rob lem i i quali sem­ brano tra loro in opposizione. Le d ifficoltà m onetarie dom anderebbero una lim itazione della circolazione, per quanto quelle d iffico ltà non possano tro va r r i ­ m ediò da un centinaio di m ilio n i in p iù od in m e­ no, poiché hanno o rig in e in un vizio costituzionale, c io è 'n e lla crescente sproporzione tra il debito pub- b'ico e le forze econom iche del paese. — I bisogni del com m ercio e d.elle in d u strie richiederebbero in ­ vece una m aggiore quantità di m edio circolante, il quale non può essere fo rn ito in giusta m isura che dalle Banche d i emissione.

La ano rm a lità di questa situazione — la quale giova bene notarlo, non è il prodotto d i circostanze im p re viste ed im p re v e d ib ili, ma ò la leg ittim a ed in e v ita b ile conseguenza della p o litica finanziaria e bancaria seguita in questi u ltim i tre anni — l ’anor­ m alità della situazione non allontana però il pericolo im m in en te e non scioglie il problem a che si presenta fo rm id a b ile . Come, al solilo, seguendo il sistema d i n u lla riso lve re per n u lla com prom ettere, il Governo, giunta f epoca n ella quale le Banche di per sè a vreb­ bero d im in u ita la circolazione, o rd in ò per parere d i­ obbedire alla Camera, che la circolazione si d im i­ nuisse. Ma l ’ ottobre ed il novem bre non sono lo n ­ tani ed a llora sussisterà l ’ ordine della Camera, mentre si rin no veran no g li u rg e n ti bisogni del paese, bisogni che consigliarono fin qui la disobbedienza alla legge.

Q uale deve essere adunque il contegno del Governo? P er noi una sola è la via che deve seg uire; presenti alla ria p e rtu ra della Camera il progetto di legge per il rio rd in a m e n to delle Banche, promesso testé per la centesima volta ma contemporaneamente presenti anche p ro v v e d im e n ti b re v i, tassativi,efficaci per ris o l­ vere la questione della eccedenza della circolazione. O tte rre m o così due im m ensi vantaggi : da una parte i M in is tri delle Finanze e della A g ric o ltu ra , In d u stria è C om m ercio saranno costretti ad avere finalm énte una opinione s u ll’ argom ento e l ’opinione dell’ on. M a glio ni avrà sempre un gran peso davanti la Camera e g li stu d io s i; — d a ll’ a ltra parte avrà la Camera occasione di discutere a fondo il grave problem a e di m anifestare in proposito il suo volere con u n voto chia ro ed esplicito.

Questo noi dom andiam o fin d’ ora e speriam o di avere in ciò consenzienti anche q u e i p erio dici che abitualm ente pensano in modo diverso dal nostro su tale questione, poiché tu tti dobbiamo domandare che p rim a d i tu tto si esca d a ll’ a rb itrio e che, in un a r­ gomento di tanta im portanza e, diciam olo p ure , anche

tanto delicato poiché si tratta d i guadagni e di p e r­ dite e di d iv id e n d i m a gg iori o m in o ri agli a zio nisti, p red o m ini i l leale e scrupoloso rispetto alla legge.

INSEGNAMENTO TECNICO E PROFESSIONALE

L ’ on. A rcoleo in un discorso notevolissim o da lu i pronunziato alla Camera come relatore del b ila n cio della pubblica istruzione usciva incidentalm ente in queste p a ro le :

« L ’ onorevole B onghi ha svegliato, con questa d i­ sputa sul greco, un ’ a ltra questione p iù grave, ed è la specificazioue degli is titu ti. Ora domando a ll’ ono­ re vole Bonghi che sa esam inare le cose da d ive rsi p u n ti di v ista : Crede L e i che cotesto bisogno si av­ verta solo nella co ltu ra classica, o in tu tti i v a rii o rd in i d’ insegnam ento? Chè i l difetto p rin c ip a le di tu tto il nostro ordinam ento scolastico p arm i sia questo : che le diverse parti sue non sono collegate con la v ita in modo che ogni sfera d’ insegnamento, abbia u n ’ o rbita p rop ria in cui si svolga e compia in m odo rispondente ai v a ri ceti sociali.

Q u in d i tro vo opportune le osservazioni, che p iù volte, ed oggi stesso qualcuno, l ’ onorevole F in o c - c h ia ro -A p rile , ha fatto, rispetto alle scuole tecniche, che a ltri con m otto eccessivo d efinì una fucina di spostati. Non è facile d eterm ina re l ’ ind irizzo e i lim iti di questo insegnam ento, che i tedeschi chiam ano reale, e che preoccupa tanto in E uropa g li s p iriti co lti ed i P a rla m e n ti. La discussione è v iva anche là dove l’ istruzione tecnica è connessa alle a rti ed ai m e stie ri. E l ’ ho citalo solo ad esempio di un fenomeno che o rm a i si è esteso e che m e rita studio p iù pronto in Ita lia . I l p rin c ip io di specificazione che costituisce la v irtù vera degli organism i s a n i, manca quasi in tutte le p arti d e ll’ insegnam ento ed è causa non lieve del gram o loro s vilu p p o . »

N o i conveniam o c o ll’ on. A rco le o che la questione d e ll’insegnam ento tecnico o reale sia g rave , ma ciò in cui non saprem m o consentire si è la sua afferm a­ zione che sia esagerata l ’ accusa che si m uove alle scuole tecniche nel nostro paese. Esse c i sembrano la prova p iù tristam ente eloquente del difetto che egli a buon d ritto lam enta.

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14 agosto 1887 L ’ E C O N O M I S T A 523

delle scuole tecniche, uu vero valo re di per sè. Il P rof. Zam poni D ire tto re , oltreché della S cuola di C o m m e rc io , di Scuole tecniche fioren tin e da lu n ­ ghissim i anni, deplorò che esse creino uu gruppo di braccatovi d'impieghi ; l’ A v v . Fiaschi, attualm ente P ro vve dito re degli S tu d i a Ravenna, scrisse che il dife tto di queste scuole sta n e i p ro g ra m m i, n elle m aterie d’ insegnamento, in ciò che, essendo queste scuole a tipo generale e assoluto, non possono pie­ garsi alle condizioni delle in d u strie locali, non pos­ sono neppure senza l’ is titu to a b ilita re ad una p ro ­ fessione mezzana ; non possono fare nè l’operaio, nè l'artista, non un perito, non un delegato stra­ dale , non un assistente a lavori ferroviari o di opere idrauliche, sicuro del fatto suo.

L ’ lu g . P rof. Y im e rc a ti , il quale nel settem bre del 188 5 riso llevò la questione n e ll’ Accadem ia dei G eorgofìli con una m em oria, che da gran num ero di insegnanti e da gran parte della stampa venne approvata incondizionatam ente, concludeva nel me­ desimo senso e chiedeva che, conservando un certo num ero d i scuole tecniche come preparazione agii Is titu ti tecnici, le a ltre si trasform assero in scuole p ro fe ss io n a li, tenendo conto delle condizioni locali. E, traendo argom enti in favore della sua tesi dalla sua personale esperienza, notava che nel periodo di 17 auni, dal 186 8 al 1885, solo il 22 per cento circa degli scoli r i di una scuola tecnica apparteneva a fa m ig lie di esercenti un m estiere o u n ’ arte vera e p rop ria . A N a p o li, secondo il Del G iudice, la p rop o r­ zione non era che del 10 per cento.

Il P rof. G ia rrè , p u r egli antico insegnante nelle scuole tecniche e che ha studiate anche le straniere de visu, nel p rop o rre opportune rifo rm e , mette in chiaro m o lti fatti im p o rta n ti, fra i q u a li questo che agli esami di concorso di u n ’a m m inistrazione ferro - viaraia (cred iam o le M e rid io n a li), nel 1885 si presenta­ rono fra g li a ltri 1 0 0 giovani u sc iti dalle scuole tecniche e non ne ris u lta ro n o ido n ei che 22 soltanto, m o lti dei q u a li avevano proseguito a studiare a ltro ve per qualche mese. E ciò sebbene il program m a degli esami fosse tale da potere essere considerato non d iffic ile anche per coloro che avessero com piuto i loro studi nelle scuole elem entari.

D el resto la relazione della C om m issione nom inata nel 1 8 7 9 d a ll’ on. C oppino per coordinare g li studi fra le scuole tecniche e g l’ Is titu ti tecn ici ebbe a concludere p u r esso che la scuola tecnica non aveva ra gg iun to alcuno dei fin i che si proponeva.

Un nostro am ico e collaboratore, studiando la questione piuttosto dal lato economico che da quello d id a ttico, fece alcune ind a gin i statistiche, ed ecco il ris u lta to che d e tte ro :

N e ll’ anno 1 8 7 9 -1 8 8 0 abbiamo o l i Scuole tecn i­ che con 20711 alu n ni is c ritti.

N e ll’ anno 1 8 8 0 -1 8 8 1 , abbiam o 3 83 S cuole tecni­ che con 2 21 70 a lu n n i is c ritti.

N e ll’ anno 1 8 8 1 -1 8 8 2 abbiam o 312 Scuole te c n i­ che con 23846 a lu n ni is c ritti.

N e ll’ anno 1 8 8 2 -1 8 8 3 abbiamo 4 23 Scuole tecn i­ che con 2 48 84 alu n ni.

N e ll’ anno 1 8 8 2 -1 8 8 5 si iscrissero dunque alle scuole tecniche 2 4 8 8 4 scolari e 9 9 2 u d ito ri ed alla fine d e ll’ anno erano ancora presenti 2 2 1 78 sco lari, sicché g li is c ritti d im in u iro n o del 10,87 0|o circa.

Da ciò si può concludere che su cento giovani che intraprendono il corso delle Scuole tecniche, 10 o 11 l ’ abbandonano p rim a d ’ averlo com p iuto . Si

vede del pari come il num ero di queste scuole e il n um ero degli alu n ni che le frequentano sia andato progressivam ente crescendo.

Il num ero degli Is titu ti tecnici è andato invece d im inu en do leggerm ente, poiché nel 1 8 7 6 -1 8 7 7 erano 73 e scesero a 65 nel 1 8 8 0 -1 8 8 1 per poi ris a lire a 67. Nel 1 8 8 2 -8 3 g li is titu ti avevano is c ritti 738 8 scolari e 5 5 5 u d ito ri alla fine d e ll’ anno restavano a 6512 scolari con una dim inuzione di 11,86 ° / .

C onfrontando le c ifre degli is c r itti alla scuoia e a ll’ istitu to , si può d ire che solo la quarta parte dei p rim i prosegue il corso degli studi negli Is titu ti tecn ici, m entre g li a ltri tre q ua rti si contentano della licenza tecnica o tralasciano g li studi p rim a d i averla ottenuta.

V olendo cercare q ua nti giovani escono dalle Scuole tecniche ogni anno, occorre, per avere un dato ap­ prossim ativo, d iv id e re per tre (poiché tanti sono g li anni in cui è diviso il corso della scuola tecn ica ) la cifra di 2 48 84 , che indica la q uantità degli is c ritti n e ll’ u ltim o anno da noi rico rd ato, e si avrà 827 2 ; da questa c ifra bisogna d e d u rre quella dei |g io v a n i, che continuano il lo ro corso di studi a ll’ Istitu to tec­ nico, cioè 7388 diviso per tre, ossia 2 4 6 2 , e si avrà

8 ,2 72 2 ,4 62 5 ,8 10

ossia circa 6 0 0 0 g io va n i a ll’ anno, poiché non tu tti q u e lli che entrano a ll’ Istitu to provengono dalle Scuole tecniche.

O ra se si pensa che questi giovani nella caccia che danno agli im pieghi si trovano di fro nte un n u ­ m erò notevole di giovani m u n iti della licenza g in ­ nasiale o anche liceale, la c ifra diventa enorm e e s’ intende come si possa afferm are senza esagerazione che le scuole tecniche siano quelle che danno il m aggiore n um ero di spostati e di m alcontenti. S i noti poi, lo rip etia m o, che nem m eno un qua rto d eg li is c ritti a queste scuole appartiene a fa m ig lie di a rtig ia n i o d i negozianti, condanna eloquente, come quella che dim ostra che negozianti e a rtig ia n i han capilo che q u e lle scuole non a b ilite ra n n o mai i loro fig liu o li a seguire e m ig lio ra re l ’ in d u stria esercitata dai g e n ito ri.

In un tem po in cui le d o ttrin e sovversive vanno acquistando continuam ente terreno, noi non crediam o savia opera questa con cui lo Stato si adopera a cre­ scere5 queste scuole tecniche, che d i tecnico non hanno che il nome, e ci m a ra vig lia che questo a v­ venga im perando sopra le cose della p ub blica is tru ­ zione I’ on. C oppino, che da g ra n tempo dev’ essere con vin to come noi dei m a li che lam entiam o.

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524 L ’ E C O N O M I S T A 14 agosto 1887

O ggi che siam o e ntra ti a vele spiegate nel mare della protezione, p u r troppo lo Stato protegge delle in d u strie nazionali senza d ire i, come sarebbe suo stretto dovere, quanto piglia dalle tasche dei con­ trib u e n ti per a rric c h ire alcuni speculatori ; ma nè ciò è giusto, nè questo è il mezzo di far p ro g re d ire le in d u strie paesane. M olto m eglio sarebbe stim olarne il progresso con m odi in d ire tti e fra questi giove­ rebbe appunto la diffusione d e ll’ insegnamento pro­ fessionale. A questo proposito il M inistero di A g r i­ coltura e C om m ercio è animato dalle m ig lio ri in ­ tenzioni, ma esso dispone di pochi mezzi e trova d’ altra parte un form ida bile avversario nel M inistero della Pubblica Istruzione, che accresce il num ero delle Scuole tecniche, m entre dovrebbe a grado a grado e col concorso degli enti locali trasform arle in Scuole p ro fe ss io n a li, eccettuato, se si vuole, un certo num ero da se rvire di preparazione agl’ Is titu ti tecnici. Bene a ragione osservava il V im e rc a ti « che se da quel totale ili 1 56 scuole si tolgono le 15 fe m ­ m in ili con 5211 alunne, si tolgono 15 speciali (che sono scuole serali di com m ercio, di agenti fe rro v ia ri, di tele grafisti) con 128 8 a lu n ni, e finalm ente si tol­ gono da quel n um ero le 64 scuole di arte applicata a ll’ ind u stria , le q u a li com prendono 626 0 a lu n ni ed hanno per la massima parte come caratteristica p ro ­ fessionale il disegno, la plastica, la modellazione, scuole veram ente pratiche in d u s tria li nel vero senso della parola che soddisfino ai bisogni della numerosa classe delle in d u strie m eccaniche, c h im ic h e , tessi­ li, e c c , ne rim angono 44, delle quali 55 senza of­ ficina, cioè hanno un program m a teorico poco d i­ verso da quello delle o rdin arie scuole tecniche e 11 sole con officine, com prendenti 1585 alunni. Il n u ­ m ero adunque tanto delle scuole professionali nel vero sign ifica to della parola, quanto degli alu n ni in esse is c ritti, si rid uce a ben poca cosa ».

E pp u re la trosform azione delle Scuole tecniche si potrebbe facilm ente operare, m odificandone i pro­ g ram m i te o ric i e aggiungendo corsi speciali profes­ sionali adattali a ll’ in d o le delle in d u strie locali. E il sistema sarebbe sem plice ed economico, poiché con opportune intelligenze colle Società fe rro via rie , colle Opere pie che hanno delle officine, come notava il P rof. Mazzoni e cogli in d u s tria li p riv a ti, si potrebbe raggiungere il desideratimi di avere l’ officina ac­ canto alla Scuola. E certo Società ed in d u stria li sa­ rebbero ben contenti d i prepararsi valenti operai.

E adagio adagio penetrerebbe nella mente dei p iù l ’ idea che è u tile volg ersi a una professione, che richiede istruzio ne e o ffre buoni guadagni e ai m i­ g lio ri una carrie ra tale che non possono sognare i licenziati delle scuole tecniche, nemmeno campassero quanto M athusalem .

Non possiamo estenderci di più, chè lo spazio ce lo v ie ta ; ci basti avere anche una volta poste in chiaro le ragioni di o rdin e sociale ed economico le quali reclam ano una rifo rm a che da un pezzo s’ in voca, ma invano — cosa del resto a cui siamo a v­ vezzi, e non solo in m ateria di pubblica istruzione.

SULLA CRISE BANCARIA DELLA SARDEGNA

v .

G li e ffe t t i d e l C r a c h

T e n t a t iv i d i r i p a r o — F a lli m e n t o

Cagliari, luglio 1887. Egregio Collega,

Non è a d ire come e quanto il disastro del Cre­ dito e della Cassa di Risparmio avesse funestato tutta la P ro v in c ia ; d irò anzi tutta l’ Isola.

A parte g li azionisti del p rim o direttam ente interes­ sali e che scontarono con delusione amara la larga loro fidu cia , v i erano i c re d ito ri per apoche o depositi a conto corrente e risp arm io e tutta la gente d ’ affari che trovava in q u e lli Is titu ti, specie nel Credito, il mezzo a m o lte p lic i speculazioni, iniziate appena o da tempo in corso.

F ra questa gente sono da annoverarsi non pochi a lle vato ri e speculatori di-bestiam e, che avevano in g iro effetti per bestiame da esportare ed in corso fitti per pascoli di somme rile v a n ti. V i erano p a ri- m enti speculatori in vino e granaglie ; tanto è che il contado tro va vasi rim p in z ilo di buoni a gra ri appunto perchè durava da un mese o poco p iù la esporta­ zione del vin o pagato in quel tito lo , funzionante nel- l’ Isola da m edio m onetario.

L ’ antica e più sicura clientela del Banco veniva esposta pertanto al pronto rim b o rs o del credito, tro ­ vando la propria carta in mano a d iv e rs i is titu ti, cui era stata girata in risconto dal Credito Agricolo. P iovvero così i protesti e fu u n vero d ilu v io u n i­ versale, sì che allo stabilim ento toccò d ’ aver vive per regresso da 6 0 0 ad 8 0 0 cause in d iv e rs i trib u ­ nali e p reture, con quanto necessario sciupio d i carta bollata e spese non v i so d ire 1

Peggio era pei c o rre n tis ti, i q u a li aveano nelle casse d e ll’ Istitu to serbati i mezzi da fa r fro nte ai p ro p ri im pegni, resi di nessun valore per il crack avvenuto. Peggio ancora i possessori di buoni, po­ vera gente o p ro p rie ta ri modesti del contado, che non sapevano che fa rsi d’ una moneta senza p iù v a ­ lore alcuno.

Nacque perciò in tu tti l’ idea d i rip a ra re possibil­ mente al danno avvenuto ed al peggiore im m inente per evitare più g ra v i d is a s tri; e la A m m inistrazione della P rovincia d i C ag liari ed a lc u n i D eputati al P ar­ lam ento ed il G overno furono in moto a p rocu ra rn e ì mezzi.

F a llite a ltre com binazioni, fu proposto di fare as­ sum ere un prestito di cinque m ilio n i dalle due P ro­ vincie d e ll’ Iso'a, somma che otterrebbero senza in ­ teresse per un sessennio dalla Banca Nazionale e dal Banco di N apoli e con un m ite interesse dai 6 ai 4 0 anni in cui si sarebbe dovuto re s titu ire .

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14 agosto 1887 L ’ E C O N O M I S T A 525

in parte i l governo p o litico del paese, fecero pure capolino le passioni di parte, eccitate dal sospetto ed alim entate dal nostro carattere m e ridionale e si fin i col fa r niente.

I progetti studiati furono q uesti, che v i d irò in brevi te rm in i: — un prim o, presentato dallo stesso Istitu to , la c u i am m inistrazione era m odificata in parte n e ll’ 1 ! m arzo — richiède» che la P ro vincia avesse essa im piegato a fru tto i 5 m ilio n i, capitaliz­ zando g li interessi di questa somma al o 0 /o per. 8 anni in tanti buoni di cassa provinciali da r im ­ borsarsi a te rm in i fissi e per sorteggio mercè g li interessi e ffe ttivi dei cinque m illio n i collocati a fru tto . Ciò avrebbe procurato al Credito Agricolo due m i­ lio n i e mezzo circa d i capitale disponibile tosto, as­ sicurando alla pari quei tito li p ro v in cia li, poiché la P ro vincia gode esteso credito. U n altro m ilio n e e mezzo dicevasi potersi realizzarsi col p o rta fo g lio ; e mercè sovvenzioni di p riv a ti s o scritto ri, o prestito contro tito li, od aumento di capitale, ch’ era il mezzo p iù consentaneo, sebbene d iffic ile realizzarsi, potevansi conglobare i o m ilio n i per fa r fronte al cam bio dei buoni, poiché diceasi ascendere a quella c ifra la circolazione.

Con opportune dilazioni degli a ltri c re d ito ri, con am m inistrazione nuova, forte e sagace ; con grande parsim onia di spese, liquidandosi i c a ttiv i o buoni affari in d u s tria li, sviluppando largam ente le ope ra ­ zioni agrarie, era possibile sperare si ritornasse in al­ cun i anni a ll'e q u ilib rio perduto, sacrificandovi l’ avere degli antichi azionisti in tutto od in parte.

Questo sistema rendea possibile il rip ris tin o della circolazione del buono, se il p ub blico v i avesse avuto I’ antica fiducia, mutandone pure la form a ed il co­ lore. Ma questo fu assolutamente negato : si dom an­ dava invece che l ’ Istitu to avesse pagati i p orta tori del buono agrario innanzi tu tto , rin u n z ia n d o alla emissione, senza suggerire a ltro modo da procac­ ciarsi mezzi per rip ig lia re il g iro dei p ro p ri affari e volendo quasi che avesse fatta una condizione p r i­ vilegiata per il rim borso ai possessori del buono a preferenza dei c o rre n tis ti o possessori d’ apoche e d i a ltri cre d ito ri. Codesta forse poteva essere una d i­ screta m isura p o litica , ma era certam ente poco one­ sta e legale per parte d e ll’ Istitu to , che assolutamente la respinse volendo che, se a lcu n i c re d ito ri potevano avere preferenza nel tempo, nessuna specie di c re d i­ to ri fosse preferita nella certezza del rim b o rso .

La P ro vincia chiedeva che il Credito Agricolo le avesse date garanzie re ali sulla sua esposizione ; ma era facile osservare come, avendo, per i poteri ga­ ranzie per cinque, o per tre m ilio n i, q ua li si chie­ devano, sarebbe stato superfluo ric o rre re allo in te r­ vento della P ro v in c ia .

Dopo a ltri progetti eh’ è in u tile v i accenni, ne fu adottato uno, m ercè il quale la P ro vincia esigeva garanzie per m ilio n i 3 1 /2 , si prestava al cambio del buono agrario, sorvegliava I’ Is titu to con un suo C om m issario ec. ec. Ma come per fare u n contratto richiedesi sem plicem ente a nzitutto l’ accordo dei con­ tra e n ti, per ottenere una m o ra to ria qualsiasi dai c re ­ d ito ri d’ un ente che sospende i suoi pagamenti ab­ bisogna 1’ accordo d’ ogni specie c re d ito ri. Cosicché quando parve che la P ro vincia avesse ra ssicu ra ti i possessori del buono, i c re d ito ri in conto corrente, i possessori d’ apoche furono o s tili e ricu sa ro no ogni accordo.

A llo ra incom inciarono le vere o stilità del p u b ­

b lico verso l ’ Is titu to : i protesti per lib re tti d i c o r­ re ntisti non rim b o rs a ti, i precetti di pagare, i pigno­ ram enti ; e giu n to a questo punto, essendovi pure domanda d i fallim e nto per parte d’ a ltri c re d ito ri, l ’ A m m in istrazion e del Credito, nel 18 giugno, d e ­ nunziava essa stessa il fallim e nto al T rib u n a le di C om m ercio, come v i ho scritto fin dalla prim a le t­ tera m ia. Cessato con ciò per essa lo stadio dei pre­ cetti d’ usciere e dei pignoram enti, p rin c ip iò per i c re d ito ri la via crucis delle v e rific h e , delle conte­ stazioni di preferenza, se ve ne saranno ; infin e si ebbero tutte le condizioni d’ una liquidazione costosa e penosa colla carta bollata e coi leg a li, la quale assorbirà q u e ll’ attivo che gente concorde e capace avrebbe potuto tra rre a p ro p rio p ro fitto , come ric u ­ pero di merce naufragata. E g li a ltri e nti in naufra­ gio ? Possono stare peggio, certo non stanno m eglio d e ll’ istitu to a grario che depositò il suo bilancio.

La Cassa d i R isparm io è entrata, o si fa entrare in una liquidazione forzosa che andrà fra breve a sfasciarla — Si era detto che il governo inte rve n iva esso a sa lva rla ; ed avrebbe p o tu to ; e lo doveva, perchè v i doveva esercitare certa sorveglianza; ed intervenne a scioglierne I’ am m inistrazione, s u rro ­ gandola con un C om m issario suo. Ma come n u lla era riso 'u to, i cre d ito ri iniziarono g li a lti g iu d izia ri ; e, finch é ve ne sarà, rosicchieranno l ’ attivo, fino a distruggere ancora il monte di pegni eh’ è sempre Cassa di ris p a rm io . U n d ic i m ilio n i, cui credo, ascen­ dono le passività, lasceranno allo scoperto orfani e com u ni, cui g iu d ic i e p refe tti fecero im piegare a fru tto le a ttiv ità in quella voragine che ha tutto ingoiato.

I! Credito Fondiario dovrebbe p ure re s titu irle quanto la Cassa avrà anticipato. D ico avrà, perchè n u lla di positivo so su g li in tim i loro ra p p o rti. D i notorio è questo: che interessi e rate di am m orta­ m ento d ì a lcu n i p restiti fo n d ia ri, da anni, non si esigevano; m entre pagavansi regolarm ente g li in te ­ ressi delle cartelle emesse e si rim borsavano le estratte. D ’onde i mezzi a tu tto questo?

E videntem ente, dalla Cassa di Risparmio, e que­ sta dal Credito Agricolo, il quale, come v i dissi, è cre ditore d i 2,60(3,000 lire perchè, da più d i due ann i, dovea, colla p ro p ria , a prire giornalm ente e provvedere quella Cassa di n um e ra rio in danaro od in suoi buoni, che poi venivano al cam bio.

Il Credito Fondiario Sardo, creazione della Cassa di R isparm io di C ag liari, vuo le essere un E nte a se ; ed i T rib u n a li probabilm ente, lo d ic h ia ­ reranno tale, però, dopo contestazione. Prevedo che non v i lu c re rà m olto.

O rm ai dicesi accertato, che sonvi in circolazione per 1 ,600,000 lire di cartelle che si sarebbero d o ­ vute tro va re d istru tte , o nelle casse d e ll'Is titu to — D i p iù : sono 8 0 0 m ila lire a detrarsi probabilm ente, come m a gg ior valore del realizzabile dato ai fon di ipotecati, su cui è garantita l’ emissione delle cartelle fondiarie. Il resto di valore v e ro , e ffe ttivo, dei pre­ s titi ipotecari, è re la tiv o a proprietà d’ un paese che, per alcuni anni ha u n vuoto da rie m p ire , in 11, o 15 m ilio n i d is tru tti, ingoiati dalia catastrofe, per cui la proprietà fon dia ria ha fortem ente da rise n ­ tirsene.

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L* E C O N O M I S T A 14 agosto 1887

ed inte llige nte . Ma allorquando il rapitale m utualo viene destinato ad a ltri im p ieg hi, talvolta im p ro d u t­ tiv i, od a saldare passività precedenti, non è il Cre­ dito Fondiario che possa a rric c h ire alcun paese.

Questo fu q u i detto invano prim a della sua is ti­ tuzione, la quale doveva essere confortata da a ltre analoghe, per m ig lio ra re l’ a gricoltura sarda; ma fu vano l ’ o sse rva rlo ; si m ostravano soddisfatti lu tti purché si portasse danari da fuo ri, benché venissero da a ltre p ro v in cie italiane, le lom barde p rim e fra tutte. Oh ! se codesti capitalisti avessero im piegati i loro danari q u i, direttam ente, alla coltivazione di te r­ re n i tuttora in c o lti come avrebbero rischiato meno il p rop rio a ve re !

P er i p ro p rie ta ri d e ll’ Isola d e b ito ri del 'C redito fo n d ia rio , il c ro llo d e ll’ Istitu to ed il conseguente ribasso nel valore delle cartelle — da 5 0 0 'lir e a 550, ed a 300, o 280, o ffrireb be un mezzo di r i - scatto dei d ebiti col 50, o 40 per 0 |0 di ris p a rm io , poiché è risaputo che il debito fon dia rio si può estinguere col pagamento in cartelle. Ma siamo così scarsi di mezzi, che non si potrà p ro fitta re che da pochi d i codesto inaspettato vantaggio.

Credo avere esaurito con ciò quanto aveva p ro ­ messo d ir v i sulle condizioni nelle q u a li ci lascia il disastro bancario che abbiamo subito. O ltre i n a r­ ra ti effe tti, se ne rise ntì e se ne risente la consu­ m azione, perocché m i si accerta che dal febbraio l’ in tro ito del dazio di consum o scemò di molto. P er le fe rro vie dal decem bre apparisce un re lativo a u ­ m e n to : ma è noto che esso è d o v u to , più che a vero ed effettivo tra ffico, al trasporto d i m a te ria li e m ovim ento prod o tto dalla costruzione delle fe rro vie com plem entari. L o tasse g iu d izia rie , il consumo della carta bollata, probabilm ente le tasse postali e telegrafiche avranno sentito un re lativo aum ento; ma d i tanto sarà scemata la ricchezza pubblica. Il fitto dei te rre n i, specie a pascolo, è cortam ente in ribasso; i p rod o tti, specie il vino, deprezzato, sempre calando, fino a 1 0 e 9 cent, il litro senza c o m p ra to ri; c re ­ dito punto o senza serie garanzie; sfiducia universale. Una piccola banca cooperativa, abbastanza modesta, nei suoi p rim o rd i, che andava prosperando, si è vista ritira re tu tti i depositi anche a scadeuza fissa, anzi tempo ; e li ha dati, perchè avrebbe ingenerato mag­ giore sfiducia se si fosse prevalsa del p ro p rio d ir itto Sa tra tte n e rli. — In fin e , lo scontista p riva to potrà, se vuole, a rric c h ire ; il p ub blico, il contado sovrattutto, ne ris e n tirà invece per qualche anno, tranne che rac­ co lti copiosi, finora insperati, ed un facile esito delle derrate, possano ric o lm a re la perdita subita.

Faremo perciò il processo al credito in genere, al b ig lie tto o buono di circolazione in specie ?

Sarebbe ingiusto ed assurdo. Il credito bene eser­ citato q u i recò vantaggi im m ensi : deve ad esso la Sardegna in parte la sua risu rre zion e iniziata da un secolare letargo. — Il b ig lie tto , bene usato, com piva assai bene al suo uffizio di segno di pubblica fid u cia , come capitale circolante. Se ne fu abusato, se il capi­ tale che doveva sorre gg erlo, distolto da proficue ope­ razioni a g ra rie , fu applicalo ad im p ieg hi fissi, az­ zardato in speculazioni rischiose, di rito rn i lontani, come accusarne l ’wso del credito o del b ig lie tto c ir ­ colante?

Fosse stata in uso la cartella agraria, non avrebbe avuto sorte m ig lio re ; avrebbe col crack colpito meno

nel n u m e ro , non nella entità della perdita. Forse la Cassa di R isparm io non aveva essa m obilizzato il libretto come se fosse un tito lo circolante, fino a darlo come equivalente di uno sconto di effetto cam ­ b ia rio ? Forse che il C redito F o n d ia rio subisce un disastro m inore per aver fatto circola re una cartella, anziché un buono, o b ig lie tto a grario ?

Q u in d i, se una lezione ci ha dato il disastro, la é questa: che sono in u tili, e dannoso alla pubblica fiducia tutte le tutele e sorveglianze delle quali si reputa nel p ub blico che la le g g e , lo Stato c irc o n ­ dino e possano circon da re il c re d ito , p e rc h è , non ostante la legge e le sorveglianze, si cade quando male si am m inistra ; anzi si cade tanto peggio, quanto maggiore era la sicurezza nel pubblico che si cam ­ minasse bene. D i fa llo la cifra dei conti c o rre n ti e dei depositi era andata sempre aum entando dal 1 88 5, sebbene g li sta b ilim e n ti corressero alla rovina.

Finisco col tra sc rive rv i la situazione ' ) che g li a m m in is tra to ri del Credito Agricolo ricavarono dai suoi lib ri, per presentarlo come b ila n cio dichiarando il fallim ento d e ll’ Istitu to .

R itengo abbastanza fisse le passività; ma auguro che i cre d ito ri ric a vin o q uello che è segnato a ll’ at­ tivo , che non pertanto è vero cre dito per a ltrettanto valore speso d a ll’ Is titu to : se ne ra llegrerebbero cre ­ d ito ri ed azionisti. TJtinam I

G. Todbe.

’ ) CREDITO AGRICOLO INDUSTRIALE SARDO

SOCIETÀ ANONIMA — SEDE 1» CAGLIARI

Capitale nominale ! . . 2,000,000 — V ersato L . 1,766,480

Situazione al 31 maggio 1887. A T T I V O

Deposito nella Cassa depositi e prestiti Fondo esistente in C assa... Corrispondenti debitori in ° / c ... Debitori diversi ... P ortafoglio... Azionisti a saldo . azioni... Valori di proprietà dell’ Istituto... Beni s t a b ili... Debitori in Conto Corrente a ttiv o. . . Effetti in sofferenza... Crediti aperti su p e g n o ... Crediti ipotecari... Prestiti Comunali... 400,000 r 4,307. 70 5,126,594. 07 6,737,430. 79 1,709,620. 99 233,570 » 1,629,821.05 217,002. 60 610,364. 12 127,932. 33 95,021. 98 814,865. 59 39,066.38 Depositi a cauzione 560,688 »

Esattoria C a g lia r i... Esattoria della P rovin cia... Esattorie p. quinquennio 1 8 8 3 -8 7 .... Tesoreria municipale C agliari...

135,867. 42 135,807. 56 49,340.16 489,439. 53

Spese di primo impianto (Residuo) .. Id. di fabbricazione Buoni Agrari Mobiliare ... Spese fd ’ordin. ammin.e 105,826.57 ' del corrente jlnteressi passivi.. 15,879.71 i Esercizio tRiscontoe cambio 46,486.54)

27,806. 35 45,778. 96 34,227.75

168,192. 82

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527 ' -'r ; • ■ ' S- . ; . 14 agosto 1887 L ’ E C O N O M I S T A P A S S I V O Capitale Sociale. 2,000,000 » 1 in circolazione... 4 , 7 1 7 , 0 7 0 » Buoni a g r a r i' in dep. a garanzia presso

( B.ca agricola e P. Cao 8 6 0 , 0 0 0 »

Conti Correnti ad Interesse. 4 , 0 8 1 , 6 6 0 . 1 2 ) n 0 7 ;.9A 7 n A poche di Credito... 2,015,964;58j b>u y ‘ >b‘i4- ‘ u

Corrispondenti Creditori in Conto Corr. Creditori in Conto Corr. a ttiv o ... Creditori diversi...

Effetti a pagare... Biglietti all’ordine nominativi in circolaz.

Depositi a cauzione Fondo di riserva . . . . Dividendi da pagare.

Utili netti Esercizio 1886

2,154,452.37 854,385.97 474,463.65 1,100,000 » 209,971.79 560,688 » 63,717.64 45,724.89 108,785.84

Utili / Sconti e provigioni. 53,295.59

del corrente ) Interessi attivi.. . . . 76,483.33) 145,861.30

Esercizio ( Utili diversi... 16,082.38

19,392,746.15

RIVISTA ECONOMICA

Le B o rs e p e l la v o r o in F r a n c iaL e s tin z io n e d e !

d e b ito p u b b lic o a g li S t a t i U n it i d’ A m e r ic aG li e c c ita n ti m o d e rn i.

Una delle lagnanze che spesso si sente m uovere da coloro che si occupano delle questioni a ttin e n ti al lavo ro è quella delle d iffic o ltà che, n e lle sue o r­ ganizzazioni a ttu ali, il lavoro inco ntra a conoscere il bisogno o la domanda che di esso, in un dato m o ­ m ento, può aversi. Manca al lavoro, si disse re p li- catamente, un m ercato nel quale si abbia conoscenza della domanda e offerta , fa dife tto q u in d i la possi­ b ilità d i tra rre vantaggio dalle occasioni fa v o re v o li, di organizzare il lavo ro su una base com m erciale che g li conferisca tu tti quei benefìci che sono in e ­ re n ti a u n m ercato ben regolato.

D ’onde le proposte d i is titu ire delle Borse sul la­ vo ro (bourses du travail) ; proposte che noi non m ancam m o a ltravolte di m enzionare e che, come i le tto ri sanno, ebbero accoglienza in F ra n cia e nel B elgio.

L ’ idea fu, crediam o, per p rim o esposta e valida­ mente sostenuta dal sig. De M o lin a ri fino dal 1 8 4 8 ; per quel valente scritto re l ’ ideale sarebbe ra gg iun to il g io rn o in cui il lavoro um ano fosse trattato asso­ lutam ente come una m erce. A questo scopo bisogna dapprim a creare delle borse, dove le offe rte e le domande di im piego saranno costantemente re g is tra -, le, confrontate e dibattute ; poi bisognerà provocare la form azione d i g ran d i im prese che si in c a ric h e ­ ranno di trasportare al prezzo p iù equo la mano d ’ opera sopra tu tti i p u n ti del mondo in c u i essa è

richiesta. Siano state le considerazioni della scienza p ura , i l che è dubbio, o siano state quelle ben d i­ verse di avere un nuovo campo di azione su cui esercitare la lo ro influenza, fatto sta che i capi del p a rtito radicale che sono potenti al C onsiglio m u n i­ cipale di P arigi ottennero la Borsa facendo votare u n credito di 1 ,2 0 0 ,0 0 0 fra nchi. E ad a m m in is tra re la Bourse du travail sono chiam ati i delegati delle camere sindacali operaie, con esclusione completa delle camere form ale da padroni, quantunque i l loro inte rven to avrebbe dovuto sem brar necessario per adem piere il program m a della Borsa, poiché esso com ­ prende anche la statistica del m ovim ento in d u stria le e dei salari e l ’ im piego degli operai.

Una istituzione di questo genere può rendere certo dei servigi non disprezzabili, ma a patto che essa non d ive n ti il campo aperto ai faccendieri e a g li in trig a n ti od anche a u n p artito p o litico . E d è quanto pare sia avvenuto per la Borsa del lavo ro di P a rig i la quàle è nelle m ani della Fédération socialiste des travailleurs che fa del suo m eglio p e r escludere tutte le a ltre Camere sindacali operaie. E a questo modo lo scopo economico della nuova istitu zio ne è messo in seconda linea, prevalendo il fine p o litico , 10 scopo della propaganda socialista, g li interessi d i una consorteria nemica della pace tra il lavo ro ed 11 capitale, perchè appunto nel lo ro antagonism o tro va p rin cip a lm e n te la sua ragione d’ essere.

È facile com prendere come la Bourse du travail d i P a rig i mancando al suo scopo perda anche o gn i ragione d i essere. P er quanto le ra g io n i teoriche addotte da a lcu ni s c ritto ri a favore d i s im ili is titu ­ zioni non sian p rive di valore, si può d ub ita re che a ll’ atto p ratico, colie tendenze odierne della classe operaia, riescano d i qualche u tilità e se non siano da p re fe rirsi i ra p p o rti d ire tti tra la cam era sinda­ cale operaia e la camera padronale1 di o g n i m estiere o professione. Le re lazio ni tra i sin g o li g ru p p i in ­ teressati sarebbero p iù efficaci, p iù econom iche e p iu spiccie ; m entre la Borsa del lavo ro ha tu tte le p rob a bilità d i d iv e n ire u n ’ arm a in mano a pochi m estatori per opprim ere g li operai ed i padroni a un tempo.

In fa tti nel mondo socialista si fondano g ran d i spe­ ranze sulla nuova istituzione. Il congresso operaio algerino tenuto n e ll’ a p rile p. p., e p rim a ancora il congresso del centro della federazione socialista, hanno reclam ato in te rm in i id e n tic i la fondazione di Borse del lavoro in tu tti i capoluoghi a spesa dei d ip a rti­ m enti e dei com uni. Secondo essi « le B orse sono uno strum ento per regolare e d eterm ina re le condizioni del salario e del lavo ro . Esse d ovranno essere a m ­ m in istra te esclusivam ente dalle Cam ere sindacali ope­ raie e g ru p p i c o rp o ra tiv i. Una volta s ta b ilita l ’ o rga ­ nizzazione, subentrerà la propaganda a ttiv a per far in modo che g li operai isola ti si uniscano al lo ro re sp e ttivo sindacato ».Tale è i l fine u ltim o , che si legge adunque tra le linee surrip orta 'te e se l’ istituzióne v e r - . rà estesa si può credere fin d’ ora che sarà ra g g iu n to . L ’ istituzione che doveva se rvire a p ro cu ra re lavoro, a m ettere i l lavoro alla portata del consum o, s e rv irà forse a gettare nuova discordia tra padroni e operai.

Intanto u n ’ a ltra Borsa è stata aperta a Nìmes e si parla di crearne anche a M arsiglia e a L io n e ; esse saranno in corrispondenza con q uella d i P arigi, d i modochè l ’ im p ulso dato agli operai, si irra d ie rà per tutto il te rrito rio .

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'528 L ’ E C O N O M I S T A 14 agosto 1887

l ’ osservatore del m ovim ento m o n e ta rio , perchè è orm ai convinzione generale che la soluzione della questione m onetaria dipenda, se non del lu tto certo nella massima parte, dalla politica m onetaria che la Confederazione am ericana finirà per adottare. Però la questione m onetaria si collega intim am ente con quella del pagamento del debito degli S tati U n iti, e poiché per ora in to rn o alla prim a non vi sono no­ vità , giova considerare lo stato odierno della estin­ zione del debito pubblico. Il massimo del debito fu ra gg iun to agli Stati U n iti nel 1865, pochi mesi dopo la fine della guerra c ivile ; in c ifre rotonde esso era di circa 14 m ilia rd i di franchi e l ’ interesse annuo sorpassava i 750 m ilio n i. A lla fine del giugno scorso cioè alla chiu su ra d e ll’ anno finanziario 1 8 8 6 -8 7 , il debito n on raggiungeva i sei m ilia rd i e l’ interesse era d i poco p iù di 2 5 0 m ilio n i. In 22 anni adun­ que il debito d eg li Stati U n iti fu rid o tto d’ o lire la metà, ed ò questo uno dei m olti indizi dello sviluppo im ponente che hanno avuto g li S tati U n iti. •

Ma col 1° lu g lio p. p. cessò la possibilità di e stin ­ guere alla pari il debito e per alcuni anni nessun’ al­ tra estinzione può a vve nire se non comperando le obbligazioni dello Stato al corso di mercato supe­ rio re a q uello nom inale. È noto in fa tti che le va­ rie categorie di tito li del debito am ericano si d i­ stinguono e per l ’ interesse diverso e per l’ epoca nella quale lo Stato si è im pegnato di rim b o rs a rli. A ll’ epoca della guerra d i seccessione furono create delle re nd ite di Stalo a interesse elevato, la cui de ­ nom inazione (5 -1 0 , 1 0 -4 0 ) lim ita la durata, stip u ­ lando che i l debito potrà essere rim borsato a pia­ cere dello Stalo dopo cinque anni, dopo dieci a n n i, ma che essa non potrà essere prolungata al di là di venti, di quaranta anni ecc.

Presentemente adunque nessun debito può essere estinto alla pari se non alla fine del 1891, epoca in cui verrà a scadere i l 4 112. Ma poiché le finanze de­ g li Stati U n iti sono in una condizione tanto prospera [rara avis) da avere annualm ente degli avanzi con­ siderevoli, la sospensione dell’ estinzione del debito viene a im b ro g lia re ancor p iù la questione del— 1’ avanzo e a d a r da rifle tte re seriamente sul modo d i im piegare q uelle somme che lo Stato non ha modo di spendere. In un a ltro paese la cosa non sarebbe certo tanto ardua , basterebbe abolire qualche im po­ sta ; ma q u i siamo in A m e rica ed è il caso di d ire che non lu tto il m ondo è paese. La ragione del re ­ sto sta n ella d iffic o ltà d i com piere una rifo rm a do­ ganale che tem peri il protezionism o a oltranza degli S tati U n iti e rid u c a nel medesimo tempo i p rove nti doganali.

I l segretario del Tesoro si preoccupa di questo stato di cose tanto p iù che l ’ avanzo di 5 5 0 m ilio n i di fra n ch i crescerà, se il sistema trib u ta rio rim ane inalterato. Ed egli si studia di tro v a r il modo che la estinzione del debito possa continuare, come sarebbe del resto desiderio del paese e come è un bisogno per le con dizion i m onetarie degli Stati U n iti. A q u e ­ sto fine egli ha c on ferito coi p rin c ip a li banchieri per v e n ire a un accordo in to rn o alla estinzione dei t i ­ to li 4 1 |2 e al prem io che il Tesoro d ovrà pagare p e r l’ anticipato rim b o rs o .

L o stock d i moneta esistente ora presso il Tesoro am ericano è assai ingente e tutto fa credere che an­ drà aumentando. Ciò spiega la necessità di dare un im piego al denaro d is p on ibile , tanto più che la si­ tuazione del m ercato m onetario am ericano non è in

condizioni tali da non aver bisogno di danaro. I m ercati delle grandi città sono costretti a mandare moneta nei te rrito ri più lon tan i d e ll’ U nione, sia per 10 sviluppo delle costruzioni fe rro via rie , sia per le esigenze dei ra c c o lti-e del c o m m e rc io ; le Banche, come quelle associate di Nuova Y o rk , hanno riserve piuttosto deboli e sentono il bisogno di rin fo rz a rle ; queste ed altre ragioni inducono il Tesoro ha v e r­ sare sul mercato una larga vena di moneta e per poterlo fare g li è necessario procedere al rim borso dei tito li dello Stato.

Si può q u in d i rite ne re che p iù o meno lentam ente l’ estinzione del debito am ericano proseguirà e che nel prossimo dicem bre il Congresso dovrà adottare in argom ento qualche m isura. T u tto ciò, o ltre costi­ tu ire una pagina della storia finanziaria veram ente nuova e interessante, non è senza influenza sui m e r­ cati europei ; perchè dallo stato del mercato mone­ tario am ericano dipendono le richieste di moneta ai m ercati europei, a Londra in ¡specie, e q u in d i l ’ alto o il basso saggio dello sconto.

È questa ancora una prova della solidarietà dei paesi nei rig u a rd i econom ici ; sebbene l ’ insana po­ litica economica coutemporanea la disconosca- e cer­ chi di instaurare l’ isolamento.

— La statistica comparata del consumo di a lcu ni p rod o tti, che a ragione fu ro n o ch ia m a ti g li eccitanti moderni, m erita uno studio attento perchè riv e la certe tendenze, che non sempre si' possono spiegare colle differenze di clim a e di condizioni econom iche. Questo studio com parato fu fatto con molta cura dal sig. B ro d i e presentato al Congresso internazionale di statistica tenuto ultim a m e nte a Roma. N oi ne to­ gliam o alcuni dati che ci paiono interessanti. Per ciò che rig ua rd a l ’ alcool il B roch stabilisce che 11 consumo totale d e ll’ E uropa durante il periodo quinquennale (1 8 8 0 -8 4 ) è stato annualm ente di circa 11 m ilio n i d’ e tto litri d ’alcool puro, ossia 3 .3 lit r i per abitante. R idotto poi ad acquavite al tito lo di 45 per 1 0 0 d'alcool, si hanno 24 m ilio n i di e tto litri at­ tualm ente consumato ossia 7.3 per abitante. A g li Stati U n iti si calcola il consumo nello stesso periodo a 5 .8 litr i.

In E uropa, nei rig u a rd i del consumo per abitante e del prodotto delle imposte, i v a ri paesi si dispon­ gono n e ll’ ordine seguente ;

Acquavite Entrata Alcool puro a45per°/o per abitante

L itri Litri Franchi

I t a lia ... . . 0 . 9 2 .0 0. 65 Norvegia . . . 1. 7 3 .8 2. 71 Inghilterra.. . . 2 . 7 6 .0 13.44 Austria... 7. 7 1.04 Francia . . . 3 . 8 8 .4 6.86 Svezia... . . 3 . 9 8 .7 4.15 G erm ania... . . 4 . 1 9. 1 1.41 K u ssia ... . .4 .2 9 .3 6. 63 Svizzera.. . . 4 . 6 10.2 2. 60 Belgio... . . 4 . 7 10.4 5. 12 Faesi Bassi. . . 4 . 7 10.4 11.39 D anim arca.. . . 8 . 9 12. 8 0. 65

La media della entrata annuale da questo cespite è d i 1 55 0 m ilio n i, ossia 4 .63 per abitante nei paesi europei.

(9)

L ’ E C O N O M I S T A 529 14 agosto 1887

lit r i per testa nel 1850 il consumo scese a 1 .70 litr i nel 1 884.

Pel consumo del caffè g li Stati d’ E uropa si d i­ spongono invece secondo quest’ ordine :

Consumo Provento

per abitante per ab tante in Cbilogr. in Franchi Russia... . 0.19 0 06 Rumania. .. .0 .1 9 » S p agn a... . .0 .1 9 0.10 Inghilterra. .0, 41 0.15 I ta lia ... .0 . 49 0. 68 P ortog allo. . 0. 59 » Grecia... . 0. 60 » A u stria.. .. .0 . 91 0. 90 B ra n d a .. . . . 1. 73 2. 68 G erm ania.. .2 .3 1 1. 19 Danimarca. . 2. 72 0.91 Svezia... .2. 79 1.00 Svizzera. . . .3 . 25 0. 12 Norvegia .. .3 . 72 2.00 Belgio... .4. 48 0. 59

A l 1° gennaio 1887 il personale della nostra m a ­ rm a m ercantile si componeva di 189,921 persone, e questa cifra rappresenta una d im inu zio ne di 2 1 2 5 u o m in i in confronto del 1885.

A lla stessa data si avevaqo 257 bastim enti a v a ­ pore della portata di tonn. 141 ,5 28 e 6 99 2 basti­ m enti a vela della portata di 801,519 tonnellate.

P e rJ can tieri nazionali furon o v a ra ti nel 188 6 N . 105 bastim enti, ma il loro Complessivo valore d i poco più d i tre m ilio n i ci pare che d im ostrin o quanta poca im portanza abbiano le com m issioni cbe si danno ai co stru tto ri nazionali, m entre fino dal 187o si lavorava per i c an tieri ita lia n i da 2 0 m ilio n i a ll’ anno di n uo vi bastim enti.

F^a navigazione internazionale e di cabotaggio dà per i 12 p o rti italia ni p iù sopra in d ic a ti i seguenti

resultati : s

Bastimenti entrati

Con m erce Con da sbarco equipaggio

A g li Stati U n iti d’ A m erica il consumo n e llo stesso periodo fu calcolato in 210 m ilio n i di c h il. l’anno, ossia 4 c h ilo g r. per abitante.

Quanto al consumo totale del thè, il B rocb lo com ­ puta in 96 m ilio n i di c h il. ossia 0,287 per abitante d’E uropa e questo prodotto è consum alo p rin c ip a l­ mente in In g h ilte rra , poi nei Paesi Bassi, D anim arca e Russia.

Bandiera italiana N. 1625

La navigatane in Italia nel

La D irezione generale delle gabelle ha pubblicato un grosso volum e contenente la statistica del m o v i­ mento della navigazione nei p o rti ita lia n i durante il 1 886.

Q uella statistica è divisa in qua ttro p a rti. L a . prim a com prende il m ovim ento di navigazione tanto italiana che estera per operazioni di com m ercio nei dodici p rin c ip a li p o rti del Regno che sono: Ancona, B ari, B rin d is i, C ag liari, Catania, Genova, L iv o rn o , Messina, N apoli, P alerm o, Savona, e Venezia ; la se­ conda il m ovim ento generale della navigazione ed il m ovim ento dei battelli della grande pesca per ormi porto del R egno; la terza indica il m ovim ento ge­ nerale della navigazione re p a rtito per ciascuno dei tre g ran d i tra tti del ¡in orale : L ig u re T irre n o , Io n io , A d ria tic o , Sardo, e S iculo, e la quarta in fin e ra p ­ presenta il m ovim ento dei b a tte lli, che salparono per esercitare la grande pesca. Come appendice poi il volum e contiene alcune notizie som m arie sulla gente di mare, e sul m ateriale della nostra m arina m er­ cantile, sulle costruzioni navali, e sulle somm e ra c ­ co te per tasse, e per d ir itti m a rittim i, e u ltim o I elenco n o m in ativo dei piroscafi nazionali esistenti al 31 dicem bre 1886.

N el m ovim ento per operazioni di com m ercio i ba­ stim en ti e ntra ti e p a rtiti furon o com plessivam ente Ira navigazione internazionale, o di cabotaggio 2 15 ,7 73 dei q u e ll 53,36 3 a vapore.

I l totale della m erce im barcata e sbarcata fu d i tonn. 119 ,9 86 ,00 0 d i cui i soli v a p o ri ne im barcarono e sbarcarono 7 ,2 30 ,27 6 tonnellate. Nel corso dei- anno partiron o e tornarono 2 0 6 5 bastim enti per la grande pesca. Austriaca. E llenica. . . Germanica. In glese. . . . Altre... # 594 15 14 353 42 tonn. 188,844 » 66,977 » 12,331 » 7,757 » 405,291 » 12,543 14,976 4,125 167 275 15,516 464 T o ta li.. . • N. 2,633 tonn. 693,443 35,523 Bastimenti partiti Con merce

imbarcata passeggieriCon Italia... Austriaca... E llen ica ... Germ anica... In glese. . . . Altre... . N. 1,574 » 597 ■ » 15 » 16 » 339 » 39 tonn. 108,448 » 13,557 » 1,856 » 1,665 » 20,486 » 992 14,660 3,880 178 320 15,171 426 T o ta li.,. . N. 2,580 tonn. 147,004 34,635

D E B I T O P U B B L I C O I I I T A L I A

È stata recentem ente pubblicata la situazione del D ebito p ub blico italiano al 30 giugno 1 8 8 7 , cioè alla line dell esercizio fina nzia rio 1 8 8 6 -8 7 . Ne farem o u n breve riassunto :

Gran Libro

Consolidato « 0 / 0 ...! . . 441,901,818.84 3 ° / ° ...» 6,405,197.45

Totale . . . L . 448,306,515.79

C onfrontando questa situazione con q u e lla esistente al 1 lu g lio 1 8 8 6 si trova che d ura n te l'e s e rc iz io fin a n zia n o 1886-87 la re nd ita is critta nel G ran L ib ro e cresciuta di L , 3 9 2 ,0 8 1 .3 8 .

Rendite da trascriversi nel Gran Libro

Consolidato 5 O / o ... 439,331.64 Id" 3 ° / ° ...» 2,882.99 Totale . . . h . 442,214.63

Rendita in nome della S. Sede

(10)

530 L ’ E C O N O M I S T A 14 agosto 1887

Debiti inclusi nel Gran Libro

Sardegna 5 0/o. • ... L . 2,035,550.00 Toscana » ... » 2,162,225.00 Modena 3 0 / 0 ... » 13,963.38 Parma 5 0 / o ...» 52,482.84 Roma » » 6,922,883.61 Regno d ’ Italia 5 e 3 0/0 * 11,628,851.00 Totale . . . L . 22,815,955.83

A l 1° lu g lio 1886 i d e b ili in c lu si nel G ran L ib ro erano per L . 2 3 ,9 0 7 ,2 1 3 .0 6 .

Contabilità diverse

Obbligazioni 3 0/0 ferrovie Torino-Savona-Acqui L. 237,975.00 Id. 5 0/0 ferrovia Genova-Voltri . . . » 47,387.50 Id. 6 0/0 Canali C a v o u r... » 2,932,980.00 Td. 5 0/0 ferrovia U d in e-P ontebba... 1,271,900.00 Id. 5 0/0 l.a serie dei lavori del Tevere 1881 » 483,000.00 Id. 5 0/0 2.a serie dei lavori dei T evere 1881» 204,425.00

Id . » » » » 1882 » 205,650.00

Id. » » » * 1883 » 202,425.00

Assegni diversi m o d e n e s i ... » 1,420.83 Ferrovie romane 5 e 3 per c e n t o ... » 7,805,898.00

Totale . . . . L. 13,413,061.33 A l 1° lu g lio 1 88 6 la rendita iscritta per conta­ b ilità diverse era d i L . 1 3,32 4,4 91 .43 .

Riassumendo tutte queste p artite col capitale no­ m inale corrispondente, si hanno i seguenti re sultati :

Gran L ib ro...L. Rendite da trascii-

versi nel G . Libro » Rendita in nome

della S. S e d e ..,, » Debiti inclusi separa­

tamente nel G. L . » Coutabilità diverse. » 448,306,515. 79 corr. a L. 9,051,532,948.46 442,214. 63 3,225,000. 00 22,815,955. 83 13,413,061.33 8,868,975.05 64,500,000.00 510,045,695.03 340, 356,098. 65 Totale L . '488. 202,747. 58 9,975,303,717.19

11 movimento commerciale di <§ombay Quanto p iù vanno sviluppandosi le ferro vie d el- l’ In d ia , la città d i B om bay attira a sè una m aggior porzione d e l com m ercio indiano a danno specialmente di C alcutta. In fa tti m entre 5 anni sono Calcutta aveva il 4 2 ,1 7 per cento, e B om bay solamente il 3 9 ,3 3 per cento del com m ercio in d ia n o , nel 1886 B om bay ne ebbe il 4 3 ,7 0 . Calcutta soltanto il 35,79 p e r cento.

Il com m ercio di im portazione e di esportazione per g li a nni 1 88 3 e 1886 si riassunse nelle se­ guenti c ifre :

1885 1886

Importazione. . Rupie 321,989,012 344,453,463

E sp orta ton e. . Rupie 339,825,361 322,011,585 T o t a l i ... 661,814,373 666,465,048

D al seguente prospetto apparisce in qual m isura ciascuna nazione abbia partecipato al com m ercio d e l- l ’ India : Im portazione 1885 1886 In gh ilterra... Rupie 219,028,737 232,151,455 Austria-Ungheria.. » 5,921,019 5,236,923 B elgio... » 1,753,215 2,172,572 Francia... ... » 3,863,783 3,496,812 Germ ania... » 284,930 574,792 Italia... » 2,271,122 5,860,482 Es p o r t a z io n e 1885 1886 In gh ilterra...Rupie 91,139,240 84,845,974 Austria-Ungheria.. » 15,787,574 13,294,580 Belgio... » 23,393,271 25,418,038 F ra n cia ... » 49,785,447 40,707,003 Germania... » 2,271,921 623,189 I t a lia ... » 25,146,899 25,674,001

L ’ im portazione di abiti e accessorii presenta, r i ­ spetto a ll’ anno precedente, un aum ento del 16 per cento, il quale deve a ttrib u irs i a ll’ aum ento d e ll’ im ­ portazione d a ll’ A u s tria -U n g h e ria e d a ll’ E gitto .

I carboni furono im p o rta ti in m aggior quantità che n e ll’ anno precedente, però, a càusa della d im i­ nuzione dei prezzi, il valore d i questa im portazione è d im in u ito .

L ’ im portazione delle m erci d i cotone è aumentata d i 2,412,651 ru p ie .

L ’ im portazione di bevande spiritose è rim asta sta­ zionaria in complesso ; però è d im in u ita l ’ im p o rta ­ zione del vin o d a ll’A u s tria -U n g h e ria ed è aumentata quella dei liq u o ri d a ll’ In g h ilte rra .

L ’ im portazione delle m acchine è d im in u ita , r i ­ spetto a ll’ anno precedente, circa del 51 per cento, atteso che agl’ im p ia n ti num erosi d i fabbriche, che ebbero luogo a B om bay recentem ente, è succeduto ora un periodo d’ inazione.

L ’ im portazione di fia m m ife ri è di nuovo aum en­ tata del 12 per cento; però è da prevedere per l’ a v ­ ven ire una d im inuzione, perchè da poco è stata sta­ b ilita a Bom bay una fabbrica.

II petrolio va acquistando favore sempre di più, e la sua im portazione crebbe per un valore di 4 0 0 ,0 0 0 ru pie . P er la stessa ragione dim inuisce I ’ im portazione delle candele.

L ’ im portazione dei m e ta lli è in aum e nto ; quella del rame e dello zinco crebbe di 1 ,7 0 0 ,0 0 0 ru p ie , m entre quella del ferro e del piombo è d im in u ita di 5 5 0 ,0 00 rupie.

L ’ im portazione della seta greggia è in aumento d e ll’ 8 per cento ; quella delle stoffe di seta cbinese aum entò anch’ essa considerevolm ente (2 5 0 ,0 0 0 r u ­ p ie ), m entre d im in u ì quella delle inglesi, e speeial- mente delle francesi.

L ’ im portazione dello zucchero è d im in u ita del 55 per cento di fronte a ll’ anno precedente.

Quanto a ll’, esportazione, notiam o che quella del grano è aum entata considerevolm ente, come pure quella dei tessuti di cotone, d i semi oleosi, ecc.

CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

(11)

14 agosto 1887 L’ E C O N O M I S T A 531

per la tassa di ricchezza m obile, nel senso che nelle com m issioni di prim a e seconda istanza sia fatto m aggior posto a ll’ elemento elettivo e rappresenta­ tiv o ; deliberava di u n irs i a ll’ in iz ia tiv a del C om itato Nazionale per provvedere il concorso degli in d u s tria li ita lia n i a ll’ Esposizione U niversale di Parigi nel 1889 e tuttoché in conseguenza del disastro 23 febbraio sia a tem ere che non possa la P rovincia fo rn ire largo co n trib u to di espositori, accettò l’ incarico di sollecitare il concorso di q u e lli i cui prodotti possono degnamente fig u ra re di fronte ai prodotti s tra n ie ri. A pprovava le liste com m erciali di vari c o m u n i; faceva istanza al Governo onde ottenere sia tolto dal G overno F ran ­ cese il d ivie to di esportazione da quella p rovin cia e dalle a ltre di confine delle fru tta , degli ortaggi, degli a g ru m i, d ivie to che si rendè esiziale per la locale a g ric o ltu ra , e si associò alla istanza della Camera di C agliari tendente ad ottenere che per scongiurare il sicu ro danno che ne verrebbe alla in d u stria m o li­ toria italiana, dalle facilitazioni concesse dalla B’ rancia ai p ro p ri m ugnai, siano adottati u g u a li p rovved im e nti da parte del nostro G overno onde le condizioni dei nostri in d u s tria li nel genere, vengano pareggiate a quelle dei fraintesi e d’ altre nazioni.

Camera di Commercio di Siracusa.

— Nella tornata del 18 lu g lio dopo la lettu ra d i una relazione sulla insufficienza delle Banche popolari della pro­ v in c ia a fa rcire i capitali necessari alle esigenze del com m ercio, approvava il seguente o rdine del giorno, che rip o rtia m o nella sua in te g rità :

“ La Camera di C om m ercio sottomette vivissim e preghiere alla Direzione Generale della Banca Na­ zionale e del Banco di S ic ilia perchè vog lian o p ro v ­ vedere a ria n im a re il lavoro p ro d u ttiv o con sconti adequati al bisogno e nei lim iti delle le g ittim e e ra ­ gionevoli garanzie e del credito in d iv id u a le .

« A raggiungere lo stesso fine rivo lg e i suoi voti al M in iste ro • di A g ric o ltu ra , In d u s tria e C om ­ m ercio ed a quello dello Interno, paga di avere ma­ nifestato a tempo i suoi apprezzamenti sulle c o n d i­ zioni di fatto della p rovin cia e sulle d iffico ltà che restano ancora a superarsi le q u a li si vanno facendo sempre p iù g ravi. »

N O T IZ IE F IN A N Z IA R IE

Situazioni delle Battette di emissione italiane

Banca Nazionale Italiana

31 luglio differenza I Cassa e riserva L .280,276,000 i P o r ta fo g lio ... . . 418,777,000 AttÌ¥D . A nticipazioni.. . 70,556,000 / O r o ... . 174,445,000 \ A r g e n to ... 28,772,000 — 16,041,000 — 551,000 748,000 — 138,000 — 1,578.000 I Capitale versato . 150,000,000 p . M a s s a di rispet. » 38,356,000 C ircolazione... . 627,753,000 I Conti correnti. » 77,766,000 — + 2,356,0001,907,000

Banca Nazionale Toscana

31 taglio diff.

/Cassa e riserva. L. 46,132,000 -j- 4,905,000

i

Portafoglio... . 49,022,000 — 2,970,000 Attilio \ A n ticip azion i... » 5,911,000 -f- 5,000 O r o ... » 16,585,000 + 5,000 \ A rgen to... » 4,341,000 — 159,000 /Capitale versato » 21,000,000 — — inlMassa di rispetto » 3,454,000 — — iC ircolazione.__ » 81,448,000 -4- 3,000 (Conti correnti.. » 597,000 + 9,000

Banco di Napoli

31 luglio differenza

¡

Cassa e riserva.. L. 113, 764,000 — 516,000 P ortafoglio... ». 139,353,000 — 5,810,000

A n ticip a zion i... » 38,003,000 — 728,000

(Capitale... » 48,750,000 — — Massa di rispetto » 16,700,000 — — uoimlK Circolazione. . . . » 230,504,000 + 919,000 (C on ti correnti.. -> 58,187,000 — 510,000

Banco di Sicilia

31* lugli > differenza

¡

Cassa e riserva. L. 28,060,000 — 165,000 P o r ta fo g lio ... 47,363,000 — 550,000

A n ticip a zion i___ 8,487,000 + 89,000 Numerario... 21,867,00.) — 14,000 [C a p ita le ... 12,000,000 — —

A Massa di rispetto.. 3,800,000 — —

^ (C ir c o la z io n e ... 52,385,000 — 203,000 [C on ti c o r r e n t i.... 24,242,000 — 1,425,000

Situazioni delle B a d ie di emissione e stere.

Banca di Francia

11 agosto ( „„(.il Uro ir. 1,205,555,000 — Iftlvtl ' I«*"«» 1,187,447,000 - f

/P ortafoglio... 497,655,000 -(A n ticip a zion i... 409,340,000 —

(C ircola zion e... 2,616,509,000 —

Passivo

I Contocorr. dello Stato 318,902,000 -f- ( » dei privati 351,845,000 +

Banca d’Inghilterra

11 agosto

¡

Incassom etallico St. 20,774,000 — P ortafoglio... 19,097,000 — Riserva totale... 11,284,000 -j-( C ircolazion e... 25,240,000 — IDlConto corr. dello Stato 2,909,000 —

( » » dei privati 24,743,000 —

Banca Austro-Ungherese

7 agosto Incasso mot. Fior.208,723,000 — Portafoglio... 116,727,000 — A n ticip a zion i... 24,130,000 -J-

C ircolazion e.. . . 356,847,000 — Conti correnti. . 90,177,000

-j-Banca dei Paesi Bassi

6 agosto

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