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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 12-13 aprile 2021)

L’OSSERVATORE ROMANO

GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Non praevalebunt

Anno CLXI n. 82 (48.705) Città del Vaticano lunedì 12 aprile 2021

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Liberi dalla paura

«Quaranta Giorni» era il titolo della rubrica che ha accompagnato con brevi meditazioni spirituali il percorso dei lettori dell’Osservatore Romano nel tempo di Quaresima, un tempo “forte” dell’anno liturgico ma reso ancora più impegnativo e “acci- dentato” dalle attuali condizioni dettate dalla pandemia. In questo senso quella rubrica voleva essere un sussidio, un accompagnamento per i fe- deli in un momento di prova.

Da oggi iniziamo un percorso corrispondente per un altro tempo, altrettanto forte, anzi di più: il Tempo Pasquale, un unico giorno lungo i 50 gior- ni che separano la Pasqua dalla Pentecoste. Un tempo segnato dalla presenza di Gesù Risorto. Lo abbiamo intitolato «Risus Paschalis», con nessun riferimento alla discussa pratica liturgica che era in uso secoli addietro in alcuni Paesi europei, ma in relazione a quella lietezza del vivere che dovreb- be essere la quintessenza del carattere del cristiano, e che però spesso lascia il passo ad una visione della vita fatta di timore, contrizione, e penitenza;

una visione che non può essere la fondamentale per chi è testimone della vittoria della Vita sulla morte.

Cercheremo dunque di declinare il termine

“Gioia” con il contributo dei nostri autori. La Gioia che viene dalla Resurrezione. La Gioia di Cristo. (A.M.)

di ROBERTOCETERA

L

a gioia segna la vita. Un evento gioio- so lascia un segno indelebile né più né meno di quanto lo possa arrecare l’e- sperienza del dolore. L’uno si nutre dell’altro. Il dolore spezza il senso della gioia, così come la gioia libera dal dolore. Come il dolore evidenzia le nostre fragilità e mortifica le nostre capacità, così la gioia ci rende forti, co- raggiosi, invincibili, esalta le risorse più intime e preziose di ciascuno. La gioia cambia la vita.

È l’esperienza drammatica che vissero gli Undici. La loro vita si sconvolse ed assunse un altro segno con la Resurrezione, e dopo la Re- s u r re z i o n e .

San Giovanni Crisostomo, in una sua cele- bre omelia, giunse ad individuare proprio in questo cambiamento radicale di prospettiva di vita degli apostoli, la prova della veridicità sto- rica della Resurrezione.

Scrive il vescovo antiocheno in una delle Omelie sulla prima lettera ai Corinzi (Om 4,3.4) con parole taglienti che lasciano spazio a mediazio- ni: […]Paolo esclamava «Ciò che è debolezza

di Dio è più forte degli uomini» (1 Cor 1,25).

Questa frase è chiaramente divina. Infatti come poteva venire in mente a dodici poveri uomini, e per di più i g n o ra n t i , che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? Essi forse mai erano entrati in una città o in una piazza. E allora come potevano pensare di affrontare tutta la terra? Che fossero paurosi e pusillanimi l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza dissimulare nulla e sen- za nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la migliore garanzia di veridicità di quanto as- serisce. Costui, dunque, racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiu- ti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. Come si spiega allora che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non aveva- no potuto resistere a pochi giudei, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e, secondo gli in- creduli, non risorto, e, quindi non in grado di parlare, avrebbero da Lui ricevuto tanto corag- gio da schierarsi vittoriosamente contro il mon- do intero? Non avrebbero potuto dire: E ades- so? Non ha potuto salvare se stesso, come potrà difendere noi? Non è stato capace di protegge-

re se stesso, come potrà tenderci la mano da morto? […..] È evidente perciò che, se non lo avessero visto risuscitato, e non avessero avuto una prova inconfutabile della sua potenza, non si sarebbero esposti a tanto rischio».

Fuggirono per paura da sotto la croce, ma pochi anni più tardi ebbero il coraggio di af- frontare senza esitazioni il martirio. È evidente che questo paradosso non può che essere scatu- rito dalla gioia di essere stati testimoni di un evento che supera la realtà e rimuove la più an- cestrale e radicata delle paure dell’uomo: la sua finitudine. Una paura da cui scaturiscono tutte le nostre altre paure.

Il mondo in cui oggi viviamo, tra i tanti be- nefici che pur ci offre, non è in grado di liberar- ci dalle paure. Anzi ne produce sempre nuove.

Perché non sa affrontare la paura primordiale.

Noi non siamo stati, come gli undici, testimoni di quell’evento, ma dovremmo essere capaci di cogliere, al fondo di questa paura originaria, un insopprimibile anelito d’immortalità.

Che è, esso stesso, prova del nostro essere fi- gli di Dio, fatti a sua immagine e nostalgici del- la Sua eternità.

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ESURREZIONE

M i s e r i c o rd i o s i

perché misericordiati M i s e r i c o rd i o s i

perché misericordiati

S

olo quanti, come gli apostoli, hanno maturato la consapevo- lezza di essere «misericordiati, diventano misericordiosi». Ec- co perché occorre accostarsi al confes- sionale e «abbracciare il sacramento del perdono» — che «è misericordia pura» — per poter «diventare testimoni di miseri- cordia»: lo ha sottolineato il Papa cele- brando per il secondo anno consecutivo la messa della seconda domenica di Pa- squa nella chiesa di Santo Spirito in Sas- sia, santuario romano della spiritualità diffusa da santa Faustina Kowalska. Nel giorno che Giovanni Paolo IIha voluto dedicare alla festa della Divina Miseri- cordia, Francesco ha raggiunto il tempio a due passi dal Vaticano per presiedervi l’Eucaristia — e successivamente la recita del Regina caeli — alla presenza di un piccolo gruppo di fedeli. All’omelia ha rimarcato come sia «difficile essere mise- ricordioso se uno non si accorge di essere misericordiato», quindi ha spiegato che i discepoli furono «misericordiati, attra- verso tre doni» offerti da Gesù: «la pace, lo Spirito, le piaghe». Attualizzando poi la riflessione il vescovo di Roma ha esor- tato a non rimanere «indifferenti», ac- contentandosi di «una fede a metà, che riceve ma non dà, che accoglie il dono ma non si fa dono. Perché... la fede...

senza le opere di misericordia muore».

PAGINA12

A

LL

INTERNO

Dentro il Vaticano

La Segreteria di Stato

NELLE PA G I N E 2E3CON UNI N T E R V I S TA AL CARDINALEPIETROPAROLIN

Montini

e il volo di Gagarin

GISELDAAD ORNATO A PA G I N A 3

N

OSTRE

I

NFORMAZIONI

PAGINA11

Papa Francesco celebra la messa della seconda domenica di Pasqua

nella chiesa-santuario di Santo Spirito in Sassia

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L’OSSERVATORE ROMANO

pagina 2 lunedì 12 aprile 2021

Dentro il Vaticano - La Segreteria di Stato

Storia, obiettivi e “bilancio di missione”:

come funzionano le strutture al servizio del ministero del Papa

Tre Sezioni

per una missione planetaria

Intervista al cardinale Pietro Parolin

A fianco

e a sostegno del Papa

A

rticolata in tre sezioni — Affari generali, Rapporti con gli Stati e

Personale di ruolo diplomatico

— la Segreteria di Stato è il dicastero della Curia romana che più da vicino coadiuva il Pontefice nell’esercizio della sua missione, coordinando i vari uffici della Santa Sede e curando le relazioni

internazionali.

Se le sue origini storiche vengono fatte risalire al XV

secolo, per le crescenti necessità dei Papi di provvedere alla

corrispondenza diplomatica in forma frequente, sollecita e segreta, essa si sviluppò più compiutamente nel periodo del concilio di Trento (1545- 1563), assumendo di fatto la direzione degli affari politici dello Stato pontificio.

L’attuale struttura è frutto delle vicende storiche che portarono alla fine di

quest’ultimo e condussero più tardi al concilio Vaticano II, in seguito al quale Paolo VIe Giovanni Paolo II— con le rispettive costituzioni apostoliche Regimini Ecclesiae U n i v e rs a e , (dell’agosto 1967) e Pastor bonus (del giugno 1988)

— le diedero un nuovo volto, fino a quello odierno che ha assunto tale fisionomia nel novembre 2017 con la

decisione di Papa Francesco di rafforzare l’ufficio del delegato per le Rappresentanze

pontificie, trasformandolo in una sezione autonoma.

È presieduta da un cardinale che, assumendo il titolo di segretario di Stato, è di fatto il primo collaboratore del vescovo di Roma nel governo della Chiesa universale e può essere considerato il massimo esponente dell’attività diplomatica e politica della Santa Sede.

Alla prima sezione — diretta da un arcivescovo, il sostituto per gli Affari generali, coadiuvato da un prelato, l’assessore — spetta il disbrigo delle questioni riguardanti il servizio

quotidiano del Pontefice nella sollecitudine per la Chiesa e nei rapporti con i dicasteri della Curia. Redige i documenti che le vengono affidati dal Papa e cura la pubblicazione degli Ac t a Apostolicae Sedis e dell’An n u a r i o Pontificio.

Anche la seconda sezione è diretta da un arcivescovo coadiuvato da un prelato, rispettivamente il segretario e il sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati. Ma nel gennaio 2020

Papa Bergoglio ha voluto aggiungere anche un sottosegretario per il Settore

m u l t i l a t e ra l e , scegliendo per tale compito — con un

provvedimento senza precedenti — una donna:

Francesca Di Giovanni. Alla sezione competono le questioni che devono essere trattate con i governi civili, ovvero la cura — attraverso le nunziature e le delegazioni apostoliche — delle relazioni diplomatiche, compresa la stipulazione di Concordati o accordi, e la rappresentanza presso organismi e conferenze internazionali e congressi su questioni di interesse pubblico. In particolari circostanze, per incarico del Pontefice e consultati i competenti dicasteri della Curia, essa si occupa della provvista delle Chiese particolari e della loro istituzione o modifica.

La terza, come le altre presieduta da un arcivescovo coadiuvato da un prelato, rispettivamente il segretario e il sotto-segretario per le

Rappresentanze pontificie, ha la finalità di dimostrare

l’attenzione e la vicinanza del Papa al personale di ruolo diplomatico. Dunque si occupa esclusivamente delle questioni attinenti alle persone che lavorano in questo servizio o che vi si preparano, quali ad esempio la selezione, la formazione iniziale dei candidati (in collegamento con la Pontificia accademia ecclesiastica) e quella

permanente, le condizioni di vita, gli avanzamenti e i p ermessi.

Infine, a completamento della gerarchia dei superiori c’è la figura del Capo del protocollo, un prelato che dirige l’ufficio incaricato di occuparsi dei rapporti con il Corpo

diplomatico accreditato presso la Santa Sede, delle procedure relative al placet per i nuovi ambasciatori, della

presentazione delle lettere credenziali e delle richieste di visite al Pontefice.

Tra gli interventi normativi di Francesco riguardanti le attività della Segreteria di Stato, va ricordato in particolare il recente motu proprio Circa alcune competenze in materia economico-finanziaria, col quale, a partire dal 1° gennaio di quest’anno, è stata trasferita all’Apsa la gestione degli investimenti finanziari e dei beni immobili di proprietà del dicastero, compreso l’O b olo di San Pietro.

di ALESSANDRODECAROLIS

T

re Sezioni e un orizzonte di azione che coincide con l’orizzonte del pia- neta. La struttura della Segreteria di Stato è stata concepita per aiutare il Pontefice nel governo della Santa Sede e nel suo ministero di pastore universale. Un gruppo cosmopolita che lavora strettamente accanto al Papa con funzioni di coordinamento tra i dicasteri della Curia e, all’ester- no, in particolare avendo cura delle rappresentanze pontificie, oggetto della creazione, quattro anni fa, di una terza Sezione in Segreteria di

Stato. Il nostro ruolo, specie in que- sta fase di pandemia — spiega il car- dinale segretario di Stato Pietro Pa- rolin – è di «ricordare instancabil- mente alla comunità internazionale e ai singoli attori politici, le esigenze del bene comune e il rispetto della persona umana».

La Segreteria di Stato è l’organismo che più da vicino collabora con il Papa nell’e s e rc i z i o della sua missione, risultando di fatto il “mo- t o re ” dell’azione politica e diplomatica della Santa Sede. Quali sono, in concreto, le sue competenze specifiche e i suoi ambiti di inter- vento?

La costituzione apostolica Pastor Bonus definisce la Segreteria di Stato come il dicastero che «coadiuva da vici- no il Sommo Pontefice nell’esercizio della sua suprema missione». La suprema missione del Pontefice, successore dell’ap o- stolo Pietro, è quella di essere princi- pio e fondamento, perpetuo e visibi- le, dell’unità della fede e della comu- nione nella Chiesa. Tale missione de- finisce la natura della Segreteria di Stato che è la segreteria del Papa, il suo strumento operativo e immedia- to, per lo svolgimento dei numerosi affari quotidiani e ordinari.

Si pensi, per esempio, alla cura della corrispondenza che il Santo Padre intrattiene con i vescovi di tut- to il mondo nelle diverse lingue, con i rappresentanti di altre Chiese o co- munità cristiane o di altre religioni, con le autorità politiche dei vari Pae- si, e con tutti i fedeli sparsi nel mon- do; alla redazione dei documenti pontifici (costituzioni apostoliche, encicliche, discorsi...), alla loro tra- duzione e pubblicazione ufficiale; vi è poi l’organizzazione dei viaggi apostolici del Santo Padre.

La Segreteria di Stato, poi, all’in- terno della Curia romana, ha il com- pito di favorire i rapporti con i dica- steri e di coordinarne i lavori nelle materie che, a volte, presentano una competenza cumulativa di più dica- steri. D’altra parte, la Segreteria di

Stato esamina tutti quegli affari che possono esulare dalla competenza ordinaria e specifica degli altri dica- steri.

Questi sono soltanto alcuni dei principali compiti propri della Se- greteria di Stato, che sono svolti dal- la Sezione per gli Affari generali.

Vi è poi la Sezione per i Rapporti con gli Stati, che ha, invece, il compito pro- prio di «attendere agli affari che de- vono essere trattati con i Governi ci- vili», favorendo le relazioni diplo- matiche con gli Stati e con gli altri soggetti di diritto internazionale, per il bene della Chiesa, ma anche della società civile, promuovendo la concordia tra gli Stati, la libertà religiosa e la pace tra i popoli. Tale Sezione rap- presenta la Santa Sede pure presso gli organismi interna- zionali, facendosi voce dei più poveri e degli ultimi.

Inoltre, per incarico del Santo Padre, essa si occupa pure della provvista delle Chiese particolari, in alcuni contesti specifici.

Alle due Sezioni in cui è stata sud- divisa dopo la riforma della Curia romana voluta da Giovanni Paolo

IIcon la «Pastor Bonus», France- sco ne ha voluto aggiungere una terza. Come risulta, allo stato at- tuale, la struttura completa e qual è il suo organigramma?

Il Santo Padre ha voluto mostrare la sua attenzione e la sua vicinanza al personale del ruolo diplomatico, istituendo il 21 novembre 2017 una terza Sezione, la Sezione per il Personale dì ruolo diplomatico della Santa Sede, raf- forzando così l’ufficio del delegato per le Rappresentanze pontificie.

Questa Sezione si occupa in modo specifico delle questioni attinenti al- le persone che lavorano nel servizio diplomatico della Santa Sede, sparsi nelle 128 rappresentanze pontificie e in Segreteria di Stato, con particola- re attenzione alle condizioni di vita e alla formazione permanente del per- sonale diplomatico. Essa si occupa, inoltre, insieme con il presidente del- la Pontificia accademia ecclesiastica, della selezione e della formazione iniziale di quanti si preparano a en- trare nel servizio diplomatico.

Pertanto, allo stato attuale, la struttura completa della Segreteria di Stato risulta composta da tre Se- zioni: la Sezione per gli Affari Generali, sotto la guida diretta del sostituto, con l’aiuto dell’assessore; la Sezione per i Rapporti con gli Stati, sotto la dire- zione del proprio segretario, aiutato da due sotto-segretari (uno per il set- tore bilaterale, l’altro per quello mul- tilaterale); e la Sezione per il Personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, guida- ta dal segretario per le Rappresen- tanze pontificie, con l’aiuto di un sotto-segretario. Il punto di unità è costituito dal cardinale segretario di Stato che presiede a tutta la Segrete- ria di Stato.

Il Papa ha affidato per la prima volta a una donna un ruolo dirigenziale all’interno della Segreteria, nominando Francesca Di Gio- vanni sotto-segretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati e incaricandola di se- guire il Settore multilaterale. Complessiva- mente quanti laici e, in particolare, quante donne vi lavorano? Come si può valorizzare maggiormente il loro contributo alla costru- zione di un sistema di relazioni pacifiche e

fraterne fra i popoli?

La scelta di Papa Francesco di no- minare la dottoressa Di Giovanni sotto-segretario per il Settore multi- laterale costituisce un indubbio rico- noscimento del ruolo della donna, non solo all’interno della Segreteria di Stato, ma anche nella missione stessa della Chiesa. Papa Francesco ha definito la donna «donatrice e mediatrice di pace» e la diplomazia multilaterale, oggi purtroppo messa da più parti in discussione, richiede proprio tali qualità per comporre i conflitti e ricercare soluzioni comuni ai problemi che riguardano tutta l’u- manità. Peraltro, la dottoressa Di Giovanni ha alle spalle una lunga esperienza nel settore, avendovi la- vorato per 27 anni.

Nel complesso, il personale della Segreteria di Stato è composto da persone di varie nazionalità e di va- rie provenienze, laici, sacerdoti e re- ligiosi, che si adoperano con dedi- zione e spirito di sacrificio. Nelle tre Sezioni lavorano complessivamente, in varie mansioni, 103 laici di cui 55 sono donne, 25 delle quali religiose, provenienti da tutti i continenti.

Una composizione così variegata del personale, in cui ciascuno è chiama- to a dare il proprio contributo, costi- tuisce sicuramente una grande ric- chezza a servizio del Santo Padre e della missione della Chiesa. Il fatto stesso, poi, che persone con storie, culture e sensibilità diverse possano lavorare assieme costituisce un’elo- quente testimonianza della possibili- tà che fra tutti i popoli si possono co- struire relazioni fraterne e pacifiche.

Nell’ambito della comunità e delle organizza- zioni internazionali la diplomazia della San- ta Sede lavora per promuovere la cultura del-

la pace e del dialogo, richiamando l’attenzio- ne sulle sue diverse declinazioni: solidarietà, giustizia, disarmo, sviluppo, sostenibilità, tu- tela del creato. Con quali risultati?

La Santa Sede è assai attiva nel- l’ambito della comunità internazio- nale, essendo in qualche modo la

“voce della coscienza” che invita e incoraggia tutti gli interlocutori ad affrontare le sfide comuni in spirito di solidarietà. Il suo approccio è, dunque, essenzialmente di carattere morale e si adopera nel consesso in- ternazionale per facilitare e coltivare relazioni di amicizia tra i popoli e le nazioni.

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L’OSSERVATORE ROMANO

lunedì 12 aprile 2021 pagina 3

Dentro il Vaticano - La Segreteria di Stato

12 aprile 1961

Tra le stelle per trovare Dio

Montini e il volo di Gagarin

Nelle condizioni attuali, c’è biso- gno più che mai di una voce chiara che stimoli le Nazioni a non dimen- ticare gli errori e gli orrori dei conflit- ti passati e anche di quelli, purtrop- po, attualmente in corso. L’insegna- mento di Papa Francesco, che si ra- dica nella dottrina sociale della Chiesa, pone particolare enfasi sul- l’unità della famiglia umana e conse- guentemente sulla necessità della co- munità internazionale di affrontare le sfide in maniera concertata e mul- tilaterale.

L’approccio della Santa Sede non può prescindere da una visione della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio, il cui “v a l o re ” consiste nella sua

dignità trascenden- te. E proprio alla lu- ce del rispetto per la persona umana, del suo sviluppo in- tegrale e dei suoi di- ritti universali e fondamentali, che la Santa Sede consi- dera un obbligo morale quello di as- sistere la comunità

internazionale nella ricerca della pa- ce, favorendo il dialogo e la fraterni- tà.Da questi principi consegue l’im- pegno concreto del Papa e della San- ta Sede in favore delle questioni al- l’ordine del giorno della comunità internazionale, a cominciare dall’im- pegno verso i migranti, i rifugiati e gli sfollati interni. La voce di Papa

Francesco costituisce un punto di ri- ferimento inequivocabile e ha un im- patto notevole su molte questioni, come, ad esempio, nel contribuire a portare a compimento il Patto globa- le sulla migrazione e quello sui rifu- giati. Parimenti, ampia eco ha avuto in seno alla comunità internazionale la lettera enciclica Laudato si’, con la quale il Santo Padre affronta proble- matiche che riguardano la nostra ca- sa comune, non limitandosi sola- mente agli aspetti tecnici e scientifi- ci, o più recentemente l’enciclica Fra - telli tutti, sulla fraternità e l’amicizia sociale. Dalla comunità internazio-

nale è giunto pure apprezzamento per l’istituzione della Commissione vaticana sul Covid-19, sorta con lo scopo di studiare soluzioni per usci- re dalla crisi sanitaria e sociale causa- ta dalla pandemia. Da ultimo, ma non per ultimo, cito l’impegno per la pace e la risoluzione dei conflitti, co- me pure gli sforzi per favorire il di- sarmo, specialmente quello nuclea- re. D’altronde, solo se l’ordine socia- le ed internazionale sarà fondato sul diritto e la giustizia, si potrà avere una vera pace, e non uno stato di non belligeranza garantito attraverso la paura e la dissuasione nucleare.

Quali costi ha la rete internazionale su cui poggia la diplomazia pontificia? E quali strumenti esistono per garantire che il bilan- cio economico sia in linea con il “bilancio”

della missione che essa svolge al servizio del Papa? Può fornirci degli esempi e delle cifre?

La missione della diplomazia pontificia è di rinsaldare i legami fra la Sede di Pietro e le Chiese locali e di favorire lo sviluppo di relazioni di amicizia tra la Santa Sede e gli Stati per il bene comune. Tale impegno, si poggia oggi su una rete di 128 nun- ziature apostoliche per i 174 Paesi che hanno relazioni diplomatiche con la Santa Sede, 12 delegazioni apostoliche presso le Chiese locali e

17 organizzazioni internazionali. Le spese ordinarie e straordinarie del 2020 sono state complessivamente circa 23,8 milioni di euro, di cui 20,1 milioni spese ordinarie e 3,7 milioni spese straordinarie: la più cospicua ha riguardato i lavori di costruzione della nuova sede in Timor Est. Se i dati relativi alle spese del 2020 venis- sero confermati, si avrebbe una ridu- zione di costi di circa 3,8 milioni di euro rispetto al 2019.

L’emergenza della pandemia all’inizio del 2020, con i suoi drammatici risvolti umani, sociali ed economici, reclama «una nuova immaginazione del possibile» — come l’ha definita Papa Francesco — per costruire un mondo diverso. Quali sono oggi le sfide più urgenti da affrontare e che ruolo può svolgere in questo senso la Segreteria di Stato?

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo sottolinea ulteriormente la comune fragilità della condizione umana e i limiti della pretesa auto- sufficienza dell’uomo moderno. La crisi è allora l’occasione per un ap- proccio nuovo, «un’opportunità per generare una società più fraterna e compassionevole» (discorso all’As- semblea generale delle Nazioni Uni- te, 25 settembre 2020), che richiede un’azione comune, poiché come ri- corda il Papa: «Nessuno si salva da solo» (Urbi et Orbi, 27 marzo 2020).

Ciò richiede delle risposte a livello mondiale in molti ambiti, dall’ur- genza di promuovere la salute pub- blica e di realizzare il diritto di ogni persona alle cure mediche di base, anche mediante un accesso universa- le ai vaccini, come pure alla necessità di trovare nuove forme di lavoro che siano davvero capaci di soddisfare il potenziale umano e che al tempo stesso affermino la dignità di ogni persona. In questo senso, il ruolo della Segreteria di Stato è quello di continuare a ricordare instancabil- mente alla comunità internazionale e ai singoli attori politici, le esigenze del bene comune e il rispetto della persona umana.

Compito della Segreteria di Stato è quello di continuare a ricordare

alla comunità internazionale e ai singoli attori politici le esigenze del bene comune e il rispetto della persona

di GISELDAAD ORNATO

I

n poche righe commosse e liri-

che, scritte in un autografo e poi pubblicate sui giornali, l’arcivescovo di Milano cardi- nale Giovanni Battista Monti- ni, il 12 aprile 1961, partecipa al traguardo raggiunto dall’uo- mo con la conquista dello spa- zio; è l’impresa di Yuri Gaga- rin, il cosmonauta sovietico, fe- licemente lanciato quel giorno a bordo della capsula spaziale Vostok Est per un giro orbitale di 89 minuti intorno alla Terra.

Ecco le sue parole: «Cresce la contemplazione dell’universo.

Cresce la speranza del mondo.

E tutto questo sembra acqui- stare senso d’un risveglio nel mistero, sempre più grande, più profondo e più attraente,

dell’essere. Del cosmo, così im- menso, così vicino, così pene- trato di unità e di causalità. La vastità astrale del nuovo pano- rama invita ancor più al dovere radicale della esistenza, quello religioso, che ci spinge nel se- greto del mondo e della vita, e ci allena a celebrare a maggior voce l’ineffabile e incombente grandezza di Dio».

Per Montini, questa dello spazio è una strada entusia- smante e promettente perché l’uomo moderno giunga allo scopo dell’esistenza: la rivela-

zione di Dio. È la grandiosa possibilità che la scienza e la tecnologia si aprano alla Sa- pienza, perché l’audacia delle imprese spaziali, svelando al- l’uomo i segreti del cosmo, può fare avanzare l’umanità nel suo cammino, che è l’approdo alla Ve r i t à .

È interessante in questo sen- so la riflessione dell’a rc i v e s c o - vo sull’Epifania; l’incontro tra scienza e fede può partire ed essere favorito dalle caratteri-

stiche sapienziali dei Magi, i quali si muovono al seguito della stella in quanto «fatto astronomico, fisico, sperimen- tale», come dice l’a rc i v e s c o v o nell’omelia del pontificale del 6 gennaio 1958. «Essi partono da uno studio scientifico, che non rimane fine a se stesso, ma diventa segno d’altra realtà più importante, alla quale dirigo- no non solo la mente, ma an- che i loro passi di pellegrini fi- denti e coraggiosi».

Il tema viene messo a fuoco dal pastore ambrosiano so- prattutto parlando agli opera- tori della Fiera campionaria, per esempio il 17 aprile 1960:

«Noi oggi perché studiosi, perché imbevuti di scienza e di passione esploratrice siamo più disposti alla religione, avi- di quasi di averne esperienza»;

o in modo più lapidario il 15 aprile 1962: «Noi siamo con- vinti che l’uomo moderno se vuol essere coerente colla sua stessa razionalità, dovrà torna- re religioso».

L’arcivescovo mostra un cu- rioso e affascinato interesse per i nuovi domini del sapere: e nessun campo dell’intelligenza umana, supremo dono di Dio, può essere estraneo alla Chie- sa. Instaura contatti con scien- ziati, come Enrico Medi, l’illu- stre fisico allievo di Enrico Fer- mi, vicepresidente dell’Eura- tom, ricevuto a Milano diverse volte, che in seguito sarà mem- bro della Consulta dei laici per lo Stato della Città del Vatica-

no (nel 1995 è stata aperta la causa di beatificazione).

Sempre nel pontificale del- l’Epifania 1958 Montini cita l’«esperienza religiosa cosmi- ca» di Einstein e ne deriva que- sto auspicio: «Non potremmo supporre, augurare almeno, che la meravigliosa evoluzione scientifica del nostro tempo fosse la stella, il segno che spinge il cammino dell’umani- tà moderna verso una nuova ri- cerca di Dio, verso una nuova scoperta di Cristo? L’Epifania non potrebbe avere, proprio dal mondo della scienza e della tecnica, un suo notturno, ma luminoso e incoraggiante pre- ludio? Potrebbe; ed è la nostra speranza». Nell’Epifania del 1962 il cardinale Montini si ri- ferisce al matematico France- sco Severi, scomparso poche settimane prima, che «coronò con la fede la sua lunga e glo- riosa carriera scientifica», per arrivare alla stessa conclusio- ne: «Il grande libro dell’uni- verso dovrebbe essere la nostra normale e magnifica introdu- zione alla religione: o almeno

alla ricerca di Dio». In seguito Paolo VI affronta almeno una quindicina di volte nel corso del suo pontificato l’a rg o m e n - to delle conquiste spaziali, ri- cevendo partecipanti a con- gressi, ingegneri, tecnici e, co- m’è noto, il comandante del- l’Apollo 8 e gli astronauti del- l’Apollo 11. Il pontefice riflette su questi orizzonti anche du- rante alcuni Angelus e in diver- se udienze generali. Ad esem- pio, il 2 agosto 1964, prima del- la recita dell’Angelus a Castel Gandolfo, commenta il lancio della sonda americana Ranger

VII, il 28 luglio precedente, ar- rivata sulla luna da dove ha trasmesso a Cape Kennedy cir- ca 4.000 immagini. Per il Papa

«questa esplorazione dello spazio immenso, del cosmo ri- vela a noi l’umana piccolezza, ma nello stesso tempo la nostra grandezza». E l’ammirazione si risolve in preghiera «perché l’uomo, dalla maggior cono- scenza della creazione, sappia trarre motivo di un nuovo inno alla gloria e alla maestà del C re a t o re » .

Il 29 aprile 1965 Paolo VIsi rivolge al generale dell’a e ro- nautica militare italiana Luigi Broglio e ad ingegneri e tecni- ci del Centro italiano ricerche aerospaziali, che hanno messo a punto i primi satelliti artifi- ciali italiani, il San Marco I e

II. Mette in guardia sulla ten- tazione di trarre da queste «ar- dite sperimentazioni» uno

«sterile senso di autoesalta- zione»: perché

«nessuno meglio di voi, uomini di scienza e di calco- lo esatto, può ca- pire la infinita sproporzione tra l’essere creato e l’increato Iddio, fra il commensu- rabile e l’i m m e n- so, fra il limitato e l’Infinito».

La sera del 24 dicembre 1968 il Papa celebra la messa all’Italsider di Taranto, un momento alta- mente significati- vo del pontificato. Ma il mon- do è concentrato sul primo vo- lo Terra-Luna, che ha luogo tra il 21 e il 27 dicembre, «Sei gior- ni fantastici per l’umanità» co- me scrivono i quotidiani italia- ni. E proprio in quella vigilia natalizia, la televisione fa vede- re il nostro pianeta ripreso per la prima volta dall’orbita luna- re e segnala il momento più pe- ricoloso dell’impresa, il pas- saggio degli astronauti dall’or- bita lunare a quella terrestre.

Ma Papa Montini ha già plau- dito al viaggio «favoloso» e al- l’«audacissima e studiatissima impresa», sia durante l’Ange- lus di domenica 22 che nel consueto discorso ai cardinali per gli auguri di Natale del 23, auspicando che «l’umanità che osserva e che pensa» ne derivi

«logicamente […] un inno nuovo al Dio dell’universo».

Infine, nel 1969, Paolo VIin- terviene più volte per com- mentare l’impresa spaziale lu- nare, che lo affascina come uo- mo intelligente e come cristia- Per Montini, questa dello spazio

è una strada entusiasmante

e promettente perché l’uomo moderno giunga allo scopo dell’esistenza:

la rivelazione di Dio

SEGUE A PAGINA 5 Paolo VI d u ra n t e

una visita alla Specola Va t i c a n a a Castel Gandolfo.

A destra:

Yuri Gagarin a bordo dell’a s t ro n a v e per il primo viaggio di un uomo nello spazio

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L’OSSERVATORE ROMANO

pagina 4 lunedì 12 aprile 2021

Si ribalta un barcone

Trentaquattro migranti morti al largo di Gibuti

Settanta uccisi negli scontri tra huthi e governativi a Marib

Yemen: s’infiamma il conflitto

D

AL MOND O

Iran: incidente alla centrale nucleare di Natanz

La centrale di Natanz, fulcro del programma nucleare iraniano è stata colpita da un atto di terrorismo. È quanto afferma l’Agenzia atomica iraniana dopo l’i n c i- dente avvenuto ieri nella sede dell’impianto per l’a r- ricchimento dell’uranio “Chahid-Ahmadi-Ro chan”, nell’Iran centrale, che ha causato un black-out. L’i n c i- dente non ha causato né vittime né dispersione di materiale radioattivo, ma è il secondo in meno di un anno. Teheran ha puntato il dito contro Israele accu- sandola di sabotaggio. Nessun commento dal governo israeliano.

Indonesia: forte terremoto colpisce l’isola di Java

È di otto morti e decine di feriti il primo bilancio del sisma che ha scosso ieri l’isola di Java in Indonesia. Lo riporta la protezione civile di Jakarta. Diversi villaggi sono stati evacuati, ha riferito il portavoce Raditya Jati.

Migliaia gli sfollati che necessitano di aiuti. Oltre tre- cento edifici sono stati danneggiati dal sisma. Non è scattata alcuna allerta tsunami.

Libia: delegazione governativa in visita ad Ankara

Il premier libico, Abdelhamid Dbeibah, sarà nel pome- riggio in Turchia, ad Ankara, accompagnato da un’am- pia delegazione governativa di 14 ministri e dal capo di stato maggiore, Mohammed Al-Haddad, per incontrare il presidente Recep Tayyip Erdoğan al palazzo presi- denziale di Ankara. Gli incontri – stando ai media – avranno inizio con un colloquio privato tra i due lea- der, seguito dalla prima riunione del Consiglio di coo- perazione strategica tra i due Paesi e da una cerimonia per la firma di accordi bilaterali. Al centro dei colloqui, la crisi politica ed economica in Libia.

GIBUTI, 12. Un altro viaggio della speranza dal tragico epi- logo. Trentaquattro migranti sono morti in seguito al ribal- tamento della loro imbarcazio- ne al largo di Gibuti. Lo ha re- so noto oggi l’O rganizzazione mondiale delle migrazioni (Oim). Il piccolo Stato tra Eri- trea, Etiopia e Somalia, è al cento di una delle rotte migra- torie più pericolose al mondo.

Al momento, non si conoscono ulteriori dettagli sulla trage- dia.Anche la rotta delle Cana- rie, altrettanto pericolosa, con- tinua a mietere vittime. Ieri, al- meno quattro migranti sono stati trovati morti al largo delle coste dell’arcipelago spagnolo su un’imbarcazione che tra- sportava 23 persone, tutte ori- ginarie dell’Africa subsaharia- na.Il barcone è stato localizza- to da un peschereccio a circa

200 chilometri a sud dell’isola di El Hierro. Lo riporta «El País», citando fonti del Soc- corso Marittimo. Sei persone sono state trasferite in elicotte- ro in condizioni gravi all’a e ro - porto di Tenerife Sud. Altri due elicotteri sono intervenuti per portare in salvo i migranti ancora a bordo. In un primo momento, fonti della delega- zione governativa alle Canarie avevano riferito di undici mor- ti. Le quattro nuove vittime portano tristemente a 47 il bi- lancio dei morti sulla rotta del- le Canarie dall’inizio dell’an- no. Cifra che potrebbe però ar- rivare a sfiorare il centinaio se si tiene conto dei migranti di cui si sono perse le tracce e i cui corpi non sono stati ritrovati.

Secondo i dati ufficiali, alme- no 3.436 migranti sono sbarcati alle Canarie tra il 1° gennaio e il 31 marzo, rispetto ai 1.582 nello stesso periodo del 2019.

Te n s i o n i nell’Ucraina

orientale

KI E V, 12. Rimane molto compli- cata la situazione nell’Ucraina orientale, dove aumentano le tensioni, con Kiev che ha dato notizia dell’uccisione di un mili- tare al confine da parte dei sepa- ratisti. Da sabato scorso, denun- ciano le forze armate ucraine, le postazioni dell’esercito sono sta- te attaccate nove volte, ed un al- tro soldato è rimasto ferito.

Anche i separatisti, tuttavia, accusano l’Ucraina di avere vio- lato il cessate il fuoco, mentre la Russia, nei giorni scorsi, ha apertamente minacciato l’inter - vento militare diretto qualora l’esercito di Kiev lanciasse un’offensiva.

La Russia, che ha distribuito più di 400.000 passaporti ai cit- tadini delle regioni di Donetsk e Luhansk, controllate dai separa- tisti e teatro degli scontri da or- mai sette anni, in seguito a ciò, giustifica un suo possibile inter- vento in difesa dei propri cittadi- ni all’estero. Inoltre, a fare teme- re un possibile intervento russo, è stato nelle scorse settimane lo

spostamento di truppe e artiglie- ria pesante alla frontiera con l’Ucraina.

«Nel caso in cui inizi una azione militare in Ucraina, e nel caso in cui ci sia la possibilità che si ripeta una catastrofe uma- nitaria simile a quella di Srebre- nica, nessun Paese al mondo ri- marrà indifferente. E tutti i Pae- si, inclusa la Russia, adotteran- no misure perché non si ripeta- no tali tragedie», ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmi- try Peskov. Spostamento di truppe che è stato apertamente criticato dagli Stati Uniti. Inter- vistato dalla emittente televisiva Nbc, il segretario di Stato ame- ricano, Anthony Blinken, ha detto che Washington ha «reali preoccupazioni» per il dispie- gamento di forze russe al confi- ne con l’Ucraina. Se la Russia agirà «in modo sconsiderato e aggressivo» in Ucraina, «il pre- sidente Biden è stato chiaro sul fatto che ci saranno dei costi, ci saranno delle conseguenze», ha p re c i s a t o .

SANAA, 12. È di almeno 70 morti il bilancio dei violenti combattimenti scoppiati nel- le ultime 24 ore tra le forze governative yemenite e i ri- belli huthi nell’area di Ma- rib. La regione è considerata l’ultimo bastione dei gover- nativi nel nord dello Yemen al confine con l’Arabia Sau- dita. A darne notizie sono state ieri fonti governative.

I combattimenti tra go- vernativi e huthi nel nord dello Yemen si concentrano

«su tre fronti fuori dalla città di Marib» riferiscono fonti militari rilanciate dal- le agenzie internazionali. I ribelli stanno cercando di sfondare le linee nemiche nel tentativo di strappare ai governativi l’ultimo faz- zoletto di terra in loro pos- sesso; un’area ricca di pe- t ro l i o .

Secondo le fonti, le vitti- me tra gli huthi sono 44, 30 quelle tra i lealisti.

I ribelli hanno lanciato l’offensiva su Marib alcune settimane fa. Per contrastare

l’avanzata degli huthi, i cac- cia della coalizione interna- zionale a guida saudita che sostiene il governo del presi- dente Hadi, riconosciuto anche dall’Onu, hanno bombardato dodici obiettivi legati ai ribelli, stando alla televisione ufficiale di Riad.

Intanto, sempre ieri, la coalizione internazionale a guida saudita ha reso noto di aver intercettato e distrut- to sei droni carichi di esplo- sivo lanciati da huthi contro il proprio territorio. La coa- lizione ha detto che «i ten- tativi ostili degli houthi so- no deliberati e sistematici e vogliono prendere di mira i civili» ha riferito la televisio- ne di stato. La coalizione aveva anche detto in prece- denza di aver distrutto un missile balistico lanciato da- gli huthi verso la città sau- dita di Jazan; l’ordigno è stato intercettato e distrutto prima di raggiungere la cit- tà, riporta la Reuters.

Gli attacchi missilistici degli huthi contro l’Arabia

Saudita raramente provoca- no vittime o danni ingenti, ma la loro frequenza è au- mentata negli ultimi mesi, con droni e missili balistici che ormai vengono intercet- tati in territorio saudita qua- si ogni giorno.

Come noto, i combatti- menti in Yemen sono inizia- ti nel 2014 quando gli huthi hanno preso il controllo del- la provincia settentrionale di Saada e delle aree limitrofe.

Gli houthi hanno quindi lanciato un’offensiva culmi- nata nella conquista della capitale Sana’a, costringen- do il presidente Hadi all’esi- lio all’estero. Il conflitto si è intensificato drammatica- mente nel marzo 2015, quando l’Arabia Saudita e altri otto Stati, sostenuti dalla comunità internaziona- le, hanno deciso di scendere in campo contro i ribelli al fianco dei governativi.

Oltre 700 le vittime

della repressione in Myanmar

NAY P Y I D AW, 12. Nelle ultime ore, in Myanmar sono state superate le 700 vittime nella violenta repressione dei mili- tari golpisti contro le manife- stazioni di protesta. Lo ha di- chiarato l’Associazione di as- sistenza ai prigionieri politici (Aapp), precisando che alme- no 82 persone sono state uc- cise nel fine settimana nella città sudorientale di Bago, dove secondo alcuni media locali i militari hanno fatto uso di artiglieria pesante con- tro i manifestanti. L’Aapp ha anche denunciato il ricorso alla tortura sui detenuti, che sarebbero oltre 3.000.

Ma nel Paese del sudest asiatico non si fermano le proteste contro il colpo di sta-

to dello scorso primo feb- braio. Ieri, una guardia di si- curezza è rimasta ferita nell’e- splosione di una bomba col- locata davanti a una banca di proprietà militare nella ex ca- pitale Yangon. La banca è una delle decine di aziende controllate dai generali.

Nel corso di una riunione virtuale del Consiglio di Sicu- rezza delle Nazioni Unite, il vice ambasciatore francese al Palazzo di Vetro, Nathalie Broadhurst, ha reso noto che il prossimo 20 aprile si terrà un vertice di emergenza delle Nazioni del sudest asiatico.

Fonti diplomatiche delle Na- zioni Unite si attendono che i colloqui si svolgano a Jakarta, capitale dell’Indonesia.

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L’OSSERVATORE ROMANO

lunedì 12 aprile 2021 pagina 5

no che sempre si interroga sulle mera- viglie di Dio. Vi medita con profondi- tà e accenti di stupore poetico; e pre- ga «per i pensatori e gli eroi della fa- volosa impresa». Lo fa già in occasio- ne del volo spaziale dell’Apollo 10, il 21 maggio 1969, durante l’udienza ge- nerale: «V’è qualche cosa nell’uomo che supera l’uomo, v’è un riflesso che sa di mistero, che sa di divino. Ado- riamo in silenzio. Ed insieme, noi cre- denti, noi cristiani».

E comunque, l’entusiasmo incanta- to del papa non gli fa perdere di vista le emergenze drammatiche sulla Terra e il giorno prima dell’allunaggio, al- l’Angelus del 20 luglio 1969, PaoloVI

ricorda che ogni traguardo scientifico deve assicurare agli uomini i diritti

fondamentali: «Ancora vi sono, lo sappiamo, tre guerre in atto sulla fac- cia della terra: il Vietnam, l’Africa, il Medio Oriente. Una quarta si è ag- giunta già con migliaia di vittime tra il Salvador e l’Honduras. Quale sa- rebbe il vero progresso dell’uomo se queste sciagure perdurassero e si ag- gravassero?». È finito il tempo della paura del progresso, insiste Papa Montini, che già davanti all’assem- blea dell’Onu ha affermato: «Il peri- colo non viene né dal progresso né dalla scienza: questi, se bene usati, potranno anzi risolvere molti dei gra- vi problemi che assillano l’umanità».

Anche la corsa per la conquista dello spazio deve essere pacifica e avvicina- re i popoli, coinvolti in comuni desti- ni.Il giorno fatidico del 21 luglio 1969,

pochi minuti dopo che la navicella spaziale ha toccato il suolo lunare, il Papa rivolge un saluto agli astronauti attraverso la televisione italiana:

«Qui, parla a voi astronauti, dalla sua specola di Castel Gandolfo, vicino a Roma, il Papa Paolo VI. Onore, saluto e benedizione a voi, conquistatori della Luna, pallida luce delle nostre notti e dei nostri sogni. Portate ad es- sa, con la vostra viva presenza, la voce dello spirito, l’inno a Dio, nostro Creatore e nostro Padre. Noi siamo a voi vicini con i nostri voti e con le no- stre preghiere. Vi saluta con tutta la Chiesa cattolica il Papa Paolo VI». Ai tre astronauti Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Michael Collins il Papa ha affidato un messaggio da lasciare sul- la luna, che riporta il salmo 8 e alcune parole di gloria a Dio in latino. Rice-

vendoli il 16 ottobre in udienza, offri- rà in dono a ciascuno una ceramica raffigurante i tre Re Magi, dal chiaro significato. Ancora il 12 luglio 1978, tre settimane prima della morte, Pao- lo VIcosì parla ai membri dell’Unione internazionale di astronomia: «Aiuta- teci a sollevare i nostri cuori e le no- stre menti oltre i limitati orizzonti del- le nostre fatiche quotidiane, per ab- bracciare il vasto dominio di stelle e galassie, e scoprire al di là, la magnifi- cenza e il potere del Creatore».

Su questo tracciato di pensiero e di fede «cosmici», Papa Montini si ri- volge ai membri della Pontificia Ac- cademia delle Scienze, ma anche ai fedeli durante le udienze generali in San Pietro.

Troviamo espressioni alte e bellissi- me, dove il Papa interpreta in slanci

lirici l’invisibile che è sorgente del vi- sibile. Così nel rito di chiusura del- l’Anno Santo, il 25 dicembre 1975:

«La Fede è la Vita. È la Vita, perché raggiunge Te, o Dio; Te, oceano del- l’Essere, pienezza superante e incom- bente d’ogni Esistenza, cielo dell’in- sondabile profondità, non solo della terra e del cosmo, ma pari solo a Te stesso, infinito oltre lo spazio, Padre di tutto quanto esiste». Così nel Pen- siero alla morte, dove il Papa celebra

«questo universo dalle mille forze, dalle mille leggi, dalle mille bellezze, dalle mille profondità» che «è un ri- flesso della prima ed unica Luce».

Così, in sublime sintesi, in alcune no- te personali durante un ritiro, il 18 lu- glio 1974: «Microbo nello spazio e nel tempo, io posso almeno celebrare l’u- niverso».

CO N T I N UA DA PA G I N A 3

Montini e il volo di Gagarin

Trenta Paesi si uniscono alla Fao e all’Imo per ridurre i rifiuti marini di plastica

Iniziativa mondiale

per salvaguardare gli oceani

LONDRA, 12. Trenta Paesi di varie parti del mondo hanno aderito al progetto “GloLitter Partner- ships” lanciato dall’O rganizza- zione marittima internazionale (Imo), in collaborazione con la Fao, per ridurre i rifiuti marini di plastica che derivano dai settori del trasporto marittimo e dalla pesca. L’obiettivo è muoversi verso un futuro a basso contenu- to di plastica, ma si tratta anche di un passo importante per ripu- lire gli oceani, il cui stato è già fortemente compromesso.

Il “GloLitter” viene attuato con i finanziamenti iniziali stan- ziati dal governo della Norvegia tramite l’Agenzia norvegese per la cooperazione allo sviluppo (Norad). In particolare, il pro- getto mira a sostenere i Paesi in via di sviluppo ad applicare le migliori pratiche per la preven- zione, la diminuzione e il con- trollo dei rifiuti marini, compresi gli scarti di plastica. Si tratta, inoltre, di un’iniziativa che pun- ta ad individuare opportunità per riciclare questo materiale e proteggere meglio il nostro fra- gile ambiente marino, le vite e i mezzi di sussistenza, in linea con l’Obiettivo 14 di sviluppo soste- nibile: prevenire e ridurre l’in - quinamento marino e conservare e utilizzare gli oceani in modo sostenibile.

I rifiuti di plastica hanno ef- fetti devastanti sui nostri oceani, sulla flora e la fauna marine e sulla salute umana. Ma gli scarti di plastica hanno impatti misu- rabili anche sulle industrie della pesca e del trasporto marittimo.

Ad esempio, le reti perse o ab- bandonate in mare costituiscono un serio rischio per i pescatori, in quanto possono impigliarsi nelle eliche o causare danni ai motori,

rappresentando quindi anche un grave danno economico.

Il progetto esaminerà la di- sponibilità e l’adeguatezza degli impianti portuali di raccolta dei rifiuti e sensibilizzerà il settore della pesca e dei trasporti via mare, incoraggiando la marcatu- ra delle attrezzature da pesca, in modo da poter risalire al pro- prietario in caso di perdita o ab- bandono in mare. Saranno infi- ne condotte iniziative pilota per ridurre l’uso della plastica nella trasformazione e nella commer- cializzazione del pesce.

I Paesi che hanno aderito al- l’iniziativa sono: Brasile, Costa Rica, Costa d’Avorio, India, In- donesia, Giamaica, Kenya, Ma- dagascar, Nigeria e Vanuatu, Ar- gentina, Capo Verde, Colombia, Ecuador, Gambia, Isole Salo- mone, Mozambico, Nicaragua, Panama, Perú, Filippine, Re- pubblica Unita di Tanzania, Se- negal, Sri Lanka, Sudan, Thai- landia, Timor Est, Togo, Tonga e Vietnam. Nei prossimi mesi, esperti della Fao e dell’Imo si uniranno ai partner per offrire formazione e assistenza tecnica.

Minneapolis: agenti uccidono un giovane afroamericano

WASHINGTON, 12. Riesplo- dono le tensioni razziali ne- gli Usa. La polizia ha ucci- so ieri un ventenne afroame- ricano in un centro periferi- co della città, Brooklyn Center, nella contea di Hennepin, a nord di Min- neapolis. L’episodio ha in- nescato nuove proteste con- tro le forze dell’ordine, pro- prio mentre a Minneapolis è in corso il processo contro l’agente Derek Chauvin ac- cusato dell’uccisione di George Floyd lo scorso maggio.

Secondo quanto riporta- no i media locali, la vittima sarebbe Daunte Wright, vent’anni.

Stando alla polizia di Brooklyn Center, l’episo dio ha avuto luogo ieri pome- riggio poco prima delle 14

(ora locale), quando due agenti hanno fermato un’auto per violazioni del codice della strada. Il ragaz- zo alla guida dell’auto avrebbe fatto resistenza al- l’arresto cercando di risalire in auto. A quel punto, uno dei due agenti avrebbe aperto il fuoco.

Poche ore dopo centinaia di manifestanti sono scesi in strada e hanno marciato fi- no alla sede del locale di- partimento di polizia dove ad aspettarli c’erano agenti in assetto antisommossa che hanno anche usato lacrimo- geni contro la folla. Si sono verificati momenti di tensio- ne e tafferugli. Il sindaco di Brooklyn Center, Mike El- liott, ha chiesto a tutti «di stare a casa, al sicuro» e ha imposto il coprifuoco.

Il conservatore Guillermo Lasso nuovo presidente dell’Ecuador

QU I T O, 12. Guillermo Lasso è il nuovo presidente dell’E- cuador. Sessantacinquenne uomo d’affari ed ex banchie- re, esponente del partito con- servatore Creo, al suo terzo tentativo nella corsa alla pre- sidenza, Lasso ha battuto al ballottaggio Andrés Arauz, leader di Unes e delfino del- l’ex presidente Correa. Lasso ha ottenuto il 52,5 per cento dei voti rispetto al 47,5 per cento di Arauz. Il neo presi- dente, alleatosi con il Partito socialcristiano (Psc), ha dun- que recuperato il forte diva- rio che aveva con Arauz nel primo turno del 7 febbraio, quando ottenne il 19,74 per cento dei consensi rispetto al- l’oltre 32 per cento totalizza- to da Arauz, posizionandosi al secondo posto con uno scarto minimo sul leader in- digeno ecologista Yaku Pé- re z .

«Questo è un giorno stori- co, la democrazia ha trionfa- to. Un giorno in cui tutti gli ecuadoriani hanno deciso il loro futuro, hanno espresso con il loro voto la necessità di cambiamento e il desiderio di giorni migliori per tutti», ha detto Lasso, appena ottenuta l’ufficialità della vittoria, da-

vanti ai suoi sostenitori ritro- vatisi al centro Congressi di Guayaquil. «Grazie dal pro- fondo del cuore per avermi dato l’opportunità di essere il vostro presidente e di potervi servire», ha aggiunto ringra- ziando i suoi seguaci, sottoli- neando che, dal prossimo 24 maggio – quando succederà al presidente uscente Lenín Moreno – partirà la «sfida di cambiare il Paese» con re- sponsabilità. Al fianco di Lasso, Alfredo Borrero è sta-

to eletto vice presidente del Paese andino. I due hanno promesso un nuovo corso molto diverso da quello degli ultimi 14 anni in Ecuador.

Prontamente sono arrivate le congratulazioni di alcuni leader della regione latinoa- mericana. Tra questi quelle del presidente colombiano, Iván Duque, e quelle di Luis Alberto Lacalle Pou, presi- dente dell’Uruguay, nonché dell’ex presidente dell’A rg e n - tina Mauricio Macri.

Il neo presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso (Afp)

Perú: Parlamento

frammentato dopo il voto Rapiti sette re l i g i o s i ad Haiti

PORT-AU -PRINCE, 12. Cin- que sacerdoti cattolici, tra cui due francesi, e due suo- re sono stati rapiti ad Haiti.

La notizia è stata comunica- ta dalla Conferenza Episco- pale locale, sottolineando che i rapitori hanno chiesto una somma di un milione di dollari per la liberazione dei sette religiosi. Il gruppo era in viaggio nella zona a nord est della capitale, quando è avvenuta l’a g g re s - sione. I religiosi, secondo i media, sarebbero stati rapiti da una nota banda crimina- le locale. «La Nazione deve alzarsi per combattere que- sti episodi» ha commentato padre Gilbert Peltrop, se- gretario generale della Con- ferenza haitiana.

LIMA, 12. Dopo lo svolgi- mento delle elezioni legisla- tive e presidenziali di ieri, il prossimo Congresso (Parla- mento unicamerale) del Pe- rú, composto da 130 mem- bri, dovrebbe ospitare undi- ci partiti che nel voto hanno superato la soglia minima per ottenere seggi, ma senza la possibilità di esprimere una chiara maggioranza.

Il gruppo più numeroso (28 membri) sarebbe quello di Perú libre, del leader di sinistra Pedro Castillo, se- guito da Acción Popular (23), di Yonhy Lescano, da Fuerza popular (16), della leader di destra Keiko Fuji- mori, e da Alianza para el Progreso (14), di Daniel Ur- resti. Con gruppi minori sa- rebbero presenti, fra gli al- tri, Renovación Popular (11)

di Rafael López; Avanza País dell’economista liberale Hernando de Soto, e Juntos por el Perú (8) della leader della sinistra moderata, Ve- rónika Mendoza.

Riguardo alle elezioni presidenziali, Castillo è in testa con il 16,1 per cento dei consensi, seguito a pari me- rito da De Soto e Fujimori.

Più lontano gli altri 12 can- didati dei 18 che aspirano alla successione del presi- dente ad interim, Francisco Sagasti. Il ballottaggio è in programma il prossimo 6 giugno.

Le elezioni, in piena pan- demia, si sono svolte con ri- gidi protocolli sanitari. Il vi- rus ha provocato fra l’a l t ro una forte diserzione fra le persone designate per la ge- stione dei seggi.

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