Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 22-23 marzo 2021)
L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLXI n. 65 (48.688) Città del Vaticano lunedì 22 marzo 2021
y(7HA3J1*QSSKKM( +#!"!@!$!@
#QuarantaGiorni • Tracce di riflessione lungo il cammino quaresimale
Il silenzio di Dio
e la samaritana Gesù come parabola
del diritto all’acqua
di MARCELO FIGUEROA
O
ggi, 22 marzo, si celebra la Giornata mondiale dell’ac- qua. Per compren- derla a fondo, una lettura im- prescindibile è quella del do- cumento Aqua fons vitae, elab o- rato dal Dicastero per il servi- zio dello sviluppo umano in- tegrale. Il presente articolo in- tende offrire un approccio di riflessione a questo tema alla luce della Parola di Dio.Il racconto dell’incontro di Gesù con la donna samaritana (Gv 4, 1-26), è uno dei passi del Vangelo più importanti nel momento in cui si consi- derano alcuni aspetti fonda- mentali legati all’accesso al- l’acqua. I due protagonisti del testo giovanneo si presentato in tutta la loro ricchezza, sia nel simbolismo planetario del- la donna sia nell’epicentro in- clusivo di fede personificato da Gesù.
Alla samaritana il lontano e sordo suono dell’acqua ricor- dava che, in quanto donna, apparteneva a una categoria sociale inferiore. Il luogo del pozzo era così lontano da casa sua come le sue flebili speran- ze di una vita vicina al suo popolo e alla sua cultura. La profondità del pozzo la obbli- gava a sporgersi per scrutare l’acqua, come un torbido SEGUE A PAGINA 8
«Sorella acqua»
non è
una merce
Frederick Dharshie Wissah (2019)
di GA E TA N O PICCOLO
«P
erché non risponde?»Sono passati solo al- cuni minuti dall’invio del nostro messaggio, eppure non riusciamo ad accettare che il nostro interlocutore non abbia preso immediatamente in con- siderazione le nostre parole. I servizi di messaggistica, ri- spetto all’uso della posta elettronica, che già a sua volta aveva rivoluzionato i tempi di attesa di una lette- ra cartacea, ci hanno co- stretto sempre più a ridurre i nostri tempi di reazione. In questo tempo di quaresima mi sono chiesto in che modo questo cambiamento antropologico abbia in-
ciso sulla nostra relazione con Dio: a un certo punto abbiamo, forse, rivolto anche nei confronti di Dio questa pre- tesa di una risposta veloce e senza troppa esitazione?
I testi che ci accompagnano lungo questo periodo quaresimale in- sistono non poco (e sempre di più avvi- cinandoci a Pa- squa) sul silenzio di Dio. Tutto sembra accadere come se fosse dovuto solo alle strategie di ven- detta e di potere degli uomini, sen- za che Dio si precipi- ti a modificare la rotta degli eventi. Gesù stesso sperimenta
quel silenzio dopo l’ultima cena, quando si reca a pregare nel Getsema- ni. E il testo del Vangelo ci lascia sen- za una risposta: non sappiamo se Ge- sù abbia sentito la presenza consolan- te del Padre o se abbia sperimentato solo un invito a rischiare, buttandosi con fiducia dentro quel silenzio.
Credo però che questa esperienza del silenzio sia ancor di più quella che ha sperimentato Maria, la madre di Gesù. Maria segue suo figlio mentre porta una croce pesante, che gli è sta- ta ingiustamente imposta, lungo la sa- lita del Calvario. Lo vede cadere. Ve- de il suo volto coprirsi di sangue. È ir- riconoscibile! Oso immaginare che Maria si sia rivolta con la forza di una madre verso quel Dio che tanti anni prima le aveva fatto una promessa.
”Dove sei mio Signore? Perché non
intervieni? Perché non cambi la dire- zione di questa storia?”.
In quei momenti la divinità, come dice sant’Ignazio di Loyola, sembrava nascondersi. Anche Maria si è buttata con fiducia dentro quel silenzio. Se- condo una tradizione francescana, dif- fusa a Gerusalemme, Maria non sa- rebbe tornata a casa dopo la deposi- zione di Gesù nel sepolcro, ma sareb- be rimasta lì ad aspettare, certa che Dio avrebbe risposto, nonostante quel silenzio. Ecco perché, anche sant’I- gnazio negli Esercizi spirituali, ci invita a contemplare, come prima apparizione di Gesù, quella a sua madre, sebbene non sia presente nei Vangeli. In quel- l’apparizione il silenzio di Dio trova compimento, non c’è infatti attesa o grido che non sia destinato a trovare risposta nella misericordia di Dio.
«P
er noi cre-denti, “so- rella acqua”
non è una merce: è un simbolo univer- sale ed è fonte di vita e di sa- lute». E poiché «troppi fra- telli, tanti, tanti fratelli e so- relle hanno accesso a poca acqua e magari inquinata! È necessario assicurare a tutti acqua potabile e servizi igie- nici». La denuncia di Papa Francesco è riecheggiata nella Biblioteca del Palazzo apostolico, rimbalzando in tutto il mondo attraverso i media collegati, al termine dell’Angelus domenicale del 21 marzo, vigilia della Gior- nata mondiale dell’acqua,
«che — ha spiegato — ci invi- ta a riflettere sul valore di questo meraviglioso e inso- stituibile dono di Dio». Pa- role di denuncia rilanciate con un tweet su @Pontifex oggi, lunedì 22, giorno in cui il vescovo di Roma, attraver- so un videomessaggio del cardinale Parolin, segretario di Stato, si è rivolto ai parte- cipanti all’incontro virtuale promosso da Fao e Unesco sul tema scelto quest’anno per la Giornata: «Dare valo- re all’acqua». Un tema che invita a essere più responsa- bili nella tutela e nell’utiliz- zo di questa risorsa fonda- mentale, senza la quale non c’è vita, ha detto il porpora- to a nome del Papa. «Spre- carla, trascurarla o inquinar- la è un errore che continua a ripetersi», ha ammonito, ac- cennando anche agli effetti nocivi del cambiamento cli- matico: inondazioni, siccità, aumento delle temperature, variabilità delle precipita- zioni, disgeli, diminuzione delle correnti dei fiumi ed esaurimento delle falde sot- terranee.
PAGINE6, 7, 8 E12
Dentro il Vaticano
La Biblioteca
e l’Archivio apostolici
NELLE PA G I N E 2E3
Il discorso alla comunità del Pontificio collegio filippino
Dalla memoria delle radici alla profezia del futuro
PAGINA12 Almeno cinque civili sono
morti ieri sera in Siria a cau- sa del bombardamento che ha colpito un ospedale nella città di Atareb. L’attacco è avvenuto nonostante fosse
in vigore un cessate il fuoco.
Fra i morti vi sono un bam- bino e un membro dello staff medico.
PAGINA4
Bombe colpiscono un ospedale in Siria
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 2 lunedì 22 marzo 2021
Dentro il Vaticano - La Biblioteca e l’Archivio apostolici
Storia, obiettivi e “bilancio di missione”:
come funzionano le strutture al servizio del ministero del Papa
Per custodire la memoria
80.000 volumi manoscritti e più di 1.600.000 stampati, custoditi in
Biblioteca; milioni di carte e pergamene raccolte in oltre 600 fondi e conservate su 83 chilometri di scaffalature, in Archivio: è un patrimonio librario e documentario che ha pochi eguali nel mondo quello delle due istituzioni
«apostoliche» vaticane che più
direttamente si occupano di custodire e trasmettere la memoria storica della Chiesa.
La nascita della Biblioteca si deve a Papa Niccolò V (1447-1455), che la dotò di numerosi codici e le diede una sede in Vaticano; lo stesso fece per l’A rc h i v i o Pa o l o V (1605-1621) dopo un secolo e mezzo, raccogliendo in un’unica collocazione fondi archivistici prima distribuiti in vari uffici. Ma, in realtà, per entrambi si trattò di “rifondazioni”:
le loro origini remote, infatti, si possono far risalire a quello Scrinium della Chiesa romana che già nei primi secoli racchiudeva in sé le funzioni di biblioteca e di archivio dei Papi.
Strutturata in dipartimenti (Manoscritti, Stampati e Gabinetto numismatico), uffici e servizi (tra i quali il
Laboratorio di restauro, il Laboratorio fotografico e la Scuola vaticana di Biblioteconomia), la Biblioteca vanta una preziosa e ricchissima dotazione libraria. Ma possiede anche interi archivi, sia medievali sia moderni, oltre 150.000 stampe, 300.000 tra monete e medaglie, più di 200.000 fotografie, migliaia di disegni e matrici, centinaia di oggetti d’arte. Nel lavoro sono impiegate diverse figure e
professionalità: dagli s c r i p t o re s , che si occupano della ricerca scientifica e dell’attività culturale, fino al personale addetto a mansioni specifiche come la catalogazione, il restauro,
l’informatizzazione. Fedele al compito di raccogliere e conservare il suo patrimonio per renderlo disponibile al pubblico, da almeno un decennio la Biblioteca ha iniziato un processo di digitalizzazione che consente di usufruire online di una parte del materiale custodito: attualmente è stato riprodotto e messo a disposizione il 20 per cento dei manoscritti e si conta di completare questo progetto entro i prossimi trent’anni.
Aperto alla libera consultazione degli studiosi nel 1881 da Leone XIII, l’Archivio ha mantenuto il titolo di
«segreto» — denominazione assunta a partire dalla metà del Seicento — fino a un anno e mezzo fa, quando Papa Francesco ne ha ripristinato l’originaria qualificazione di «apostolico», che
«mette in evidenza — si legge nel motu proprio del 22 ottobre 2019 — lo stretto legame della Sede romana con
l’Archivio, strumento indispensabile del ministero petrino, e al tempo stesso ne sottolinea l’immediata dipendenza dal Romano Pontefice». Finalizzata alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio documentario — che comprende, fra gli altri, gli archivi storici degli uffici di Curia e di oltre 75 rappresentanze diplomatiche della Santa Sede, e quelli completi degli ultimi due concili ecumenici — la sua attività si esplica essenzialmente in quattro settori:
pubblicazioni, conservazione e restauro, acquisizioni digitali, progetti di
collaborazioni con enti e istituzioni. Vi sono impegnate una sessantina di persone tra archivisti, scrittori,
assistenti, tecnici specializzati, segretari.
Alla guida di entrambe le istituzioni — rette da un prefetto — è l’archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, che ne coordina l’attività e le
rappresenta. La loro storica sede è nel Cortile del Belvedere, all’interno delle Mura vaticane.
Il cardinale José Tolentino de Mendonça
Antidoti all’amnesia
di BE N E D E T TA CAPELLI
U
n silenzio che è memoria, scrigno di sapere, anelito di infinito. È quanto si re- spira nella Biblioteca apo- stolica vaticana e nell’Archivio aposto- lico vaticano, istituzioni che oggi guar- dano al futuro, si aprono alla tecnolo- gia pur conservando e rispettando te- stimonianze antiche della tradizione della Chiesa. Nella Biblioteca, ad esempio, «la cattolicità — spiega il car- dinale José Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Ro- mana Chiesa — non è un’astrazione»perché si tratta di «un abbracciare tut- to ciò che è umano». Risale al 1600, con Paolo V, la separazione tra la Bi- blioteca, «istituto di conservazione e ricerca», e l’Archivio che svolge un’at - tività di «carità intellettuale» perché condivide il suo patri-
monio con studiosi di tutto il mondo.
Qual è il contributo speci- fico che la Biblioteca e l'Archivio hanno offerto nel corso dei secoli e offro- no tuttora alla missione della Santa Sede e del successore di Pietro?
Comincio da un’immagine che mi
è rimasta impressa accompagnando tante volte, in questi anni, studiosi o visitatori attraverso la Biblioteca o l’Archivio apostolici. Quando entra- no in questi spazi e contemplano l’immensità e la qualità del patrimo- nio qui conservato, rimangono am- mutoliti. Direi che il loro è un silen- zio che non è solo silenzio. È qualco- sa di simile a quel tremore che Blaise Pascal diceva essere quello provocato dal pensiero dell’infinito. Per capire la vocazione e la missione di queste istituzioni secolari, forse la cosa più corretta da farsi è riportarsi alla cen- tralità della dimensione della memo- ria nella vita della Chiesa. Questa davvero basa la propria esistenza sul- la memoria storica e sacramentale dei gesti e delle parole di Gesù. La Chie- sa è tanto più vitale quanto più è co- sciente della memoria viva che palpi- ta in sé e le assicura continuità. Una biblioteca e un archivio sono antidoti all’amnesia. Una delle missioni fon- damentali della Biblioteca apostoli- ca, per esempio, è conservare alcune delle testimonianze più antiche della tradizione manoscritta delle Sacre Scritture. Soltanto questo bastereb- be a considerarla come il cuore della Chiesa. Ma, come ha ricordato Papa Francesco, nella sua Biblioteca con- fluiscono «due grandi fiumi, la paro- la di Dio e la parola degli uomini».
Qui, in effetti, si tocca da vicino quel che significa cattolicità. Qui la catto- licità non è un’astrazione. La cattoli- cità è stata ed è vissuta dai successori di Pietro come un abbracciare tutto ciò che è umano, valorizzando tutte le culture e forme di espressione. Co- sì è andato edificandosi questo mo- numentale deposito del pensiero umano che si estende su un arco di secoli, dall’antichità fino al presente.
È la stessa universalità che troviamo rispecchiata nei documenti dell’Ar - chivio apostolico, che sono una sorta di prolungamento del libro degli Atti degli apostoli poiché narrano l’av - ventura del cristianesimo nel tempo e come lo Spirito Santo conduce la Chiesa. In questo modo è evidente, come ha detto Benedetto XVI, che l’Archivio e la Biblioteca apostolici sono «parte integrante degli stru- menti necessari allo svolgimento del Ministero petrino» e costituiscono irrinunciabili strumenti per il gover- no della Chiesa.
Anche l’attività della Biblioteca e dell’Archi - vio è oggi fortemente segnata dalla crisi sani- taria mondiale, che ha penalizzato soprattut-
to il rapporto con gli studiosi e la comunità scientifica. Come fate fronte all’emergenza e che misure avete messo in atto per garantire la sicurezza senza pregiudicare il lavoro di ricer- ca?L’Archivio e la Biblioteca asposto- lici hanno fatto il possibile per atte- nuare l’impatto di questa grave crisi sanitaria. In verità non abbiamo mai chiuso, anche se per alcuni mesi non abbiamo potuto accogliere in presen- za gli studiosi. Il nostro personale ha continuato a lavora- re in smart working e il governo, coadiuvato da una piccola équi- pe, ha continuato a operare in perma- nenza nelle sue due sedi. Le richieste di tutti coloro che, non potendo venire fisi- camente al Cortile del Belvedere (sede storica della Biblio- teca e dell’Archivio), ci hanno scritto per informazioni o copie dei materia- li, sono state soddisfatte. E, non ap- pena è stato possibile, siamo stati an- che tra i primissimi a riaprire gli spazi agli studiosi, grazie anche a una ridu- zione del tradizionale periodo di chiusura estiva. Naturalmente, al fine di ottemperare scrupolosamente a tutte le regole di protezione sanitaria, possiamo ora accogliere numeri infe- riori di ricercatori. In ogni caso, lo sforzo che facciamo è stato ampia- mente riconosciuto dagli studiosi, che elogiano il servizio altamente qualifi- cato che la Santa Sede offre alla co- munità scientifica internazionale.
Le innovazioni tecnologiche rappresentano una sfida che richiede un aggiornamento con-
tinuo per essere al passo coi tempi. Che futuro si può ipotizzare per due istituzioni nate per custodire e preservare le testimonianze del passato?
Come spesso dice Papa Francesco, non viviamo solo un’epoca di cam- biamenti, ma un cambiamento d’e- poca. È vero: siamo dentro a un cam- biamento epocale di grande portata che avrà certamente un impatto irre- versibile sul mondo delle biblioteche e degli archivi. Una cosa positiva, al- meno, già sappiamo: le società del fu- turo valorizzeranno sempre più la co- noscenza. Ciò significa che il patri- monio che noi rappresentiamo è una componente obbligatoria del futuro.
Rimangono tuttavia aperte, per il momento, molte questioni, riguar- danti sia la preservazione delle nuove modalità di comunicazione umana sia le forme di costruzione della co- noscenza stessa. È illusorio credere che il salto dall’analogico al digitale si faccia in un clic. Esige un cammino lungo e collaborativo. Ma stare al
passo coi tempi non è un’opzione: è un dovere. La Santa Sede, in effetti, non si è fermata. L’inizio della co- struzione della Biblioteca Virtuale data da oltre un decennio, e continua a progredire. Abbiamo attualmente, per così dire, due biblioteche: una fi- sica e una virtuale. Quest’ultima con- tiene, in regime di open access, circa il 20 per cento dei manoscritti che la nostra Biblioteca fisica possiede. E l’idea è di andare avanti. Chiaramen- te, tutto questo rappresenta uno sfor- zo enorme, che rivela l’amore della Santa Sede per la cultura come stru- mento per lo sviluppo umano e per la pace. Ma necessitiamo del sostegno di tutti i cristiani e persone di buona volontà consapevoli della rilevanza della cultura. Lo stesso vale per l’Ar - chivio apostolico, nel quale si conti- nuano a realizzare importanti pro- getti di digitalizzazione, tanto dei documenti come degli inventari.
Stiamo rispondendo con responsabi- lità alle sfide del futuro.
Il vescovo Sergio Pagano
Un’istituzione aperta al mondo
P
er volere di Papa Francesco l’A rc h i v i o vaticano non è più «segreto» ma«apostolico», in sostanza nulla della sua natura è andato perso o cambiato.
Resta infatti una delle istituzioni più antiche che ha una missione chiara: conservare i docu- menti del Papa, dei vari organismi della Curia mettendoli a disposizione di chi ne fa richiesta.
L’«Archivio centrale della Santa Sede», come definito da Giovanni Paolo II, ha un’estensione di documentazione pari a circa 83 km lineari e questo lo rende uno dei più vasti al mondo. È custode di una storia millenaria che non ha paura di aprirsi all’esterno; lo testimonia la possibilità di consultare i documenti del ponti- ficato di Pio XII, il Papa che ha vissuto il diffi- cile periodo del nazifascismo. Chi si rivolge a noi, sottolinea il prefetto dell’Archivio apostoli- co vaticano, il vescovo barnabita Sergio Paga- no, non è solo un cultore di storia religiosa o ci- vile ma compie indagini che «si estendono ad ogni aspetto dell’umana società».
In un contesto culturale secolarizzato come quello attuale, che sembra aver smarrito il senso della memoria e il ri- ferimento a valori “forti”, che spazio ha un’istituzione na- ta per preservare le testimonianze storiche del papato e della Chiesa?
Lo spazio e il compito che i Pontefici hanno affidato all’allora Archivio segreto vaticano, og- gi Archivio apostolico vaticano, sono gli stessi
in ogni epoca, a prescindere — generalmente parlando — dal contesto culturale mutevole: ov- vero conservare, ordinare e valorizzare la docu- mentazione prodotta dalle Segreterie dei roma- ni Pontefici e dai vari Organismi della Curia romana, nonché disporre che tale documenta- zione sia posta anzitutto al servizio interno del Papa e della Santa Sede, quindi (a partire dal 1881) alla diretta fruizione dei ricercatori di tut- to il mondo che all’Archivio vaticano ricorrono, in misura sempre maggiore, per i loro studi.
Nonostante «il contesto culturale secolariz- zato» che lei rileva nella sua domanda, a me consta che il numero dei ricercatori che chiedo- no ogni anno l’ammissione alle sale di studio dell’Archivio vaticano sia da diversi decenni più o meno stabile e si aggiri sulla cifra di circa 1.000 richieste di ammissione all’anno (siamo passati dalle 1.228 tessere di ammissione del 2015 a 1.011 tessere del 2018), salvo questo ulti- mo anno trascorso, che ha frenato di forza l’ac- cesso a Roma dei diversi studiosi (soltanto 739 ammissioni).
Il costante interesse verso la documentazio- ne dell’Archivio apostolico vaticano (che la leg- ge sugli archivi di san Giovanni Paolo IIribadi- sce essere l’archivio centrale della Santa Sede), non mostra segni di flessione negli anni, e ciò, come lei diceva, anche in periodi di forte seco- larizzazione. Ciò deriva dal fatto che la docu- mentazione dell’Archivio pontificio, oltre che uno scontato aspetto religioso, riveste anche un carattere di interesse storico, geografico, cultu- rale, e in pratica quella che gli eruditi chiama- vano “géographie humaine”. Perciò fra gli studiosi che rivolgono le loro investigazioni ai docu- menti custoditi dall’Archivio apostolico vi sono sia cultori di storia religiosa che di storia civile;
le loro indagini si estendono ad ogni aspetto della umana società. Vi è perciò chi ricerca do-
L’OSSERVATORE ROMANO
lunedì 22 marzo 2021 pagina 3
Dentro il Vaticano - La Biblioteca e l’Archivio apostolici
Monsignor Cesare Pasini
A servizio
della cultura e del sapere
cumenti atti a costruire una determinata bio- grafia (di Papi, di imperatori, di re e di sovrani o delle loro corti), chi studia una diocesi o una città, uno Stato o un impero, chi si muove nella vasto campo dell’agiografia, chi indaga le rela- zioni diplomatiche, chi studia fenomeni religio- si o movimenti teologici, chi privilegia la storia delle istituzioni, chi quella di un santuario, di un monastero, di una chiesa, chi ancora è inte- ressato alla sua parrocchia o al suo paese.
Dopo il motu proprio che il 22 ottobre 2019 ne ha mo- dificato la denominazione, eliminando il titolo di «segre- to», l’Archivio vaticano condivide ora con la Biblioteca la qualifica di «apostolico». Qual è il senso di questa deci- sione di Papa Francesco e che cosa ha significato per l’Ar - chivio?
Il senso della decisione del Santo Padre Francesco è tutto bene espresso nel motu pro- prio del 22 ottobre 2019 con cui cambiò la plu- risecolare intitolazione di Archivum Secretum Vati- canum, Archivio segreto vaticano, in Archivio apostolico vaticano. Leggendo attentamente quel documento si viene a sapere che già nel Seicento l’archivio del Papa era detto sia s e c re - tum, sia apostolicum, e che ancora nell’O ttocento si parlava di Archivum Secretum Apostolicum Vatica- num. Papa Francesco, per evitare facili frainten- dimenti che questo titolo causava o poteva cau- sare nelle lingue moderne, italiano compreso, nel termine S e g re t o , credette bene (io penso con ragione) di lasciare cadere questo termine or- mai «scomodo» e fuorviante e sostituirlo con il termine Ap o s t o l i c o , che nella pratica equivale a S e g re t o , perché in latino sia s e c re t u m (che vuol di- re separato, privato), sia apostolicum (cioè del domnus apostolicus, che è solo il Papa) designano la medesima realtà, anche giuridica. L’A rc h i v i o apostolico vaticano non ha perso nulla della sua originaria natura abbandonando quel S e g re -
to, perché anche nella nuova intitolazione volu- ta da Papa Francesco continua ad essere l’Ar- chivio privato del Papa (perciò Ap o s t o l i c o ), a lui solo soggetto e in esclusivo suo governo.
Tale mutazione del titolo in Archivio vatica- no è stata accolta sulle prime — com’è compren- sibile — con qualche nostalgia (il vecchio termi- ne latino s e c re t u m aveva pure il suo fascino!), ma poi tutti si sono resi conto che il cambio del no- me deciso dal Papa rispondeva e risponde in ef- fetti ad un bisogno di incontrare il “s e n t i re ” moderno, che nel s e c re t u m poteva pensare a re- conditi misteri racchiusi in oscuri e vasti depo- siti, romanzati solo da chi non
ha mai conosciuto la realtà del- l’Archivio vaticano.
Come è strutturato il personale del- l’Archivio e in che modo è organizzato il lavoro? Quali costi comporta? E quali sono le voci più rilevanti del vo- stro specifico “bilancio di missione”?
A capo dell’Archivio aposto- lico vaticano, così come della Biblioteca apostolica, sta il car- dinale archivista e bibliotecario,
che coordina l’attività delle due istituzioni e le rappresenta, sia in Curia romana, sia nel conte- sto internazionale. L’ordinaria gestione dell’Ar- chivio vaticano spetta al suo prefetto, nominato dal Papa; egli riferisce costantemente del gover- no dell’istituzione al cardinale archivista e il prefetto è sempre coadiuvato dal vice prefetto, anch’egli di nomina papale. Spetta al prefetto la distribuzione dei lavori scientifici agli officia- li e dei lavori ordinari di gestione ad altro per- sonale. Questo poi è composto da archivisti, scrittori, segretari, assistenti, addetti d’a rc h i v i o , tecnici specializzati dei laboratori (informatico, fotografico, di legatoria e restauro), assistenti
delle tre sale di studio e ausiliari per altre man- sioni (in tutto oggi 63 persone, destinate a ri- dursi nel corso di cinque anni, per ragioni di contenimento dei costi, a 58 persone). Il costo della gestione annuale dell’Archivio apostolico si aggira intorno al 2% dell’intero bilancio della Santa Sede. Il costo certamente più rilevante del bilancio dell’Archivio è il personale, ovvia- mente, sebbene l’Archivio apostolico, che pos- siede una estensione di documentazione pari oggi a circa 83 km lineari ed è quindi uno dei più vasti (certamente dei più antichi e preziosi) del mondo, abbia un personale al di sotto delle effettive necessità. Altri archivi di Stato (paragonabili all’A rc h i - vio del Papa) hanno almeno il doppio del personale. Ma è ov- vio pensare che la Santa Sede più di questo sforzo economico non possa compiere, tenuto conto delle relative risorse eco- nomiche e del fatto che la consi- derevole spesa per il manteni- mento annuale dell’Archivio va- ticano è volta a tutto e solo van- taggio culturale.
Dallo scorso anno, per volontà del Papa, sono disponibili alla consultazione degli studiosi i documenti del pontifica- to di Pio XII. Perché la Chiesa non deve avere «paura della storia», come ha detto lo stesso Francesco annun- ciando l’apertura degli archivi di Pacelli?
Dopo una lunga e necessaria attesa di alme- no vent’anni, il 4 marzo 2019 Papa Francesco annunciava la sua decisione di aprire alla con- sultazione degli storici le fonti del fondamenta- le pontificato di Pio XII(1939-1958). Ciò facen- do il Pontefice ribadiva una grande verità già palesata dai suoi predecessori (almeno da Leo- ne XIIIin poi), che cioè la Chiesa cattolica non
ha «paura della storia». La Chiesa sa bene che il suo passaggio nei lunghi secoli della sua esi- stenza fra le diverse civiltà, gli uomini e le cul- ture, ad altro non fu indirizzato, per volontà del suo istitutore Gesù Cristo, che alla salvezza degli uomini e alla costruzione di una città di Dio. Sa bene la Chiesa, parimenti, che il man- dato del suo Signore fu ed è affidato ad altri uomini (costituiti nel sacerdozio e nella vita lai- cale), i quali, come insegna tutto il Vecchio e il Nuovo Testamento, sono “impastati” di grazia e di peccato, di fede forte (santità) e di debo- lezze personali e contingenti. Ciò vale a comin- ciare da san Pietro, il principe degli apostoli, per continuare nei suoi successori e con i pasto- ri eletti a guidare il popolo santo di Dio. Gra- zia e peccato, robustezza spirituale e fragilità umana, luci ed ombre, insomma, sono innega- bilmente intrecciate e riflesse nella storia della Chiesa e perciò anche nei documenti custoditi dall’Archivio pontificio. Questa realtà si verifi- ca anche con i molti, anzi moltissimi documen- ti del pontificato di Papa Pacelli, ma senza che ciò desti in Papa Francesco e in noi alcuna preoccupazione. Chi poi avrà la pazienza e l’o- nestà intellettuale di studiare l’insieme delle migliaia di carte trattate da Pio XIIe dagli orga- nismi della Santa Sede sotto il suo pontificato, dovrà alla fine ammettere (ne sono pienamente convinto) che nel clima assai torbido e oscuro della seconda guerra mondiale, la cattedra di Pietro non fu affatto eclissata od offuscata dai tempi crudi e terribili, nonostante tutte le circo- stanze avverse e le incertezze in cui si trovò ad operare Eugenio Pacelli. Risulta vero l’opp o- sto. Anche agli occhi di chi le muoveva attacchi e rimproveri d’ogni sorta, la Santa Sede rimase pur sempre un punto alto di riferimento, di umanità e di civiltà, per cattolici, per non catto- lici e per non cristiani. (benedetta capelli)
P
roiettata nel futuro con la stessa missione di sempre:mettere a disposizione degli studiosi tutti i propri mate- riali. La Biblioteca apostolica vatica- na cammina su questa strada grazie a una struttura che permette di salva- guardare, curare e restaurare, se oc- corre, un vasto patrimonio costituito da volumi, incisioni e disegni, mone- te e medaglie. Un patrimonio tutela- to in ogni suo aspetto, anche in quel- lo della climatizzazione delle sale o nella produzione di immagini ad alta qualità poi trasferite sul sito internet.
«Ad oggi — spiega monsignor Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca apo- stolica vaticana — è online il 20% di tutti i manoscritti, circa 80 mila». Un lavoro, o meglio un’impresa, che sarà completato nei prossimi trent’anni.
La cura e la salvaguardia del patrimonio li- brario vaticano richiedono sensibilità storica e passione per la ricerca, ma anche particolari competenze tecniche. Che tipo di lavoro è ne- cessario e quali figure professionali vengono impiegate nella Biblioteca?
Il personale della Biblioteca com- prende al suo interno svariate compe- tenze. Gli s c r i p t o re s e tutto il personale addetto alla ricerca scientifica si dedi- cano allo studio dei manoscritti e del- la documentazione d’archivio, alla loro identificazione e catalogazione;
altro personale specializzato è impe- gnato nello studio, catalogazione e acquisizioni dei volumi a stampa, delle incisioni e dei disegni, delle mo- nete e delle medaglie: si richiedono quindi competenze specifiche per ciascuno di questi ambiti e anche per le lingue e culture che ce li tramanda- no.A un’adeguata conservazione dei
materiali e al loro restauro, quando necessario, provvede il personale del Laboratorio di restauro, mentre il personale del Laboratorio fotografi- co si occupa delle riproduzioni foto- grafiche digitali: ambedue i laborato- ri richiedono competenze specifiche continuamente in aggiornamento.
La Biblioteca odierna comprende un’ampia struttura virtuale, informa- tica, quasi una seconda biblioteca vir- tuale accanto alla biblioteca fisica: è necessario fornire molti servizi onli- ne, attraverso il sito della biblioteca e attraverso contatti informatici, in particolare dare accesso alle immagi- ni digitali dei manoscritti e degli altri materiali. È quindi necessario un uf- ficio di Coordinamento di tali servizi e un Centro elaborazione dati, con personale altamente
specializzato e conti- nuamente aggiornato.
Evidentemente una struttura così articola- ta richiede nel proprio ambito adeguate com- petenze amministrati- ve, svolte in particola- re dall’ufficio dell’E- conomato, e tutta una serie di servizi: uffici di segreteria, di Pro-
mozione e sviluppo, per l’ammissio- ne degli studiosi, per le mostre a cui la Biblioteca presta proprie opere.
Altra specializzazione è richiesta alla dirigenza e agli insegnati della Scuola di biblioteconomia, annessa alla Biblioteca, che organizza corsi biennali postuniversitari per i biblio- tecari.
Quali spese comporta la custodia di una col- lezione così vasta e preziosa? E in che modo i
costi materiali corrispondono alle finalità del- la missione affidata alla Biblioteca?
La missione della Biblioteca consi- ste nel mettere a disposizione degli studiosi e di tutti i propri materiali: si connettono quindi a questa missione le spese per il funzionamento della biblioteca a disposizione di tutti co- loro che la frequentano e le spese per rendere accessibile e aggiornata la Bi- blioteca virtuale aperta a tutti nella rete web. Inoltre, per una adeguata conservazione dei materiali sono ne- cessarie una climatizzazione specifica degli ambienti e un’opera attenta e continua di prevenzione e conserva- zione, con i costi corrispondenti. In- fine lo stesso studio e la catalogazio- ne e l’intera organizzazione della Bi- blioteca a servizio della missione, comportano gli ordi- nari costi dell’istitu- zione.
La rivoluzione tecnologica sta incidendo profonda- mente anche sulle modali- tà di lettura e di divulga- zione della parola scritta, tanto da mettere in discus- sione il futuro stesso della
“f o r m a - l i b ro ”. Quali con- seguenze ha tutto questo sulla struttura e sull’attività della Bibliote- ca?Una Biblioteca come la Vaticana, storica e attuale allo stesso tempo, conserva e valorizza tutti i beni che lungo i secoli le sono stati affidati: i libri e tutto il resto sono conservati e utilizzati, studiati e investigati. Come biblioteca-oggi, inoltre, la Vaticana è proiettata a utilizzare tutte le nuove strumentazioni che favoriscono la co- noscenza e la comunicazione di que-
gli stessi materiali: il sito web, i canali di informazione e di contatto, la digi- talizzazione. La sfida di sempre per la Biblioteca è come meglio “s e r v i re ” gli studiosi e tutte le persone interes- sate, come servire e comunicare e di- vulgare cultura: le nuove strumenta- zioni non sono uno stacco dal passa- to, ma una modalità nuova di espri- mere e migliorare la missione e il ser- vizio di sempre.
Sempre a proposito del rapporto fra tradizione e nuove tecnologie, a che punto è il lavoro di digitalizzazione del materiale librario e in che modo verrà reso fruibile alla comunità degli studiosi?
Con la digitalizzazione vengono messe a disposizioni le riproduzioni dei manoscritti, delle incisioni e dei disegni, delle monete e delle meda- glie. Seguendo la tradizione della Bi- blioteca, che accoglie gli studiosi gra- tuitamente cercando di fornire loro il miglior servizio possibile, anche que-
ste immagini sono poste online, a mano a mano che vengono prodotte, a libero accesso per tutti. La digitaliz- zazione dei manoscritti, che costitui- scono la principale tipologia di libri sottoposti a digitalizzazione per l’u- nicità singolare di ciascuno di essi, è stata iniziata nel 2012, dopo un’accu- rata preparazione durata circa due anni. A oggi la Vaticana ha riprodot- to e posto online circa il 20 per cento di tutti i suoi manoscritti, che sono circa 80.000. Il lavoro deve essere molto accurato, per non rovinare gli originali e per produrre immagini di alta qualità (un lavoro da non ripete- re di nuovo nel corso degli anni) e per favorirne la visione corretta e agi- le sul sito della Biblioteca. Con l’aiu- to di benefattori, che hanno compre- so il profondo valore di questa impre- sa, si è riusciti a procedere con un rit- mo significativo: immaginiamo di poter completare il progetto nei pros- simi trent’anni. (benedetta capelli)
L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Non praevalebunt
Città del Vaticano w w w. o s s e r v a t o re ro m a n o .v a
ANDREAMONDA
direttore responsabile Piero Di Domenicantonio
cap oredattore Gaetano Vallini segretario di redazione
Servizio vaticano:
redazione.vaticano.or@sp c.va Servizio internazionale:
redazione.internazionale.or@sp c.va Servizio culturale:
redazione.cultura.or@sp c.va Servizio religioso:
redazione.religione.or@sp c.va
Segreteria di redazione telefono 06 698 45800
segreteria.or@sp c.va Servizio fotografico:
telefono 06 698 45793/45794, fax 06 698 84998 pubblicazioni.photo@sp c.va
w w w. p h o t o v a t . c o m
Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano Stampato presso la Tipografia Vaticana
e srl
w w w. p re s s u p . i t via Cassia km. 36,300 – 01036 Nepi (Vt)
Aziende promotrici della diffusione: Intesa San Paolo
Tariffe di abbonamento
Vaticano e Italia: semestrale € 225; annuale € 450 Europa: € 720;
Africa, Asia, America Latina, America Nord, Oceania: € 750;
Abbonamenti e diffusione (dalle 9 alle 15):
telefono 06 698 45450/45451/45454 fax 06 698 45456
[email protected] diffusione.or@sp c.va
Per la pubblicità rivolgersi a marketing@sp c.va
N e c ro l o g i e : telefono 06 698 45800
segreteria.or@sp c.va
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 4 lunedì 22 marzo 2021
Non si fermano le violenze dei militari golpisti
Myanmar: 250 morti dall’inizio delle proteste
Sei anni di guerra civile nello Yemen Devastante impatto sui minori
D
AL MOND OCrollo della lira turca dopo la rimozione del governatore della Banca centrale
Dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha ri- mosso sabato scorso il governatore della Banca centrale Naci Agbal, e nominato a succedergli Sahap Kavcioglu — ex esponente dell’Akp, il partito di Erdoğan — questa mat- tina è stato registrato un crollo della lira turca rispetto al dollaro statunitense. Nel tentativo di rassicurare i mercati è prontamente intervenuto il ministro delle Finanze turco, Lutfi Elvan, affermando che «non ci sarà assolutamente al- cun allontanamento dal meccanismo del libero mercato.
Continueremo con determinazione a implementare il siste- ma di libero scambio».
Afghanistan: conclusa la visita a sorpresa del segretario alla Difesa degli Stati Uniti
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha compiuto ieri una visita a sorpresa in Afghanistan, a poche settimane dal ritiro delle forze militari Usa presenti nel Pae- se asiatico. Lo ha reso noto il Pentagono a conclusione del viaggio di Austin, specificando che lo stesso ha avuto collo- qui con il presidente Ashraf Ghani. Il ritiro è previsto per il 1° maggio in base a un accordo raggiunto con i talebani dal- la precedente amministrazione del presidente Trump.
Regno Unito: feriti alcuni agenti di polizia durante una manifestazione a Bristol
Una manifestazione andata in scena ieri a Bristol, attorno al commissariato di Bridewell, indetta contro il disegno di legge (ddl) che rafforza, fra l’altro, i poteri d’intervento della polizia britannica nelle manifestazioni pubbliche, è degenerata con disordini e duri scontri in cui diversi poli- ziotti sono rimasti feriti. La ministra dell’Interno, Priti Pa- tel, che nei giorni scorsi ha difeso il ddl, ha denunciato su Twitter quanto accaduto, definendolo «inaccettabile».
NAY P Y I D AW, 22. Senza sosta le violenze contro i manifestanti in Myanmar. Sono almeno 250 le persone che dallo scorso primo febbraio hanno perso la vita durante le dimostrazioni di protesta contro il colpo di stato militare nel Paese del su- dest asiatico. Manifestazioni represse duramente dalla poli-
zia e dalle forze di sicurezza.
Ieri si sono aggiunte alla lunga lista delle vittime altre 3 persone. Lo denuncia l’o rg a - nizzazione non governativa Aapp, l'Assistance Association for Political Prisoners, fondata da ex detenuti politici in esilio con base in Thailandia.
«Questo è il numero docu- mentato e verificato da noi, ma sicuramente le vittime so- no molte di più», ha affermato Aapp in un comunicato. Nu- merosi anche gli arresti: al 20 marzo, un totale di 2345 tra
fermati, incriminati e condan- nati. Tra gli arrestati ci sono anche il presidente, Win Myint, e il consigliere di Stato e ministro degli Esteri, il pre- mio Nobel per la pace Aung san Suu Kyi.
È stato intanto rilasciato stamane Aung Thur, il giorna- lista della Bbc arrestato da uo-
mini non identificati, lo scorso 19 marzo, mentre stava se- guendo una manifestazione di protesta davanti al tribunale di Naypyidaw. Lo riporta la Bbc, ricordando che sono quaranta i giornalisti arrestati nel Myanmar dal colpo di stato.
La giunta militare ha anche re- vocato la licenza per lavorare a cinque testate giornalistiche.
Oggi, a Bruxelles, è previ- sta una riunione dell’Unione europea, dove dovrebbero es- sere decise sanzioni contro i generali golpisti.
Bombe colpiscono un ospedale
nel nord della Siria
DA M A S C O, 22. Almeno cinque civili sono morti ieri sera in Si- ria a causa del bombardamen- to che ha colpito un ospedale nella città nord-occidentale di Atareb. L’attacco è avvenuto nonostante il cessate il fuoco in vigore da più di un anno nella regione. A denunciare il fatto è l’Osservatorio siriano per i diritti umani, voce del- l’opposizione in esilio a Lon- dra. Più di sei missili avrebbe- ro colpito la struttura. Fra i morti vi sono un bambino e un membro dello staff medico, riferisce l’Osservatorio, par- lando anche di undici feriti,
alcuni dei quali in condizioni critiche.
A dieci anni dallo scoppio del conflitto, dunque, le vio- lenze non sembrano attenuarsi in Siria. Secondo i media loca- li, pochi giorni fa l’aviazione turca ha condotto diversi raid aerei su una zona controllata dalle milizie curde nel nord della Siria, i primi da 17 mesi.
«Un aereo da combattimento turco ha preso di mira delle postazioni militari delle Forze democratiche siriane (Fds, a guida curda) nel villaggio di Saida, nella periferia di Ain Is- sa» riferiscono le ong.
Esplosione vicino alla barricata di alcuni manifestanti a Mandalay (Reuters )
NEW YORK, 22. «Una cre- scente ondata di violenza in tutto lo Yemen continua ad avere un impatto devastante sui bambini, con otto bambi- ni uccisi e altri 33 feriti in una serie di attacchi dall’inizio del mese». Questo quanto af- fermato in una dichiarazione da Philippe Duamelle, rap- presentante del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) nel Paese, in cui vie- ne denunciata una forte esca- lation delle violenze, con un’intensificazione dei com- battimenti tra le forze del go- verno e i ribelli Houthi, in particolare nei governatorati di Taiz e Hodeida.
Duamelle ha aggiunto che i bambini sono stati feriti an- che in attacchi in altre pro- vince — Al Bayda, Al Dha- le'e, Ibb e la provincia cen- trale di Marib — e che quelli resi noti sono solo i numeri che le Nazioni Unite sono state in grado di confermare.
I numeri reali, probabilmen- te, potrebbero essere ancora più alti. «Condanniamo que- sti attacchi con la massima fermezza. Troppo spesso i bambini e le loro famiglie pa- gano il prezzo più alto men-
tre il conflitto infuria intorno a loro» si legge ancora nella nota diffusa dall’Unicef, se- condo cui a Taiz alcuni attac- chi hanno preso di mira obiettivi civili, tra cui una scuola — occupata dalle trup- pe governative — e un ospe- dale, in piena violazione del diritto internazionale umani- tario. «Chiediamo a tutte le parti in conflitto di protegge- re i civili e fermare gli attac- chi alle infrastrutture civili e nelle aree densamente popo- late» l’invito dell’Agenzia Onu, «mentre ci avviciniamo a sei anni di brutale conflitto in Yemen, i bambini e le fa- miglie hanno bisogno di pace più che mai».
Dal 2015 la guerra civile ha ucciso nello Yemen circa 130.000 persone — inclusi più di 18.000 vittime civili — e ha generato una delle peggiori crisi umanitarie del mondo, insieme a quella siriana nel Medio Oriente e a quella ve- nezuelana in America Latina.
Sono oltre 4 milioni, tra cui più di 2 milioni di bambini, gli yemeniti costretti a lascia- re le proprie abitazioni in questi sei anni di conflitto, e si stima che, al momento, cir-
ca l’80 per cento della popo- lazione — più di 24,3 milioni di persone, di cui 12,4 milioni bambini sotto i 18 anni — ne- cessiti di assistenza umanita- ria.Il costante peggioramento della situazione sta inoltre esponendo lo Yemen a un se- rio rischio di carestia: in base agli ultimi dati aggiornati, sono 400.000 i bambini in pericolo di vita, poiché affetti da malnutrizione acuta gra- ve, su quasi 2,3 milioni di malnutriti. In tutto il Paese, 17,9 milioni di persone neces- sitano di assistenza medica:
più della metà delle strutture sanitarie non sono operative, con il covid-19 che ha com- portato una maggiore pres- sione sul già fragile sistema sanitario. La pandemia ha messo ulteriormente a dura prova le possibilità di istru- zione e le misure di protezio- ne dell’infanzia. Nel contesto attuale, ridurre l’esp osizione al virus, la mortalità e assicu- rare la continuità dei servizi essenziali risulta complicato, con la diffusione del virus molto probabilmente sotto- stimata per le limitate capaci- tà di test diagnostici.
Lockdown in Germania anche ad aprile
BE R L I N O, 22. Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, è intenzio- nata a varare un'ulteriore proroga del lockdown attualmente in vigore in Germania. È quanto emerge da una bozza del docu- mento che sarà discusso oggi al vertice tra la stessa Merkel e i governatori dei Länder, anticipata dall'agenzia di stampa Afp.
Il documento prevede il mantenimento delle misure di con- finamento almeno fino ad aprile inoltrato, in linea con le deci- sioni adottate da altri Governi europei, ma ad ora non è con- tenuta alcuna data per la conclusione delle restrizioni.
L’impennata dei contagi condizionerà anche i lavori dei lea- der dell’Unione europea, costretti a rinunciare ad un vertice in presenza a Bruxelles il 25 e 26 marzo, per fare il punto sulla campagna vaccinale. Giovedì e venerdì prossimi discuteranno, infatti, in videoconferenza. Il covid-19, finora, ha provocato 123 milioni di contagi e oltre 2,7 milioni di morti in tutto il mondo. Dati certamente impressionanti, ma che chiarificano solo in parte l’emergenza in corso. L’Europa, soprattutto, è preoccupata dalla recrudescenza del virus dopo un breve pe- riodo di tregua, a causa delle nuove varianti. In una fase in cui i vaccinati sono ancora troppo pochi.
L’OSSERVATORE ROMANO
lunedì 22 marzo 2021 pagina 5
Allerta nel Nuovo Galles del Sud
L’Australia flagellata dalle inondazioni
Emergenza umanitaria tra Stati Uniti e Messico
Un’ondata di migranti Biden andrà al confine
Assassinata una candidata alle municipali
Sangue sul voto in Messico
CITTÀ DEL ME S S I C O, 22. Non si ferma l’ondata di violenze in Messico. Una candidata al- le prossime elezioni municipa- li in Messico è stata assassina- ta nello stato di Oaxaca, nel sud del Paese. Ivonne Galle- gos è stata uccisa da un grup- po di uomini armati. Lo ha re- so noto la polizia a Ocotlán de Morelos, 30 chilometri a sud della capitale Oaxaca.
«Condanniamo fermamente l’omicidio della nostra candi- data», ha scritto su Twitter Marko Cortés, presidente del Partito di azione nazionale (Pan), cui Gallegos appartene- va.
Le elezioni si terranno a giugno per rinnovare i seggi dei governatori di diversi Stati e sindaci. Centinaia di politici sono stati aggrediti o uccisi in attacchi che si intensificano durante il periodo delle ele- zioni. Tra settembre 2020 e il 5 marzo sono stati uccisi 55 poli- tici, di cui 14 candidati.
Da segnalare anche l’ucci- sione pochi giorni fa di 17 agenti di polizia in alcune im- boscate da parte di una non identificata banda criminale a circa 80 chilometri da Città del Messico. La banda – dice la stampa locale – era legata al n a rc o t r a f f i c o .
CANBERRA, 22. Circa 18.000 persone sono state evacuate nelle ultime ore nello Stato australiano del Nuovo Galles del Sud a causa delle forti piogge che continuano ad ab- battersi sulla costa orientale del Paese. Secondo quanto ri- porta la Bbc, il premier au- straliano Scott Morrison ha offerto aiuti in denaro alle fa- miglie costrette ad abbando- nare le proprie case. Da parte sua, il premier del Nuovo Galles del Sud, Gladys Bere- jiklian, ha sottolineato che fi- no ad ora non si segnalano vittime: «Un miracolo – ha detto – visto quello che stia-
mo passando». Ma i danni sono ingenti in una regione in cui vive circa un terzo dell’in- tera popolazione australiana di 25 milioni di abitanti.
Non solo. Il fiume Hawke- sbury, a nord-ovest di Syd- ney, potrebbe raggiungere il livello più alto nelle prossime ore dalla devastante inonda- zione del 1961. Anche la diga di Warragamba, la principale fonte d'acqua di Sydney, ha raggiunto il limite della pro- pria capacità di contenimen- to per la prima volta da anni ed ha iniziato a traboccare, mettendo in pericolo i primi sobborghi a ovest della città.
WASHINGTON, 22. «Andrò alla frontiera con il Messico, a un certo punto». Il presi- dente Joe Biden, di rientro alla Casa Bianca da Camp David, ha spiegato alla stam- pa la sua intenzione di en- trare in prima persona nell’e- mergenza umanitaria al con- fine meridionale degli Stati Uniti: accusato dall’opp osi- zione repubblicana di avere rianimato la speranza dei mi- granti latinoamericani in fu- ga da fame, violenza e tifoni, il presidente degli Stati Uni- ti andrà sul posto, dove mi- gliaia di disperati stanno tentando la pericolosa traver- sata del Rio Grande.
Gruppi familiari, uomini soli, migliaia di bambini ed adolescenti in viaggio senza adulti: la polizia di frontiera rimanda indietro tutti, meno i ragazzini non accompagna- ti che sono stati circa 10.000 solo a febbraio. Biden aveva promesso, nei giorni scorsi, un meccanismo di migrazio- ne «all’altezza del 21° secolo basato su dignità ed equità».
Ha spiegato domenica, rivol- gendosi all’opinione pubbli- ca, interna e non, che i tem- pi non saranno brevi.
Se l’obiettivo, infatti, è aprire la via alla regolarizza- zione di 11 milioni di perso- ne già presenti negli Stati Uniti, il piano a lunga sca- denza è «ristabilire quel che esisteva prima» ha spiegato il presidente. Ossia un mec- canismo nel quale i richie- denti asilo restino a casa avendo la possibilità di pro-
muovere e seguire da là la loro richiesta. I numeri della crisi in corso sono altissimi ßma non inediti, secondo sti- me del Pew Research Center.
L’ondata di arrivi a partire dall’insediamento di Biden alla fine di febbraio, ha toc- cato, dicono i ricercatori Prc, i 18.945 gruppi familiari e i 9.287 bambini non accompa- gnati intercettati alla frontie- ra. Un incremento rispettiva- mente del 168% e del 63% ri- spetto al mese precedente.
Ma anche l’e m e rg e n z a della primavera 2019 aveva visto nel solo mese di mag-
gio, 55.000 bambini fermati al confine, 11.500 dei quali in viaggio senza un adulto. La marea che sale dall’America centrale agli Usa è inarresta- bile e ricorrente. Domenica anche il Messico ha provato a contrastarla rinforzando il confine meridionale con il Guatemala, rallentando le normali comunicazioni fra i due Paesi. Una misura che già in passato non aveva ri- solto il problema.
L’amministrazione statuni- tense si rivolge, dunque, alle persone che partono o che desiderano farlo, oltre che
all’opinione pubblica inter- na. Lo ha detto in diverse interviste tv il segretario alla sicurezza interna Alejandro Mayorkas: «Il nostro mes- saggio —ha ripetuto più vol- te domenica — è stato diret- to. Il confine è chiuso. Stia- mo rimandando indietro fa- miglie ed adulti soli. Ed ab- biamo deciso di non espelle- re i bambini in condizioni di vulnerabilità». Ma, ha soste- nuto «occorre tempo e noi sappiamo cosa fare. Stiamo seguendo il nostro piano e riusciremo a portarlo a ter- mine».
D
AL MOND OEgitto: morta la scrittrice Nawal al-Saadawi simbolo dell’emancipazione femminile
È morta, all’età di 89 anni, la scrittrice e psichiatra egizia- na Nawal al-Saadawi, ritenuta una delle figure intellettua- li più importanti dell’emancipazione femminile nel mon- do arabo. Autrice di cinquanta libri, tradotti in almeno trenta lingue, si è sempre espressa contro la poligamia, la violenza domestica sulle donne e l’estremismo religioso, l’uso del velo, la disuguaglianza dei diritti di eredità tra uomini e donne nel mondo islamico. E, soprattutto, ha combattuto contro le mutilazioni genitali femminili che riguardano oltre il 90 per cento delle donne egiziane e di cui ella stessa fu vittima da bambina. Fu consigliera delle Nazioni Unite sul programma per le donne in Africa e nel Medio Oriente. Fondò e fu a capo dell’Asso ciazione per la solidarietà delle donne nel mondo arabo e co-fon- dò l’Associazione araba per i diritti umani.
Ex presidente della Repubblica Centrafricana alla guida dei gruppi armati ribelli
L’ex presidente della Repubblica Centrafricana, François Bozizé, avrebbe assunto la guida della Coalizione dei pa- trioti per il cambiamento (Cpc), aggregazione di gruppi ribelli nata nel dicembre scorso con l’intenzione di rove- sciare il presidente Faustin Archange Touadéra, rieletto a gennaio. Lo ha reso noto il portavoce della Cpc, Serge Bozanga, annunciando che i sei gruppi armati membri della Coalizione — che controllano i due terzi della Re- pubblica Centrafricana — gli hanno chiesto di diventare la guida della stessa e dunque di assumere il ruolo di
«coordinatore generale» dell’offensiva contro il presidente To u a d é r a .
Filippine: l’esercito uccide leader
del gruppo separatista islamico Abu Sayyaf
Militari dell’esercito delle Filippine hanno ucciso nella notte tra sabato e domenica un leader del gruppo separa- tista islamico Abu Sayyaf e salvato quattro ostaggi indo- nesiani detenuti dal gennaio dello scorso anno. Lo hanno reso noto ieri fonti militari citate dal Bangkok Post. Lo scontro a fuoco sarebbe avvenuto nella città di Languyan dell’isola Tawi-Tawi. Sahidjuan, secondo il generale Cor- leto Vinluan, è stato la mente di diversi rapimenti da par- te di Abu Sayyaf, da decenni è coinvolto anche in atten- tati dinamitardi e atti di pirateria. Nel 2014 il gruppo ha proclamato fedeltà allo Stato Islamico.
Alla frontiera tra Brasile e Venezuela
Violenza della polizia contro i profughi
BRASÍLIA, 22. A Pacaraima, città di 10mila abitanti e porta d’ingresso dei venezuelani in Brasile, nello Stato di Rorai- ma, mercoledì 17 marzo, la Polizia federale e quella civile dello Stato hanno condotto un’operazione congiunta nel- la “Casa San José”, un centro di accoglienza per i migranti venezuelani, gestito dalla Suore di San Giuseppe e dal- la Pastorale per i Migranti della diocesi di Roraima.
Gli agenti, agendo in mo- do sproporzionato, sarebbe- ro entrati nella struttura sen- za uno specifico mandato, fa- cendo uscire dalla stessa una settantina di persone accolte dalle suore, tra cui 21 donne, comprese alcune in stato di gravidanza, e 40 bambini. I responsabili della struttura, inoltre, sono stati costretti a recarsi presso la Stazione di polizia locale e gli apparecchi telefonici della Casa sono sta- ti sequestrati.
La vicenda ha indotto 121 organizzazioni sociali ed ec- clesiali a diramare una nota pubblica per chiedere giusti- zia, tutela della dignità e la fi- ne di simili violenze. Si è trat- tato, infatti, di «gravissime violazioni dei diritti della po- polazione migrante e degli operatori umanitari» si legge
nel comunicato in cui viene reso noto che i migranti sono stati minacciati di espulsione, in violazione alle leggi inter- nazionali, e ciò haprovocato
«grande timore tra la popola- zione immigrata e rifugiata che, essendo terrorizzata, fi- nisce per non chiedere più as- sistenza ai Centri di servizi so ciali».
Il documento è stato sigla- to anche da diverse Caritas diocesane, dalla Commissio- ne brasiliana Giustizia e pa- ce, dal settore Giovani della Repam (Rete ecclesiale pana- mazzonica), dalla Conferen- za dei religiosi del Brasile, dal Consiglio indigenista missio- nario, dalla Pastorale carcera- ria nazionale, dal Servizio dei gesuiti per i migranti e dalla Rete Clamor del Brasile.
Le organizzazioni hanno ricordato che «l’atto di mi- grare non può mai essere de- finito illegale, ma come dirit- to umano universale», e al tempo stesso come non sia as- solutamente «illegale neppu- re l’assistenza sociale e uma- nitaria fornita ai migranti in situazione irregolare da parte di enti della società civile».
In virtù di questo dovrebbe essere garantito il «rispetto delle organizzazioni umani- tarie e dei loro operatori».
Agenti sul luogo dell’assassinio
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 6 lunedì 22 marzo 2021
22 marzo - Giornata mondiale dell’acqua
Emergenza idrica e sfide globali
La grande sete
E
ccellenze,È per me un onore salutarvi cor- dialmente, anche a nome del San- to Padre, in occasione della Gior- nata mondiale dell’acqua 2021.Il tema scelto per questo anno,
«Valorizzare l’acqua», ci invita a essere più responsabili nella tute- la e nell’utilizzo di questo ele- mento tanto fondamentale per la preservazione del nostro pianeta.
Senza acqua, in effetti, non ci sa- rebbe stata vita, né centri urbani, né produttività agricola, forestale e zootecnica. Ciononostante, que- sta risorsa non è stata curata con lo zelo e l’attenzione che merita.
Sprecarla, trascurarla o inquinarla è stato un errore che continua a ripetersi anche ai nostri giorni.
Non solo, ma anche nel XXIse-
colo, nell’era del progresso e degli sviluppi tecnologici, l’accesso al- l’acqua potabile e sicura non è al- la portata di tutti. Il Santo Padre ci ricorda che l’acqua «è un diritto umano essenziale, fondamentale e univer- sale...[...] condizione per l’esercizio degli altri diritti umani» (Enciclica Lauda- to si’, n. 30); un bene a cui tutti gli esseri umani, senza eccezione, hanno diritto di accedere in ma- niera adeguata, così da poter con- durre una vita dignitosa. Pertanto
«questo mondo ha un grave debi-
to sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro ina- lienabile dignità» (Ibidem).
A questa triste realtà si aggiun- gono oggi gli effetti nocivi del cambiamento climatico: inonda- zioni, siccità, aumento delle tem- perature, variabilità repentina e imprevedibile delle precipitazio- ni, disgeli, diminuzione delle cor- renti dei fiumi ed esaurimento delle acque sotterranee. Tutti que-
sti fenomeni pregiudicano e ab- bassano la qualità dell’acqua e, di conseguenza, impediscono una vita serena e feconda. A questo stato di cose contribuiscono an- che la diffusione della cultura del- lo scarto e la globalizzazione del- l’indifferenza, che portano l’uo- mo a sentirsi autorizzato a sac- cheggiare e a depredare il creato.
Senza dimenticare l’attuale crisi sanitaria, che ha aumentato le di- suguaglianze sociali ed economi- che esistenti, mettendo in eviden- za il danno causato dall’assenza o dell’inefficienza dei servizi idrici tra i più bisognosi.
Pensando a quanti oggi sono privi di un bene così sostanziale come l’acqua, come pure alle ge- nerazioni che ci succederanno, in-
vito tutti a lavorare per porre fine all’inquinamento dei mari e dei fiumi, delle correnti sotterranee e delle sorgenti, attraverso un’op era educativa che promuova il cam- biamento dei nostri stili di vita, la ricerca della bontà, la verità, la bellezza e la comunione con gli altri uomini in vista del bene co- mune. Che siano questi gli ele- menti che determinano le scelte del consumo, del risparmio e de- gli investimenti (cfr. San Giovan- ni Paolo II, Enciclica Centesimus an- nus, n. 36).
«Valorizzare l’acqua», come re- cita il tema di quest’anno, signifi- ca, pertanto, modificare il nostro stesso linguaggio. Invece di parla- re del suo “consumo”, dobbiamo riferirci al suo “uso” sensato, in funzione dei nostri bisogni reali e rispettando quelli degli altri. «Se qualcuno possiede acqua in avanzo, e tut- tavia la conserva pensando all’umanità
— ci dice il Santo Padre — è perché ha raggiunto un livello morale che gli permette di andare oltre sé stesso» (En- ciclica Fratelli tutti, n. 117). Se vivre- mo con sobrietà e metteremo al centro dei nostri criteri la solida- rietà, utilizzeremo l’acqua razio- nalmente, senza sperperarla inu- tilmente, e potremo condividerla con quanti ne hanno più bisogno.
Per esempio, se proteggiamo le paludi, riduciamo le emissioni di gas ad effetto serra, permettiamo l’irrigazione ai piccoli agricoltori e miglioriamo la resilienza nelle zo- ne rurali, le comunità a basso red- dito, che sono le più vulnerabili per quanto riguarda l’approvvi - gionamento idrico, ne trarranno beneficio e usciranno dal loro sta- to di prostrazione e abbandono.
«Valorizzare l’acqua» può si- gnificare anche riconoscere che la sicurezza alimentare e la qualità dell’acqua sono intimamente col- legate tra loro. Di fatto, questa ri- sorsa svolge un ruolo essenziale in tutte le fasi dei sistemi alimen- tari: nella produzione, nella lavo- razione, nella preparazione, nel consumo e, in parte, anche nella distribuzione degli alimenti. L’ac- cesso all’acqua potabile e alla de- purazione adeguata riduce il ri- schio di inquinamento degli ali- menti e di diffusione delle malat- tie infettive, che incidono sullo stato nutrizionale e sulla salute delle persone. Molte, se non la maggior parte, delle patologie provocate da alimenti hanno di fatto la loro origine nella cattiva qualità dell’acqua utilizzata nella loro produzione, lavorazione e p re p a r a z i o n e .
Per garantire il giusto accesso all’acqua è di vitale urgenza agire senza indugio, per porre fine una volta per tutte al suo spreco, alla sua mercificazione e al suo inqui- namento. È più che mai necessa- ria la collaborazione tra gli Stati, tra il settore pubblico e quello privato, come pure la moltiplica- zione delle iniziative da parte de- gli Organismi intergovernativi.
Sono altresì urgenti una copertu- ra giuridica vincolante, un soste- gno sistematico ed efficace, affin- ché in tutte le zone del pianeta giunga, in quantità e qualità, l’ac- qua potabile.
L’appello del Papa rilanciato in un videomessaggio del cardinale segretario di Stato
Porre fine a mercificazione e inquinamento
di LUCA M. PO S S AT I
A
livello globale, oggi, più di 1,42 miliardi di perso- ne, tra cui 450 milioni di bambini, vivono in aree ad alta, o estremamente alta, vulne- rabilità idrica. Questo significa che 1 bambino su 5 in tutto il mondo non ha abbastanza acqua per sod- disfare le sue esigenze quotidiane.Fanno riflettere gli ultimi dati diffusi dall’Unicef, il fondo dell’O- nu per l’infanzia, che scattano la fo- tografia di una crisi nascosta ma terribile: la corsa all’acqua, destina- ta a diventare l’“oro blu” in un mondo sempre più afflitto dal ri- scaldamento globale. Quella del- l’acqua è infatti una crisi stretta- mente connessa alla trasformazio- ne del clima, come dimostrano le ri- correnti siccità, alluvioni, nonché la scomparsa o distruzione delle risor- se idriche con tutte le conseguenze economiche e sociali che questi fe- nomeni comportano. Meno del 3%
delle risorse idriche mondiali è co- stituito da acqua dolce, e stanno di- ventando sempre più scarse.
Proprio per mettere al centro del dibattito pubblico il tema della ge- stione delle risorse idriche, l’O nu ha istituito nel 1992 la Giornata mondiale dell’acqua, che cade il 22 marzo. L’allarme è concreto: se- condo i dati del palazzo di Vetro, quasi 1 bambino su 4 a livello glo- bale vivrà in aree di stress idrico estremamente elevato entro il 2040.
A oggi, l’Africa orientale e meridio- nale possiede la percentuale più al- ta di bambini che vivono in condi- zioni di emergenza idrica, con più della metà (il 58%) che ha difficoltà ad accedere a una quantità suffi- ciente di acqua ogni giorno. È se- guita dall’Africa occidentale e cen- trale (31%), dall’Asia meridionale (25%) e dal Medio Oriente (23%).
In termini reali, invece, è l’Asia me- ridionale a ospitare il maggior nu- mero di bambini che vivono in aree ad alta o estremamente alta vulne- rabilità idrica; si parla di più di 155
milioni di bambini. La crescente scarsità d’acqua incide sulla salute.
Ogni giorno, più di 700 bambini sotto i 5 anni muoiono di diarrea a causa di acqua e servizi igienici non sicuri. Quando i bambini si amma- lano di diarrea, non sono in grado di assorbire i nutrienti di cui hanno bisogno per crescere. Nel tempo questo può portare a un ritardo del- la crescita e può avere un impatto irreversibile sullo sviluppo fisico e mentale dei bambini. Circa 144 mi- lioni di bambini sotto i 5 anni in tutto il mondo soffrono di ritardo della crescita.
Inoltre, la scarsità idrica ha rica- dute sociali immense. In Africa e Asia meridionale donne e bambini sono spesso costretti a fare molti chilometri a piedi per prendere un p o’ d’acqua non contaminata.
Viaggi che durano un’intera gior- nata e che quindi impediscono ai piccoli di frequentare le lezioni.
Grazie alle associazioni di volonta- riato sono stati raggiunti obiettivi importanti, come la costruzione di pozzi d’acqua o il miglioramento delle strutture di distribuzione, ma spesso manca l’impegno della poli- tica e gli investimenti dei governi.
Il monito della Giornata mon- diale dell’acqua 2021 è “v a l o r i z z a re l’acqua”. Gli esperti dell’Onu de- nunciano infatti la mancanza di una pianificazione globale nella ge- stione idrica, il che aumenta gli sprechi. «La crisi mondiale dell’ac- qua non è semplicemente in arrivo, è qui, e il cambiamento climatico non farà che peggiorare la situazio- ne» ha dichiarato il direttore gene- rale dell’Unicef Henrietta Fore. «I bambini sono le vittime principali.
Quando i pozzi si prosciugano, so- no i bambini a saltare la scuola per andare a prendere l’acqua. Quando la siccità diminuisce le scorte di ci- bo, i bambini soffrono di malnutri- zione e ritardo della crescita.
Quando le inondazioni colpisco- no, i bambini si ammalano a causa di malattie legate all’acqua. E quando le risorse idriche diminui-
scono, i bambini non possono la- varsi le mani per combattere le ma- lattie».
Il problema — dicono gli analisti
— riguarda anche la mentalità co- mune, soprattutto nei Paesi occi- dentali, dove il rischio idrico non è percepito. Secondo l’O rganizza- zione mondiale della sanità (Oms), tecnicamente lo spreco di acqua av- viene quando si consumano più di 50 litri al giorno. In un Paese come l’Italia, ad esempio, la media si ag- gira intorno ai 245 litri quotidiani (dati Istat). Solo l’1% dell’acqua è
bevuta; la maggior parte (39%) è utilizzata per doccia e bagno: solo per lavarsi i denti, se non si chiude il rubinetto, si possono sprecare fi- no a 30 litri d’acqua al giorno, dico- no gli esperti. Un altro dato che fa pensare è quello della dispersione dell’acqua immessa, ovvero della quantità che si perde a causa del cattivo funzionamento delle reti idriche.
Ma il problema è globale. Come diceva Ismail Serageldin, ex vice- presidente della Banca mondiale,
«se le guerre del XXsecolo sono sta- te combattute per il petrolio, quelle
del XXIsecolo avranno come ogget- to l’acqua». Parole pronunciate nel 1995, ma che sono state drammati- camente confermate. Tra il 2000 e il 2009, l’Onu ha individuato 94 con- flitti dovuti alla gestione delle ri- sorse idriche. Un trend in crescita:
«Tra il 2010 e il 2018, si è arrivati a 263» riferisce un recente rapporto dell’Unesco. «Se non si inverte questa tendenza, con l’a u m e n t a re della popolazione nelle zone pove- re del mondo (la popolazione afri- cana, stimata oggi in circa un mi- liardo e 200 milioni di persone, è
destinata a raddoppiare entro il 2050) e l’inasprirsi delle conse- guenze dei cambiamenti climatici, in futuro sempre più conflitti saran- no causati dalle risorse idriche» si legge nel documento. Solo per cita- re alcune aree di tensione: il corso del Nilo, riserva di molti Paesi afri- cani; il fiume Indo in Pakistan i cui affluenti nascono in India; il baci- no fluviale del Giordano e infine il controllo da parte della Turchia del Tigri e l’Eufrate, da cui dipendono Siria e Iraq, il Mekong in Asia, so- no alcuni dei teatri futuri delle guerre per l’acqua.
Pubblichiamo, in una traduzione dallo spagnolo, il testo del videomessaggio che il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin — a nome di Papa Francesco — ha inviato lunedì 22 marzo al direttore generale della Fao, Qu Dongyu, al di- rettore generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, e ai partecipanti all’evento virtua- le che si svolge in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2021.