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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.2005, 6 ottobre

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GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA. FINANZA. COMMERCIO. BANCHI. FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Pie IXXIX

Voi. XLIII

Firenze,

6 Ottobre 1912

N. 2005

SOMMARIO: Il Congresso per la Pace — ZadiG, Intorno alla riforma elettorale — Sul regime ali mentare degli operai belgi — Le società cooperative cattoliche in Italia RIVISTA BIBLIO Rii AFICA : Prof. Giuseppe Prato, Speculazione e prezzi sul mercato del cotone americano - Prof. Federico Flora. Manuale della scienza delle Finanze - Abel Paure, L ’individualisme et la reforme de l’Enseignement - RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : Il Congresso della previdenza e delle Cooperative agricole - Il Congresso pellagrologico a Bergamo - Il pauperismo in Inghilterra - - BAS­ TERNA BEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio della Grecia - Il commercio Persia - La situazione del Tesoro al 31 agosto 1912 - Cronaca delle Camere di commercio Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Notizie commerciali.

della

Il Congresso per la Pace

Nulla è più deplorevole della inabilità di coloro che danno carattere grottesco alle cose serie J e non si può certamente mettere in dub­ bio che, nel recente Congresso per la Pace, molti abbiano fatto tutto il possibile per rendere la riunione grottesca. Il quale latto dimostia sem­ pre più la verità di quelle considerazioni che altra volta abbiamo avuto occasione di fare, che cioè invano si cerca di mettere in seconda linea la passione politica, essa predomina sempre ne­ gli individui così che per essa dimenticano o mettono in tacere qualunque altro loro senti­ mento.

Una riunione di uomini attivi ed intelligenti che si propone di rendere generale e profonda­ mente sentito l’amore per la pace o l’avversione per la guerra, non può infatti senza cadere nel ridicolo diportarsi in modo da far palese la di­ vergenza delle opinioni tra i riuniti e sullo stesso fondamentale tema che forma la ragione stessa della riunione.

A nostro avviso non si tratta di un Congresso nel quale si discutano o si chiariscano dei temi, ma di una riunione di uomini poi quali il tema della Pace è assiomatico e sul quale quindi non si può fare discussione. I Pacifisti hanno di fronte avversari potenti ed organizzati, cioè i nazionalisti, che non solo biasimano la tendenza pacifista, ma propugnano il « bagno di sangue >> la guerra come mezzo necessario a temprare 1 corpi e gli animi. Ora se si ammette, come senza

riserve ammettiamo, che la guerra sia uno stato morboso, che ogni individuo sano di mente deve cercare di evitare, ufficio principale dei Pacifisti è quello di rendere diffuso tale convincimento, dimostrando l’errore dei nazionalisti.

Il recente Congresso ha fatto troppo evi­ dentemente scorgere la ficelle che dava l’ impulso al movimento di alcuni uomini. Posse la ficelle dell’atteggiamento di alcuni gruppi in Italia, che obbligava comunque a manifestazioni clamorose per trarne poi partito in patria ; fosse la ficelle, conscia od inconscia, dell’ atteggiamento di una parte del gran pubblico europeo che, badando solo agli interessi turbati, si è scagliata non contro la guerra, ma contro l’ Italia, che faceva ritardare le concessioni della Turchia ; apparve troppo chiaro che la condotta di alcuni congres­ sisti aveva moventi individuali che non discu­ tiamo, ma che nulla avevano a che fare col Con­ gresso della Pace.

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626 IV E C O N O M ISTA 6 ottobre 1912

imprechiamo a chi usa di un nuovo strumento di guerra inquantochè è grottesco condannare gli aereoplani ed i dirigibili che gettano bombe, e tacere sui nostri cannoni che tirano a 12 chi­ lometri, mentre quelli dei turchi non tirano che ! ad otto chilometri; o condannare le nostre tor- | pediniere che entrano nei Dardanelli e cercano ; di silurare la flotta turca che se ne sta quieta ! ed inoffensiva protetta dai cavi d’acciaio. Sono j assurdità che, senza la passione politica che in | questo momento anima alcuni gruppi, non si sa- ; rebbero verificate nel Congresso.

Più volte abbiamo avuto occasione di di­ chiarare che vedevamo questa guerra per la conquista della Libia senza entusiasmo, come j una necessità di politica internazionale. Ogni ! guerra di conquista ha sempre l’aspetto e la so- I stanza di una guerra di aggressione, e non si giustifica se non con l’esempio degli altri. Ma I detto questo senza reticenza e senza sottintesi, | non sappiamo spiegarci se non con altre e di- j verse ragioni come nè la conquista di Tunisi, nè j quella del Marocco, nè tante altre più o meno !

nominali occupazioni, abbiano destato lo scate­ nio di recriminazioni che si è visto contro l’ Ita­ lia in questa occasione. E le altre e diverse ra­ gioni non stanno certamente nell’ « amore per la j pace », amore che non provocò le violenti mani- j festazioni durante tante altre guerre recenti ; ma a nostro avviso sta negli interessi politici che la guerra ha potuto urtare.

Interessi politici in Italia in quanto il par- j tito socialista italiano in parte, contrario alla j guerra, si trovò nella impossibilità di far valere il proprio atteggiamento sia perchè avrebbe prò- ! vocato una più violenta scissura nel seno del j partito stesso, sia perchè si trovò di fronte invincibile il consenso della immensa maggio­ ranza dèi paese.

Interessi politici finanziari in quasi tutta l’ Europa, in quanto molte reti abilmente tese j in Turchia per avere lavori, concessioni eco. ri- ! masero vulnerate dalla guerra.

Ma tali passioni non dovevano penetrare ! nel Congresso per la Pace il quale avrebbe do­ vuto tenersi superiore alle peculiari condizioni I del partito socialista italiano ed agli interessi turbati dalla causa europea.

Ne venne quindi che dall’altissimo ufficio j di propugnatore della Pace il Congresso è caduto | nelle contingenze dei transitori avvenimenti ; quindi la sua azione parve diminuita ed i me- j todi usati grotteschi.

Occorreranno degli anni e molti perchè il Congresso riacquisti l’autorità che cominciava ad assumere.

Intorno olio riforma elettorale

Si fa a n ch e all' e ste r o !

A proposito della recente riforma elettorale Tito Poggi, nel Corriere della Sera, l i menta che colla estensione del voto agli analfabeti si sia resa anche estensibile quella che egli chiama porcheria della compra e vendita dei voti e deplora che por consolarsi del marciume di questo genere, si vada dicendo che in Italia è niente in confronto d’altri paesi e si ripeta la frase si fa anche al- l’ estero! L ’autore che è un valentissimo agrario, posta cosi la questione della morale elettorale, passa a dimostrare che per virtù della nuova legge, poiché dalle classi agricole dovrà venire nelle future elezioni un nuovo contributo di forze alle file dei votanti, occorre prima ancora del programma, prima ancora del candidato spiegare al nuovo contingente il metodo ossia « mettere in evidenza l’ altezza e dignità del mandato elet­ torale insinuando un sano orgoglio nelle anime dei neo-elettori che non vi saranno insensibili ».

Dopo, lo scrittore continua, si potrebbe dar loro uno spunto del programma agrario che non vuole confuso col partito agrario. Passa quindi a designare fra quali diversi gruppi politici si deb­ bano cercare gli uomini che nel sereno ambiente rurale potranno trovare sostegno nelle elezioni future; asserendo che potranno indifferentemente appartenere a qualsiasi dei soliti partiti, purché sieno fautori di una politica agraria a contenuto quasi esclusivamente economico, che potrà, egli afferma, tanto migliorare le sorti del nostro paese.

Si chiude il denso articolo con un program­ mino elettorale ohe dovrebbe essere intessuto di « provvedimenti forestali, idraulici, stradali ; di istruzione e di credito; di lotta contro le ma­ lattie ed i parassiti ; di esperimentazione, di equa difesa delle produzioni italiane; di sapienti in­ coraggiamenti alla industria rurale e a tutte le industrie derivate; di assicurazioni contro gli infortuni; di previdenza di contratti agrari; di colonizzazione e d’altro ancora: tutto così evi­ dentemente opportuno da doversi considerare come un complesso di doveri dello Stato verso chi da tanti anni lavora, paga e tace ».

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6 ottobre 1912 L ’ E C O N O M IS T A 627

da usarsi col nuovo contingente agrario, sarebbe occorso opportuno l’aver di mira almeno il ten­ tativo verso qualche antidoto della corruzione, più pratico che non il teorico ed ingenuo « sti- j molare un sano orgoglio nelle anime dei neo­ elettori ». Ma lo scrittore, invece, che a questo ideale metodo fa richiamo, ancor prima di averlo posto in essere ci pare cada in una contraddizione, \ formulando intempestivamente, secondo il suo stesso avviso, quel programma che egli voleva riservato a dopo della formazione di una pura ed illibata coscienza elettorale.

Rimane quindi ancora una volta la sterile protesta contro il sistema ormai invalso e rico- j nosciuto generale della corruzione, che esatta­ mente come all’estero è penetrato in Italia e vi funziona regolarmente, senza per questo aver dato origine ad un disagio sociale maggiore che al­ trove e malgrado le platoniche deplorazioni che ¡ ad ogni occasione si l'anno sentire. Abbiamo an­ che in ciò, non insegnato, ma imparato dall’estero, ; (posto che M ’osculum romano non corrispondesse qualche forma di pecunia) e sebbene costante- mente scandalizzati, dobbiamo riconoscere che con o senza la corruzione, le viceude del paese non j soffrono deterioramento ed i desideri, ; bisogni politici degli elettori non superano in intensità | il desiderio ed il bisogno di inserire fra le en­ trate diverse il provento derivante dalla vendita ■ del voto. Gli unici che effettivamente da una ] estensione di voto vengono a sentir nocumento, qualora si avvalgano della corruzione sono i can­ didati o gli eletti. E di questi se ne comprende il lamento. Non è dubbio infatti che se il sig- ; Tito Poggi si sentisse il desiderio od il merito di portarsi candidato in qualche collegio, egli do- j vrebbe preferire applicato il suo metodo del i « sano orgoglio nelle anime dei neo-elettori », anziché quello volgare e materiale dei cinque o j più franchi da pagare al presente anche agli analfabeti che erano stati finora esclusi ingiusta­ mente dalla partecipazione a tale beneficio oc­ culto, ma tangibile, illecito ma sensibile.

Ed allora perchè ad ogni momento far udire esclamazioni di orrore e dichiarazioni di protesta contro i sistemi che diciamo ci vengono dall’ e­ stero, se essi per caso urtano in quella supposta : morale di cui i fatti quotidiani e ripetuti ed ine- : Irritabili, ci dimostrano la inesistenza. Se Tito Poggi fosse stato un americano, egli sarebbe stato i abituato a leggere nei giornali di quel paese che ; è all’apice della corruzione cosi come a quello ; del progresso e della evoluzione sociale, i reso­ conti dettagliati delle somme spese dai diversi candidati o sostenitori dei candidati o partiti in occasione di ciascuna campagna elettorale, ed

avrebbe appreso che migliaia e migliaia di dollari presi dalle casse dei trusts, delle so­ cietà industriali, ecc., formano la base principale della lotta nelle elezioni e che in quel paese, dove non si sente la ipocrisia di una certa onestà, tutto ciò si fa palesemente, apertamente alla luce del gio'rno e non modifica per questo 1 andamento della prosperità generale, non altera i principi del vivere sociale, non fa diventare la razza in ­ feriore nè la espone al disprezzo ed alla critica nel suo rapido e progressivo sviluppo economico.

Dice Tito P oggi: perchè invece di imparare dall’estero le cose che egli chiama cattive, non insegnarne loro le buone? Perchè invece di essere scolari di corruzione non siamo maestri di onestà?

L ’ Italia in virtù dell’ immortale Beccaria ha creduto insegnare al mondo esser principio ci­ vile l’abolizione della pena di morte ; ma le sta­ tistiche mondiali nel porre alla testa della dolo­ rosa nota 1’ [talia per la eccedenza dei reati di sangue, hanno purtroppo la ironica avvertenza che in Italia non esiste quella pena. Eppure noi crediamo fermamente di essere nel giusto col­ l’avere proclamata primi e quasi unici 1 abolizione di quella pena che popoli civili, se non più quanto noi, applicano con qualche frequenza.

Avremmo fatto meglio ad imparare dall’ e­ stero a non sopprimere le esecuzioni capitali ?

Per non inoltrarci in molteplici esempi che ci ricorrono alla mente domandiamoci francamente: non sarebbe più sincero il non occultare le pratiche di corruzione elettorale o dobbiamo ad ogni pie’so- spinto mostrarci indignati che ciò si pratichi fra noi, magari come ipocrita protesta di futuri can­ didati che vedono nell’allargamento del voto esten­ dersi l’ambito delle spese occorrenti per conse­ guirlo ?

Via, siamo prima di tutto sinceri fra no: stessi ; diciamoci chiaramente, che se non ci sfor­ zassimo a tenere lo standard dell’onestà e 'della morale, ad un livello inaccessibile e troppo lon­ tano dalle necessità pratiche della vita, saremmo onesti anche noi nella misura di tutti gli altri popoli e questi sarebbero onesti come noi !

Il difetto sta nel volere misurare col micro­ metro la corsa di un cavallo ad esempio e di un somaro: a micromillimetri, le differenze calcolate risultano in cifre con molti zeri, ma se si va a braccia od a pertiche, un po’ su, un po’ giù tutti e due corrono con una differenza piu largamente concepibile.

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628 L ; ECONOMISTA 6 ottobre 1912

Sul regime alimentare degli operai belgi

Coi tipi degli Editori Misch et Thron di Bruxelles, l’ Istituto Solvay, che pubblica varie ricerche sul lavoro umano nell’ industria, ha pub- ! blicato una interessante inchiesta sul regime "ali- mrntare di 1065 operai belgi, opera dei signori A. Slosse e E. Waxweiler. Di quest’ ultima, specie per le considerazioni di ordine generale cui ad­ diviene, è prezzo dell’opera pubblicare, sia pur brevemente un riassunto.

Dopo una breve prefazione, gli Autori danno una specie di programma della inchiesta, studiano i diversi procedimenti di ricerca, e la estensione ohe alla medesima hanno dato, poscia dividono il loro lavoro in due capitoli; l’analisi fisiolo­ gica e l’analisi sociologica, il primo dovuto alla penna del sig. A. Slosse, il secondo a quella di E. Waxweiler.

Nel primo capitolo si studia il problema fisiologico dell’alimentazione: si stabiliscono quali quantità debba contenere l’alimento dell’operaio per sopperire alla continua distruzione che succede nell’organismo per il fatto stesso che esso lavora.

L ’Autore esamina varie teorie sulla compo- j sizione chimica dell’alimento in relazione alle per­ dite di albumina ohe nell’organismo si producono, perdite che si determinano colle calorie che ne rappresentano la unità di misura. E conclude, in riassunto che si possano considerare come tipiche le seguenti razioni elementari per un uomo di 70 chilogrammi: Riposo: 2303 calorie nette, cioè 32,9 calorie per chilogrammo, lavoro moderato 2650-1860 calorie nette, cioè 37 a 41,1 calorie ; per chilogrammo, lavoro stanchevole 3300-3800 calorie nette, cioè 47 a 54 calorie per chilogrammo lavoro stanchevolissimo 4000-5000 calorie nette cioè 57 a 70 calorie per chilogrammo.

‘ L ’Autore avverte pure come l’alimentazione non deve solamente riparare al consumo d’ener­ gia, bensì apportare all’ organismo i materiali indispensabili per riparare e rinnovare i pro­ toplasmi cellulari.

È accertato che in qualunque condizione si consideri l’organismo, sia di veglia che di lavoro, esso distrugge continuamente una quantità di albumina, di grasso o di idrato carbonico che io costituiscono.

È quindi necessario che il nutrimento di ogni giorno porti una quantità di ciascuna delle sostanze che corrisponda alle perdite subite delle medesime.

L ’ Autore si indugia qui nella determinazione della razione di albumina, che di tutti gli ali­ menti è veramente quella il cui prezzo è più

ele-vato e il cui acquisto pesa più sul bilan ciò delle classi operaie e conclude che il minimo di albu­ mina è assolutamente individuale, che nei feno­ meni della nutrizione vi è una certa elasticità che l’organismo si adatta a condizioni variabilis­ sime, purché però tutti gli ordini di alimenti siano assicurati, senza di che l’organismo risen­ tirebbe fatali conseguenze.

L ’ Autore pubblica ancora interessanti resul­ tati generali di un’ inchiesta praticata sugli operai belgi, dalla quale resulterebbe che nella maggior parte dei casi si ha un consumo assoluto di al­ bumina superiore alla media generalmente vo­ luta nel calcolo della razione alimentare per uo­ mini che lavorano, e che vi è un notevole «omero di razioni del tutto inferiori al numero di albu­ mina ordinariamente ammesso.

Dalla inchiesta da lui effettuata nelle singole regioni del Belgio, inchiesta difficile per la. sua particolarissima natura e tuttavia effettuata con estrema precisione risulta ancora che vi è nella nutrizione ordinaria dell’operaio una predomi­ nanza indiscutibile degli elementi grassi ed idrati di carbone con povertà della l’azione di albumina e una tendenza degli operai a aumentare la pro­ porzione di quest’ ultima.

Resultanze, osserva l’Autore, che non pos­ sono non avere un’ influenza nociva sulla salute dell’operaio.

Altra conclusione è che nei mestieri più duri non si porta all’organismo quell’energia poten­ ziale che vi corrisponderebbe e quindi che l’ali­ mentazione operaia è manchevole, mal compresa e non adatta allo scopo fisiologico al quale do­ vrebbe rispondere.

In altra inchiesta diretta fatta dall’Autore egli arriva agli stessi resultati, avendo osservato come l’alimentazione di 33 operai da lui studiati si caratterizzi per la penuria di albumina e la pre­ dominanza di elementi grassi nella nutrizione dell’ operaio.

Con tale conclusione termina l’ottimo studio statistico nel quale l’ Autore ha innestato prospetti ampi e completi sui resultati della difficilissima inchiesta da lui compiuta.

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6 ottobre 1912 IV E C O N O M IST A 629

Le Società Cooperative Cattoliche in Italia

Abbiamo tra mano un interessante studio statistico dell’ Istituto Internazionale di Agi icol- tura che riassume importanti dati circa il movi­ mento cooperativo cattolico raccolti dall ufficio ¡ del lavoro.

Lf arti colo si occupa prima delle cooperative I del lavoro e ci espone che l’ Ufficio del Lavoro j

per mezzo della sua inchiesta ebbe complessiva­ mente notizia di 57 cooperative, di cui 51 con I 3652 soci, ed ottenne risposta al questionario in­ viato, da 50 cooperative, con 3551 soci, delle j quali 5 aggregate ad organizzazioni di miglio­ ramento.

Il maggior numero di esse (19 su 57) sono cooperative di braccianti, muratori ed affini, che j

si assumono lavori pubblici o privati di strade, canali, dissodamento di terreni, costruzioni, ecc. La più gran parte di esse si trova nelle provinole di Ferrara, Parma e Reggio Emilia.

A queste si aggiungono 38 cooperative di lavoro di singole industrie (cooperative di fale­ gnami, mattonai, orefici, ecc.), in cui ì som si occupano di determinati lavori o di determinate produzioni.

Quanto alla data di fondazione, si nota come le più antiche risalgano al 1898; nel 1903 se ne contavano 16; nel 1906, 3 0 ; nel 1909, 50. Sulle 50 che risposero al questionario, ve ne erano 41 legalmente costituite, per lo più in forma di ano­ nima per azioni a capitale illimitato.

La quasi totalità dei soci appartiene alle classi lavoratrici propriamente dette (il 99.81 per cento). Ma il lavoro o la produzione non ven­ gono generalmente eseguiti dai soli soci, ma an­ che da lavoratori estranei, assunti dalla coopera­ tiva. Se poi il lavoro è riserbato ai soli soci ed è scarso, si stabiliscono talora dei turni, in modo da occuparli di mano in mano tutti quanti.

Gli utili vengono di solito ripartiti in ra­ gione del lavoro prestato, e spesso in proporzioni uguali fra i soci e gli avventizi ; questi talvolta srao invece retribuiti solo con salari fissi.

Simili cooperative usufruiscono sovente del credito di istituzioni economiche, da cui han preso origine, come casse rurali, casse operaie, società di mutuo soccorso ecc. E talora hanno dato vita a istituti di previdenza, a magazzini sociali per gli utensili e materiali da lavoro, a scuole professionali per i soci. Quasi sempre le ragioni del loro sorgere furono il bisogno di ri­ mediare alla disoccupazione, di frenare l’emigra­ zione, di accrescere il reddito degli operai, ecc. Solo per 20 cooperative si possiedono i dati

di bilancio; per le quali complessivamente si ebbe un movimento di lire 570,321 di entrate e di lire 540,389 di spese; gli utili, noti per 18 enti, furono di lire 29,932, il capitale sociale, cono­ sciuto per 24 cooperative, era complessivamente di lire 88,618, e il fondo di riserva, per 12 coo­ perative, ammontava a lire 14,462.

Circa le affittanze collettive, si ha notizia di 64 affittanze collettive, di cui 62 compren­ devano 9612 soci. Il maggior numero di esse ri­ siede in Sicilia (29 su 64), in Lombardia (18) e nel Veneto (12).

Le più antiche risalgono al 1900 e 1901, e sorsero in Sicilia e in Lombardia ; nel 1902 se ne annoveravano 30; nel 1906, 46; nel 1909, 60.

Su 59 affittanze, di cui si ottenne il que­ stionario con i dati richiesti, ve ne erano 38 le­ galmente costituite, o in forma di società in nome collettivo o in forma di società anonime per azioni, a capitale illimitato, o anche talora sotto forma di società civili.

Quasi tutte queste affittanze sono a condi­ zione divisa, cioè il terreno preso in affitto viene dato a coltivare in lotti ai singoli soci, ognuno pagando una quota annuale di fìtto proporzionata alla quantità e qualità della terra concessagli e in relazione al fitto complessivo, per il quale i soci sono responsabili solidalmente. Ogni socio coltiva il suo lotto per proprio conto, che è quanto dire si assume in proprio ogni perdita e gua­ dagno. Solo raramente debbono eseguirsi le col­ tivazioni secondo le norme di un’ unica alta di­ rezione; talvolta esistono norme generali per i lavori di irrigazione, di dissodamento, ecc. ; tal­ volta si effettua in comune la vendita di deter­ minati prodotti.

Si sono riscontrati soltanto due casi di af­ fittanza a condizione unita, in cui, cioè, il ter­ reno preso in affitto viene coltivato collettiva­ mente dai soci sotto un’unica direzione. In alcune affittanze il sistema a condizione unita fu adot­ tato solo temporaneamente o parzialmente; cosi in un caso ciò si verificò per un periodo iniziale di 3 anni, nell’ intento di ridurre a coltura i ter­ reni affittati; in altri, il sistema fu adottato per qualche parte dei fondi (boschi, pascoli, eoe.) o per singole operazioni (dissodamento, piantagione).

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630 L ’ E C O N O M IST A 6 ottobre 1912

Si riscontrano pure casi di affittanze in cui si concedono ai soci dei piccoli appezzamenti di terreno, che possono essere lavorati nelle ore per­ dute, o dalle donne o dai vecchi, o nelle giornate di disoccupazione, ina che non assorbono intera mente l’ attività delle famiglie dei soci.

Gli utili sono variamente ripartiti a seconda delle diverse forme di società : nelle cooperative per azioni in ragione dei titoli posseduti ; nelle società in nome collettivo sono ripartiti in parti uguali fra i soci; nelle affittanze a condizione unita sono distribuiti fra i soci in proporzione del lavoro prestato. E se i soci non bastano a compiere tutti i lavori, si assumono anche lavo­ ratori estranei pagati a giornate, a cui talora si attribuisce pure una parte di utili.

Per 22 affittanze, l’estensione dei terreni presi in affitto era di ettari 45,141, are 51, cen- tiare 32.

Solo per 19 affittanze si possiedono i dati di bilancio ; per esse si riscontrò complessiva­ mente un attivo di lire 712,871 e un passivo di lire 711,350; gli utili, noti per 17 cooperative, erano di lire 5,020; il capitale sociale, conosciuto per 11 società, era in complesso di lire 96,980; e il fondo di riserva per 4 affittanze era di lire 17,188.

Le cooperative cattoliche di acquisto e di ven­ dita pigliano per lo più la denominazione di Unioni rurali. L ’ufficio del Lavoro ebbe complessivamente notizia di 487 di esse, tra cui 419 con 50,410 soci; ma ebbe il questionario coi dati richiesti solo per 364.

Il maggior numero si trova in Piemonte (160 società) specialmente nella provincia di To­ rino (88); segue la Lombardia (93) specialmente nelle provinole di Milano, Brescia, Bergamo ; l’ Emilia (92), massime nelle provinole di Bolo­ gna, Beggio e Ravenna; e il Veneto (89), nelle provincie di Treviso, Udine e Vicenza.

Le più antiche rimontano al decennio 1884-94, in cui sorsero le prime 20 unioni rurali; che sa­ lirono a 89 nel 1897, a 131 nel 1900, a 25; nel 1903, a 332 nel 1906, a 409 nel 1909.

Su 384 cooperative, di cui si ebbe il que­ stionario, 54 erano legalmente costituite o sotto forma di società anonime cooperative o. talora, di società in nome collettivo. Assai frequente­ mente si presentano anche come società di carat­ tere generale, che cioè si propongono di curare il miglioramento intellettuale, morale, economico dei soci e affermano di volere, a tal fine, oltre che esercitare funzioni di previdenza, assicura­ zione e credito, procedere ad acquisti all’ ingrosso di sementi, concimi, generi agricoli e macchine per i soci. Spesso, anzi, simili istituzioni hanno

la forma di vere e proprie organizzazioni ci mi­ glioramento, dichiarando negli statuti di rappre­ sentare le classi rurali, d’ interessarsi alle loro vertenze, di provvedere al collocamento, all’istru­ zione agraria, ecc.

Ma non sempre queste cooperative hanno depositi o spacci delle loro merci ; sovente esse si limitano ad acquistare all’ ingrosso determinate quantità di generi, dietro regolari prenotazioni, e a distribuirle ai soci al prezzo di acquisto; in tal caso mancano di un vero bilancio, non fun­ gendo che da semplici intermediari, senza fare nè guadagni nè perdite.

Oltre alle dette unioni per acquisti collettivi, ve ne sono alcuue che effettuano vendite collet­ tive di prodotti agricoli (bozzoli, uova, frutta, eco.). Solo per 60 società si posseggono i dati di bilancio, per le quali l’ importo degli acquisti o delle vendite fu nell’ultimo esercizio di 4,243,240 lire; per 46 cooperative l’attivo raggiunse, in com­ plesso, lire 3,388,454, e il passivo lire 3,324,487; gii utili, noti per 44 società, furono di lire 59.203; il capitale sociale, per 41 enti, era di lire 332,913 e il londo di riserva, conosciuto per 21 coopera­ tive,. ammontava a lire 128,985.

Importante la parte relativa alle casse ru ­ rali.

Le casse rurali cattoliche rilevate furono 942 (756 legalmente costituite) di cui 574 con 68,531 soci. Questi pei il 94,25 per cento sono operai, per 1’ 1,02 per cento esercenti e commer­ cianti, per lo 0,38 per cento impiegati per I’ 1,75 per cento professionisti e perii 2,60 per cento proprietari e benestanti.

Il maggior numero di società si riscontra nell’ Emilia, 218 casse, principalmente nelle pro­ vincia di Bologna (73), Parma (41), Ravenna (40), Ferrara (36); segue il Veneto, 208 casse, specie nelle provincie di Rovigo (55) Treviso (52) Vi cenza (29) e Verona (28); la Lombardia, 166 casse, massime nelle provincie di Bergamo (78)-, Brescia (38), Milano (21); la Sicilia, 111 casse, sopratutto nelle provincie di Girgeuti (38), Oal- tanissetta (23) e Palermo (21); il Piemonte 96 casse, di cui 43 in provincia di Cuneo, 28 in quella di Torino, e 26 in quella di Alessandria, il Lazio con 48 casse, ecc.

Salvo pochi esempi preesistenti il movimento di fondazione si inizia nel 1892, nel quale anno si contavano 17 casse; queste salivano a 160 nel 1895, a 408 nel 1900, a 629 nel 1903, a 763 nel 1906, a 864 nel 1909.

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6 ottobre 1912 L ’ E C O N O M ISTA 681

per garantire il retto funzionamento della cassa. In alcuni statuti la confessionalità è richiesta quale condizione per l’ammissione dei soci, in altri si impongono a questi veri obblighi di ca­ rattere confessionale. Non mancano tuttavia casi in cui ve ne è solo un accenno o non se ne parla affatto.

Quanto si è detto vale per la fisionomia ge­ nerale di questi organismi ; in ordine alla loro consistenza economica basti il sapere che 704 casse avevano-complessivamente una situazione di lire 49,207,675; i depositi, per 698 di esse, ammontavano a lire 39,231,380; i prestiti, per 719, a lire 31,607,250; il capitale sociale, cono­ sciuto per 640 casse era di lire 274,101 e il fondo di riserva, per 497, ascendeva a lire 792,868.

È da notarsi, infine, come quasi ovunque esistano delle Federazioni diocesane, provinciali e regionali di casse rurali, le quali, oltre gli scopi ordinari di coordinamento e rappresentanza delle federate, hanno generalmente quello del servizio di cassa, accentrando i capitali che ad esse sopravanzino, fornendo i crediti loro neces- i sari e assumendo la funzione ispettiva sull’anda- j mento finanziario delle aderenti. Si cituno tra j le altre : la Federazione provinciale delle casse rurali di Brescia, con 37 aderenti; la Federa­ zione delle casse rurali e società cooperative della Romagna a Faenza, con 57 casse al 31 dicem­ bre 1910; il Credito Centrale del Lazio in Roma, che raggruppa 24 casse rurali del Lazio, ecc. Queste federazioni aderiscono alla Federazione nazionale delle casse rurali cattoliche, che ha sede a Bologna, sorta nel 1909, per iniziativa del- I’ Unione Economico-Sociale fra i cattolici ita­ liani (Bergamo). Secondo l’ ultimo statuto del­ l’ Unione medesima, uno dei quattro Segretariati generali, di cui essa è costituita è il Segretariato generale per gli istituti di credito, in cui deve fondersi la detta Federazione, insieme con gli altri istituti di credito esistenti. Tale Segreta­ riato ha la rappresentanza di tutte le istituzioni aderenti e ne cura gli interessi e lo sviluppo.

Oltre alle casse rurali precedentemente esa­ minate, esistono delle casse operaie, delie casse popolari di risparmio e di depos ti e prestiti, nonché delle banche popolari e delle banche di piccolo credito.

L ’ Ufficio del Lavoro ebbe in tutto notizia di 83 casse operaie, di cui 70 con 10,022 soci, e il questionario di 45, con 8,285 soci. Ebbe inoltre notizia di 31 banche, legalmente costi­ tuite, di cui per 29 ottenne il questionario.

Le più antiche casse operaie risalgono al 1898-1900 (3 casse); nel 1909 se ne annovera­ vano 29; nel 1906, 48; nel 1909, 71. Di 10 casse

si ignora l’anno di fondazione. Delle banche, la più antica risale al 1888 ; nel 1895 ne esiste­ vano 4 ; nel 1900, 14; nel 1903, 23; nel 1906, 27 ; e nel 1909, 31.

Sulle 45 casse operaie, di cui si ebbe il que­ stionario, 41 erano legalmente costituite, talora in forma di società anonima cooperativa per azioni talora in quella di società cooperativa in nome collettivo. A volte, non assumono nè 1’ una nè l’altra figura, ma operano come pure società di fatto, in cui i soci versano delle piccole quote, libere o fisse, e hanno diritto a determinati pre­ stiti.

Infine eccoci alle Cooperative di consumo. Ne furono rilevate 250, di cui 215 con 26,488 soci, appartenenti per il 90,81 per cento alle classi operaie propriamente dette, e, per il resto, in pro­ porzioni varie, alle classi dei commercianti, pro­ fessionisti, impiegati e proprietari.

Il maggior numero di esse si tz’ova in Lom­ bardia, che ne conta 88 specialmente nelle pro- vincie di Milano e Como; seguono il Veneto con 47, il Piemonte con 35 e l’ Emilia con 18 coo­ perative.

Sorte con particolare frequenza tra il 1890 e il 1896 se ne annoveravano 18 nel 1895; 52 nel 1900; 112 nel 1903; 108 nel 1906 e 222 nel 1909.

Gli utili vengono ripartiti in misura varia e secondo le forme di società agli azionisti o soci in proporzione degli acquisti fatti, e talora an­ che ai non soci, in misura uguale o diversa dei soci ; una percentuale di utili è poi quasi sem­ pre destinata agli impiegati della cooperativa (magazziniere, commessi, impiegati di ammini­ strazione) ; un’ altra percentuale è spesso devoluta a scopi di previdenza a favore dei soci, a isti­ tuzioni di credito, di cooperazione, di istruzione, di beneficenza, ecc. Nè mancano casi in cui cogli utili si è provveduto all’assicurazione dei soci p>er la vecchiaia e l’ invalidità, alla costruzione di case operaie, ecc.

Solo per 102 società si possiedono i dati di bilancio: per 83 delle quali si ebbe complessi­ vamente un movimento di magazzino di 3,714.061 lire; per 98 l’attivo fu di lire 1,765,193 e il pas­ sivo di lire 1,669,626 ; gli utili noti per 86 coo­ perative ammontarono a lire 61,706; il capitale sociale per 102 era di lire 327,292 e il fondo di i riserva, per 54 enti, era di lire 46,149.

Va notato infine come sovente le coopera­ tive di consumo traggono origine da altre orga- i nizzazioni economiche, ossia da cooperative, spe­

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632 L ’ E C O N O M IST A 6 ottobre 1912

R

ivista

B

iblioqrafica

Prof. Giuseppe Prato, Speculazione e prezzi sul mercato del cotone americano (contributo allo studio della formazione dei prezzi sul mercato a termine). — Torino, Società Tip. Ed. Nazionale, 1911, pag. 29.

In questo diligente studio che fu pubblicato nell’ ultima Riforma Sociale, l’Autore, prendendo a base delle sue deduzioni la relazione della Commissione per la inchiesta ordinata dalla Ca­ mera dei rappresentanti di Washington sugli effetti della speculazione di borsa nei prezzi del cotone, dimostra come sieno errate le afferma­ zioni che i contratti a termine contribuiscano al ribasso dei prezzi. Esaminando, con l’acume di cui l’Autore ha già dati notevoli prove, le lunghe serie di fatti svoltisi dal 1871 può ad evidenza concludere che la speculazione, valendosi del contratto a termine, non soltanto non un elemento perturbatore, ma anzi ha una funzione equilibra­ trice, in quanto tien conto, per quanto può, degli elementi futuri.

Prof. Federico Flora, Manuale della scienza delle Finanze. 4a Ed., — Livorno, R. Giu­ sti, 1912, pag. 759 (L. 7).

Rapidamente si succedono le edizioni di questo pregevole Manuale del Prof. F. Flora, dove sono raccolte ed esaminate con ordine, con competenza e con molta dottrina, le teorie che costituiscono la scienza delle Finanze.

Abbiamo già avuto occasione di segnalare agli studiosi le edizioni precedenti e non ripete­ remo qui gli encomi che si merita l’Autore per la sua diligenza e per la chiarezza della sua esposizione. Nei tre anni scorsi dalla terza edizione non possono essere avvenute grandi mo­ dificazioni —- come bene osserva l’Autore — nè nella scienza nè nella vita, però l’Autore ha ag­ giunto a questa edizione nuovi paragrafi e ne ha migliorati altri, così che il Manuale incoraggia quel favore del pubblico che si è già meritato. Prof. Dott. Karl Griinberg, Die Agrarverfas-

sung und das Grundentlastungsproblem in Bosnien und der Herzegowina. — Leipzig, Duncker et Humhlot,, 1911, pag. 120 (M. 3). L ’Autore tratta un argomento che in Au- stria-Ungheria è di grande attualità, poiché le due nuove provincie, la Bosnia e la Erzegovina, at­ traggono l’ attenzione degli studiosi in merito alle riforme che vi si vogliono introdurre.

Premesso un breve cenno sulle condizioni della proprietà fondiaria, prima del dominio ot­

tomano, l’Autore viene poi a trattare più diffu­ samente dèlia influenza del diritto e della poli­ tica mussulmana sulle condizioni agricole, per delineare poi quali sieno attualmente la strut­ tura e la funzione di quelle terre.

Così l’Autore viene a parlare delle recenti leggi (aprile 1911) emanate dall’Austria-Ungheria delle quali fa un . sanie accurato.

Abel Faure, L ’ individualisme et la reforme de V Enseignement. — Paris, P. V. Stock, 1912, opuscolo di pag. 69 (L. 1).

L ’egregio Autore condensa in poche pagine l’ esame del problema dell’ insegnamento, special- mente secondario, in Francia, e ne indica con sagacia e competenza le riforme necessarie.

Il lavoro è interessante anche per noi, che da tanti anni ci dibattiamo nelle stesse dif­ ficoltà.

Émile Gebhart, Contes et Fantaisies. — Paris, Bloud e C.ie, 1912, pag. 305 (L. 3.50). Il libro contiene una trentina di scritti ap­ parsi in questi ultimi anni nei giornali di Pa rigi, e ohe contengono delicatissime leggende e racconti fantastici oltre ad alcuni ricordi di viaggi. La lettura di queste pagine, scritte in istile pu­ rissimo e con ricchezza d’ immagini, è interes­ santissima e ne emerge subito il valore e la finezza dello scrittore.

Prof. Dott. Richard Passow, Effektenbörsen. — Leipzig, B. G. Teubner, 1912, pag. 148 (M. 2.80).

Nel secondo volume dei Materialien f ü r das Wirtschaftswissenschaftliche Studium, è pub­ blicato questo importante lavoro dell’eminente prof. Passow della scuola superiore di Aquisgrana nel quale sono esaminati la legge germanica sulle borse e le operazioni di borsa. E un lavoro, quasi si direbbe, di precisione ; teoria e fatti sono esposti illustrati ed esaminate con brevis­ sime frasi nelle quali l’A-utore ha cercato di con­ densare il suo pensiero senza perdersi in diva­ gazioni od in soverchi commenti.

Si tratta infatti più che altro di dare rac­ colti ed ordinati i materiali necessari per valu­ tare e spiegare i fatti economici.

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6 ottobre 1912 L’ E C O N O M IST A 633

Americana di James Bryce e Diritto interno e diritto internazionale di E. Triepel.

La serie pubblicherà importanti opere di diritto costituzionale di Guinplowicz, Albrecht, Fahlbeck, Veldmann, Maizena, Posade, Dicey eco. di diritto amministrativo e scienza delle Ammi­ nistrazioni con opere di Leband, Hatschek, Me- yer, Ulbrich ; di diritto internazionale pubblico e privato con opere di Heilborn, Ullmann, Op­ penheim, Zitelmaun ed altri.

Anche .la terza serie della importante colle­ zione non potrebbe essere più promettente.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

— Ha avuto luogo in Roma in questi giorni il Congresso della previdenza e delle Coo­ perative Agricole inaugurato solennemente con un discorso applauditissimo dell’on. Luz/.atti, tra gli altri temi trattati vi fu quello della le­ gislazione contro la disoccupazione e dei conse­ guenti provvedimenti legislativi, ove l’Avvocati* Agnelli ha presentato una mozione in cui so­ stiene che e dovere dei pubbl ci poteri di pieve- ffi-.re e riparare ai danni economici e sociali con­ seguenti alla disoccupazione involontaria; e fa voti perchè la legislazione nostra venga con mag­ giore energia indirizzata alla fondazione di uffici interregionali di collocamento; a meglio guidare l’emigrazione temporanea, soprattutto in ìapporto alla collocazione del lavoro ; al miglioramento della coltura generale e tecnica dei lavoratori; e perchè nel campo della previdenza venga eser­ citata l’assicurazione contro la disoccupazione e le funzioni assicurative vengano affidate alle asso­ ciazioni operaie professionalmente organizzate:

La mozione è stata approvata dopo lunga discussione insieme ad alcuni emendamenti coi quali si chiede che lo Stato si preoccupi della disoccupazione stagionale e tenga calcolo delle istituzioni locali. Su altro tema « rapporti fra la mutualità scolastica e le società di mutuo soc­ corso » ha riferito Fon. Abbiate svolgendo un lungo ordine del giorno col quale si dà mandato alla Federazione di procurare accordi tra le mutue federate e le mutue scolastiche, sia coll’esercizio in comune di alcuni servizi medici di istruzione, sia pure, eoi libero passaggio degli ex-scolari dalle mutue scolastiche alle mutue fra adulti con l’immediato godimento dei diritti e dei servizi sociali, sia con la riassicurazione, da parte delle mutue fra adulti, delle mutue scolastiche a fine di elevare e prolungare i sussidi di malattia, ecc. Anche quest’ordine è approvato.

Furono pure fatti voti che siano adottate disposizioni legislative nel senso che i beni ru­ stici dello Stato, Provincie, Comuni, Opere Pie ed altri enti morali possano essere conceduti in affitto mediante licitazione o trattativa privata a Cooperative agricole legalmente costituite tra i lavoratori della terra quando presentino suffi­ cienti garanzie di solidità o solvibilità ; che i beni stessi possano essere conceduti alle Cooperative predette in enfiteusi secondo la legge 26 marzo 1906 sulla Basilicata, ma senza il limite di 15 ettari per concessione enfiteutica; che le Coope­ rative agricole legalmente costituite fra i lavo­ ratori della terra godano nei primi quindici anni dall’attuazione della legge l’esenzione dalla tassa di ricchezza mobile sugli utili netti accertati a mezzo dei bilanci.

Inoltre Vergnanini ha riferito intorno al tema delle affittanze collettive e della disoc­ cupazione ; proponendo un voto affinché nelle concessioni di bonifiche, considerate queste come provvedimenti di utilità pubblica contro la di­ soccupazione, sieno autorizzati le provinole, i co­ muni. i consorzi ed i privati concessionari ad affidare l’esecuzione dei lavori a cooperative di lavoro ed a consorzi di cooperative.

Sul tema « Uffici e servizi in comune per le affittanze collettive » ha riferito Fon. Samag- gia che ha concluso con proposte pratiche di organizzazione accettato dal Congresso, e solle­ citando una prima intesa delle affittanze sulla base di-una comune assicurazione sulla grandine.

L ’ing. Mikelli fa una lucida relazione sul tema : « La riassicurazione malattie e provvedi­ menti relativi ». Il relatore, che ha studiato il problema anche attraverso la legislazione estera, presenta, assai applaudito, una lunga mozione nella quale si esprime il voto che il Comitato parlamentare della Previdenza, coadiuvato dalle organizzazioni interessate e seguendo i precetti sanciti dai Consigli della Previdenza e del La­

voro. faccia premura al Governo ed al Parla­ mento perchè si completi la nostra legislazione sociale e si augura che:

а) per l’assicurazione malattie, in esau­ dimento dei numerosi già emessi, sia accolta la proposta di legge del Consiglio della Previ­ denza con le modificazioni occorrenti ;

б) per l’assicurazione infortuni sia accor­ dato alle Società di mutuo soccorso il servizio di agenzie della Cassa Nazionale infortuni e la riassicurazione presso le stesse dell'indennità temporanea fino ai tre mesi mediante adeguati percentuali sui premi ;

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634 L ’ E C O N O M ISTA 6 ottobre 1912

nelle pensioni da stabilirsi per legge sia in pro­ porzione ai contributi degli iscritti, sia ad in­ tegrazione della pensione; e dà mandato alla Commissione esecutiva della Federazione di pre­ parare e previa approvazione dell’assemblea dei delegati, applicare il servizio di riassicurazione malattie mediante apposito organismo.

— Riportiamo due risoluzioni importanti approvate dal Congresso pellagrologieo (se­ zione legislativa) a Bergamo : Colla prima :

1) « Non si richiedono, sia per la cura alimentare che per la profilassi diverse e ulte riori disposizioni legislative essendo sufficiente le attuali se fermamente eseguite se per la loro applicazione saranno concessi allo commissioni pellagrologiche provinciali poteri esecutivi da esercitare verso i comuni che fossero renitenti all’osservanza della legge;

2) « per ovviare allo smercio ed alla macinazione di mais guasto, immaturo o altri­ menti imperfetto è consigliabile l’istituzione di un ufficio o di uffici provinciali di ispezione con facoltà ampia di controllo e di visita nei ma­ gazzini, nei negozi o nei mulini; o quanto meno a tale uopo dare alle cattedre ambulanti di agri­ coltura locali la facoltà di. provvedere nella forma ohe crederanno migliore, alla vigilanza contro lo- smercio e la macinazione del mais nei riguardi igienici ;

3) « una doverosa cura da parte delle prefetture in appoggio alle commissioni provin­ ciali per l’obbligatoria adozione in tutti i comuni pellagrogeui della cura alimentare o dell’ invio degli ammalati, se in numero esiguo, ai pella- grosari, facendo inoltre voti di istituire in ogni capoluogo di provincia un ambulatorio pellagro- logico che dia unità di indirizzo al soccorso e alla cura della pellagra e che diriina così ogni eventuale questione fra medici e autorità per la rigorosa applicazione della legge sulla pel­ lagra ;

4) « intensificazione con conferenze, con premi, con sussidi delle provvidenze di indole profilattica, allo scopo precipuo di sostituire con altre colture quella del granoturco di seconda semina e di migliorare le condizioni igieniche delle case coloniche e loro dipendenze.

Colla seconda « il Congresso, convinto della necessità di rendere più severa ed uni­ forme la vigilanza sugli arrivi di mais dall’estero e l’organizzazione della vigilanza sul commercio del mais e dei suoi derivati all’ interno;

« ritenuta l’opportunità di modificare le di­ sposizioni punitive delle leggi per ciò che ri­ guarda il mais umido o il maiH intaccato da insetti ;

« fa voti onde sia provveduto:

1) « ad un’efficace organizzazione del ser­ vizio di vigilanza sugli alimenti e le bevande in tutte le provincie del regno con apposito per­ sonale di sorveglianza;

2) « che sia reso più intenso e uniforme il servizio di vigilanza sugli arrivi di mais dall’estero in tutti i porti del regno ;

3) « che tutte le spedizioni di mais pro­ venienti dall’estero e dirette all’ interno siano segnalate dalle capitanerie di porto ai prefetti delle provincie di destinazione e in caso di cam­ biamento di destinazione duratile il viaggio dalle autorità ferroviarie alle autorità del luogo di destinazioue ;

« 4) che sia fatto obbligo d’ immediata essi- cazione artificiale di ogni partita di mais umido messa iu commercio e che si possa ammettere il macinature ad una lavorazione la cui entità debba essere stabilita dall’ ufficiale sanitario pro­ vinciale o stabilita in misura fissa; che il mais intaccato da insetti quando non sia in pari tempo attaccato da muffe possa essere ridotto in farina sotto l’osservanza delle disposizioni di legge, cioè col permesso sciatto del sindaco del luogo previa la visita dell’ ufficiale sanitario ».

— L ’applicazione delle varie leggi relative al pauperismo in Inghilterra astrazione fatta dalla Scozia e dall’Irlanda, implica una spesa annuale di L.st. 15,023,000 così ripartita: L.st. 3,836,00u per Londra; 10,347,000 per il rimanente dell’ In­ ghilterra e 840,000 per il Paese di Gallos.

In quanto al modo col quale queste somme vengono spese, una statistica pubblicata dal « Locai Governement Board » mostra che L.st. 3,600,000 sono devolute al mantenimento delle persone ricoverate nelle Workouses, 3,300,000 di&tribuite in sussidi ai bisognosi non entrati nelle Workouses, 2,545,000 spese nel manteni­ mento dei manicomi e degli asili per deficienti e 2,822,000 per gli impiegati e funzionari dipen­ denti dalle organizzazioni delle pubbliche carità. Le somme residue sono spese nel mantenimento e nella costruzione di edifici ad uso di Workouses ed asili. Queste cifre mostrano ohe per ogni 3 st. e 7 se. spesi per un povero si spende un’ altra sterlina in salari ed iu compensi al personale am­ ministrativo. La cifra viene trovata eccessiva dai redattori che hanno firmato il rapporto e li induce a chiedere serie informazioni.

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6 ottobre 1912 L ’ EC O N O M ISTA 635

Il commercio della Grecia. — Il com- j marcio della G-recia si elevò nel 1911 a franchi 314,390,09-2, di cui 173,487,441 alle importatotii ! e 140,702,655 alle esportazioni, con un aumento sul 1910 di 9 282,551 franchi di cui 12,950,970 alle importazioni e 3,668,419 alle esportazioni. |

Nel primo trimestre 19Ì2 le esportazioni j sono state dì 29,653,610 fr. contro 31,028,158 | fr. durante il periodo corrispondente del 1911. |

Vi è dunque una diminuzione di 1,374.548 fr. che derivò dai minerali e metalli greggi e vini,

Le importazioni si elevarono invece a fr. 42,480,719 con un aumento di 174,473 sulle impor­ tazioni del primo trimestre 1911.

Il commercio della Persia. — Secondo 1 le statistiche contenute in un recente rapporto del console di Francia, Tauride, le importazioni in Pe rsia nel 1910-1911 si sono elevate a Kraus 86,146,630 contro Kraus 75,876,898 negli anni 1910-1911.

Quanto alle esportazioni dell’ ultimo anno, sono cadute a 41,733,565 cioè una diminuzione di 3,707,616 Kraus, quasi uguale all’aumento delle importazioni.

Le entrate doganali sono state per l’ impor­ tazione, di 6,018.630 Kraus contro 75,876,898 nel 1910-911 e di 6,716,466 Kraus nel 1911-912 e per l’esportazione di 127,970 Kraus 1’ ultimo anno e solamente di 70,660" Kraus quest* anno, Pare che non vi sia proporzione tra l’accresci­ mento considerevole sul valore delle merci im­ portate e i diritti prodotti da questa importa­ zione. La maggior parte delle derrate alimentari non pagano diritti di entrata e la maggior parte dell* importazione è fornita precisamente dalle derrate alimentari. Le importazioni russe souo 1 passate da 39,925,253 Kraus a 50.940,019.

L A SITUAZIONE DEL TESORO

al 31 A gosto 1912

Ecco il conto riassuntivo del Tesoro al giorno 31 Agosto 1 ì ) 12 : Differenza (H- miglioramento Pondo di cassa Crediti di Tesoreria Insieme Debiti di Tesoreria Situaz. del Tesoro

— peggioramento della

Al di situazione

Agosto 1912 del Tesoro) 225,197,387.31 - 151,262,874.33 1.241,569,766.39 +- 278,901,595. Li 1,466,767,163.70 -+- 127,638,720.78 945,840,950.98 — 62,575,930.51 520,926,212.72 -t- 65,602,790.27 DARE Incassi (versamenti in Fondo di cassa alla chiusura

dell’esercizio 1911-12 In conto entrate di bilancio In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

Tesoreria) 376.460.261.61 476,018,000.32 872.952.774.61 429,767,086.75 AVERE à) Fondo di cassa al agosto 1912

In conto spese di bilancio Decreti di scarico

Decreti Ministeriali di pre­ levamento

In conto debiti di Tesoreria ìn conto crediti dì Tesoreria

Totale 1,855,198,123.32 — Pagamenti 31 225,197,387.31 410,918,232.33 810,376,844.10 408,668,681.86 Totale dei pagamenti 1,885,198,233.32 Beco la sitUaZiohe dei debiti e crediti di Tesbfèrìa:

DEBITI

il) 31 agosto

iiiióni del Tesoro Vaglia del Tesoro

Banche — Conto anticipa», statutarie Gassa depòsiti e prestiti in conto cor­

rente fruttifero

Amministrazione de) Debito pubblico in conto corrente infruttifero Amministrazioni del Fondo culto in

conto corrente infruttifero Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente infruttifero

Ferrovie di Stato — Fondo di riserva Altre Amministraz.

conto corrente fruttifero Id. 11. infruttifero Incassi da regolare

Biglietti di Statò emessi per l’art. 11 della legge 3 marzo 1898, n. 47 Id. logge 29 dicembre 1910, n. 888 Operazione fatta col Banco di Napoli

per effetto dell’art. 8 dell’allegato

B alla legge 7 genn. 1897 n. 9

1912 203,081,500. - 85,258,533.99 70,909,731.40 201,794,657.66 10,637,862.98 110,405,461.02 12,600,000— 2,635,356.78 133,671,282.42 18,970,736.73 22,5<H),000.— 56,500,000— 16,875,805— Totale 945,840,990.98 CREDITI al 31 agosto 1912 Valuta aurea presso la Cassa depositi e

prestiti : Legge8 agosto 1895,n. 480 8n,nm,nm — Legge 3 marzo 1898, n. 47 22,500,UuU. -Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 10) 60,000,000— Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 11) 1,316,920— Legge 29 dicem. 1910, n. 888 60,500,000— Legge 29 dicem. 1910, n. 888 (art. 4). 630,995

Amministraz. del Debito pubblico per

pagamenti da rimborsare 137,731,664.03

Id. dei Pondo pel culto Id. 24,520,902.39

Cassa depositi e prestiti Id. 107,593,968.88

Altre Amministrazioni Id. 143,119,906.78

Obbligazioni dell’ Asse ecclesiastico —

Deficienze di Cassa a carico dei

con-tabili del Tesoro 1,704,720.05

Diversi 585,665,894.26

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636 L ’ E C O N O M IST A 6 ottobre 1912

Prospetto degli incassi di bilancio verificatisi presso le tesorerie del ìfcegno nei mese di àgoéto 1912 per l ’esercizio 1911-912 comparati con quelli del periodo cor­ rispondente dell’ esercizio precedente.

Incassi — Entrata ordinaria. Categoria 1. — Entrate effettivi*;

mese differenza

di agosto 1912 sul 1911 Stato

Imposta sui fondi ru

1,494,022.54 — 18,148.49

stici e sui fabbricati Imposta sui redditi

30,937,142.89 F 342,105.36

di R. M.

Tasse in amministr. del Ministero delle

43,538,305.50 + 1,471,049.03

finanze

Tassa sul prodotto d. movimento a grande e piccola velocità s.

21,011,605.93 1,053,541.08

ferrovie

Diritti delle Legaz.

4,438,662.82 + 1,107,284.30

e Consolati all’estero Tassa sulla fabbricaz.

— — 2,702.30

degli spiriti e birra 19,457,300.85 + 2,981,464.64 Dogane e dir. maritt.

Dazi interni di cons. esclusi quelli delle

29,588,625.31 4- 4,692,222.34

città di Nap. e Roma Dazio consumo della

2,588,968.06 — 178,398.22

città di Napoli Dazio consumo della

— — città di Roma — — 1,297,123.19 Tabacchi 27,802,970.35 4- 1,442,852.37 Sali Prodotto di vendita 7,924,389.83 + 384,194.62

del chinino ecc. 425,101.25 4- 217,348.33

Lotto 18,796,724.78 + 2,025,658.41 Poste 9,763,243.68 — 422,630.38 Telegrafi 2,179,955.811 F 4.9,171.90 Telefoni 1,243,162.81 — 649,708.33 Servizi diversi Rimborsi e concorsi 1,313,857.48 4- 133,454.49 nelle spese 9,401,013.60 4- 5,023,051.59 Entrate diverse 3,614,686.55 4- 5,526,154.99 Totale 235,817,639.98 + 18,134,360.38 Entrata straordinaria mese di agosto 1912 Categoria I. - Entrate effettive: Rimborsi e concorsi differenza sul 1911 nelle spese 340,746.84 — 4,318.45 Entrate diverse Capitoli aggiunti per

2,363,137.21 2,308,053.90

resti attivi Categoria II.

9,627.0 i + 9,607.09

Costruz. di strade fer. Categoria III. - Movi mento di capitali : Vendita di beni ed 55,692.66 3,377,181.18 affrancanti, di canoni 340,893.51 — 275,512.79 Accensione di debiti Rimborsi di somme 2,580,040.26 — 982,959.74

anticipate dal Tes. Anticipazioni al Tes.

da enti locali per ri­ chiesto accelerameli.

' 230,667.55 4- 22,187.—

di lavori 175,000.— + 40,000.—

Partite che si com­ pensano nella spesa Prelev. sull’ avanzo accertato col contd consunt. del Peserò. 1905-6

Prelev. di cui alle leggi 15 aprile 1909 e 4 lu­ glio 1909

Prelev, per anticipa­ zioni varie Prelev. sugli avanzi

e tutto l’esercizio 1910-11

Ricuperi diversi Capitoli aggiunti per

resti attivi. 354,934.99 + 190,418.73 Totale Par-43,337.'17 + 32,373.19 _ — 25,770.-6/193,507.38 - 6,688,910.05 2,117,057.55 — 14,288,392.25 Categoria IV. t.ite di giro Totale generale 244,428,204.91 — 2,842,941.92 Ecco il prospetto dei pagamenti di bilancio veri­ ficatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di agosto 1912 per l’esercizio 1911-912 comparati con quelli del periodo corrispondente dell’ esercizio precedente.

MINISTERI. Mese d, agosto 20,172,228.26 32,413,101.83 5,536,190.14 1,799,741.20 10,511,324.45 7,013,318.75 20,649,070.25 12,806,720.74 50,695,814.04 22,591,415.15 3,478,057.82 Ministero del Tesoro

Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id. delle Finanze di grazia e g. degli aff. esteri dell’ ist. pubbl. dell’ interno dei lav. pubbl. poste e telegr. della guerra della marina agrie. ind. com.

+ + + Differenza sul 1911 16,128,448.03 3,109,011,60 1,304,867.85 462,587.12 3,305,288.83 2,048,884.10 2,043,876.67 1,906,495.03 1,850,608.06 9,237,982. Il 817,194.32 Totale pag. di bilancio

Decreti di scarico Decreti prelev. fondi

187,396,482.63 3,976.72 30,0 10.— — 23,308,745.74 + 6,890.49 -p 30,000.— — 23,271,825.25 Totale pagamenti 187,783,459.85 NOTE.

(1) In questa somma è compreso l’ammontare della valuta d ’ oro depositata nella Cassa depositi e prestiti in L. 241,829,720.

(a) Sono escluse dal fondo di cassa L. 241,8*29,/20

depositate nella Cassa depositi e prestiti a copertura di una somma corrispondente di biglietti di Stato.

IM I IELLE [ I H li! [M IO

(13)

6 ottobre 1912 L ’ E C O N O M IST A 637

più. rigorosa applicazione della attuale Legge sul riposo festivo e settimanale, specialmente per i

negozi nei quali sono esercitati vari generi di eom- | mercio, sottoposti a regim e differente rispetto alla chiusura domenicale, sia una riform a della Legge stessa, atta a garantire dalle elusioni od in fra ­ zioni che ora si com m etterebbero con eccessiva frequenza ed impunità.

Alla Camera di Com mercio in particolare si è rivolta col seguente ordine del giorn o:

« L ’ assemblea dei commessi droghieri ed a f- j

fini riunitasi la sera di sabato 3 agosto 1912. Preso atto della situazione creatasi in seguito all’agitazione iniziata « Pro riposo festivo »■

Pa sue le seguenti conclusioni tratte nella lettera aperta diretta dal proprio Consiglio al Pre­ fetto di Bologna :

a) consentire l’apertura delle cinque ore do

menicali ai soli negozi che esitano esclusivamente \

generi alimentari e di combustibile.

b) fare obbligo di chiusura a m ezzogiorno a

quella serie di m inuscole aziende che sm erciano j generi alimentari e bibite, vini e liquori.

c) vigilare che nelle tabaccherie e farmacie non avvenga la vendita abusiva di generi non i compresi nei due rami indicati che non vanno quasi mai disgiunti da altri articoli.

d) vigilare inoltre che nelle aziende di pastic­

ceria. birreria, vinerie, eco. non vengano introdotti articoli estranei per cui si crei una sleale concor­ renza e che l’apertura domenicale di tali aziende non avvenga prima delle ore 7 com e prescrive la legge.

e) in tutti i casi accertare che ì riposi com ­

pensativi vengano realmente concessi al personale. Preso atto dei pareri espressi dalle Autorità Comunali e Prefettizia, dell’ interessamento della stampa locale tutta,

fa voti

che anche la locale Camera di Commercio esprima pubblicamente il suo autorevole parere al riguardo nell'interesse stesso di buona parte dei suoi, ascritti.

M entre insiste perchè mai venga meno la v i ­ gilanza al rispetto della L egge non meno im por­ tante delle altre tutte che richiedono l’ intervento dei pubblici ufficiali.

Richiam andosi all’ordine del giorn o del proprio Consiglio D irettivo emo so il 31 luglio 1912.

, Affida

ai delegati al prossimo Congresso indetto dalla Confederazione Generale dell’ Im piego privato il compito di provocare una agitazione nazionale atta ad ottenere la modificazione della Legge sul riposo festivo sfrondando tutto d intricato e discorde suo contenuto, insistendo perchè bene siano precisati quali negozi di generi alimentari potranno rima­ nere aperti nelle prime cinque ore della domenica. Convinta che per la preponderanza di generi non alimentari compresi nelle aziende di Drogheria, per i pochi generi alimentari la cui necessità as­ soluta non è ancora nè potrà essere approvata,

Reclama

che venga ai commessi droghieri tutti accordato il riposo domenicale ed ordinata conseguentem ente la chiusura dei negozi di drogheria in giorn o di

domenica ». ,

La commissione Statistico Industriale, preso in esame tale ordine del giorno, e la trattazione ohe del tema, in genere, del riposo festivo e setti­ manale è stata fatta in passato replicatamente dalla Camera, à form ulato il seguenle ordine del giorno :

« La Camera di Commercio e Industria della Provincia di B ologn a;

Visto l ’ordine del giorno deliberato n ell’assem ­ blea del giorno 3 agosto 1912 dalla L ega commessi droghieri ed affini di Bologna e com unicato dal •Consiglio direttivo della L “ ga stessi.

Ne prende atto ; e

Ricordati i voti emessi replicatamente in pas­ sato dal Consiglio Camerale a proposito della ap­ plicazione della Legge sul riposo festivo.

Conferma in ogni loro parte i voti stessi, ri­ conoscendo ancora che la L egge attuale si e palesata nella pratica assai difettosa sicché è da augurarsi che essa sia sollecitamente modificata ».

A perta la discussione, nessuno chiede la parola, quindi il sig. Presidente pone senz’altro in vota­ zione l’ordine del giorno proposto dalla Com m is­ sione, ordine del giorno che risulta approvato ad unanimità di suffragi.

Mercato monetario e Rivista delle Borse

5 ottobre 1912. Le condizioni nelle quali i vari mercati hanno superato il termine trim estrale sono risultate più favorevoli di quanto fosse lecito prevedere, e a Berlino, dove poco fa si nutrivano serie inquietu­ dini. per quanto la domanda di capitali sia stata ragguardevole, la liquidazione è avvenuta fe lice ­ mente. I prestiti a breve sono, bensì, saliti m o­ mentaneamente a più che 8 per cento, ma lo sconto ufficiale, contro ogni attesa, non è stato I rim osso dal 4 lp2 per cento, e quello ¿libero è di j già sceso di Lf2 punto a 4 1^2 per cento. La Reichs-

\ bank, nell’ ultima settimana del mese, è stata og-

| getto di richieste inferiori a quelle di un anno fa. per modo che i suoi im pieghi, a fine settembre, j risultavano di M. 21 1(2 milioni m inori che nel 1911 a pari data, il metallo appariva di 149 1{2 milioni m aggiori e la circolazion e tassata, 339 1 [5 milioni, era in dim inuzione di 164 4)5 milioni.

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