• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.2004, 29 settembre

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.2004, 29 settembre"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

G A Z Z E T T A S E T T IM A N AT,E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXIX - Voi, XLIII

Firenze, 29 Settembre 1912

N. 2004

■SOMMARIO : La situazione del Mercato — G. Co r n i a n i, Politica di produzione Za d i u, Ancora sul

Canale di Panama — Il servizio del lotto durante il 1910-1911 — RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Prof. M ode Lorini, Scienza delle Finanze - Oscar Wild. Une maison de Grenades - Ernest Couer- deroy, Jours d’exil - Emide Gebhart, Petits Memoires — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA: Le notizie sullo stato dell'agricoltura italiana — RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio della Francia - Il commercio inglese - Il commercio del Messico — Cassa di risparmio di Vercelli — Cronaca delle Camere di commercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Notizie commerciali.

La situazione del mercato

Tutto lascia credere che il periodo di de­ pressione che ha avuto il suo inizio nel 19U7 sia già finito© voglia succedergli com eavviene quasi sem­ pre un periodo di maggiore attività. Già in alcuni paesi, come negli Stati-Uniti, nella Germania e nel Belgio il movimento ascendente si è mani­ festato vivace e non vi è dubbio che si estende­ rebbe agli altri paesi se non fosse trattenuta ogni iniziativa dai timori che desta la politica inter­ nazionale, non tanto per ciò che riguarda il con­ flitto italo-turco, quanto per il pericolo che qual­ che atto improvviso di uno o l’ altro degli Stati balcanici metta a repentaglio la pace tra le mag­ giori Potenze d’ Europa.

E poiché è convincimento generale, fondato o no, poco importa, che i piccoli Stati balcanici non si innoverebbero se non fossero persuasi di avere l’appoggio di qualche grande Potenza o, peggio ancora, non fossero istigati a muoversi, così nell’ animo di tutti è la tema che le dimo­ strazioni bellicose dei Montenegrini, dei Bulgari dei Serbi e dei Greci non sieno che la esecuzione di consigli che ricevono da questo o da quello degli Statiche hanno maggiore influenza nelle cose della penisola balcanica.

Una ripresa quindi degli affari, vivace come da molti sintomi si prevede è trattenuta dal pe­ ricolo troppo evidente di complicazioni europee, in quantochè, mentre da tutte le parti i discorsi ufficiosi inneggiano alla pace, ed affermano il profondo desiderio di mantenerla, contraddicono

i fatti, poiché gli armamenti proseguono non solo, ma gli accordi che si concludono tra i gruppi di Stati sono tali da lasciar temere che il pericolo di un vasto conflitto sia imminente.

D i fronte a ciò è naturale che rimangano soffocati i tentativi di una larga ripresa econo­ mica e sieno titubanti coloro che pur vorrebbero avventurare i loro capitali nelle industrie. Che se può considerarsi meraviglioso il fatto di una sufficiente sostenutezza dei prezzi e di un anda­ mento quasi normale delle principali industrie sebbene l’orizzonte della politica internazionale sia tutt’ altro che sereno, la ragione di ciò sta nell’altro fatto che dovunque i risparmi si accu­ mulano in grandi proporzioni e le ricerche di impieghi redditizi sono insistenti. Perciò appunto le rendite di Stato presentano una resistenza che sarebbe in contraddizione colle condizioni della politica internazionale, ed i valori industriali sono pure ben quotati nelle borse. La pressione che il risparmio esercita sul mercato vale a con­ trobilanciare quasi completamente quella che eser­ citano le continue e gravi minaccio delle com­ plicazioni internazionali. Per cui è da ritenersi che se fra qualche tempo la pace potrà essere conclusa tra la Turchia e l’ Italia e se la neve eserciterà, la sua azione deprimente sui paesi balcanici, avremo un movimento di ripresa molto sensibile, appunto perchè il risparmio potrà tanto più liberamente compiere il suo ufficio benefico quanto più lungo è stato il periodo nel quale rimase oompresso.

(2)

610 L ’ ECONOMISTA 29 settembre 1912

turano e quelli che prevede prossimi a maturarsi, non può a meno di manifestare il timore che, ove la situazione politica si rischiari, lo slancio degli affari si manifesti così impetuoso e così forte da apparecchiare un successivo e non lontano periodo di crisi. Così è avvenuto che il periodo 1905 906 ha dato uu movimento eccessivamente vivace di attività e per questo appunto ha ap­ parecchiato la crise del 1907 colle, sue conse­ guenze.

È bene quindi fin d ’ora prevedere tale pos­ sibilità ed incitare i dirigenti della finanza ad esei'citare fin dal principio quella azione trena- trice che valga a diminuire se non a togliere gli eccessi. E siccome nella ipotesi di una vivace ripresa sarà la speculazione quella che prima si abbandonerà a slanci subitanei, sarà bene che l’ Alta Banca si organizzi per limitarne l’azione ; l’A lta Banca ha mezzi potentissimi da far valere ed il giuoco dei riporti può esser fatto funzio­ nare tempestivamente e come freno e come am­ monimento.

Pur troppo i movimenti al rialzo sono ac colti sempre favorevolmente dalla pubblica opi­ nione la quale non ha ancora imparato che quando non sono giustificati apparecchiano le crisi non lontane. Ma i dirigenti del mercato finanziario, i quali hanno certamente l’ obbligo di essere più del pubblico previdenti, debbono appunto sapersi regolare sul beninteso interesse generale anche se la loro condotta abbia ad essere contro la cor­ rente dominante. Quando gli uomini hannorag- giunto le eminenti posizioni nelle quali esercitano una funzione dominatrice, perciò solo assumono doveri speciali di fronte ai quali non possono rimanere indifferenti.

Ed appunto, parlando specialmente del mer­ cato italiano, mentre si deve ammirare la resi­ stenza disciplinata che hanno mostrate le nostre borse, non si può a meno di notare dei sintomi piuttosto gravi di una tendenza a grandi voli appena qualche notizia lasci vedere un barlume di speranza sulla cessazione della guerra. E que­ sti sintomi lasciano temere appunto che ove la pace si concludesse il movimento abbia a diven­ tare eccessivo.

Bisogna quindi non solo domandare la pru­ denza ma imporla ed agire energicamente perchè la prudenza sia applicata, e l’ azione efficace non può essere esercitata che dall’Alta Banca.

Politica di produzione

Discutendosi lo scorso anno il progetto del monopolio delle assicurazioni-vita, l’ on. Giolitti nel suo discorso lamentò, che nel precedente suo ministero, i conservatori gli avessero votato con­ tro quando si trattava di colpire le maggiori 'fortune. L ’ on. Giolitti alludeva a quel progetto per la diminuzione del prezzo dello zucchero che

era accompagnato da un’imposta sulla rendita

ed altre e che trovò accoglienza ostile negli uffici ; e che determinò le dimissioni dell’on. Giolitti, che si volle le avesse provocate, appunto pre­ sentando quel progetto non troppo studiato.

L ’ idea di decimare la ricchezza è anche nella tendenza dei socialisti italiani, mentre quelli austriaci in un manifesto del marzo 1911 inneg­ giavano ad una politica di produzione poiché dall’ aumento della ricchezza tutte le classi so­ ciali risentono vantaggio.

Questa politica intesa a stimolare la produ­ zione è quella che conviene all’ Italia che ha un così forte sbilancio commerciale anche nella ca­ tegoria dei prodotti agrari, pei quali l’ importa­ zione supera di circa 300 milioni l’esportazione. Ed a favorire la produzione, tende il pro­ getto Sacchi presentato lo scorso estate alla Ca­ mera, ma non ancora discusso, per la costruzione di grandi serbatoi d’acqua (sull’ esempio di quelli costruiti dai Mori in Spagna) pei quali si pro­ pone una sovvenzione annua in proporzione del­ l’acqua immagazzinata nei serbatoi, destinata ad irrigazione ed a creazione di forza motrice.

Questi serbatoi torneranno utili per le re­ gioni ap pennino del mezzogiorno e per la Sar­ degna.

Un progetto tecnico dell’ ing. Omodeo per l’ utilizzazione delle acque del Tirso in Sarde­ gna, colla formazione d’un grandioso serbatoio della capacità di parecchi milioni di metri cu­ bici d’acqua ad uso di irrigazione, fu preso in considerazione da autorevoli capitalisti, i quali secondo i calcoli fatti possono fornire l’acqua d ’ irrigazione ad un prezzo, al massimo di L. 0,005 al metro cubo (mezzo centesimo), prezzo che po­ trà diminuire quando fosse collocata più della metà del volume disponibile.

(3)

•29 settembre 1912 IV E C O N O M IST A 611

con una densità di 47 a 48 abitanti per chilometro quadrato.

Il serbatoio delle acque del Tirso può ero­ gare nella stagione estiva cioè durante 6 a 7 mesi 20 metri cubi d’acqua al secondo, sufficiente per irrigare non meno di ettari 20,000, cioè la metà circa di quella pianura. Oggi essa è in piccola parte coltivata a frumento con un rendimento medio di 10 quintali allettare, e per la mag­ gior parte a pascolo con una produzione di iieno di 15 quintali allettare, produzione scarsa causa la siccità estiva : vi è attualmente nella parte più bassa del Campidano per circa un migliaio di ettari la coltivazione molto redditizia dei po­ modori.

Dato il costo di mezzo centesimo il metro cubo d’ acqua e ritenuto che in ogni ettaro i 3j4 o 4|5 siano a prato ed il resto a frumento che non ha bisogno d’ irrigazione, si avrebbe con 135 lire all’anno per ettaro, un volume d’acqua di 27,000 metri cubici, cioè circa 1 litro al se­ condo di erogazione continua per ettare, dota­ zione abbondante che eleverebbe la produzione fieno a quintali 140 per ettare, del valore di L. 6 al quintale, mentre in pari tempo la pro­ duzione del frumento si eleverebbe a quint, 15 per ettare, del valore medio di 25 lire al quin­ tale. Il valore delle terre che è ora di 300 a 400 lire Tettare salirebbe a più di 3,000, e gli af­ fitti da 15 o 20 lire a 150 e più. L ’ aumento della produzione foraggierà favorirebbe lo sviluppo del­ l’allevamento del bestiame che già ora si manda ai macellai di Roma in notevole quantità.

Pertanto l’irrigazione darebbe luogo ad un aumento di parecchi milioni nella produzione formandosi cosi un ingente capitale immobiliare; d’ altra parte la costruzione del serbatoio e delle opere inerenti, darebbero lavoro a molti lavora­ tori, ed assicurerebbe un buon utile ai capitalisti.

Sono quindi evidenti le felici conseguenze d ’ una politica di produzione e ci auguriamo che il progetto del serbatoio del Tirso cosi diligen­ temente illustrato di professori A lpe e Serpien possa presto realizzarsi.

Ing. G. Cokniani

d ep u ta to al P a rlam ento.

incora sul Canale di Panama

don certa asprezza e manifesto preconcetto [’ Economista { 1) in due riprese ha creduto di condannare severamente, da prima in nome della

(1) Economista, 18 agosto n. 1998 e 15 settem­ bre n. 2002.

morale internazionale di poi in virtù e di una paiti- colare interpretazione del trattato Hay-Pauncefote del 18 nov. 1901, gli Stati Uniti d’ America per avere con recente voto del Senato e consecutiva ratifica del Presidente esonerata la marina di cabotaggio di quella Nazione dal pagamento dei diritti di passo attraverso il futuro Canale di ^ Panama.

Giova premettere, abbenchè noto, che gli Stati Uniti, malgrado il loro enorme progresso in ogni ramo di industrie, posseggono una limi­ tatissima marina mercantile, e che, tributari al­ l’estero per quasi tutti i servigi transatlantici, hanno come poderosa nemica della marina interna la meravigliosa coalizione dei trust ferroviaiì. Il Governo della Federazione Americana, più e piu volte è stato richiesto d’ intervenire nei tentativi di sviluppo della marina sia per i servizi oltre oceano sia per quelli costieri, ma troppo com­ plesso e troppo grave il problema si manifesta per poter essere oggetto di larghi provvedimenti amministrativi efficaci. Questi devono invece li­ mitarsi a quegli aiuti ed a quella protezione oc­ casionale che si presenta di volta in volta a se­ conda delle circostanze.

Una di tali circostanze è appunto quella che si offriva nello stabilire le regole di esercizio del Canale di Panama. Se gli amministratori della cosa pubblica in quella Nazione od in qualsiasi altra Nazione Europea si fossero lasciati sfug­ gire una cosi favorevole circostanza per compiere opera protezionista dei propri particolari interessi non solo sarebbe insorto il paese in una critica unanime, ma gli estranei anche avrebbero tac­ ciato di poca abilità quei Governanti e forse T Economista stesso, pure in principio libero scambista, avrebbe veduto in quella deroga alle ormai accettate tendenze protezioniste, conse­ guenze non favorevoli per la economia nazionale degli Stati Uniti, ed avrebbe avuto ragione di farne rilievo come quando tanto altamente pro­ testò per l’ abolizione dei premi alla marina mer­

cantile italiana, se avesse voluto mantenersi

nella consueta imparzialità di giudizio.

Ma T Economista non si sa perchè special- mente irritato contro i sistemi Americani, in questa particolare circostanza reso aspro al punto da dimenticare quella misura di forma che gli è abituale, proclama quel potente popolo oltie oceano, che tutti siamo disposti ad ammirare e che vorremmo in molti lati poter imitare, una congrega di guasconi, affetti da egoismo e pre­

(4)

612 L ’ ECO N O M ISTA

29 settembre 1912

che per colmo di avventura è attualmente estraneo alla questione della marina.

Passando oltre alle stizzose diatribe che non menomano certamente il valore di una Nazione, nè turbano i sonni dei suoi amministratori i quali hanno alto il concetto del benessere del paese, non ripeteremo qui, ciò che abbiamo accen­ nato anche perchè è generalmente ben conosciuto, che cioè una impellente ragione economica na­ zionale ha pi-esieduto nella mente dei legislatori americani allorché compievano quell’atto che al- 1 Economista parve ingiusto ma che in sostanza ha sollevato soltanto una platonica e fiacca pro­ testa dell’ Inghilterra, la sola interessata nella questione a termini del trattato Hay-Pauncefote.

L ’ Economista esamina quel trattato, e vi contrappone le spiegazioni del Presidente degli Stati Uniti il quale afferma che l’Art. I l i della convenzione coll’ Inghilterra, riflettendo soltanto il mantenimento del principio di neutralità, fa obbligo agli Stati Uniti di applicare a tutte le altre nazioni un trattamento eguale nell’ uso del (fanale di Panama, ma non inibisce agli Stati Uniti di fare condizioni di favore per la prò- pria marina.

Troppo lungi ci condurrebbe l’addentrarci nella questione giuridica, o meglio nelle nume­ rose questioni giuridiche che si possono fare per la interpretazione del trattato in corrispondenza alla Senatoriale deliberazione e conseguente ret­ tifica del Presidente, cosicché vai meglio pren­ dere e discutere la conclusione dell ’ Economista il quale facilmente afferma : « Se agli Stati Uniti piace che il commercio nazionale abbia uno spe­ ciale trattamento, nessuno può impedire che quel Governo paghi esso stesso le tasse o ne rimborsi le navi che si sono assoggettate al pagamento, come qualunque altro Stato potrebbe fare. Ma non si comprende come il Presidente possa af­ fermare che anche gli altri Stati possono seguire l’esempio della Confederazione Nord americana;

potrebbe la Gran Brettagna esonerare le proprie

j

navi dal pagamento delle tasse di passaggio? Evidentemente tale esonero non avrebbe efficacia se il Governo britannico non si sostituisse al commercio nel pagamento».

Tutto ciò I’ Economista dice, dopo di avere riconosciuto che gli Stati Uniti sono incontra- stabilmente gli unici e soli padroni esclusivi del Canale di Panama, compiuto interamente con denari americani. Non si dice però, ed è bene I aggiungerlo, che il Senato nello stabilire le quote ! di passaggio delle navi per il Canale di Panama, non ha avuto di mira alcuna idea speculativa, ma anzi, quella congrega di chauvinisti, prepo­ tenti eco. ha cercato di stabilire le rate in ma­

niera da sopperire, con intero rischio e pericolo alle sole spese di esercizio del Canale, per nulla preoccupandosi di progettare il benché minimo benefìcio diretto all’enorme capitale di milioui e milioni di dollari occorsi al paese e tratti fuori dalle tasche dei buoni americani per compiere 1 opera grandiosa così malamente iniziata ed amministrata dai, Panamisti Europei di buona memoria. L ’ Economista cede all’ ultimo del suo ragionamento e dice : « Certo per gli Stati Uniti, proprietari del Canale, è questione semplice- mente contabile ; ma la questione contabile di­ venta di grande importanza quando essa può vul nerare principi fondamentali risultanti dai trattati. In sostanza quindi si vorrebbe che gli Stati Uniti facessero pagare, o meglio fìngessero di far pagare le quote di passaggio alla loro marina e poi, in base al diritto incontestato anche dal- I Economista, restituissero alla marina le qu »te pagate. In nome della alta morale internazionale dunque dovrebbe assolutamente compiersi una finzione contabile, in nome del rispetto per quei glandi principi intesi ad inceppare ogni giorno il progredire della economia mondiale, si esige,

si pretende una meschina ipocrisia ammini­

strativa.

Questo, noi vecchi Europei vogliamo inse­ gnale alla giovane America, e purtroppo non abbiamo di meglio da insegnare. Ma l’Americano 6 troppo pratico, ha troppo da fare per il pro­ gresso del suo paese che incede alla testa dello

sviluppo industriale e commerciale, non solo

senza bisogno della Corte dei Conti, ma forse perchè non ha Corte dei Conti od istituti simili. Dire agli Americani, fìngete di pagare, complicate la vostra amministrazione, scrivete bollette e partite nei vostri libri, nelle vostre amministrazioni, nelle contabilità dei milioni da voi versati per compiere il Canale di Panama, perchè cosi vuole la morale internazionale Eu- ì opea, e farli ridere di cordiale compatimento è la stessa cosa.

E farebbe ridere di cuore anche un eminente economista quel impresario di teatro che per burocratico amore di precisione o per poter fare scrupolosa veridica esibizione di cifre d’ incasso agli altri teatri, in virtù di un patto che esclu-

d isse le entrate di fa vore s’ imponesse l’obbligo

costante dì acquistare un biglietto d’ ingresso allo spettacolo da lui organizzato, creato, impiantato e pagato.

(5)

29 settembre 1912 L ’ E C O N O M IST A 613

La tendenza ad esagerare la importanza dei principi morali, anche quando non è per deri­ vare come nel caso specifico alcun detrimento emergente, è deplorevole e fa rimpiangere la somma di energia che va dissipata in tal senso anziché nello studio di una ben oculata sempli­ ficazione dei complicati organismi europei.

Zad ig.

IL SERVIZIO DEL LOTTO

d u ran te il 1910-1911

Da una pubblicazione della direzione gene­ rale delle privative stralciamo i seguenti dati :

Gli introiti dell’Azienda del lotto, seguendo il progressivo aumento iniziatosi nel 1905-906 con la somma di lire 81,601,223, si elevarono, nell’esercizio finanziario 1910-91 t, alla cospicua cifra di lire 106,963,405,22, sorpassando di ben 14 milioni le x'iscossioni del precedente esercizio finanziario.

Tale incremento eccezionale del giuoco da un esercizio all’altro trova riscontro nell’ ultimo cinquantennio solo nell’ anno 1869 in cui il ren­ dimento del cespite, che nel 1868 era stato di 60 milioni, salì ad 80 milioni, e tale si mantenne anche nel 1870 per discendere poi a 66 milioni nel 1871 ed a 65 nel 1872; ed allora, come ora, la causa del fenomeno va principalmente attri­ buita al sensibile aumento delle vincite; infatti, la spesa per esse sostenuta in 37 milioni nel 1868 crebbe di circa 17 milioni nel 1869 e di circa 10 nel 1870, allo stesso modo che da 37 milioni quale erasi verificata nell’ esercizio 1904 05 crebbe con alterne vicende negli esercizi successivi sino a sorpassare i 48 milioni nel 1909-910 ed i 61 milioni nel 1910-1911.

Tuttavia non si può disconoscere che altre cause possano avere concorso a determinare il fatto ; e cioè il migliorato stato economico della popolazione, e le cure assidue che l’ Amm inistra­ zione pone a debellare il lotto clandestino, sia con l’ azione repressiva, che con provvedimenti d’ indole amministrativa.

Però, se le riscossioni superarono ogni più favorevole aspettativa, cosi non può dirsi per il profitto.

Sorteggi di numeri popolari si verificarono ben cinque volte nel solo Compartimento di Na­ poli per un ammontare rilevante, sì da raggiun­ gere nel Compartimento stesso per l’ esercizio 1910-1911 una somma di vincite per 29.409,953,02 lire (l’80 per cento sugli incassi), che corrisponde

incirca alla metà delle vincite di tutto il Regno, ed è superiore di lire 11,084,220.49 a quella del­ l’esercizio precedente, già anch’ essa ragguarde­ vole per sorteggi popolari.

Sicché il profitto immediato effettivo (cioè la differenza fra le riscossioni e le vincite) fu di soie lire45,631,944.37, inferiore di L. 9,501,723.80 a quello di lire 55,133,368.17 che teoricamente l’ Azienda avrebbe dovuto realizzare in base alle riscossioni conseguite.

Ma ciò non deve impressionare, dice la R e­ lazione quando si consideri che col lungo decorso degli anni l’equilibrio fra gli utili effettivi ed i teorici viene a ristabilirsi a tutto vantaggio dei- fi Erario.

I risultati finanziari dell’ Esercizio 1910-1911, furono:

Per fi Entrata :

1. Proventi delle giuocate L. 106,963,405.22

2. » eventuali e con­ travvenzionali » 162,558.89 1. 2. 3. 4. In complesso L. 107,125,964,11 Per la Spesa : Vincite L. A gg i di riscossione » Stipendi al personale » Spese diverse » 61,331,460.85 7,784,472.37 648.619.30 373,050.29 Totale L. 69,537,602.81 Rimane quindi un utile netto

effettivo di . . . L . 37,588,361.30

con un aumento di lire 358,847.39, rispetto a quello di lire 37,229,513.91, avutosi nell’esercizio precedente.

Gli aggi di esazione superarono di 640,060.55 lire quelli del precedente esercizio per le mag­ giori riscossioni conseguite.

Per gli stipendi agli impiegati si ebbe una maggiore spesa di sole lire 874.52, avendo tro­ vato compenso in alcune economie, per vacanze nelle ultime classi degli Ufficiali e dei R a gio­ nieri, la spesa per i sessenni che in buon numero si maturarono il lo luglio 1910 a favore di pa­ recchi impiegati di 3a categoria.

Le spese varie presentarono una diminuzione di lire 13,144.40, dovuta a minore spesa occorsa per provvista di stampati e per im ballaggio e tra­ sporto di bollettari del giuoco.

I ■proventi del giuoco dell’ esercizio 1910-011 furono d i-L . 106,963,405.22 ; quelli dell’esercizio precedente di L . 92,877,212.24 ; e la media del quinquennio 1905-6-1909-10 di L. 84,666,833.72.

(6)

614 L ’ E C O N O M IST A 29 settembre 1912

precedente, e di L . 22,296,571.50 in confronto alla media del predetto quinquennio.

Le vincite dell’esercizio 1910-911 ammonta­ rono a L. 61,331,460.85; quelle dell’ esercizio 1909-910 a L . 48,226,789.78; e la media del quinquennio a L . 41,404,626.02.

Si ebbe quindi una maggiore spesa p er v in ­ cite rispetto all’ esercizio precedente di Lire 13,104,671.07; e rispetto alla media del quin­ quennio di L. 19,926,834.83.

Il profitto immediato (differenza fra riscos­ sioni e vincite) risultò pertanto:

nell’ esercizio 1910-911 di L. 45,631,944.37

» 1909-910 » » 44,650,422.46

nel quinquennio in media » 43,262,207.70

Da altri prospetti allegati della Relazione si rilevano, per ciascuna delle 67 Provincie in cui funziona il lotto, le riscossioni, le vincite ed i pi'ofìtti ottenuti nell’esercizio 1910-91,1 in con­ fronto a quelli del precedente, nonché il rapporto percentuale delle vincite sulle riscossioni, ed il contributo medio per abitante.

A ll’ incremento delle riscossioni contribui­ rono quasi tutte le Provincie, parecchie delle quali con somma superiore alle 200,000 lire, e cioè:

1. Napoli con L. 6,164,452.66 2. Caserta » 1,294,444.08 3. Salerno » 1,149.612.16 4. Lecce » 599,182.72 5. Bari » 528,468.08 6. Foggia » 345,649.18 7. Porto Maurizio » 311,615.94 8. Roma » 298,630.18 9. Messina » 286,679.56 10. Avellino » 264,706.36 11. Benevento » 256,356.08 12. Genova » 251,778.86 13. Milano » 208,167.66 14. R eggio Calabria » 200,819.44

Hanno, viceversa, offerto diminuzioni d’ in­ casso le sole sei Provincie seguenti :

1. Palermo con 2. GHrgenti 3. Catania 4. Caltanissetta 5. Siracusa 6. Bergamo L. 257,892,88 » 113,173,82 » 76,783.76 » 42,199.32 » 23,768.04 » 859.46.

L ’ utile lordo o profitto immediato dell’eser­ cizio 1910-911, che, come si è detto, fu di lire 45,631,944.37, va ripartito nelle varie sorti della tariffa. Di queste la massima è il terno che fruttò 28,048,944 ossia il 61.47 per cento.

E d eccoci alle tombole e lotterie.

L e tombole estratte nell’esercizio 1910-911 furono 374, la m aggior parte, come pel passato, nei Compartimenti di Roma e Firenze, che frut­ tarono per tassa del 20 per cento lire 147,255,04. Furono estratte perciò 40 tombole in meno che nell’ esercizio precedente; ma si riscosse una mag­ giore tassa di lire 2,486.07.

Le lotterie furono in notevole diminuzione. Infatti se ne estrassero solo 15 in confronto di 58 dell’ esercizio precedente, e si introitarono lire 6,292.54 per tassa del 10 per cento.

Le cause di diminuzione sono dovute alla statuizione dell’art. 4 della legge 2 luglio 1908, n. 464, per la quale si sono rese molto frequenti le concessioni di piccole lotterie di beneficenza (non superiori cioè alle mille lire), con esenzione di qualsiasi tassa. Infatti queste ultime concessioni, che nell’esercizio precedente ammontarono a 120, si elevarono a 261 nell’ esercizio di cui si dà conto. L ’aumento più rilevante si verificò nel Compartimento di Torino, dove da 46 ascesero a 128; segue poi quello di Roma da 18 a 41, quello di Milano da 14 a 27, Firenze da 24 a 36, Venezia da 15 a 25.

In completa esenzione di ogni tassa o d i­ ritto erariale fu concessa con R egio Decreto 18 dicembre 1910, n. 907, la tombola nazionale e telegrafica pro « Ospedale Civile di Ostuni », « Società Industrie Femminili Italiane » « Isti­ tuti Pii di Potenza (Ospizio di Mendicità, Asilo Infantile, Ricovero per le Orfanelle e Ospedale Civile) » e « Lega Navale Italiana » giusta le rispettive autorizzazioni date dal Parlamento con le leggi 19 aprile 1907, n. 184, 2 maggio 1907, nn. 223 e 224, 16 giugno 1907, n. 345.

Per la detta tombola furono emesse 3,100,000 cartelle, delle quali ne furono vendute n. 1,638,503.

L ’ estrazione ebbe luogo regolarmente il 29 giugno 1911.

Infine nell’esercizio finanziario 1910-911 fu­ rono accertate n. 581 contravvenzioni, con pre­ ponderanza di quelle relative alla forma grave del reato di lotto clandestino, che tanta concor­ renza fa al cespite erariale.

Nel constatare un aumento di contravven­ zioni il Relatore pur riconoscendo l’ importanza ed il valore dell’azione repressiva, specialmente riguardo alle località in cui la speculazione clan­ destina si esercita in proporzioni maggiori, ri­ corda che sull’ andamento delle riscossioni del lotto influiscono molteplici cause, di carattere ora ge­ nerale, ora locale, e talvolta anche antitetiche, e sopratutto il verificarsi di molte vincite.

(7)

cor-29 settembre 1912 L ’E C O N O M IST A 615

relazione ad un aumento nell’ importo delle vin- vite, mentre invece non sempre può farsi la stessa constatazione ove si prenda in esame anche il quantitativo delle contravvenzioni accertate, in modo da poterne inferire che parte dei proventi che prima affluivano nelle mani dei segreti spe­ culatori si siano riveliate al giuoco erariale.

Che, anzi, il maggior numero di contesti po­ trebbe anche riguardarsi come indice del dilagare delle infrazioni, s), che lo stesso sforzo degli agenti abbia avuto un risultato maggiore, ap­ punto per il più vasto campo in cui si è potuta svolgere la loro azione, e, di conseguenza, la mag­ giore facilità di accertare le frodi.

E a conclusioni più ottimistiche, osserva ancora il Relatore, non potrebbesi certo pervenire senza pericolo di allontanarsi dal vero ove si con­ sideri che l’ azione di polizia fiscale, per l’ ambiente nel quale si svolge e per le difficoltà che le si presentano, non è finora riuscita che a colpire soltanto i raccoglitori o agenti secondari del lotto clandestino: tutta gente pregiudicata, nullatenente e amorale, che si rinnova senza difficoltà e che, se pur colpita dal rigore delle leggi, ritorna più ardita alla losca impresa e con diritto a maggiore considerazione da parte dei tenitori per la di­ sciplina e il segreto serbato.

I principali responsabili, invece, e cioè i ca- ; pitalisti che sono i veri tenitori e speculatori clandestini sono rimasti e restano al sicuro da ogni sorpresa e non temono affatto la repressione, la quale non solo non li tocca, ma non nuoce neppure ai loro interessi.

È evidente, pertanto, che questa azione re­ pressiva non ha l’ efficacia che le sarebbe neces­ saria per il raggiungimento del suo fine, e i risultati tangibili cui essa perviene, non rappre­ sentano, purtroppo, che una parziale persecuzione

della materiale ed esteriore estrinsecazione della i

frode.

Inoltre è sintomatico, dice il Relatore, il fatto che fu quasi nullo il numero dei contesti definiti in via amministrativa. Ciò devesi attri­ buire, secondo il medesimo, evidentemente alla eccessiva larghezza con la quale viene applicata la legge del perdono, ovvio essendo che i con­ travventori, certi della facilità di sottrarsi, in de­ finitiva, al pagamento delle multe preferiscono affrontare le noie e le lungaggini processuali.

A d una più efficace e meglio intesa repres­ sione dovrebbe quandi unirsi una maggiore spe­ ditezza nei giudizi e un uso più discreto da parte dell’autorità giudiziaria della facoltà di sospen­ dere l’esecuzione delle condanne, anche per non produrre menomazione del prestigio e scoraggia­ mento degli agenti prepósti alla repressione.

A sottrarre ai tenitori del lotto clandestino gran parte della, loro clientela, mezzo efficacis­ simo sarebbe quello di rendere accessibile il giuoco erariale alle classi povere riducendo il prezzo minimo delle giuocate, ed avvicinare più che sia possibile il termine utile per la effettua­ zione di queste all’ora dell’estrazione: sarebbero cosi eliminate le cause che maggiormente influi­ scono sulla diffusione del lotto clandestino in ta­ luni centri.

Riportando con molta riserva questi concetti del Relatore, che non possono certo così a p riori essere approvati, diremo che la Relazione termina con notizie interessanti sulla esecuzioni delle sen­ tenze, sulle vincite convertite in libretti postali di risparmio (in n. di 52,190 per lire 1,955,306), sul servizio delle Banche e Collettori, funziona­ mento della Commissione per il conferimento dei banchi del lotto, di quella chiamata a dar parere sulle vincite al lotto contestate e infine sul fondo di previdenza dei ricevitori del lotto.

Seguono 14 allegati e due piante grafiche che dànno il numero delle vincite per ciascun com­ partimento, per ogni mese e la media per ogni abitante.

R

ivista

B

iplioqrafica

Oscar Wild, Une maison de Grenades. Paris, P. V. Stock, 1912, pag. 245 (L. 3.50). Sotto il titolo Une maison de Grenades sono raccolte quattro delicatissime leggende che confer­ mano la squisita sensibilità d ell’ infelice esteta. L a accurata traduzione francese di A lbert Sa­ rène permette di farsi un’ idea della finezza dello stile, quale emerge dall’originale.

Arthur Conan Doyle, L es R ecrues de Mon- mouth, L e capitarne Micah C larke, L a ba- taille de Sedgemoor. — Paris, P. V . Stock,

1912, 3 voi. (L . 3.50 ciascuno).

In questi tre volumi l’ immaginoso scrittore descrive un episodio della guerra di successione al trono degli Stuart nel 1685, e fa assistere ai sanguinosi tentativi del pretendente Duca di Monmouth e alla sua sconfitta.

L o stile è adattato alla narrazione delle ge­ sta di quell’epoca avventurosa e la bella tradu­ zione francese acconsente di gustare l’originalità tutta speciale con cui l’ A utore sa rendersi sem­ pre interessante.

Ernest Couerderoy, Jours d’ exil. — P a n sP . V. Stock, 1912, pag. 430 (L . 3.50).

(8)

616 L ’ E C O N O M ISTA 29 settembre 1912

1854. Sono particolarmente interessati quelli

riguardanti la Spagna. Lo stile, piuttusto enfa­ tico e sovraccarico di tinte forti, non sarà molto apprezzato in questi tempi in cui prevale la sem­ plicità di mezzi e di effetti. Ma ad ogni modo si gustano descrizioni efficaci di costumi che oggi hanno molto perduto della loro caratteristica. Èmile Gebhart, P etits Mémoires. — Paris,

Bloud et C.ie, 1912, pag. 292 (L. 3.50). In questo volume sono raccolti alcuni arti­ coli pubblicati dall’illustre sciittore in giornali di Parigi nel 1892 e in date più recenti. Sono specialmente interessanti per noi i ricordi d’Ita­ lia durante le peregrinazioni dell’ Accademico nella penisola. Talvolta i giudizi espressi rispecchiano i sentimenti conservatori e vaticaneschi dell’ insi­ gne archeologo ; ma la squisitezza della forma e la correttezza delle espressioni attutiscono ogni su­ scettibilità.

La politique de reforme sociale en Angle­ terre, Conférences de 1’ « E ighty Club ». — Bruxelles, Misch et Thron, 1912, pag. 191. Il notissimo Istituto Solvay ha voluto far conoscere agli studiosi del Belgio le recenti ì ¡forme sociali inaugurate dal Governo liberale inglese, ed a tale scopo si è rivolto al Club de­

gli Ottanta che è presieduto dal Sig. Lloyd

George Cancelliere dello Scacchiere perchè tenesse all Istituto Solvay alcune conferenze sull’argo­ mento.

Parlarono infatti sulla politica agraria l’on. Philip Morrell deputato al parlamento inglese ; sulla politica sociale il sig. A. G. Gardiner, direttore del Daily News ; sulla politica industriale l’on. John Brunner pure deputato e industriale, e in­ fine sulla politica fiscale il sig. Emilio Mallet ex-Ministro.

L e quattro conferenze, precedute da una in­ troduzione del Prof. W axweier, direttore dell’Isti­ tuto Solvay, sono ora pubblicate assieme ai di­ scorsi pronunciati al ricevimento dato ai dele­ gati del Club degli Ottanta, ed al riassunto della discussione generale sugli argomenti trattati.

Non occorre dire quanto interessante ed istruttiva sia tale pubblicazione, sia per la im­ portanza degli argomenti trattati, sia per la sin­ golare competenza degli oratori.

Abel Faure, L a crise du fran çais et la Re fo rm e Universitaire. — Paris, P. Y . Stock,

1912, opuscolo di pag. 56 (L. I).

In questo suo pregevole lavoro l’Autore esa­ mina in rapida sintesi lo stato della lingua fran- | cese fino da quando ebbe principio un embrione di letteratura scendendo ai nostri giorni.

Dalla acuta analisi ricava che la letteratura francese non attraversa una crise insanabile, ma che, depositando le scorie di cattivi scrittori, verrà purificandosi in una nuova fase di gloria e di splendore.

Prof. Eteocle Lorini, Scienza delle Finanze. — Pavia, Mattei e C. 1912, pag. 356 (L. 10). Il primo capitolo della prima parte di que­ sto trattato dove l’Autore affronta la vecchia questione della separazione tra Scienza delie Fi­ nanze e Diritto Finanziario, sarebbe promettente per ciò che riguarda la critica delle varie dot­ trine, ma appare manchevole quando vuol dare la definizione della Scienza delle Finanze che, dice l’Autore, « eminentemente speculativa critica, spo­ glia da dogmi e da apriorismi, si concentra prima nel fenomeno economico dei singoli e quindi del- l’ insieme sociale, che questi costituiscono, ne analizza il principio animatore, stabilisce la ra­ gione sufficiente della contribuzione, ne cerca la giustificazione diretta, umana e positiva, detta le leggi generali, astratte, buone in ogni tempo e luogo, cerca di tenersi eminentemente morale e idealistica, di quel sano idealismo che non è giuoco suggestivo, non è temperato dall’ incudine della realtà, come conseguenza della consapevole ed intima contemplazione della vita positiva, e costituisce, per così Tire, la filosofia della siste­ mazione finanziaria individuale e collettiva. »

In questo brano, che abbiamo riportato te­ stualmente sta il carattere esuberante dell’ A u ­ tore, che ha bisogno di rendere con soverchie parole oscuro il pensiero che fosse chiaro nella sua mente.

Francamente, non possiamo ammettere una scienza sociale che sappia dettare leggi generali ed astratte (?) buone in tutti i tempi ed in tutti i luoghi, come se la società avesse elementi e ma­ nifestazioni costanti attraverso i secoli ; una scienza che detta leggi sociali buone per i cinesi, per gli inglesi e per gli australiani contempo­ ranei, o per gli egiziani, per i greci per i ro­ mani dei tempi antichi. Una specie di leggi finan­ ziarie assolute, come si è voluto fare una mo­ rale assoluta ; è una utopia nella quale, un uomo dotto e d’ingegno come è l’ Autore, non doveva cadere.

Il quale punto non avremmo rilevato se questa specie di tendenza filosofica non apparisse qua e là nel trattato a renderne in qualche parte meno evidenti le qualità che indubbiamente contiene.

(9)

29 settembre 1912 L ’ E C O N O M ISTA 617

di tutto quanto riguarda la spesa, come se le entrate fossero fine a sè stesse, mentre evidente mente sono il mezzo per fare le spese. O rala F i­ nanza, sia scienza, sia diritto, dovrebbe pre­ mettere tutta la teorica delle spese (alle quali l’ Autore non consacra che una trentina di pagine) e poi discutere delle entrate che sono una con­ seguenza delle spese.

Queste considerazioni critiche che facciamo al nuovo lavoro dell’Autore, non mirano a togliere importanza al lavoro stesso, che è nuova prova della operosità e della dottrina dell’egregio pro­ fessore Lori ni.

Agence Fconomique et Financière. 28 Boule­ vard Poissonnière. — Paris. Veniamo a conoscenza che il nostro valente ed eminente collega Ives Guyot, l’ Economista ben conosciuto, ha di re­ cente fondata una Agenzia di Informazioni, l’ Agenzia Economica e Finanziaria.

Non dubitiamo che, sotto una direzione così autorevole come quella dell’ ex. ministro dei L a­ vori pubblici francese, il successo sia assicurato a questo nuovo organo di informazioni.

J.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Pubblichiamo le notizie sullo stato del­

l’agricoltura italiana nel settembre 1912 rias­ sumendole dal consueto Bollettino pubblicato dall’ Istituto internazionale di A gricoltura:

Frum ento. — Per il complesso dei 22 paesi seguenti: Prussia, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Inghilterra e Galles, R egno d ’ Unghe­ ria, Italia, Lussemburgo, N orvegia, Paesi Bassi, Rumania, Russia Europea, Svizzera; Canadà, Stati Uniti, India, Giappone, Russia Asiatica ; Egitto, Tunisia la produzione è calcolata in q. 870,650,584 contro q. 816,238,835 nel 1911. In altri termini la produzione del 1912 risulte­ rebbe uguale a 106.7 per cento di quella del 1911.

Le aggiunte più notevoli in confronto al j Bollettino di agosto sono quelle della Francia, della Rumania e della Russia.

La produzione francese si calcola quest'anno in q. 91,182,600 contro q. 87,811,400 nel 1911, quella della Rumania, in q. 24,335,000 contro q. 26,033,561 nel 1911, quella della Russia E u­ ropea, in q. 170,684,393 contro q. 121,663,868 nel 1911 e quella della Russia Asiatica in quin­ tali 33,416,138 contro q. 17,000,067 nel 1911.

Segale. — N ell’ insieme dei paesi seguenti : Prussia, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna,

Francia, Regno d’ Ungheria, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Rumania, Russia Euro­ pea, Svizzera; Canadà, Stati U n iti; Russia A sia­

tica; Algeria, si calcola u na produzione di quin­

tali 403,155,710 contro q. 342,417,337 nel 1911. In altri termini la produzione del 1912 risulte­ rebbe uguale a 117.7 per cento di quella del 1911. Orzo. — Nel complesso dei seguenti paesi: Prussia, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Inghilterra e Galles, R egno d’ Ungheria, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Rumania, Russia Europea, Svizzera; Canadà, Stati U n iti; Giappone, Russia Asiatica ; Egitto, Tunisia si calcola una produzione di q. 255,757,243 contro q. 241,982,340 nel 1911. In altri termini la pro­ duzione del 1912 risulterebbe uguale a 105.7 per cento di quella del 1911.

Avena. — Nel complesso dei precedenti paesi europei, americani e asiatici oltre all’A lgeria e alla Tunisia si calcola una produzione di quin­ tali 508,452,180 contro q. 431,795,223 nel 1911. In altri termini la produzione del 1912 risulte­ rebbe uguale a 117.8 per cento di quella del 1911. Mais. —- Pel complesso dei seguenti paesi : Bulgaria, Spagna, Ungheria, Italia, Rumania, Russia Europea, Svizzera; Stati U n iti; Giap­ pone, Russia Asiatica; Egitto, la produzione in quest’anno si calcola in q. 918,524,272 contro q. 784,941.801 nel 1911. In altri termini la pro­ duzione del 1912 risulterebbe uguale a 117 per cento di quella del 1911.

Riso. — In Italia si calcola una produzione di q. 5,000,000 contro 4,792,200 nel 1911 e nel Giappone di quintali 78,794,000 contro 73,665,208 nel 1911.

Barbabietola da zucchero. — Nel Belgio il raccolto è previsto in q. 20,460,000 contro quin­ tali 14,760,000 nel 1911, in Danimarca in quin­ tali 5,278,940 contro q. 7,304,799 nel 1911 e in Spagna in q. 10,789,738 contro q. 8,749,550 nel 1911.

Vite. — In Spagna si prevede una produ­ zione di hi. 14,000,000 di mosto contro ettolitri 14,747,051 nel 1911, in Italia di hi. 43,000,000 contro hi. 42,654,100 nel 1911 e in Rum ania di hi. 1,000,000 contro hi. 993,437 nel 1911.

Canna da zucchero. — Col Bollettino di settembre si inizia il servizio d’ informazioni sulla canna da zucchero e si dànno notizie sullo stato delia coltura in E gitto e negli Stati Uniti e sulla superficie coltivata nell’ India (ha. 931,735 contro ! ha. 909,883 nel 1911.

(10)

618 L ’ E C O N O M ISTA 29 settembre 1912

tunno si calcola quindi nel Giappone, comples- i

sivamente pel 1912, in kg. 150,535,955 contro kg. 150,454,886 prodotti nel 1911.

Il commercio della Francia. — La D i­ rezione generale delle Dogane pubblica il quadro del commercio della Francia con gli altri paesi e le colonie durante il mese di agosto:

Mese di agosto

Importazioni 1912 Differ, sul 1911

(Migliaia di franchi) Oggetti alimentari Materie necessarie 191,524 + 2,945 all’ industria 304,716 +■ 65,940 Oggetti fabbricati 122,497 + 11,647 Totali 618,737 -f- 80,562

Esportazioni 1912 Differ, sul 1911

i Migliaia di franchi) Oggetti alimentari Materie necessarie 57,113 ■ -1- 7,396 all’ industria 162,991 +■ 11,355 Oggetti fabbricati 284,261 +- 48,985 Colli postali 34,205 + 2,614 Totali 538,870 + 70,260

Ecco intanto i resultati per gli otto primi mesi del 1912, paragonati con quelli del 1911 :

Otto mesi.

Importazioni 1912 Differ, sul 1911

(Migliaia di franchi) Oggetti alimentari Materie necessarie 1,141,042 - 298,945 all’ industria 3,087,215 + 27,477 Oggetti fabbricati 1,023,150 + 47,022 Totali 5,251,412 — 224,446

Esportazioni 1912 Differ, sul 1911

(Migliaia di franchi) Oggetti alimentari Materie necessarie 488,903 + 44,065 all’ industria 1,265,226 -t- 67,842 Oggetti fabbricati 1,165,759 + 212,266 Colli postali 312,136 -1- 8,052 Totali 4,232,069 -+- 332,225

I resultati di questo commercio dimostrano un accentuazione del miglioramento già segna­ lato nell’ ultimo luglio. Tutte le categorie sono in plusvalore solo conviene notare l’accrescimento sensibile delle importazioni di materie prime e di esportazione di oggetti fabbricati, che dimo­ strano seriamente una ripresa industriale in Francia.

II commercio totae si è accresciuto di fr. 150,822,00(3 su quello dello stesso mese del pre­ cedente anno e negli otto mesi esso è di fr. 9,483,481,000 contro 9,376,702,000 nel 1911.

Nelle importazioni del mese sono in aumento le materie necessarie e così nelle esportazioni, negli otto mesi vi è diminuzione degli oggetti alimentari alle importazioni, alle esportazioni vi è aumento generale di tutte le categorie.

11 commercio inglese- — Ecco secondo la classificazione del « Board of Trade », i risul­ tati del commercio inglese per il mese di ago sto dell’ anno 1912:

Importazioni. agosto 8 mesi migliaia di sterline Prodotti alimentari 24,877 178,038 Materie prime 18,192 170,961 Articoli manifaUurati 16,382 120,987 Diversi 232 1,877 Totali 59,687 471,863 Esportazioni. agoslt ’ 8 mesi

migliaia illi stelline

Prodotti alimentari 3,041 20,116

Materie prime 5,637 86,82o

Articoli manifatturati 84,966 248,005

Diversi 734 6,137

Totali 43,778 311,078

Il commercio del Messico. — Ecco i valori di questo commercio per 1' intero anno fiscale 1911-1912 (luglio 1911 -giugn ol912).

Im portazioni. (Valore di fattura). 4911-1912 Diff. sul 1910 11 (Piastre) Materie animali 16,466,011 — 967,241 » vegetali 31,284,214 — 7,316,008 » minerali 46,710,313 — 5,320,274 Tessili 21,281,110 — 3,359,160 Proti, chimici 12,075,487 - 914,364 Bevande 6,744,684 — 89,263 Carte 5,120,733 — 488,206 Macchine 23,883,812 - 2,427,365 Veicoli 4,604,224 - 4,490,982 Armi e esplosivi 5,385,843 + 2,179,276 Diversi 9,604,860 33,595 Totale 182,660,691 — 23*218,582 Esporta:zion i. (Valore dichiarato) Prodotti minerali 46,734,134 — 9,681 »,535 » vegetali 83.610,346 — 7,656,856 » animali 19,861,197 + 3,059,059 » mani fatt. 6,604,429 -f- 2,294,859 Diversi 1,730,602 — 338,060 Metalli preziosi 139,473,469 — 3,404,53 •' Totale 298,014,177 4- 4,260,537

(11)

29 settembre 1912 L ’ ECO N O M ISTA 619

Per i sette primi mesi dell’ annata in corso, le importazioni si sono alevate a 13,653,601 lire egiziane contro 14.912,102 dello stesso periodo del 1911.

Le merci esportate in luglio rappresentano

un valore di 1,286,594 lire egiziane contro

987,145 del luglio 1911, cioè un aumento di 299,429 lire egiziane. Per i sette primi mesi del 1912, il totale delle esportazioni si eleva a 17,305,888 lire egiziane contro 15,317,828 per lo stesso periodo del 1911, cioè, un aumento di 1,988,060 lire egiziane.

lassa Ai [ispani Ai Velili

Pubblichiamo un sunto del rendiconto del b i­ lancio 1911, di questa importante Cassa di Rispar­ mio approvato dall’Assemblea Generale degli Azio­ nisti nella tornata del 19 giugno 1912.

Il Movimento Generale di Cassa messo in confronto con quello 1910, ci dà tra gli introiti L. 51,569.864,91 e tra i pagamenti L. 51,579,217.56 con un totale di lire 103,149,082.47 e quindi con l’aumento di comples­ sive L. 25,323,848.49.

La media giornaliera delle operazioni di Cassa da 141, quale era nel 1910, scese a 132.

Il fondo del 1. gennaio 1911 saliva a lire 100.511.51; per la differenza fra pagamenti e in­ cassi in L. 9,352.65 risultò al 31 dicembre di lire 91,158.86.

La giacenza media giornaliera di Cassa che nel 1910 era stata di L. 88,677.06 scese nel 1911 a L. 78,682,59 con una ulteriore diminuzione.

1 Mutui ipotecari al 1. gennaio rappre.unta­ vano impiego di L. 6,247,404.36 che al 31 dicembre risultavano per L. 5,943,095.53 cosi suddivisi : 180 ordinari per L. 4,688,008.48; 60 ad ammortamento per L. 1,252,087,05 il che rappresenta il 19,20 per cento della attività della Cassa. Messa in raffronto con quella degli ultimi anni questa percentuale è andata gradatamente diminuendo da 23,80 nel 1907 a 22,48 nel 1908 e quindi a 21,60 nel 1909 a 20,83 nel 1910 e ora a 19,20 per l’esercizio 1911.

I Crediti Chirografari erano al 31 gennaio: 9 per L. 1,926,112.86 e si residuano a fine d’anno 5 per L. 1,547,466.72, che per quasi un milione e mezzo comprendono il credito verso lo Stato per cessione di annualità fatta dalla Società per le strade ferrate della Sicilia.

I Mutui a Corpi Morali erano al 1. gennaio : 21 per complessive L. 2,099,641.27 e risultarono N. 23 per L. 2,336,151.39 cosi divisi: N. 9 con garanzia ipotecaria per L. 130,113.04; N. 8 con delegazioni sulla sovraimposta L. 1,867,767,38; N. 2 in conto corrente L. 212,270.95; N. 4 ordinari a mora fissa L. 126.000.00.

II movimento del portafoglio cambiario è in aumento di 6 milioni, circa un terzo in confronto

a quello del 1910 che pur aveva segnato il vertice della ascesa continua fino a quell’ anno.

Esistenza al 1. gennaio N. 1,222, L 8,111,695.62. A fine d’anno risultarono N. 1,256 L. 8,.380,602.70. È notevole il fatto che pur essendo aumen­ tato il movimento complessivo annuale di oltre 6 milioni la consistenza si aggirò intorno agli 8 milioni il che denota un più rapido giro causato dalla minor durata della operazione.

I II saggio di sconto, che a gennaio el‘a del 5

per cento, andò riba-sando in febbraio al 4,75, se­ guendo la consueta détente del mercato monetario I scese in aprile al 4,25 per cento per risalire a lu- 1 glio nella misura del 4 per cento e quindi a set­

tembre al 5 e 5,50 Sono troppo note le cause di carattere economico e politico ohe nel decorso anno influirono a far aumentare anticipatamente il tasso

| dello sconto — è risaputo infatti che l’aumento

i

nell’autunno è un fenomeno normale e di carattere

1 generale — perchè occorra qui accennarlo andie brevemente È invece opportuno rilevar.- come la Cassa per troppe e troppo evidenti ragioni non si f può tenere estranea all’ andamento del mercato

monetario.

Le operazioni di anticipazione contro deposito di valori hanno il seguente movimento: Esistenti I al 1. gennaio N. 76 per L. 596,077 80. Al 31 di- - cembro erano N. 102 per L. 1,599,426.90, 1 con car­

telle fondiarie per L. 2,003.15; 54 con titoli diversi per L. 1,312,286.15,

il conto titoli di proprietà della Cassa non ebbe variazioni di importanza.

! Esistenza al 1. gennaio L. 10,592,152.53; Esi­

stenza al 31 dicembre L. 10,592,763.04.

Quanto alle passività, si ha ohe il movimento dei depositi, studio continuo e cura precipua del Consiglio, è stato quasi normale, cioè in corrispon­ denza a quanto — in condizioni normali — risulta ogni anno. Infatti dali'esame delle medie degli ul­ timi esercizi si constata che i depositi, elevati in gennaio, vanno declinando in febbraio e mai -o pei risalire in maggio pi mese della fiorita anche per l’affluenza del risparmio, e che fra tutti gli altri tiene il primato) ridiscendere in giugno quando i prelievi per il fabbisogno del a mondatura del riso sono maggiori dei deposili, salire ancora in luglio ed agosto e principiare a discendei e nel successivo settembre per culminare nella discesa dell’ottobre, il mese di maggiori bisogni per l’agricoltura, e quindi segnare una ripresa solo nel dicembre.

Risulta inoltre ohe le operazioni di versamento furono complessivamente 16,266 per L. 9.418,486.94 con una diminuzione in confronto al 1910 di nu­

mero 782 per L 127,368.51. La diminuzione nel

(12)

620 L ’ E C O N O M ISTA 29 settembre 1912

non forse nel moltiplicarsi degli Istituti di Credito nella nostra piazza,

il valore medio dei depositi fu di L. 57S.89 mentre nel 1910 era stato di L. 559,81.

I rimborsi furono 15,423 per L. 9,019,108.30 con una diminuzione di 116 per L. 656,73^.11 in confronto di quelli dell’esercizio 1910 e un valore medio di L. 584,78 contro L. 609,85 nell’anno pre­ cedente.

I libretti erano al 1. gennaio 19,876 e si resi­ duarono a 19,928 divisi come segue: N. 6,594 di categoria A ; N. 14,334 di categoria B.

II credito medio dei depositanti è di lire 339,64 per la categoria A , di L. 1,582.51 per la ca­ tegoria B e rappresenta un costante aumento. In­ vero il piccolo risparmio lia segnato dal 1906 in poi le seguenti medie: 301,31; 315,78; 320,05; 333,50 331,78; e il valore medio dei libretti del risparmio ordinario ebbe dal 1906 la medesima progressione ancor più intensa e così; 1213,80; 1345,77; 1422,83: 1480,71; 1527,41.

Omettiamo per brevità gli altri dati limitan­ doci solo a far noto come il fondo p i beneficenza iniziò l’esercizio con un disponibile di L. 16,660.18 che con l'assegno fatto sugli utili 1910 in lire 53,045.14 aumentò a L. 69,705.32, vennero erogate L. 10,750.43 cosi che il residuo a fine d’anno era di L. 8,974.89.

Infine avvertiamo che le risultanze dell’eser­ cizio 191! dànno : Attivo L. 39,418,193.20; passivo L 36.503,097.98; Patrimonio L. 3,514,057.78; lire 40,017,155 76; Avanzo netto L. 401,037.44; Rendite e profitti L. 1,363,767.93; Spese e peraite lire 962,730.49; Avanzo netto L. 401,030.44. Di cui il Consiglio propane il seguente reparto:

A l fondo pensioni per gli impiegati L. 7,239.68; al fondo di riserva speciale L. 17,624.08; al fondo di beneficenza L. 38,086.84; al fondo per opere di pubblica utilità L, 150,000.00 ; al fondo per perdite eventuali L. 38,086.84 ; alla massa di rispetto lire 150,000.00 ; Totale come sopra L. 401,037.44.

Il Presidente L. Fortina conclude così la sua bella relazione: « Queste risultanze che ho l’onore di sottoporre al Vostro esame per l’approvazione e che sono oltremodo lusinghiere, sono dovute in parte alla vigile operosità degna di ogni encomio degli impiegati ai quali è aifidata l’esplicazione giornaliera dell’attività del nostro Istituto e ai quali io mando l ’espressione del più vivo compia­ cimento da parte del Consiglio.

[BOIill IELLE MIRE 9! [OIDIO

Camera di commercio e Industria di Venezia. — Nella adunanza del 21 agosto 1912, (Meneghelli, Presidente), questi fa le seguènti comunicazioni:

Il giorno 3 agosto ebbe luogo presso il Muni­ cipio di Venezia una riunione del Comitato pro­ motore per la linea navigabile Venezia-Milano in

cui si è approvato ad unanimità il seguente ordine del giorno:

« Il Comitato promotore per la linea naviga-

i bile Milano-Venezia; considerando che la domanda

presentata dalla Camera di Commercio di Milano (alla quale quella di Venezia ha già deliberato di I aderire) per la concessione della costruzione delle I opere progettate per la sistemazione e il comple- j tamento della linea, con espressa riserva di am- : mettere a partecipare alla concessione stessa anche

gli altri Enti locali interessati, si uniforma alla direttiva tracciata dal Comitato coll’ ordine del giorno approvato nella seduta del 24 gennaio 1912; considerando che la suddetta domanda gioverà ad anticipare ed accelerare l’ istruttoria per la supe­ riore approvazione dei progetti anche durante le preliminari trattative che dovranno esperirsi fra gli Enti locali per determinare le norme e le condi­ zioni della concessione, alle quali trattative, quando ne venisse richiesto, il Comitato potrebbe parteci­ pare soltanto in via consultiva; delibera di affidare : questo compito eventuale alla Commissione tecnica

che diresse la compilazione dei progetti, la quale, dietro richiesta della Camera di Commercio di Mi­ lano, potrà estendere la sua azione consultiva an­ che alle pratiche inerenti alla istruttoria della do­ manda di concessione ed al perfezionamento dei progetti. Alla stessa Commissione potranno essere aggregati un rappresentante per ciascuna delle altre Provincie interessate che ne facessero do­ manda ».

Devesi aggiungere che essendo scaduta f op­ portunità di dividere la domanda di concessione in due parti, in modo da lasciare alla nostra Camera l’iniziativa della concessione per le opere da Bron- dolo al Po, non rimane che ad associarsi integral­ mente alla domanda già presentata dalla Consorella di Milano, per l’assieme complessivo dei lavori da eseguirsi affrontando anche le relative responsa­ bilità finanziarie.

in questo senso, ed al fine di conoscere la portata degli impegni finanziari che si tratterrà di assumere e poterli comunicare al Consiglio per una delibera, la Presidenza ha già scritto alla Con­ sorella di Milano, dalla quale rimane in attesa di una risposta concreta.

La Presidenza sta per diramare alle principali Ditte della Città e provincia ed ai Municipi una circolare per raccogliere un ampio patrimonio sul quale poter basarsi per la compilazione di una re­ lazione che dimostri, possibilmente con la citazione di casi bene specificati, i gravi inconvenienti che sempre persistono in questi servizi, cosi importanti per il commercio e per i cittadini tutti, suggerendo i rimedi che sembreranno più pratici e più facil­ mente attuabili.

(13)

29 settembre 1912 L ’ EC O N O M ISTA

Per quanto concerne il servizio telefonico è stato annunziato che, nel settembre prossimo, saranno iniziati i lavori per la installazione nella ex Ca­ serma di S. Salvatore dell’intero impianto centrale telefonico di Venezia. Con ciò si verrebbe ad esau­ dire un desiderio vivissimo del commercio, sia per l’ubicazione della nuova sede, sia per i migliora­ menti che una sistemazione veramente moderna certamente apporterebbe. Per quanto su ciò non sia stata data conferma ufficiale alla Camera si sa però che l’Amministrazione dei Telefoni ha acqui­ stato dal Ministero della Guerra la Caserma di S. Salvatore e che il Genio Civile sta elaborando il progetto per la sua trasformazione.

De Paoli riferendosi all’analoga comunicazione fatta dal Presidente, constata, come, da molto tempo e sempre inutilmente, la Camera di Com­ mercio, continui a richiamare l’ attenzione delle competenti Autorità sulle condizioni nelle quali si svolgono a Venezia i servizi postali telegrafici e telefonici. Mentre è stata adibita una delle migliori sale terrene alle non imperiose comodità dei fat­ torini telegrafici, si è invece inutilmente più. volte richiesta l’istituzione di uno sportello per la ven­ dita dei francobolli alla posta centrale si è racco­ mandata la assunzione di un fattorino conoscitore di parecchie lingue atto a fornire spiegazioni ed indicazioni ai molti forestieri che si recano alla posta,' si è più volte protestato per lo stato deplo­ revole nel quale sono abbandonati gli uffici postali di Piazza San Marco e della Stazione di Santa Lucia, mentre quest’ultimo è nella impossibilità di funzionare regolarmente per la deficenza di per­ sonale. Ritiene che sia dovere del Ministero di provvedere e prega la Presidenza di rinnovare al­ l’uopo le più vive istanze.

Il Presidente osserva che si terrà conto delle suddette osservazioni.

- Si discute poscia il bilancio preventivo 1912.

Mercato monetario e Rivista delle Borse

28 settembre 1912. L ’ impressione più favorevole prevalsa nella settimana precedente sullo svolgersi della situa­ zione monetaria generale non si è smentita negli ultimi otto giorni: la Reichsbanlc nella terza set­ timana del mese, ha ulteriormente accresciuto la riserva di M. 24 3[5 milioni e ridotto di soli 5 1[2 milioni il margine '(ella circolazione, ciò che porta l’eccedenza sul livello del 1911 a 145 2j5 milioni pel primo e 123 1[2 milioni pel secondo; la Banca d’Inghilterra, nell’ottava a giovedì scorso, ha leg­ germente accresciuto il metallo riducendo di meno che Ls. 1{4 di milione la riserva, la cui proporzione agli impegni è aumentata da 50.60 a 51.40 per cento. Un anno fa il metallo era di 1]8 di milione minore, la riserva pure inferiore di quasi ‘¿[5 di milione e la proporzione percentuale di essa rag­

621

guagliava, per essere i depositi minori di 5 milioni a 55.30 per cento.

Le cifre odierne sono tanto più notevoli in quanto gli arrivi di oro sul mercato libero londi­ nese sono stati pressoché interamente assorbiti dagli acquisti del Nord-America, mentre l’Egitto procedeva a nuovi ritiri dalla Banca d’Inghilterra, e, d’altro lato, il mercato germanico non è stato assistito in misura rilevante dai centri stranieri. Oltre a ciò a New-York il prezzo del denaro è un pò’ in regresso (da 5 1]4 a 4 3[4 per cento) e la po­ sizione delle Banche Associate in via di migliora­ mento, il che- fa sperare che i prelevamenti di oro di questa piazza da Londra non debbano svilup­ parsi rapidamente e costringere l’istituto inglese a un aumento del saggio ufficiale.

Lo sconto libero, intanto, rimane invariato a 3 11[16 per cento a Londra, a 4 3[8 a Berlino, e passa da 2 7[8 a 3 per cento a Parigi, mentre il denaro a breve continua ad essere abbondante­ mente offerto sui vari centri.

Tale andamento del mercato monetario, assai favorevole dopo le previsioni inquietanti di qualche tempo fa, non si è ripercosso sul contegno dei circoli finanziari. Questi, mentre parevano indif­ ferenti alla inevitabile altezza dei riporti e rima­ nevano orientati al rialzo, hanno creduto quasi ovunque prudente, all’avvicinarsi della liquidazione, di ridurre i propri impegni e nella settimana, senza segnare una vera reazione, i corsi hanno perduto gran parte della loro tendenza a nuovi aumenti. A Parigi, dove, per quanto relativamente agevole, i’ denaro va facendosi più caro, si è avuta addi­ rittura una diminuzione di fermezza.

Ciò è da porre in rapporto, naturalmente, con l’andamento della situazione politica internazionale, o meglio, col minore ottimismo con cui la specu­ lazione sembra riguardare la questione balcanica, dopo il discorso del Berchtold e dopo l’arresto dei negoziati di pace italo-turchi; ma si può dire che le esitazioni delle Borse verificatesi nella settimana siono più che altro dovute all’avvicinarsi della li­ quidazione trimestrale. I fondi di stato, invero, si limitano a perdere una frazione e i valori in ge­ nere, tolte poche eccezioni, rallentano il loro mo­ vimento di progresso o consolidano i loro prezzi, ma non occupano sensibili perdite.

Anche sul nostro mercato, dove le indecisioni i dei centri stranieri si tradussero con una non lieve !' depressione in principio di settimana, il bilancio ; settimanale dei corsi non chiude sfavorevolmente, essendosi determinata una reazione favorevole cui, i per alcuni titoli, i riacquisti dei venditori allo sco­

perto diedero un rilevante impulso.

Ben tenuta la Rendita che conserva quasi in- ! teramente il livello della settimana precedente.

Riferimenti

Documenti correlati

Leggendo questa proposta per quanto for­ m ulata in forma interrogativa, non abbiamo potuto fare a meno di immaginarne noi pure cogli occhi della mente gli

Il tono della esposizione finanziaria è cer­ tamente così roseo che in verità contrasta colla situazione, quale potrebbe essere, di un paese che esce da una impresa

« Nelle cessioni dei magazzini adibiti a stagio­ natura, depositi e vendite in generale di formaggi non si fa luogo, per consuetudine su questa piazza, a valutazione

« In merito al valore del titolo rilasciato dalle regie Scuole medie di commercio, l’Unione delle Camere, veduta la discussione che s ’è svolta nell’XI assemblea

Aggiun­ geremo che quei riguardi da usarsi a favore dei redditi del capitale anche più sono da usarsi pei redditi industriali, in quanto che se, come abbiamo

Sindaco alle domande verbali esposte da una commissione di commercianti fiorentini per una proroga alla restituzione di dazio pei generi riesportati, informò i

zione delle quote minime si presenta più dif­ ficile nelle condizioni finanziarie ed economiche delle colonie; infatti colà, come nelle orga­ nizzazioni economiche più

2) Di fatti gli vengono inosse. due accuse, e la prima è di accrescere eccessivamente il pro­ prio capitale. Invero esso è oggi molto cospicuo. Se la scarsità di