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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.2016, 22 dicembre

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GAZZETTA SETTIM ANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno X X X IX - Voi. X L III

Firenze-Rom a, 2 2 Dicembre 1 9 1 2

N . 2 0 1 6

SOMMARIO : Sulla circolazione bancaria, A. J. dbJo h a n n is — I Problemi del Benadir (continuazione), E. Z. —

Frazioni e Classi nel Bilancio Comunale di Teramo (continuazione), G. Cu r a t o — R IV IS T A BIBLIOGRA­

FICA : Doct. René Théry, Rapport des changes avariés et des Règlements exterieurs - Prof. F. W. Tanssig,

Principies of Economics - Prof. L. Franchi, Codice per la Marina Mercantile — XII Assemblea Generale delle Camere di Commercio — Cassa Depositi e Prestiti — I depositi delle Casse Ordinarie di Rispar­ mio — Ferrovie dello Stato — Il Debito Pubblico Italiano — R IVIS T A ECONOMICA E FINANZIARIA : Casse di Risparmio Postali - Inchiesta Zuccheraria - Il commercio estero della Francia nel settembre e nei primi nove mesi del 1912 - I cereali agli Stati Uniti — NOTIZIE VARIE — MERCATO MONETARIO E R IV IS T A FINANZIARIA.

perciò con norma del paese e degli Istituti di emissione, riesce inutile discutere ulterior­ mente sulla scadenza prossima della disposi­ zione elle riduce dal 7 % per cento alla sola ragione dello sconto la terza eccedenza della circolazione.

Esaminiamo piuttosto la portata delle pro­ poste che la Camera ha approvato, senza nem­ meno discuterle, ma che, in sostanza, non tro­ varono contrasto nel paese, nemmeno nella stampa di opposizione.

Attualmente i tre Istituti hanno facoltà di emettere 908 milioni di biglietti con una ri­ serva del 40 % e con una tassa di L. 0.10 per cento; tale circolazione si chiama normale e nelle nuove proposte rimane inalterata.

È bene però tenere presenti che detti 908 milioni di biglietti, essendo coperti per il 40 % di moneta metallica, cioè per 363.2, la parte scoperta di circolazione normale è soltanto di 544.8 milioni.

Erano poi contemplate dalla legge tre gradi di eccedenza di circolazione di 69 mi­ lioni ciascuna, che dovevano pagare rispetti­ vamente una tassa di %, 2/ 3 e tutta la ragione dello sconto.

Infine una quarta eccedenza era colpita da una tassa, ohe abbiamo già giudicata proi­ bitiva, del 7 y2 per cento.

Le nuove proposte adunque lascierebbero intatta la circolazione normale ed aumente­ rebbero del 40 % la entità di ciascuna delle tre eccedenze, autorizzandone una quarta.

Sulla circolazione bancaria

Sulla proposta del Ministro del T< soro la Camera ha già approvato il progetto di logge t( ndente a regolare la circolazione bancaria in corrispondenza ai bisogni del paese. Nella espo­ sizione finanziaria il Ministro aveva già detto « che il Governo ha deliberato di proporre che le vigenti disposizioni sieno temperate nel senso di elevare da 50 a 70 milioni per la Banca d’I ­ talia e proporzionalmente per i banchi meri­ dionali, la somma che è ora fissata per ciascuno dei tre gradi di eccedenza, e stabilire un quarto grado che comprenda le nuove somme, e mi­ tigare le tasse nel senso che corrisponda io nel primo grado ad un quarto, nel secondo alla metà, nel terzo ai tre quarti, e nell’ultimo grado all’intera ragione dello sconto. » Ed aggiunse che tale proposta avrà carattere prov­ visorio, cioè per il solo anno 1912, in quantochè una Commissione parlamentare governativa sta procedendo, come è prescritto, ad un esame della situazione dei tre Istituti di e- missione per accertarsi dell’adempimento per­ fetto degli obblighi di legge; la quale Com­ missione probabilmente tratterrà anche nella sua relazione della circolazione.

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Invece di 67 milioni, ciascuna eccedènza sa­ rebbe. di’ 91.6' è la tassa sarebbe di SU e tutta la ragione dello sconto.

' Òggi, Colle disposizioni vigenti, la' circola zióne può àrrivare a 207 milioni, oltreri 908, cioè a l l l b milioni prima di incontrare la tassé!próibìiiva dèi 7 ‘y2 per cento. Colle nuove proposto la Circolazione delle eccedenze,' che diventano,.quattro, potrebbe arrivare a 1291.1 milioni ¡è quindi una differenza in più di 179.4 milioni, differenza che non si può certamente giud|care éccéésivàs, é che concède soltanto una ' elasticità lièvemente maggiore a quella attuale, insistiamo a giudicare che già la quarta ecceàenzà, soggètta ad una tass'a, eguale alla

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uuBi. 1 »urncuuu. CU.CUH.W dèlta circolazione possìbile |o Ì |j j i0^ ì',^ e i i i k sarà appena di

che ancora/deve® pàSsàrèqiér una sistemazione definitiva detìa ciriiólàzione* vi isàrà tempo sqfliciente,, per vedèré le Cose sótto un aspetto pratico. ‘ ,

tlipetianió ài non essefé iiiai stati nè essere ora espansionisti; nia non possiamo a meno di riflettere che, se, come tutto lascia ritenere, i prezzi delle cose sono aumentati in quest ul­ timi anni almeno del lo %, è evidente che per gli scambi che intervengono nel paese a pa­ rità, di quantità, cioè senza tener conto alcuno del loro aumento, occorre una quantità di moneta tanto maggiore, quanto più alti sono diventati i prezzi. Ed anche supponendo che la,rapidità della moneta, per i migliorati mezzi di comunicazione, sia aumentata, è certo che .soltanto per il fatto del rincaro almeno il 10 % di maggiore quantità di moneta è necessario.

E tenendo conto della circolazione normale je,delle.due eccedènze utili, si avrebbe un to ­ tale di circolazione di 1Ó45 milioni, Ché au­ mentato del !Ò °/a . sarebbe 1149.5 milioni, mentre le nuove proposte dannò 908 --p- (96.6 * X 3) 289.8 = 1197.8, quindi un aumento di soli 48.3 milioni per sodisfare i bisogni mag-j giori delie industrie e dei commerci.

Non ci pare vi possa es&pe dubbio che coloro i quali ritengono vantaggióso per la economia

del paese ohe le industrie od i commerci sen­ tano la penuria del medio circolante, e non ■facciano soverchio assegnamento sull’aumento della cicrcolazione , bancaria, non possono temere che le proposte deliberate infrangano il loro principio.

E d’altra parte non si può nemmeno am­ mettere che, le proposte stesse;.sienq l’ultima parola sull’argomento, la cui importanza è tale da domandare studio profondo e ponderato per trovare, se sia possibile, la giusta misura dei limiti.

Ajdb Johannis.

I problemi del Benadir

n.

Fra i problemi che l’Italia colonizzatrice trova dinanzi a sè nel Benadir, il Carletti(l) pone in prima linea quello della schiavitù, forse per la sua importanza morale ; non già perchè lo reputi di agevole e prossima solu- zione. Al contrario egli dimostra in modo esau­ riente che nella abolizione di cotesto barbaro istituto convenga, sotto ogni rispetto, proce­ dere cod prudente lentezza.

Anzitutto ricorda che la schiavitù sorge spontanea dalle naturali disuguaglianze che vi sono tra gli individui e tra le razze, sicché non può scomparire interamente fuorché con lo svilupparsi d’uno squisito sentimento di solidarietà umana in seno a una società molto progredita. Prova ne sia il fatto che in Ame­ rica esisteva sino a mezzo secolo fa e in Europa era stata abolita in tempi precedenti, ma non molto più antichi. Queste son verità che i Somali, se sapessero di storia, ci potrebbero rinfacciare. Da parte nostra non è dunque il caso di far loro gran carico se ancora non capi­ scono che cosa sia di lesivo della dignità umana nel regime schiavistico.

Ma prima di procedere oltre, egli rileva che la schiavitù non è istituzione propria delle società che nella scala della civiltà sono collo­ cate più in basso. Bappresenta. anzi un note­ vole stàdio di progresso, perchè le società primitive preferiscono divorare i prigionieri di guerra. Ma oltre a migliorare la condizione dei vinti, l’introduzione, della schiavitù mi­ gliora la condizione della donna, la quale nelle collettività che non hanno schiavi deve

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22 dicembre 1912 L ’ECONOMISTA 803

barcarsi ad ogni specie di lavoro, ed è preci­ samente una schiava.

Bileva poi, riferendosi ad alcune delle molte testimonianze che ei potrebbero addurre, come la schiavitù fra le popolazioni affricane non abbia quasi mai assunto forme dure e crudeli, come fra gli europei, e gli americani. Ciò a causa del semplicissimo tenore di vita di quelle gènti e anche della poca differenza di sviluppo intellettuale che intercede in Af­ frica tra padroni e schiavi. « Insomma la con­ dizione degli schiavi appo le genti africane è materialmente buona, e non è cattiva moral­ mente per quel che di sentimento dell’umana dignità possono avere i Negri. Non bisogna alla loro sostituir la nostra psicologia. Perchè anche su questo sono concordi gli autori, che lo schiavo non si sente umiliato della sua si­ tuazione ; non la capisce, non vi pensa, non se ne preoccupa, la trova perfettamente nor­ male. »

Al Benadir gli schiavi non sono già prigio­ nieri fatti in guerra. I Somali li comprano. Una volta trovavano da acquistarne da per tutto, anche nei porti ; oggi devono conten­ tarsi di quei pochi che dall’interno i conduttori di carovane riescono a introdurre nel nostro territorio. Dopo l’occupazione di Lugli sif­ fatto commercio è diventato più difficile, e sempre più diventa efficace la vigilanza delle nostre Autorità a mano a mano che andiamo stabilendo presidii militari in regioni meno prossime alla costa. Di fatti il prezzo degli schiavi è assai cresciuto. È facile capire come sia interesse dei padroni trattarli bene, per­ chè se uno schiavo muore o diviene inabile al lavoro, il padrone ci rimette il danaro speso. Inoltre la semplicità della vita indigena fa sì che lo schiavo viva su per giù come il pa­ drone : l’abitazione, il nutrimento, il modo di vestire sono identici. « Data la comunanza di vita le relazioni tra il padrone e lo schiavo sono intime e cordiali ; lo schiavo, o vive col pa­ drone e allora è come uno della sua famiglia, o vive sulle terre dei padrone e allora è quasi indipendente. Nè udrai in alcun caso il Somalo dire i miei schiavi ; dirà i miei figli. Gli schiavi dal canto loro dimenticano facilmente la fa­ miglia e il paese natio. Nessun rammarico li punge di beni perduti, nessuna nostalgia li affligge delle anteriori condizioni di esistenza ; e però »’affezionano presto alla nuova famiglia; al nuovo paese. Aggiungasi che il lavoro che da essi si richiede è assai poco faticoso, anche

se addetti al lavoro dei campi, il loro lavoro non rassomiglia affatto a quello dei nostri contadini. »

Il Comm. Galletti narra d’avere incontrato degli schiavi a cui egli offriva la libertà e che la rifiutarono, e ai quali insistere perchè ab­ bandonassero il padrone pareva fosse far loro un torto e Come se si trattasse d un capriccio, d’un abuso di potere da parte nostra.. Qualche volta è avvenuto che degli schiavi, rifugiatisi nei nostri presidii, ottenuta già la carta di liberazione, hanno fatto il confronto tra la loro condizione passata e quella di uomini liberi, e trovato che i conti non tornavano, se ne sono fuggiti di nascosto per riprendere servizio presso i loro padroni* Gli . è ohe, per la loro mente angusta, liberazione, voleva »lire soltanto libertà di Pòh

restar poi delusi e sgomenti,; npn sapendo .più come fare a . v i v e r e . . ,j jkuytrt

In qualche ragione, per, e $ q i^ o Binùd, gli schiavi vivono raccolti, colle loro famiglie, affatto separati dai padroni,i;in una quasi per­ fetta indipendenza, salvò ì’óbbligo di lavorar le terre loro assegnate. Generalmente il pa­ drone lascia allo schiavo un po’ di torta da lavorare per suo conto, e del prodotto di quella terra lo schiavo fa ciò che vuole. In cast» con­ trario, il padrone deve provvedere al suo man­ tenimento. Spesso allo schiavo,è data facolià di andare a lavorare, per mercede, sulle terre altrui. La consuetudine vuole ch’egli abbia ogni settimana due giorni di libertà, durante i quali può o spassarsela o lavorare il suo pezzo di terra. Di fatto, se non di diritto, lo schiavo ha un sno peculio. La sua successione, secondo la locale legge musulmana, sarebbe devoluta ai padrone, ma per consuetudine va alla fa­ miglia.

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ìiòbnmabieiioal ictsqo fi^s «•s-ìvIimr oìIbp^ìk

per avviare ;,i soluzioni.1 laquestionedella,schia­ vitù, Vediamo adesso alcuni buoni risultati

Ottenuti.,, y >tObiBJ*9i ' • tori' : !K ri

<t Nei luoghi .da noi presidiali schiavi min ce ne sono più ; si ammette, per altro, come Uelle- -coterie inglesi, e tedesche; dell’Affrica oeieu,talOji t e cosiddetta, servitù doùiesticss,- che non è, come, qualcuno dice;-un ripiego; 1® sot­ terfugio fi Degli i antichi- schiavi, gli1 uni con­ tinuano -riòlontariaiùènte a prestar servizio in evasa del padrone, come la un domestico qualunque" da noi. Ne ricevono in compenso iritetfetìiUték^o'tf'àllóggiù; ed "èssendo sotto la pTOFtozioìie1 àfei nostri Residenti, non hanno a tériteré’^è’tfefe to'è 'àb'tièi. dii altri vivono dove vB|*l?ònb, iàvoi-àrio per conto proprio e al pa­ ri f*8ifii efibonù Sémplicemente un compenso

•maBu,. {Intu’naaa r »unMaeiw ; uè;---. ; ‘ , . gioriialiero di cinque o sei centesimi. Molti - .(ai .iliacio onoa torio .mcv.i:.a

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non pagar

il/ .ciò infastiditi. del paese,

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sf IW i i aé ^ N r i » a .per quanto Bfl?li&il§«3T^%i^9Ìu!#iU;’9Pùra dci; Carri indi-

i srittBte.di^ti.>;.e,udqll’influenza che ^Si#i&fB.%i»PCSlffl9Uft.guisev&uehe in mezzo a tribù »Wiicuii non. abbiamo esteso la nostra si­ gnoria «effettifv^^ oSe^iavi,' che dall’interno dèi ¡ patta fo si> rifugiano «neb.nostri presidi e che liberiamo; sq pùrbaato» segni di sevizie o di es­ sere stati tenuti coi ferri ai piedi, non diamo alcun- compensò ài padrone;' se risulta che gli sbhiavl sòdo trattati bène; accordiamo al pa- dròne;' "ùj titòlo dÙndèiinità, una sómma al­ quanto minore dèi valore che ha lo schiavo. »

Misògini persuaderci che ci vuole la coope­ ratene! del tempo, e che pretendendo di pro­ cèdere colla massimà rapidità é con fanatica eùergia, si farebbe peggio. Già si ebbero in qùéi }iàèéi chiari indizi di agitazione quando furono bandite le ordinanze del sultano di Zanzibar, che abolivano nei suoi stati la schia­ vitù, e anche poi, in conseguenza di qualche atteggiamento troppo reciso e . intransigente assurde «t<te .Commissarii inviati nel 1903 dali’e.x-società commerciale del Bcnadir.È vero .che fino al 1907 noi non avevamo occu­ pato fuorché poehi punti sulla costa. Oggi, dopo occupata molto più larga parte del ter­ ritorio, «siffatto pericolo non è più da temersi. V’è però l’altro, che alla coltivazione del suolo vengano a mancare le braccia. I Somali ri­ tengono che il lavoro manuale sia cosà vile, d’accordo in ciò (strana coincidenza) con

sò-lennissimi pensatori dell’antichità classica; D ’origine nomade, non sdegnano occuparsi di pastorizia e deH’allevamento del bestiame, ma non si adattano a lavorare la terra. E lo dichiarano apertamente.; Forse non vi si presta neppure; la loro struttura:fisica; agile,« snella', ma troppo line e delicata.* Questa potrà-mo­ dificarsi in- > fina generazione « successiva e-fóri» nire buoni tipi di ; lavoratori «rurali, che oggi mancano. Se non avessimo più schiavi, diceria al Carletti un Somalo intelligente e altolocato; puoi tu assicurarci che troveremo in qualche luogo operai che lavorino per mercede ? Do­ manda appropriata questa, e anche imbaraz­ zante. Di fatti la mano d’opera laggiù è scar­ sissima. Reso più diffìcile e più costoso, come sopra si è detto, il reclutamento degli schiavi, e più frequenti le liberazioni, la quantità di terra coltivata al Benadir è andata da quindici anni in qua diminuendo. Si hanno segni ev - denti di coltivazioni in terreni che ora si vanno ricoprendo di triboli e spine. « Ora non è cer­ tamente un vantaggio per il paese che le cul­ ture si restringano e che gli indigeni siano ri­ dotti a più grame condizioni di esistenza. Il che avrebbe poi un’altra conseguenza, che non può essere da noi voluta. Mentre il nostro pro­ gramma deve tendere a ridurre le popolazioni nomadi a sedentarie, a trasformare i pastori in agricoltori, l’abolizione affrettata della schiavtù e il conseguente abbandono delle terre coltivate risospingerebbero i Somali alla vita nomade e pastorale. È soltanto l ’a­ gricoltura che può attaccare l’uomo alla terra ». Ma la questione ha anche un altro lato. Prai suoi cattivi effetti la schiavitù ha quello di atrofizzare lmtelligenza, di abbassare il carattere. Col tempo si è formata la mentalità speciale dello schiavo. L’abitudine contratta d’essere sotto l’altrui tutela, d’avere alloggio e mantenimento assicurato, rende lo schiavo una specie di minorenne. Liberato a un tratto, senza guida, abusa dèlia libertà, è imprevi­ dente, sensuale, si dà a tutti i vizi. I liberti sorto la feccia delle nostre città della costa dove si raggruppano. Le donne si dànno quasi tutto alla prostituzione. Lo stesso'ò poggio suc­ cede nello Zanzibar, come risulta da una re lazione di un agente politico inglesi1, al Poreign Office.

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22 dicembre 1912 L ’ ECONOMISTA 805

luzione, il Carletti suggerisce di trasformarla l>er ora in una' speeie di: servitù della gleba, meglio anzi in qualcosa di simile all’àritico colonato dei romani. Su di -che,' traccia le prime Iblee generali d’un- progetto. E termina ripe­ tendo le parole-ebe seguono, da lui già scritte in altra sua pubblieazicme: « Noi -dobbiamo certamente mirare all’abolizione completa della schiavitù nei nostri possedimenti, m i non con provvidenze affrettate e imprudenti,’ sibbene. cambiando dà un lato l’assetto eco­ nomico del paese,elevando dall’altro la men­ talità-delio schiavo,; L-’assetto economico del paese cambierà man mano che 10 andremo sot­ toponendo a coltura, che introdurremo liberi lavoratori, macchine: ed attrezzi agricoli, che svilupperemo i commerci, che impianteremo industrie, che apriremo vie di comunicazione, offrendo agli abitanti nuove fonti di lucro, facendo loro più agiate condizioni di esistenza. In pari tempo lo schiavo si eleverà moral­ mente ed intellettualmente al contatto sem­ pre più intimo che avrà con noi, e mercè l’istiuzione che vedremo di procurargli. E allora, quando tutto ciò siasi conseguito, noi non aboliremo la schiavitù, perchè la schiavitù sarà scomparsa da sè, non corrispondendo più al mutato assetto economico, nè alla mutata mentalità dello schiavo ».

E. Z.

FRAZIONI E CLASSI

NEL BILANCIO COMUNALE DI TERAMO

§ 2° - Divisione per forma di rimunerazione. Com’è anche noto, nella prima colonna del quadro che dà (nello stesso volume III dei dati del censimento per 1’ anno 1901) l’occupazione della popolazione, è indicata la « posizione nella professione», con le lettere a), b), c), d), ed anche si è spiegato che a) indica i padroni, direttori e artigiani non salariati; b) gii im­ piegati, contabili, esattori, commessi e garzoni; c) i capi-tecnici, gii operai ed il personale di fatica, mentre d) non è che una speciale sud­ divisione, di :»)• ii5

Ma non sempre è indicatala Lettera ed allora, per determinare la posizione sociale di tutta la popolazione calcolata, è stato necessario sup­ plirvi con criteri generali, che qui s ’accennano.

Nell’agricoltura è chiaro che le forme di Ri­ munerazione appaiono dalle denominazioni stesse (mezzadri, giornalièri, obbligati, fittavoli, ecc.) e i pastori, pecorai e porcai ho creduto meno

inesatto ascrivere agli operai (considerandoli non come allevatori di animali pròprìij.

Nell’industfià hó considerato operai (leitefacj gli arrotini, i ricamatori e tutto il persònàle dell’industria edilizia, cioè icapi-taastfi, i mu­ ratori, i manovali. ■ '■*{ n;i - ,!i ' 1

Nel commercio ho anche creduto mettere fra gli operai (c )i carrettieri, i cantonieri, i fatto­ rini postali e telegrafici, <i.i ricevitori del lotto1,1 mentre gli ufficiali postali « telegrafici (ed 1 commessi di negozio) vanno nella lettera 6)wuj I seryizii domestici e di piazza sono tuttiinr, dicati con c). e si comprende,facilmente,(uiietip Nelle professioni ,liberali sonpindici,con,#)f tutti gli impiegati, pubblici e privati, cQ.mpreaei le guardie, menp il,pere^|iale ,fii ,.eefyÌ,2Ì0w,(fÌft'i tale e locale, che è indicato con ^ professioni libere, è chiaro che r ip n tr^ p e ll^ j^ tegoria ® 6), meno i sagrestani, inservienti.uscie-1 N .(! II» (l'tOjliUTÌOJo ri giudiziari e scrivani, che sono operai, (c).

* .. jiluiiì .diixiJ-d b>;i .(infiiiir léJid «'ri Cosi si può dividere la popolazione fiel co­ mune

dita ( e d --- ,, r --- - --- — —, segue, anche sùpèrfi<óÌhNUèblb,(ifi)’'S^’fil'gerèi’,dei' fenomeni sociali; 'b’fifchòV&e ’-chfe* ‘{"^ì^il' nùBVi1 e' indicati problèmi1 li1 ipaìn^ònò,11 feIllbL,ÌÉcienzf4.i^ ,&.lÌsi? politica, le blds^i''mistéf TfiùriHéfie rtibdiè}\i\ '¿ÙV- si va oggi pattando '’-e '■scriVèMd'fitqitólIfe'ls'ISéBi* cioè che non hanno1 una fortuna'che ptìò bórri ’ siderarsi media in un dato àmbierrtiei economiCó, 1 ma hanno una economia che risente di due oipih forme di rimunerazione o, partecipazione, ialite vita economica collettiva,- ; Cubi ••-r-»», Ora la classificazione di queste classi miste manca quasi del tutto nei dati pubblicati, dal censimento del 1901; neU’agricoltura erano da dividersi i lavoranti dai .conducenti. terreni ppo- prii o familiari, cioè i proprietari-intraprendi- tori, dai proprietari-intraprenditori-salariati; nel­ l’industria e nel commercio i padroni dai di­ rettori e dagli artigiani, cioè i proprietari dagli iutraprenditori (se per direttore s’è voluto in­ tendere gestori per conto proprio ; eh è altrimen­ ti intendo semplici lavoratori,’ anche d’ordine superiore, dovevano andare nella categoria 6) e dagli imprenditori salariati. Classi miste anche appaiono quelle che, néi dué momenti essen­ ziali della vita economica, produzione e consu­ mo, assumono atteggiaménti diversi : ebbi 1 pic­ coli proprietari! coltivatóri sbno èoi'prhp'rietàiii' quando domandano qualche ; giornata di’’iWófb1 e più di loro si lagnano del rialzo dei eàlàrii'(ii);' ma sono coi salariati © proletari' in quanto1'ài

(t) V, G. Curato, Economia e politica agraria tifa

bruzzese, in Rivista abbruzzese, 1911, ed estratto

(6)

tenor di vita, ai costumi; e d’altro canto gli alti salarii (alti stipendi o onorarii) sono sala­ riati nella produzione od entrata e chiederanno una politica di diminuzione dei prezzi dei ge­ neri di consumo, ma nella scelta dei consumi saranno con le classi più elevate della società,

con cui vivono in comunità di costumi ed abitu­ dini. Queste distinzioni, mancanti qui, sono in par­ te sostituite dalla classificazione per quantità di reddito (§3).

Riassumendo dunque i dati del censimento, secondo 1 criteri fin qui espotti, si ha:

Agrlaoltui» Proprietari . . . N. 1.333 Enfìtenti. . . . . » 40 Fitta voli. . . . . » 14 Dai giardinieri e taglialegna . t » 75 Da allevatori. . » 6 Mezzadri . : . . > 2.789 Totale . . N. 4.207

A ltre categorie - A grieoi

Padroni (1)

Direttori? (1) ,°)

Artigiani (1)

Fattori Nj> 32 Impiegati, contabili, (, commessi, garzoni (1) sflr

0, - J: '867 giornalieri

Obbligati ^ . .“».'’Stì jì)a allevatóri I » 18 'PasttJfl, eeé.' 'I » ÌOO Totale nv N. 1*97 capi operai(1) Operai (1) personale di fati­ ca (2) e) Totali 4.207 Guardie » » » 30 -f » » 61 t= 91 Uscieri » » » il 4- » » 23 = 34 Usereito » * » 285 + » » — = 285 Uff, Giud, » » » 7 4- * • » - = 7 Tot. impieg, dello Stato N. 468 4- » % — = 624 Dal commercio. , . . N. 87 4- * % — = 87

Dei servi zìi... » — + » » tr- II C-Insegnanti . . . . . » - 4 - » *■ 109= 109 Impieg. pubbl. in totale » 555 + » » 1© 00 W II 00 Co *>a

» privati » » — + » » © il o

Impiegati in totale »• 877

b) Dalla categoria 3* (Commercio):

Cantonieri...N. 33 Ferrovieri ... » 14 Postelegrafici... » 25 F a t to r in i ... » 12 L o ttisti...»__3 Dal Commercio . . . N. 87 c) Dalla categoria 4“: Spazzaturai... N. 17 (Continua) G. CcUa t o.

In d u str ia C om m eròio S erv izii P ro fessio n i T o ta li

1.305 3Ì 1.427 5.796 14 910 2.229 394 196 113 703 509 669 1.013 134 5.906 ; a) 1.225; 6) 3.213; c) 1.147 10.384 (1) M anca la d istin zio n e n e i d ati p u b b lic a ti d al cen sim en to .

Impiegati (Salariati pubblici e stipendiati), a) Dalla categoria 5* (amm. e prof, liberali):

Impiegati dello Stato. N. 135 + id. locali 72 = 207

R

i v i s t a

B

i b l i o g r a f i c a

Doc t. René Th é r y. — Bqpport des changes ava-

riés et des ìtèglements exterieurs. — Paris, A.

Rousseau, 1912, pag. 284 (8 fr.).

Dopo il noto e celebre lavoro del Goschen « Teoria dei Cambi esteri » crediamo che nes­ sun altro lavoro sull’argomento si presenti così analitico, così ponderato e così ricco di dati di fatti, come questo del signor Théry. La materia dei cambi internazionali è quanto altra mai com­ plessa e difficile, diremo quasi delicata, poiché esige Una pracisloné di linguaggio ed una cono­ scenza pratica dell’argomento non facile a pos­ sedere.

L’Autore ha prima studiati 1 fatti con molta diligenza quali si sono verificati itt molti paesi, quindi li ha confrontati colle diverse teorie ed è venuto alla conclusione, che i cambi hanno un movimento loro proprio, che non permette di for­ mulare una legge generale e comprensiva, che comprenda i Vari aspetti che assumono dì fronte agli altri falti ecohomici determinanti.

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as-22 dicembre li) 12 L'ECONOMISTA 807

sumono, l ’Autore fa un cenno storico delle crisi dei cambi nei diversi paesi durante la stconda metà del secolo diciannovesimo. Quindi esamina la azione dei saldi a ll’estero, in rapporto alia situazione dei cambi negli S tati U niti, nella R ussia, A ustria-U ngberia, Italia, Spagna, P o r­ togallo, Grecia, Repubblica A rgentina, Brasile, Giappone, Messico, paesi tutti nei quali fu più o meno durevole il corso forzato dei biglietti ó di speciale moneta, e da questi fatti ricava cbe moltissimi sono i fattori del cambio, ma che d ’altra parte è difficile assai e forse impossibile sceverare tali fattori ed esam inarli indipendènte­ mente l’uno d all’altro.

Qualche inesattezza abbiamo trovato esam i­ nando in modo speciale la parte che riguarda il nostro paese: l’Autore parla della Banca d’I ­ talia nel periodo dal 1865; la Banca d Italia, è noto, fu istitu ita nel 1893 ; prim a esisteva la Banca Nazionale nel Regno, che si fuse poi colle altre Banche di emissione formando la nuova Banca d ’ Italia. E non 6 nemmeno esatto che la Banca Romana sia caduta per non felici specu­ lazioni immobiliari ; — e che lo Stato abbia emesso 600 milioni di biglietti in causa della crisi edilizia; 400 milioni (non 600) di biglietti di Stato furono "a u tori zzati dalla legge del 1883 che aboliva il corso forzoso, e quindi dieci anni prima della caduta della Banca Romana. Ancora osserviamo che la data del ripristino del corso forzato è il 1894 e non 1892, che il corso forzato esiste ancora oggi e quindi non è esatto dire che la circolazione nqrmale sia stata recen­ temente ripresa, 1903 o 1904. Infine sarebbe stato bene che l’Autore tenesse conto del re ­ cente lavoro del comm. Stringher per ciò che riguarda le entrate derivanti dagli em igrati e dai forestieri.

Mende queste che nulla tolgono però al valore dottrinale del libre.

Prof. F. W. Taussìù — Principles o f Econo­ mica _ New Jork, The Macmillan Co, 1912 Voi. 1° pag. 547 (Se. 4).

L’Autore, che è insegnante di Economia poli­ tica nella U niversità di H arvard, si è proposto in questo volume di esporre i principi di Eco­ nomia allo stato attuale della scienza, in modo èhe il suo libro riesca comprensibile ad una persona di istruzioneedintelligenza media, anche se non abbia fatto studi ^sistematici su ll’argo­ mento. E nella su a tra ttà z io n e jh fa tti l ’Autore non ha cercato di evitare le difficoltà, ma ha largam ente usato della sua speciale attitudine di chiara e lucida esposizione; ed il solo appunto che si potrebbe fargli è quello di essere alquanto

prolisso; una p ro lissità però che non stanca e che non è mai divagazione inutile od ingom brante. ’

11 volume è diviso iti òtto libri òhe trattario di alcuni dei principali ram i dèlia- Ectìflottfa*- cominciando della organizzazione della produ­ zione, proseguendo col valóre di scambio c o l» m oneta ed il meccanismo dello scambiò; qu n t i libri successivi riguardano, il commercio inter­ nazionale, la distribuzione dei valore, ì problemi del lavoro, i problemi delia organizzazione eco­ nomica, e insieme i tributi.

Non direm o che l ’ordine delle diverse parti sia propriam ente soddisfacente, in m aniera che risu lti un tutto organico, ma presci ridendo da ciò e considerando a parte ciascuno dei J p t V «<$ si può che am m irare hi perspicàcia del p e ^ siero e la d ottrina cui dà larga prova l’Autore. Prof L Franchi. — Codice per la Marina

Mercantile ^ .4N M s M i^nb,U . Hoepli, 1913

pag. 298 !

„ -, r nuYrV V eT 'lrilfèrina

comparso ri f bt « , n ò ta à à fl fiU Detti Codici sono apouratamgnte rtscó^lràU sm testo ufficiale, corredati di richiam i e riordinati dal Prof. L. Franchi della :R. U niversità di Modena, il che è garanzia di esattezza fid ili-genza.

Del Codice per la Marina m ercantile, e oggi pubblicata la 4a edizione.

III. t e « * » [tu. Delle [amen! i Comincio

S ’è tenuta la XII Assemblea generale strao r­ dinaria dell’unione delle Camere di Commercio italiane in Roma nei giorni scorsi.

L ’ Assemblea innanzi tu tto ha discusso e approvato alcune modificazioni allo statuto del­ l ’Unione.

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Su la proposta « Pubblicazione da parte delle Camere d’un bollettino dei protesti cambiari », ha approvato il sègùente órdine dèi giorno pre­ sentato dalla Camèra di Lucca:

« L’Assemblea, veduto l’articolo 689 del Co­ dice di Cdmtnérdttf e ' tenuto conto dei paréri rimessi-dalie Cameredi commercio al Ministero, afferma la necessità d’una pubblicazione ufficiale e l’opportunità che questa sia affidata obbliga­ toriamente al foglio degli annunzi legali modi­ ficando cònsèguen temente l’articolo 689 suddetto, anche per stabilire una maggiore frequenza della comunicazione dei protesti, per escludere con espressa dispósiziònè di legge i protesti per mancala accettazione o mancato pagamento di càmbialè noci accettata, è in fine per assicurare a tali comunicazióni -dei protesti tutte quelle dtìagPHrt ihdicalibhi utili à mèglio identificarli ».

SU la proposta « Intorno alla revisione delle 'tariffe per-il traspórlo ferroviario delle merci», ^tì‘J,Presidcnfe 1 dfeir^niUtìe ’facente parte della ''I^iiittìideSòtìé'!iyti¥hifà?‘^ ' 4 à revisione appunto e per la semplificazione delle tariffe 7 luglio 1907, Ma'fornìfó' sCbiàtfmetili'è nótiziè, Assumendosi di 'cMèdéCe1 alla direzione generale delle ferrovie dello Stato che i risultati dèli’opera della Com- 'sffiisisiohè': àiario còmùuicàli alle Camere perchè ^¿ssanó’eSpHìffèrÀ f 'lóri) desideri priiiià dèli ’àt- tliàzionè delie nuove tariffe, specialmente per “ ijùelle riguardanti le merci che in modo parti­

colàre interessino i rispettivi distretti.

èu la proposta « Valore del diploma rilasciato dalle regie scuole medie di commercio », ha approvato il seguente ordine del giorno, presen­ tato dalla speciale commissione di studio:

« In merito al valore del titolo rilasciato dalle regie Scuole medie di commercio, l’Unione delle Camere, veduta la discussione che s ’è svolta nell’XI assemblea generale, veduti gli ordini del giorno delle Camere di Salerno (6 febbraio e di Bologna (28 ottobre), l’adesione data dalla Camera di Bari a quella di Bologna (5 novembre) e la relazione della Camera di Brescia (21 no­ vembre), considerando che l’esame di tutto il problema dell’insegnamento medio commerciale, se pure era il desiderio dell’XI assemblea, a prescindere dalia difficoltà d’ottenere una ri- forma della legge pochi mési dopo la sua pro­ mulgazióne, richiederebbe una più larga prepa­ razione di studi, mentre afferma fin da ora l’Óppórtunità che le Scuole medie di commercio abbiano ad acquistare carattere sempre più spic­ catamente tecnico professionale, secondo il pen­ sièri) che ne informò l’istituzione, in perfetta rispondenza con le esigenze della vita commer­ ciale, considerando che allo stato delle cose,

tenuti presenti i programmi di insegnamento di dette scuole e l’attuale legislazione scolastica, non v’è ragione perèhè ai licenziati delle Scuole medie di commercio sia négatà l’ammisSiòhe ai concorsi per i '(filali è richièsta la licenza di scuole di pari grado; - r-;' ''' ;; '

delibera d’kppòggiare il votò della Camera di Salerno e delle altre Camere, tendente ad ottenere l’equiparaménto del diploma delle Scuole di commercio alla licenza degli istituti teènici e dei licèi agli effetti dell’ammissione ai detti concorsi ».

Cassa Depositi e Prestiti

La commissione parlamentare di vigilanza sulla amministrazione della Cassa depòsiti e prestiti ha presentato negli scorsi giorni la sua relazione annuale per la gestione finanziaria 1911,

L’Amministrazione della Cassa depositi e pre­ stiti, che era stata una fino dalla sua creazione, nel 1910 è stata divisa in due Direzioni gene­ rali, con la costituzione di una speciale Dire­ zione generale degli istituti di previdenza, che ad essa fanno capo.

La Cassa depositi e prestiti, propriamente detta, registrava al 31 dicembre 1911 depositi per una somma complessiva di L. 1.174.548.738; così dipartiti :

Depositi in numerario L. 194.996.966 » in effetti pubblici L. 1.279.571.772 con aumento in confronto del 31 dicembre 1910 di lire 75.953.014, delle quali L. 7.860.687 in numerario e L. 68.092.327 in fondi pubblici.

A tutto l’anno 1911 la Cassa ha concesso agli enti locali — comuni, provincie e consorzi 13228 prestiti per l’ammontare diL. 1.280.335.203 dei quali:

per dimissione di debiti L. 578.257.576 per esecuzione di opere di pub­

blica utilità » 702.077.627

nella ragione del 54.50 questi e del 45.50 quelli per ogni cento lire concesse.

Sono i comuni, che in più larga misura ap­ profittarono della Cassa, con 12.895 concessioni per lire 1.025.532.372.

Eccone la dimostrazione:

Numero Importo Per Comuni, 12.985 Concessioni L. 1.025.552.372 = .80 01 Provincie 265 . -182.306.997i± 14:26 Consorzi 68 . » 72.335.204=^= 5.70 Totale 13.228 Concessioni L. 1.280.335.203:1=10000

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'am-22 dicembre 1912 L ’ECONOMISTA 809

montavano alla somma capitale di L. 677.850.213 e corrispondevano alla percentuale del 52.32 dell’intiera somma data a mutuo dalla Gassa.

I capitali investiti in prestiti fruttarono nel 1911 per interessi L. 27,629.013 nella misura media del 4.089 per ogni cento lire.

I prestiti concessi nel 1911 furono 538 per la somma di L. 86.752 965.

II bilancio di competenza 1911 (anno solare) registra una entrata netla di L. 5,154,333 della quale, dedotte L. 1,361,746, cioè :

Tassa di R. M. L. 413,596

Fondo di riserva » 474,074

Fondo di colonizzaz. dell’Agro romano » 474,073 rimangono L. 3,792,590. che rappresentano al netto l’utile reale del Tesoro.

La risultanza complessiva e finale della ge­ stione è indicata dalle seguenti cifre :

Attività della Cassa L. 3,725,906,002

Passività » 3,709,999,139

Rimanenza attiva L. 15,960.863 destinate al fondo di riserva.

A formare questa cifra hanno contribuito la assegnazione iniziale di 4 milioni, fatta alla Cassa con la legge istitutiva del 1863, i suoi interessi capitalizzati e le quote degli utili netti annuali che la legge passa alla riserva.

Otto sono le gestioni annesse alla Cassa de­ positi e prestiti, delle quali la più importante è quella delle Casse di risparmio postali.

I depositi delle casse ordinarie di risparmio

La Finanza Italiana pubblica la seguente in­ formazione : « Cominciano a vedersi gli effetti della nuova organizzazione che il ministro Nitti ha voluto dare a! dicastero dell’Agricoltura. Così veniamo oggi a conoscere quali e quanti depositi si raccolgono nelle casse ordinarie di risparmio. È, questo, il frutto di una indagine sommamente opportuna e non facile, a cui il comm. Giuffrida, nuovo direttore generale del Credito della Previdenza, ha dedicata buona parte della sua multiforme e giovanile opero­ sità. Prima d’ora, non si conosceva la situa­ zione annuale e mensile dei depositi alle Casse ordinarie di risparmio, di modo che tanta parte del patrimonio nazionale rimaneva ignorata, provocando fallaci giudizi circa la reale consi­ stenza della nostra ricchezza.

Al 30 settembre 1911, i depositi di qualsiasi natura raccolti dalle Casse ordinarle di rispar­ mio erano di due miliardi e 552 milioni. Essi

salirono a due miliardi e 554 milioni al 31 dicembre dello stesso anno, per arrivare a (lue miliardi e 576 milioni al 30 settembre del 1912.

Le varie forme di depositi contribuivano nella seguente misura alle cifre sopra riportate :

Sett, 1911: Depositi a risparmio 2,461,100,000. Depositi in buoni fruttiferi 31,100,000. Depo­ siti in conto corrente 60 milioni: Totale 2.552.200.000. — Dicembre 1911: Depositi a risparmio 2,459,000,000; Depositi in buoni frut­ tiferi 33,700,000 ; Depositi in conto corrente

62.000. 000; Totale 2 miliardi e 554,700,000. — Sett. 1912; Depositi a risparmio 2,476,000,000;

Depositi in buoni fruttiferi 41,800,000; Depositi in conto corrente 61,700,000; Tot. 2,579,5.0,0,900.

A un anno di distanza, cioè dal 30 settem­ bre 1911 al 30 settembre 1912, le somm- com­ plessive depositate crebbero di oltre 27 milioni; : cifra non molto notevole, se la si guarda, jppla- tamente, ma cifra di ben alto valore se,.sliitney.e ! in rapporto agli eventi che maturare),no np.y’pp- no preso in esarpf. ai-.jlilqni*»:- «il taq 9

La ripartizione,,geografica dei ^ p q siti Xin¿mi­ lioni di lire) raccolti dalle Casse ordinarie ;di

risparmio, è questui : - oilsh

Depositi a risparmio: settembre ¡1911,; Italia settentrionale 1402,1; Italia centrale 801,9; Ita- j lia meridionale 178,0; Sicilia 79,0 — Dic.; 19,ljt: i| Italia sett. 1391,5; Italia centr. 803,1 ; ItgRa !j merid. 182,2; Sicilia 82,1 — Settembre 1912: Italia sett. 1406,5 ; Italia centr. 797,9; Italia merid. 182,0; Sicilia 89,9.

Depositi in buoni fruttiferi : settembre 1911: Italia sett. 9,6; Italia centr. 19,7; Italia merid. 1,3 — Die. 1911,: Italia sett. 10,1 ; Italia cen­ trale 21,7 ; Italia merid. 1,9 — Settembre 1912: Italia seti. 11,9; Italia centr. 7,4 ; Italia me­ rid. 2,4.

Depositi in conto corrente: settembre 1911: Italia sett. 17,8; Italia centr. 32,5; Italia me­ rid. 0,7 ; Sicilia 9,0 — Die. 1911 : Italia sett. 17.0; Italia centr. 35,1; Italia merid. 0,9; Si­ cilia 9,1 — Sett. 1912: Italia sett. 16,0; Italia centr. 35,3 ; Italia merid. 0,9; Sicilia 9,5.

Le cifre confermano quanto già si sapeva circa la distribuzione della ricchezza nazionale. La maggior copia dei depositi viene raccolta nellitalia del Nord, perchè economicamente più prospera. Vengono dopo per ordine d ’importan­ za, la media e la bassa Italia, perchè notoria­ mente più deboli.

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F E R R O V IE D E L L O S T A T O Risultanze finanziarie

J1 Direttore generale delle Ferrovie dello Stato, comm. Bianchi, ha presentato al Ministero dei Lavori Pubblici, la Relazione deH’amministra- zione delie ferrovie esercitate dallo Stato per Fanno finanziario 1911-12.

- I prodotti del tràffico della rete ferroviaria, dello stretto di Messina e della navigazione con le isole e gli introiti fuori traffico ascesero com­ plessivamente -a L. 578;906.229 ; le spese ordi­ narie, complementari ed accessorie ammontarono a L. 547.760.632 onde il versamento al tesoro di' L. 31.145.698. Mentre i prodotti superarono di L. 27.117.547,12 quelli del 1910-11, le spese Ordinarie arnhè'ntarono di Li 18.579.497,29.

L^eserciZio che nèl- 'M O -ir-1 aveva dato un avanzo di L. 37.511.628, forni nei 1911-12 un -W^ynzd%3£/.Ò35Ì929.0d7j:fdopÒ àver fatto fronte aliti tóàggìori1 spèsé ordinarie (Lv 18 579.498,29), alle maggiori Spese cò;mplementàTl (L. 2.087.186); ài5 maggior" bnérte di LJ 7.814.111,60 pel rim­ borso al tèseùrr d i' interessi e ammortamenlo ilei capitati-' fòmi ti per le spese patri moni ali e ■étréordinarlbip'! àlA;ntaggior--onerè finalmente di

Li 337.368;25 per versamento alia riserva. L’aumento di Introiti del traffico e fuori traf­ fico e stato di L. 35.862;976. Se da questa somma si tolgono Li 8.896.789, importo delle sovra- tasse applicate in base alla legge 13 aprile 1911, rimangono circa 27 milioni a rappresenlare il maggior prodotto derivato da aumento di traf­ fico. fi peiò da avvertire che detto maggior prodotto comprende circa L. 6.700.000 per tra­ sporti militari (a tariffa di puro rimborso di spesa) effettuati in più dell’anno precedente, (spedizione di Libia).

L’aumento di sposa di esercizio, oltre a ri­ sentire gli effetti dei suddetti maggiori trasporti a basso prezzo e di quelli purè non rinumera- torl avutisi in larga misura per facilitare il con­ corso alle Esposizioni del Ì911, comprende al­ tresì vari oneri di carattere transitorio, che pure hanno influito sui risultati finanziari! del­ l ’azienda, quali ; per circa L. 7.500.000 l’au­ mento nel. costo dei carboni per le locomotive : p e i'8.000.000 il saldo di riparazioni accelerate fattosi nel 1911 al materiale rotabile nell’in­ tento di ridurre fa forte giacenza che si aveva di veicoli riparandi ; per importi minori lo stra­ scico di spese dipendenti dal terremoto 1908-, sus­ sìdi al personale e misure sanitarie.

Ne consegue che ben limitato fu l’aumento di spesa dovuto all'aumento di traffici, e il coef­

ficiente di esercizio, il quale con tutte le cause transitorie testé accennate ha tuttavia avuto una diminuzione rispetto all’anno precedente ed avrebbe offerto un miglioramento ben più sen­ sibile nel 1911*12, se il normale andamento economico dell’azienda non fosse stato turbato dalle cause stesse e se non fossero sopravve­ nuti gli oneri conseguenti della legge 13 apri­ le 1911, per aumenti nel trattamento del per­ sonale.

Il vantaggio conseguitosi nei residuo dell’e­ sercizio viene completamente eliminato per ef­ fetto del maggiore onere degli interessi e del­ l’ammortamento che si pagano al tesoro sui ca­ pitali da esso forniti per le spese patrimoniali e straordinarie.

L’onere che grava per tale titolo, il bilancio dell’azienda ferroviaria riguarda anche il servi­ zio di altri capitali estranei all’esercizio vero e proprio.

Complessivamente, e sono L. 1.583.164.921 (capitale nominale), delle quali il bilancio fer­ roviario per l’anno 1911-12 ha rimborsato al tesoro gl’ interessi per un totale importo di L. 65.550.691,20, somma della quale si deve tener conto nell’esame comparativo dei risul­ tati contabili dell’azienda ferroviaria, come pure di quelli economici generali dello Stato, consi­ derando lo sgravio che he risente il tesoro.

L’aumento d ’interesse di ammortamento ri­ flètte altresì le spese che occórsero e Occorrono per colmare le deficienze venutesi maturando anteriormente durante l'esercizio privato.

La fiducia manifestata di potere appianare gradualmente lo sbilancio di oltre 17 milioni di lire creato dalle disposizioni delia legge, colla quale si autorizzarono dei soprassoldi per mi­ gliorare le condizioni economiche del personale, contro un ricavo annuo di sovratasse di circa 8 milioni ha avuto piena conferma.

Li’E c o n o m i s t a , per porsi in grado di meglio sodisfare ai desideri dei suoi lettori ha aperto un ufficio proprio di rappresentanza in Roma 11, Piazza Venezia.

Banca Commerciale Italiana

Società Anonima con Sede in Milano Filiali: Londra, Alessandria, Ancona, Bari, Bergamo, Biella, Bologiia, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Carrara, Catania, Como, Ferrara, Firenze, Genova, Livorno, Lucca, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Perugia, Pisa, Roma, Saluzzo, Savena, Sestri Ponente, Torino, Udine, Venezia, Verona, Vicenza.

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22 dicembre 1912 L ’ECONOMISTA 811

11 Debito Pubblico Italiano

È stata distribuita alla Camera dei de­ putati la relazione 1909-910 della Commissione parlamentare di vigilanza sull’ amministrazione dei debito pubblico, relatore l’on. Di Stefano, deputato, presidente Fori. Astengo, senatore.

Sebbene la relazione riguardi un periodo re­ lativamente remoto, essendo venuto alla luce due anni e mezzo dopo la chiusura dell’eserci­ zio, al quale riferisce, ed abbia perciò perduto quel colore di attualità, che dovrebbe essere la caratteristica di siffatti documenti, tuttavia ne riassumeremo la parte sostanziale, che può mag­ giormente interessare la generalità dei lettori. La situazione del debito pubblico italiano, nelle sue varie forme, era al 30 giugno 1910 la seguente :

Debito consolidato, inscritto nel Gran Libro, di capitale

nominale... L. 9.924.597.548 Debito consolidato da in-

scriv ersi... » 1.500.711 Debiti perpetui vari . . . » 14.789.255 Rendita in nome della

San-ta Sede ... * 64.500.000 Totale del debito perpetuo L, 10.055,387.514

Dedito reddimibile » 1.714.873.025

Totale generale . . L. 11.772.261.139 che importano un onere finanziario annuale di L. 430.313.619; così ripartiti:

débito perpetuo L. 379.979.482, che rappre­

sentano l’interesse medio del 3.779 per cento;

debito consolidato L. 59 234.138, nella ra­

gione media del 3.450 per cento.

Nel c o rs o dell’anno finanziario diminuirono (capitale nominale):

di L. 6.678 il debito perpetuo ;

di L. 52.143.241 il debito redimibile, con un beneficio del T e s o ro per il servizio dei de­ biti di L. 2.498.136.

In parte, però, la diminuzione è soltanto ap­ parente, ossia, per essere precisi, rappresenta una variazione contabile.

Fino all’epoca della emissione dèlie obbliga­ zioni della ferrovia del Tirreno, serie D, rima­ sero accantonate presso la direzione generale del debito pubblico, siccome non alienate, 21.805 obbligazioni, pari a lire 8.956.500 per capitale. Per esse fu iscritta sempre, sino a tutto l’eser­ cizio 1908-909, nelle partite di giro del bilancio, la som m a corrispondente agli interessi per ope­ rare fittiziamente il pagamento e la riscossione a conto delio Stato, La legge del bilancio per

l’esercìzio 1909-10 r'dusse invece lo stanziamento corrispondente a lire 50.000 diminuendolo, cosi, di lire 1.897.285 equivalenti a lire 37.956.500 di capitale. Non poteva essere mantenuto integro, conseguentemente, nella situazione un debito per cui veniva a mancare lo stanziamento necessa­ rio per farne il servizio, sia pure in guisa fit­ tizia : indi una equivalente riduzione è stata operata nella situazione dei debiti pubblici e nei registri delle iscrizioni delle obbligazioni del Tirreno, considerando virtualmente annul­ late tante obbligazioni, quante corrispondono alla indicata diminuizione di fondi.

R IV IS TA ECONOMICA E FIN AN ZIAR IA

— Ecco il riassunto ideile operazioni delle Casse Postali di, Risparmio

di ottobre! lÉ^-ia-iol ¡Mi). I ÌH.tS -J ih osunva Credito dei fjepjpf^aotjj .§¿(31$ diqembpA !IRA,1 L 766,916,i a 0 ,P r ^ nT p t ^ ;E,>^^i88it,g59h8P - Rimborsi, id. id. L.‘ 159,4$!*J38.27 — Ri­ manenza a creditu.!|^ iAf897>39l!>6S!l,i53f. oaiod

-7- La seconda Inchiesta zuccherarla, . ¥ idi­ mostrato, contrariamente alle; prospetti ve,,,some la cifra del raccolto non solo .non è aumentata ma è rimasta notevolmente inferiore a quella risultante alla prima inchiesta. Particolarmente, degna di nota è la bassa stima per la Russia, la quale farà sì che si dovranno ridurre le sue valutazioni. La .cifra della Russia non rappre­ senta questa volta una stima, ma dà soltanto la quantità delle barbabietole sradicale, sulla base delle quali si, è costituita una valutazione del raccolto. La cifra della Russia non da quindi che un’idea approssimativa del futuro raccolto zuccherarlo russo. Ecco i dettagli del risultato dell’inchiesta (i primi sono i Paesi aderenti alla

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Altri naesi : -■ ' Danimarca . i 50 , 150 114 109 Italja . .... ,) 200 : 200 174 183 Sparga , -130 130 92 70 Svizzera — 3 ; -i3< Rumeni» 30 34 36 50 Serbia fu '■> ' :_r • - ' ? 4 Bulgaria — ■ ; 7 4 Inghilterra 4 4 " ■'7 : ìt;s:; ¡rgcànma 540 542

h i

426 Totale Europa 7756 84Ì7 6283 $017 i ~ *1 commercio estero della Francia nel settembre e nei primi nove mesi del 1912. — Il migliarainentO' con statato negli ultimi mesi nei eomineròio estero delia Francia!, si è ancor pdlf ^oetìttìtiy^be^lé^corsó mese di settembre, E^èbifélH’'fÌtla0^pér 1 generi alimentari. che sono in lièVé'MiTn'rnùzioneV^u^tè le categorie sonp in rialzo, sia per le esportazioni che per le im-P- ^ ZÌS P ^ e i?W ii%(§?feW^Sei4fl;im«d,o parti­ colare. Fimportaziope delle materie prime e l’e- sporiamo^ajdpgli oggetti- fabbricati.

U totale complessivo delle importazioni per itnmese di Settembre-1912t shpéra di 46 mi- 1 nitri? Tftt.'OdO di lire I risultati del 1911, mentre anche tS'IÌb'iii' segnano 1 un aumento di lire 44.031.000 ; vi è dunque un aumento totale nel commercio estero della Francia di lire 90.822.000.

Per le importazioni, i generi alimentari per­ dono 2.838.900. li re ; ma le materie ¡necessarie all’industria ne guadagnano 36,730.000 e gli oggetti fabbricati 12.899.000 ; nelle esportazioni si ha un aumento di 219.000 lire per i generi alimentari, 9.159.000 per le materie necessarie all’industria, 9.159.000 per le materie necessa­ rie all’industria, 31 milioni 281.000 per gli og­ getti fabbricati, 3 milioni 372.000 per i pacchi

postali. , . , .

Nei primi nove mesi del 1912 poi il commercio estero della Francia ammonta a L. 10.608.967,000 contro 10.366.000 nel corrispondente periodo dell’anno precèdente; si ha dunque un aumento nètto di L. 198 milioni 601.000 provenienti e «elusivamente dalle esportazioni, che guadagnano lite 3/6 milioni 256.000, mentre le importazioni perdono L. 177.655.000.

All’impoidazione, i generi alimentari segnano uh: ntinqr reddito di L, 301.783.000, le niaterie ne­ cessarie all’industria un aumento di L 64.207.000 e gb oggetti fabbricati pure un aumento di L. 59,921.000. All’esportazione tutte le catego­ rie sono in aumento, i generi alimentari di L. 44.284.000, le materie necessarie all’indu­

stria, di Le 77.001.000. gii oggetti fabbricati di L. 243 547.000-e i pacchi póstali di Li l i .424’ OdÒ". I cereali agli Stati Uniti. — L’ufficiodi agri­ coltura di Washington comunica in data 16 corr.

- i seguenti dati : , i® ,

Superfìcie seminata a grano d ’inverno : aeri 26.571.000. nel 1911-42 contro 29.162 009 nel 1910- 11 e 27.629.000 nel 1909-10.

Grano di primavera acri 19.233.000, contro 20.381.000 e 18.352.000 rispettivamente. Totale 45.804:000' cóntro 4-9.543.000 e 45.981,000.

Granturco acri 107.083.000 nel 1911-12, con­ tro 105.825.000 nel 1910-11, e 104.035.000 nel 1909- 1910,

’ Avena acri 37.917.000 contro 37.763.000 e 37548.000.

Orzo acri 7.530.000 contro 7.627.000 e 7 mi­ lioni ,743.000. ,

Segale acri 2.117.000 contro 2.127.009 e 2.175.000.

La produzione dei grani è còme segue : Grano d’inverno bushels : 399.919.000 nel 1911- 12, contro 430.656.000 nel 1910 11 e 434 milioni 142.000 nel 1909 10.

Grano di primavera bushels: 330.348.000, con­ tro 190.682.000, e 200.970.000. Totale bushels, 730.267.000 nel 1911-12, contro 621.338.000 nel 1910- 11, e 635.121.000 nel 1909-10.

Granturco bushels 3.124.746.000 nel 1911-12, contro 2.431,448.000 nel 1910-11 e 2.886.260.000 nel 1909 10.

Avena 1.418.337.000 contro 922.298.000 e 1.186.341.000 rispettivamente.

Orzo 223.824.000 contro 160.240 e 1.173.832. Segale bushels 35.704.00p nel 1911-12, contro 35-112 000 nel 1910-11 e 34.859.000 nel 1909- 1910.

N O T I Z I E VARIE

Prestiti al Comuni. — Per costruzione di acquedotti e per esecuzione di varie opere per migliorare le lo­ cali condizioni igieniche furono deliberati dalla Com­ missione competente vari prestiti a favore di 44 Co­ muni per un complessivo ammontare di L. 3.700.000,

Preetito Municipale di Milano. — il Comune ha pub blicato un avviso avvertendo i portatori del prestito unificato 4 %, emesso nel 1886 e 1897, che a partire dal 1“ gennaio 1913 le cedole e le òbbligàzioni al portatore estratte saranno pagate alla Banca Popo­ lare (via S. Paolo, 18). Continueranno invéce ad es­ sere pagati alla civica Cassa in Palazzo Marino i cer­ tificati di deposito, le cartelle nominative eg li inte­ ressi nominativi.

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2-2 i dicembre 1912 L’ EGÒÌÌOMISTA 813

belle ohe saranno riorganizzate e avranno quale di­ rettore gerente il commissario danese delle dogane del Kuan-lung.

Ferrovia russa. — Il Consiglio dei ministri ha ap­ provalo il progetto relativo alla costruzione della fer­ rovia da Baku a Schemakha ed a Noukha. La Com­ pagnia ferroviaria di Kakhe'tie verrebbe "irtèaricafa della costruzione. La linea sarà costruita sino alla stazione di Tsnoris Khali ed avrebbe una lunghezza di 105 verste e costerà 34 milioni 400,000 rubli. Il progètto sarà trasmesso al secondo dipartimento del Consigliò dell’Impero.

Banca Russa. ,-r- Il Consiglio dei ministri ha ap­ provato il progetto del ministro delle Finanze con il quale vengono estese alla Finlandia le operazioni della Banca dell’ Impero. Questo progetto verrà sot­ toposto all’ Imperatore.

Società di Mutuo Soccorso in Francia.— In Francia le Società di Mutuo soccorso hanno avuto la- loro carta organica con la legge del Io aprile 1898, e la nuova legge sulle pensioni per gli operai e i conta­ dini ha loro aperto un nuovo campo di azione.

Attualmente le società mutue contano 3.650.000 soci e sono cosi ripartite : il 27 per cento considerano il caso di sola pensione e il 17 per cento la sovvenzione in caso di decesso o invalidità.

Queste varie società incassano ogni anno somme pel valore complessivo di 97 milioni e mezzo di lire.

L’organizzazione del servizio di soccorso in caso di malattia è Buttata nella sua doppia forma: gra­ tuità delle cure mediche e dei medicamenti o inden- dennità giornaliera alio scopo di compensare parzial­ mente il danno economico subito dal lavoratore e dalla sua famiglia a cagione d dia forzata cessazione dal lavoro.

Considerato che le esigenze dei medici aumentano ogni giorno più, l’adozione del sistema dell’inden­ nità quotidiana sembra che sia più razionale e che meno si presti agli abusi.

L’assicurazione per la vecchiaia si fa in tre forme diverse :

Le pensioni possono essere accordate sia mediante un fondo comune inalienabile, sia mediante un li­ bretto individuale, o mediante le risorse disponibili. Col primo sistema le somme che la società impiega per la costituzione delle pensioni sono versate alla Cassa dei depositi e consegne, e forma ciò che vien detto fondo comune inalienabile: cioè un fondo dal quale ciascun socio non può individualmente di­ strarre ciò che vi ha versato, ma che rappresenta il patrimonio comune di tutti i soci pel passato, pel presente e per l’avvenire.

Col secondo sistema la società richiede ai suoi membri una quota speciale ch’essa versa su di un libretto alla Cassa nazionale per le pensioni di vec­ chiaia ; ciascun socio possiede un proprio libretto nel quale sono inscritti tutti i suoi versamenti. Il terzo sistema non permette che li pagamento di annue in­ dennità sui fondi disponibili ; cosicché queste inden­ nità possono molto variare e potrebbero anche scom­

parire totalmente quando, in un determinato anno, non vi fossero risorse disponìbili.

Qualunque sia il sistema adottato, le pensiom '^Ì membri sono sempre di proporzioni minime (variano- da; L. 79 a 153). _ «n.mn;/s

In caso di morte, alcune società pagano agli aventi diritto una somma che può anche raggiungere ié mille lire. Altre e più numerose società si :llpiitapo a pagare le spese funerarie. > - v - S r

L’Orfanotrofio mutuo francese garantisce l’educa­ zione degli orfani fino all’età di 16 anni compiuti, stanziando 15 franchi al mese per fanciullo orfano di padre e assumendo completamente il peso dell’edu­ cazione per i fanciulli orfani di entrambi i genitori.

Quanto alle mutuò materne, èsse assicurano il ri­ poso alle donne durante i mesi successivi al parie, mediante una sufficiente indennità settimanale. L ’ in­ fluenza demografica è tale che nei pioeoli villaggi di Dammarie-les-Lys (Sci ne -e t- Mar no) o ve L’ospef ¡mento ■

\ rimonta al 1894, la mortalità, i n f « ^ ^ h a id if^ ij^ » ; della metà il numero delie nascite è a,ume,nta,tp 24 per cento. ” ’’ - <•

| arf-i («róaerioqss ai naq aia ,osum fu

Tasse sugli affari nell’esercizio 191011 — Ik rela­ zione della Direzione gertèritìè dèlie tàsefe1 ‘Siigli affari1 si inizia con gli acceriainentr relativi aHe’tàsèe sfinii affari nel periodo dal 1862 al 1910-911-, rilevandone il costante aumento, indice delie migliorate condizionif economiche dell’Italia, c|eUamaggioro sieawiozza nellBi contrattazioni e del loro progressivo aumento.

t)a ol milioni di lire ricosse su tale,cespite nel,: 1862, si è giunta' a 279 milioni 303 m ila lire n e ll’ul­ timo esercizio, Con aumento di 11 milioni e più sul­ l’esercizio precedente. Tale aumento è uno dei più vistosi dei cinquàntemiìò, essendo stato superato solo otto volte durante il detto periodo e quasi sempre in coincidenza e per effetto di avvenimenti estrinseci ed uno spontaneo sviluppo degli affari, quali furono gii acquisti di nuovi territori da parte dello Stato o i rimaneggiamenti di tariffe. Eguale aumento presen­ tano i proventi dei servizi pubblici e le tssse varie amministrate dalla Direzione generale delle tasse; i quali proventi hanno dato 24 milioni di lire con un aumento di circa un milione rispetto all’esercizio precedente. Le somme accertate per tasse sugli affari e per proventi dei servizi pubblici, danno un totale accertamento dell’esercizio in 303 milioni. Si sono cosi superati per la prima volta i 300 milioni, ai quali aggiungendo l’importo di quelle tasse sugli affari che sono amministrate dalla Direzione generale delle gabelle, dal Ministero dei LL. PP. e da quello degli affari esteri, si vede che il complesso di queste categorie di entrate va rapidamente accostandosi ai 350 milioni.

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