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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.2000, 1 settembre

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SOI KM ZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXIX - Voi. XLIII

Firenze, 1 Settembre 1912

N. 2000

SOMMARIO : Sulle proposte del conte Berchtold — La politica commerciale italiana — Lo spopola­ mento della Francia — L ’ azienda dei tabacchi in Italia — RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Prof. Joseph Lottiti, Quetelet Statisticien et Sociologue - Dott. Max Puchler. Der Rongostaat Leopoldo II Erster i'eil - RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA: Le organizzazioni sindacali in Austria - La produzione e il consumo dell’alcool in Francia - L’assicurazione contro i danni della grandine in Austria — RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio degli Stati Uniti - LI commercio del Giappone - Il commercio del Canadà — La situazione del Tesoro al 31 luglio 1912 — Cronaca delle Camere di commercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Notizie commerciali.

Sulle proposte del coûte Berchtold

Mai forse la politica internazionale è stata così poco sincera come in questi ultimi anni. Tutti si dichiarano partigiani della pace ed a poco a poco hanno stabilito il principio che !a pace debba essere basata sugli armamenti spinti sempre più innanzi ; si stringono alleanze tra Stati che sono e continuano ad essere in con­ tinua diffidenza reciproca e tra i quali non si risparmiano frequenti punture di spillo ; tutti proclamano ad alta voce la necessità ed il pro­ posito di mantenere lo statu quo nella Peni­ sola Balcanica e sottomano ciascuno mira a mutare a proprio vantaggio questo statu quo.

Oggi ci sembra che le proposte del Mini­ stero austriaco per la sistemazione della Turchia rappresentino una audace affermazione delia stessa insincerità politica. Secondo quelle pro­ poste si accerta che il sistema di accentramento tentato dai Giovani Turchi, abbia fatto cat­ tiva pi'ova, e si vuole che venga adottato un sistema opposto, cioè un decentramento che per­ metta alle diverse nazionalità, che costituiscono l’Impero Ottomano, di svolgersi pacificamente e di avere la loro giusta parte nel governo della cosa pubblica.

Giusto concetto nel campo della speculazione politica, non nel campo pratico, quello cioè della vita reale ; concetto poi di impossibile attuazione specialmente ove se ne domandi la applicazione ad uno Stato roso da tante interne difficoltà, e do­

minato da un popolo che forse apre appena ora gli occhi alla civiltà.

Ma non si capisce come possa l’Europa esi­ gere dalla Turchia quello che essa stessa non sa fare, non ostante il progresso di cui mena vanto. Mettere le diverse nazionalità, che per ragioni storiche vivono assieme, nella possibilità di svolgersi con sufficiente libertà e di prender parte conveniente al reggimento della cosa pub­ blica, quando tanti esempi si hanno di Stati che cercano con tutti i mezzi leciti ed illeciti di soffocare le nazionalità che sono in minoranza, rappresenta una stridente contraddizione tra ciò che fanno gli Stati civili e quello che si esige­ rebbe dalla Turchia meno civile.

Come si può dimenticare di ciò che avviene in Polonia per opera della Germania e della Russia ? Come non ricordare le lotte socolari delle diverse nazionalità che formano la Monar­ chia Austro-Ungarica? Gli italiani che non hanno potuto ottenere ancora quel decentramento amministrativo a cui aspirano? L ’ università ita­ liana ostacolata da tante difficoltà più o meno sincere? E gli czechi sottoposti in tanta parte dell’Impero Austro-Ungarico ai tedeschi? Ed i croati sotto il giogo prepotente della minoranza

magiara ?

E se si uscisse dall’Europa, quante sopraf­ fazioni non si incontrerebbero ancora di maggio­ ranze sulle minoranze, e talvolta anche di que­ ste su quelle ?

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ipsum ; poiché è veramente strano che la pro­ posta di un decentramento che tenga conto dei diritti di tutte le nazionalità, venga proprio dal- l’Austria-Ungheria, che ha nel proprio serfo tante e cosi acerbe lotte tra le diverse nazionalità.

Nel sentire che in mezzo a tanta ipocrisia di politica internazionale, le proposte del conte Berchtold incontrano il favore più o meno espli­ citamente espresso di tutte le cancellerie Euro­ pee, vien fatto di chiedersi, se già a priori quelle proposte non sieno condannate, e se al­ cuni degli Stati d’ Europa, pur aderendo ad esse ufficialmente, non cooperino in modo indiretto a renderne impossibile 1 applicazione.

Chiedere alla Turchia, che riconosciamo se­ mibarbara, quello che molti Stati d’ Europa non sanno fare essi stessi, ci sembra impostare un problema che non può avere soluzione.

Non vi è che un solo paese il- quale abbia saputo unire insieme varie nazionalità, e quasi senza ostacoli, costituire un tutto omogeneo fon­ dendo in un unico concetto razze diverse; ed è la Svizzera. Ma la Svizzera da secoli ormai ha applicato nella cosa pubblica la più larga libertà ed ha cosi potuto amalgamare insieme italiani, francesi e tedeschi, creando una nuova specie di « nazionalità » quella svizzera.

Tutti gli altri Stati, che erano composti di popoli di varie nazionalità, hanno seguito il si­ stema dell’oppressione, cioè della sopraffazione di una nazionalità sulle altre, ed hanno perpe­ tuata la lotta con danno di tutti i gruppi che dovevano formare la unità politica.

Non è quindi verosimile che la Turchia sappia comporre il suo « decentramento » meglio di quello che sieno riusciti a fare altri Stati più civili, per cui non è da credere che senza l’eser­ cizio della foi'za si possano ottenere quelle ri­ forme che sembrano desiderate dall’Europa ci­ vile.

Un eminente diplomatico ci riepilogava giorni sono questo giudizio sulle proposte del conte Berchtold dicendo: l’Europa domanderebbe ad una razza semibarbara di applicare quella civiltà che essa stessa non sa attuare in casa propria. E ci sembra giudizio logico e concludente.

Lo spopolamento della Francia

Riassumiamo, pur facendo ogni riserva sulle conclusioni cui arriva, un interessante articolo del Sig. E. T. pubblicato in uno degli ultimi numeri dell’Economisti, européen contenente con­ siderazioni inspirate ai resultati del movimento

della popolazione francese nel 1911, quali resul­ tano pubblicati recentemente.

Afferma l’articolista che i resultati del mo­ vimento della popolazione francese nel 1911, che sono stati recentemente pubblicati sono vera­ mente lamentevoli e per la quarta volta in Francia dal 1895 in poi, il numero dei morti ha sorpassato quello dei nati e mai il deficit con­ statato (34,849) era stato così forte, come mai il totale dei nati era disceso a un livello così basso.

Se si getta un colpo d’occhio sugli ultimi quaranta anni, il decrescimento della popolazione è continuo : nel 1872 dopo la guerra, la cifra dei nati salì a 966,000; trent’anni dopo nel 1902 fu di 845.000; nel 1911 non fu che di 742,000 inferiore di 28,000 a quella de) 1907 che fino allora era stata l’annata meno forte come natalità.

La relazione riflette ancora chi di tutti i paesi di Europa la Francia • è quella dove vi sono meno nascite, perchè per ogni 100 mila abitanti la natalità annuale è di 486 in Russia di 335 in Germania, di 275 in Inghilterra 263 in Belgio, e in Francia di 207. E poiché anche la mortalità è elevata in Francia e diminuisce meno che allVstero, così la Francia sarà presto il paese del mondo ove si nascerà meno e dove si morra di più.

Osserva l’articohsta che le conseguenze di un tal fatto saranno l’indebolimento della po­ tenza militare e della forza economica della Francia, e un impoverimento del paese che in­ vece di assicurare da sè stesso la propria messa in valore dovrà reclutare all’ estero la mano d’opera o rinunziare a ogui accrescimento della sua produzione e del suo commercio.

L ’articolista afferma ancora ohe il paese corre alla sua perdita, al suo annientamento completo in cinque o sei generazioni, e cioè in due secoli o in due secoli e mezzo, se non si trova un mezzo per impedire la diminuzione della sua na­ talità e a riporla in una posizione normale dal punto di vista dei movimento della sua popo­ lazione, simile a quella delle grandi Potenze. Ma per. quali mezzi, domanda l’articolista, si può arrivare a questo resultato? Varie sono le proposte fatte.

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L ’articolista esamina una proposta del de­ putato Massimy, molto ingegnosa che ha avuto pure buon numero di partigiani.

Egli parte dall’idea che bisogna venire in aiuto alla madre al momento del parto, e poi ricompensarla nella vecchiezza per l’aiuto dato alla patria avendo un numero sufficiente di fan­ ciulli. Ma non bisogna fermarsi solo alle madri di sei o sette fanciulli che sono disgraziatamente delle scarse eccezioni, ma a quelle di almeno quattro fanciulli.

Si stabilisca quindi un premio alla nascita di ogni fanciullo a partire dal quarto della stessa madre, premio da darsi sotto tre aspetti : — o 500 franchi da darsi alla madre metà alla na­ scita e metà un anno dopo se il fanciullo è vivo ; — o un versamento uguale alla Cassa della pen­ sione per la vecchiezza fatto per metà alla na­ scita e per metà un anno dopo se il fanciullo è vivo, onde assicurare alla madre una rendita dai cinquanta anni in poi o più tardi se ella lo preferisca ; — o una combinazione fra le due soluzioni precedenti.

Così la madre riceverebbe un soccorso che permetterebbe di far fronte agli oneri che porta la nascita di un figlio o almeno riceverebbe una pensione nell’avvenire, o avrebbe l’uno e l’altro vantaggio.

Patti certi calcoli, la rendita non sarebbe dispregevole : una madre di 4 lanciulìi, di cui l’ ultimo avuto a 28 anni, e pel quale ultimo nulla avesse preso alla nascita riceverebbe a 50 anni una rendita annuale di 91 franchi e di 204 se essa non ne entrasse in godimento che a 60 anni. Una madre di otto fanciulli che ha avuto l'ottavo a 31 anni avrebbe 402 franchi o 1,036 all’anno. Infine una madre di 12 fanciulli di cui l’ultimo a 36 anni percepirebbe 772 o 1732 franchi secondo che le percepirebbe a 50 o 60 anni.

La spesa necessaria è prevista da M. Mas­ simy in 126 milioni di franchi l’anno i quali dovi'ebbero essere sopportati dai celibi e dallo famiglie senza figli, o, in minori proporzioni da coloro che ne hanno avuti uno solo.

Certo, riflette l’articolista, la speranza di un premio di 500 lire o di una piccola rendita non ecciterà molte famiglie ad accrescere la loro pro- genitura. Ma permetterà almeno di dissipare lo spettro di miseria che' spaventa le fa­ miglie operaie appena cominciano ad avere dei figli. Esso non ecciterà le madri che non vo­ gliono aver figli a cambiare di risoluzione, ma potrà permettere a quelle che desiderano avere una famiglia numerosa e che sono obbligate di limitarsi per non cadere nella miseria, di avere

un maggior numero di fanciulli sapendo di es­ sere rimborsate al momento delle prime spese, o più tardi sotto forma di rendita.

È una proposta, osserva il Sig. Messiray che potrà frenare lo spopolamento ; il resto, egli dice potrà farlo soltanto l’educazione del popolo.

Lo politico commerciale italiana

VI.

Proseguendo nell’analisi del nostro commer­ cio internazionale nel successivo periodo, lo Strin- gher nota prima di tutto i trattati colla Ger­ mania e coll’Austria-Ungheria sottoscritti a Roma il 6 dicembre 1891 e rileva che « questi due nuovi trattati accogliendo una identica tariffa speciale dei prodotti vincolati all’entrata in Ita­ lia, potevano considerarsi come un trattato solo, rispetto alle concessioni daziarie accordate dal­ l’ Italia ai due Stati » ; e riferendosi principal­ mente alla tariffa speciale di entrata in Italia, avverte che « il concetto di massima al quale si attennero i negoziatori dei nuovi trattati per venire a un comune accordo, sia stato quello di accettare quale base o, per meglio dire, quale direttiva in vista dei risultamenti complessivi, la conservazione dello statu quo e di partire da questo per fissare le nuove concessioni. La linea limite doveva esser quella segnata dai patti già esistenti, e su quella muoversi per concedere, modificare, correggere ed emendare, pur avendo presenti i criteri tecnici risultanti dalle nuove tariffe generali ».

Accenna quindi l’Autore con abbondanza di particolari alle più importanti concessioni fatte dall’ Italia all’Austria-Ungheria su alcune voci, specie quelle dei tessuti di la-jja cardata, i colori, i tappeti da pavimento, gli scialletti, le sciarpe, i fazzoletti di seta o di borra di seta, il legno da ebanisti segato, la celluloide ecc., e poi si otten­ nero anche riduzioni di dazio sui bovini, sui le­ gumi secchi e preparati, sulle sostanze alimen­ tari conservate, sui cartoni ordinari, sugli oggetti da panieraio fini, sui tessuti di seta pura ecc. Per contro l’Austi ia-Ungheria accordava all’ Ita­ lia mitigazioni di dazi, rispetto alla vecchia ta­ riffa, sulla carta da involti, sugli oli volatili, sulle mandorle fresche, le maioliche e le terraglie bianche o unicolori.

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ritto sarebbe stato applicato a tutti i vini di provenienza austro-ungarica ; e da parte sua l’ Austria-Ungheria avrebbe accordato ipso facto ai vini italiani i favori considerati dal protocollo finale annesso al trattato del 27 dicembre 1878, per cui il dazio di entrata pei nostri vini impor­ tati sia per la via di terra, sia per quella di mare, sarebbe risultato di 3 fiorini e 20 Kreuzer, cioè di L. 8 ».

E l’Autore prosegue quindi col seguente brano che riportiamo integralmente :

« Grazie a una tale clausola, l’Austria-Un- gheria — che, per la sostituzione del nuovo da­ zio generale all’entrata in Italia di L. 20 a quello convenzionale preesistente di L. 4 per ettolitro, vedeva ohe stava per chiudersi lo sbocco dei suoi vini sul mercato italiano — mostravasi allora disposta ad aprire le sue porte ai nostri vini, mercè la riduzione da fiorini 20 a 3.20 per ettolitro del proprio dazio d’entrata, a condizione che l’ Italia avesse riaperto le proprie ai vini austro-ungarici, mercè la riduzione a L. 5.77 del dazi') generale di L. 20 per ettolitro. Siffatte di­ sposizioni non ebbero applicazione negli anni che seguirono il trattato del 1887, stipulato e attuato prima della rottura dei nostri rapporti mercantili con la Francia.

« Riprodotta ancora puramente e semplice- mente la vecchia clàusola nel nuovo trattato del 1891, quando erano mutate le condizioni del no­ stro commercio vinario per la perdita del mer­ cato francese, l’ Italia ne profittò, e si valse della facoltà, che il trattato le riservava, di con­ seguire, per volontà propria, una sensibile ridu­ zione di dazio per l'esportazione dei suoi vini nell’Austria-Ungheria. Fu così che, con la legge del 19 giugno 1892, seguita dal regio decreto del dì 4 agosto dello stesso anno, venne ridotto il dazio all’entrata in Italia, secondo la misura convenuta per i vini in botti o caratelli prove­ nienti da paesi ammessi al trattamento della na­ zione più favorita. Da parte sua l’Austria-Un­ gheria, con decreto del 10 agosto 1892, chiarito e integrato con altro del 1° dicembre successivo, riduceva, a tenore dei termini della clausola, il dazio d’entrata sui vini italiani. Lo riduceva a titolo di dazio di favore per il così detto traf­ fico di frontiera, epperò in condizioni di marcata preferenza rimpetto alle importazioni dei vini di altri paesi ».

Iu quanto al trattato colla Germania, l’ Au­ tore enumera le concessioni ottenute col nuovo trattato e quindi prosegue:

« Particolare importanza rivestono le agevo­ lezze doganali che la Germania consentì all’ Ita­ lia all’entrata dei vini, e che si concretarono

nella riduzione del dazio generale di 24 marchi per quintale, a quelli convenzionali di marchi 20 per i vini e mosti in botti, d’ immediato con­ sumo, e di marchi 10 per i vini rossi da taglio, e per i vini destinati alla preparazione del co­ gnac.

« Indipendentemente da siffatti e da altri bene­ fizi l’Italia grazie al trattato italo-tedesco del 1891 potè assicurarsi, continua lo Stringher, un regime di favore, rispetto alla tariffa generale germanica, per un gran numero di altri prodotti, molti dei quali figuravano peraltro nella tabella annessa al trat­ tato italo-tedesco come trascrizione di quelli in­ scritti nel trattato austro-germanico. Fra le più importanti riduzioni daziarie citeremo le seguenti, in quanto risguardano i prodotti che più inte­ ressavano il commercio italiano: conterìe di Ve' nezia (da marchi 4 per quintale, in tariffa ge­ nerale, a marchi 2 in tariffa convenzionale); pelli di capra (da marchi 3 a uno per quintale) ; burro e carne di maiale (da 20 a 17); formaggio parmigiano, gorgonzola, stracchino (da 20 a 15) ; noci, castagne e pinòli (da 4 a 3); olio di ricino (da 9 a 2); marmo e alabastro in lastre, fino a 16 cm. | (da 3 a 2.50); corallo lavorato, non montato (da ! 60 a 30); lavori di marmo, escluse le statue (da

15 a 10); treccie di paglia (da 18 a 10); cap­ pelli di paglia non guarniti (da marchi 0.20 a 0.15 per ciascuno); buoi (da 30 a 25.50); porci (da 6 a 5).

« E superfluo di notare che i numerosi van­ taggi consentiti dalla Germania, col trattato del 1891, per i nostri prodotti all’entrata nell’ Im­ pero, conferivano al trattato stesso una caratte­ ristica spiccatamente distinta da quella del pre cedente, e un’ importanza di gran lunga superiore. Anzi, furono i lunghi negoziati del 1891 i quali determinarono una vera e propria convenzione a tariffe di numerose voci da applicare ai due paesi, ampliando fra di essi il regime convenzionale diretto, indipendentemente dalle conseguenze in­ dirette dell’applicazione della clausola della na­ zione più favorita.

« L’alleanza politica dell’ Italia coi due Im ­ peri dell’ Europa centrale giovò grandemente al buon esito dei negoziati laboriosi tenuti a Mo­ naco di Baviera nell’estate e nell’autunno del 1891, inspiratore per la parte nostra il compianto marchese di Budini, tenace nel volere gli accordi, ma nel volerli secondo l’ interesse e la dignità del Paese ».

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L’azienda dei tabacchi in Italia

Come dei sali, così spigoliamo alcune parti della Relazione del Direttore del monopolio al Min istero delle Finanze sul bilancio industriale dell’Azienda dei tabacchi per l’esercizio finan­ ziario 1910-911.

L ’entrata di questo importantissimo ramo della pubblica finanza, che nello stato di prima previsione erasi calcolata di lire 294 milioni, e quindi elevata a lire 299 milioni in sede di as­ sestamento del bilancio 1910-911, è venuta a risultare effettivamente di L. 301,767,104.56 su­ perando di L. 2,767,104.56 l’ultima previsione e di L. 12,155,575.75 il prodotto lordo del­ l’esercizio precedente.

Anche nell’esercizio in esame, all’incremento complessivo del cespite hanno contribuito quasi per intiero le vendite dei tabacchi e dei prodotti secondari con L. 12,091,783.85; vi hanno poi concorso con L. 274,937.16 i canoni di rivendite e con L. 76,695.94 gli altri proventi di minore considerazione.

Però, com’era naturale che avvenisse, non ha riscontro, in quest’ ultimo esercizio, il provento straordinario di L. 287,841.20 riscosso l’ anno in­ nanzi per maggior prezzo dei tabacchi che esi­ stevano presso gli uffici di vendita nell’atto in cui vennero applicati i provvedimenti di tariffa disposti coi Reali Decreti n. 32 e n. 230 del 10 febbraio e 27 aprile 1910.

Circa le vendite, l’introito derivato al Mo­ nopolio dalle vendite nel Regno ammontò a L. 292^3) 2,055.69 e cioè L. 292,058,655.39 per i tabacchi e L. 253,400.30 per i prodotti se­ condari con un aumento, rispettivamente di L. 12,330,468.81 e L. 35,327.46 e in complesso di L. 12,365,796.27.

E da rilevarsi che nei riguardi della quan­ tità, la vendita dei tabacchi ha subito un re­ gresso di chilog. 52,929. Fenomeno questo che osserva il Relatore non può recar meraviglia essendo il naturale effetto dei ritocchi di tariffa attuati nel 1910, e per i quali — come di so­ lito avviene in simili casi di rincaro sul prezzo di vendita — si produssero da un lato non lieve contrazione nello smercio dei generi colpiti, e dall’altro non pochi spostamenti di consumo. Si comprende di leggieri che per le condizioni stesse in cui è venuta svolgendosi le vendita nel Regno debba rimanere frustanea qualsiasi indagine diretta a valutare, anche approssima­ tivamente, le conseguenze finanziarie degli ac­ cennati ritocchi di tariffa. Essi d’altronde più che imprimere un immediato impulso al gettito

del cespite, vi hanno insinuato un rinvigori­ mento di potenzialità produttiva le cui benefiche manifestazioni si rendono tangibili gradualmente e crescono di valore a misura che vengono ad attutirsi le contrarietà che il rincaro suscitò nei consumatori.

La più forte contrazione di consumo l’eb­ bero i tabacchi da fiuto e non tutta può dirsi di carattere transitorio, poiché se in parte è at­ tribuibile al lieve rincaro della tariffa di ven­ dita, è anche il riflesso di una preesistente ten­ denza depressiva di origine assai remota. Di essi scemò la vendita di chil. 152,354, ma la riscos­ sione si avvantaggiò di L. 926,465.89.

Nell’esercizio 1910911 la quota media del consumo individuale è scemata di grammi sei ed è risultata di grammi 599 in complesso, avendo perduto cinque grammi nei tabacchi da fiuto ed un grammo in quelli da fumo.

Il contributo medio per abitante aumentò sia nell’uno che nell’altro gruppo di tabacchi e precisamente di centesimi due nel primo e di centesimi venticinque nel secondo, elevandosi di centesimi 27 nello insieme, per giungere a lire 8.36 a L. 8.09 che era stato nell’ esercizio an­ teriore.

• Il massimo consumo testatico fu di grammi 1,263, e lo si ebbe nella provincia di Rovigo la quale mantiene, per la lunga tradizione, il primo posto della graduatoria; la più bassa quota ri­ mase invariata a grammi 224, e sempre in pro­ vincia di Benevento. Sul totale delle provincie italiane, soltanto sette hanno dato un aumento (gr. 13, Siena, gr. 11, Roma, gr. 9, Torino; gr. 7, Potenza; gr. 4, Bari, Lecce e Trapani); sei sono rimaste, o quasi, allo stesso livello del­ l’esercizio 1909-1910 e 56 ne sono andate al di­ sotto. Fra queste ultime presentano maggior diminuzione: Verona, gr. 28: Porto-Maurizio, gr. 27 ; Napoli, gr. 25 ; Reggio Calabria, gr. 24 ; , Genova, gr. 23 ; Ferrara e Livorno, gr. 22.

Lo smercio dei tabacchi per l’estero che neH’auno finanziario 1909-910 aveva dato un prodotto di L. 4,905,775.83, nell’esercizio 1910- 911 ha reso L. 4,538,972.16. V i è stata per­ tanto, una diminuzione di L. 361,803.67 la quale malgrado le contrarie apparenze, fortunatamente non sta a significare un principio di depressione nel promettente sviluppo che queste vendite hanno assunto.

Quella diminuzione è effetto solo di una minore esportazione, per L. 480,426 nell’Argen- | tina; per la quale destinazione il nostro espor­

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aver modo di smaltire l’esuberanza di stock che aveva colà accumulati.

Quanto alle spese, il bilancio dell’Azienda per l’esercizio 1910-911, fu gravato della somma di L. 76,153,990.58 della quale L. 37,705,988.11 rappresentano il prezzo di acquisto dei tabacchi e L. 6,371,466.67 la quota di concorso nella spesa per il mantenimento della Guardia di Fi­ nanza. Cosicché tutte le altre spese per l’ indu­ stria, o ad essa accessorie residuano a Lire 32,066,585.80.

Le spese imputate al Monopolio sono cre­ sciute di L. 2,838,707,79 e più. esattamente di lire 3,197,814.71, se si tien conto della minor quota di L. 359,104.92 relativa alla Guàrdia di Finanza. E la maggiore spesa di L. 3,197,814.71 riflette per L. 1,621.449.77 la provvista di ta­ bacchi, che forma oggetto di particolari illustra­ zioni in altra e più adatta sede della presente relazione, mentre per le altre L. 1,576,364.94 deriva soprattutto dall’ impulso dato alla fabbri­ cazione dei prodotti, pure avendovi contribuito ma in misura assai ristretta, lo sviluppo della coltivazione indigena del tabacco e le aumentate esigenze della vendita.

Circa lo stock, al 30 giugno 1911, chiusura dell’esercizio in esame, la valutazione di costo delle rimanenze presso tutti gli opifici, magaz­ zini ed uffici dell’Azienda, ne accertò l’importo complessivo in L. 86,476,700.64. In questa somma, le scorte e dotazioni di tabacchi entrano per L. 76,995,156.87, ed il capitale fisso assieme alle altre consistenze attive, per L. 9,481,543.77 con l’aumento rispettivo di L. 1,310,752.15 e Lire 1,010,970.53 e, in tutto, di L. 2.821,722.68, sul­ l’anno anteriore.

L ’esercizio del Monopolio dei tabacchi, ha recato all’erario nazionale nell’anno finanziario 1910-911, un beneficio netto di L. 228,070,121.66, che supera di L. 9,972.837.43 quello conseguito nel 1909-910, e cioè:

Entrata complessiva, compreso il dazio ri­ scosso per import, di tabacchi L. 301,902,389.56; spese generali, compresa la quota per la Guardia di Fioanza L. 76,153,990,58; deducendone però la parte trasferitasi in aumento di stock al 30 giugno 1911 in L. 2,321,722.68; il carico effet­ tivo, rimane di L. 73,832,262.90; e, per diffe­ renza, ne scaturisce il beneficio di 1. 228,070,121.66. Resulta pure che nell’ ultimo quinquennio, l’Azienda ha cresciuto di oltre L. 70,200,000 l’entrata, di quasi L. 21,600,000 la spesa e di più che L. 48,600,000 il beneficio netto con un incremento medio annuo, rispettivamente di lire 14,000,000, Lire 4,300,000, mentre 1’ imposta ha progredito in ragione di L. 1.15 per abi.

tante e di L. 1.41 per ogni chilogrammo di ta­ bacco venduto.

Nell’ esercizio 1910-11, che comprende i re­ sultati della campagna 1910, il costo totale di questi servizi ascese a L. 2, 484,756.12.

Diminuirono, le spese per indennità di giro e per retribuzioni al personale subalterno addetto ai servizi di vigilanza minore essen­ do stata la superficie coltivata a tabacco per l’esportazione, ed una rilevante riduzione si è pure avuta in quelle per l’adattamento e miglio­ ramento di locali in seguito a lavori meno im­ portanti dell’anno precedente, eseguiti nelle agen­ zie di Cava, Lecce e Sansepolcro.

A determinare la spesa di complessive lire 2,494,756.12 contribuì principalmente la sorve­ glianza fiscale e tecnica della intera coltivazione, nella quale furono erogate L. 1,722,751.01 ; il rimanente sta a rappresentare per L. 740,313.18 il costo delle operazioni di ricevimenti, cura e condizionatura dei tabacchi sciolti provenienti dalle coltivazioni di manifesto; per L. 24,813.26 quelle di campionamento e ricevimento dei ta­ bacchi in colli condizionati dalle fattorie auto­ nome, e per L. 6,878.67, le altre di allestimento e spedizione dei tabacchi per sughi.

Dopo aver parlato, dei tabacchi esteri e dei magazzini di deposito, la Relazione parla del personale e ci fa noto che al 30 giugno 1911, si avevano in servizio, presso le Manifatture e i magazzini di deposito dei tabacchi greggi esteri 1,090 impiegati, dei quali 379 a nomina regia e 711 a nomina ministeriale, con un divario, in confronto all’anno precedente, di 5 individui in meno nel primo di questi gruppi e di 22 in più nel secondo.

A quella data, il personale a mercede gior­ naliera si componeva di 15,955 operai, di cui 1,414 uomini e 14,571 donne, con una riduzione di 359 individui essendosi verificate, durante l’esercizio, 785 eliminazioni (per morte, colloca­ mento a riposo od altre cause) e 426 ammissioni delle quali 61 di uomini e 365 di donne. Alla stessa data però era in corso l’assunzione di nuove operaie nelle manifatture di Bari, Bolo­ gna, Cagliari, Milano, Torino e Venezia, in numero tale da colmare esuberantemente la in­ dicata deficienza.

(7)

1 settembre 1912 L ’ E C O N O M IST A 551

Seguono i soliti ampi e Complessi prospetti statistici e tavole sinottiche dilucidative del con­ tenuto della Relazione.

D

i v i s t a

BiBLioQRdFicd

Prof. Joseph Lottin, Quetelet Statisticien et

Sociologue. — Paris, E. Alcan, 1912, pag. 564 (10 ir.).

Questo magnifico lavoro del prof. Lottin sul- l’ illustre uomo a cui il Belgio deve tanta parte del proprio risveglio scientifico, delinea non so­ lamente la vita e l’opera dell’ infaticabile Que­ telet, ma anche l’ambiente scientifico ed ammi­ nistrativo nel quale ha vissuto ; e si dice amministrativo, poiché anche allora come oggidì, la scienza era molto spesso impedita nel suo cam­ mino dalle esigenze od anchè dalle diffidenze dell’amin in ¡strazione.

Il lavoro del prof. Lottin, meriterebbe un largo esame inquantochè non solo esaurisce l’ar­ gomento impreso a trattare, ma con molte im­ parzialità analizza anche l’opera scientifica del Quetelet, in qualche parte dimostrando le defi­ cienze dei suoi lavori. Tuttavia l’ ingegno straor­ dinario e la costanza nel seguire gli importanti postulati scientifici da lui scoperti, lasciano emergere la figura del grande Belga e ne fanno rifulgere i meriti eminenti, poiché la visione dell’ ufficio della statistica nel progresso della scienza, si fa nel Quetelet chiara e precisa.

L’Autore ha diviso il suo libro in sei parti; la prima descrive in forma interessante anzi at­ traente la vita del Quetelet; nella seconda sta­ bilisca l’ordine- cronologico dei suoi scritti, or­ dine essenziale a conoscersi per comprendere come nacquero e si svolsero fino a maturazione quei principi fondamentali di statistica o socio­ logia che costituiscono il patrimonio scientifico lasciatoci da Quetelet.

La terza parte tratta in generale del me­ todo di osservazione delle scienze e quindi degli studi del Quetelet sul calcolo delle probabilità ; la quarta parte strettamente legata a quella pre­ cedente esamina il suo sistema sociologico. Le due ultime parti considerano le due grandi que­ stioni trattate da Quetelet: « il libero arbitrio e le leggi sociali * e « 1’ uomo medio ».

Sorretto da una notevole dottrina e dallo studio profondo, non solamente delle opere del Maestro belga, ma anche delle condizioni delle scienze del tempo, e disponendo l’Autore di una rara chiarezza di esposizione, ha compiuto un la­ voro veramente ammirevole che gli studiosi

leg-geranno con grande interesse e con grande profitto.

Dr. Max Büchler, Der Kongostaat Leopold’s I I

Erster Teil. (Schilderung seiner Entstelhung und seiner wirtschaftlichen Verhältnisse). — Zürich, Rascher et O.ie, 1912, pag. 235. Premesso un breve cenno storico sul Congo, inteso ad enumerare più che ad illustrare i rap­ porti che quella regione ebbe nelle diverse epo­ che cogli europei, l’Autore entra subito in argo­ mento esaminando la posizione presa dal Re del Belgio di fronte al problema affricano. Viene quindi a parlare del primo viaggio dello Stanley nel Congo, e della fondazione dello Stato. A p­ punto perchè si trattava non solamente del­ la occupazione del territorio, ma anche del complesso problema della sistemazione dell’A f­ frica centrale, si rese necessaria una intesa tra le diverse Potenze e da ciò la conferenza di Ber­ lino 1884-85 della quale l’ Autore dà larghi rag­ guagli.

Chiude questa prima parte un capitolo in cui è descritta la economia agraria della regione del Congo.

Questo lavoro, condotto con molta diligenza, fa desiderare le successive parti nelle quali l’Au­ tore esaminerà le ulteriori vicende subite dailo Stato del Congo.

J.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Ricavasi dai giornali austriaci che in questo anno le organizzazioni sindacali in Austria hanno guadagnato 21,340 soci, cioè 16,015 uo­ mini e 5325 donne; i separatisti ne hanno gua­ dagnati 10,000.

La statistica per i due anni 1910 e 1911 si limita alle organizzazioni che aderiscono alla Com­ missione centrale austriaca: sono diminuite da 54 a 53 le federazioni, da 24 a 22 le unioni lo­ cali e da 4193 a 4183 le sezioni.

Ecco il numero dei soci di dette organizza-zioni dal 1907:

An no Uomini Donne Totale

1907 454,693 46,401 501,094

1908 437,636 41,643 482,279

1909 375,520 39,736 415,256

1910 357,958 42,607 400,565

1911 373,914 47,991 421,905

(8)

5B2 L ’ EC O N O M ISTA 1 settembre 1912

1762. Sono diminuite le organizzazioni dei mi­ natori di 3966 (22.65 per cento) soci, dei ve­ trai 1554 (27.54), dei lavoratori del legno 651, dei lavoratori della pietra 366. Il maggiore au­ mento di iscritti si è avuto a Vienna 11,898 (8.39), nell’Austria inferiore 6121 (21.96), nell’ Istria 2446 (29.03), nella Stiria 1553 (6.45), nell’Austria su­ periore 1240 (11.71). La maggior diminuzione si ; è avuta in Slesia 1480 (7.96) in Boemia 1477 (1.55), i

in Moravia 849 (2.73).

Avevano il maggior numero di organizzati le regioni seguenti: Vienna 153,622, la Boe­ mia 93,358, l’Austria inferiore 32,988, la Mora- via 30,138, la Stiria 25,620, la Galizia 17,196, la Slesia 17,093.

Le organizzazioni separatiste zceco-slave ave- j vano nel 1906 34,147 soci, nel 1907 37,423, nel j 1908 35,052, nel 1909, 36,690, nel 1910 75,000 e nel 1911 85.000.

Le entrate sono state di 9,191,346 corone (8,604,176 nel 1910)rispetto a 8,542,182 (8,023,738) spese; sono considerate solo le entrate e le spese per scopi statutari esclusi i fondi per la resi­ stenza cho vengono raccolti e amministrati sepa­ ratamente. Questi ammontavano a 5,049,678 co­ rone, delle quali sono state spese solo 400,780 corone, cioè 501,889 meno dell’anno scorso; l’or­ ganizzazione dispone di un fondo per la resistenza di 4,648,898 corone senza il fondo di solidarietà che viene pure esso amministrato separatamente dalla Commissione.

Complessivamente nel periodo 1901-1911 sono state spese per sovvenzioni 25,941,732 co­ rone (43.30) per cento del totale delle spese sem­ pre esclusi i sussidi di sciopero).

Nel 1911 i sussidi di viaggio rappresenta­ vano il 2.45 del totale, i sussidi di disoccupa­ zione 15,61, di malattia 11.71, la propaganda e l’organizzazione costavano 1,060,565.13 (12.42) corone, la stampa 1,135,904.10 (13.30), le spese di amministrazione 1,565,513.93 (18.33) corone.

Il fondo di cassa da 11,377,344 nel 1910 è cresciuto a 13,145,274 nel 1911, con un aumento di 1,767,930 corone.

Disponevano di un maggior patrimonio le organizzazioni dei tipografi, corone 3,700,000 (238 corone per socio), i metallurgici 1,587,000 (28), i ferrovieri 967,000 (16), i lavoratori del legno 874,000 (31), i tessili 841,000 (20), i bir­ rai 516,000 (50), i minatori 507,000 (37).

Le entrate annuali per ogni socio erano: 95 corone per i tipografi, 65.53 per gl’ impiegati delle Casse di malattia, 52.96 per i litografi, 50.80 per i cappellai, 50.25 per i barbieri, 42.25 I per i lavoratori del legno, 40.41 per i pasticcieri, } 34.71 per gli agenti commerciali, 32.67 per i sellai e valigiai, 30.76 per i legatori di libri.

— La Direzione generale delle Contribuzioni indirette (Francia) pubblica i dati sulla pro-dozione e il consumo dell’alcool in Fran­ cia nel 1911.

La produzione complessiva fu di Ett. 2,415,133 nel 1911, ed ecco i confronti dal 1840 in poi dai quali si rileva l’enorme produzione degli alcool in Francia. Medie Ettolitri 1840-50 891,500 1853-57 671,000 1865-69 1,344,614 1870-79 1,545,700 1880-89 1,944,524 1890-99 2,289,896

Considerando la produzione dal 1900 al 1911, la più alta produzione si ebbe nel 1907 con Ett. 2,709,831.

Quanto alle varie categorie, si ha che l’alcool puro prodotto ascese ad ettolitri 1,574,018 con­ tro 1,399,034 nel 1910, cioè un aumento di E t­ tolitri 174,984.

Questa produzione è la più alta raggiunta dopo il 1901.

Ecco la ripartizione della alcools puri. produzione degl Spirili Ett. 36,668 Acqueviti » 885,815 Kirsch, rhum » 179,401 Amari e simili » 51,288 Assenzio e simili » 221,897 Ginepro » 70,674 Liquori » 109,027 Frutta all’acquavite » 10,615 Acque odorose, ecc. » 8,609 Vini artificiali liquorosi » 30 Gli alcools distillati dalle barbabietole nel 1911 raggiunsero Ettolitri 1.015,738 inferiori di 167,161 alla produzione del 1910 che fu di lire 1,181,889.

Gli alcools di melassa discesero di Ett. 1,732 e quelli provenienti dalla distillazione di sostanze farinose aumentano di Ett. 197,124.

Durante il 1911, i prezzi degli alcools di Borsa rimasero alti. Il prezzo medio salì da 55 franchi nel gennaio a 61 fr. nel marzo e nel mese di giugno si mantennero a 57 franchi.

(9)

1 settembre 1912 L ’ ECO N O M ISTA 553

Argento

Ricavasi da esso che l’Assicurazione con­ tro i danni della grandine in Austria viene esercitata in Austria soltanto da imprese nazio­ nali ed ungheresi ; in tutto 17 istituti. Tenuto conto della loro forma d’organizzazione, essi si distinguono in 4 società per azioni nazionali; 10 istituti mutui (di cui 7 grandi istituti provin­ ciali e tre società locali) e 3 società per azioni ungheresi. L ’estensione delle operazioni delle im­ prese di assicurazione operanti nel territorio del- l’ impero viene esaminata nello studio sucitato sotto tre punti di vista: a) il numero delle po­ lizze e l’ammontare delle somme assicurate ; b) l’ammontare dei premi incassati; g) l’ammontare

degli indennizzi versati. Dalle tabelle statistiche annesse, si rileva che 1’ assicurazione contro i danni della grandine tende a diffondersi sempre più tra gli agricoltori dell’Impero, per quanto, con­ siderando und lunga serie di anni, si noti ohe il movimento nel numero delle polizze o nelle somme assicurate presenta una certa incostanza ed irregolarità. Il fatto dipende dall’ irregolarità stessa del rischio della grandine; talora trascor­ rono lunghi periodi di tempo, senza che si abbia a rilevare alcuna grandinata devastatrice, e gli agricoltori, fiduciosi che cosi continui, sono restii i.d assicurarsi.

Il paese in cui le imprese di assicurazione sono più numerose, è la Boemia, dove operano (prescindendo da 3 società locali) ben 15 società; segue la Moravia con 12 società ; invece una sola società opera nel Litorale e due nella Ca- rinzia. Nella Dalmazia e nel Tirolo, compreso il Voralberg, non venne conclusa alcuna assicura­ zione.

RUA BEL [OIDI! IN IH U

Il com m ercio degli Stati Uniti. — Ecco i risultati di questo commercio pel mese di mag­

gio 1912 e lo stesso mese dei tre ultimi esercii Merci.

Maggio Esportazione Importazione

(in dollari)

1910 131,084,000 118,838,000

1911 153,152,000 129,814,000

1912 175,895,000 155,601,000

Metalli preziosi. Bilancio tra l’ entrata e 1’ usci ta.

Oro

Gennaio (in dollari)

1910 719,000 3,143,000 1911 6,817,000 5,015,000 1912 4,451,000 3,346,000 1910 4,135,000 3,355,000 1911 5,054,000 3,556,000 1912 6,726,000 4,345,000 Cinque mesi. r Merci. Esportazione Importazione (in dollari) 1910 694,547,000 676,871,000 1911 846,114,000 640,939,000 1912 961,898,000 753,524,000 Metalli preziosi. Oro Argento (in dollari) 1910 -p 33,107,(XX) + 3,874,000 1911 - 18,828,000 + 10,211,000 1912 -1- 6,573,000 + 8,238,000

li com m ercio del Giappone. — Ecco, in yens, le cifre del commercio del Giappone durante il mese di giugno e durante i 6 primi mesi del­ l’ annata corrente in confronto alle cifre corri­ spondenti dell’ annata ultima.

giugno 1912 Diff. sul 1911

(in yens)

Esportazioni 40,004,690 33,780,034

Importazioni 52,412,437 62,229,878

Totale 92,437,177 96,009,907

Ecced. delle import. 12,387,797 28,449,882

Sei mesi 1912 giugno 1911 (in yens) Esportazioni 229,475,546 304,899,059 Impor tazioni 350,052,412 309,379,891 Totale 579.527,963 514,278,950

Ecced. delle import . 120,576,871 104,480,831

Metalli preziosi giugno 1912 giugno 1911 (in yens) Esportazioni Oro Argento 2,035,000 304,106 920,000 236,653 Importazioni Oro Argento 5,032,657 111,571 3,568 35

1 Ecced. delle eaport.

Ecced. dell*', importaz. 2,755,032

1,153,050 Sei mesi 1912 1911 (in yens) Esportazioni Oro Argento 11,640,194 1,361,400 10,423,664 1,348,144 Importazioni Oro Argento 8,172,283 751,386 358,344 102,817

: Ecced. delle esport. 4,077,931 11,319,647

(10)

554 L ’ E C O N O M ISTA 1 settembre 1912

prima parte della Statistica ufficiale per l’anno fiscale 1911 terminato al 31 marzo 19T2.

Ne risulta che quest’annata accusa ancora un progresso considerevole sui precedenti già straordinariamente prosperi; il commercio gene­ rale del Oanadà si è elevato ^ 862,699.832 dol­ lari contro 759,094.389 dollari nel 1910, cioè una differenza di 103,605,443 dollari che segnano un aumento proporzionale del 13 per cento.

Le importazioni giunsero a 547,382,382 dol­ lari contro 461,898,024 dollari. Vi sono compresi oro, materie preziose per 26,023,881 dollari con­ tro 10,206,210 dollari.

Le esportazioni figurano per 290,223,887 dol­ lari contro 274,356,553 dollari.

Vi è da aggiungere l’ammontare dei pro­ dotti stranieri di transito che si eleva a 17,492,294 dollari contro 15,683,657 dollari e quello dell’oro e materie preziose che si eleva a 7,601,099 dol­ lari contro 7,196,155 dollari nel 1910.

Le entrate della Dogana raggiungono dol­ lari 87,548,536 contro 73,297,544.

Ecco ora le provenienze delle importazioni e delle esportazioni : Importazioni canadesi. 1911 1910 (dollari) Stati Uniti 356,358,179 284,934,739 Impero Britannico 187,884,696 129,431,348 Francia 11,744,684 11,563,773 Germania 11,090,005 10,047,340 Belgio 3,682,718 3,571,304 Svizzera 3,458,006 3,102,910 Repubbl. Argentina 3,007,569 2,304,932 Giappone 2,515,035 2,423,046 Olanda 2,423,902 1,820,578 Esportazioni canadesi. 1911 1910 (dollari) Impero Britannico 170,155,221 154,335,874 Stati Uniti 120,534,993 119,208,201 Germania 3,814,914 2,663,017 Belgio 3,732,222 2,778,444 Repubbl. Argentina 2,975,984 3,021,708 Franoia 2,123,705 2,782,092 Cuba 2,091,959 1,845,169

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al 31 Luglio 1912

Ecco il conto riassuntivo del Tesoro al giorno 31 luglio 1912: Differenza ( + miglioramento — peggioramento della Al HI situazione

luglio 1912 del Tesoro)

Pondo di cassa 218,989,711.08 — 157,470,680.48

Crediti di Tesoreria '1,148,754,540.72 + 181,081,252.70

Insieme 1,362,743,951.80 + 23,610,572.22

Debiti di Tesoreria 898,507,999.11 — 15,246,429.31

Situaz. del Tesoro + 464,235,952.69 -+- 8,364,142.91

DARE

Incassi (versamenti in Tesoreria) Pondo di cassa alla chiusura

dell’esercizio 1911-12 In conto entrate di bilancio In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

376,460,091.56 231,589,934.48 451,429,744.63 57,793,569.35 Totale 1,117,273,340.02 AVERE — Pagamenti a) Pondo di cassa al 31 luglio 1912

In conto spese di bilancio Decreti di scarico

Decreti Ministeriali di pre­ levamento

In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

218,989,411.08 233,225,791.57

436,183,315.32 238,874,822.05

Totale dei pagamenti 1,117,273,340.02

Ecco la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria:

DEBITI al 31 luglio

1912

Buoni del Tesoro 207,653,500.

-Vaglia del Tesoro 70,092,260.32

Banche — Conto alitici paz. statutarie

Cassa depositi e prestiti in conto

cor-rente fruttifero 70,909,731.40

Amministrazione del Debito pubblico

in conto corrente infruttifero 201,794,657.66

Amministrazione del Pondo culto in

conto corrente infruttifero 10,057,559.45

Cassa depositi e prestiti in conto

cor-rente infruttifero 142,423,652.62

Ferrovie di Stato — Fiondo di riserva 12,100,01».—

Altre Amministraz.

conto corrente fruttifero 2,647,356.78

Id. Id. infruttifero 69,544,753.64

Incassi da regolare 18,908,722.24

Biglietti di Stato emessi per l’art. 11

della legge 3 marzo 1898, n. 47 22,500,000.—

Id. legge 29 dicembre 1910, n. 888 53,000,000—

Operazione fatta col Banco di Napoli per effetto del l’art. 8 dell’allegato

B alla legge 7 genti. 1897 n. 9 16,875,805—

Totale 898,507,999.11

CREDITI

al 3L luglio 1912 Valuta aurea presso la Cassa depositi e

prestiti : Legge8 agosto 1895,n. 486 aryim/im —

Legge 3 marzo 1898, n. 47 22,0.500, uU—

Legge 31 dicem. 1907, n. 804

(art. 10) 60,000.000.—

Legge 31 dicem. 1907, n. 804

(art. 11) 1,316,920—

Legge 29 dicem. 1910, n. 888 53,000,000.—

Amministraz. del Debito pubblico per

pagamenti da rimborsare 128,791,694.26

Id. de! Pondo pel culto Id. 23,358,400.16

Cassa depositi e prestiti Id. 135,922,088.01

Altre Amministrazioni Id. 108,288,680.65

Obbligazioni dell’Asse ecclesiastico

Deficienze di Cassa a carico dei

con-tabili del Tesoro 1,710,342.67

Diversi 511,990,609.97

Operazione fatta col Banco di Napoli 16,875,805—

(11)

1 settembre 1912 V E C O N O M ISTA 555

Prospetto degli incassi di bilancio verificatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di luglio 1912 per l ’esercizio 1911-912 comparati con quelli del periodo cor­ rispondente dell’ esercizio precedente.

Incassi — Entrata ordinaria. Categoria 1. — Entrate effettive :

Redditi patrimon. d. Stato

Imposta sui fondi ru stici e sui fabbricati Imposta sui redditi

di R. M.

Tasse in amministr. del Ministero delle finanze

Tassa sui prodotto d. movimento a grande e piccola velocità s. ferrovie

Diritti delle Legaz.

e Consolati all’estero Tassa sulla fabbricaz.

degli spiriti e birra Dogane e dir. maritt. Dazi interni di cons. esclusi quelli delle città di Nap. e Roma Dazio consumo della

città di Napoli Dazio consumo della

mese di luglio 1912 842,096.42 82,719.40 2,112,979.53 32,406,580.89 251,781.02 differenza sul 1911 35,540.79 65,652.51 14,646,967.33 30,537,162.44 + 3 1,009,703.75 4 3,604,819.99 2,580,914.33 99,109.99

Partite che si com­ pensano nella spesa Prelev. sull’ avanzo accertato col conto consunt. del l’eserc. 1905-6

Prelev. di cui alle leggi 15 aprile 1909 e 4 lu­ glio 1909

Prelev. per anticipa­ zioni varie Prelev. sugli avanzi

e tutto l’esercizio

595,028.21 123,798.43

+ 36,465.80 1910-11 — —

Ricuperi diversi 12,380.93 + 8,317.49

+ 2 2,783,871.vìi

Capitoli aggiunti per

resti attivi.

12,885.-Totale 81,560,115.22 - »77,169,123.14

+ 21,821.40

Categoria IV. - Par­

tite di giro 6,371,513.78 + «4,333,015.39

Totale generale 231,589,934.48 + 85,873,101.77

Ecco il prospetto dei pagamenti di bilancio veri­ ficatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di luglio 1912 per l’ esercizio 1911-912 comparati con quelli del periodo corrispondente ' dell’ esercizio precedente.

MINISTERI. città di Roma — » 1,410,722.10 Tabacchi 26,446,421.96 4 - 6 2,107,800.72 Sali Prodotto di vendita 6,357,214.86 12,927.07 1

del chinino ecc. 137,096.20 - 177,716.85

Lotto 7,294,778.38 + 424,983.25 Poste 9,343,526.51 + 1,063,557.80 Telegrafi 19,462.75 431,148.45 Telefoni 412,273.58 20,557.69 Servizi diversi Rimborsi e concorsi 2,311,909.81 4 - 97,613.89 , nelle spese 1,056,119.36 ’ 4,869,651.66 Entrate diverse 3,718,300.71 4 - 272,240.96 Totale 143,658,305.48 Entrata straordinaria mese di luglio 1912 Categoria I. - Entrate effettive: Rimborsi e concorsi + *4,370,963.24 differenza sul 1911 nelle spese 188,742.40 + 112,759.63 Entrate diverse Capitoli aggiunti per

4,052,002.94 + 8 1,370,411.46

resti attivi Categoria II.

53,817.83 + 53,797.83

Costruz. di strade fer. Categoria III. - Movi­ mento di capitali : Vendita di beni ed 25,10-1,390.63 + “ 21,688,388.05 affrancanti, di canoni 200,039.84 38,111.90 Accensione di debiti Rimborsi di somme 51,310,195.— -1' "51,091,445.— j anticipate dal Tes.

Anticipazioni al Tes. da enti locali per ri­ chiesto accelerameli 43,511.35 4 - 18,799.01 di lavori i Mese di luglio 1912 Differenza sul 1911

Ministero del Tesoro 41,913,439.39 — “ 11,097,210.38

id. delle Finanze 14,789,283.51 4 - ** 1,263,803.65

ia. di grazia e g. 1,144,521.16 + 604,553.65

id. degli aff. esteri 12,156,775.75 4 - 16 1,709,531.08

id. dell’ist. pubbl. 7,397,533.47 + 3,358,461.44

id. dell’ interno 21,241,021.48 — *’ 7,821,166.10

id. dei lav. pubbl. 12,743,925.71 + «1,735,875.21

id. poste e telegr. 10,359,868.39 + «1,694,179.41

id. della guerra 72,997,862.96 -4- »11,529,913.52

id. della marina 23,916,116.07 405,672.76

id. agric. ind. com. 1,565,148.68 + ** 1,333,992.01

Totale pag. di bilancio Decreti di scarico Decreti prelev. fondi

223,225,791.57 4 - 1,238,276.71

Totale pagamenti 223,225,791.57 4 - 1,238,276.71

NOTE.

(1) In questa somma è compreso l’ammontare della valuta d’ oro depositata nella Cassa depositi e prestiti in L. 233,692,725.

(a) Sono esc use dal fondo di cassa L. 233,692,725 depositate nella Cassa depositi e prestiti a copertura di un i somma corrispondente di biglietti di Stato.

(2) Maggiori accertamenti. (3) Maggiori accertamenti

Spostamento nei versamenti

L. 730,000.—

» 270,000.—

L. 1,000,000.—

(4; Mag ;iori accertamenti L.

2,500,000.-Spost miento nei versamenti *

1,100,000.-L. 3,600,000.—

(5) Il prodotto lordo del dazio consumo della città

(12)

556 L ’ E C O N O M ISTA 1 settembre 1912

Solo alla fine dall’esercizio, quando cioè il pro­ dotto netto, verrà accertato, si effettuerà il trasporto dell’ammontare di questo fra le entrate effettive.

(6) Maggiori accertamenti L. -j- 2,400,000.—

Spostamento nei versamenti » — 800,000.—

L. + 1,100,1X10

(7) La diminuzione proviene dal fatto che alcuni Ministeri non hanno ancora effettuai il rimborso per pensioni ordinarie inscritte nello stato di previsione del Ministero del tesoro.

(8) L ’entrata ordinaria presenta un aumento di circa 4 milioni e mezzo, ma se si tien oon del rimborso dovuto dai Ministeri per le pensioni pagate al tesoro - V. n. 6 - e della diminuzione apparente per il dazio consumo della città di Roma - V. ti. 4 - l’aumento stesso diventa di oltre 10 milioni e mezzo.

(9) La differenza proviene da maggiore ricupero di somme fla n integrarsi a capitoli di spesa iscritti in bilancio nella parte straordinaria della categoria « Spese effettive ».

(10) Maggiore accensione di debiti per far fronte alle spese di costruzione delle strade ferrate, secondo la tabella annessa alla legge 12 luglio 1908, n. 444.

(11) Maggiori accensioni di debiti per far fronte a spese strardinarie stanziate nel bilanoio dell’Ammi­ nistrazione delle ferrovie dello Stato.

(12) L ’aumento dell’entrata straordinaria è dovuta principalmente alle cause indicate nei precedenti nu­ meri 9 e 10.

(13) L ’aumento proviene dalla nuova imputazione del prodotto lordo del dazio della di Roma - V. n .4 - e da maggiori prelevamenti dal conto corrente con la Cassa depositi e prestiti costituito dalle assegnazioni destinate alle opore straordinarie di bonificamento.

(14) La diminuzione proviene principalmente dalla maggiore spesa nel luglio 1911 per la cessione al tesoro dello Stato di quote d’ indennità dovute dalla Cina a Missioni e privati ai termini della legge 18 giugno 1911, n. 343.

(15) Maggiori pagamenti riflettenti numerosi capi­ toli i di cui singoli importi non meritano particolare illustrazione.

(16) La differenza proviene principalmente da mag­ giore spesa nella parte straordinaria pei pagamenti effettuati sui capitoli 67 e 68 (legge 18 luglio 1911, n. 864, riguardante provvedimenti per la Somalia ita­ liana) che nello scorso anno ebbero luogo in gennaio. (17) Minori pagamenti disposti per provvedimenti profilattici a causa colera, e per il soprassoldo delle truppe in servizio di pubblica sicurezza.

(18' I maggiori pagamenti derivano dall’accelera­ mento dei lavori pubblici, in special modo per l ’acque­ dotto pugliese, e dal crescente sviluppo delle costru­ zioni ferroviarie.

(19) La maggiore spesa proviene principalmente dai miglioramenti accordati al personale.

(20) La maggiore spesa proviene principalmente dalla maggiore forza sotto le armi, e dell’accelera­ mento dei lavori e delle provviste.

(21) Minori pagamenti fatti per conto del Dema­

nio forestale di Stato. I

X

[ ili DELLE LiEDE 9! LQ1HI0

Camera di Commercio di Pavia. — Nella se­ duta del 18 luglio 1912 (Lanzoni Oav. Ing. Ange’ o, Presidente), in seguito a richiesta presentata alla Camera ed al rapporto fatto al Consiglio dalla Pre sidenza, si accerta l’ esistenza della consuetudine come dal deliberato sottosteso:

La Camera;

Vista la domanda della ditta interessata ; Delibera la constatazione del seguente uso commerciale:

« Nelle cessioni dei magazzini adibiti a stagio­ natura, depositi e vendite in generale di formaggi non si fa luogo, per consuetudine su questa piazza, a valutazione di correspettivo a titolo di avvia­ mento quando la vendita della merce è eseguita a grosse partite dal possessore, che esercita, più che il commercio dei formaggi, l’industria propria della stagionatura, mentre invece ove trattisi di magaz­ zini nei quali, oltre la stagionatura, sì esercita il vero commercio dei formaggi con vendite bensì all’ingrosso, ma a partire di poca entità ed a nu­ merosa clientela, in tal caso si verifica, come per le aziende commerciali, propriamente dette, in ge­ nere, l’elemento valutabile a titolo di correspettivo per la cessione del magazzeno e della ditta colla clientela stessa che ne costituisce l’avviamento. In ogni caso il correspettivo suddetto è sempre deter­ minato dalla convenzione ».

Dietro relazione della Presidenza, si approva il seguente ordine del giorno:

La Camera ;

Visto il voto della Consorella di Alessandria diretto ad ottenere, per maggior garanzia dei cit­ tadini, l’adozione di un tipo unico di biglietto di banca per taglio, colore ed incisione, rimanendo facoltativo ai singoli Istituti di emissione le varia­ zioni specifiche ad essi inerenti; ed una migliore confezione del biglietto che verrà adottato in con­ fronto a quelli attualmente in circolazione;

Richiamati i propri ; recedenti voti sulla neces­ sità di tale migliore confezione;

delibera

di associarsi al voto suaccennato della Consorella. Su proposta del relatore Cav. Bossi si approva il seguente ordine del giorno:

La Camera;

Visto il Memoriale della Associazione fra gli Industriali Metallurgici Italiani inviato al Governo per ottenere 1 esenzione del dazio di consumo sui combustibili ad uso industriale;

Considerando che lo spirito della legge sul dazio consumo è quello di colpire i prodotti desti­ nati al consumo locale, e non le materie impiegate a produzione che non viene consumata in luogo;

delibera di associarsi al memoriale medesimo.

(13)

1 settembre 1912 L ’ E C O N O M ISTA 557

La Camera di Commercio di Pavia;

Pre-a notizia della cessazione, avvenuta col 1 luglio cori-ente, della concessione, in vigore dal 1911, del ribasso pel trasporto sulle ferrovie ger­ maniche dei residui della macinazione del grano e della pilatura del riso ;

Ritenuto che dato il basso costo della merce, il ripristino della tariffa generale pel trasporto di essa equivale ad impedire l’esportazione di quella italiana sul mercato tedesco;

Considerato che l’agevolazione invocata torna di vantaggio tanto ai produttori italiani come agli agricoltori ed allevatori di bestiame della Germania;

fa noto

che il Governo abbia ad interpórre i propri uffici onde ottenere che la accennata riduzione della ta­ riffa sia riattivata.

Il Consiglio, udita la relazione esposta dal Consigliere Cav. Gallo, approva il seguente ordine del giorno:

La Camera;

Presi in esame i due progetti di legge formu­ lati dalla Associazione Cotoniera Italiana intesi: a) a facilitare l’ esazione dei crediti commerciali, rendendo la fattura titolo esecutivo ; b) a stabilire una procedura speciale per la cedibilità dei crediti stessi provenienti da fattura;

Considerando il vantaggio che risentirebbe il commercio in generale dalla attuazione delle due accennate proposte, delle quali riconosce in mas­ sima la convenienza anche per quanto riguarda le modalità indicate dalla Commissione proponente ;

delibera

di esprimere il suo avviso favorevole alle proposte stesse.

Mercato monetario e Rivista delle Borse

31 agosto 1912. Per quanto l’aumento da 3 a 4 per cento av­ venuto giovedì nello sconto ufficiale a Londra, non possa considerarsi come sintomo certo di una no­ tevole tensione monetaria europea nell’ ultima parte dell’anno, l’avvenimento non manca di avere un grandeinteresse specialmente dopo chela Bancad’In- ghilterra aveva, di recente, largheggiato nella con­ cessione di prestiti al 3 per cento quando già lo sconto sul mercato libero eccedeva di una frazione il saggio ufficiale, e l’affluire dell’oro sud-africano all’ Istituto faceva ritenere che quest'ultimo po­ tesse continuare a compensare i prematuri ritiri di metallo dei centri d’oltremare. Se si conside­ rano, però, le previsioni che si fanno sull’entità dei bisogni di metallo dell’America meridionale nei prossimi mesi e la scarsa probabilità che questi sieno soddisfatti in larga misura dalla piazza di New York; la prospettiva di non lontani e impor­ tanti ritiri da Londra da parte dell’ Egitto; gli av­

venuti assorbimenti per conto della piazza di Ber­ lino e la possibilità che questi si sviluppino in settembre; infine, l’accentuarsi delle richieste del mercato locale all’ Istituto, si può concludere che la Banca d’ Inghilterra col suo provvedimento ha risposto unicamente a un concetto di prudenza.

Invero la situazione di essa rimane favorevole e occupa, sul 1911 a pari data, un aumento di Ls 4[5 milioni nella riserva, la cui proporzione agli impegni, tuttora a 49.50 per cento, risulta di 7 punti circa inferiore allo scorso anno per la espansione subita dai depositi in oltre 9 milioni. Oltre a ciò le condizioni del mercato londinese sono soddisfacenti: lo sconto libero era andato, bensì, superando di Ij8 quello ufficiale per la prospettiva di nuovi ritiri dall’estero, ma il denaro a breve è rimasto oltremodo facile, come lo provano le con­ dizioni alle quali si è svolta la liquidazione.

A Berlino, pure, mentre lo sconto sul mercato libero ha conservato il proprio sostegno, i prestiti giornalieri sono stati assai offèrti a saggi mode­ rati (31{2 per cento); ma il denaro per la liquida­ zione non fu ottenuto a meno di 4 3[4 per cento. La situazione della Reichsbank si presenta, però, favorevole di fronte ai grandi bisogni del mercato; l’ ultimo bilancio (25 agosto) accusa sul 1911, un aumento nel metallo di M. 77 2j3 milioni e una di­ minuzione nel margine di circolazione di soli 23 milioni. Sul mercato parigino lo sconto libero è quasi invariato fra 2 Ij2 e 2 5j8 per cento mentre il denaro a breve è abbondantissimo e la liquida­ zione si annunzia assai agevole.

É facile dedurre da tutto ciò come la misura presa dalla Banca d’ Inghilterra tenda più a preve­ nire i pericoli che possono derivare all’ Istituto dalla situazione dei mercati extra-europei al mo­ mento delle richieste autunnali, che non a far ar­ gine a difficoltà di origine interna o cagionate dalle condizioni dei centri continentali. Infatti, nono­ stante che la piazza di New York abbia recente­ mente prestato nuova assistenza al mercato ger­ manico, si ritiene che i bisogni dell’ interno possano indurre il massimo centro americano a prelevare metallo da Londra nell’ ultimo trimestre dell’anno, quando appunto i ritiri dell’ Egitto e del S.ud-Ame- rica si faranno più attivi.

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