GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCHI. F E R R O V IE , INTERESSI P R IV A TI
Anno KXXIX - Yol. XLIII
Firenze,
18
Febbraio
1912
N. li
SOMMARIO: Sull’ apertura della Camera — A . J. d b Jo h a n n is, Alta finanza e il Mercato — G. Te r n i’ Il ribasso della rendita — L ’ Istituto Italiano di Credito Fondiario (esercizio 1911) — RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Prof. Armodio Arias, The Panama Canal, a study in international Law and di plomacy - Yves Guyot, Les chemins de fer et la Grève - RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : La confederazione italiana dell’ Industria - Le pensioni operaie in Spagna — RASSEGNA BEL COM MERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio italiano - Il commercio degli Stati Uniti - Il commercio
della Francia — L a situazione del Tesoro al 31 dicembre 1911 — Banche Popolari e Cooperative, Banca Popolare di Codogno — Banca Popolare di Piccolo Credito di Torino — Cronaca delle Ca mere di commercio — Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.
Sull’ apertura della Camera
Non pochi sono coloro i quali deplorano che il Governo si sia indotto a convocare il Parla
m e n to , ritenendo che ne possano derivare incon
venienti, sia per la politica interna, sia per la politica internazionale.
Non siamo di questo avviso e cerdiamo che lo spirito e la lettera della nostra Costituzione non ammettano questa inoperosità della rappre sentanza nazionale, specialmente nelle vicende meno ordinarie che attraversa il paese. R icor diamo che Cavour ha ripetutamente dichiarato che non si sentiva mai tanto forte còme quando le Camere erano aperte ; e questo affermava nei momenti più fortunosi del suo tempo.
Ma, mentre esprimiamo questo convincimento sulla convenienza di convocare le Camere, non possiamo a meno di manifestare 1’ augurio che, le discussioni parlamentari risultino serie e so brie come si addice ad un paese che vuol esser annoverato tra quelli che meritano la maggior considerazione.
In Italia si va sempre più abusando da per tutto della parola e sopratutto della parola inu tile; nei comizi, nelle aule della giustizia, e pure in Parlamento sono troppo numerosi coloro che nulla avendo da dire di nuovo o di interessante, non sanno frenare la loro loquela ed hanno b i sogno di sfogarsi con una piu o meno abile raccolta di luoghi comuni, che il più delle volte non sono ascoltati che da quegli stessi che li imbastiscono.
Ora se questo sistema delle chiacchiere inu tili può essere tollerato in tempi normali, diven terebbe insopportabile in una circostanza simile a quella in cui la nazione si trova.
L ’ impresa a cui si è accinta l’ Italia, sotto tutti gli aspetti è cosa straordinariamente seria, sia dal lato della politica interna, che da quello della politica internazionale, sia dal lato militare, che dal lato finanziario. Non crediamo che la pa rola di alcuno di quei deputati i quali non hanno nulla di interessante da dire, possa compromettere in nessun modo il paese, ma certo sarebbe disgu stoso per tutti che si approfittasse anche di que sta circostanza per dar sfogo alla solita incon tinenza delle frasi.
Si può disapprovare od approvare la conqui sta della Tripolitania e della Cirenaica, si può subirla con rassegnazione o con protesta, ma ciò non autorizza in nessun modo a discorrerne senza cognizione di causa o senza un fine da raggiun gere. E questo diciamo tanto per gli esagerata- mente entusiasti, come per gli oppositori per con vincimento o per sistema.
parla-meritare, si parla davanti al mondo il quale non può che sentire disprezzo per coloro che rinne gano il sentimento della patria, che, voglia o non voglia, è ancora dovunque preponderante, ed in certi momenti si alza fiero, anche contro tutti gli altri sentimenti.
D ’altra parte vi sono tanti problemi interes santi che domandano di essere esaminati, che il paese non avverte davvero alcun bisogno di sen tire l’on. Cameade esporre in Parlamento le sue solitarie elucubrazioni.
E se il Governo, dopo la più ampia discus sione sul decreto di annessione (intendasi bene diciamo discussione non chiacchiericcio) riman derà a sei mesi qualunque interpellanza sull’ar gomento, il paese applaudirà senza alcun dubbio. E noi non saremo certo contenti dell’applauso, ma diremo a coloro che se ne lagnassero che se lo sono meritati, in quanto hanno così frequen temente abusato della parola, da radicare nel l’ animo dei più il convincimento che la Camera funzioni male perchè appunto sono sempre poche le idee e molte, ma molte le chiacchiere inutili.
Con questo augurio e con questa speranza salutiamo il riaprirsi del Parlamento.
L’Alta Finanza e il Mercato
Le ultime frasi del nostro articolo « Sulla Finanza dello Stato ed il Mercato » nelle quali frasi dicevamo che si dubita che l’Alta Finanza non sia estranea all’ attuale movimento discen dente delle Borse, ha spinto alcuni dei nostri lettori a domandarci qualche spiegazione su quelle parole, che « sembrano di colore oscuro ». Non abbiamo nessuna difficoltà ad esporre il no stro pensiero, sebbene l’ argomento sia di na tura molto delicata e quindi obblighi a qualche circospezione.
Dobbiamo premettere che per Alta Finanza intendiamo quelle Banche libere o quei banchieri od in genere quei capitalisti, i quali, operino o no per speculazione, sarebbero però sempre in grado, occorrendo, di consegnare o ritirare i titoli sui quali hanno operato. La Speculazione invece, in contrapposto all’Alta Finanza, sarebbe formata da quel gruppo, più o meno numeroso, di opera tori che non sarebbero assolutamente in condi zioni di far a meno della consuetudine, per la quale i contratti a termine si risolvono a fine mese in un nuovo contratto che liquida le differenze e quindi evita la consegna od il ritiro dei titoli.
Non siamo di quelli i quali ritengono che il con tratto a termine sia, nella sua essenza, un con tratto differenziale, però ammettiamo ohe nella consuetudine e non nel diritto, si cambia alla scadenza in un contratto nuovo differenziale ; ma siccome la consuetudine è tale che, per esigere la effettiva consegna dei titoli o del denaro oc corre nella pratica una precedente dichiarazione di tale esigenza, così avviene che si sottintenda, quasi senza eccezione, che nessuno dei due con traenti esigerà alla fine del mese l’adempimento letterale del contratto a termine concluso, ma si contenterà di pagare o di riscuotere la differenza tra i due prezzi : quello del giorno della stipula zione e quello del giorno della consegna, Queste distinzioni bisognava premettere per dimostrare la differenza che passa tra le operazioni com piute dall Alta Finanza e quelle compiute dalla Speculazione. Le prime infatti possono per la convenienza delle due parti tradursi in un con tratto differenziale, ma le due parti potrebbero anche eseguirle colla consegna dei titoli e del danaro, poiché le due parti sono in grado di con segnare l ’ uno e gli altri. Nella Speculazione vera e propria invece, tale consegna non sarebbe
possibile, poiché le due parti valendosi della con
suetudine sanno benissimo che non saranno chia mate a consegnare che la differenza anzidetta tra i due prezzi. Ma da ciò appunto nasce la possibilità, per gli speculatori, di fare contratti per somme ingenti, molto superiori alla poten zialità finanziaria dei contraenti, i quali non pos siedono che in minima parte il denaro ed i ti toli che veramente si sono obbligati di consegnare alla scadenza. Il contratto a termine quindi per la speculazione si risolve neeessariamente in un contratto differenziale.
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aver rilevato il concetto e proseguiamo nelle no stre osservazioni.
La differenza di funzione tra la Speculazione e l’Alta Finanza dovrebbe anche delineare una ben chiara differenza tra le aspirazioni e la con dotta sul mercato dell’ una e dell’altra. L ’ Alta Finanza dovrebbe, a nostro modo di vedere, sen tire il dovere e l’ interesse di sorvegliare ed in fluire sul Mercato perchè la Speculazione non trasmodasse nei suoi fini e nei mezzi per rag giungerli ; e si intende bene parliamo tanto nel senso dei rialzi come in quello dei ribassi dei prezzi. Il rialzo, perchè, se non è ragionevol mente contenuto, provoca non lontani ribassi e toglie fiducia agli impieghi definitivi ; il ribasso perchè, oltre produrre gli stessi effetti, può de terminare quello stato di panico, che è poi im possibile a contenere e peggio ancora a vincere. E non occorre nemmeno dire che l’A lta Finanza possiede di fronte alla Speculazione mezzi di gran lunga sufficienti per esercitare, ove lo vo glia, la sua azione moderatrice ; la quale azione moderatrice non vuol dire mantenere i prezzi ed impedirne i movimenti al rialzo ed al ribasso ; ma impedire quei movimenti subitanei e di sor presa senza causa palese che scuotono la fiducia pubblica e determinano le convulsioni del M er cato. Così, ad esempio, se l’ Alta Finanza credeva che il prezzo della nostra rendita fosse quotato troppo alto, dato il prezzo degli altri consolidati di Stati esteri, poteva e doveva ben prima d’ora apparecchiare il Mercato ad un movimento regres sivo, che conducesse il nostro consolidato a prezzi più moderati, senza produrre scosse violenti sul Mercato e senza suscitare dubbi e timori sui possessori italiani che ne hanno per più di sette miliardi. Nè si dica o si creda che l’A lta F i nanza non abbia i mezzi per conoscere le ten denze della Speculazione, in quanto, ripetiamo, tali mezzi sono anzi esuberanti ; sul quale punto non occorre insistere.
Piuttosto è da lamentare che troppo spesso l'Alta Finanza, dimenticando i suoi doveri ed i suoi interessi mediati o lasciandosi .trasportare dalla cupidigia di solleciti guadagni, o dalle discor^ die e gelosie che troppo spesso la dominano, abbia dato argomento di diffidenza, perchè essa stessa si è trasformata in Speculazione e di questa ha seguiti i metodi ed i fini, non solo non sorve gliando il mercato, ma cooperando ad accelerarne i movimenti tumultuosi vuoi spingendo i prezzi ad altezze che diremo criminose vuoi subito dopo j gettando o lasciando gettare sul Mercato il di- j scredito ed anche lo sgomento. Non sappiamo se nell’ attuale movimento repentino l’ Alta Finanza i sia colpevole di azione o di omissione, ma cer- j
tamente se essa avesse ben compresi i propri in teressi ed avesse agito di conseguenza, le cose sarebbero procedute differentemente. A d ogni modo i fatti passati giustificano perfettamente i sospetti del presente.
E tutta una educazione da fare per condurre il Mercato nelle sue linee generali a quella com pattezza e perseveranza di intenti di cui ci dà, fra gli altri, esempio la Francia, e da cui pur troppo siamo lontani.
A . J . DE JOHANNIS.
Il ribasso della Rendita
Discussione del giorno è quella relativa al ribasso dei Corsi del nostro Consolidato. Quali danni esso porta seco anzitutto? A che è do vuto ? Nella Finanza Italiana, che ha aperto a tale riguardo un’ interessante inchiesta, risponde l’ ono revole Paratore che si fa la prima domanda : nessuna conseguenza per la finanza, la situazione attuale si fronteggia con mezzi di Tesoreria. Quali sono le conseguenze per l’ industria? Nessuna; essa soffre inquantochè il prezzo dei capitali si è elevato. I l ribasso non porta nemmeno diminuzione di ricchezza, perchè il prezzo basso investe quelle poche decine di m ilioni che possono formare og getto di transazioni per qualche mese.
A noi sembra che le cose debbano giudicarsi diversamente, in seguito a queste modeste os servazioni.
Se la Rendita fosse ancora sopra la pari, come qualche tempo fa, i mezzi di tesoreria, cui si ricorre per far fronte alle spese, sarebbero stati meno costosi; i Buoni avrebbero trovato un col locamento ad un tasso inferiore del 4 per cento, che tanto pare abbia impressionato le Borse; le anticipazioni dagli Istituti d’ emissione di cui si dovrà in breve valere il Governo, risulterebbero meno gravose per le Banche, le quali per non di minuire il rapporto colla riserva metallica, se non stimano opportuno disfarsi della valuta estera, hanno da procedere a parziale alienazione del loro stock di Consolidato.
Ciò porta ad una elevazione del cambio, dannosa anche alla Finanza dello Stato per tutti quei pagamenti che il Governo deve fare all’estero per acquisti od altre cause.
Per l’ industria è vero ch’ essa già risentiva del rincaro del danaro, ma l’ alta valutazione della Rendita ri usciva sin qui di qualche equilibrio con tro un successivo inasprimento ; argine che si è ora indebolito.
gio degli uni, trattandosi di uno scambio, viene compensato dall’ utile degli altri.
Il guaio è però che non tutti quelli che pos siedono titoli di Rendita, hanno volontariamente investiti i loro capitali o risparmi in cartelle del D ebito Pubblico ; buona parte dei patrimoni delle Opere Pie per disposizione dell’autorità tutorie, le riserve matematiche delle compagnie di assi curazioni per legge, come le cauzioni allo Stato; i patrimoni ancora incapaci soggetti a impiego col beneplacito dei Presidenti di Tribunale fu rono coattivamente investiti in Rendita. Questi Enti o incapaci, che possono trovarsi ora come in ogni tempo costretti ad alienazioni, vengono a subire un danno non lieve e che può dirsi in giusto, in confronto a quello che subiscono i pri vati, che hanno piena capacità giuridica, ed in grado di scegliere rinvestimenti se non meno aleatori certo più redditizi. Ed anche i privati ad ogni modo dovranno segnare nella contabilità delle loro aziende il minor valore del titolo.
Non è dunque esatto affermare che il ri basso attuale della Rendita non costituisca un danno per lo Stato, e non importi una diminu zione di ricchezza per una classe di Enti o di privati la quale non è in condizione di libertà sui mercati e in genere per tutti. A che è dovuto il ribasso? Crediamo che non si possa fondatamente obiettare questo fatto: la facilità oggi dì trovare buoni e sicuri rinvestimenti ad un saggio supe riore del 3 1|2, anche in valori di Stato. Era inevitabile che questo modico tasso, se pure non avesse cagionato notevoli oscillazioni nei corsi, nei periodi transitori di rincaro del denaro, do veva ineluttabilmente portar seco uno spostamento quando il governo sotto forma di buoni del T e soro contrae debiti alle condizioni imposte dal mercato.
Dicemmo sopra che il corso sopra la pari della Rendita avrebbe permessa una emissione di Buoni ad un tasso inferiore al 4 ; può quindi chiedersi: ma fu il corso della Rendita, che fece elevare il saggio dei Buoni ; od il 4 per cento dei Buoni che diminuì il prezzo della Ren dita ? E facile rispondere che l’ammontare dei Buoni emessi deve aver data una prima scossa al prezzo del Consolidato ; se questo avesse tut tavia resistito, possibile sarebbe stato collocare i Buoni a migliori condizioni : il forte e persistente ribasso ha ciò impedito ; mentre questo fatto ha influito a sua volta sulla Rendita.
Nei fenomeni economici questo trasformarsi di cause in effetti e viceversa è frequente. Che non senza influenza dovesse poi essere la ridu zione del 3 3|4 in 3 lp2, dopo che anche nel 1910 si vide l’Impero germanico emettere un prestito d i
340 mila marchi al 4 per cento, la Prussia di 140,000 marchi pure al 4, e l’Austria di 224,000 al 4 1|2 ed al 93 1|2, per tacere di altre grandi operazioni finanziare di Stati di primo ordine, non è più lecito dubitare.
E concepibile d’altronde che lo Stato debba oggi fermarsi nella richiesta sotto una forma od un’altra di nuove disponibilità mentre la guerra si prolunga, gli approvvigionamenti dei magaz zini in Italia debbono rinnovarsi, e le entrate se gneranno un’eccedenza sulle previsioni, ma non più — necessariamente — che di un venti o trenta milioni? E se si potranno acquistare valori pubblici al 4, come impedire che se ne disfaccia chi ha di quelli, come appunto la Rendita, meno rimu nerativi ?
Sta a vedere se lo Stato incontrando qual che sacrificio non reputi opportuno di intervenire energicamente al rialzo per combattere tutti gli svantaggi che conseguono dall’ indebolimento, compresi quelli che derivano in special modo a quella larga classe di Enti o di privati cui ac cennammo sopra, e che non possiede neppure la rapidità nella trasformazione dei rinvestimenti.
G. Te r n i.
L’Istituto italiano ili M ito Fonino
(E S E R C IZ IO 1911)
L ’Assemblea Generale degli Azionisti del l’Istituto italiano di Credito Fondiario è convo cata per il primo giorno di marzo e quindi sono già noti, perchè messi a disposizione degli azio nisti, il bilancio e la relazione dei sindaci.
L ’esercizio 1911 ha avuto in sò molte cause determinanti un certo ristagno degli affari ; tut tavia è importante rilevare che l’Istituto di Cre dito Fondiario ha mantenuta la posizione conqui stata negli ultimi anni. Infatti nel triennio 1903- 1905 non furono stipulati mutui che per 26.5 milioni ; il triennio successivo la cifra è salita a 43.7 milioni, e nell’ultimo triennio 1909-11 è ancora aumentata a 52.2 milioni ; così che le medie annuali dei tre trienni hanno la seguente progressione :
1903-5 media annuale milioni 8.8
1906-8 » » » 14.5
1909-11 » » 17.4
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cifra di 19.4 milioni, ma dà sempre un ammon tare di 15.5 milioni di mutui stipulati, il che è sempre un segno evidente della attività dell’ Isti tuto. E stata così raggiunta la somma di 230 milioni di lire divisa sopra 2.825 mutui stipu lati dalla fondazione dell’Istituto, della qual ci fra di 230 milioni, 121.9 hanno garanzia di fondi rustici e 108.1 di fondi urbani.
E anche da rilevare che secondo la ubicazione della garanzia tali mutui si dividevano:
Italia settentrionale n. 114 L. 12.085.500 » centrale » 863 » 85.757.600 » meridionale » 1529 » 111.769.700 » insulare » 319 » 20.463.500 Totali n. 2825 L. 230.070.300 Questa alta cifra di mutui stipulati, se viene ogni anno aumentata dai nuovi contratti accesi, viene però diminuita da due ordini di fatti ; cioè i normali ammortamenti compresi nel paga mento delle semestralità, e le restituzioni anti cipate dei mutui. L a somma degli ammortamenti compiuti nei 21 anni di esistenza dell’Istituto arriva già a 22.9 milioni, le restituzioni antici pate a 51.8 milioni, nel complesso quindi una cifra di 74.787.613 da sottrarsi all’ ammontare dei mutui stipulati per 230 milioni ; così che i mutui limasti accesi erano, al 31 dicembre u. s. per l’ammontare di L. 156.288.686.
I mutui stipulati nel 1911 considerati se condo le regioni si ripartivano come segue:
Piemonte N. — per L. — .— Liguria » 2 » 46.000 Lombardia » 2 » 288.000 Veneto » 8 » 2.168.000 Emilia » 1 » 547.000 Toscana » 3 » 205.000 Marche » 3 » 213.000 Umbria » 1 » 6.000 Lazio » 31 » 4.511.500 A bruzzi e Molise » 4 » 59.500 Campania ». 62 » 4.286.500 Puglie » 30 » 1.574.500 Basilicata » 1 » 27.000 Calabria » 7 » 257.000 Sicilia » 25 » 1.112.000 Sardegna » 2 » 232.000 Totale N. 182 L. 15.563.500 Di questa cifra di 15 milioni e mezzo, rappresentano mutui che hanno data una zione di beni rustici, ed 8.9 milioui di urbani.
Durante l’esercizio 1911 furono presentate all’ Istituto n. 472 domande di mutuo per 35.7 milioni, che unite a 680 per 49 milioni, che erano già allo studio nell’ esercizio precedente, o che furono riprese in esame, o che implicavano au menti di richesta, danno un totale di 1152 do mande allo studio nell’ esercìzio 1911; di questo totale 334 per 18.2 milioni furono o ritirate o respinte, alcune per 3.9 milioni ebbero dimi nuzione sulle somme richieste, e 192 domande diedero luogo al contratto definitivo ; rimanendo così in trattazione per il 1912 domande 626 per 38.8 milioni, delle quali però ben 78 per 4.7 milioni sono quasi risolute colla stipulazione del contratto condizionato, 354 per 20 milioni sono state già approvate dal Consiglio o dal Comitato dell’Istituto, per cui ancora in esame legale o tecnico rimangono 194 domande per 14 milioni.
Sarà rilevato con soddisfazione che l’Istituto ha potuto chiudere auche l’ esercizio 1911 senza essere in possesso di alcun immobile; poiché ha potuto rivendere i sei fondi di cui era stata pro mossa la espropriazione in causa di inadempienza del debitore.
Ma ciò che dimostra tutta la solerzia colla quale la Direzione adempie al suo importante e non facile ufficio, è che la riscossione delle se mestralità procede sempre con mirabile pun tualità.
Lasciando stare le due scadenze dell’ eser cizio, le quali sono sempre soggette alle contin genze speciali dell’annata, è da notarsi che l’ ar retrato per scadenze anteriori al 1° gennaio 1911 non ammonta che a L . 56.008 ; cifra limita tissima quando si rifletta che l’ annuità da ri scuotersi sale già a 10 milioni.
Per le scadenze del 1° gennaio e 1° luglio 1911 l’ arretrato ammontava alla chiusura del l’ esercizio rispettivamente di L . 108.723,04 e 769,434,87, in totale quindi 877 mila lire che all’Assemblea si sentirà dire essere, come di so lito, già notevolmente ridotta.
L ’ Istituto ha superato bene le difficoltà del mercato, poiché ha potuto collocare 34.166 car telle di tipo 4 e 3 1 [2 per cento per una somma nominale di oltre 17 milioni, così che la cassa ed i titoli di temporaneo impiego non hanno sofferto falcidia.
Le cartelle che sono in circolazione ammon tano per il tipo 4 1[2 a n. 14.341, per il tipo 4 per cento a n. 82.470 e per il tipo 3 Ij2 a n. 162.001 ; in totale sono 258.812 cartelle che rappresentano un valore nominale di L . 129.406.000.
finanziaria dell’Istituto, parleremo rendendo conto della Assemblea.
Intanto è doveroso rilevare che il Direttore Generale Comm. G. Callegari, con l ’attenta ed assidua opera dà la prova che erano fondate le previsioni che sulla sua intelligenza e prudenza aveva concepite il Consiglio chiamandolo a suc cedere al compianto suo predecessore Antonio Gualerzi.
R
i v i s t a
B
i b u o q r a h c a
Prof. Armodio Arias. - The Panama Canal,
a study in International Law and diplo- . macy. — London, P . S. K ing et Son, 1911,
pag. 183.
Nella eccellente raccolta di Studies in E co
nomica and politicai Science, che sono diretti dal-
l’ on. W . Pember Reeves, direttore della Scuola di Scienza Economica e Politica, viene pubbli cato questo ottimo e chiaro lavoro del prof. Arias sopra un argomento che fra non molto sarà certo largamente discusso in tutto il mondo. Come è noto nel 1915 dovrebbe aprirsi alla navigazione il Canale di Panama, impresa condotta quasi a termine dagli Stati Uniti d ’America.
È naturale che il mondo studioso, e special- mente gli inglesi, cerchino di investigare quali potranno essere i principi politici ed amministra tivi che regoleranno quel grandioso monumento della attività moderna.
L ’Autore ha appunto trattato il tema dal punto di vista del diritto internazionale. E dopo aver fatta la Htoria dei precedenti tentativi per l’escavazione di un Canale che mettesse in comu nicazione i due Oceani, ed aver cercato di inve stigare quale fosse l’ intendimento e l’atteggia mento degli Stati Uniti sulla polizia del Canale e sui modi di usarne specialmente rispetto, alla famosa dottrina di Mouroe, si sofferma a deli neare la evoluzione che a questo proposito ebbe a subire l’opinione pubblica americana.
Esamina quindi le norme che hanno presie duto alla regolarizzazione di analoghi fatti in rapporto ai diritti delle diverse nazioni.
Entra quindi nella questione giuridica più precisamente considerata, e tratta della neutra lizzazione del Canale, e dei principi generali su cui essa può fondarsi, rileva il contributo che i d i versi Stati interessati possono dare perchè sia approvato uno Statuto internazionale e la neces- ! sità di provvedimenti perchè sia riconosciuta la j
neutralizzazione della nuova via marittima; fa un paragone tra il Canale di Suez e quello del Panama ed esamina il caso delle fortificazioni. L ’Autore crede che gli Stati Uniti d’ A m e rica riconoscano la necessità di una convenzione internazionale che assicuri e regoli l’ uso del Ca nale in tempo di pace ed in tempo di guerra, e fa notare come tale quistione abbia una impor tanza notevole per 1’ Inghilterra.
Yves Guyot. - Les chemins de f e r et la Greve. —
Paris, P . Alcan, 1911, pag.
Dalla meravigliosa operosità del sig. Y. Guyot abbiamo un altro interessantissimo volume sopra un argomento irto di difficoltà; ma il lavoro fe condo e molteplice nulla toglie di intensità e vivezza agli scritti dell’egregio Collega, e ne è prova evidente questo volume denso di pensieri profondi. E tanto più volentieri emettiamo que sto giudizio, in quanto non ci sentiamo dav vero di dividere tutte le dottrine, le afferma zioni a cui viene l’ illustre economista, sebbene apparteniamo alla stessa sua scuola e quindi pro fessiamo gli stessi principi.
Siamo d’accordo con l’ eminente Autore lad dove deplora che i Governi cedano davanti alle minacce di violenze ed anche alle violenze, e ci doliamo che molte leggi sieno votate contro voglia ed al solo scopo di evitare lo sciopero dei ferro vieri, alfine di non avere il danno enorme che deriverebbe allo Stato se fosse sospesa la circo lazione delle persone e delle cose ; riconosciamo anche che tra gli interessi individuali dei ferro vieri o della classe, e gli interessi che possono esser lesi dalla soppressione dei servizi ferroviari vi è una enorme differenza ; ancora siamo asso lutamente avversi allo sciopero dei funzionari dei pubblici servizi; ma nello stesso tempo che nella critica ci troviamo concordi col sig. Y . Guyot non possiamo seguirlo nella indifferenza di fronte al fenomeno della rivolta dei ferrovieri, quando non ci dimostri che la Società per assicurarli contro i danni degli scioperi dei ferrovieri ha pagato il ’ premio della assicurazione, cioè ha fatto ai ferrovieri un trattamento tale per il quale lo sciopero sarebbe evidentemente ingiusto.
Ma non è in occasione di un semplice cenno bibliografico che si possono discutere temi così difficili e complessi e quindi fatta la nostra franca dichiarazione, ci limitiamo ad accennare alla strut tura del libro..
18 febbraio 1912 L ’ ECONOMISTA 103
giuridico e propone una serie di modificazioni ai Codice Civile ed a quello Penale per prevenire, impedire, e punire gli scioperi, considerando lo sciopero come una rottura di contratto (i lettori
deli’ Economista ricorderanno che fummo tra i pri
missimi a sostenere la dottrina oggi quasi gene raímente ammessa che si tratti inveoe di sospen
sione di contratto); vuol ripristinato il principio
che sia da considerarsi in certi casi lo sciopero concertato come un reato; vuol'punito chi minac cia di estorcere obbligazioni o promesse per mezzo dello sciopero; infine vuol considerare come un reato qualunque sospensione di lavoro concertata nei pubblici servizi ; vuol considerare come reato ogni associazione formata per prepa rare gli scioperi écc. E tutto questo lo propone in nome della libertà, che sarebbe minacciata per la perturbazione della pace pubblica e d el l’ interesse sociale. Ma in base a questo principio sa dirci l’ illustre economista quante altre cose b i sognerebbe proibire e punire? Certamente quando tutta intera la Società sente arrestato il proprio movimento per gli interessi di un numero rela tivamente limitato di persone pensa che tutto fini rebbe presto se si procedesse ad arrestare i capi, a licenziare i più riottosi ecc. Ma questi furono appunto i sistemi applicati in un tempo non lon tano; ed a che cosa hanno condotto? A lle consta tazioni del sig. Guyot.
Il rimanente del libro, di cui ripetiamo è in contestabile il grande valore e la franchezza, tratta di argomenti meno generali, cioè contin genti più particolarmente allo sciopero avvenuto in Francia.
J.
RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA
A Torino si è riunita l’assemblea dei dele gati della Confederazione italiana dell’In dustria. Erano rappresentate le associazioni di
Torino, Genova, Milano, Roma, Monza, Terni, Alessandria, Biella, Vercelli, Casale, ecc., con 1141 voti su 1256 voti federali.
L a seduta è presieduta dal presidente della Confederazione, cav. Craponne, assistito dal se gretario avv. Olivetti.
Il presidente dà lettura della sua relazione sul decorso anno federale. Dopo aver constatata la forte posizione che la Confederazione si è an data formando nella coscienza nazionale e di fronte ai pubblici poteri, il presidente annunzia che la Confederazione conta oggi 21 associazioni
con 201,000 operai controllati con un notevole aumento sui dati dell’anno precedente. Ricorda quindi l’ azione spiegata dalla Confederazione di fronte allo sciopero scoppiato nello scorso anno e specialmente di fronte allo sciopero generale al quale, non per debolezza, ma unicamente per una moderazione imposta dal momento, la Con federazione non rispose con la serrata. Esamina quindi quale opera l’organizzazione abbia svolto in relazione alla legislazione sociale, specialmente per le leggi sugli infortuni e sul lavoro delle donne e dei fanciulli e quale si prepara a svol gere di fronte alle incongruenze del nuovo re golamento sulla cassa di maternità. Annunzia poi la prossima costituzione dell’ ufficio interna zionale delle organizzazioni padronali, deliberate nel Congresso tenutosi a Torino nello scorso ot tobre. Infine propone all’assemblea l’approvazione della proposta pel Comitato direttivo per una campagna a favore del prodotto e del lavoro nazionale ed osserva come in Italia non si co noscano ancora tutti i progressi della nostra in dustria e si conservi il pregiudizio che il pro dotto estero sia sempre migliore di quello na zionale giungendo così a comperare a maggiore prezzo merce che si crede estera, ma che molte volte esce dagli stabilimenti d’Italia. Dimostra la importanza di questo problema e la necessità di muovere alla conquista del mercato nazionale e alla fiducia del consumatore italiano nell’ in dustria nostra. Esamina le benefiche conseguenze che potrà avere questa campagna per un sano ed alto nazionalismo economico, anche per gli operai stessi i quali vedranno da una maggiore produzione maggiore probabilità di guadagno e minore necessità di emigrare all’estero in cerca di lavoro.
La relazione del presidente è assai applau dita e viene approvata alla unanimità.
Dopo breve discussione si dà mandato al Comitato direttivo di iniziare la propaganda per l’attuazione delle sue proposte. Si ratifica in se guito il patto di alleanza con la Federazione centrale degli industriali dell’ Austria. Da ultimo si procede alla elezione di cinque consiglieri : vengono rieletti gli uscenti con 1141 voti.
— I l Bollettino delle Istituzioni economiche
e sociali dell’ Istituto Internazionale d ’ A gricol
tura pubblica alcuni dati sulle pensioni ope raie in Spagna.
acquistata dagli altri paesi. Non si tratta tutta via di una semplice imitazione di altri Istituti preesistenti; il nuovo Istituto ha un carattere veramente originale, e appare perfettamente adat tato a compiere le funzioni che gli sono affidate. La Spagna non ha voluto accogliere il prin cipio dell’assicurazione obbligatoria; il sistema da essa adottato è quello della « libertà sussi diata ». A rendere pienamente efficace l’opera dello Stato concorre l’ Istituto suddetto, esso non è solamente un organismo finanziario, ma mira anche a diffondere e a rendere popolari i prin cipi della previdenza e dell’assicurazione mercè una complessa opera di propaganda. Tale pro paganda esso esplica pubblicando un bollettino
periodico e delle monografie speciali, costituendo una biblioteca circolante composta di libri che trattano della previdenza e del risparmio ; orga nizzando delle conferenze destinate specialmente agli operai ed alle Società che si occupano delle questioni sociali; istruendo e formando dei tecnici specialisti destinati a promuovere ed a organiz zare le istituzioni di previdenza e di risparmio; distribuendo dei premi alle associazioni ed ai privati che si distinguono nell’opera di propa ganda e di organizzazione; ed infine studiando i problemi d’ igiene e di pubblica sanità che in teressano l’assicurazione popolare ecc.
Il commercio italiano. — Ecco il rias
sunto dei valori delle merci importate ed espor tate, in e dall’ Italia per categorie dal 1° gen naio al 31 dicembre 1911: Importazione. V a lo r e d e lle m e r c i i m p o r t a t e d a l 1° g e n a , a l 31 d ic e m b r e 1911 Spiriti, bevande Lire 100,600,883 Differenza s u l 1910 Lire 12,933,525 Generi coloniali 81,939,302 4> 5,663,918 Prodotti chimici med. 129,176,354 4 - 14,949,368
Colori 37,913,895 — 1,010,400
Canapa, lino 53,894,129 — 1,834,091
Cotone 327,911,946 + 29,604,344
Lana, crino, peli 161,002,669 — 9,415,901
Seta 211,311,217 4 - 1,250,002 Legno e paglia 177,179,475 — 2,598,889 Carta e libri 48,224,226 4 - 3,657,411 Pelli 141,106,835 + 15,065,997 Minerali, metalli 566,397,171 + 19,011,821 Veicoli 33,910,249 4 - 433,514
Pietre, terre e cristalli 360,217,360 - f 19,484,076
| Gomma elastica 90,682,461 Cereali, farine e paste 466,006,694 Animali e spoglie anim. 254,874,462 Oggetti diversi 45,744,302 + 14,286,968 — 9,123,429 + 1,191,758 - 1,432323 Totale, 18 categorie 3,358,093,630 Metalli preziosi 28,896,500 Totale generale 3,386,990,130 + 112,117,669 — 2,169,200 + 109,948,469 Esportazione. V a lo r e d e l le m e r c i e s p o r t a t e d a l 1°g e n i», a l 31 d i c e m b r e 1911 Spiriti, bevande L ir e 136,774,778 D if fe r e n z a s u l 1910 L ir e 41,212,271 Generi coloniali 15,935,456 -h 5,341,037 Prodotti chimici med. 73,524,579 + 3,148,961
Colori 8,277,259 — 718,431
Canapa, lino 78,669,560 — 3,808,705
Cotone 217,768,888 + 44,764,534
Lana, crino, peli 42,649,275 + 7,981,926
Seta 492,985,966 — 62,412,750 Legno e paglia 63,522,521 + 4,924,076 Carta e libri 26,360,154 4 “ 2,572,065 Pelli 67,237,067 + 187,713 Minerali, metalli 81,513,145 11,590,060 Veicoli 60,398,210 4 “ 36,153,020
Pietre, terre e cristalli 100,084,464 4 - 10,478,438
Gomma elastica 38,656,961 + 8,573,299
Cereali, farine e paste 371,788,815 + 51,384,845 Animali e spoglie anim.. 921,043,366 4 - 6,592,166 Oggetti diversi 72,122,024 + 3,795,129 Totale, 18 categorie 2,169,312,488 + 89,335,112 Metalli preziosi 42,091,900 — 6,024,500
Totale generale 2,211,404,388 + 83,310,612
Il commercio della Spagna. — Il movi
mento dal commercio estero durante i primi undici mesi del 1911 è stato nel suo insieme un po’ più attivo di quello degli anni precedenti.
Le importazioni sorpassano di 88 milioni quelle del 1910 e di 115 quelle del 1909.
Le esportazioni hanno passato di 9.8 milioni in rapporto al 1910, ma sorpassano di 44 milioni le cifre del 1909.
Ecco il quadro totale del commercio spa gnolo.
Importazioni.
1911 (milion idi pesetas)
Animali vivi 31
Materie prime 406
Prodotti fabbricati 318
Oggetti alimentari 115
18 febbraio 1912 L’ ECONOMISTA 105 Esportazioni. (milioni 1911 di pesetas) Animali vivi 20 Materie prime 283 Prodotti fabbricati 208 Oggetti alimentari 343 Totale 854
La importazione dei metalli preziosi fu in significante; la esportazione si mantiene alla sua cifra abituale, cioè al di là di una dozzina di mi lioni; l’argento in verghe forma il cespite di que sto commercio. Nel 1911 ne è sortito in Spagna per 11.9 milioni, un po’ meno che nei due anni precedenti. Dell’argento monetato ne fu espor tato 582,560 pesetas contro 103,740 nel 1910 e 890,560 nel 1909.
Il commercio della Francia. — Ecco il
quadro pubblicato dalla Direzione generale delle Dogane sul commercio della Francia cogli altri paesi e le colonie durante il mese di dicembre :
Mese di dicembre.
Importazioni 911 Differ, sul 1910 (Migliaia di franchi) col Oggetti alimentari Materie necessarie 151,940 — 50,057 all’ industria 502,040 -t- 22,713 Oggetti fabbricati 160,996 + 5,704 Totali 814,976 — 21,640 Esportazioni 1911 Differ, sul 1910
(Migliaia di franchi) Oggetti alimentari Materie necessarie 76,723 — 6,515 all’ industria 176,908 -+- 4,516 Oggetti fabbricati 265,670 - 27,080 Colli postali 60,378 -j- 4,556 Totali 579,639 — 24,563
Ecco intanto i resultati pel 1911 paragonati 1910:
Importazioni 1911 Differ, sul 1910 (Migliala di franchi) Oggetti alimentari Materie necessarie 1,989,832 + 576,801 all’ industria 4,638,979 + 293.308 Oggetti fabbricati 1,531,856 -l- 117,226 Totali 8,160,667 -t- 987,335 Esportazioni 1911 Differ, sul 1910
(Migliaia di franchi) Oggetti alimentari Materie necessarie 725,240 — 132,952 all’ industria 1,919,170 — 11,667 Oggetti fabbricati 3,039,761 + 78,810 Colli postali 487,906 + 4,098 Totali 6.122,077 - 61,728
Il commercio degli Stati Uniti. — Ecco
i resultati del commercio estero degli Stati Uniti per il mese di novembre e gli undici primi mesi dei tre ultimi esercizi :
Novembre 1909 1910 1911 Undici mesi 1909 1910 1911 Merci. Esportazione Importazione (in dollari) 193.999.000 206.355.000 201.608.000 .1,557,210,000 1,636,991,000 1,867,605,'000 140.509.000 130.361.000 126.147.000 1.366.777.000 1.425.770.000 1.392.550.000 Metalli preziosi. Bilancio tra l’ entrata e l’ uscita.
Oro Argento (in dollari) 1909 ' 1910 1911 Undici mesi 1909 1910 1911 11.785.000 9,938,000 10.483.000 80.293.000 3,198,' 00 16.349.000 + 256,000 + 439,000 4- 1,713,000 10,310,000 -+- 9,820,000 -+- 19,227,000
L A SITUAZIONE DEL TESORO
al 31 d i c e m b r e 1911
Ecco il conto riassuntivo del Tesoro al 31 di cembre 1911: Differenza ( + miglioramento — peggioramento della Al 31 dicembre 1911 299.942.924.27 687,212,681.— 987.155.785.27 763,066,043.17 -t- 224,089,742.10 DARE
Incassi (versamenti in Tesoreria) Fondo di cassa alla chiusura
dell’esercizio 1910-11 In conto entrate di bilancio In Conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria Fondo di cassa
Crediti di Tesoreria Insieme
Debiti di Tesoreria Bituaz. del Tesoro
situazione del Tesoro) — 223,436,021.81 +- 190,801,142.34 — 32,681,879.47 — 133,686,607.22 — 166,318,486.69 523,378,946.08 1,255,317,126.60 2,490,152,935.77 642,138,139.18 AVERE Totale 4,910,987,147.63 Pagamenti
a) Fondo di cassa al 31 di cembre 1911
In conto spese di bilancio Decreti di scarico
Decreti Ministeriali di pre levamento
In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria
299,942,924.27 1,420,117,287.66 1.218,325.63
Eceo la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria :
DEBITI al 31 dicembre 1911
Buoni del Tesoro 106,600,500.
-Vaglia del Tesoro 82,344,250.06
Banche — Conto anticipaz. statutarie —
.
Cassa depositi e prestiti in contocor-rente fruttifero 50,108,505.86
Amministrazione de) Debito pubblico
in conto corrente infruttifero 258,676,532.08 Amministrazione del Fondo culto in
conto corrente infruttifero 1,965,764.58 Cassa depositi e prestiti in conto
cor-rente infruttifero 40,155,159.18
Ferrovie di Stato — Fondo di riserva 7,262,631.75 Altre Amministraz.
conto corrente fruttifero 2,107,687.23
Id. Id. infruttifero 88,538,508.49
Incassi da regolare 39,792,768.94
Biglietti di Stato emessi per l’art. 11
della legge 3 marzo 1898, n. 47 22;500,000.— Id. legge 29 dicembre 1910, n. 888 45,000,000— Operazione fatta col Banco di Napoli
per effetto del l’art. 8 dell’allegato
B alla legge 7 gemi. 1897 n. 9 18,010,735—
Totale 763,066,043.17 CREDITI
al 31 dicembre 1911 Valuta aurea presso la Cassa depositi e
prestiti: Legge8agosto 1895,n. 486 «n 000,000 _ Legge 3 marzo 1898, n. 47 22,500,000— Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 10) 60,000,000— Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 11) 1,316,920— Legge 29 dicem. 1910, n. 888 45,000,000— Amministraz. del Debito pubblico per
pagamenti da rimborsare 79,071,541.60 Id. del Fondo pel culto Id. 10,482,574.56 Cassa depositi e prestiti Id. 88,959,383.57 Altre Amministrazioni Id. 111,144,562.07 Obbligazioni dell’Asse ecclesiastico — Deficienze di Cassa a carico dei
con-tabili del Tesoro 1,710,342.67
Diversi 219,013,801.53
Operazione fatta col Banco di Napoli 18,013,735—
Totale 687,212,861—
Prospetto degli incassi di bilancio verificatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di dicembre 1911 per l ’esercizio 1911-912 comparati con quelli del periodo cor rispondente dell’ esercizio precedente.
Incassi — Entrata ordinaria. Categoria I. — Entrate effettive :
mese di dicembre 1911 differenza sul 1910 Redditi patrimon. d. Stato 3,579,604.70 — >6,334,251.03 Imposta sui fondi ru
stici e sui fabbricati 31,118,171.23 -+• 2,766,873.01
Imposta sui redditi di R. M.
Tasse in amministr. del Ministero delle
52,872,341.84* + 7,854,665.32
finanze
Tassa sul prodotto d. movimento a grande e piccola velocità s.
25,280,855.50 -h 2,981,986.68
ferrovie
Diritti delle Legaz.
3,251,365.26 -h 9,12L.89
e Consolati all’estero Tassa sulla fabbricaz.
— — 648,834.95
degli spiriti e birra 15,031,514.16 + 1,956,091.80 Dogane e dir. maritt.
Dazi interni di cons. esclusi quelli delle
26,565,408.88 7,982,321.61
città di Nap. e Roma Dazio consumo della
2,715,087.03 — 58,481.79
città di Napoli Dazio consumo della
— — città di Roma 2,322,235.84 + 112,471.32 Tabacchi 27,403,539.02 4- 1,286,391.75 Sali Prodotto di vendita 8,912,926.01 259,599.15 del chinino ecc. 225,377.80 + 158,388.58
Lotto 15,840,903.78 — 4,865,428.01 Poste 11,862,190.43 + 685,273.56 Telegrafi 2,116,139.72 + 485,034.19 Telefoni 1,220,602.90 — 265,871.37 Servizi diversi Rimborsi e concorsi 1,806,313.64 — 249,090.81 nelle spese 26,897,582.56 + s 15,552,407.72 Entrate diverse 15,129,771.71 + '1 7,352,842.85 Totale 274,241,937.01 21,056,867.72 Entrata straordinaria mese di dicembre 1911 Categoria I. - Entrate effettive : Rimborsi e concorsi differenza sul 1910 nelle spese 881,286.02 177,552.49 Entrate diverse Arretrati per imposta
2,201,882.40 -h 199,397.38
fondiaria o r. m. — —
Residui attivi div. Categoria II.
20.06 - 290,379.64
Costruz. di strade fer. Categoria III. - Movi
mento di capitali: Vendita di beni ed 3,573— 5,296.50 affrancanti, di canoni 262,351.03 — 400,017.59 Accensione di debiti Rimborsi di somme 1,734,792.01 -f* “1,734,791.41
anticipate dal Tes. Anticipazioni al Tes.
da enti locali per ri chiesto acceleramen.
2,347,254.89 _ (11,721,892.75
di lavori
Uso tempor. di
dispo-— —
nibilità di cassa Partite che si
com-— —
pensano nella spesa Prelev. sull’ avanzo accertato col conto consant, dell’eserc.
166,591.17 + ’ 4,583,367.90
18 febbraio 1912 L' ECONOMISTA 107
Prelev. di cui alle leggi -15 aprile 1909 e 4
lu-gì io 1909 1,193/X)0 + 1,193,000
Prelev. per
anticipa-zioni varie — —
Ricuperi diversi 49,919.5 L + 8,601.76 Capitoli aggiunti per
resti attivi. — —
48,432.-Totale 8,840,670.09 - 2,292,287.74
Categorìa IV. -
Par-ti te di giro 1,114,111.60 — »4,851,764.47
Totale generale 284,196,(48.70 — 13,912,815.51
Ecco il prospetto dei pagamenti di bilancio veri beatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di di cembre 1911 per l’esercizio 1911-912 comparati con quelli del periodo corrispondente dell’ esercizio precedente*
MINISTERI.
Mese Differenza
di dicembre sul 1910 1911
Ministero del Tesoro 273,095,538.86 4- 195,471,592.71 id. delle Finanze 44.641,170.06 4- 9,053,275.62 id. di grazia e g. 3,940,753.12 4- 87,615.97 id. degli aff. esteri 1,086,913.73 344,668.66 id. dell’ist. pubbl. 11,444,314.86 — 1,336,011.47 w. dell’ interno 20,615,012.42 + 10,152,208.17 id. dei lav. publil. 16,053,785.08 — 2,119,538.77
l i. poste e telegrf. 12,115,409.82 4- 1,109,827.88 id. della guerra 24,055,094.45 — 4,695,356.49 id. della marina 22,785,244.85 + 769,304.06 Id. agric. ind. com. 3,891,963.74 4- 1,014,021.03
Totale pag. di bilancio 438,525,200.99 + 209,762,270.05
Decreti di scarico — —
Decreti prelev. fondi 1,193.000 1,193,000
Totale pagamenti 439,718,200.99 — 210,955,270.05
NOTE.
(1) In questa somma è coni preso l’ammontare della valuta d’ oro depositata nella Cassa depositi e prestiti in L. 226,830,655.
(a) Sono escluse dal fondo di cassa L. 220,839,655 depositate nella Cassa depositi e prestiti a copertura di una somma corrispondente di biglietti di Stato.
(2) Minori versamenti in conto prodotto netto dell’esercizio diretto delle ferrovie non concesse ad im prese private.
(3) Maggiori versamenti effettuati dal ministero delle Finanza in rimborso della spesa per pensioni or dinarie.
(4) L’aumento ha origine dalla maggiori somme versate a reintegro a capitoli di spesa inscritti in bi lancio nella parte ordinaria delle spese effettive.
(5) L ’ aumento è dovuto alle anticipazioni eseguite dalla Cassa depositi e prestiti per le pensioni ai Mille di Marsala ed ai veterani delle battaglio per l’indi pendenza d’Italia.
(6) Rimborsi effettuati daU’amministrazione delle ferrovie dello Stato della spesa per l’ammortamento
dei mutui contratti e dei titoli di debito emessi per far fronte alle spese straordinarie a carico del bilancio speciale delle Ferrovie.
(7) Nel dicembre 1910 furono versati dalla Cassa depositi e prestiti oltre 4 milioni e mezzo per il ser vizio dei debiti redimibili compresi nella tabella A an nessa all’allegato M approvato coll’art. 13 della legge 22 luglio 1894, u. 339. Nulla è stato versato per tale titolo nel dicembre 1911.
(8) Nessun versamento è stato eseguito di somme prelevate dal conto corrente colla Cassa depositi e prestiti costituito dalle assegnazioni destinate alle opere straordinarie di bonificamento.
BANCHE POPOLARI E COOPERATIVE
Banca Popolare di Codogno.
La Banca Popolare di Codogno.con un capitale azionario di L. 700.000, una riserva ordinaria di L. 350.000, una riserva straordinaria di L. 150.000 e con una rimanenza di depositi fiduciari di lire 5.700.000 cjrca. ha chiuso col 31 dicembre u. s. il suo 47° esercizio sociale con un utile netto di lire 118.536,89 del quale l’assemblea dei soci ha testé approvato il seguente riparto : L. 77.000 agli azio nisti in ragione di L. 5.50 per azione di nominali L. 50; L. 20.000 alla riserva straordinaria; L. 7500 al fondo di previdenza del personale ; L. 11.853,69 a disposizione del Consiglio per partecipazioni agli impiegati ed a scopi di be.nefise.nza, L. 2182,70 a conto nuovo.
Banca Cooperativa di piccolo eredito Torino
L ’ assemblea generale di questa Banca ha ap provato il bilancio dell’ esercizio 1911 che chiude il conto patrimoniale colla somma di L. 2.501.935,18 segnando un nuovo progresso dell’ istituto in con fronto degli anni precedenti. Il conto profitti e perdite presenta un utile di L. 8.163,01 che, fatta detrazione delle quote spettanti per statuto alla riserva, alla beneficenza ed al Consiglio, consente la distribuzione di un dividendo pari al 4,50 °/0 alle azioni.
Banca Cooperativa operaia di Cuneo.
Questa Banca ha riunito i suoi azionisti per deliberare sul bilancio consuntivo 1911. Senza di scussione vennero approvati relazione e bilancio ; dopo di che si passò alle nomine col seguente ri sultato : Presidente : confermato il cav. Giuseppe Campana ; Consiglieri : confermati i signori Bel- trami Antonio, Crosio Felice, Delfino Enrico, Gallo Giuseppe; Sindaci: eletti i signori Bassignano cav. Macario, Bongiovanni avv. Riccardo, Elena Gio vanni, Tua cav. dott. Felice, Falcione Giovanni,
Dal rendiconto amministrativo si rileva che l ’ ammontare complessivo degli affari svolti nel 1911 raggiunse la cifra di L. 8.777.797,20 supe rando di L. 1.560.199,37 la somma d’ affari conse guita nel 1910.
Il capitale sociale ammonta ora a lire 39.690 rappresentato da n. 2646 azioni da L. 15 suddivise fra 636 soci. Colle riserve il patrimonio sociale si eleva a complessive L. 102.432,45.
L ’ utile generale dell’ esercizio risulta di lire 72.508,36 da cui detratte tutte le spese (L. 58.225,23) rimane un utile netto di L. 14.283,13 che permette un dividendo degli azionisti di L. 1.25 per azione, oltre ai prelievi statutari.
[ i l i DELLE CAMERE D! [D IE SI
Camera di commercio di Firenze. — Questa Camera si adunò il 2 febbraio, sotto la presidenza del march. Giorgio Niccolini.
In principio di seduta il Presidente, dopo aver dato comunicazione della risposta dell’ on. Sindaco alle domande verbali esposte da una commissione di commercianti fiorentini per una proroga alla restituzione di dazio pei generi riesportati, informò i colleghi che nella mattinata si erano riuniti alla Camera sotto la sua Presidenza i delegati delle tre associazioni indùstriali e commerciali della città, i quali lo avevano incaricato di presentare all’ono revole Sindaco il voto che l’ Amministrazione co munale provvedesse d’ urgenza a riparare all’ in giusto danno subito dai commercianti per l ’abolizione del rimborso del dazio di consumo sui vini, li quori eoe., col concorso e 1’ ausilio oltre che delle Commissioni competenti, della Camera di commer cio e delle organizzazioni industriali e commerciali della città.
I consiglieri Lenci, Tempestini e Brogi ven nero nominati a far parte della Commissione per il riordinamento dei locali d’ufficio ed il cons. Vi terbo raccomandò alla Commissione medesima lo studio di un trasloco della Borsa in località più centrale.
II cons. Borri venne nominato Presidente del Collegio degli Arbitri per la risoluzione dei con
tratti di locazione d’ opera, ed il cons. Salvadori rappresentante nella Scuola Industriale d’Arte ap plicata in Sesto Fiorentino.
A relazione del consigliere Giuseppe Taddei si espresse il voto che la giurisdizione del V Col legio dei Probiviri con sede in S. Croce sull’Arno venga estesa ai comuni di Fucecchio e Castel franco di Sotto.
A relazione del cons. Lenci si approvò il voto dell’ Associazione fra gl’industriali metallurgici ita liani per ottenere che la Tripolitania e la Cirenaica vengano aperte alla espansione commerciale ita liana e nello Stesso tempo difese dall’ aspra con correnza straniera.
Su proposta del cons. Binazzi la Camera non aderì alla richiesta del Comitato delle Associazioni commerciali di Genova per ottenere la iscrizione d’ ufficio quali elettori commerciali di tutti coloro che hanno fatto o faranno regolare denunzia agli effetti degli articoli 58 e 63 della nuova legge sulle Camere di commercio.
Camera di commercio e industria di P av ia._
Nella seduta del 14 gennaio 1912, Canzoni assume la Presidenza dell’assemblea per spiegare il motivo della odierna convocazione del Consiglio, indicato sommariamente nell' invito diramato d’ urgenza ai Signori consiglieri ; informa cioè che, essendo ¡ ’inse diamento del nuovo Consiglio camerale avvenuto, come fecero anche altre consorelle, in base all’art. 10 del Regolamento per P applicazione della legge 20 marzo 1910, n. 121, ed in relazione alla circo lare 8 dicembre u. s. del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio (invitante alla designazione dei rappresentanti nel Consiglio Superiore del La voro), e non secondo la dizione letterale dell’ art. 34 della legge sopracitata, in considerazione dell’ in terpretazione data dal Ministero, all’uopo interpel lato, per la tassatività del giorno 14 corrente per l’insediamento, ritenne doveroso sottoporre la que stione al Consiglio per quei provvedimenti e quelle deliberazioni che ritenesse del caso.
Dopo esauriente discussione in proposito av venuta, a proposta del cons. avv. Cattaneo, il Con siglio con votazione unanime, approva il seguente ordine del giorno :
« La Camera:
« Viste le pratiche intercorse col Ministero di agricoltura, industria e commercio sulla interpre tazione degli articoli 34 della legge 20 marzo 1910, n. 121 e 10 del relativo Regolamento, in esito alle quali venne convocata d’ urgenza per oggi per l’og getto esposto nell’ avviso di convocazione ;
« Ritenuta la dubbia interpretazione in mate ria data dal Ministero e la contraddizione evidente fra la disposizione dell’art. 34 della legge e quella dell’art. 10'del Regolamento ;
« delibera :
in-18 febbraio 1912 L ’ECONOMISTA 109
vito del Ministero per la designazione dei due rappresentanti delle Camere nel Consiglio Supe riore del Lavoro. — l’ insediamento di cui nelle accennate disposizioni, e conseguentemente valide le deliberazioni tutte prese sugli oggetti posti al l’ordine del giorno.di quella seduta».
RIVISTA DELLE BORSE.
T IT O L I D I S T A T O S a b a t o 1 0 f e b b r a io 19 12 L u n e d ì 12 fe b b r a io 19 12 M a r t e d ì 18 f e b b r a io 1912 M e r c o le d ì 14 f e b b r a io 191 2 G io v e d ì 15 fe b b r a io 1 912 V e n e r d ì 16 fe b b r a io 1 91 2 II
R e n d it a ¡ta l. 8 3i4 0[o 98 77 98.52 98 4« 98 41 98.50 9S.65 . . 8 1 i2 0[0 98.86 98 55 98.52 98 45 98.65 93.70 * H 0 I0 69 - 69— 69— 69 — 69— 6 9 — R e n d it a ita l. 8 8i4 0i0
97.82 a P a r ig i . . . 98 3 5 87.SO 97.80 97 70 97 -a L o n d r -a ... 97.— 97— 97 - 97.— 97.— 97.— a B e r lin o . . — — — — — — R e n d it a f r a n c e s e . . . a m m o r t i z z a b i l e . . — .— - — •— — • » 8 0 l0 95.47 95.87 95.47 95 32 95.22 95.12 C o n s o lid a t o i n g l e s e 2 8 i! 78.18 78.25 78 78 78.6« 78.75 7 8 — » p r u s s ia n o 8 0[Q 91.10 91.10 91.— 9J.— 91— 91 — R e n d it a a u s t r i a c .i n o r o 11890 118.85 11390 U S 90 118.90 L18.ÏK) * » i n a r g 90.60 90 60 90 55 90.55 90.70 9 0 .5 5 » » in c a r t a 80 60 90 60 90 55 9.1.55 90 70 90.55 R e n d . s p a g n . e s t e r io r e a P a r i g i ... 95 80 95.47 95 55 956 0 95.70 90 80 a L o n d a . . . . 9 8 . - 93.26 93.50 93.50 93.50 93 50 R e n d it a t u r c a a P a r ig i 92.20 92 21 91.95 9197 92 40 92 32 » » a L o n d r a 91.50 9151 91.60 91.50 9 1 - 91.— R e n d . r u s s a n u o v a a Par 106.35 106.15 ICS 4L 106.35 106 65 106.40 » p o r t o g h e s e 8 0[0 a P a rig i ... 65.701 65.7C 65.7C 65 81 65 80 65.92 VALORI F E R R O V I A R I 11 f e b b r a i o 1912 VALORI BANCARI Banca d’ I t a l i a ... Banca Commerciale . Credito Italiano . . . . Banco di Roma . . . . Istituto di Credito fondiario Banca Generale . . . . Credito Im m obiliare. . . Bancaria Italiana . . .
C A R T E L L E F O N D IA R I! Istituto Italiano . . .' l ‘ / au/ 0
» » . . . 4 •/„
» » . ■ • 3 V / 0 Banca Nazionale . . . 4 °/0 Cassa di Riso, di Milano 5 °/0
» » » 4 °/0
» » » 3 ‘ /« °/o Monte Paschi di Siena 4 ' / 8 ° /0
» » » 5 °/0
Op. Pie di S. Paolo Torino 5 ° /0 » » » 4 ' / , ° / o Banco di Napoli . . . 3 PRESTITI M U N IC IP A L I Prestito di Milano . . ■ 4 "/„ » Firenze . • • 3 ° /0 » Napoli. . ■ . 5 ° /0 » Roma . • • 3 "¡t 11 f e b b r a io 1912 1466— 872— 572.— 18 f e b b r a i o 1912 1470— 860.— 576— 15 I O , hH s < 1 5 ! O h - 1 <i O LI m m
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Meridionali . . • 596.— Mediterranee. - 410 — Sicule ... (172.— Secondarie Sarde . 297.— Meridionali . . . 3 “/u ■ 341.— Mediterranee . . 4°/o • 500 — Sicule (oro) . . . 4 °/o ■ 508.— Sarde 0 ... 3 °/„ ■ 1359 — Ferrovie nuove. 3 °/o • .143. Vittorio Emanuele 3 °/„ . 379.— Tirren e... 5 ° / „ ■ 508.— Lombarde. . 3 "/„ ■ -- •---Marmif. Carrara . 260.— VALORI I N D U S T R I A L I Navigazione General Fondiaria Vita. . . » Incendi Acciaierie Terni Raffineria Ligu re- boni Lanificio Rossi. . . Cotonilicio Cantoni . » Veneziano Condotte d'acqua. Acqua Pia . . . . Linificio e Canapificio i Metallurgiche italiane Piombino... Elettile. Edison . Costruzioni Venete . G a s ... Molini Alta Italia. . Ceramica Richard . Ferriere . . . . Officina Meco. Miani t> Montecatini. . . . Carburo romano . Zuccheri Rom ani. E l b a ... Banca di Francia. Banca Ottomana . Canale di Suez. . Crédit Foncier. Ir <u.l estri f e b b r a io 1912 396— 293. - 199 — 1482 - 365 — 1550 — 390— 90.50 333— 2005— 1 6 3 .- IH. — 148. - - ■ 616.— 149— 1233 - 215. - 258. - 135.— 1)0. 9 4 . -625 79.50 211— 688— 6440.— 800— PROSPETTO DEI GAMBI18 f e b b r a i o 1912 6 0 0 . - 413— 673 — 297 - 342 — 500— 509 - 3 5 ’.. 3 4 2 .- 378— 510 -260 18 f e b b r a i o 1912 39:1.— 291. - 200— 1501. — 367 — 1550— 387 — 89— 3 3 1 - 2010 - 156. — 1 1 0 .- 147 - 620 — 151 — 1237. 213 - 258— 136 - 110.— 94 6 2 7 . - 80 - 215— 1200— 687— 6310. - 800.
-107— 108— SI F r a n c i a mi 1 o n d r a Berlin«» •** A UHI ri.* 606.— 10— 2 9 !.— 107.75 r u o t o — 291,50 109 75 12 L u n ed i. . . 100 70 25.41. 123.95 105 25 13 Martedì . . 100.67 25.48 123.95 105 25 14 Mercoledì . 100.67 25.43 123.92 105 25 15 Giovedì . . 10072 25.42 123.95 105 25 i l 18 16 Venerdì . 100.70 25.43 123 95 105 25 f e b b r a io 1912 f e b b r a io 1912. 17 S a b a t o . . 100.70 25.43 123.95 105 25 514. 503.5 J 514—