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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.2012, 24 novembre

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GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno X X X I X • Vol. XLM I Firenze-Roma, 2 4 Novembre 1 9 1 2

S O filfllA R IO • Sui limiti della circolazione bancaria nell’attuale momento, A. J . d e Jo h a n n i s Trattati di Com­ mercio, Za d ig Progresso dell’Associazione Dante Alighieri, E. Z. - R IV IS T A B IB L IO G R A F IC A : Prof. Paul

Pic, Traité Elémentaire de Législation industriale - Doit. Friedrich Lent, Die Gesetseskonkurenz im biirgerlichen Recht und Zivilprosess - Ave. Luigi Picee«. Monismo e scienza giuridico-scciale - Le Casse di risparmio in Francia e in Inghilterra - R IV IS tf! EC O N O flllC A E F I N A N Z I A R I A : Produzione dell’oro - Pro­ duzione del carbone - Produzione del rame - Produzione del piombo - Produzione dello zinco - XII Assem­ blea Generale Straordinaria delle Camere di Commercio Italiane - Gli usi mercantili nei Barese - La nuova Repubblica di Panama - R A S S E G N A D E L C O M M ER C IO IN T E R N A Z IO n A L E : Commercio dell’Italia Commer- ciò di Rodi - Commercio di Salonicco — IDCRCACO flìO N E T A R IO E R IV IS T A D E L L E B O R S E .

Sui limiti della cireolazione bancaria

nell’attuale momento

Continuando le nostre considerazioni sui limiti della circolazione bancaria nell attuale momento economico e finanziario, e ricordando che nell’articolo pubblicato nel numero 2011 dell ’Economista, abbiamo dimostrato che alla Banca d ’Italia sono mancati, non improvvi­ samente, ma in breve periodo, oltre duecento milioni che il Tesoro teneva a conto corrente presso la Banca stessa, veniamo ora ad esa­ minare quali sieno le condizioni che si impon­ gono.

Come è noto è pendente la funzione di una Commissione, che sta procedendo ad un esame della situazione dei tre Istitu ti di emissione per accertarsi ('eli’adempimento perfetto degli obblighi di legge. In base all’articolo 1° del Testo Unico di legge sugli Istitu ti di emissione e sulla circolazione dei biglietti di Banca, se da tale accertamento risulteranno adempiuti i detti obblighila concessione di em ettere bi­ glietti di Banca od altri titoli equivalenti, pagabili al portatore ed a vista, concessione che scade col 10 Agosto 1913, sarà prorogata sino al 31 dicembre 1923.

È inutile qu’ndi per il momento discu­ tere di riforme radicali da introdursi nel re­ gime della circolazione, inquantochè è ovvia la necessità di attendere i risultati della ispezione di cui sopra. La Commissione, in conseguenza

dei suoi studi presenterà una relazione, nella quale, è molto probabile, farà conoscere non solamente se gli Istituti di emissione abbiano adempiuto in modo perfetto agli obblighi loro imposti dalla legge, ma anche se gli ob­ blighi stessi sieno oggi in sufficiente corrispon­ denza cogli interessi generali del paese. E tra i diversi punti, sui quali la d etta Commis­ sione esporrà il risultato delle proprie investi­ gazioni, non mancherà certam ente anche quel­ lo che riguarda la circolazione, sia per accer­ tare se e quanto gli Istitu ti abbiano sempre potuto mantenersi nei lim iti fissati dalla legge, sia ancora per^cercare le cause, per le quali sia stato necessario oltrepassare detti limiti. E la Commissione av ràrnodo così di esporre la propria opinione sul rapporto tra la legge vigente, per ciò che riguarda i limiti della circolazione, ed i bisogni del paese.

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L ’ ECONOMISTA 24 novembre 1912 738

hanno m antenuto la circolazione nei soliti limiti. Ovvero quegli altri, egualmente sem­ plicisti i quali dicono : quanto meno alta è la circolazione, tanto più solida è di conseguenza

la economia del paese ; bisogna quindi non al­ la rg a re , m a restringere la circolazione.

Tali ragionamenti sono troppo semplici perchè, in problemi così complessi, possano essere di buona guida ad una ragionevole solu­ zione. A parità di condizioni un paese può avere maggiore o minore la sua circolazione per molte altre ragioni che non sieno quelle della pura e semplice attività economica. Ci­ tiamo alcuni fatti che valgono anche per l’Italia. L ’industria ed il commercio possono trarre e traggono anche alimento di capitali, dà quei fondi che, in date condizioni, l'estero lascia o m anda in paese, sotto molte forme. Si calcola che ordinariamente si abbiano in I ta ­ lia da cento a centocinquanta milioni di lire, che dall’estero trovano impiego in Italia, e talvolta tale somma oltrepassa anche i duecento milioni, somma che non è certo di- sprezzabile nella nostra economia. Ma quei ca­ pitali hanno per la loro natura una caratteri­ stica speciale; cioè sono instabili al massimo grado. Basta un perturbam ento, anche di non grave importanza nella politica interna od in quella internazionale, perchè rapidamente detto capitale si ritiri dagl’impieghi in Italia e rimpatrii. Ecco subito una domanda che si presenta come imo dei termini del problema r nel determinare i limiti della circolazione si deve o non si deve tener conto delle probabili oscillazioni di questo fondo estero che opera in Italia ?

T utti comprendono senza bisogno di spie­ gazioni ed illustrazioni che duecento milioni più o meno costituiscono un elemento non trascurabile per l’ economia industriale del paese.

E d egualmente si può dire del debito pubblico che è collocato o va a collocarsi all’estero. Non è più il tempo in cui il consolidato italiano rappresentava un titolo internazionale per eccellenza; ora i titoli di debito pubbliou sono quasi tu tti rim patriati e non rimane all’estero che una quantità lim itata, che non supera il mezzo miliardo di capitale. Tuttavia, nei momenti calmi, vi è una corrente non violenta, ma costante, di titoli di Stato che si collocano all’estero sotto varie forme ; ma appena nascono cause di turbam ento il giuoco dei prezzi e dei cambi fa rim patriare quei titoli,

come è avvenuto in questi ultimi mesi, più rapidamente di quello che non sieno partiti. Sono oscillazioni di molte diecine di milioni che si aggiungono alle precedenti.

E il problema della circolazione è più com­ plicato, . perchè strettam ente connesso, con quello del saggio dello sconto e della altezza dei cambi. Anche su ciò abbiamo letto in questi giorni giudizi molto semplicisti.

Perchè, si è domandato, si alza il saggio dello sconto quando la nostra politica mone­ taria è quasi indipendente o slegata, da quella degli altri mercati ? Non abbiamo oro che sia minacciato di emigrare perchè, i biglietti di Stato non sono convertibili, e le Banche non cambiano i loro biglietti che in biglietti di Stato. Perchè adunque alzare il saggio dello sconto ‘ì

Coloro che ragionano così nqn riflettono che se l’Italia mantenesse il suo saggio di sconto al 5 % quando gli altri lo portano al 6 od al 7 %, in poco tempo le Banche ordinarie ed i ban­ chieri farebbero colare, gran parte del rispar­ mio nazionale all’estero per usufruire del m ag­ gior reddito che si ottiene all’estero.

Vi è anche una certa relazione tra il saggio del cambio e la circolazione bancaria, ma non già nel senso da alcuno, sostenuto, che un au ­ mento di qualche frazione sull’altezza del cam­ bio possa attribuirsi ad un aumento di qualche milione della circolazione. Non pare a noi vi sia o vi possa essere una corrispondenza così sensibile tra i due fenomeni.' Invece avrebbe in proposito grande importanza la converti­ bilità o meno dei biglietti di Banca ; ma in Italia, esistendo i biglietti di Stato per la som­ ma cospicua di mezzo miliardo, cioè di oltre un quinto di tu tta la circolazione bancaria, ed essendo tali biglietti inconvertibili, questo termine del problema esorbita evidentemente da quello principale che qui ci occupa.

E, ripetiamo; in ogni caso, di queste diverse questioni si occuperà senza dubbio la Commis­ sione, la quale coi dati di fatto che raccoglierà e cogli studi suoi illuminerà meglio i punti ora controversi e limiterà così il campo da di­ scutersi a suo tempo.

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Tale decreto deve essere lasciato cadere o prorogato ?

Di questo punto, in questo momento essen­ ziale, ci occuperemo in un prossimo articolo.

A. J . De Jo h a n n is.

Trattati di Commercio

Nel Bollettino della Associazione delle Società per azioni, il Prof. Comm. A. J . de Johannis colla chiarezza che gli è abituale ha presentate alcune delle principali questioni che involgono la eventuale futura rinnovazione dei tra tta ti di commercio. Sia lecito al modesto discepolo non già giudicare le idee espresse del maestro, ma soltanto discutere rispetto­ samente di esse e Toglia egli tener presente che anche là ove ci vorranno rilevare contraddi­ zioni, non viene per questo meno quel doveroso rispetto che è dovuto alla lunga esperienza, al profondo culto delle discipline scientifiche cui il prof, de Johannis ha dedicata la sua vita.

' Premettendo considerazioni intorno alle opportunità di un lungo studio preventivo da compiersi prima delle scadenze del 1916 per gli attuali tra tta ti di commercio in vigore fra l’I ­ talia e le principali altre nazioni Europee, si fa nell’articolo citato rilevare la influenza che una necessaria riforma della tariffa doga­ nale italiana dovrà avere nelle negoziazioni dei tra tta ti. Ed a proposito del vigente re­ gime doganale si rileva il dibattito tu tto ra esistente fra l’agricoltura e l’industria, am be­ due reclamanti dal regime doganale valida e più energica protezione. Si passa poscia a discutere della opportunità del sistema Mé­ lme nella forma di tariffa doppia, la generale e la convenzionale e poiché la discussione di tal punto non è di poco momento il prof, de Johannis vi sorvola per affermare che la incertezza delle diverse scuole a tale riguardo è forse oggi determ inata da un’altra incertezza, quella cioè se sia o no possibile la rinnova­ zione o meglio la stipulazione di nuovi tra tta ti di commercio, alla scadenza di quelli a ttu a l­ mente in vigore, data la evidente tendenza protezionista ascendente e costante dei prin­ cipali Stati che ci circondano. B itenuta tal opinione esagerata, il prof, de Johannis, di cui le dottrine libero cambiste, per quanto attenuate dalla necessità di vivere e discutere in un regime attualm ente protezionista e non del tutto deleterio, sono largamente note

nel mondo economico e finanziario giunge a formulare una proposta, una sollecitazione quasi agli industriali italiani nella contin­ genza della scadenza dei tra tta ti.

Trascriviamo le parole del maestro che così suonano : « E qui arrischio u n ’idea che « spero non sarà giudicata utopistica. Perchè « non sarebbe possibile che una rappresentanza « delle industrie italiane, all’ infuori di ogni « veste ufficiale, si mettesse in contatto coi « rappresentanti delle industrie di alcuni « dei più im portanti paesi, per discutere sotto « i loro varii aspetti le linee generali per la « rinnovazione elei tra tta ti di commercio ! « quanti punti oscuri non potrebbero essere « dissipati dalle conversazioni dirette di per­ ii sone che avrebbero bisogno di conoscersi ed « apprezzarsi ?

« Se sopra i punti principali controversi « avvenisse una intesa fra gli industriali non « sarebbe facilitato il compito dei governi e dei « negoziatori ufficiali ? »

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per discutere, anzi per discutere precisamente le condizioni dei futuri tra tta ti di commercio noi ci permettiamo vedere un pericolo ben più grave del protezionismo stesso, e tale che qua­ lunque altezza di protezione diventerebbe tra ­ scurabile. Ci sembra evidente che la futura intesa, se possibile, potrebbe assai facilmente e forse principalmente avere di mira la forma­ zione di quelle coalizioni internazionali di industriali o di produttori di qualsiasi genere che,, nella organizzazione dei t r u s t trovano

la migliore soluzione di ogni problema econo­ mico e doganale. Creare il monopolio interna­ zionale per la produzione o la vendita ci sembra direttam ente Inconseguenza logica di un qual­ siasi intesa di industriali che potesse avere pro­ vocata ed ottenuta. Ancorché il solo intento degli interessi che si ponessero a discutere fosse quello della rinnovazione dei tra tta ti di commercio, chi potrebbe limitare gli effetti della intesa a questo semplice e teorico studio quando nelle intese stesse si troverebbero riuniti gli elementi sufficienti a superare nel campo pratico quegli ostacoli che le tariffe oggi creano, se non altro tenendo disgregata e differenziata la compagine degli industriali ? E dato questo pericolo ed avverandosi una tale conseguenza, potrebbe essere essa un vanto della iniziativa dei liberi scambisti, che ci sembra ben altro campo pratico potrebbero avere dove trasportare la propaganda della loro teoria, sia pur soltanto in occasione della rinnovazione dei tra tta ti di commercio! Avre­ mo ben inteso e ben ascoltato la parola di un maestro della disciplina economica, il quale ad ogni opportuna occasione od anche sola­ mente in quella di modificazioni di tariffe 0 di rinnovazione di tra tta ti, avesse chiamato 1 consumatori, avesse incitato, esortato, sol­ levato il vasto popolo di coloro che, poco illuminati non sanno, ad unirsi, a coaliz­ zarsi a prepararsi per intervenire in una di­ scussione, nella quale il loro fattore potesse portare un peso non indifferente. Vedere riu­ niti i consumatori, ad esempio, dell’acciaio ita ­ liano, inglese e tedesco per reclamare ai poteri legislativi e finanziarii il trattam ento che più agevoli lo smercio dei prodotti uscenti dal paese che meglio li confezionava ed a m i­ gliore mercato, ci sembra sarebbe visione che maggiormente dovrebbe sorridere agli occhi di ogni libero scambista e che appari­ rebbe rosea e attraente quanto più si potesse realizzare in un non lontano futuro.

Vedere i consumatori chiedere ed ottenere che il grano nei paesi che non ne sono produt­ tori possa acquistarsi ad un prezzo relativa­ mente proporzionale a quello dei paesi che ne hanno in abbondanza, ecco un effetto piratico ed utile più che la intesa dei produt­ tori nel volere facilitazioni doganali o maggiore protezione interna.

Ma non ci dissimuliamo le due gravi obbie­ zioni che si possono muovere ad una simile linea di vedute : la prima che le tariffe hanno due principah funzioni ; la protettrice e la fiscale ; ci riserbiamo in un prossimo arti­ colo di esaminare la funzione fiscale della tariffa e di rispondere al rilievo che noi stessi ci muoviamo. La seconda, che i consumatori non hanno mai m ostrato di sapersi unire nel proprio interesse. Forse questo argomento non è oggi più così valido come lo era poco fa, non lo sarà forse del tu tto fra qualche tempo. Non si osserva già in molte, in parecchie occa­ sioni una crescente tendenza nel consumatore nel ribellarsi alle imposizioni esagerate od ingiustificate dei produttori ! Se in Europa un risveglio in tale direzione non è ancora sufficientemente sviluppato e cosciente, ci dà affidamento, di vederlo assurgere ad un sistema in altri piaesi dove il senso della funzione economica dell’utente, dell’acqui­ rente, è più profondo e più ben inteso, che esso possa presto giungere ad una più retta ed alta coscienza del proprio valore e del posto che gli compete nella discussione e nella soluzione dei molteplici problemi economici. Ad ogni modo riconoscendo attualm ente la non ancora avvenuta coalizione dei consumatori per le tutela dei loro interessi diretti, ci sembra che opera sana di economista e dovere di libero scambista, sia innanzi tu tto quello di sollecitare, predicare e volere che il consumatore, la larga, sonora e potente voce del consumatore si faccia sentire e si faccia sentire, non insieme, ma al di sopirà di quella degli industriali e dei produttori agricoli.

Zadig.

L ' E C O N O M I S T A

D I F I R E N Z E

è

la

più antica

gazzetta settimanale di Scienza Economica, Finanza, Com- merrio, Banchi, Ferrovie ecc.

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24 novembre 1912 L ’ECONOMISTA 741

Il p r o g n i dell’flssauaziane "D ante Alighieri

Non è più il caso di ricordare ai lettori che cosa sia la Dante, quali siano i suoi scopi, qual la sua azione, quali i modi molteplici cli’essa adopera per esplicarla. Oramai la grande as­ sociazione nazionale ha preso tale incremento, è divenuta così autorevolmente popolare, i suoi annui Congresi in questa o quella città hanno un’eco tanto viva, che non occorre annunziarne l’esistenza o chiarirne 1 indole nep­ pure a quegli italiani che hanno il torto di non farne ancora parte. È invece doveroso e anche ùtile seguire il suo cammino sempre ascen­ dente, divulgare i progressi ch’essa compie d ’ahné'dù «fono/*»*

Prendiamo per guida la Relazióne presen­ ta ta dal Consiglio Centrale al 23° Congresso, che fu tenuto in Catania alla fine dell«» scorso ottobre; la quale si riferisce alla gestione che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 1911.

A quest’ultima data, i Comitati locali .erano 298, di cui 221 nel Regno e 77 fuori del R e­ gno. Entro il detto anno se ne fondarono

trentadue, cioè 24 in Italia e 8 in diversi altri

paesi. Se ne dovettero invece cancellare sette. E qui la Relazione avverte che nelle cancella­ zioni si procede con cautela, in quanto l’ap ­ plicazione rigidamente sollecita dello Statuto verrebbe spesso a recare danno più ohe vantag­ gio alla compagine sociale; giacché un Comi­ tato anche inoperoso, che rimanga negli elen­ chi dell’Associazione, può essere buon seme

che prim a o poi si ridesti e fruttifichi.

Il numero complessivo dei sodi, sempre crescente, non può conoscersi in modo esa- tissimo in qualunque momento, e perchè non tu tti i Comitati spediscono con puntualità i loro bilanci registrandovi con diligenza gli iscritti,e perchè un socio non si può cancellare come moroso se non trascorso un anno dalla sua iscrizione. Ma contentandosi di cifre ab ­ bastanza approssimative, le quali davano al 31 Xmbre 1911 ben 58,500 soci (fra ordinarii, perpetui e a aggregati a quote ridotte) e te ­ nendo conto dell’aumento progressivo di tu tti i Comitati, si può affermare, anche attenen­ dosi a un calcolo molto prudente, che la Dante, ha ora non meno di 60,000 soci delle diverse categorie.

F ra esse è particolarmente notevole quella dei soci perpetui, i quali pagano in luogo delle sei lire annue L. 150 per una sola vola, Il loro

contributo va ad accrescere il capitale sociale intangibile, di cui non si spendono fuorché le rendite. La Relazione osserva che in questa categoria hanno bensì molta importanza le iscrizioni di privati cittadini, ma hanno' un significato anche maggiore quelle frequentis­ sime di sodalizi, di enti pubblici e di scuole. « Diventano poi sempre più frequenti le iscri­ zioni in memoridm, col nobile: intendiménto d’unire perennemente il ricordo di pèrsone I l ­ lustri nei fasti del patriottism o, nelle scienze, nelle arti, nelle lettere, o care per affettuosi vincoli familiari, con quello del nostro sodali­ zio. Alcuni Comitati vollero in tal modo an­ che onorare i nomi di ufficiali e di soldati che valorosamente combatterono e caddero nella guerra libica, e altri curarono l’iscrizione ; di navi della nostra valorosa arm ata, come la corazzata Dante Alighieri, la nave ospedale

Meni-, e la Regia nave Pisa. ■ Or bene, i soci perpetui, che sino a dieci anni fa non erano più di 320, rscendono oggi a 1780.

Il progresso della Società emerge, come è naturale, anche dai contributi dei Comitati. Nello scorso esercizio salirono alla comples­ siva somma di L. 171,927, con un aumento di quasi 52 mila lire su quella dell’esercizio pre­ cedente, di oltre L. 80 mila sulla cifra di cinque anni fa e di oltre L. I l i mila sidla cifra d’un decennio addietro. Se a ciò poi si aggiun­ gono le elargizioni speciali, il ricavato da ere­ dità, le quote dei soci perpetui, gli interessi dei capitali, ece. ; gli incassi complessivi, ordinari e etraordinari, nel 1911 furono di L. 310,352. In quanto al patrimonio sociale, non comprendendovi il valore di libri, di mobili e di alcuni edilìzi scolastici, che in un completo inventario dovrebbe pur figurare, esso ascende oggi a L. 835,271.70. Notiamo che in questa somma è compreso per oltre 520 mila lire l’importo del grande prestito a premi.

Del non vistoso ma non disprezzabile pro­ vento di L. 3000 facciamo menzione per una certa sua Singolarità. È ricavato, dal contratto interceduto con la Società Anonima fabbriche Riunite di fiammiferi, alla quale fu concesso l’uso della sigla sociale. Il Consiglio Centrale esorta i Comitati a usare la vendita dei fiam­ miferi della Dante, consigliando i soci a ri­ chiederli con perseveranza. Volentieri noi giriamo la raccomansazione ai nostri lettori,

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742 L’ ECONOMISTA

24 novembre 1912

tra la nostra e altre Società anche meno im ­ portanti della nostra, troverebbe senza dubbio che, in rapporto con gli incassi generali, s’im­ piega una percentuale assai modesta pel fun­ zionamento dei varii servizi. Intanto i cresciuti mezzi disponibili hanno consentito di erogaie per gli intenti sociali più di L. 272,000, somma mai raggiunta negli anni scorsi.

La Dante va così proseguendo sul suo cam­ mino già segnato da numerose e varie inizia­ tive, da risultati felici e prom ettenti. Nel chiudere questo magrissimo riassunto, dichia­ riamo di non avere avuto già in m ira di coo­ perare a darle una notorietà di cui non ha più bisogno ; bensì di procurarle, se ci riesce pochi o molti che siano, qualche soeiodi più.

E. Z.

R

ivista

BiBLiOQRflFicd

Pr o f. Pa u lPie -Traiti élémentaire de Lègislation

industrielle (Les lois ouvrières) Paris, A. Rous­

seau, 1912, 4.™“ ed. pag. 1206 (12 fr. 50). Ormai il trattato di Legislazione industrialo del prof. Pie è conosciuto dal pubblico così favorevolmente da non aver bisogno di aggiun­ gere al semplice annunzio parole di encomio. Anche in questa 4a edizione veramente dovuta ad una larga richiesta del pubblico, l’Autore ha consacrato al suo importantissimo trattato lo stesso ordine delle precedenti edizioni, delle quali già a suo tempo abbiamo parlato, ma ha anche portato al volume notevoli miglioramenti sia mettendolo al corrente colla più recente legi­ slazione, sia sviluppandone maggiormente al­ cune delle parti.

Dopo un’ampia introduzione, nella quale l’Au­ tore delinea i limiti della legislazione industriale e rileva l’ufficio che lo Stato deve avere, ac­ cennando anche alla evoluzione storica di tale legislazione, l’Autore divide in quattro titoli il suo lavoro. Nel primo titolo tratta dell’ordina­ mento amministrativo dell’industria ; nel se­ condo d à contratti industriali ; nel terzo dei conflitti collettivi ed individuali tra padroni, operai ed impiegati ; e finalmente il quarto ti­ tolo interessantissimo ci dà uno sguardo d ’in­ sieme sulle istituzioni sociali.

Ripetiamo, questo trattato non ha bisogno di elogi, il pubblico ha già dimostrato di saperne comprendere tutto il valore..

Do t t. Fr ie d r ic h Le n t - Die Gesetzeskon- Icurenz im bürgerlichen Recht und Zivilpro- sess - Leipzig, A. Deichert, 1912 I. Band,

pag. 372 (M. 8).

Questa importantissima monografìa ha anche un speciale interesse economico poiché l’Autore nel discutere in questo primo volume delle leggi sulla Concorrenza non trascura il lato eco­ nomico dei fatti e cerca di metterli in relazione anche dall’aspetto giuridico. Egli in un primo capitolo tratta della questione per ciò che ri­ guarda il diritto penale, e nel secondo capitolo per quanto interessa il diritto civile. Nell’ul­ timo capitolo di questo primo volume l’Autore esamina e discuto di alcuni usi speciali che concernono la concorrenza.

Avv. Lu ig i Pic e c e. — Monismo e scienza

giu-ridico-sociale. Fr. Gavotta, S. Maria C. V. 1911,

pag. 368 (L. 5).

Con molta chiarezza, con molta erudizione ed anche, quasi sempre, con precisione, l’Autore nel primo capitolo di questq^folumjo esamina le diverse dottrino filosofiche prevalenti nel tempo sulle concezioni della materia, dello spirito, della società, degli individui fino al moderno monismo evoluzionistico. Ed appunto al mo­ nismo sociale l’Autore consacra il secondo ca­ pitolo, nel quale esamina le moderne dottrine sociologiche dal Comte allo Spencer, all’Ardigò ecc.

Un terzo capitolo è intitolato « le leggi della natura applicate all’evoluzione sociale ed alla fenomenologia giuridica ». Molto interessante e forse il migliore è il capitolo successivo in cui l’Autore studia la psiche umana al contatto della realtà esteriore e il lato psicologico del di­ ritto.

I tre ultimi capitoli trattano del diritto in rapporto agli istinti umani e alia morale, del fon­ damento naturalistico e della genesi del diritto positivo, e della società, dello Stato c dell’indi­ viduo .

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24 novembre 1912 L’ECONOMISTA 743

Le Casse di Risparmio in Francia

e in Inghilterra

Presentiamo qui appresso alcuni dati sta ­ tistici riferentisi alle casse di risparmio in Francia nel 1910.

Al 31 dicembre di quell’anno, il numero delle casse di risparmio autorizzate era di 550, deduzione fa tta delle 26 che furono sop­ presse in varie epoche dell’anno, 391 casse di risparmio, cioè il 79,09 per cento del totale, erano poste sotto il patronato dei consigli municipali che le fondarono; 126 casse cioè il 22,91 per cento erano costituite in enti del tu tto autonomi ; 8 furono ricostituite nel 1910 sotto-oque$ÈrultiHla fórm a; 33 cioè il 6 per cento facevano parte di un sistèma misto avente i caratteri dell’uno e dell’altro, in cui però l’ingerenza dei consigli municipali è assai ristretta. Le 550 casse di risparmio esi­ stenti al 31 dicembre si ripartiscono così in tu tta l’estensione del territorio francese, 85 nei capoluoghi di dipartim ento, per cui un solo dipartimento manca di cassa di risparmio e precisamente quello di Méziéres nelle Ardenne 253 nei capoluoghi di circondario ; 196 nei ca­ poluoghi di cantone ; 16 nei comuni.

Sulle 1718 succursali propriamente dette in esercizio al 31 dicembre 1910, 9 erano sta­ bilite nei capoluoghi di circondario 865 nei capoluoghi di cantone e 843 nei comuni. Gli uffici ausiliari fondati dalle casse di Parigi, Marsiglia, Lione, Bordeaux, Le Havre, sono in numero di 52 e cioè : 20 a Parigi, 13 a Mar­ siglia, 9 a Lione, 6 a Bordeaux, ecc.

Al 1. gennaio 1910 nelle 550 casse in a t­ tiv ità esistevano 8,116,278 libretti; durante l’anno furono aperti 562,185 nuovi libretti oltre 32,393 ‘ aperti in seguito ai trasferi­ menti da cassa a cassa ; deducendo dalla somma di queste tre cifre il numero dei li­ bretti saldati e precisamente 427,922 si ha che al 31 dicembre 1910 rimanevano aperti li­ bretti 8,282,926.

Al 1. gennaio 1910 il saldo dovuto ai depo­ sitanti dalle 550 casse di risparmio in attività era di fr. 3,833,409,363,42. D urante l’anno questa cifra venne aum entata da fr. 867 mi­ lioni 466.163,99 per i nuovi versamenti, da fr. 19,881,936,32 dai libretti trasferiti, da fr. 113,816,742,18 dagli interessi e da fr. 1,708,560 da versamenti nei conti di risparmio, prove­ nienti dalle alienazioni di rendita, di modo che si ha in totale la somma di fr. 4,830,274,31. Detraendo da questa somma i rimborsi ef­ fettuati per acquisto di rendite nei casi di ec­ cedenza del massimo legale, in fr. 21,178,282,16 e i rimborsi in denaro per fr. 881,752,223,56, complessivamente fr. 902,931,051, rimaneva

un saldo a favore dei depositanti di frangili 3,933,352,142,59. Presentiamo qui appresso il numero dei libretti suddiviso per l’ammon­ tare di essi.

Libretti da fr. 20 e al di sotto, numero 2,570,737; ammontare 21,973,098; media 8,54 ; da fr 21 a 100, 1,359,519 ; 70,433,971 ; 51,80 ; da fr. 101 a 200, 627,535 ; 91,280,838 ; 145,47 ; da fr. 201 a 500, 877,232 ; 290,975,992; 331,69; da fr. 501 a 1000,959,844; 616,490,673; 716,97 ; da fr. 1001 a 1500, 793;377 ; franchi 983,013,100 ; 1,239,02 ; da fr. 1501 in sii, pas­ sibili di riduzione 1,187,268 ; 1,827,472,022 ; .1,539,22 ; da fr. 1501 in su, non passibili di riduzione 7,412 ; 31,701,475 ; 4,277,04. To­ tali e media generale, n. 8,282,926 ; 3,933, 352,169 ; 474,871

Circa i libretti di oltre 1,500, si osserva che ad essi furono applicate durante i primi otto mesi del 1912 le disposizioni legislative, le quali obbligano la casse all’acquisto di rendita dello Stato con le somme eccedenti. I.‘ecce­ denza complessiva di libretti 1,187,268'èra calcolata in franchi 46,572,022,20, pari cioè in media a franchi 39,22 per libretto.

La preminenza del sesso femminile nel n u ­ mero dei nuovi libretti, che si riscontrò .per la prima volta nel 1894, s’è costantemente m antenuta anche in seguito. Tale differenza in favore dei libretti intestati a donne al 31 dicembre 1910 fu di 14,963 libretti pari al 2,68 per cento contro 13,777, pari al 2,52 per cento nell’anno precedente. Bimane ancora da osservare un ultim o.fatto : il rapporto fra la popolazione risparmiatrice e la popolazione generale si è notevolmente abbassato nel 1910 e precisamente dal 20,67 al 20,10 per cento. La media per abitante delle somme depositate alle casse di risparmio, media ottenuta in base al saldo dovuto ai depositanti; al 31 di­ cembre 1910 è di fr. 100,20 per abitante, ci­ fra che segna un aumento di franchi 2,54 sulla media del 1909.

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744 L ’ECONOMISTA 24 novembre 1912!

RIVISTI! ECONOMICI! E TINHHZIHRIH

— Il Board of trade ha redatta la solita sta­ tistica comparata della produzione dell’oro nel

mondo dal 1898 al 1911 indicante un continuo

e crescente aumento, come si rileva dal seguente specchio riassuntivo:

Anni Sterline Anni Sterline 1898 58.949.000 1905 78.143.000 1899 63.026.000 1906 82.707.000 1900 52.311.000 1907 84.857.000 1901 53.629.000 1908 91.030.000 1902 60.974.000 1909 93.376.000 1903 67.337.000 1910 96.448.000 1904 71.380.000 1911 97.254.000 — Fra tu tti i paesi carboniferi dell’Europa, l’Inghilterra è quella che ha annualmente una maggiore quantità di produzione di carbone.

Infatti mentre la produzione annuale del Belgio raggiunge appena circa ventiquattro milioni di tonnellate, quella della Francia tren- tasette milioni, quella della Germania centoses­ santa milioni, l’Inghilterra produce in media 274 milioni di tonnellate di carbone ed antracite.

Le cifre che qui riportiamo danno un saggio della produzione carbonifera inglese negli ul­ timi cinque anni, e cioè:

1907, 272,116 (in migliaia di tonnellate) 1908, 265.713 id. ìd. 1909, 267,999 id. id. 1910 268.664 i d .’d, 1911, 276,228 ;d. id.

Riferita alla popolazione la produzione del carbone inglese è rappresentata da circa 6 ton­ nellate per abitante; mentre è di 5 tonnellate negli Stati Uniti, di 3.11 nel Belgio, di tonnel­ late 2,113 in Germania, e di appena una tonnel­ lata per abitante in Francia

Il valore medio della tonnellata di carbone inglese posta sui carelli delle miniere ha avuto le seguenti oscillazioni:

1907, 11,17 - 1908, 11,06 - 1909, 10,01 - 1910, 10.07.

L’aumento della produzione dei carboni in­ glesi verificatosi nel 1907 fu accompagnato da un forte aumento del prezzo della tonnellata, aumento che ebbe luogo nel 1908 anche in Ger­ mania e in Francia, ma seguito da un ribasso quasi equipollente in Inghilterra e Belgio. Seb­ bene il valore medie della tonnellata di carbone sia considerevolmente cresciuto negli ultimi 25 anni, ad ogni modo esso è minore in Inghil­ terra che in qualsiasi altro paese produttore dell’Europa. Abbiamo infatti, per valore medio della tonnellata di carbone, nel periodo 1906-10:

Inghilterra L. 10.50 - Germania L. 12.12 - Belgio 15,49 - Francia 15,05.

Le miniere inglesi oociipanò complessivamente 1,031,967 operai. Il movimento della mano d'Ó.-J ¡pera impiegata bègli ultimi 6 unni si può desu­

mere dalle cifre seguenti: 1 ?

1906 operai 800,400 - 1907, 948,400 - 1908,. 966,264 - 1909, 992,338 - 1910, 1,027.539

1911, 1,031,967.

La ripartizione per bacini carboniferi di questa numerosissima famiglia di lavoratori, secondò le indagini più complete, è la seguènte: ' s p

O P E R A I

Yoskshire, Derby, Nottingham 241.767 Lancashire e Cheshin 104.659

Midlands 87.539

Cumberland, Gloucester e Somerset 26.022 Galles e Monmhcuth 288.321 Northumberland e Durham llù 1 212.343 Scozia ' ’T 0-- 1 Si'-315 Mettendo in Confrontò' tutti i dati che si ri­ feriscono alla vera e propria produzione, è degna di nota la circostanza che la produzione media di ogni minatore è diminuita sensibilmente negli ultimi anni. Il fenomeno non è specifico soltanto dell’Inghilterra, essendo comune anche ai paesi carboniferi, ma in Inghilterra si è manifestato in misura più sensibile che altrove. Ciò deve attribuirsi principalmente alla riduzione delle ore di lavorò e, secondo quanto affermano alcuni proprietari di miniere, anche alla volontà al lavoro sempre più scarsa che si riscontra negli operai. Nè è da escludere l’alcoolismo, il quale minando il fisico ne diminuisce la resistenza e quindi riduce la capacità a produrre dell indi­ viduo.

L’Inghilterra come la Germania, esporta piu carbone di quanto ne importi; e nel 1910 la ecce­ denza fra le esportazioni e le importazioni rag­ giunse tonn. 126,605.000. Ad ogni modo, però, si nota che la esportazione dei carboni inglesi è in diminuzione, mentre aumenta quella dei carboni tedeschi.

Fatti tu tti i compensi necessari fra importa­ zioni, esportazioni e riesportazioni, il consumo di carbone nei principali paesi produttori ri­ sultò per il 1910 il seguente:

Stati Uniti, milioni di tonnellate 438, Inghil­ terra 183, Germania, 132, Francia 56, Belgio 24,3.

Ed in rapporto alla popolazione il consumo per abitante risulta di tonnellate 3,91 in Inghil­ terra, tonn. 4,41 negli Stati Uniti, tonn; 3,01 nel Belgio tonn. 2,03 in Germania, o tomi. 1,38 in Francia.

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24 novembre 1912 L’ ECONOMISTA 745

settimanale può ©sserp .considerato pari a Lire 41,39: chi so siisi o.ttro/r Wém II hn wo 190 m ti

iferiìntender&:Lene:'iliSde?6s?òì^e^:l^^Wòs®P^P'; -■ pero dei minatori i n g l e s i , ; . i4Ìr? ^ ,., della resistènza-da essi dimostrata.., bisogna dare uno sguardo alle loro associazioni ed ai^iezzi finanziari che queste avevano saputi» racco g fiere. fin ... n j

In Inghilterra , su 1 di 1.-031,957 jninatoi'i ecl operai delle miniere circa 750 mila ,spno. sinda­ cati. Le loro associazioni veramente colossali possono distinguersi così secondo i distretti a cui appartengono:

Minatori di Durham operai 121,805; incassi 4,112,450; spese,3,935.350 - Minatori d e l,Galles del Sud operai 137,553; incassi 1.951,321 spese 1,900,0.0®- Minatori de] ,Yorkshpe operai 32,270; incussi'2,739,500; spese 1,785,250.

Si è calcolato dai competenti che prima del- l’ultimo sciopero le tre associazioni ora ricordate, avessero in,, cassa , complessivamente circa tre: milioni; ma. in poche settimane, di sospensione del lavoro questa somma cospicua, paziente- mente accumulata, venne quasi esaurita del tutto.

— La produzione delle fonderie americane ili

rame è ascesa nel 1911 ad 1.097.232.749 libbre,

cioè al 56 p. c. della produzione mondiale di metallo rosso, ma questa, nel 1911 ha sorpassato di 8.995.317 libbre quella del 1910; il valore della prima non è stato che di 137.154,092 dollari contro 137.180,257 nel 1910.

Nel quadro di cui appresso figurano i prodotti rispettivi delle miniere e delle fonderie dei nove ’ principali Stati produttori degli Stati Uniti e dell’Alaska.

Produzione (in libbre) Stati d e lle fo n d e rie d e lle m in ie r e

Arizona 303.202.532 306.141.538 Montana 271.814.491 272.847.705 Michigan 218.185.236 291.840.201 Utah 142.340.215 146.960.827 Xevada 65.561,015 .67.377.518 California 35.835,651 36.316.136 i Alaska 22.314,889 27,267.878 . Tennessee 18,965.143 18.850.276 Colorado 9.791.861 8.024.488 Ida ho 4.514.116 5.152.937

____Le c i f r e definitive relative alla produzione

del piombo agli Stati Uniti, nel 1911, sono state

ufficialmente , pubblicate : ■ • esse. dimostrano elle la produzione e ascesa a -186,976 tonnellate di piombo raffinato, cioè a 16,596 tonnellate di più. che nell’anno in cui il prodotto era stato il più alto, cioè nel 1910.

dottóre,

p. o. del prodotto totale'; L’industria del piombo, jjin q,uesti ultimi anni, ha segnato dei progressi |cos^ànti? ».m e si rileva dalle seguenti 'cifre' :

Anni * Proil. in tonfi, i '" ‘ 1880' ‘ r 1' ■' " " 9“ '825 " m

1890'" S ' ' 16Ì .754 19uo 377.(>7i) ' ' 1910 . " . ' 470.380 '

1911- 486.976

La produzione totale del piombo, dall’origine idi questa industria negli Stati Uniti in poi, è : ascesa, a 10,040,704 tonnellate.

¡j — Durante, Papfto. 1911, secóndo le statistiche officiali, la produzione dello zinco agli Stati j Uniti è algosa a 271.621 tonnellate, Cioè un 'au­

mento di 19,142 tonnellate su quella del 1910, I 11 suo valore resultai di 30,ti64;794 dollari, I più importanti produttori'- sono gh Stati di Mis­ souri, Kansas e New Jersey.

Si potrà rendersi conto della prosperità del­ l’industria dello zincò americana consultando il seguente quadro :

Anni Produzione in tonfi

1880 23.239 1890 63.683 1900 123.886 1905 203.849 I t i l o , 269.184 1911 286.526 ;

XII Assemblea Generale straordinaria delle Camere di Commercio italiane. — È stata

convocata in Roma, per il 28 e 29 corr., ¡la X II Assemblea generale straordinaria (|el- l’Unione delle Camere, di Commercio italiane. F ra gli argomenti inscritti aironi ine del giorno sono i seguenti ;: , , .

Modificazioni allo S tatuto dell’ Unione, (Rapporto della Commissione ; speciale com­ posta dei rappresentanti delle Camere di An­ cona, Bari, Firenze, Genova, Napoli, Pisa, Torino, Venezia, e dell’Ufficio, di Presidenza dellTnione, costimito dai presidenti delle. Camererii Milano, Roma, e Palermo, (Rapporto della Cablerà dì Rovigo, relatore sig. Achilie Bombardi, Lavezzò,’ presidente). 1 ,

I »cibi procedura da seguire nell’esame, nulla decisione è nell’appoggio dei voti e delle pro­ poste d’interesse generale form ulate dalle Cantere. (Proposta della Carriera di Sfena, rela­ tore cav. Enrico Rigni, presidente);

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L ECONOMISTA 24 novembre 1912

spese contemplate dall’art. 311 del Codice di commercio. (Proposta della Camera di Bergamo, relatore sig. Antonio Pesenti, con­ sigliere).

Su la pubblicazione da parte delle Camere di un Bollettino dei protesti cambiari. (Pro­ posta della Camera di Lucca, relatore cav. Giovanni Silvestrini, presidente).

Provvedimenti a tutela della pesca del co­ rallo. (Proposta della Camera di Napoli, relatore comm. G. B. Mauro, consigliere).

Intorno alla revisione delle tariffe per il trasporto ferroviario delle merci, (Proposta della Camera di Bergamo,? relatore signor Antonio Pesenti, consigliere).

Per l’applicazione da parte delle Ferrovie dello Stato delle tariffe generali sia alla spedi­ zione delle merci, sia a quella dei bagagli in tu tti i casi in cui non si siano espressamente richieste dagli speditori le tariffe speciali. (Proposta della Camera di Chieti, relatore cav. Biase Mezzanotte, presidente).

Su la disparità di trattam ento fra le varie stazioni ferroviarie nella vendita dei biglietti di andata e ritorno. (Proposta della Camera di Lucca, relatore cav. Giovanni Silvestrini, presidente).

Per l’istituzione di biglietti ferroviari di abbonamento speciale. (Proposta della Ca­ mera di Brescia, relatore comm. Dominatore Mainetrbi, presidente).

Per i viaggi in ferrovia dei custodi di be­ stiame. (Proposta della Camera di Chia- venna, relatore sig. Carlo De Giacomi, presi­ dente).

Istituzione del telegramma autentico. ( P ro­ posta della Camera di Siena, relatore cav. E n ­ rico Bighi, presidente).

Sul valore del diploma rilasciato dalle B, Scuole medie di Commercio. (Proposta della Camera di Salerno, relatore della Commissione speciale composta dei sigg. cav. Barracano, comm. Danè, cav. Franchi, comm. Mainetti e on. Niccolini Giorgio).

Designazione di due rappresentanti della Camera al Consiglio Superiore del lavoro.

Gli usi mercantili nel barese. — La Ca­

mera di Commercio ed Industria della P ro ­ vincia di Bari uniformandosi sollecitamente, grazie ad una precedente opportuna pre­ parazione, all’obbligo fatto dalla legge 20 marzo 1910, n 121 che impone alle Camere di commercio, di raccogliere ed accertare gli usi mercantili locali - approvò in sua seduta

4 ottobre u. s. ed ha ora pubblicato in volume di 140 pagine il primo codice degli usi e delle consuetudini locali che sopratutto riguardano i tre principalissimi prodotti di quella pro­ vincia : i vini, gli olii d ’oliva, le mandorle, ma trattano pure d’altri prodotti.

Si tr a tta di una. compilazione pregevole di cui va merito specialmente al rag. Tomaso ¿ ’Ambrosio, vicesegretario di quell’istitu to camerale che si giovò degli usi già accertati nonché di quelli vigenti nell’Adriatico, sopra­ tu tto a Yenezia e a Trieste.

Mediante una revisione periodica si potrà formare col tempo una raccolta più completa e rispondente alla sempre rinnovantesi vita commerciale e industriale della provincia ba­ rese, giacché come oggi tu tto il campo dei diritto privato è soggetto a un rinnovamento continuo che ne indica la laboriosa crisi, con più forte ragione la parte di esso che si riferisce alla m er­ catura è in istato di completo e continuo ri­ facimento.

— Il 4 novembre 1903 la provincia di P a­ nama si distaccò dalla Colonia, erigendosi a

Repubblica indipendente di Panama. Fu isti­

tuito un Governo, riconosciuto dagli Stati Uniti il 13 novembre 1903 ed in seguito dagli altri Stati.

La costituzione della piccola Repubblica dà alla Camera dei deputati composta di 32 membri il potere legislativo, ed il potere esecutivo ad un presidente che dura in carica quattro anni e non può essere immediatamente rieletto.

Vi sono inoltre due vice-presidenti ed un ga­ binetto composto di 5 membri. Il territorio è diviso in 7 provincie a capo di ciascuna delle quali è un governatoree.

La superficie della Repubblica è di Kq. 87.500 e la sua popolazione ascende a 419.000 abitanti.

Il suolo è fertile ed il clima permette le colture tropicali, però i b/s della superficie sono ancora incolti.

Il maggior prodotto consiste nelle banane che rappresentano un valore di 3.125.000 ir.

Si coltiva con buon esito il caffè e l’alleva­ mento del bestiame è già molto proficuo.

Pare inoltre che nel territorio vi siano molti giacimenti minerari, non però di carbone il quale manca assolutamente.

Nel 1910 il commercio di Panama ammontò a 60 milioni e mezzo di cui 51 milioni all’importa­ zione e 9 milioni all’esportazione.

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24 novembre 1912 L’ ECONOMISTA 747

L’unità monetaria della Repubblica è il balboa moneta d ’oro del peso di 1 gr. 672. Hanno pure corso legale il dollaro americano e i suoi multipli.

La moneta d ’argento è la piastra, che pesa 25 grammi, e vale 50 cent, di balboa, la mezza

piastra 1/5 di piastra ed il 1Z20 di piastra.

La Camera si riunisce ogni due anni ed i bi­ lanci sono biennali.

La Repubblica di Panama ha un patrimonio di circa 34 milioni e non ha debiti, nè all’interno, nè all’estero, non ha spese militari nè terrestri nè marittime perchè a tutto pensano gli Stati Uniti di cui la Repubblica di Panama non è che un’appendice.

Anzi è noto che il distacco della provincia di Panama della Colombia fu appoggiato dagli S. U. i quali, predominando sulla piccola Rt - pubblica hanno il canale e le due rive nelle loro mani.

RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZiOHALE

Commercio dell’ Italia. — L ’Ufficio T rat­

tati e Legislazione doganale comunica i valori delle importazioni e dello esportazioni avve­ nute durante i primi dieci mesi del corrente anno. Le importazioni avvenute nel dette periodo furono valutate lire 2.911.200.370, con un au­ mento di lire 116.990.956 rispetto al corrispon­ dente periodo dell’anno 1911.

1 prodotti che principalmente concorsero a fermare il detto valore sono indicati qui di se­ guito per ordine di importanza : frumento ed altri cereali milioni 407,7 ; cotone greggio 326,7 carbón fossile, 238,6 ; caldaie, macchine e loro parti. 116,1 ; legname, 110.8 ; lane e cascami 78.9 ; strumenti scientifici 61 ; utensili ed altri lavori di ferro e di acciaio 59,7 ; pelli crude 49,6 ; pelli conciate 44,5 ; rottami di ferro e ghisa in pani 44,3 ; tessuti e altri manufatti di lana, 42,7 ; tessuti e altri manufatti di seta 39,4 ; rame in pani, 38,7 ; gomma elastica greggia, 38,6 ; semi, 38,1 ; caffè, 36,2 ; mercerie 34 ; olii minerali 36,6 ; bozzoli 32,1 ; pietre pre­ ziose, 30,3 ; cavalli, 27,4 ; tabacco in foglie, 27.3 ; merluzzo e altri pesci secchi 27,7 ; lavori di rame 22; pietre, terre, eco. non nominate, 20,5; colori e vernici 20,4 ; grassi 19,2 ; solfato di rame,

18.9 ; bestiame bovino 18,4; pasta di legno 17.4 ; gioielli d ’oro e d ’argento 17,4 ; juta greg­ gia 16,1 ; pneumatiche da vetture 15,2 ; pesci preparati 15,2 ; ferro in verghe 15,1 ; calzature ed altri lavori di pelle 15 ; fosfati minerali 14,2 ; olio di cotone 13,8 ; nitrato di sodio, greggio

12,9; filati di lino, semplici, imbianchiti 12,6; carne fresca 11,5 ; pelo greggio 10,4; zinco in pani e in lamiere 9,9 ; apparecchi per riscaldare, raffinare, eco. 8.8. vetture automobili 8.5 ; pa­ raffina solida 8,2 ; formaggio 8 ; legna da fuoco e carbone di legna 7,8 ; lamiere di ferro sta­ gnate 7.

Fu in aumento, in confronto del corrisponden­ te periodo dell’anno 1911, l’importazione dei seguenti prodotti : cotone greggio per milioni 43,9 ; frumento 37,9 ; gomma elastica greggia 16.4 ; granoturco 13,3 ; lane e cascami 8,6 ; lavori di ferro e di acciaio 7.4; strumenti scienti­ fici 7.2 ; rame in pani 6,6 ; pietre preziose 6.4 ; carne fresca 4.9 ; pietre, terre eco. non nomi­ nate 4.6 ; olio di cotone 4.5 ; vetture automobili, 4.2 ; gioielli d ’oro 4.1 ; olio d ’oliva 3.5 ; carbón fossile 3,4 ; merluzzo e altri pesci secchi 3 ; pelli conciate e pelli verniciate 2.5 ; pasta di legno 2.4 ; caffè 2.2 ; legumi secchi 2.2 ; paraffina solida calzature 1.8 ; orologi 1.7 ; olii minerali

1.6 ; nichelio 1.6 ; argento greggio 1.6; tabacchi 1.5 ; ghisa in pani 1.5 ; canapa greggia 1.4 ; mo­ bili di legno 1.3 ; ferro e acciaio in verghe 1,3; avena 1.3; bastimenti e altri galleggianti 1.2; lamiere di ferro stagnate 1.1 ; pesci prepa­ rati 1.1.

Fu invece in diminuzione l’importazione di questi altri prodotti : bestiame bovino per mi­ lioni 33.3 ; pelli crude 10,9 ; legname 8.6 ; semi 8 ; caldaie, macchine e loro parti 7.7 ; olii fissi non nominati 4.4 ; tessuti e altri manifatti di seta 4 ; uova di pollame 3.7 ; rottami di ferro 3.6 ; grassi 3.2; seta tratta, greggia, 3.1; tessuti e manufatti di lana 2.7 ; veicoli ferroviari 2.7 ; ghisa in getti 2.6 ; velocipedi e loro parti 2.6 ; bozzoli 2.5 ; cavalli 2 ; burro 2; nitrato di sodio, greggio 1.8 ; apparecchi per riscaldare, raffinare, ecc. 1.7 ; formaggio 1.7 ; juta greggia 1.6 ; cru­ sca 1.4; penumatiche per ruote da vetture 1.3; acidi 1.3 ; fieno ed altri prodotti vegetali 1.3 ; olii di arachide 1.1 ; filati di lana 1.1 ; lastre di vetro 1.1.

Le esportazioni furono valutate 1.921.737.313 lire, con un aumento di L. 120,432,336 in con­ fronto del corrispondente periodo del 1911.

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748 L ’ECONOMISTA 24 novembre 1912

riso 26.4 ; conserva di pomodori 25.8 ; canapa , greggia e pettinata 25 ; paste di frumento 24,9 ; frutta secche 23.5 ; mercerie 19.6 ; farine e semolino 19.6 ; manufatti di lanal9. 1; bestiame bovino 18.5 ; guanti e altri lavori di pelle 18'.3 ; ; frutti, legumi e ortaggi preparati 17.9 ; cappèlli 17.2 ; corallo greggio e lavorato 17.1 ; legumi e ortaggi freschi 16.8 ; minerali di zinco 16.5 ; caldaie, macchine e loro parti 16.2 ; strumenti scientifici 14.4 ; fieno e altri prodotti vegetali 14.3; semi 13.8; pollame 11.7 ; oggetti d’arte 11 ; burro. 10.8; bottoni di corozzo 10.5; tabacchi 10.3; citrato di calcio 10.3 ; mobili di legno 10.1 ; ! lavori di ferro o di acciaio 10 ; lane, crino e pelo 9.6; tartaro greggio e feccia di vino 8.9; essenze di agrumi 8.8 ; fiori freschi 7.9 ; liquori 9.9 ; carni preparate 7.4 ; cordami, cordicelle e spago 7.2 ; filati di canapa, greggi, 6.9.

Segnarono aumento all’esportazione i seguenti prodotti : seta tratta greggia per milioni 45.5 ; pneumatiche per ruote da vetture 24.7 ; bestiame bovino 17.2 ; cappelli 9.3 ; formaggi 7.6 ; vet­ ture automobili 6.9 ; riso 6.4 ; pelli crude 5.6 ; uova di pollame 5.3 ; fieno ed altri prodotti vegetali 5.2 ; utensili ed altri laveri di ferro e di acciaio 5.1 ; vermouth 5 ; conserva di pomodori, 4.6 ; legumi e ortaggi freschi 4.5 ; caldaie, mac­ chine e loro parti 4.4 ; tabacchi 4.3 ; olio d ’oliva 3.7 ; legname 3.7 ; capelli 3.5 ; ossidi di ferro 2.5 ; strumenti scientifici 2.5; tessuti di juta, gr ggi lisci. 2.4; carni preparate 2.3; tessuti e altri manufatti di lino, ecc. 2.2; bottoni di corozzo 2.2; crusca 1.7; acque minerali 1.5; rotaie per ferrovie 1.5.

Furono invece, in diminuzione questi altri j prodotti : tessuti e altri manifatti di cotone, per milioni 28.9 ; bastimenti e altri galleggianti 21.1 ; canapa 14.4 ; frutte secche 10.4 ; farine e semo­ lino 9.9 ; corallo 9.4; frutti, legumi e ortaggi preparati 3.5 ; tessuti ed altri manufatti di séta ; 3.2 ; tessuti ed altri manufatti di lana 2.9 ; agru- I mi 2.9 ; filati di cotone 2.7; fiammiferi 2.2; la­ vori in pelle 1.8 ; carri automobili 1.7 ; lane su­ dicie e lavate 1.5 ; radiche per spazzole 1.5. |

Commercio di Rodi. — Il R. Museo Com­

merciale di Venezia, comunica il riassunto d un , interessante rapporto del suo Agente in Rodi sig. A. Biliotti, dal quale si desume la probabi­ lità d’un incremento sempre p iù 1 cospicuo del traffico italiano nelle Isole Sporadi o sulla còsta - dell’Asia minore.

« Le transazioni Commerciali dell’ Isola di Rodi per ì nove primi mesi del presente anno, sono state assoggettate a variazioni assai sen­ sibili, conseguenze naturali degli avvenimenti politici e militari che ebbero luogo durante que­

sto periodo, perchè durante nove mesi, il totale deH’importazione non ha oltrepassato lire 3 milioni mentre tale importo avrebbe dovuto es­ sere almeno di L. 4,500,000 giacché la media an­ nua dell’importazione oltrepassa L. 6 milioni. Nel qui appresso elenco vengono indicati i principali articoli dell’importazione durante i tre primi trimestri del 1912, paragonati con quelli importati durante lo stesso periodo nei due anni precedenti.

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movi-24 novembre 1912 L’ ECONOMISTA 749

mento assai pronunziato specialmente per certi articoli come per esempio derrate coloniali, commestibili, conserve alimentari, vini, ecc. ed è da notare che questo movimento si è pro­ nunciato non soltanto con le altre isole occu­ pate ma anche con la costa di Anatolia, mal­ grado le numerose difficoltà relative alla situa­ zione, merito che si deve attribuire alle facilità per il transito, accordate ai negozianti, dall’au­ torità doganale italiana di Rodi. n

Se il movimento generale por l’importazione durante i nove primi mesi del 1912 è stato al disotto della media, la parte che i prodotti ita­ liani hanno avuto in questo movimento è stato importante, giacché per i soli cinque mesi dalla data dell’occupazione il valore degli articoli importati dall’Italia oltrepassa lire 320.000, mentre il totale non fu, in passato, che di sole '®'. 500.000qrdurante dodici m§sj, nell’anno il più propizio. Ben inteso, che nella suddetta somma di L. 320.000 non è compreso il valore dei diversi articoli direttamente ricevuti per l’eser­ cito d ’occupazione, come anche L. 100 mila in valore, di tabacchi delle Privative italiane.

La qui appresso distinta indica i principali articoli importati dall’Italia da negozianti di Rodi, dalla data dell’occupazione sino a o^gi, cioè per la durata di cinque mesi :

Vini diversi (Chianti, Marsala Spumanti, Vermouth), etc. Liquori . . .

Birra, . . . • • Acqua minerale. .

Conserve alimentari (salum delle, tonno, cioccolate) Burro e formaggio . Latte sterilizzate . F a r in e ... Paste Alimentari . R iso... articoli manufatti Filati di cotone . . Zolfanelli . . . . Candele steariche . Inchiostro . • • • Lucido da scarpe Scope ... C a r t a ... Spago . • • • • Cuoi... Generi medicinali e prod. Articoli diversi . Totale chini . L 40.000 2.85Ò1 7.60(3; . » 4,000 sar- ■ r )> 60.000 » 10.000 » 3.200 1.800 » 3.000 » 3.000 )ri » 85.000 » 15.000. » 6.300 « 2.450, . » 800 » 550 » 650 » 1.100 » 1.050 » 18.000 n. » 6.800 . »' 50.000 . L. 323.150

Il commercio di Salonicco con l’estero fu

di 160 milioni nel 1911, dopo aver toccato i 223 nel 1910.

Nel movimento commerciale tiene il primo posto l'Austria-Ungheria ; seguono l’Inghil­ terra, la Germania e 1 Italia che avanzano son ¿bilmente ; la Francia, il Belgio e la Rùssia, Sono principali prodotti di importazione i tes­ suti di cotone, lo zucchero, le farine e gli spiriti.

Il grano, le pelli ed i Cuoi forniscono il maggior contingente all’esportazione.

Il movimento marittimo di Salonicco è indi­ cato da queste statistiche, che registrano i pi­ roscafi entrati ed usciti dal suo porto nel 1911 secondo il Bollettino mensile della Camera di

Commercio francese di Costantinopoli.

Numero Tonnellaggio navi delle navi Austria-Ungheria 122 224.897 Inghilterra 195 186.617 Francia 65 106.208 Germania 63 105.732 Italia 71 94.769 Russia 89 92.912

Totale per tu tti i paesi 992 1.042.775

L’Italia, che viene quarta nel movimento dei traffici, discende al quinto posto, preceduta dalla Francia nel movimento marittimo.

Il traffico internazionale per ferrovia, che ha luogo per la linea di Salonicco a Zibeftsche, comprende il transito e le vere importazioni. È difficile di rendersi conto del compito esatto che questo traffico avrebbe durante gli anni in cui la Serbia avesse buoni raccolti e non fosse turbata nel suo commercio da conflitti politici ; ma senza essere ottimisti, si può credere che le esportazioni serbe in transito per Salonicco si svilupperebbero molto. L’Austria profitta di questa via di co­ municazione per inviare quantità notevoli di merci sopratutto di zucchero, legnami da costru­ zione, ferro e liquori.

L’attività dei traffici dell’Austria - Ungheria, la quale potrebbe diventare la maggiore cliente del porto di Salonicco, è ostacolata dalla man­ cata congiunzione ferroviaria di Serrajevocon Mitrovitza ; antica aspirazione del Governo di

^(.¡0011 a, che prima o poi sarà soddisfatta e che

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750 L ’ECONOMISTA 24 novembre 1912

Mercato monetario e Rivista delle Borse

23 novembre 1912. Come i recenti aumenti dello sconto ufficiale a Berlino e Vienna non costituivano l’indice di un mutamento sostanziale del mercato moneta­ rio generale, così, avvenuti questi, non si è notato, negli ultimi otto giorni, alcuna varia­ zione di tendenza sui vari centri.

A Londra la situazione rimane relativamente facile e lo sconto libero chiude a 4 3/4 % con­ tro 4 7/8 la volta scorsa mentre il denaro a breve continua a essere assai offerto. I ritiri di oro da parte dell’Egitto e del Brasile rimangono li­ mitati, e per quanto ciò non possa influire sul­ l’entità del fabbisogno definitivo di questi due mercati, non costituiscono sinora una fonte di difficoltà per la piazza di Londra. Il ribasso del cambio della sterlina a New York ba risolle­ vato la questione della possibilità di un assor­ bimento di oro per conto degli Stati Uniti ; ma, a parte il fatto che, appunto negli ultimi otto giorni, sul massimo centro americano il prezzo del denaro è declinato da 6 a 4 y2 % e le Ban­ che Associate hanno aumentato di Doli, t 2/6 milioni la eccedenza della loro riserva sul li­ mite legale, si noia che tale ribasso è una con seguenza degli acquisti di valori americani ul­ timamente eseguiti dalla piazzadiLondra. Intanto la situazione della Banca d ’Inghilterra rassicura sullo svolgimento ulteriore di quest’ultimo mer­ cato in quanto essa segna (21 novembre) un aumento di 50 % di milione nel metallo e di oltre 4I5 di milione nella riserva, mentre la pro­ porzione di queste agli impegni può dirsi, da un anno all’altro, invariata, segnando il 51 % circa.

A Parigi pure lo sconto è meno sostenuto avendo piegato da 3 7/8 a 3 5/8 %, ma più che da una minore riserva del capitale ciò dipende dalle scarse richieste del mercato finanziario lo­ cale, cui la situazione generale consiglia la mo­ derazione e la astenzione. Per contro sul mer­ cato berlinese il prezzo del denaro conserva la sua tendenza a progredire e, dopo l’aumento ultimo pello sconto ufficiale, il saggio libero è aumentato da 4 7/8 a 5 % %. In pari tempo la

Beichsbakn con l’ultima situazione (17 novem­

bre) occupava, rispetto al 1911, un aumento di M. 2 3/4 milioni nella riserva, di 245 milioni negli impieghi e un peggioramento di 73 J/5 mi­ lioni nella circolazione, e, a completare la sfa­ vorevole impressione prodotta dalle cifre di tale bilancio, si è avuto l'aumento da 6 a 6 % % dello sconto ufficiale della Banca di Sassonia, che, per quanto d ’importanza locale, costituisce

un indice poco incoraggiante per l’avvenire mo­ netario del mercato germanico.

Nell’ insieme però ia speculazione europea non ha attribuito soverchia importanza alla mag­ giore tensione che lo sconto presenta qua e là: essa ha ormai considerato come, nelle circo­ stanze odierne, si renda necessaria sui mer­ cati più esposti alle correnti monetarie interna­ zionali la prudenza e la circospezione da parte dei grandi istituti regolatori e si mostra soddi­ sfatta della facilità prevalente, in forza della stessa situazione politica, sul mercato dei pre­ stiti a breve, che le consentirà di prorogare a condizioni eque i propri impegni, tanto più che questi rimangono limitati.

Se si toglie la effimera ripresa verificatasi, sopra tutto pei valori russi, all’ inizio della set­ timana sulla Borsa parigina, si può dire, in­ fatti, che i circoli finanziari si mantengano in un prudente riserbo a cagione delle inquieti- tudini determinate +uttora dalla situazione po­ litica europea. In realtà questa non ha presen­ tato, da una settimana all’altra, mutamenti so­ stanziali; ma l’ottimismo latente pel mondo de­ gli affari, alla vigilia del termine mensile, ha trovato ostacoli sufficienti al suo sviluppo nella tensione austro-serba e nella sospensione delle operazioni bulgare dalla cui intensificazione esso si permetteva una prossima pace definitiva, che intanto appare meno imminente, ogni progresso nella posizione della Turchia non potendo non far prolungare la guerra.

Nella scarsa attività degli affari il succedersi delle notizie ora tranquillanti ora minacciose sulle relazioni austro-serbe, si sono ripercosse facilmente sui corsi dei vari centri; main com­ plesso, specialmente pei fondi di Stato, si può dire che si sia avuta una notevole resistenza e, per le Rendite più interessate negli avvenimenti odierni, disposizioni assai incoraggianti.

Anche per ia nostra Rendita si ha a regi­ strare, così all’estero come all’interno, o un consolidamento di prezzi o un lieve progresso.

II mercato dei valori è stato più oscillante, avendo risentito delle vicende di quello pari­ gino, ed essendo risultato perciò, assai irrego­ lare. Inverc, come a Parigi, iniziata l’ottava in buona tendenza, una reazione non ha tardato a ma­ nifestarsi, seguita da un nuovo movimento ascen­ dente: se non che sul mercato parigino questo si è mantenuto fino alla chiusura, mentre fra noi la rapidità stessa del movimento ha provo­ cato in ultimo i realizzi riconducendo i corsi assai al disotto del livello massimo toccato nella settimana.

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P a s s iv o A tt iv o \P a ss iv o A tt iv o T I T O L I D I S T A T O R E N D IT E I t a l i a n a F r a n ­cese D al 16 a l 22 n o v e m b re CO v p o " co \ 0 O" co •HSPbJ)CN "E vw ce i-N co c8 t-i 0>-\<N ^CO OvO Ö o'" <D ^ PQ co P a ri g i 3 % V ie n n a o ro V ie n n a a rg e n to V ie n n a c a rt a P a ri g i e s te ­ ri o re L o n d ra e s te ­ ri o re P a ri g i L o n d ra S a b a t o . . . . 99,72 99,77 68,25 98,80 97,00 89,97 108.J70 84,95 84,95 91,75 90,00 83,60 83,00 L u n e d ì . . . 99,67 99,70 68,25 98,65 97,00 — 89,92 108,65 84,70 84,70 91,60 90,00 84,10 83,00 M a rte d ì . . . 99,62 99,62 68,25 98.60 97,00 — 89,72 108,65 ,84,55 84,55 91,25 90,00 83,55 83,00 M e r c o le d ì. . 99,75 98,71 68,25 98,70 97,00 — 89,95 108,75 *84,65 84,65 91,70 90,00 84,00 84,00 G io v e d ì . . . 99,90 99,93 68,25 98,85 97,00 — 89,90 108,85 84,55 84,55 91,50 90,00 84,55 V e n e rd ì . . . 99,85 99,85 68,25 98,92 97,00 — 89,85 109,10 84,35 84,35 ——t— 91,45 90,50 84,45 84 ‘/2 A u s tria c a S p a g n u o la T u r c a ¡R u ssa •r* «&D >. *S oe8 d PL fl 103,30 103,42 102,80 103,25 103,50 P o rto g h e se e co Co n s o l i d a t i I n - P ru s- g le se sia n o 'd CO­PI - , O C<J Kl PQ 75 5/i6 75 5/ie 75 */* 75 5/io 75 5/ic 75 3/i6 88.50 88,40 88.50 88.50 88.50 88.50 V A L O R I B A N C A R I E C R E D I T I M U N IC IP A L I B A N C A . g e i C R E D IT O Is ti tu to It a li a n o d i C re d it o F o n d ia ri o | M U N IC IP IO d ’I t a l i am e r c ia ­C o m ­ le d i R o m a G e n e ­r a le ce ce O VH Sm p q w I t a ­ lia n o P r o v in ­ c ia le Soc. I t . di M ilan o 4 % d i F ir e n z e 3 % d i N a p o li 5 % d i R o m a 3 Vi 16 n o v e m b r e ... 2 2 n o v e m b r e ... 1471.001473.00 871.00 870.00 105.50105.50 -103.50 103.50 559.00 558.001 176,50182,00 567.00 567.00 100.70 100.70 67,50 97,00 483,00 V A L O R I F O N D IA R II E D E D I L I Z I C A R T E L L E F O N D IA R IE I s t i t u t o I t a l i a n o d i R is p a rm io C assa d i M ila n o o;2 ® g o ^ 2 - ° I b * \p O'" \C-1 \0cN \0 O" vp O" \0O" \p u TU TU co io Tfl co co M o n te d e i P a s c h i S ie n a 496.00 496.00462.00460.00514.00516.00 502,50 502,00 475,00 474, UO 481.00 481.00 O'" io O pero P ie S. P a o lo T o rin o o'" io V A L O R I E D I L I Z I 08^3 ti 1 1 496,50 496,00 O B B L IG A Z IO N I V A L O R I % a _o : ® ® i u u 73® rÖ'do8 ® M e ri ­ d io n a li M e d i-te r r a ­ n e e S ic u le ’‘ò ro S a rd e C . F e rr o ­ v ie n u o v e V it to ­ ri o E m a n . T ir re n e L o m ­ b a rd e F E R R O V IA R I! e. a £® a o3 g SO » ® CC \ p o"-co " v p o " tH \ p tH -■ * è ? co \ p O" co v p o " co " s p O" io ^ p O '" io 16 n o v e m b re 1598,00 394,00 675,00 22 n o v e m b re 595,00 393,00 675,00279.00 335,50 498,00 501,00 536,00 337,50 360,00 504,00279.00 336,50 498,50 501,00 536,00 338,00j 360,00 506,00 C A M B I S a b a to . . . L u n e d ì. . . M a rte d ì . . M e r c o le d ì. G io v e d ì . . V e n e r d ì . . 293.00 297.00 101,07 100.05 101.05 101.05 101.05 101.05 ® c3 o/S a§ 301,50 300,00 25,51 25.50 25.50 25.49 25.50 25.50 116,00 116,00 124.35 124.40 124.37 124.35 124.37 124.40 149.00 148.00 105.25 105.25 105.45 105.45 105.45 105.45 V A L O R I IN D U S T R IA L I 16 n o v . N a v ig a z io n e G e n e ra le F o n d ia r i a V ita . » I n c e n d i A c c ia ie rie T e rn i S o c ie tà A n s a ld o . R a ffin e ria L ig .-L o m b . L a n ifìc io R o ssi . . C o to n ifìc io C a n to n i » V en ez ia n o C o n d o tte d ’a c q u a . A c q u a P i a . . . . 418.50 325.00 203.00 1677.00 309.50 345.00 1648.00 361.00 74,50 315.00 2010.00 413.50 235.00 263.00 1658.00 307.50 313.50 1648.00 359.00 74.00 315.00 2005.00 V A LO RE IN D U S T R IA L I L in ifìc io e C an a p ificio n a z io n a le . . . . M e ta llu r g ic h e Ita lia n e P io m b in o . . . . . E l e t t r i c . E d is o n . . C o stru z io n i V e n e te . G a s R o m a ... M oli n i A lta I t a l i a . C e ra m ic a R ic h a r d F e r r i e r e . . . . b Off. M eco. M ia n i S ilv .

16 n o v . 22 no v . 141.50 135.00 135.00 606.00 153.00 1202,00 214.50 242.00 140.00 107.00 141.00 135.00 134.00 600.00 152,00 1203.00 214.00 230.00 136.00 107.00 V A L O R I I N D U S T R IA L I M o n te c a tin i . . . C a rb u ro R o m a n o . Z u c c h e ri R o m a n i. E l b a ... B a n c a d i F r a n c i a B a n c a O tto m a n a . C a n a le d i S u ez . . C ré d it F o n z ie r . . B a n c o d i P a r ig i . 16 n o v . 134.00 720.00 84,00 226.00 4500.00 638.00 6140,CO 838.00 1719.00 135.00 731.00 84,50 222,50 4575.00 638.00 6190.00 855.00 1726.00 I S T I T U T I B A N C H E IT A L IA N E B A N C H E E S T E R E Im p e ria le D I E M IS S IO N E d ’ I t a l i a d i S ic ilia d i N a p o li d i F r a n c ia G e rm a n ic a d e i P a e si B assi

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L ’ECONOMISTA 24 novembre 1912

ISTITUTO ITALIANO

DI

C R E D I T O F O N D I A R I O

Capitale statutario b. 100 m ilioni.Em esso e versato b. 40 milioni

SEDE IN ROMA

V i a P i a c e n z a IV . O (Palazzo proprio)

L’Istituto Italiano di Credito Fondiario fa mutui al 4 per

cento, ammortizzabili da 10 a 50 anni. I mutui possono esser

fatti, a scelta del mutuatario, in contanti od in cartelle.

I mutui si estinguono mediante annualità di importo costante

per tutta la durata del contratto. Esse .comprendono l’interesse,

le tasse di ricchezza mobile, i diritti erariali, la provvigione come

pure la quota"'di ammortamento del capitale, e sono stabilite in

L. 5.74 per ogni 100 lire di capitale mutuato e per la durata di

50 anni, per i mutui in cartelle, ed in L. 5.92 per ogni 100 lire

di capitale mutuato e per la durata di 50 anni per i mutui in

contanti, superiori alle L. 10.000.

Per i mutui fino a L. 10.000 le annualità suddette sono ri­

spettivamente di L. 5.69 e di L. 5.87.

II mutuo dev’essere garantito da prima ipoteca sopra im­

mobili di cui il richiedente possa comprovare la piena proprietà

e disponibità, e che abbiano un valore almeno doppio della somma

richiesta e diano un reddito certo e durevole per tutto il tempo

del mutuo. Il mutuatario ha il diritto di liberarsi in parte o

totalmente del suo debito per anticipazione, pagando all’Erario

ed all’Istituto i compensi dovuti a norma di legge e contratto.

All’atto della domanda i richiedenti versano : L. 5 per i mutui

sino a L. 20.000, e L. 10 per le domande di somma superiore.

Per la presentazione delle domande e per ulteriori schiari­

menti sulla richiesta e concéssione del mutui, rivolgersi alla Di­

rezione Generale dell’Istituto in Roma, come pure presso tutte le

sedi e succursali della Basica d’ Italia, le quali hanno esclusiva-

mente la rappresentanza dell’ Istituto stesso.

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