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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.39 (1912) n.1975, 10 marzo

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G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXIX - Voi. XLIII

Firenze, 10 Marzo 1912

N. 1975

SOMMARIO: Perchè la Camera ha approvato il Monopolio delle assicurazioni vita - Alcune considera­

zioni sulla bilancia dei pagamenti all’ estero — E. Z., Corrispondenza da Napoli, Il patronato degli emigranti — Il suffragio delle donne in tutti i paesi — RIVISTA BIBLIORBAFICA : Prof. Richard

Ehrenberg, Terrorismus in der Wirtschafts-Wissenschaft - Michel Rakounine, Oeuvres — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : Il Comitato agrario nazionale - Il Consiglio permanente sul lavoro

— Le condizioni economiche e commerciali del Guatemala - La relazione annuale sull’ esercito inglese

— RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE: Il commercio inglese - Il commercio degli Stati Uniti — Il movimento dell’ emigrazione italiana — Le avvocature erariali nel 1910 — Banche

Popolari e Cooperativè — Cronaca delle Camere di commercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Società Commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

Perché li [ m

ha approvato II Monopolio delle assicurazioni vita

La Camera ha approvato a grande mag­ gioranza la legge sul Monopolio delle A ssi­ curazioni vita con qualche modificazione sostan­ ziale al progetto che aveva approvato in mas­ sima nel Luglio del 1910.

Molti hanno manifestata grande meraviglia perche la viva opposizione che il disegno di legge aveva incontrato l’anno decorso, si sia quasi eclissata nel febbraio di quest’anno e vanno fan­ tasticando di promesse che la sessione, sarà chiusa prima che il Senato approvi il progetto di legge, il quale così decaderà. Sono fantasticherie senza fondamento; l’ accorto osservatore troverà in altri fatti le ragioni per le quali le Società interessate hanno disarmato e quindi modificato il contegno prima così battagliero della Opposizione alla Ca­ mera.

Noi abbiamo già avuta occasione di espri­ mere ii nostro pensiero su quel disegno di legge e non abbiamo ragione di mutarlo, nemmeno dopo la modificazione apportata, colla quale si concedono dieci anni di vita alle Società attual­ mente esercenti.

Ma invece di ripetere o riassumere i motivi per i quali non crediamo che quella votata sia una buona legge, crediamo che sia più utile ana­ lizzare il contegno della Camera di fronte alla questione; contegno il quale non tanto apparisce

dalla discussione, quanto dal convincimento che fu espresso da alcuni influenti deputati sulla situazione creata dal progetto.

Nei metodi adoperati per far cadere il pro­ getto delle Assicurazioni vita, si è creduto di vedere una ripetizione di quanto era già avve­ nuto sulla questione delle convenzioni per i ser­ vizi di navigazione. I nostri lettori ricorderanno che quando si discussero i vari progetti per le sovvenzioni alla marina mercantile, sulle colonne

àeW Economista ahbiamo dichiarato di non sen­

tirci in grado di occuparci a fondo sull’ argomento, perchè non vedevamo abbastanza chiaro in tutto quel groviglio di interessi che si legavano prò o con tro quei progetti di legge. E gli interessi erano così potenti ad impedire, e così impotènti a fare, che caddero due Ministri: Schanzer e Bettòlo in breve spazio di tempo e precisamente sul tema delle convenzioni marittime. L ’on. Luzzatti riuscì ad imbastire una soluzione transitoria, che per ne­ cessità di cose fu approvata, e che costa allo Stato quattro milioni di più l’anno di quello che i prece­ denti progetti contenevano. La legge passò oosì per­ chè si trattava di un provvedimento che doveva essere transitorio. D ’ altra parte non vi era al mo­ mento altra via di uscita; ma pur troppo quella legge durerà molto più dei due anni per i quali fu approvata.

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146 L ECONOMISTA 10 marzo 1912

Da ciò il convincimento che fosse necessaria una reazione contro tale esterna influenza; e da ciò anche il convincimento che le stesse o quasi le stesse forze finanziarie, nuovamente alleate, tentassero di rinnuovare la loro azione a propo­ sito del Monopolio delle assicurazioni vita.

Certi fatti che si sono avverati e che, di * solito, per gli evidenti riguardi internazionali non si verificano, hanno reso più saldo il con­ vincimento che sia necessaria una resistenza fon­ data, non già sulla maggiore o minore bontà del progetto, ma sul bisogno sentito dalla Camera di non soggiacere un’ altra volta alle pressioni di quelle forze finanziarie che in recenti circo­ stanze avevano agito con tanta fortuna.

Queste le ragioni per le quali molti deputati che non approvavano il progetto Nitti, si sono convinti della necessità di non provocare una nuova crise, che sarebbe sembrata, anche se non lo era, una abdicazione della Camera di fronte ad elementi che devono bensì funzionare nel paese, ma non devono per questo dominarlo.

E se i fatti, quali abbiamo esposti con così j

cauteloso linguaggio sono veri, come non abbiamo j ragione di dubitare, essi dimostrano che tutte le cose eccessive durano poco; o sia il militari­ smo che trasborda, sia il clericalismo che si impone, sia la finanza che si crede padrona, ap­ pena l’ esercizio della eccessiva influenza di una parte sul tutto si manifesta, la reazione diventa inevitabile, e talvolta va anche al di là del segno che dapprincipio si prefigge.

Crediamo che sia inverosimile attribuire alla discussione sul Monopolio, il ribasso della ren­ dita avvenuto a Parigi, e poi propagatosi in Italia, ma, non pochi sono coloro che lo credono ; ed alcuni arrivano persino a sostenere che la ostilità di una parte della stampa austriaca, te­ desca ed inglese, quando cominciò la guerra, sia dovuta agli stessi gruppi finanziari che si sen­ tivano feriti dalla legge sul Monopolio, non tanto per quanto tocca l’ Italia, quanto perchè può es­ sere di esempio ad altri paesi ad attuarlo.

Come si vede basta un principio di sospetto ed anche la malaccorta manovra di certi gruppi per collegare insieme fatti i quali, speriamo, non avranno relazione tra loro.

A d ogni modo tutto ciò può servire di am­ maestramento.

lini niiìrani sia bilancia lei pagamenti

A L L ’ E S T E R O

II.

La politica doganale è indubbiamente il prin­ cipale elemento al quale bisogna por mente quando si parla della bilancia dei pagamenti all’ estero; e la questione, non occorre dimostrarlo, è tra le più difficili e complesse, in quanto specialmente non è suscettibile di deliberazioni unilaterali, ma, in gran parte dipende dalla volontà degli altri paesi. Ora è troppo noto che su tale pro­ posito regna ancora, per ciò che riguarda il pros­ simo avvenire, la maggiore incertezza, sebbene non sia molto lontana la scadenza delle conven­ zioni vigenti. Ciascuno Stato esita ad esporre i propri intendimenti, per timore di compromettere la propria situazione o di fornire mezzi coi quali gli altri Stati possono meglio apparecchiarsi alla prossima discussione. Fatto si è che se si do­ manda, anche ai più competenti, quale credano possa essere la condotta dell’ Italia e degli altri Stati nella politica doganale, che prossimamente dovrà essere trattata, non si risponde che con frasi vaghe le quali non esprimono nessun chiaro concetto.

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10 marzo 1912 L ’ ECONOMISTA 147

Quanto vi sia di vero od anche solo di prò- | babile in tale ipotesi non sappiamo; certo si è che rappresenterebbe un salto nel buio, in quanto è molto difficile prevedere ora quali sarebbero in tal caso le misure che ciascuuo degli Stati prenderebbe a tutela dei propri interessi, quando fosse generale o quasi questo concetto della au­ tonomia doganale di ciascuno. Per questo forse, la ipotesi della applicazione di tale autonomia non sembra verosimile, sicché sarebbe molto difficile calcolare, anche con larga approssimazione, le conseguenze economiche di tale politica doganale. Ma lasciando in disparte tale ipotesi, che per ora ha tutto l’ aspetto di una utopia, si deve per un momento supporre che la politica doga­ nale, che sarà seguita nel prossimo periodo non sarà molto diversa da quella che si è seguita fin qui: cioè politica protezionista nel senso di age­ volare la esportazione dei prodotti nazionali e di impedire la importazione di prodotti esteri, che non sieno materia prima destinata alle industrie. I l punto che in questo momento, specie per la discussione che facciamo qui ci sembra interes­ sante e se sia da desiderare che il governo si disponga a trattare la rinnovazione delle conven­ zioni vigenti con un intendimento di aumentare o di diminuire la protezione esistente. E tale punto essenziale va considerato, non solo in rapporto alla politica economica generale, ma anche alla posizione speciale nella quale si trova l’ Italia, rispetto alla sua bilancia commerciale. Quando si sono intavolate le discussioni sui trattati ora vigenti, si affermava che occorresse, per quanto era possibile, fissare con ciascuno Stato delle ta­ riffe che promettessero un equilibrio tra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni ; si ammettevano eccezioni soltanto per quei paesi che ci vendono prodotti di cui abbiamo assoluto bisogno, mentre quegli stessi paesi non potevano comperare da noi prodotti nostri per analogo va­ lore ; così all’ incirca ci siamo regolati nelle trat­ tative colla Svizzera, coll’ Austria-Ungheria e colla Germania. Mentre, come è noto, la Francia la Russia e l’ Inghilterra, per ragioni diverse, si trovano in condizioni particolari. Lo svolgersi delle vicende economiche ha fatto sì che il pre­ sunto equilibrio non si verificasse e che in un senso o nell’ altro, durante l’ ultimo decennio, i fatti sì determinassero diversamente dalle pre­ visioni : tanto che il complesso della bilancia commerciale ha dato quella enorme eccedenza di importazione, sui compensi della quale il comm. Stringher ha fatta quella analisi che fu da tutti lodata.

Ma se l’ equilibrio dei pagamenti all’ estero è andato formandosi con elementi estrinseci al

commercio nasce evidente la domanda se tale equilibrio può essere utilmente modificato, cam­ biando sostanzialmente i criteri che oggi presie­ dono ai nostri scambi commerciali.

Poiché è evidente che nelle prossime trat­ tative per la rinnovazione dei trattati di com­ mercio si potrebbe avere di mira di congegnare le tariffe in modo da cercare di diminuire la attuale importazione, che per oltre un miliardo supera la esportazione ; oppure si potrebbe mirare ad agevolare la esportazione per approssimarne la cifra alla importazione. N ell’ un caso e nell’ altro si avrebbero senza dubbio delle ripercussioni nel complesso dei pagamenti all’ estero, le quali poi alla loro volta influenzerebbero sulla bilancia commerciale se non immediatamente almeno col volger del tempo. Se non andiamo errati inter­ pretando le parole colle quali il comm. Stringher termina il suo dotto lavoro, l’ equilibrio, attuale, comunque lo si giudichi, non può esser rotto in uno dei suoi componenti senza determinare, più o meno presto, una modificazione anche negli altri componenti, perchè la tendenza all’ equi­ librio è nella natura stessa dei fenomeni che costituiscono la bilancia dei pagamenti. Ora si supponga che i nuovi trattati di commercio aves­ sero la influenza di diminuire le importazioni, che a molti sembrano pericolosamente eccessive; per necessità di cose l ’ equilibrio dovrebbe ri­ costituirsi con una diminuzione delle esporta­ zioni, poiché non è presumibile che si possa e nemmeno che si voglia diminuire la efficacia degli altri due termini integratori: i forestieri e le rimesse degli emigrati. Ma una diminuzione di importazione e la conseguente successiva di­ minuzione delle esportazioni, vorrebbe dire di­ minuzione della attività del paese, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero e che qui non è il caso di ricordare.

Non ci fermiamo sulla ipotesi di un aumento sensibile della esportazione per virtù dei trattati di commercio, poiché non la crediamo consegui­ b ile ; ti'oppo in simile materia vige il principio del do ut des, anzi possibilmente del des più del

do, perchè sia possibile ammettere un grande

slancio della esportazione in conseguenza dei trat­ tati di commercio. La maggiore esportazione non è sperabile che da nuovi sbocchi, che si riesca ad ottenere in paesi lontani o non convenzionati : ma questo movimento, non solo è lento, ma è indipendente dalla politica doganale di cui qui si discorre.

E quindi? domanderà il lettore; che conclu­ sione traete da queste considerazioni?

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148 L ’ ECONOMISTA 10 marzo 1912

in cui i nuovi trattati cii commercio si ispirino ad una politica di lenimento del protezionismo e ciò perchè una diminuzione di dazi, determi­ nando ribasso nei prezzi delle cose, svilupperebbe senza dubbio i consumi e quindi ad un tempo le importazioni e le esportazioni con evidente vantaggio della economia di tutti : produttori e consumatori.

Naturalmente una simile politica non po­ trebbe essere tentata se non per gradi affine di non spostare interessi che sono essenziali per la vita economica di tutti i paesi; e dovrebbe anche essere tentata da ciascuno Stato nei modi che gli sono suggeriti dalla sua particolare condi­

zione economica.

In altri termini la nostra politica doganale j dovrebbe spostare il meno possibile la situa- ! zinne attuale, pur essendo diretta a moderare il protezionismo vigente.

Ma all’ infuori della politica doganale cre­ diamo che Governo e paese abbiano molti doveri verso gli altri due elementi della bilancia dei pagamenti, quali sono: gli emigrati ed i fore­ stieri; e di questo parleremo in un prossimo ai ticolo.

Corrispondenza da Napoli

IL PATRONATO DEGLI EMIGRANTI.

27 febbraio. Nello scrivervi due anni fa sulla tutela degli emigranti (1) e nell’ analizzare 1’ opera del Comi­ tato Comunale per l’Emigrazione, che è istituito dalla legge, accennai anche a una libera Società di Patronato, ohe allora si era costituita da poco tempo. Dissi de’ suoi ottimi propositi e del suo ampio programma, ma non nascosi un tal quale scetticismo sulla probabilità di vederlo attuato. Belle iniziative ohe sorgono piene di promesse, ma poi sfumano senza lasciar traccia, qualche volta anche prima d’ aver preso forma, oramai ne ho viste tante! Aspettavo insomma la nuova Società alla prova. Questa si è fatta un po’ aspet- tare, ma poi è venuta. Ora dunque si può es­ sere lieti e è doveroso parlarne.

La prima annata fu tutta di preparazione. Eu sperato dapprima di raccogliere molti aderenti e soci Oh, sì, aspettiamoli! La cittadinanza — cose che succedono — ha risposto anche questa volta con una imperturbabile indifferenza, Figuratevi che i soci perpetui (cioè quelli che pagano per

(1) Economista del 12 giugno 1Ü10.

I una sola volta la somma di L. 100) son quattro o

I cinque, e quelli ordinari (ossia contribuenti a

L. 5 annue) poco più di cento, tra i quali un certo numero di provincia. Con mezzi pecuniari cosi cospicui, non c ’ era da concludere un bel nulla

Ma i promotori, persone instancabili e rispetta­ bili, seppero ispirare al Commissariato Centrale dell’ Emigrazione molta fiducia, una fiducia che io credo ben collocata, in modo da ottenere un suo sussidio annuo, di carattere continuativo, che per ora è di L. 12.000. Cosi da circa un anno si è potuto dar mano al lavoro. Vediamo in che cosa consiste.

Prima di tutto nel fornire svariate e utili informazioni. Alcune sono date per iscritto, prima ancora che gli emigranti lascino i loro paesi, sia su loro richiesta, sia su richiesta delle Autorità dei paesi stessi, sia anche spontaneamente dal Patronato in forma di Circolari; e volgono sui noli, sul trasporto dei bagagli, sui paesi di des­ tinazione, specialmente sul genere e sulle condi­ zioni del lavoro che può trovarsi colà. Ciò dà luogo a una attiva corrispondenza coi sindaci dei Comuni del Mezzogiorno, molti dei quali si dirigono quotidianamente al Patronato per no­ tizie.

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10 marzo 1012 L’ ECONOMISTA

U n ’ altra forma di tutela consiste nell’ acco­ gliere i reclami degli emigranti, o riguardino dispersione di bagaglio, o nolo pagato in più del dovuto, o indennità da pretendere dalla Società d’ assicurazione, o altro, nell’ esaminare siffatti reclami e nel sostenerli dinanzi alle Commis­ sioni arbitrali.

Il grande spauracchio degli emigranti, nel giorno stabilito per la partenza, è la visita me dica. A Nuova Y ork, dove prima d’ entrare in città vengono sottoposti a nuova visita (anche perchè qualche caso d’ infezione potrebbe svilup­ parsi durante la traversata) sono iuesorabilmente respinti coloro che risultino affetti da mali con­ tagiosi. I rigori più vigili sono contro il tracoma. Perciò nella visita medica che ha luogo in Napoli si escludono dall’ imbarco coloro che sul volto o sul collo o tra i capelli abbiano traccia di ai- fezioni cutanee e specialmente coloro i cui occhi presentino segni di tracoma. È certo che il do­ ver restare in terra è per l’ emigrante una forte delusione spesso anche un gran danno, specie se egli fa parte d ’ una famiglia di cui g li altri membri son sani e possono partire. Perciò il Pa­ tronato concentra molta parte della sua attività nell’ assistenza alla visita e nei provvedimenti che risultano, secondo i casi, più opportuni a fa­ vore dei respinti.

Succede qualche volta che il rapido esame del medico preposto alla visita riesca non dico errato (tutti si può sbagliare, ma uno specialista vede subito, sollevando un poco le palpebre, se un occhio è sano o no) bensì destinato a non ri­ manere inesorabilmente definitivo. La malattia può essere leggiera e in tempo non lungo gua­ ribile. Per simili casi il Patronato ha istituito un apposito servizio; cioè mantiene alcuni letti presso una delle più importanti cliniche oculisti­ che della città, dove g li emigranti .respinti, ol­ treché alloggio e vitto, trovano tutti i rimedi suggeriti dalla scienza, per poter più tardi ri­ presentarsi alla visita. Così intanto si sottraggono allo sfruttamento dei respinti per tracoma, piaga non ancora del tutto estirpata dalla nostra emi­ grazione, tenuta viva da ignobili individui, che ronzano attorno agli esclusi dall’ imbarco e spil­ lano loro fiord i quattrini, mettendoli nelle mani di sedicenti medici, col miraggio d’una facile e rapida guarigione, che poi non avviene.

Cotesta dolorosa piaga sociale ha dunque cominciato ad attenuarsi. E ciò anche nel caso, che è il più frequente, in cui il giudizio del me­ dico esaminatore non offra possibilità o probabi­ lità d’ appello. Gli agenti del Patronato prendono nota dei respinti in un registro, li assistono nel ritiro del bagaglio e li accompagnano alla ferrovia

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perchè prima di tornare ai loro paesi non ven­ gano attirati negli alberghi locali. Della sorve­ glianza affettuosa e cordiale degli agenti, essi hanno sempre motivo di lodarsi. In pari tempo l’ ufficio ha cura di comunicare i loro nomi ai Sindaci dei Comuni di provenienza, acciò ne ab­ biano cognizione e possano prendere, d’ accordo col Patronato, gli eventuali provvedimenti oppor­ tuni. « I l Patronato — dice la Relazione del Con­ siglio Direttivo all’ Assemblea dei Soci — è riu­ scito a convincere più volte .quei poveri emigranti che la miglior cosa eh’ essi potessero fare, dopo respinti alla visita medica, era di ripartire. Ha sfrondato è vero, parecchie illusioni, ma ha salvato le poche risorse di cui essi disponevano. Ed è stato ragione di vero compiacimento l’ aver potuto constatare che quasi sempre essi hanno aderito al consiglio amico dei nostri agenti, convinti che era loro dato per difendersi dagli assedi poco scrupolosi di quanti si aggirano nei pressi della stazione marittima in attesa della facile preda ».

Oltre al servizio ospedaliero, il Patronato ha quello degli alloggi che servono così pei respinti dalla visita, come pei rimpatriati privi affatto di mezzi. Spesso i rimpatriati portano seco un di­ screto gruzzolo e riserbano allo sbarco a Napoli le piccole compere e i piccoli regali da fare ai parenti e agli amici del paese. Essi pertanto non hanno bisogno di aiuti pecuniari, e basta sot­ trarli agli sfruttatori, ai parassiti, che li aspet­ tano al varco, guidarli per la città e poi accom­ pagnarli alla stazione ferroviaria. Ma altri invece versano in deplorevoli condizioni economiche, e bisogna salvarli, massime le donne e i bambini da molti e svariati pericoli, cominciando col ri­ coverarli. Per il loro provvisorio alloggio, e per un vitto conveniente, costituito dal pranzo e dalla cena, il Patronato ha patti speciali, di cui sor­ veglia l’ esecuzione, con alcune delle migliori e più oneste locande.

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150 L’ ECONOMISTA 10 marzo 1912

s’ incaricano d’ impostare, previo il solo rimborso della francatura, e agli analfabeti prestano opera gratuita. Il lavoro non è piccolo: certi giorni, tra lettere e cartoline, le corrispondenze salirono a più di 300.

I l Patronato napoletano comincia a essere favorevolmente conosciuto nell’ interno delle pro­ vincia meridionali. Fino dal principio diramò ai Comuni un 5 o 6 mila circolari. A lcuni Sindaci non hanno risposto, ma la più parte sì. Altri, finora non molti, si son fatti soci. Nuove forme di pubblicità sono allo studio. Una intanto e quella spontanea che i respinti e i rimpatriati, tornando ai loro paesi, fanno a voce presso i partenti.

Sarebbe interessante esaminare il Bilancio del Patronato. Se potrò averne cognizione, ve ne scriverò forse in altra mia.

E. Z.

Il suffragio delle donne in tutti i paesi

Con questo titolo là signora Al ic e Zim m e r n

ha recentemente pubblicato un ottimo libro che è stato ora tradotto in francese (Paris, Librairie des

Sciences politiques et sociales, Marcel Riviere et C.ie, 1911) avente lo scopto di riassumere bre­

vemente la storia e lo stato attuale del movi­ mento per il suffragio delle donne ne: differenti paesi del mondo.

Per quanto breve il libro — poco più di duecento pagine di piccolo formato — vai la pena di riassumerlo in poche parole.

Parlato nell’introduzione dell’ « Alleanza inter­ nazionale per il suffragio delle donne » sorta allo scopo di studiare la situazione legale delle donne e gli sforzi fatti da esse per ottenere il diritto di suffragio, alleanza che si costituì definitiva­ mente al Congresso internazionale di Berlino del 1904, il libro dividesi in 27 capitoli, nel quale si esamina il problema in ventidue diversi Stati del mondo.

Prima di tutto l’America, che può a buon dritto rivendicare l’ iniziativa del movimento suf­ fragista. L ’ Autrice parla della emancipazione delle schiave alia quale le donne americane si gettarono con ardore e entusiasmo, poscia della convenzione del 1848, in cui l’ assemblea adottò una dichiara­ zione affermante che « tutti gli uomini e tutte le donne sono create eguali » e che « la sloria del­ l’umanità è la storia di una serie di ingiustizie e di usurpazioni che gli uomini esercitano sulle donne colla intenzione determinata di sottomet­ terle a una tirannia assoluta » L ’ Autrice ci dà lo svolgimento del movimento femminista

aine-cano fino ad oggi e ci espone chiaramente e mi­ nutamente le difficoltà della legislazione, che ben poche norme ha accolto favorevoli al movi­ mento femminista.

In Inghilterra, la R eform B ill del 1832-deve esser considerata come il principio della agita­ zione suffragista. 11 movimento prese poi discreto sviluppo, specialmente sotto John Stuart Mill che se ne fece un vero campione disinteressato. Fu egli che propose il celebre emendamento al progetto di legge sulla rappresentanza del popolo, consistente nel sopprimere la parola uomo e so­ stituire quella di persona.

Si formarono in Inghilterra vari comitati

nelle singole città ; si proposero progetti di

legge, ma non ebbero fortuna. Si ebbe un pe­ riodo di scoraggiamento, cui seguì infine, quasi per reazione, un movimento intenso popolare. Le Società per il suffragio divennero in questi ultimi anni numerose in Inghilterra e si ebbe anche una Società anti-suffragista, favorevole però al voto municipale e la cui esistenza prova in ogni modo — osserva acutamente l’ Autrice — che le suffragiste sono assai forti e che sono temute.

In Svezia l’agitazione fu promossa da F e ­ derico Bremer, e cominciò col cercare di dare alle giovani l’ ammissione all’ Università.

Si ebbe quindi una intensa propaganda, cui non mancò la simpatia del Re. Questi invero non -mancò di ricevere-una deputazione di 35 membri del Comitato centrale dell’ Associazione nazionale del suffragio dell§ donne, cui mostrò tutta la sua simpatia, dicendo di sperare che in un prossimo avvenire la nazione utilizzerà più direttamente l’ influenza femminile, e che egli, per sua parte, farà quanto starà in lui per la soluzione della questione.

In Norvegia per la prima volta la questione del suffragio femminile fu discussa nel 1830; però fino al 1869 non si ebbe una riunione pubblica per questo soggetto. Nel 1884 si costituì la « Società delle donne di Norvegia » e l’ agitazione si estese su tutto il paese con riunioni pubbliche e con conferenze. Nel 1899 ben dodicimila donne firmarono una petizione stampata che fu consegnata a ogni deputato dello Stortthìn. La cosa pro­ dusse enorme effetto, e alle donne norvegesi pa­ gatiti l’ imposta si dette il diritto di voto e l’ eleggibilità alle elezioni municipali.

Conseguenza di ciò fu la elezione di no­ vanta donne ai Consigli municipali.

Ma la propaganda in Norvegia non cessò: I si ebbe un referendum di 300,000 firme di donne

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10 marzo 1912 L’ ECONOMISTA 151

questa, è tutti i deputati si levarono e ascoltarono plaudenti la comunicazione.

Finalmente il 14 giugno, il suffragio par­ lamentare delle donne fu approvato con 96 voti contro 23: esso fu concesso a ogni donna, mari­ tata o nubile, pagante 400 corone di tassa nelle città (550 franchi circa) e 300 corone nelle campagne (400 franchi circa), in altri termini fu concesso a oltre 300,000 cittadine.

L ’ Autrice accenna brevemente alle fasi del movimento femminista : in Danimarca, dove co­ minciò fin dal 1849, e si ebbero nel 1885 le prime associazioni femministe ; in Islanda, ove, nel 1906, fu votata l’estensione del suffragio muni­ cipale ai due sessi ; nella Finlandia ove essendosi i due sessi trovati alle stesse condizioni nella sofferenza si vollero dalle femministe uguali con­

dizioni nella libertà, tantoché nel 1907 prima

Dieta — 19 donne furono elette per un totale di 200 deputati ; nel 1908 furono 25 le donne elette e 21 nel 1909.

Portato il suo esame ai Paesi Bassi, il cui movimento femminista dalla costituzione del 1887 va sempre progredendo ed estendendosi fino al Congresso internazionale di Amsterdam nel 1908, l’ Autrice tratta del movimento in Germania, A u ­ stria, Ungheria, Francia, Italia, ecc. del che ci occuperemo nel prossimo numero.

R

i v i s t a

B

i b l i o q r a f i c a

Prof. Richard Ehrenberg, Terrorismus in der W irtschafts-W issenschaft. — Berlino, B.

Hobbing. 1910, pag. 93.

Si tratta della seconda e terza parte di una polemica che il prof. R. Ehrenberg della U ni­ versità di R ostock sostiene Gegen den Katheder-

Sozialismus ! specialmente di fronte al prof. A n ­

drea V oigt.

La discussione appare, come avviene quasi sempre tra professori, molto vivace e mira a colpire il socialismo della cattedra nelle sue ten­ denze e nel suo metodo, rappresentate special- mente dalla scuola di Lipsia, ed a propugnare la libertà della scienza.

Michel Bakounine, Oeuvres, Tome X . — Pa­

ris, P. V . Storck, 1911, pag. 362.

Il solerte editore P. V. Storck (135, Rue Saint Onorò, P arigi) continua la pubblicazione della interessante B iblioteca sociologica, di cui il numero 43 contiene il tomo V delle opere di M. Bakounine. Questo volume comprende alcuni articoli scritti per il giornale 1 'E ga lité negli

anni 1868-1869 ; una lettera diretta ai cittadini redattori del Reveil dell’ qttobre 1869 ; e tie conferenze tenute davanti gli operai di \ al Saint-Jmier nel Maggio 1871. Gli articoli pei

VEgalité sono di una estrema vivacità e siccome

trattane di argomenti generali e sopratutto at­ taccano a fondo il quietismo, più o meno ma­ scherato, valgono per tutti i tempi.

La lettera diretta ai redattori del Reveil è il principio, sin qui inedito, di un lavoro più ampio che il Bakounine aveva concepito di pub­ blicare, polemizzando col socialista tedesco H. Moritz che lo aveva violentemente attaccato.

L e tre conferenze del 1871 sono ispirate agli avvenimenti della Comune di Parigi.

Il volume è preceduto da una breve prefa­ zione di Guillaume James, che illustra suc­ cintamente la pubblicazione.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

__ Si è riunito in Rum ai! C o m ita to RgTci“

rio nazionale, presenti gli on. Agnesi, Baldi,

Baragiola, Benaglio, Bignami ed altri. Presiedeva l’ on. Marami.

Il Comitato, dopo aver approvata la rela­ zione verbale fatta dal segretario sull’ attività svolto nel decorso anno, e i bilanci consuntivi 1911 e preventivo 1912, ha preso nota con pia­ cere delle numerose risposte inviate alla lettera del dicembre scorso con la quale si invitavano le Associazioni agrarie di ciascun capoluogo di provincia ad indicare le questioni di carattere economico agrario che attualmente più interessano gli agricoltori dei singoli distretti. E, in confoi- mità del proposito già manifestato, il Comitato ha deciso di indire sotto i propri auspici e d ac­ cordo con gli enti locali, per ora quattro riunioni agrarie regionali : rispettivamente a Genova, B e­ nevento, Ancona e Perugia. In ciascuna di queste riunioni il Comitato sarà rappresentato ea almeno

due deputati ad esso appartenenti.

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152 L ’ ECONOMISTA Í0 marzo 1912

esenti dal suddettto dazio i foraggi consumati

dagli equini addatti esclusiAameute ai lavori agricoli.

Il Comitato (di cui ben 11 membri hanno già visitate le nuove terre della L ibia) ha inoltre deciso di raccogliere elementi per uno studio eco- nomico-agrario-legislativo su quelle regioni, ed ha per tal fine nominata una commissione che riferirà in una prossima adunanza. La Commis­ sione è formata dagli on. Ranneri, Bignami, Ta­ verna, Leonardi, Dentice, Patrizi, avv. Franco e dagli altri componenti il Comitato che furono in Tripolitania.

Infine si è proceduto alla nomina della nuova Direzione per tutto il corrente anno, la quale è risultata costituita dagli on. Dentice, Fumaro'a, Leonardi, Rainieri e dall’ avvocato Franco.

— A l Consiglio permanente sul lavoro i

adunatosi in Roma si è ampiamente discusso il \ lavoro nelle miniere.

Si approva un ordine del giorno Cabrini per la riforma dell’ ispettorato minerario e si rinvia l’ approvazione dell’ art. 2 per dar modo di affia­ tarsi ai proponenti le varie modifiche. L ’ art. 3 è approvato dopo un’ osservazione di Messana circa la risoluzione di contratto durante il pe­ riodo di prova ed una spiegazione di Reina.

Il comm. Daretti all’ art. 5 fa voti affinchè si provveda alle pensioni sulle vecchiaia dei minatori. Reina vuole si stabilisca che le cauzioni debbono essere depositate presso una cassa e non lasciate in mano all’ esercente, ma non insiste dopo spie­ gazioni del relatore.

A ll’ art. 6 il comm. Magaldi propone che anziché ogni quindici giorni il saldo dei salari in caso di lavoro a cottimo venga fatto mensil­ mente é che si permetta di fare anticipi setti­ manali anche inferiori ai tre quarti di salario. Vi si oppone il consigliere Reina e la proposta non è accolta. Si approva un voto di Cabrini per domandare al Comitato permanente di studiare se e come sia possibile stabilire norme nel rego­ lamento per disciplinare le punizioni e le con­ cessioni di permessi.

Una vivace discussione solleva l’ art. 7. Il comm. Paretti propone che si prescriva la iscri­ zione obbligatoria dei minatori alla Cassa di previdenza con il contributo annuo di lire 18 versato a metà tra esercente e lavoratore. La proposta, sostenuta strenuamente da Reina, T u­ rati, Cabrini, Chiesa e da altri, viene approvata all’ unanimità, dopo alcune riserve dell’ on. Pan­ tano, del relatore on. Abbiate e del prof. Monte- martini. E poi ritirata una proposta Magaldi tendente a far permettere le ritenute sul salario per somministrazione di generi di prima nec* s- |

sità anche agli esercenti è non alle sole coope­ rative. È accolta invece una proposta Reina perchè le ammende disciplinari siano devolute a favore dei minatori iscritti alla cassa di previ­ denza.

A ll’ art. 13 dopo discussione si conclude per demandare al regolamento le norme di opportuna cautela dei patti di lavoro.

Si riprende la discussione dell’ art. 10 so­ spesa ieri ; l’ articolo è approvato con un’ aggiunta del comm. Magaldi per la delega dei pagamenti ad un solo incaricato. Approvati con lievi osser­ vazioni gli articoli 14 a 17, sul 18 viene accolta la proposta Mazzuoli di procedere all’ esproprio per pubblica utilità nei casi di impianto di acqua potabile.

L ’ art. 19 viene approvato con aggiunta la estensione delle norme igieniche ai dormitori.

Si procede fino all’ art. 24 di cui l’ on. Oa- brini, contrariamente alla proposta soppressione fatta dai relatori, vorrebbe il mantenimento. Si conviene ohe verranno introdotte nella legge norme per garantire il funzionamento dei Collegi di probiviri se non sarà prima provveduto alla riforma generale del probi virato.

A ll’ art. 25, su proposta del comm. Mazzuoli, si fissa a duemila il massimo della penalità e su proposta Pantano si stabilisce di devolverne l’ im­ porto a favore dei minatori iscritti alla cassa di previdenza.

Fu accolta la proposta Cabrini di demandare al Comitato lo studiare la questione del massimo di orario per i minatori.

Sì procede quindi a discutere la grave que­ stione della legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli in rapporto all’ obbligo della istruzione. L ’ on. Turati dichiara ridicolo il concedere un’altra proroga e vuole mantenuta ed applicata la legge così com’ è. L ’ on. Crespi, fatta la cronistoria di questa disposizione di legge, aderisce al concetto dell’ on. Turati e critica vivacemente le proposte del relatore.

(9)

10 marzo 1912 L ’ ECONOMISTA 153

facendo voti perchè i pubblici poteri anche me- |

diaute P assistenza scolastica secondino ed af- j

frettino il formarsi di condizioni che rendano possibile l’ attuazione e l’ estensione ad altre ca- I

tegorie di lavoratori della legge 1907. ;

Passatisi a discutere gli articoli dèi progetto * essi vengono approvati, demandandosi al Comitato ! di studiare e coordinare l’ accoglimento delle se­ guenti proposte: Riduzione della giornata ad otto ore di lavoro per chi deve frequentare la scuola diurna e serale; determinare se il grado di istru­ zione da raggiungersi sia quello del Comune di residenza o di lavoro; elencare nel regola- ■

mento i compartimenti, le provincia ed i comuni |

che, secondo il diverso grado di identità delle ■ scuole, potranno rilasciare transitoriamente il li­ bretto di lavoro a chi ha superato la prima, se­ conda e terza classe elementare fino al luglio 1915; la seconda terza e quarta rispettivamente j sfino al 1918; la terza la quarta e quinta ri- | pettivamente fino al 1921, epoca in cui la legge ' sarà integralmente applicata; coordinare la sor- 1

veglianza per l’ applicazione della legge fra gli j

ispettori scolastici ; elevare a tre mesi di ritenuta del 25 per cento dei salari la punizione per gli inadempienti all’ obbligo di frequentare la scuola arrivando fino al licenziamento dei recidivi,

— Il Console britannico Haggard manda da Guatemala un rapporto al Foreign Office sul

commercio e sulle condizioni economiche e

commerciali del Guatemala. Durante il 1910

le importazioni del Guatemala raggiunsero la : somma di sterline 1,066,325, con un aumento di ! sterline 230,000 in confronto dell’ anno precedente. Il grande aumento fu certamente dovuto al fatto : che le provviste di articoli manifatturati fux-ono ' esaurite durante il 1909, nel quale anno le im- j portazioni si mantennero assai basse. La maggior parte delie importazioni è formata dai tessuti di • lana e di cotone, dei quali il 70 per cento pro- j viene dall'Inghilterra. Un altro articolo di larga importazione è il materiale di ferro per le costru­ zioni di locali e depositi nella zona agricola del paese. Notevole fu pure l’ importazione di mac­ chine per la lavorazione dei prodotti delle piante di caffè e della canna da zucchero. Un commercio che si sta sviluppando è quello dell’ importazione dei mobili di stile europeo e dei letti di ferro e di ottone. Tale commercio è cresciuto nell’ ultimo anno del 20 per cento. L e esportazioni dal Gua­ temala si compongono quasi esclusivamente di prodotti agricoli, e fra questi il caffè, lo zucchero e la banane tengono il primo posto. Il Console non dà le cifre esatte delle esportazioni, ma basandosi sulle date degli anni precedenti calcola

che esse superino in valore i due milioni di sterline.

— La relazione annuale sull’ esercito

inglese, constata che nei dodici mesi terminati

il 30 settembre u. s. il numero delle reclute ar­ ruolate fu <li 29,452 con un aumento di 3018 sul reclutamento dei dodici mesi precedenti.

L ’ aumento è dovuto soprattutto al fatto che i criteri per l’ idoneità fisica non furono elevati. G li indigeni visitati furono 47,421 e di questi 12,872 furono riformati, cioè il 27.14 per cento, numero molto più piccolo di quelli dei quattro anni precedenti.

Il reclutamento per la riserva speciale seb­ bene in progresso sull’anno avanti, fu anche questa volta insoddisfacente.

La diminuzione del numero dell’ intera forza fu di 2348.

I soldati che ritornarono alla vita civile entro l’anno, ammontarono a 26,490, dei quali 11,273 furono provveduti di impiego per mezzo di varie agenzie ed 8607 si collocarono da sè.

I disertori furono 1664; numero massimo dal 1903 in poi. I disertori nel primo anno di servizio superarono quelli degli anni successivi ; con tutto ciò è cresciuto anche il numero delle diserzioni fra i soldati più anziani ed il fatto è

^ attribuito all’aumento di domanda di lavoranti

nella vita civile.

La forza totale dell’ esercito al 1° ottobre ultimo era di 724,598, con una diminuzione di 84,145 rispetto alla precedente.

La diminuzione grava per la maggior parte sulle truppe territoriali (49,445) e sulla Riserva speciale (30,288).

Nell’ esercito regolare i militari si dividevano come appresso per religioni :

Chiese varie cristiane protestanti 200,724

Cattolici romani 34,613

Ebrei 233

Mussulmani 2152

Non vi sono incluse le truppe indigene in­ diane.

La divisione per nascita era così:

Inglesi 185,766

Irlandesi 21,860

Scozzesi 18,588

Gallesi 3,085

Coloniali 8,087

Sudditi inglesi nati all’ estero 335

Stranieri 4

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154 I/B C O N O M ISTA 10 marzo 1912

Il commercio inglese. — Ecco secondo la

classificazione del « Board of Trade », i risul­ tati del commercio inglese per il mese di gen­ naio 1912 : Importazioni. 1912 gennaio 1911 migliaia d sterline Prodotti alimentari 24,218 20,615 Materie pri me 27,413 ■ 28,751 Articoli manifatturati lo, 108 18,066

Diversi 264 261 Totali 67,003 67,693 Esportazioni 1912 genna:o 1911 migliaia <1 sterline Prodotti alimentari 2,303 2,026 Materie prime 4,896 4,380 Articoli manifatturati 32,407 30,665 Diversi 811 660 Totali 40,417 37,731

Il commercio degli Stati Uniti. — Ecco

i resultati del commercio estero degli Stati Uniti per il mese di dicembre e per i primi sei mesi dei sei ultimi esercizi :

L ’anno .fiscale coincide in molti paesi col­ l’ anno civile, quindi è interessante dare le cifre del commercio estero degli Stati Uniti durante gli ultimi dieci anni.

Merci.

Dodici mesi Esportazione Importazione (.in dollari) 1902 1,360,686,000 969,817,000 1903 1,484,753,000 995,494,000 1904 1,451.319,000 1,035,909,000 1905 1,626,931,000 1,179,145,003 1906 1,798,243,000 1,320,502,000 1907 1,923,395,000 1,423,290,000 1908 1,752,835,000 1,116,374,(00 1909 1,727,383,000 1,475,520,000 1910 1,864,411,000 1,562,808,000 1911 2,092,373,0:» 1,532,932,000 Metalli preziosi. Oro Argento (in dollari) 1902 - 8,163,000 + 22,870,000 1903 _ 20,921,000 + 16,636,000 1904 + 36,409,000 -f 24,018,000 1905 U 3,449,000 -+- 21,574.000 1906 108,870,0:0 + 16,729,01,0 1907 — 88,182,000 + 15,614,000 1908 -t- 80,939,000 + 9,613,000 1909 + 83,794,000 + 11,441,630 1910 - 448,000 -+■ 11,404^000 1911 — 20,262,030 -t- 21,918,C30

Il movimento dell'emigrazione italiana

Merci.

Dicembre Esportazione Importazione (in dollari) 1906 190,403,030 134,350,003 1907 207,076,000 92,252,063 1908 188,830,000 L 11,920,003 1909 171,662,000 138,742,003 1910 227,155,000 136,618,000 1911 224,753,000 140,615,00 ) Sei ultimi mesi

1906-97 940,401,003 683,143,000 1907-C8 982,976,000 671,891,000 1908*09 875,0g8,00o. . 593,923,000 1909-10 939,410,000 757,523,030 1910-11 1,059,652,000 763,381,000 1911-12 1,104,553,000 769,x86;000 Metalli preziosi. Bilancio tra l’ entrata e 1’ usci ta.

Oro Argento

Dicembre (in dollari)

1906 — 5,736,000 + 3,406,000 1907 — 43,445,600 + 92,633 1908 4- 2,205,000 + 317.C30 1909 8,495,000 + 1,131,003 1910 — 3,647,000 1,662,030 1911 4- 3,713,000 + 2,290,000 Sei primi mesi

1906-07 — 77,943,013 + 6,969,000 1907-03 103,015,000 + 8,790,000 1908-09 + 3,829,000 + 5,241,000 1909-10 45,095,000 + 4,953,000 1910-11 — 30,574,000 + 6,328,000 1911-12 4- 260,000 9,435,000

Il Commissariato dell’emigrazione comunica i seguenti dati statistici sul movimento dell’emigra­ zione transoceanica avvenuta nei porti del Regno e nel porto dell’ Havre durante il mese di dicèm­ bre 1911.

Nel dicembre 1911 si imbarcarono nei porti italiani e all’ Havre 11,060 emigranti italiani (oltre | a 866 stranieri), diretti a paesi transoceanici, così | divisi per paesi di destinazione : 7882 per gli Stati I Uniti, 1182 pel Piata, ;Ì882 pel Brasile,. 174 per

altri paesi.

Nel corrispondente mese del 1910 erano par­ titi dagli stessi porti 21,455 emigranti italiani (ol­ tre a 1108 stranieri), così divisi pèr paesi di de-I stinazione : 7331 per gli Stati Uniti, 13,154 pel

Piata, 897 pel Brasile, 7 3 .pur altri paesi.

Nel dicembre 1911 sono quindi partiti per le Americhe 10,395 emigranti italiani in meno che nello stesso mese del 1910, la diminuzione si è verificata in 11,972 emigranti pel Piata ; per gli Stati Uniti, pel Brasile e per altri paesi si ebbe invece un aumento nelle partenze rispettivamente

di emigranti 551,925 e 101.

(11)

10 marzo 1912 L’ ECONOMISTA 165

Nel mese di dicembre 1910 il numero degli emigrati italiani di ritorno nei porti italiani era stato di 24.488, così divisi per paesi di provenienza 21,934 dagli Stati Uniti, 1860 dal Piata, 661 dal Brasile, 33 da altri paesi.

In complesso quindi si è avuto nel decorso mese di dicembre, in confronto del corrispondente mese del 1910, un aumento di 14,609 nei rimpatri di emigrati ; l’ aumento si verificò nella cifra di 14.740 dagli Stati U niti; dal Piata, dal Brasile e da altri paesi si verificò invece una diminuzione rispettivamente di 30, 92 e 9 emigrati.

Facciamo seguire alcune notizie sul movimento complessivo delle partenze di emigranti e dei ri­ torni nell’ anno 1911.

Nell’ anno 1911 dai porti italiani e dall’Havre sono partiti per paesi transoceanici 212,509 emi­ granti italiani (oltre a 15,069 stranieri), così di­ stinti per paesi di destinazione : 155,835 per gli Stati Uniti, 37,666 pel Piata, 18,011 pel Brasile, 975 per altri paesi.

Nell’anno 1910 il numero degli emigranti ita­ liani transoceanici partiti dagli stessi porti era stato di 327,247 (oltre a 21,494 stranieri) così di­ stinti per paesi di destinazione, 222,235 per gli Stati Uniti, 627 pel Canadà, 95,249 pel Piata, 8434 pel Brasile, 702 per altri paesi.

L ’ emigrazione italiana transoceanica è quindi diminuita nell’ anno 1911 di 114,747 in confronto del 1910. La diminuzione delle partenze si è veri­ ficata per gli Stati Uniti nella cifra di 66,400 emi­ granti, e di 57,583 pel Piata. Per il Brasile e per altri paesi si ebbe invece un aumento rispettiva­ mente di 9577 e di 273 emigranti in confronto con l’ anno precedente. Nell’ anno 1911 si ebbero 13 emigranti partiti direttamente dai porti italiani pel Canadà, mentre nell’ anno 1910 partirono per la detta destinazione 627 emigranti.

Il numero degli emigranti transoceanici ita­ liani sbarcati nei porti italiani nell’ anno 1911 fu di 202,489, cosi divisi per paesi di provenienza : 139.696 dagli Stati Uniti, 51,483 dal Piata, 10,568 dal Brasile, 742 da altri paesi.

Fra quésti emigranti sono compresi 2778 re­ spinti, subito dopo il loro arrivo od in seguito, dagli Stati Uniti in forza delle leggi locali sulla immigrazione e 9758 considerati indigenti, perchè rimpatriati dalle autorità consolari o dalle Società di Patronato, con biglietti a tariffa ridotta. Di questi indigenti ritornarono dagli Stati Uniti 4353 dal Piata 3507, dal Brasile 1790 e infine dal Cen­ tro America 108.

Nell’anno 1910 il numero degli emigranti sbar­ cati nei porti italiani e provenienti dalle Americhe era. stato di 147,390, così divisi per paesi di prò venienza : 92.947 dagli Stati Uniti, I dal Canada, 42,888 dal Piata, 10,808 dal Brasile, 746 da altri paesi.

Nell’anno 1911 si è avuto, quindi, in confronto con 1’ anno 1910, un aumento di 55,099 nei ritorni. Dagli Stati Uniti rimpatriarono 46,749 emigranti italiani in più dell’anno precedente, dal Piata 8595,

dal Brasile e da altri paesi si ebbe invece una di­ minuzione rispettivamente di 240 e 4 emigrati.

Nel 1911 non si ebbe alcun ritorno dal Canadà di italiani diretti ai nostri porti.

Nell’ anno 1911 si è avuto, quindi, rispetto al 1910, una fortissima diminuzione nel numero delle partenze ed un aumento rilevante nel numero dei ritorni. Specialmente notevole è stata la diminu­ zione di partenze per gli Stati Uniti e pel Piata. Si è Verificato invece un aumento di partenze ab­ bastanza rilevante pel Brasile. Aumentarono in misura rilevante i ritorni dagli Stati Uniti e in numero abbastanza notevole, quelli dal Piata, dal Brasile e da altri paesi invece si ebbe una leg­ giera diminuzione nei ritorni.

le avvocature erariali nel 1910

È stata pubblicata negli scorsi giorni la « Re­ lazione sulle avvocature erariali per l’anno 1910 » presentata dall’avvocato generale erariale, senatore De Cupis. al Ministro del Tesoro.

I,a relazione consta di due parti; una prima puramente statistica, che dà ragione degli affari trattati dall’ istituto nel corso dell’anno,' una seconda di carattere giuridico, che dà notizia dei principali giudicati (notatu dignìorid) e delle loro motivazioni, accompagnandoli, talvolta con considerazioni nel

merito.

Dalla seconda parte, che più specialmente e direttamente può interessare gli studiosi delle di­ scipline giuridiche, stralcieremo qui alcuni dei quesiti risoluti.

Ci limiteremo a riprodurre poche cifre, ne­ cessarie e sufficienti a mettere in evidenza i ser­ vizi, che l ’ istituto dell’Avvocatura erariale rende allo Stato, sia nell’ordine contenzioso e sia nell’or­ dine consultivo.

E qui torna rilevare un errore di stampa, nel quale evidentemente è incorsa la relazione a pag. 183 I (prospetto A), riassumendo il numero degli affari | trattati nell’anno.

Secondo il prospetto il numero complessivo j delle cause trattate dalle avvocature erariali ò dai : suoi delegati aumenterebbe a 9403, mentre som-1 mando l’esito, che le cause ebbero nelle varie sedi,

dinanzi alle quali furono trattate, si arriva in realtà, al minor numero di 9301.

Attenendoci a questa ultima cifra stabiliamo intanto una prima divisione, cioè cause trattate direttamente dalle avvocature erariali 5484; cause delegate 3817.

Cause a difesa diretta

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156 L’ ECONOMISTA 10 marzo 1012

Delle 2279 cause definite con sentenza furono vinte dallo Stato (in tutto od in parte) 1813; furono perdute 466. Queste seconde stanno a quelle come 25.70 a 100; in altri termini le cause perdute rappresentano poco più del quarto delle cause di­ scusse e definite.

Per giurisdizione le cause discusse si ripartono come in appresso: G iu r is d iz io n i v i n t e p e r d u te totale Consiglio di Stato 199 52 251 Corti di Cassazione 165 109 274 Corti d’appello 543 130 673 Tribunali 667 131 798 Preture e conciliazione 239 44 283 Totale 1813 466 2279

La ragione media delle cause perdute fu. come si disse prima, del 26.70 per cento, ma oscillò molto sensibilmente tra giurisdizione e giurisdizione.

Infatti dalla ragione del 15.55 per le cause defi­ nite dai pretori o dai giudici di conciliazione, sali progressivamente al 16.41 dinanzi ai Tribunali, al 19.31 dinanzi alle Corti di Appello, al 20.71 dinanzi al Consiglio di Stato per arrivare al 40 per cento nelle cause definite dalle supreme Corti di Cassazione.

Cause a difesa delegata

Ne furono impostate 3817: di esse arrivarono a sentenza 1231 ; altre 575 furono transatte od ab­ bandonate, sì che, al 31 dicembre 1910, ne rimasero in corso 2011, cioè il 52 69 per cento.

Delle 1231 cause definite con sentenza fdrono vinte dallo Stato in tutto od in parte 879 ; furono perdute 352 ; cioè le cause perdute stanno alle vinte nel rapporto di 40.05 a 100 ; la quale cifra torna a favore dell’ istituto dell’avvocatura erariale, che registra a suo dare soltanto il 25.70 di cause per­ dute ogni cento discusse.

Per giurisdizione si hanno i seguenti dati :

v in te p e r d u te t o t a le

Corti di Appello 79 62 141

Tribunali 566 211 807

Preture e Conciliazioni 204 79 283

Totale 879 352 1231

Le cause perdute stanno alle vinte nei seguenti rapporti percentuali :

Corti di Appello 43.97 — Tribunali 28.16 — Pretura e Giudici di Conciliazione 27.91 ; vale a dire che con maggiore accentuazione si ripete il fenomeno già prima notato, che le vittorie diminui­ scono in ragione inversa del grado di giurisdizione.

i n DELLE H

I E01EKEIQ

Camera di Commercio di Milano. — Nella adu­

nanza del 16 febbraio 1912 questa Camera di Com­ mercio ha votato due importanti ordini del giorno, sotto la presidenza Rusconi e su due dotte rela­ zioni del Sig. Mario Luporini.

Il primo, relativo al tema « Istituto Nazionale in regime di Monopolio? », suona così:

« Il Consiglio dell’ Associazione fra Commer­ cianti, Esercenti e Industriali, considerando che ■l’ utile dell’ Istituto nazionale di assicurazioni, per la certezza di pochi elementi e per l’ incertezza di molti altri, dipende da una serie di fatti impon­ derabili ;

« considerando che nella migliore delle ipotesi questo utile si manterrebbe per parecchi anni a) di sotto di cinque o sei milioni;

« mentre non esclude che la libera industria assicurativa, in misura equa, sia eventualmente chiamata ad apprestare nuovi cespiti d’ entrata alla Cassa Nazionale di Previdenza;

« vede nel monopolio un mezzo inadeguato allo scopo, e perciò un’ illegittima limitazione della li­ bertà economica,

« e fa voti

perchè il Parlamento rigetti il disegno di legge ». Il secondo, relativo al tema « Istituto Nazio­ nale in concorrenza con le Società azionarie e mu­ tue e riassicurazione obbligatoria? », suona così :

« Il Consiglio dell’Associazione fra Commer­ cianti, Esercenti e Industriali, mentre ancora una volta in linea principale si afferma contro il mo­ nopolio, ove si dimostri provata all’ evidenza la ne cessità di finanziare lo Stato, propugna in linea subordinata l’ attuazione, col temperamento della riassicurazione obbligatoria, di un Istituto nazio­ nale in concorrenza con le Società azionarie e mu­ tue, le quali ultime, in special modo, fonte di be­

nessere economico e di elevazione sociale, debbono in ogni caso risparmiarsi ».

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10 marzo 1912 L ’ ECONOMISTA 167

La situazione degli istituti rimane soddisfa­ cente, ma non permette di sperare ohe la cessa­ zione dello sciopero inglese possa essere sollecita­ mente seguita dai ribassi dello sconto che questo venne a ritardare. A giovedì scorso la Banca d’ In ghilterra accusava un fondo metallico di L. 39 milioni e una riserva di 29 un quarto di milioni con una differenza, in più pel primo e in meno per la seconda, di mezzo milione rispetto all’ anno scorso, quando l’ istituto portò il proprio saggio a 3 per cento; ma la proporzione percentuale, dato l’ aumento di circa 6 milioni nei depositi, segna 44,30 per cento contro 51,30 per cento nel 19LI. La

Reichsbanlc, a sua volta, segnava, con l’ ultimo bi­

lancio (29 febb.), in confronto di un anno fa, un aumento di 92 milioni; ma gli impieghi risultavano di 171 milioni maggiori e il margine della circo­ lazione sotto il limite legale di 46 milioni minore. Oltre a ciò a Londra, per breve che sfa lo sciopero j le conseguenze per la situazione generale del paese ! dell’ arresto subito da gran parte dell’ attività in­ dustriale, sul continente i passati eccessi nella con­ cessione del credito, come in Germania, o la en­ tità della massa di titoli nuovi incompletamente assorbita dal mercato, come in Francia contribui­ ranno a rendere meno rapido l’ aumento della fa­ cilità del denaro solita a verificarsi in questa parte dell’ anno, tanto più che le disponibilità fluttuanti saranno in notevole parte assorbite dalle nuove emissioni che vanno preparandosi.

Tale prospettiva non è senza azione sui circoli finanziari nonostante la impressione favorevole pro­ dotta dall’andamento delle trattative tra proprie­ tari e scioperanti in Inghilterra, e dalle minori preoccupazioni che si hanno in Francia e Germania circa un’eventuale ripercussione degli avvenimenti inglesi nelle regioni carbonifere rispettive. Di più la situazione politica, cosi nei riguardi della guerra italo-turca, come dei negoziati franco-spagnuoli e della controrivoluzione in Cina, non ha presentato alcun elemento atto ad affrettare la soluzione dei problemi attuali.

E cosi che la indecisione è stata la nota domi­ nante delle Borse negli ultimi otto giorni. I fondi internazionali hanno perduto in generale una fra­ zione, sia pure, nella maggior parte dei casi, assai piccola, e i valori sono stati irregolari, accennando poi verso la chiusura a un maggior sostegno, li­ mitato, peraltro, a quelli preferiti dalla specula­ zione.

Sotto l’ influenza delle disposizioni prevalse al­ l’estero, la nostra Bendita ha continuato a risentire degli attacchi dei ribassisti e termina in regresso, nonostante la nuova conferma avutasi della solidità della situazione in cui trovansi le finanze di stato. Quanto ai valori, mentre quelli d’ impiego hanno presentato una notevole resistenza, i titoli della speculazione hanno ceduto sotto il peso dei rea­ lizzi e segnano più o meno sensibili perdite.

--- =,

R IV IS T A D E L L E B O R S E . á n„ IS s, Tá N © POI ® Ñ „ -H * ® Sol P P-N PITOU DI STATO ■§13 § 3 3 s s s«e Sthl i s g a a ^iO S 1 «r - > CD R e n d it a ¡ta l. 8 '\ \ 2 Ojo 98 52 98.58 98.48 984 2 9 8 8 6 98.81 • * il 1,2 0 ,o 98.58 98 56 98.63 98.47 98.45 98 41 • • » 0 ,o 68 75 68.75 68.75 68 76 63.76 68 75 Reu<li tu ¡ta l. B 8j4 0|0 97.H6 " P a rig i . . . 97 62 97.65 97.00 97 56 97 50 a I.oli (Ira ... 9 7 - 9 7 . - 97 - 97.— 97.— 97 — a B e r lin o . . 97 80 — Ut u d i t a fra n c e s e . . . 94 60 ani m o r tiz z a b ile - — .— — — —

» » il 0,0 94.70 94.77 94 75 94 67 94.53 9L 70 C o n s o lid a t o in g le se 2 8 {4 7 8 .— 78.70 77.75 78.— 7 8 . - 78.— » p r u s s ia n o 3 0 [q 90.80 93.90 90.80 90.81 90.80 90 70 R e n d it a a u s t r i a c j n o r o 1 U 20 114.— 114.— 218.95 114.10 114.2) * » i n a r g 89.80 89 6( 890 0 89.55 89 55 896.1 * * in c a r t a 89 80 89.60 89.60 89.60 89 60 89 60 R e n d . sp a g li, e s t e r io r e a P a r i g i ... 960 7 95.80 95.80 95.80 95.60 95 60 a L o n d a . . . . 91— 94.— 9 4 - 935 0 93.50 94 — R e n d it a t u r c a a P a r ig i 92.47 92.20 92.80 92 27 92.37 92.25 * * a L o n d r a — — .— 9 1 . - 91.— — 91.— R e n d . r u s s a n u o v a a P a r 106.10 106 — 1C5.75 105.75 106 — 106.70 * p o r t o g h e s e 8 0|t * P a rig i ... - - - 65 80 — — 65.82

VALORI BANCARI marzo3 marzo;o

Banca d’ Italia . . . . 1912 1467 50 1WI2 1461.— Banca Commerciale . 864 50 860— Credito Italiano . . . 579;— 577 -Banco di Roma . . . 1 0 8 - 108

-Istituto di Credito fondiario. 609.— 608—

Banca Generale . . . LO. - 10—

Credito Imm obiliare. . 300.— 299—

Bancaria Italiana . . 108. - 107.50

CARTELLE FONDI AUI E marzo8 marzoin

Istituto Italiano . 1 7 ,7 » 1912 5 1 4 .-1912. 514. » » . . . i 503.50 503.--» » . . . 3 482— 481. Banca Nationale . 4 7 „ 497.50 499—

Cassa di Itisi), di Milano K 0/ 514— 514.—

» » » 4 505 50 503 50

» » » « 7 , 7 o 499.75 482 —

Monte Paschi di Siena 4 7 ,7 o ---

-» » » 5 7(1 -- .—

—.--Op. Pie di S. Paolo Tori in 5 7o -- .---

--.---» » 4 7 , 7o -- .--- --

.---Banco di Napoli . » V . 7 . 503.- 503

-VALORI FERR.OVI ARI marzo8 marzo10

__(

Meridionali . . • 601.501912 598. —1912 Mediterranee. . 4 1 4 .- 4 1 2 -8 i c u l e ... 684.— 684 — Cs3 Secondarie Sarde •296 - 291.50 Meridionali . . . s*7 „ ■ 344 50 345 — s Mediterranee 1 7o • 501. - 501

-O Sicule (oro) . . . 4 7» • 510— 5 LO.

(14)

158 L ’ ECONOMISTA IO marzo 1912

PRESTITI MUNICIPALI Prestito (li Milano

» Firenze » Napoli. » Koma • 4°/„ 8 ° / „ • B0/0 • VALORI INDUS'l’ RI AM Navigazione Generale Fondiaria Vita. . . » Incendi . . Acciaierie Terni Raffineria L igured.om lm i Lanificio R ossi. . Cotonificio Cantoni » Veneziano Condotte d ’ acqua. . . Acqua P i a ... Linificio o Canapificio u M etallurgiche italiano . P iom bin o... Elettile. Ed isoli Costruzioni .Venete . G a s... Molini Alta Italia. Ceramica Richard

Ferriere ... Officina Mecc. Minai Silv

M ontecatin i... Carburo romano . . . Zuccheri R om an i. . . E l b a ... Banca di Francia. Banca Ottomana . Canale di Suez. Crédit Foncier. B m a r z o 1912 101 — 68— 99.50 496— 3 m a r z o 1912 391— 299.50 204— 1515«. - 366 50 1538 — 384 - 85 - 333 - 20:8 - 159. — 111— 150 - 622 — ¡55 50 1232. - 216 50 256— 184 50 111.— 94 - 634— 80 - 210— 691— 6515. - 80 L— PROSPETTO DEI CAMBI

4 L u n e d i. . 5 Martedì . 6 M ercoledì 7 Giovedì . 8 Venerdì . 9 Sabato . . 10 m a r z o 1912 101.15 68— 99.70 495— io m a r z o 1912 380. - 298— 202. - : 492.— 366 ■ — 1530— 368. - 84— 334. 2018— 157— 1 11 — 148. - 619-— 154— 1226 — 206— 238. - 117-— 107.50 96— 639 79.25 185 — 4'95 — 686. — 6430 — 807—

hu Frauda »ui Londra su Rar li no suA UHtria

. 100 77 25.43 124.1.7 105.50 . 100.80 25.43 124.20 105.50 . 100.80 25.43 124.32 105.50 . 10085 25.44 124.35 105 50 . 100.85 25.47 124.30 105 50 . 100.85 25.47 124 30 105 50

Situazione degli Istituti di emissione esteti

Situazione degii Istituti di emissione italiani

[ T ( O r o ...Li*

\

Inca8SO A rg en to . . , ATTIVO < P o r t a f o g l io . ... .» ! A n t i c i p a z i o n i ... » S n i nnin ( C ir c o la z io n e . . • * * d PASSIVO J C o n ti c . e d e b it i a v ista [ i n c a s s o . . . • • L.. TTIVI) ¿ P o r t a f o g li o i n t e r n o . » j a I A n t i c i p a z i o n i . . ö n ) C i r c o la z i o n e . . • _• » ca ‘ A * * SIV 0 j C o n ti c. e d e b iti a v i s t a IO f e b b r a i o D iffe re n z a 999 409 000 00 — 3 5 8 6 ’ - ) IC6882 000 00 1 8 8 9 » 432 579 000 00 — 29 7< >5 » 00 8 9 0 1 1 0 0 0 00 — 50 8 5 uO 1 Ö09 290 000 00 • 130 940 000 00 • 20 f e b b r a i o 59 965 000 72 168 000 h 9 8 7 6 001, -24 939 «-'¡>0 8 872 000 652 -XX) 728000 8 8 1 1 3 0 0 0 — 35 427 000 - f 82«) 000 48(K)0 10 f e b b r a i o D iffe r e n z a 8 * ATTIVO l l n o a s s o ((° ™ e n t o .' i P o r t a f o g l io . . [ A n t i c ip a z i o n i . . . S nociva C i r c o la z i o n e . . • • * d ‘ ASSI\0 ( C o n ti c. e d e b it i a v is ta . 218 754 000 00 15 491 000 00 115 262 000 00 2 8 1 >20 000 00 838 878 000 00 56 454 000 00 585 000 4 4 <8 000 2 85 000 8211000 7 96i 000 g 3 ATTUO a « CCS _H I n c a s s ij A r g e n t o . P o r t a f o g l io . . * ( A n t i c i p a z i o n i . . pVisivo ( C i r c o la z io n e . . j C o n to c o r r . . 7 m a r z o (O r o . . F r . 3 219 074 000 d iff e r e n z a _ 11465 000 _ 2 684 000 4 - 800 848 000 _ 6 470 000 4- 127 597 0 0 — 782 06 000 S03533 000 112 8 250 000 683 855 000 5 334174 000 752 832000 28 f e b b r a i o d iff e r e n z a c3 fcD

o g vi RI ivo

S a « P) d r-l * PASSIVO^ I n c a s s o . . « P o r t a f o g l io . A n t i c i p a z io n i C i r c o b i z i o n e . C o n ti C o r r e n ti b'r. Ine. m e t a l l i c o S te ri. 1 P o r t a f o g l io . • ■ • ,1V0 J R i s e r v a . • • • * 416 *24 000 490 106 000 83 999 000 S95 163 000 113 316 000 7 m a r z o 39 077 000 39 978 000 2 9 2 * 4 000 ö ’rt AA , g £ ATTIVO 5 î>» O O n o ^

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C ir c o la z io n e . . . • 5 ^ * 0 0 ) i C o n ti c o r r . d . S ta to » 2 o o b ’5'JK/ I C o n ti c o r r . p r i v a t i * 42 415 0«)) R a p . t r a la ria. e la p fo p . 44 30 0 2 m a r z o In c a s s o D o li. 314 780 ¡n o P o r t a i , e a n t i c ip . » 1 42o 320 000 V a l o r i l e g a l i . * C ir c o la z io n e . . » C o n t i c o r r . e d e * *\ssivo( 79 420 000 f>l UO 000 1 476 640 O00 -|. 1 458 000 4- 2 2L9 000 - ■ 5 759 000 — 18 925 000 +- 46 1 2 5 000 d iffe r e n z a p 994 000 + l 118 000 -t- 1 258 000 -4 234 000 4 - 2 098 «XX) — 2 374 000 1 70 differenza — 4 570 000 — - 2 640 00 > 80 000 40 000 2 270 000 ë PASSI\|| I I n c a s s o ^ g e n t o j P o r t a f o g l io . . . . f A n t i c i p a z io n e . • P r e s t iti i p o t e c a r i [C i r c o l a z i o n e . . . • [ C o n t i c o r r e n t i . . ( C a r t e l le fo n d ia r ie . 29 febbraio 1348 613 00) 808 284 0J0 914 088 000 1.04 194 000 298871000 2 264 862 000 272 920 090 292 614 000 d iffe r ì nza 1232000 100 764 0 0 4 120000 87 000 145 754000 2 7 1 75000 280 000 <D d r-ff O cS ci g -fi §

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M a n c*> I n c a s s o . M a r c h i ATTIVO j P o r t a i o g l io . . » A n t i c i p a z i o n i . » / C ir c o la z i o n e . » rAssiU ^ C o n ti c o r r e n t i . »

Ì

T (o ro P e s e t. I n c a s s o ( a r g e n t o , P o r t a i o g l i o . • » A n t i c i p a z i o n i . * pq ¿ y l C ir c o la z io n e . » I C o n ti c o r r . e d e p . » •£ T ( o r o F i o r . « ATTUO ^ s s o ( a r g e n t o » “ ) P o r t a f o g l i o . . » £ «a ( A n t i c i p a z i o n i . * p q ' o f ° PASSIVOJ C ir c o la z i o n e . » *** [ C o n ti c o r r e n t i » 29 f e b b r a i o d iff e r e n z a 1 228 070 000 — 46 478000 104 2 485 000 — 68 810 000 130 831 000 — 63 197 000 1607 989 000 _120 572 000 760 894 000 + 51 132 000 2 m a r z o d iffe r e n z a 420 905 000 + 58S 000 755 761 000 68 000 707 966 000 1 340 000 160 000 000 — 1 770 582 000 — 4 871 000 443 681 000 — 12 242 000 2 m a r z o d iff e r e n z a 145 675 000 + 68 000 14 037 000 •f 4o 000 65 442 000 — 2 732 000 72 252 000 —6 8 833 000 280 818 000 — IL 468 000 4 989 000 + 8 076 000

Società Commerciali eà Industriali

Rendiconti.

Società an. Ghiaccio Artificiale - Milano. (Ca­

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