SCIENZA ECONOMICA, FIN A NZA , COMMERCIO, BANCHI, FERRO V IE IN TER ESSI P R IV A T I
Armo XIY - Voi. X Y M
Dom enica 20
Li FINANZA I L DISCORSO DELLA CORONA
U scirem m o dai lim ili ch e la natura del nostro
periodico ci im pone se ci proponessim o qui di ma
nifestare un giudizio analitico o sintetico di tutto il
discorso col quale il Re ha inaugurata la nuova
sezione parlam entare.
V i sono però in quel docum ento delle parli che
toccano gli argom enti dei quali ci
occupiam o con
cura speciale ; è quindi opportuno intrattenercene
brevem ente.
Quando l’on. Crispi a Torino espose in un lungo
discorso il programma del gabinetto, si osservò ch e,
pur accennando a m olte questioni interne che at
tendono soluzione, non aveva trovato nessuna parola
o nessuna frase che indicasse in qual m odo quelle
questioni il M inistero intendeva risolverle. E si g iu
stificò il fatto, asserendo ch e non poteva il Presi
dente del consiglio dei M inistri senza seonveuienza
anticipare quasi con dichiarazioni esplicite il discorso
della Corona. Fu trovata giustissim a la considera
zione e si attese pertanto ch e il Re sp iegasse al Par
lam ento ed al paese quali erano gli intendim enti del
G overno.
S e non che il discorso della Corona ha seguito
il sistem a delI’ on. Crispi e non ha fornito nessun
mezzo per giudicare, anche n elle linee gen erali, quale
fosse il pensiero del G overno ; poiché non si possono
chiam are che frasi vaghe qu elle colle quali ha ac
cennate alla riforma delle A m m inistrazioni provin
ciali e com unali, all’em igrazione e al riordinam ento
del'e Banche.
Della riforma delle am m inistrazioni locali il R e
d isse: « C ollegate alla riforma deH’Am m inistrazione
« centrale sono le riforme per le P ro v in cie e per
« i Com uni. A utonom o il C om une, autonoma la
« Provincia nella gestione degli interessi locali, è a
« desiderarsi che l’urna am m inistrativa sia aperta a
« m aggior num ero di votanti. Ma è necessario del pari
« che" il M unicipio rinnovellato offra allo Stato una
« doppia garanzia, incom ba una piena responsabilità
« ai suoi reggitori, e spiri sem pre nel M unicipio
« il soffio della vita nazionale. »
D alle quali parole non si ricava altro di concreto
se non la promessa di un allargam ento del voto.
Cosa vuol dire autonomìa delle Provincie e dei C o
m uni ? E peggio ancora cosa vuol dire responsa
bilità dei reggitori? Si domanderà una cauzione agli
am m inistratori? — Eppure bastava una frase, un
aggettivo per dare a quelle due parole un sign ifi
cato più concreto, più intelligibile.
Novem bre 1887
N. 707
Sulla em igrazione il discorso così si esprim e. O ve
si raggiunga che l ’opera individuale dia il benessere
del cittadino e la prosperità del paese « com e ne
« assicura la potenza del suolo e dell’ ingegno ita
ce liano, scem erà da sè stessa quella em igrazione che
« ci appare soverchia, e che imporrà al mio Go-
« verno di domandare T assenso vostro sopra una
« legge ch e ne tuteli la spontaneità e, fin dove è
« possibile, le sorti. »
Tutte le leggi sulla em igrazione hanno preteso di
tutelarne la spontaneità e di regolarne le sorti, ma
hanno sortito sem pre un opposto effetto, appunto per
chè la m iglior tutela della spontaneità è l’assenza della
legge. E videntem ente il pensiero di chi dettò il di
scorso era diverso dal significato delle parole ch e
vennero usate per esprim erlo.
E sul credito ? « Altre leggi, dice il discorso, vi
« saranno pure proposte per disciplinare altri fatti
« econom ici, com e quelli del risparm io e del credito.
« Noi desideriam o che il risparm io, con una più cauta
« e più certa promessa di frutto, venga efficacem ente
« prom osso specialm ente n e ll’officine e nei cam pi. N oi
« desideriam o che il credito, m ercè il riordinam ento
« degli Istituti di em ission e e l’effetto della circola
li zione fiduciaria, possa anticipare la fortuna avve-
« nire senza com prom ettere la presente. »
A parte ciò che riguarda il risparm io, manca il
più piccolo cenno sul progetto di legge per il rior
dinam ento della em ission e e questo silenzio forse è
prodotto dalle divergenze che ancora perm angono
nel m inistero sui punti fondam entali del progetto.
Abbiam o quindi ragione di afferm are ohe il di
scorso della Corona non ci dice di più di quello
ch e ci ha detto il discorso del l’on. Crispi a T orin o ;
ed è giuocoforza aspettare i progetti di legge.
Q uello però che ha m eravigliato tutti fu la parte
che riguarda lo stato delle finanze. Le parole m esse
in bocca al Re furono le seguenti :
« L’ultim o esercizio si trovò onerato da un accre-
« sciuto dispendio per l’esercito e.p er l’arm ata; pure
« l’equilibrio della finanza non fu turbato. Per l’eser-
« cizio corrente avete dovuto provved ere ad un
« nuovo e transitorio aum ento di spese militari e ad
« una m aggiore spesa di opere pubbliche, per le
« quali le_ previsioni legislative risultarono insuifi-
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L’ E C O N O M I S T A
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« piena fede, la pace sarà m antenuta; e allora po-
« trem o, col concorso del Parlam ento, procurare alle
« nostre finanze una saldezza incrollabile.
« 1 provvedim enti per sostenere i nuovi oneri,
« per m antenere le prom esse già fatte, per ristabi-
« lire l’elasticità del bilancio, vi saranno proposti,
« m isurando le necessità del pubblico erario alla
« varia potenza della privata econom ia. E perchè il
« buon regim e della finanza rim anga sem pre inai
le terato, il m io G overno vi chiederà, sicuro del vo-
« stro assentim ento, che sia lasciato esclusivam en te
« ad esso, com e usano altri Stati, m aestri nelle
« pratiche costituzionali, l’iniziativa di ogni proposta
« di spese.
« La storia parlam entare della nuova Italia inse-
« gna, del resto, ch e, quando sono im pegnati il cre-
« dito e l’onore del Paese, il G overno non ha mai
« fatto indarno appello al vostro patriottism o. »
La Camera non trovò un solo applauso all’ indi
rizzo dell’ on. Magliani ; la opinione pubblica, dopo
la lettura di q u elle dichiarazioni, si m ostrò quasi
m aravigliata per la loro audacia. — N oi dell’Econo
mista, ch e pur abbiamo così vivam ente combattuto
il M inistro M agliani in questi ultim i anni nei quali
parve tutto intento a distruggere l’opera propria, ci
arrestiam o stupiti e non osiam o pronunziare un
giudizio. Sebbene convinti che solo un m iracolo po
trebbe provare che Vequilibrìo delle finanze non è
turlato, aspettiam o il m iracolo, piuttosto che espri
m ere oggi un giudizio su lle affermazioni del discorso
reale su lle condizioni della finanza italiana.
UNA PROPOSTA
sul riordinamento della emissione
D opo tanta d iscu ssion e su ll’argom ento della circo
lazione fiduciaria, è tem po, ci pare, di raccogliere un
poco le v ele e tentare di raggiungere un porto. Di
ciam o un porto, poiché non vi è speranza di entrare
in quel porto che noi crediam o sarebbe più adatto
ai bisogni del paese, la Banca unica.
Ci dicono ch e bisogna tener conto dello sviluppo
storico d elle B anche in Italia, e quasi quasi sorge
una scuola storica b a n caria, e sia pure ; per noi 'la
storia dei provvedim enti legislativi intorno alle Ban
ch e di em issione è una storia di errori, giustificati
forse dalle necessità del m om ento, ma sem pre errori;
e non sappiam o perchè —- se ciò, com e crediam o, è
vero — non si debba com inciare da capo, piuttosto
ch e continuare sulla stessa via.
Ad ogni m odo oggi non vogliam o occuparci del
passato e nem m eno del presente; accettiam o l ’uno e
l ’altro ed anzi, per essere più liberi nel nostro ra
gionam ento, prem ettiam o com e accettati alcuni pnnti,
su alcuni dei quali non conveniam o, si intende, ma
sui quali sarebbe ora ozioso far discussione.
A m m ettiam o adunque che il nuovo progetto di
leg g e debba m antenere le sei B anche di em issione
attualm ente e s is te n ti, o che tutto al più accordi la
fusione d ella Banca N azionale Toscana con la Banca
Toscana di Credito, se i reggitori di quest’ ultim a
si risolveranno finalm ente al gran passo.
A m m ettiam o ch e la nuova legge proibisca la fu
sione tra loro delle altre cinque B anche di em issione.
Am m ettiam o ch e disponga per il ritiro graduale
dei biglietti di Stato.
am m ettiam o che m antenga la riscontrata tra gli
istituti.
Am m ettiam o che per rendere m eno grave detta ri
scontrata sia provveduto ad una nuova distribuzione
dei tagli dei biglietti.
Am m ettiam o infine che sia m antenuto il corso le
gale o qu ell’altro sistem a, già proposto dall’on. Ma
gliani, che lo equivale.
A m m esso però tutto questo, rim ane sem pre una
grossa questione, quella su ll’ aum ento della circo
lazione e del capitale delle Banche. D alle discussioni
che si sono fatte in proposito pare ch e si possano
ricavare le seguen ti con clu sion i: — iti favore di
un aum ento di circolazione m ilita il fatto che dalla
abolizione del corso forzato ad og gi, essendo dim i
nuito e sensibilm ente41 nostro stock m etallico, ch e non
fu sostituito se non in parte dalla eccedenza illegale
della circolazione, il com m ercio del paese risentì un
grave danno per la deficienza di quel m edio circo
lante di cui ha bisogno, sia sotto forma di moneta
m etallica, sia di biglietti fiduciari ; — inoltre avendo
opinato il M inistero, per supplire alla em igrazione
della m oneta m etallica, di autorizzare le Banche ad
ecced ere fuori legge nella circolazione, la clientela
delle Banche stesse andò aum entando così che oggi
si sentono i lam enti più vivi ad ogni tentativo'di
restrizione nella circolazione e quindi n egli sconti ;
— contro ogni aum ento di circolazione sta la pre
sunzione, pur troppo resa indiscutibile dalla espee
rienza, ch e la abbondanza di circolazione cartace-
è, specialm ente quando vi sia tendenza per altre ra
gioni alla em igrazione dello stock m etallico, in cen
tiv o ad accrescere questa em igrazione, onde si corre
pericolo, non già di aum entare la quantità di m edio
circolante, ma di sostituire nuova carta alla quantità
di m oneta m etallica che ancora ci rim ane, e di ap
parecchiare quindi un terreno troppo adatto a ri
condurci, al prim o aggravarsi delle condizioni del
m ercato, al corso forzato.
Questo, se non erriam o, il bivio nel quale ci si
trova, e a renderlo più grave vanno unite altre cir
costanze, d elle quali qui non ci occuperem o; com e
la lotta tra la Banca N azionale d’ Italia ed il Banco
di Napoli, i’ una per m antenere, l’ altro per con qui
stare la suprem azia ; — la condizione m eno facile,
di fronte alla nuova situazione, della Banca R om ana,
ch e viven do in un centro com e la capitale, non ha
altre sedi nè succursali ch e ne equilibrino il m ovi
mento; — la condizione sem pre decrescente della Banca
T oscana di C redito, che si tiene così appartata da non
essere nem m eno chiam ata a discutere su lle più gravi
questioni bancarie, intorno alle quali il Ministro chiede
il parere d elle A m m istrazioni di tutte le altre Banche.
Ma, a parte tutto questo, il punto im portante è
quello dell’aum ento della circo lazio n e, ch e offre in
convenienti e vantaggi sui quali disputano apputìto
gli interessati e gli studiosi !
Ora vi è mezzo per conciliare questa situazione?
— E possibile aum entare la circolazione senza i pe
ricoli ch e noi — forse soli colla Perseveranza e col
Diritto — abbiamo segnalati ?
Abbiam o una circolazione fiduciaria d elle Banche
autorizzate di poco m eno di 7 0 0 m ilioni e m ezzo
con un terzo circa di riserva, e biglietti di Stato per
5 4 0 m ilioni. N on è possibile calcolare a quanto
am m onti lo stock m etallico in circolazione, ma non
si va lontani dal vero asserendo che non sorpassa i
5 0 0 m ilioni ; in cifra rotonda adunque si avrebbe
un totale di m edio circolante di 4 ,6 0 0 m ilioni circa.
M ancherebbero quindi 9 0 0 m ilioni per ottenere la
cifra di presunto fabbisogno.
È possibile aum entare di 9 0 0 m ilioni la circo la
zio n e? — Dobbiam o rispondere negativam ente se
questo aum ento fosse accordato in base alle leggi
attuali, cioè soltanto col terzo di riserva m etallica ;
crediam o che sia possibile farlo se si m utano le
proporzioni. Giova notare ch e il privilegio delle
B anche di em issione va a scadere col 4 8 8 9 e che
esse — ove lo Stato non abbia altri favori da
chieder loro — accetteranno senza dubbio condizioni
anche più onerose delle attuali piuttosto ch e rinun
ziare al privilegio della em ission e ; d’altra parte, se
si osserva il valore delle loro azioni, si può ritenere
che passano senza pericolo correr l ’ alea di m i
nori utili.
Ora è certo che non risponde ai bisogni sem pre
variabili di un paese un ordinam ento che fissi un
lim ite m assim o alla circolazione, lim ite ch e, per la
stessa natura delle cose, è facilm ente raggiunto, ed
im pedisce poi ogni legittim a espansione.
N oi quindi vorrem m o ch e la circolazione fosse in
certo m odo illim itata, ma nello stesso tem po gua
rentita da cau tele tali ch e crescessero quanto più
essa cresce. E cco perchè presentiam o la seguen te
proposta :
L e Banche sieno autorizzale ad em ettere fino a
7 0 0 m ilioni (cifra tonda) di biglietti im m obilizzandq
un terzo di quella som m a, cioè 2 3 3 m ilio n i, di
cui 4 5 0 in oro, in valuta m etallica.
Al di la di queste cifre e fino alla concorrenza di
4 0 0 m ilioni, potranno em ettere egu alm en te biglietti,
ma coll’ obbligo di tenere una riserva m etallica
egu ale alla m età dei 4 0 0 m ilioni di m aggior circola
zione ; al di là di 1 1 0 0 m ilioni la riserva m etallica
dovrà essere eguale a 3 [4 della eccedenza fino a
2 0 0 0 m ilioni ; finalm ente al di là dei 2 0 0 0 m ilioni po
tranno em ettere quanti biglietti vogliano, ma con 4[5
rappresentati da riserva m etallica.
In questo m odo le Banche avrebbero il mezzo e
l’interesse di spingere la loro totale em ission e fino
a 2 0 0 0 m ilioni, alla qual cifra giungerebbero con
circa 4 0 0 0 m ilioni di riserva m etallica. N e risulte
rebbe ch e per 7 0 0 m ilioni la riserva sarebbe eguale
ad un terzo; — per 4 1 0 0 m ilioni la riserva sarebbe
egu ale a quattro decim i circa; infine per 2 0 0 0 m i
lioni sarebbe egu ale a poco più della m età.
S icco m e però le B anche avrebbero sem pre inte
resse di spingere al m assim o la circolazione per ri
cavare m aggiori utili, vorrem m o ch e la tassa di cir
co la zio n e, aum entando coll’ aum entare della entità
della circolazione stessa, servisse, di freno, in m odo
che le Banche non avessero interesse di spingere
l’em issione oltre certi lim iti, senza avere aum entato
il saggio dello sconto.
S e non erriam o, in tal modo si potrebbe conciliare
la gravissim a divergenza, non direm o evitando tutti
gli incon venienti, ma rendendoli m eno aspri.
IL RIORDINAMENTO
DEL SERVIZIO CONSOLARES e qualcuno dei nostri lettori vuol farsi u n ’ idea
di discussioni bizantine e in gran parte oziose, non ha
ch e a leggere nel volu m e contenente gli Atti del
consiglio del commercio e dell'industria il resoconto
d ell’adunanza in cui ven n e trattato il tem a del rior
dinam ento del servizio consolare.
Il C onsiglio era presieduto dal suo vice-p resid en te
on. Luzzatti e il relatore sul tema, certo assai im
portante, era il com m . M onzilli, direttore della D i
visione industria, com m ercio e credito. P re sid en te,
relatore e non pochi m em bri del C onsiglio si sono
trovati d’accordo nel biasim are l’ andam ento del se r
vizio consolare per ciò ch e riguarda le su e relazioni
col com m ercio italiano.
In un m are di ch iacchiere e di osservazioni più
o m eno esatte e profonde, il C onsiglio ha versato un
po’ del suo dispetto perchè il M inistero del Com
m ercio non ha una ingerenza diretta nei Consolati
e senza ven ire a proposte pratiche, con crete, a su g
gerim enti efficaci, si è abbandonato al solito piacere
di votare una serie di proposte più o m eno con clu
denti e attuabili.
Ma non c’ è davvero di ch e m e r a v ig lia r si.il m i
nistero del C om m ercio è diventato in questi ultim i
anni un dicastero giornalista, dal quale escono in n u
m erevoli Bollettini con traduzioni raffazzonate o in
cui siedono inutili e vane C om m issioni incaricate di
studiare di ogni cosa. S e dovessim o qualificare que
sto m inistero, che fu, certo non senza buone ragioni,
abolito già una volta d a ll’attuale P residente del Con
siglio, noi lo chiam erem m o il m inistero delle C om
m issioni è dei Bollettini. E sso è naturalm ente tutto
im bevuto delle più recenti idee sulla m issione etica
e tutelatrice dello Stato e c r e d e , e si diletta nella
credenza, ch e senza il suo intervento, industrie, co m
m erci e quant’ altro m ai si attiene alla vita eco n o
m ica del paese non possa reggere e prosperare. È
per questo ch e voi lo trovate sem pre pronto a pre
parare progetti di legge così su lle assicurazioni, com e
sul burro e sul vino, o a rim aneggiare le tariffe do
ganali, com e a dispensare prem i e m ed ag lie.
Ma non è dell'operato del m inistero di agricoltura,
industria e com m ercio e m eno ancora dell’ azione
ch e l’ attuale Ministro del com m ercio esercita ri
guardo all’ indirizzo econom ico del m in istero: n o n e
di tutto questo che vogliam o ora occuparci. V errà
m om ento più opportuno per esam inare ciò ch e fà,
e ciò che dovrebbe fare e non fa , il m inistero
di agricoltura, il quale costa al paese una discreta
som m a e d eve nuindi essere un organo utile d e l-
1’ am m inistrazione e non un m eccanism o per vari
aspetti perturbatore.
Ora per tornare al punto da eui m ovem m o vo-
; gliam o lim itarci a considerare le critich e m osse al
servizio consolare e i rim edi proposti dal con siglio
i del com m ercio e dell’industria.
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L’ E C O N O M I S T A
il com m ercio sia desioso di avere l’appoggio del corpo
consolare nei suoi sforzi per accrescere il traffico, ma
è proprio il caso di ripetere il noto est modus in
rebus.
Noi siam o i prim i ad am m ettere che il concetto
dell’am basciatore o m inistro plenipotenziario si è m u
tato col cangiar dei tem pi. Una volta l’am basciatore
— parliam o s’ intende di questo secolo, cliè non
ignoriam o quale m onum ento di sapienza e ocula
tezza diplom atica si abbia nelle relazioni degli am
basciatori veneti — aveva lim itato il suo cam po di
osservazione ai fai i puram ente politici. Oggi non sa
rebbe, e certo non è, un buon rappresentante del
paese all’ estero, colu i che trascura di tener infor
mato il proprio governo sulle intenzioni, sui progetti
e sulla situazione dello Stato in cui si trova, nei ri
guardi m onetari, co m m erc ia li, co lo n ia li, finanziari,
ferroviari, ecc., eoe.
S e questo vale per l’am basciatore, non occorre dire
con quanta m aggior ragione debba applicarsi agli
agenti consolari. E ssi hanno è vero m olte funzioni,
am m inistrative, sanitarie, di m arina, di stato civile,
notarili, talvolta politiche e in certi luoghi giurisdi
zionali ; ma loro carattere fondam entale è appunto
quello di dover tenere il proprio governo al corrente
di tutto ciò ch e può tornare di utilità alla econom ia
del paese che rappresentano. È chiaro però ch e deve
trattarsi soltanto di interessi generali, che 1* azione
degli officiali consolari non d eve mai in questa ma
teria trasform arsi in quella di com m issionario o di
agente di com m ercio a beneficio di qualche indu
striale. A ccettando le idee e le proposte di certuni,
i C onsoli avrebbero, infatti, ad essere a disposizione
delle C am ere di com m ercio, dei Musei com m erciali,
del M inistero del com m ercio e quasi anche dei pri
vati com m ercianti e industriali ; ma può chiedersi se
in tal caso il C onsole non sarebbe costretto a uffici
incom patibili con il suo carattere di agente di un
governo incaricato di funzioni politiche e am m ini
strative.
Certo noi non direm o che il servizio consolare
italiano soddisfi oggi le più m odeste esigenze. Chi
conosce per pratica i servizi che rendono i consoli
agli Stali U niti, all’Inghilterra e alla Germ ania prin
cipalm ente, chi legge le loro interessanti relazioni o
su m aterie speciali o sulla situazione econom ica dei
paesi in cui vivono e fà un confronto con le m e
m orie pubblicate nel nostro Bollettino consolare, deve
convenire che i Consolati italiani non si sono ancora
m essi sulla vera strada di tener informati pronta
m ente e accuratam ente il governo e per riflesso il
com m ercio italiano sui bisogni dell’estero e sulla pos
sibilità di estendere il nostro cam po di esportazione.
Si può credere anzi ch e a non pochi agenti conso
lari, se noti m anca la buona volon tà, fa difetto la
vera conoscenza della materia e la pratica n ecessa
ria per vedere ciò ch e è fattibile e consigliabile.
S u questo punto siam o d’accordo col relatore Mon-
zilli nel ritenere che sia necessaria una m aggiore
preparazione com m erciale negli aspiranti alla car
riera co n so la re e aggiùngiam o ch e, a nostro avviso,
l’insegnam ento preordinato alla form azione di buoni
agenti consolari ancora non l’abbiam o in Italia. F on
data una sezione consolare a V enezia, la si è lasciata
im m iserire, ed è oggi, per il suo ordinam ento didat
tico incom pleto, assolutam ente inadeguata allo scopo
che si propone. L ’ ó n , Luzzatti, gran fabbro di ta
riffe doganali, in vece di prendersela col D irettore
ge-20 novembre 1887
iterale dei consolati e di dirgli ch e se fosse stato
presente alla seduta avrebbe usato delle parole « ben
severe », doveva gettare uno sguardo sui program m i
di insegnam ento e si sarebbe presto convinto che i
giovani aspiranti alla carriera consolare non hanno
fatto il m enom o studio di legislazione doganale e
sono affatto digiuni delle questioni econom iche che
ad essa si collegan o. Mancando di cotesta istruzione
è ben difficile che essi sentano e com prendano tutta
la importanza delle riform e doganali o d’ altro genere
ch e si vanno studiando o com piendo all’ estero.
F ar in m odo, adunque, che il G overno e il paese
siano a tem po e m eglio al corrente di ciò che si
sta preparando a ll’estero in materia com m erciale, dei
bisogni dell’estero, della possibilità di stringere sem
pre n u ove e più utili relazioni e via dicen do; questo
d ev’essere il criterio direttivo nel riordinam ento dei
consolati. Intento che è senza dubbio m od esto , ma
che se si sarà ottenuto m ediante un buon corpo con
solare, darà risultati ottimi senza alterare la funzione
e l’ufficio dei consoli, senza instaurare un nuovo fa
voritism o a vantaggio di qualche industriale più po
tente. Certo due condizioni sono n ecessarie perchè
si possa ottenere qualche effetto u tile ; anzi tutto che
gli agenti consolari abbiano, m ediante una istruzione
speciale, le attitudini necessarie per com piere con
com petenza e con oculatezza l’ufficio di inform atori,
e ch e il com m ercio senza pretendere ch e il G overno
gli procuri le com m issioni, sappia valersi d elle notizie
m esse a sua disposizione per tentare nuovi traffici.
Lo stesso fatto che le lagnanze sul servizio con
solare si producono nei paesi dove esso funziona
m eglio che da noi, dim ostra , ne pare chiaram ente,
che le pretese del com m ercio sono esagerate e ten
dono, se accolte, a sovvertire il com pito vero e pro
prio dei consoli. Il C onsiglio del com m ercio avrebbe
dovuto perciò lim itare le su e raccom andazioni e stu
diare con m aggior serietà il m odo onde il corpo con
solare sia m igliorato e si metta in grado di tenere
inform alo con m aggior sollecitu dine, esattezza e c o m
petenza il nostro paese della situazione e delle r i
form e dell’ estero. Invece, am pliando i desideri m a
nifestati nella relazione, M onzilli ha chiesto al G o
verno, in term ini m olto vagh i, una com pleta riforma
e ha com inciato a fare dei consoli degli agenti a
disposizione dei M usei com m erciali e delle Cam ere
di com m ercio.
N on sappiam o se il M inistero d egli esteri troverà
buono questo risultato della discussione disordinata
ed alla leggera, fatta dal C onsiglio dell’industria e del
com m ercio; ma dubitiam o assai che esso sia dispo
sto ad am m ettere questa nuova ingerenza. Ad ogni
m odo noi l’esortiam o a far il possibile affinchè l’uf
ficio consolare rim anga quale dev’essere, cioè organo
degli interessi dello S ta to , e non degeneri in una
agenzia per conto di qualche interesse particolare,
certo rispettabile, ma ch e deve provved ere da sè
stesso.
A PROPOSITO DI UN ARTICOLO
d e l J o u r n a l des E c o n o m i s t e s
N on vogliam o passare sotto silenzio un articolo, che
intorno alla nuova tariffa doganale italiana fu pu b
blicato dall’ lo g . Pareto nel Journal des Économistes
del 1 5 ottobre scorso, articolo che ven ne già segn a
lalo all’ attenzione de’suoi lettori dal.
Diritto, uuo fra
i pochi giornali politici rimasti fedeli alla bandiera
delle libertà econom iche.
L’Ing. Pareto ha un grande vantaggio su m olti
nel trattare di queste m aterie ; vogliam o dire che da
un letto egli è un vaiente cultore delle scien ze eco
n o m ich e, dall’ altro è a capo di una vasta im presa
industriale e quindi alla teoria congiunge la pratica.
N oi non intendiam o di riassum ere il lavoro del
Pareto, il che non sarebbe agevole perchè dovrem m o
riportare m olte cifre da lui diligentem ente raccolte
e illustrate, ma piuttosto esortare i nostri lettori a
leggerlo e a m editarlo.
Ci sia perm esso nondim eno di esprim ere la n o
stra com piacenza nel ved ere com e un nuovo e v a
lente cam pione sia sceso in cam po per difendere le
idee che abbiamo a com une, sebbene con m aggiore
autorità della nostra. Noi non vogliam o seguire il
Pareto nella sua severa e, quasi direm m o, fiera re
quisitoria contro il parlam entarism o, com e si pratica
in alcuni Stati del continente, e contro le com pagnie
di condottieri che si raggruppano e concedono il
voto dietro un m ercato fatto nel loro interesse che
non è quello del paese. Second o è nostra antica abi
tudine, vogliam o tenerci puram ente nel cam po eco
nom ico, ma sarebbe vano negare la influenza degli
ordini politici sulla econom ia nazionale. O nde è in
negabile che, quando si sente la necessità di potersi
piegare a destra o a sinistra, si prenda per sistem a
di disprezzare la teoria e di farsi passare per uom ini
pratici. Il Pareto ha ragione. P er dim ostrare che una
teoria è sbagliata occorrono delle ragioni ; quando
in vece si dice che bisogna adattarsi alle circostanze,
non c’ è bisogno di spiegazione.
Parve a taluni periodici ch e noi fossim o talvolta
troppo severi verso certi u o m in i; ma il Pareto è
m olto più severo di noi. E gli è che quando si tratta
di m inistri, di negoziatori, di presidenti di com m is
sion i del bilancio, com un que se ne possano apprez
zare la dottrina e l’ingegno, si ha diritto di rim pro
verare loro le contradizioni in cu i cadono con danno
del paese e senza essere giustificati da alcuno evento
straordinario. Non si deve proclam are ch e si vuol
fare una finanza sanam ente dem ocratica, eppoi sgra
vare le classi più agiate per aggravare le più po
v er e. N on si deve aum entare il dazio sui cereali,
eppoi dare ad intendere ch e i lavoranti non solo non
ne risentiranno un danno, ma anzi un vantaggio. N on
si deve dire che non si vu ole la protezione, eppoi
sostenere che per difendere una industria nazionale
bisogna accrescere il dazio finché la tu'ela non sia
efficace.
Il Pareto com batte con fatti e con cifre i sofism i
ch e si ripeterono in Parlam ento e fuori a proposito
del nessun incon veniente ch e avrebbe recato I’ au
m ento del dazio sui cereali, e i sofism i rim angono
q u ello che sono, m algrado che il G overno dichiari
ch e si tratta di un dazio fiscale e non protettore.
Eppure parve questa una bella trovata e la m a ggio
ranza, grande m aggioranza, votò, ed era naturale.
Ci pare di assistere a quella scena, nella quale un
individuo, ingiuriato da un altro, escla m a : diceva
a me lu iì - e l’ altro risp onde: ma le pare ? di
cevo a lei - c il primo si dichiara soddisfatto.
I nostri lettori troveranno pure interessante quella
parte d ell’articolo del Pareto, in cui — dopo avere
dim ostrato che Stato e Comuni col dazio sui cereali
e con quello sulle farine non fanno ch e aggravare
sem pre più i consum atori, ristabilendo sotto altra for
ma la tassa del m acinato, che alm eno fruttava lar
gam ente all’ erario — prova com e sia strano ch e si
venga a tirar fuori di nuovo dai vecchi arsenali della
protezione la bilancia del com m ercio. È si ch e orm ai
si dovrebbe sapere che cosa valgono certi ragiona
menti intorno alle cifre delle esportazioni e delle
im portazioni !
II Pareto è concorde con noi nell’ additare il pe
ricolo che si corre con questo sistem a di fare in ter
venire lo Stato nella distribuzione della ricchezza.
Protezionism o e socialism o sono fratelli carnali.
E il Pareto ha pure ragione quando, e anco in
questo siam o d’ accordo, preferisce i protezionisti
puri agli uom ini del giusto mezzo, ch e usano ripe
tere quello che I’ on. Codronchi diceva testé ai suoi
elettori, che egli cioè non ha fede nei dazi di con
fine illim itati e m eno che mai nel libero scam bio.
V iceversa poi, è lecito dom andarsi, in che cosa q u e
sti signori hanno una fed e? L’ hanno n ell’ oppor
tunism o, che è quanto dire che i loro principii
consistono nel non averne alcuno.
In politica il M achiavelli diceva che le m ezze m i
sure fanno perdere l’ onore e lo Stato. P erò se per
tenere il piede in due staffe un principe cade, si
può dire che gli sta bene e parce sepulto. Ma
quando si tratta dei più vitali interessi econom ici è
la nazione che paga le spese.
Noi ci congratuliam o col Pareto del suo bell’ ar
ticolo, sebbene pur troppo a questi lum i di luna
laseerà il tem po che trova.
(Rivista (Economica
L a t u t e l a de lle invenzioni in Svizz era e i l p r o g e t t o di legge fe d e r a le s u i brev etti. — L a s i tu a z io n e
delle Casse di r is p a r m io in F r a n c ia . - A n co ra la conversione d e l l a r e n d it a fra n c e s e 4 1 /2 e 4 p e r cento.
La Svizzera è tra i pochissim i paesi ch e non hanno
ancora una legislazione tutelatrice d elle scoperte e
delle invenzioni. Ma anche essa sente da qualche
tempo il bisogno di regolare la m ateria dei brevetti
di invenzione e il dipartim ento federale del com m er
cio e dell’agricoltura ha dovuto finire per incaricare
una C om m issione dello studio di un progetto di legge
da essere sottoposto nel D icem bre prossim o alle Ca
m ere federali. Questa C om m issione ha già com piuti i
suoi studi e non crediam o privo di interesse un breve
esam e d elle disposizioni che hanno incontrato il fa
vore della C om m issione.
750
1 / E C O N O M I S T A
20 novembre 1887
invenzioni nu ove e suscettibili di essere applicate
alle industrie, ad esclusione delle scoperte puram ente
teoriche o scientifiche. Il sistem a dell’esam e preven-
tivo d elle invenzioni, che è seguito in Germ ania ed
agli Stati U uiti, è stato respinto perchè suppone una
am m inistrazione infallibile e può causare agli inven
tori dei danni se ri; senza dire che le spese per l ’esam e
dell invenzione dovrebbero essere sostenute dai bre
vettati sotto forma di tasse assai elevate. Invece le
tasse fissate dal progetto sono m in im e: 2 franchi per
la domanda del brevetto, 2 0 fr. per il prim o anno,
3 0 per il second o e così di seguito con un aum ento
di IO lire fino allo spirare del brevetto che ha luogo
quindici anni dopo la data della sua domanda. Agli
inven tori, i quali provino che sono nell’ im possibilità
di pagare le tasse, è accordata una dilazione di tre
anni per effettuarne il pagam ento. Se, trascorso q u e
sto periodo, lasciano che l’invenzione entri nel do
m inio pubblico, sono anche com pletam ente esenti
dalle tasse.
Secondo il testo costituzionale adottato dal popolo
il IO L uglio scorso, non possono essere accordati
brevetti ch e per delle invenzioni rappresentate da
m odelli, il ch e esclude i processi e le invenzioni che
si riferiscono alla com posizione delle sostanze (chi
m ica ecc .) La leg g e svizzera, se approvata, sarà la
sola che segua un tale indirizzo.
P er non lasciare poi l’ inventore senza protezione
n el periodo che corre tra il concepim ento e la co
struzione del m odello, il progetto si occupa della con
segna dei brevetti provvisori. Il periodo in cu i !’ idea
vien e tradotta in atto è assai pericoloso per l’ inven
tore, essendo questi spesso costretto a dare una certa
pubblicilà(aila invenzione o a farsi coadiuvare da altri,
sicch é i brevetti provvisori, una volta am m essa que
sta protezione, appaiono per lo m eno logici. D el resto
essi non danno all’ inventore il diritto di colpire le
contraffazioni, ma solo quello di chiedere il brevetto
definitivo, se nei tre anni che seguono alla domanda
di brevetto fornisce la prova d e ll’esistenza di un m o
dello della invenzione o dell’esistenza dell’ oggetto
brevettato.
Colui ch e ha trattenuto il brevetto è obbligato a
esercitare in Isvizzera tre anni dopo la domanda
l’inven zione in una m isura conveniente, term ine qu e
sto un po’ vago che probabilm ente significa che
l ' im portazione d ell’oggetto brevettato non è vietato
com e in altri paesi, in Francia ad esem pio, ove la
sua produzione a ll’ interno deve essere non sim ulata,
ma reale.
1 brevetti potranno essere espropriati per causa
di utilità pubblica; e in questo caso l’ espropria
zione è decisa dall’assem blea federale e l’ importanza
d ell’indennità è fissata dal tribunale federale. Il pro
getto elaborato con molta diligenza sarà certo ap
provato e la Svizzera avrà anch’ essa la protezione
legislativa delle invenzioni. D ecisam ente la tendenza
dom inante è ovunqu e quella di legiferare pel solo
fine di estendere sem pre di più la m issione tutela-
trice dello Stato.
— Il risparm io si è notevolm ente sviluppato in
questi ultim i anni e raggiunge ora una cifra con si
derevole, superiore ai due m iliardi. Ma al suo n o
tevole sviluppo non corrispende ancora una vera
organizzazione degli Istituti chiam ati a raccogliere i
risparm i. S u questo punto abbiam o altre volte in
trattenuto i nostri lettori e quindi non vi in siste
rem o. Crediam o sia piuttosto di qualche interesse il
vedere com e si svolge il risparm io francese, tanto
più che recentem ente il S ig . D autresm e, m inistro
del com m ercio, ha indirizzato al presidente della re
pubblica un rapporto su lle casse di risparm io nel
1 8 8 4 . V eram ente anche in Francia per certi argo
m enti le pubblicazioni statistiche si fanno aspettare
troppo, m a, tant’ò, dobbiam o lim itarci a segnalare
questo ritardo.
Il num ero totale degli stabilim enti e uffici di ri
sparm io aperti ai depositanti durante il 1 8 8 4 fu di
1 9 1 5 , in dim inuzione di 9 rispetto ai 1 9 2 6 del 1 8 8 3 .
Q uesto ha del resto una importanza relativa. Il num ero
dei libretti invece crebbe di 5 ,2 3 5 rispetto al 1 8 8 5 ,
esso fu di 4 8 5 ,2 3 7 , rappresentanti 6 6 8 ,3 4 1 ,0 5 0 .4 6 de
positati in 3 ,2 0 8 ,7 3 8 versam enti. Al 31 Dicem bre'
1 8 8 4 il num ero dei libretti nelle m ani dei d ep osi
tanti era di 4 ,7 5 1 ,7 3 0 e la som m a ad essi dovuta
am m ontava a 2 ,0 2 1 ,9 0 8 ,2 0 4 .5 5 , il ch e da una m e
dia di 4 2 5 .3 1 per ogni depositante. N el 1 8 8 3 in
vece il saldo alla fine dell’anno era di 1 ,8 1 6 ,5 0 0 ,0 0 0
franchi e la m edia di 3 9 8 fran ch i; nel 1 8 8 2 que
st’ ultim a era solo di 3 9 5 .7 5 franchi. Confrontando
la cifra della som m a rimasta in deposito con quella
della popolazione francese, si ved e ch e vi sono in
Francia 1 2 6 depositanti per ogni m ille abitanti e
che la media del risparm io è di 5 3 .6 7 per abitante.
Lim itando lo studio a queste cifre si può credere
che la condizione e i progressi del risparm io siano
soddisfacienti, ma quando si esam ina m eno superfi
cialm en te il rapporto del 'Ministro e le n u m erose
tavole statistiche ch e contiene, si trova anche qu al
che punto nero.
Anzitutto si vede ch e se la preziosa virtù della
previdenza continua a svilupparsi in Francia, ciò
av vien e specialm ente n elle cam pagne, in certi dipar
tim enti a g rico li; perchè n elle città essa è assoluta-
m ente ancora poco praticata. In testa ai 5 8 diparti
m enti, dove i versam enti sono stati superiori alla
m edia di franchi 4 2 5 e 5 4 , figurano il Cantal, la
Corsica, la L ozère, il Morbihan, le Alpi B asse; m en
tre sulla lista degli altri 2 9 dipartim enti, ch e sono
inferiori alla m edia, si trovano la Senna inferiore
il Calvados, il Nord, la Senna e l ’ O ise, il Rodano
con le cifre di 5 9 8 , 3 8 7 , 3 8 1 , 3 4 1 , 5 2 2 . A ll’ultim o
posto si trova la Senna, dove la m edia dei versa
menti non ecced e i 2 6 3 franchi, m entre nel Cantal,
ch e occupa il primo posto, questa m edia sale a 7 0 2
franchi. I lettori possono ved ere da qu esti dati com e
Parigi pratichi il risparm io, nonostante i redditi e le
vati e gli alti salari.
E di queste rivelazioni la statistica del risparm io
francese, com e del resto di tutti i paesi, ne offre
parecchie che, se lo spazio lo consentisse, sarebbe
utile di presentare ai lettori.
— Un decreto del G overno francese in data 7 no
vem bre u. s. stabilisce che le dom ande di rim borso
sieno fatte dal 1 4 al 2 5 novem bre, riservandosi il G o
verno di far conoscere ulteriorm ente la data fissa per
i rim borsi. L e rendite 4 1(2 e 4 per cento di cui
non fosse stato dom andato il rim borso nell’epoca pre
detta, saranno convertite in rendita 3 per cento in
ragione di fr. 1 1 ,8 5 3 di rendita 3 per cento per 1
franco di rendita 4 1 (2 e di fr. 0 ,9 3 7 di rendita 3
per cento per 1 franco di rendita 4 per cento.
ver-sion e, dovranno dai 1 4 al 2 0 novem bre effettuare
il deposito dei loro titoli e sottoscrivere l’ im pegno
di fare il versam ento per ottenere la rendita com
plem entare a cui hanno diritto.
La rendita sottoscritta dovrà essere egu ale alla
differenza tra la rendita 4 1 |2 e 4 per cento, pre
sentata alla conversione, e la rendita 3 per cento,
attribuita al cam bio, fatta deduzione d elle frazioni di
franco. Tali rendite sono offerte pel tasso di fr. 8 0 ,1 0
per 3 lire di rendita, con godim ento dal I o gen
naio 1 8 8 8 .
Il versam ento del prezzo della rendita sarà effet
tuato a titolo di garanzia al m om ento del deposito
dei titoli fr. 1 8 il I o aprile 1 8 8 8 L. 3 0 , al I o lu
glio 1 8 8 8 L . 3 2 ,2 0 : Totale L. 8 0 ,1 0 . Ai deposi
tanti sarà consegnato un certificato di deposito dei
loro titoli; questo certificalo sarà negoziabile per i
titoli al portatore.
L ’am m ontare integrale del coupon bim estrale, pa
gabile il I o aprile ed ;l I o luglio 1 8 8 8 , sarà dedotto
dal versam ento da esigersi a ciascuna delle a n zi-
dette scadenze.
Il pagam ento di ciascuna delle anzidette quote non
potrà essere effettuato che in un solo versam ento,
esigibile nel term ine di un m ese, a partire da cia
scuna scadenza.
In caso di ritardo, il debitore sarà passibile di
interessi verse il Tesoro in ragione del 4 per cento
l’anno, a partire dalla scadenza. Potrà anche il M i
nistro dichiarare il portatore decaduto dai suoi di
ritti ed effettuare la vendita dei titoli sottoscritti.
N on sarà oziosa qualche spiegazione sulle tre
com binazioni proposte ai portatori.
1 .
° Il rim borso si presenta in condizioni ch e si
com prendono facilm ente. P er 4 fr. e SO di rendita
4 1[2 0 |0 e 4 fr. di rendita 4 0|Q, i portatori ric e
veranno 1 0 0 franchi e g l’intoressi corsi dal 22 se t
tem bre, scadenza d ell’ ultim o cupone fino alla data
del rim borso. Per essere rim borsati bisogna farne
• domanda al Tesoro o negli uffici di finanza dal 1 4
al 2 3 novem bre.
2 .
° La conversione in rendita 3 0 [0 da diritto
ai portatori del 4 1(2 per cento, o del 4 0 [0 a
0 fr. 8 3 3 di rendita 3 °/0 per un fr. di rendita 4 ' / , e a
0 fr. 9 3 7 di rendita 3 °/0 per un fr. di rendita 4 ° / 0
Così il portatore riceverà :
P er 1 fr. di rendita 0 fr. 833 di rendita 3 T » 2 1 » 666 » » » 3 » 2 » 499 » » » 4 » 3 » 332 « » » 5 » 4 » 165 » » » 10 » 8 » 33 » »
È facile a ciascun portatore di rendita 4 1 12 0(0
rendersi conto della cifra di rendita 3 0 [0 che o t
terrà in cam bio della sua rendita 4 1 |2 per cen to ;
basterà ch e m oltiplici la cifra di qu est’ultim a per 8 3 3 .
In cam bio di 4 fr. e SO di rendita 4 1 |2 per
cento otterrà 3 ,7 4 8 5 di rendita 3 0 |0 (4 ,5 0 m olti
plicato per 8 ,3 3 ) e quella cifra di 3 ,7 4 8 5 di ren
dita 3 OjO varrà
Al corso di 82 102,46 Al corso di 81,87 102,08 */» » 87,90 102.33 */, » 81,60 101,96 » 87,80 102,21 > 81,50 101,83
L’ eccedenza di queste diverse som m e su 1 0 0 fr.
prezzo di rim borso di una rendita 4 ,5 0 rappresenta
il prem io ch e varrà secondo il corso della rendita
3 per cento e che vien guadagnato dal possessore |
di rendita ch e preferisce la conversione al rim borso
3.® Il possessore di rendita che vorrà con ser
vare in 3 0 /o la rendita ch e possiede sarà am m esso
a sottoscrivere la differenza fra la rendita 3 0 /0 ch e
li verrà assegnata e la rendita 4 1 /2 per cento ch e
presenterà alla conversione. Così il portatore di una
rendita di 1 0 fr. di rendita 4 1 |2 per cento , ch e
riceverà in cam bio un titolo 3 0 |o di fr. 8 ,3 3 , sarà
am m esso a sottoscrivere la differenza al corso di
fr. 8 0 ,1 0 .
Per conservare, in 3 Ólo una som m a di rendita
eguale alla rendita 4 1 12 per cento, il portatore di
una rendita 4 1 |2 per cento
Di 1 fr. dovrà versare 4,46 Di 7 fr. dovrà versare 31,22
» 2 »
»
8,92»
8>
»
35,68» 3 »
»
13,38»
9 »»
40,14» 4 »
»
17,84»
10»
» 45,58» 5 »
»
22,30 » 20 » » 89,16»
6 » » 26,76 » 30»
» 133,74S u ll’ am m ontare della som m a sottoscritta il
pós-sessore gode la differenza fra il corso di em ission e
cioè fr. 8 0 .1 0 e il corso effettivo del 3 ° / 0 alla
borsa.
Le iscrizioni di rendita non potendo crearsi che
per som m e rotonde in franchi così an ch e le so tto-
scrizioni non saranno am m esse che n elle stesse c o n
dizioni.
Il portatore di un titolo 4 1/ s per cento di 1 0 fr.
ha diritto ad un titolo di rendita 5 0/o di 8 . 3 3 es
sendo ridotto di fr. 1 , 6 7 . Per conseguenza ideila
conversione li verrà consegnato un titolo di 8 fr. e
per il di più una prom essa di iscrizione per 3 3 c e n
tesim i. L a , sottoscrizione non gli attribuirà ch e un
franco di rendita in vece di 1 .6 7 . Ma esso avrà tutte
le facilitazioni agli uffici del T esoro a Parigi, e n ei
dipartim enti, com e pure alla Borsa, sia per n e g o
ziare la sua promessa di iscrizione per fr. 0 . 3 3 sia
per com prarne una di fr. 0 . 6 7 su scettibile di essere
riunita agli altri suoi titoli, e di form are un titolo
di 3 ° / 0 di 1 0 fr. egu ale alla sua iscrizione pri
m itiva.
Il movimento commerciale e marittimo ài Genova
La Camera di Commercio di Genova ha recen
tem ente pubblicato il consueto resoconto statistico
del com m ercio e n avigazione di G enova per Tanno
1 8 8 6 confrontato col 1 8 8 5 .
C om inciando dalle operazioni com m erciali, tro
viam o ch e il m ovim ento com plessivo dèi com m ercio
nel 1 8 8 6 ascese ad una som m a com plessiva di
I.. 4 6 8 ,6 9 7 ,5 1 7 ed a peso a tonn. 2 ,0 9 0 ,4 9 2 , ch e
confrontato con quello del 1 8 8 5 dà una differenza
in meno di L. 4 6 ,3 7 3 ,6 6 4 sul valore, e una diffe
renza in più sul peso di tonn. 3 4 ,2 5 8 .
752
L’ E C O N O M I S T A
La dim inuzione del valore più ohe a decrescenza
di com m ercio, è dovala alla dim inuzione del valore
d elle m erci, poiché se si h a 'd im in u zion e'd i valore
per l’importo di L. 4 6 ,3 7 3 ,6 6 4 , si verifica invece
aum ento nel peso delie stesse, com e resulta dai se
guenti dati :
18 8 6 1885
Im portazione.. Tonn. 1,850,882 1,817.502 Esportazione... » 141,180 112,561 Transito per m are.. » 13,141 15,053 Transito per terra .. » 85. 486 111,118 T otale---- L. 2,090,492 2,056,234
Il com m ercio speciale diviso per categoria dà i
segu en ti resultati :
1886
Im p o rta z io n e E s p o rta z io n e
1. Spiriti bevande ed oli L. 10,882,705 15,783,984 2. Generi coloniali, droghe
e ta b a c c h i.. ... » 34,803,437 1,701,439 3. Prodotti chimici, generi
medicinali,resine e pro
fumerie... ...» 15,194,121 4,228,789 4. Colori e generi per tinta
e concia... » 6,489,003 607,508 5. Canape, lino, ju ta ed al
tri vegetali filamentosi
escluso il cotone... » F4, 344,348 3,554, 813 6. C otone...» 59.443,439 4,424,369 7. Lana, crine e peli--- » 21,333,923 3,547,859 8. S e t a . . . . ... » 1,812,304 6,812,544 9. Legno e p ag lia... » 12,257,163 2,921,820 10. C arta e lib r i... » 523,109 3,151,779 I L Pelli... » 18,467,050 2,145,962 12. Minerali, metalli e loro
la v o ri...» 27,821,497 15,340,951 13. Pietre, terre, vasellami
vetri o cristalli... » 28,954,197 2,302,935 14. Cereali, farine, paste e
prodotti vegetali non compresi in altre ca
te g o rie ... » 21,372,759 9,451,735 16. Oggetti d iv e rsi...» 3,328,000 4,397,117 Tot. gen. del com. specialeL. 340,706,525 98,198,183
1 diritti incassati dalla dogana di Genova durante
il 1 8 8 6 ascesero a L . 5 8 ,8 6 9 ,3 8 6 contro L. 88,18 4*40 5
nel 1 8 8 3 . Si ebbe così nel 1 8 8 6 un m inore incasso
di L. 2 9 ,3 1 5 ,0 1 7 , la qual differenza deriva quasi per
l’intero dai dazi di im portazione e più specialm ente
dalla categoria, generi coloniali, droghe e tabacchi,
la quale nel 1 8 8 5 dette un m aggiore incasso di
oltre 2 6 m ilioni e 5 0 0 mila lire, dovuto a m aggiori
sdoganam enti fatti in vista d ell’ aum ento dei dazi.
Fra i vari quadri statistici che fanno parte della
m entovata relazione ve n’ è uno che confronta i di
ritti incassati dalla dogana di G enova con quelli delle
altre dogane dello Stato, e da esso apparisce che
m entre la dogana di Genova Introitò nel 1 8 8 6
h- 5 8 ,8 6 9 ,5 8 6 , le rim anenti dogane dello Stato prese
insiem e, introitarono nello stesso anno L. 1 1 8 .9 2 6 ,1 3 5 ,
circa il doppio della sola dogana di G enova.
Il m ovim ento generale di navigazione ascese nel
1 8 8 6 fra carichi e vuoti a bastim enti 1 1 ,1 0 7 con
tonn. 5 ,2 1 7 ,4 2 0 , dei quali 3 ,4 0 3 di tonn. 1 ,3 9 5 ,7 8 4
erano vu oti.
Degli 1 1 ,1 0 7 bastim enti che form ano il m ovi
m ento di navigazione 5 5 4 0 di tonn. 2 ,6 2 6 ,4 9 2 fu
-20 novembre 1887
rono gli entrati, e 5 5 6 7 di tonn. 2 ,5 9 9 ,9 2 8 gli usciti.
Confrontati questi dati con quelli del 1 8 8 5 si ha
una dim inuzione di tonn. 6 0 5 ,4 0 5 nella navigazione
internazionale, m entre quella di cabotaggio è stata
m aggiore di toan. 1 9 5 ,0 1 2 , per cui la dim inuzione
com plessiva rim ane di tonn. 4 0 9 ,3 9 5 .
Ma la dim inuzione del tonnellaggio non ha corri
spondenza nel carico perchè le m erci ascesero a
2,7 48,291 tonnellate di cui 2 ,3 1 4 .2 4 6 in arrivo e
4 5 1 ,9 5 5 in partenza, con un aum ento com plessivo
sul 1 8 8 5 di tonn. 2 7 ,3 8 9 .
D istinguendo la navigazione a vela da quella a
vapore si rileva che i velieri furono 6 ,1 2 6 di ton
nellate 7 7 5 ,6 9 9 , e i vapori 1 ,9 8 1 di tonn. 4 ,4 4 3 ,7 2 1 .
E così il rapporto fra la vela e il vapore sta nella
navigazione del porto di G enova, in ragione del
tonnellaggio com e uno a sei.
La stazza media dei velieri resulta di 1 2 6 tonn.
e quella dei piroscafi di 8 9 2 .
Le costruzioni navali esegu ite nei cantieri del
com partim ento di Genova furono nel 1 8 8 6 d i 2 4
bastim enti della com plessiva portata di 2 ,2 1 4 tonn.
colla differenza su ll’ anno precedente di n. 2 basti
menti e 9 4 tonnellate di m eno.
LA CASSA DI RISPARMIO DI VERONA
Il consiglio di am m inistrazione della Gassa di ri
sparm io di Verona ci inviava la sua relazione sul
bilancio consuntivo del 1 8 8 6 . Ne darem o un breve
ragguaglio.
Il bilancio consuntivo del 1 8 8 5 si chiudeva con
le seguenti partite :
A ttiv o ... .. L. 44,680,762.20 P assiv o ... » 41,858,067.00 Maggiore attività L. 2,827,695,20
cifra che costituiva il patrim onio proprio della cassa
alla fine del 1 8 8 5 .
Il bilancio del 1 8 8 6 si ch iud e con una
A ttività d !... L. 48,563,590.78 e una p assiv ità.. » 45,221,260.96
e così
il patrim onio dell’ Istituto aum entava nel
1 8 8 6 di L. 3 ,3 4 2 ,3 2 9 .8 2 .
E sam iniam o adesso alcuni dei principali articoli
che costituiscono l’ attivo alla fine del 1 8 8 6 .
I m utui con ipoteca ch e sono I’ oggetto princi
pale d ell’ Istituto ebbero i! seguen te m ovim ento:
Al principio dell’anno i
mutui ipotecarj erano N. 593 per L. 15,189,708.02 D urante l’anno se ne
stipularono... » 106 » » 3,097,727.45
To t a l e N. 699 per L. 18,287,035.47 Vennero estinti... » 26 » » 837,650.02 Rimasero quindi alla fi
ne del 1887... N. 673 per L. 17,449,335.45