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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.750, 16 settembre

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE INTERESSI PRIVATI

Anno XV - Vol. XIX

D om enica 16 S ettem b re 1868

L ’ O n . E L L E N

A .

Ci riuscì inaspettata la notizia che 1’ on. Ellena intratteneva con un discorso politico i suoi eletto ri; _ ci recò m eraviglia somm a che 1’ on. Ellena sc e-gliesse il tem a « delle trattative com m erciali colla F ra n cia ». P areva a noi che per m olle ragioni, alcune delle quali di una opportunità elem entare, non do­ vesse essere F o n . Ellena l’uom o chiam atola difendere la recente conversione econom ica del G overno alle idee protezioniste.

Noi però alieni dalle considerazioni personali, non ci occuperem o dell’uomo che ha parlato, ma ci li­ m iterem o ad esam inare brevem ente le cose che il Sottosegretario di Stato ha dette ai suoi elettori, e come loro rappresentante e com e m em bro del Go­ verno.

Molte cose potrem m o rilevare intorno a quel d i­ scorso, soprattutto dovrem m o ram m aricarci che l’o­ ratore dall’alta posizione nella quale si tro v a, non abbia pensato di am m annire all’ Italia, la quale d o ­ m anda spiegazioni sulla nuova politica del Governo, che una ricom posizione dei concetti che il Sole, il Commercio ed altri periodici devoti alla^ scuoia dei protezionisti, o per bocca dell’ on. Rossi o per dettato d’altri, hanno resi com uni con replicati articoli. Il paese aveva diritto di conoscere — giacché t m anipolatori della nuova econom ia avevano la com­ piacenza di parlargli ufficialmente — quali lossero 1

motivi economici per i quali da un contegno m oderato conciliativo rappresentato dai trattati di com m ercio, si passava ad una guerra di tariffe; — e quali fos­ sero gli intendim enti avvenire del G overno sopra una questione di tanta im portanza.

L’ on. Ellena lungi assai dallo svelare il pensiero del Governo di cui fa parte, riu n ì nel suo discorso quei luoghi com uni che orm ai sono a tutti notissim i, ed ebbe 1’ audacia di affermazioni ed illusioni che ispirano serio tim ore sulla dottrina e sulla serietà degli uom ini, che reggono u n ram o così im portante della cosa pubblica.

F orse ciò non dovrebbe m eravigliare nel caso con­ creto; perchè 1’ on. Ellena, cresciuto e vissuto nel­ l'am biente della Direzione G enerale delle Gabelle, non può a meno di aver la m ente ristretta alla unilate­ rale osservazione che 1’ aspetto gabellario dei ra p ­ porti com m erciali del paese gli deve avere infiltrato nelle ossa ; — ma 1’ on. E llena era stato designato fin dal suo prim o apparire nel mondo politico com e una m ente superiore, seppellita fino ad ora nel m ondo burocratico, ma anelante di più alti voli e pronta a

d ar prove delle più straordinarie attitudini. — 11 di­ scorso di A nagni — il prim o che l’on. Ellena p ro ­ nuncia — e su un tema in cui dovrebbe essere padrone della m ateria , dim ostra che coloro i quali furono troppo corrivi ad attendersi grandi cose, sono rim asti gabellati davvero.

Non darem o un sunto del discorso dell’ on. E llena, discorso che veram ente non m erita tanto o n o re; ■ ma rileverem o soltanto le patenti contraddizioni nelle quali F o n . oratore si lascia cogliere, contrad­ dizioni le quali, riguardando punti essenziali del pro­ blem a, dim ostrano che all’on. Ellena m anca assolu­ tam ente un concetto chiaro e preciso della situazione, e probabilm ente inneggia oggi all’ on. Crispi, che ha rotte le trattative colla F ra n c ia , come avrebbe in ­ neggiato allo stesso m inistro se quelle trattative

avesse condotte a buon term ine.

E siamo qui a provare che il nostro giudizio, per quanto severo, non è im m eritato.

L’on. E llena m ette com e caposaldo della nuovi! condotta econom ica del G overno la necessita di se­ gu ire nei rapporti com m erciali colle altre nazioni lo svolgim ento della economia nazionale ; — « Q uando uno^stato — dice 1’ on. Ellena entra nel ciclo indu­ striale, vi penetra dalla porta dei lavori più facili ; quindi basta che i suoi dazi difendano le cose gros­ so la n e; e ciò riesce tanto più facilm ente, in quanto che i diritti specifici hanno n aturale tendenza a pe­ sare di più sui prodotti ordinari che sui fini. Che ne av v ie n e ? 1 capitali del paese e l’ operosità sua si portano preferibilm ente sui lavori più com uni e più protetti. La concorrenza interna sopra tali la­ vori diventa sì vivace, che elide in tutto o in parte la protezione doganale.... Intanto la industria estera aum enta le sue forze su i prodotti mezzani, e fini e quasi interdice all’arte patria di provarsi in essi. Di guisa che, se si vuole che la tariffa adem pia i suoi uffici econom ici è m estieri che a b rev i periodi si trasform i e che con più attento esam e dei caratteri fisici di prodotti, tenti di ragguagliare m eglio la m i­ sura dei dazi alla quantità e all’ eccedenza del la ­ voro incorporato. »

Questo periodo si può dire riassum e tutto il di­ scorso dell’ on. Ellena e tenta di giustificare ad un tempo la condotta del G overno e di preconizzarne la

politica avvenire. .

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prim a argom ento di tanta difesa da parte dello stesso on. Ellena ed oggi argom ento di tanta opposizione da parte dello stesso on. Ellena ; m entre Y Economista ha difeso quel trattato nel 4881 e lo difende ancora oggi contro l’ on. Ellena, il quale adunque negozia­ tore nel 1884 del trattato, avrà certo — come in tante occasioni volle provare — avrà certam ente firm ata una convenzione che rispondesse ai bisogni della nazione industrialm ente e com m ercialm ente!

Il trattato del 4881 fu stipulato in base alla tariffa del 4878; ma nel 1883 il G overno — auspice Fon. E l­ lena, si accorse che la nostra tariffa era sbagliata, in ­ vitò il P arlam ento a nom inare u na Commissione perchè ne studiasse un altra, e fu l’on. Ellena che venne nom inato relatore di questa Com m issione e redigè la nuova tariffa che servì a non rinnovare il trattato colla F rancia.

V orrebbe l’on. Ellena dirci come m ai dal 1884 al 1883 cioè in due anni e mezzo sia avvenuta quella evoluzione nella industria nazionale dalla quale risultò la necessità di proteggere i prodotti fini, invece dei prodotti ordinari?

R iferiscono che ad A nagni l’on. Ellena fu viva­ m ente applaudito quando intraprese questa d im o ­ strazione dei prodotti ordinari e dei prodotti fini che si sostituiscono in due anni nella econom ia, sventura­ tam ente così lenta e m eschina, come è l’ italiana ; ma non crediam o che nel resto d’ Italia riscuoterà egual m esse di applausi ; si vede troppo presto le bout de Voreìlle.

E rileverem o poi che non si capisce come mai I’ on. Crispí dopo aver fatte tante concessioni, m entre la F ra n cia si contentava della sem plice rin - nuovazione del trattato 1881, non sia riuscito a tro v ar modo di concludere una convenzione abba­ stanza eq u a ; — non si capisce su quali basi F o n . E llena dica che se si fosse rinnovato il trattato, esso avrebbe dato risultati peggiori di quelli che si hanno attualm ente, m entre anche Fon. Ellena. deve ignorare le basi sulle quali si avrebbe potuto definitivam ente co n v e n ire; — non si capisce come l’ on. Ellena si rivolga a coloro i quali hanno predetto che la rottura dei rapporti com m erciali colla F rancia potevano in­ fluire sul credito, e dica Joro che questi tim ori si chiariscono chim erici, se i listini della Borsa conti­ nuano a dim ostrarci com e — a parità di condi­ zioni — la malevolenza del m ercato di Parigi si m ostri sulla rendita italiana ad ogni storm ir di fo­ g lia ; — non si capisce com e l’ on. E llena faccia tutta quella chiacchierata sulla esportazione dei vini e^ sulla coltura della vite, se ò precisam ente dal G overno che vennero sem pre ai viticuìtori o gli in­ coraggiam enti od i disperati consigli.

Ma per noi basta aver rilevato che 1’ on. Ellena fu infelice anche nel tentativo della nuova teoria dei prodotti fini e dei prodotti ordinari, per dedurre che con questo capo saldo cade affatto tutto l’edilì­ zio — se pure un edilìzio può dirsi — del suo discorso. Noi concluderem o riportando due im portanti giu­ dizi altrui, sul discorso dell’on. E llen a; e li togliamo da due giornali, se non am ici, certo non avversari del M inistero.

Il Corriere della sera, il giorno dopo il discorso dell’ on. Ellena scriveva: « Il Lanifìcio Rossi, in seguito al discorso dell’on. Ellena, in favore delle tariffe generali, migliorato già ieri a 1533, pro­ gredì stamani sino ' a 1565, piegando poi a 1150 circa ».

E non più tardi di ieri il Popolo Romano com ­ m entando il discorso di A nagni, sc riv e v a : « La ra­ gione precipua, V on. Ellena, lo sa meglio di noi, della necessità di modificare il trattato, vuoi con trattative senza denuncia o precedute dalla denun­ cia fu quella di svincolare, con tutti, le voci della industria siderurgica e metallurgica, onde assicurare l’esistenza a questa nuova industria (Terni), per ragioni materiali e per interessi inerenti alla difesa dello Stato ».

O ra, noi che non abbiam o fatte le tariffe nuove, nè pronunciato il discorso di A nagni, nè fatti 1 com m enti sopra rip o rtati, noi desideriam o che la economia nazionale sia condotta in m odo che non rim anga n ell’arbitrio di u n M inistro o di un Sotto- segretario di Stato di far aum entare o dim inuire le azioni del senatore Rossi e dell’m g. Breda, con u n discorso o con una difesa. — E crediam o che la grande m aggioranza del paese sia del nostro parere.

A PROPOSITO DEL RIBASSO DEL SAGGIO DELLO SCORTO

La recente polemica sul ribasso dello sconto, alla quale hanno preso parto parecchi organi della stam ­ pa italiana, e noi tra essi, ha avuto in questi giorni un epilogo che m erita di venire segnalato ai nostri let­ tori. Essi infatti ricorderanno che oltre alle ragioni pe­ culiari alla situazione m onetaria del nostro paese — da noi svolte am piam ente nei nostri articoli su questo argom ento — non abbiam o m ancato di a c ­ cennare anche a quelle ragioni più generali c o n ­ cernenti il m ercato m onetario internazionale. R ise r­ biamo al prossim o num ero un esam e più particola­ reggiato della situazione internazionale, ma intanto ci pare opportuno di osservare che la dom anda di un ribasso nello sconto contraddiceva patentem ente non solo con la situazione in te r n a , ma anche con quella che già delineavasi all’estero.

Da alcune settim ane era palese la necessità di elevare il saggio dello sconto sui m ercati regolatori, affine di poter preserv are efficacem ente le riserve m etalliche degli Istituti di em issione. Invero parec­ chie circostanze, quali i prestiti recentem ente em essi, e la necessità di larghe im portazioni di cereali per saldare il deficit che presenta il raccolto in E uropa, concorrono a rendere fin d ’ora più caro il prezzo del danaro e a far presagire un periodo avvenire di saggi di sconto piuttosto alti. In considerazioue di questi fatti i D irettori della Banca d’Inghilterra non hanno più esitato ad aum entare di un punto il sag ­ gio m inim o ufficiale portandolo al 4 0 |o ; la Banca di F rancia dal 2 1 |2 0(0 lo ha portato al 3 1 |2 0 |o , la Banca A ustro-U ngherese dal 4 al 4 I |2 ; la Banca im periale russa dal 5 al 6 0 /o per le cam biali a sei mesi e al 6 1 /2 0 /o per il portafoglio da 6 a 9 mesi,

Sottoponiam o allo studio sagace dei nostri av v er­ sari, in ¡specie dell’ autorevole scrittore del Diritto, questo cam biam ento notevole nei saggi officiali dello sconto, m aturatosi proprio d urante il periodo in cui ferveva più vivace il dibattito nella stam pa italiana.

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L’ E C O N O M I S T A 607 16 settembre 1888

L’ INCHIESTA MONETARIA INGLESE "

1K.

L’im portanza delle relazioni com m erciali tra l’In ­ ghilterra e i paesi orientali, com e l’India e la China, si rispecchia n aturalm ente nei due rapporti finora pubblicali dalla Com m issione britannica. L e testi­ monianze infatti che riguardano gli effetti ^monetari delle relazioni com m erciali tra l’E uropa e l’Asia ab­ bondano ed hanno indubitatam ente u n interesse r i­ levante. Così il secondo volum e-si apre con la de­ posizione d’ un m em bro del Parlam ento, il signor W illiamson di Liverpool, che ha fatto per lungo tempo affari col Chili, con la California, coll’India e con altri paesi che im piegano l’ argento nelle loro transazioni.

Questo negoziante ritiene che 1’ adozione più ge­ nerale del tipo aureo ha avuto una influenza lunesta pel com m ercio, abbassando i prezzi e rendendo dif­ ficili gli scambi. P e r lui le difficoltà che già ne ri­ sultano e che sono gravi, si aggraveranno ancora di più nell’avvenire, i capitalisti trovandosi sem pre meno disposti a favorire le im prese di strade ferrate, canali ecc. nei paesi a tipo argento che pagano gli interessi in piastre o in rupie. Le fluttuazioni del cambio sono pure una vera calam ità. Le Banche indiane hanno tentato bensì di ovviare a queste dif­ ficoltà, ma esse sono state indotte a speculare sul cambio e qualcuna tra esse se ne è trovata molto male.

Parlando del Chili in particolare, il sig. W illiam - son am m ette che quand’ anche l’argento avesse un prezzo fermo, stabile d appertutto, vi sarebbero ancora delle fluttuazioni nel Chili a cagione della carta mo­ neta e del corso forzato. Però se fossero prese delle misure per fissare il valore relativo dell argento ri­ spetto all’oro, questo sarebbe pel Chili e per gli altri paesi la cui situazione è identica, un potente incoraggiam ento a rip ren d ere i pagam enti in moneta metallica.

Si parla m olto, osservò il W illiam son di certi vantaggi, clic com penserebbero gli inconvenienti già segnalati, derivanti dallo stato attuale di cose.

P er ciò che concerne l’ India si dice ad esem ­ pio che 1’ esportazione è stata stim olata e incorag­ giata per effetto del deprezzam ento dell’ argento. V i sarebbe, secondo questa testim onianza, una grande esagerazione. 11 ribasso del nolo ha avuto tanta in­ fluenza quanta ne ebbe il ribasso del cam bio sullo sviluppo che ha preso l’esportazione del grano. Il nolo dei vapori è sceso in questi ultim i anni da 55 a 2 0 scellini la tonnellata, pel grano che viene da Bombay o da C a lc u tta; ed è facile com prendere qual’effetto debba aver avuto una sim ile riduzione di spesa. Sta in fatto, del resto, che 1 im pulso dato nell’India a certe industrie è stato considerabile. Molte fabbriche di iuta sono state fondate a C alcutta sopra una grande scala e vi sì fabbrica la jula a prezzi

con i quali l’ industria di D undee può lottare con difficoltà. Ma questi vantaggi sarebbero com pensati dalla perdita che il ribasso del cam bio fa subire al G overno indiano e dalla lotta, spesso ineguale, che il com m ercio e I’ agricoltura deli’ Inghilterra hanno da sostenere contro l’India.

Il rim edio starebbe pel sig. W illiam son nel ritorno al bim etallism o e allo stato di cose che esisteva in F rancia avanti il 1 8 7 4 ; ma sopra una base più larga. La F rancia da sè stessa non può nu lla oggi; la F rancia e gli Stati Uniti agendo insiem e potreb­ bero far riv iv ere quel passato. Ma gli S tati Uniti vorranno essi avventurarsi in una sim ile via senza il concorso dell’Inghilterra a della G erm ania ?

Il rincaro dell’ oro e le sue conseguenze dannose trovò un altro difensore nel signor B arr Robertson. Q uesti ha abitato gli Stati Uniti e vi ha fatto uno studio speciale sull’ im portazione ed esportazione dell oro e dell’argento. Il risultato, riguardo all’Inghilterra, sa ­ re b b e 'c h e dal 18 6 6 al 1875 essa ebbe un guadagno di 50 m ilioni di sterline e negli undici anni se­ guenti dal 187 6 al 1886 una perdita di 1,207,000 sterline ; egli valuta poi la circolazione m onetaria del Reano Unito in 1 2 4 ,7 6 8 ,0 0 0 sterline. Q uesti calcoli però sollevano molti dubbi sulla loro esattezza e non giova sofferm arvisi. P iuttosto conviene di vedere in che modo il R obertson spiega gli effetti perniciosi, derivanti dal rincaro dell’ oro, sulla situazione re la ­ tiva delle varie classi del paese. Prem esso che egli crede vi sia u n rapporto diretto tra la quantità di num erario e il prezzo delle cose in generale e che è impossibile di rid u rre la quantità di num erario senza rid u rre proporzionalm ente i prezzi, così si espresse :

« T utti i prod u tto ri hanno avuto a sopportare gravi perdite. T utti quelli che possedono dei valori a reddito fisso e dei salari fissi hanno realizzato un beneficio considerevole. La contrazione della nostra circolazione d’oro nel corso di undici o dodici anni deve essere calcolata a oltre il 30 0/0{?). Bisogna dunque valutare a 30 0 /0 il ribasso dei prezzi che ne è risultato. Il debito nazionale com putato in 740 m ilioni di sterline rappresenta oggi una quantità di m erci che anteriorm ente non si avrebbe potuto p ro ­ cu ra rsi con m eno di 1,057,4 43,000 sterline. S u p ­ pongasi che due persone abbiano im piegato ciascuna 100,000 lire sterline duran te il periodo 1 8 7 0 -7 4 ma che una abbia im piegato il suo danaro in con­ solidato e che l’altra ab bia'acquistato una proprietà per ricavarne una rendita. Oggi il capitalista^ ha le sue 100 ,0 0 0 sterline intatte e come potenza d ’acqui­ sto esse equivalgono a 143,000 sterlin e; ha inoltre, o meglio aveva prim a della ultim a conversione le sue 3,000 sterline 1’ anno, il cui valore relativo si tro v a accresciuto di 1,290 sterline. Il proprietario fondiario invece non troverebbe che 7 0 ,0 0 0 ster. dalla vendita della sua proprietà. E tuttavia se la quantità di num erario si fosse conservata la stessa dal 187 6 a oggi, come dal 1866 al 187 5 la sua proprietà dovrebbe valere ancora centom ila ste rlin e e for­ nirgli un reddito corrispondente. Uno studio accu­ rato della questione m onetaria m ostrerebbe proba­ bilm ente che vi è stato uno spostam ento di ricchezza alm eno per 2 m iliardi di ste rlin e ; le classi pro d u t­ trici perdendo ciò cbe guadagnano i capitalisti.

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m onetaria; l’India paese di circolazione norm ale per Tormento fa sentire le stesse lagnanze. In queste condizioni il bim etallism o non im pedisce ai prezzi di scendere. Se si vuol giungere a un sistema m one­ tario che m antenga nella moneta un potere di acquisto quasi uniform e non vi è che da em ettere una c a rta - neta, non convertibile, il cui valore al pari di quellotno dell’ oro e dell’ argento, sarebbe fissalo secondo un numero indicatore sim ile a quello de\YEconomist ». Abbiam o riprodotta la sostanza di questa deposi­ zione perchè conviene farsi un idea precisa di certe argom entazioni errate, fondate o su fantastiche in ­ terpretazioni dei fatti o su calcoli punto attendibili. Del resto altre testim onianze, rispondono in diretta­ m ente a questa difesa di una così strana eresia, com e quella dell’ em issione di carta moneta incon­ vertibile a valore fisso.

Il sig. Com ber, banchiere di M anchester, non è bim etallista e reputa im possibile lo stabilire in modo perm anente u n rapporto fisso tra l’oro e l’argento e nota che tutti i paesi che hanno provato il doppio tipo hanno dovuto più tardi rinunciarvi. Gli si op­ porrà l’esem pio della Francia dove fino al 1875 il prezzo dell’argento m algrado le variazioni nella pro­ duzione dell’oro e dell’argento era quasi sem pre lo stesso. Ma ciò dipende, osserva il Com ber, dall’azione esercitata dalla zecca francese e dal fatto che le va - riazioni sopravvenute nella produzione dei due m e­ talli la trovarono largam ente provveduta del m e­ tallo che si trovava in eccesso di produzione. Prim a della grande produzione d’oro della California ed A ustralia la circolazione monetaria della F rancia era stata quasi esclusivam ente in argento e la F ra n ­ cia era dunque in grado di fornire molto argento e di assorbire molto oro. P er contrario quando l’a r ­ gento fu prodotto in grande quantità la circolazione m onetaria della F rancia era principalm ente com po­ sta d’oro ; essa aveva abbastanza oro per fornirne alle altre nazioni e avrebbe potuto attrarre a sè molto argento se avesse continuato a coniarlo.

Il sig."C om ber considera che il rincaro dell’ oro è u n vantaggio per l’Inghilterra, paese creditore, che ha prestato molto alle nazioni straniere sulla base dell’oro e che riceve sotto forma di merci l’interesse dei suoi capitali. R itiene pure che l’India trae van­ taggio dal deprezzam ento dell’ argento perchè più esso ribassa, più ne ottiene dai suoi debitori. Del resto l’India non dom anda che si legiferi sulla que­ stione m onetaria. Il C om ber ha citato anzi il voto seguente em esso nel 1 8 8 6 a una grande m aggio­ ranza dalla Cam era di Com m ercio di Bombay. « P ur riconoscendo gli inconvenienti delle variazioni co­ stanti del cam bio, la Cam era è d’avviso, dopo aver studiato la questione sotto tutti i suoi aspetti, che il ribasso del cambio lascia un m argine di guadagno al com m ercio e alla popolazione dell’ India e che conviene di lasciare che le cose seguano il loro corso naturale. »

A ccennerem o infine a un’ altra deposizione che ci pare im portante. Il sig. B ertram C urrie, presidente del Com itato delle finanze del Consiglio dell’ India respinge ancor egli l’idea di m odificare per mezzo di legge il sistem a m onetario inglese. Si parla molto dei mali risultanti da un cam biam ento nel valore dell’oro rapporto alle cose necessarie alla vita e ra p ­ porto all’argento. Il sig. C urrie si dichiara scettico a questo riguardo e si rifiuta di am m ettere che il ribasso dei prezzi sia il risultato di una carestia di

oro. E dopo tutto dom anda, è un male che i prezzi abbiano d im inuito? Non si è creduto finora che il buon m ercato era una delle condizioni del benes­ sere e della prosperità?

L ’oro non è il solo che abbia influenza sui prezzi, mnj anche gli altri mezzi di scam bio, chèques, stru ­ menti di credito, eco., i quali hanno preso un grande sviluppo, esercitano la loro azione. Yi è stato per esempio negli ultim i anni un aum ento rim archevole nel num ero e valore dei vaglia postali. Ne furono emessi 4 milioni e mezzo nel 1885 rappresentanti un valore di 2 milioni di sterline e nel 18 8 6 25 milioni e 3 /4 per un valore di 10 m ilioni. E si noti che i vaglia postali essendo em essi per piccole somme sono particolarm ente efficaci per sostituire l’oro. Un pari effetto risulterà senza dubbio dal num erocrescente delle banche suburbane che servono una classe di clienti pei quali I' oro era fino a poco tem po fa il grande strum ento delle transazioni.

Nel 1880 il num ero totale degli cheques tratti sulle banche di provincia alle quali la casa G lynn and C.o serviva di c o rrisp o n d e n te , furono per tre giorni 10,950, e di questi 4 6 2 ossia 2 1 /4 0 /0 erano al disotto di una ste llin a ; nel 1887 il num ero totale degli cheques per i tre giorni corrispondenti è stato di 3 5 ,0 0 0 di cui 1,481 ossia il 4 per cento al di­ sotto di una sterlina. In sette anni la proporzione degli cheques inferiori a una sterlina era raddoppiata. Lo stesso deponente per provare che non vi era la carestia di oro, fece osservare che nei 12 anni prima del 1873 lo stock d’ oro della Banca d’ Inghilterra era in media di 1 8 ,5 0 0 ,0 0 0 s te rlin e , e negli anni successivi è stato in m edia di 25 milioni di sterline, e il saggio medio dello sconto alla Banca è stato 4 1 /16 nel prim o periodo e 3 1 /5 nel secondo.

Le deposizioni interessanti non sarebbero finite ; ma la nostra consultazione deve per necessità a r­ restarsi qui. Ci siam o proposti di dare solo le opi­ nioni di alcuni uom ini d’ affari ; perchè quelle di scrittori, com e il prof. N icholson, il Giffen, il S auer- beck, il P aigrave, ecc., o sono già note da tem po, o si possono desum ere dalle loro pubblicazioni. E chiaro che la Com missione, in mezzo a tanta discor­ danza di cifre e di statistiche, di apprezzam enti op­ posti della situazione rispettiva dell’ Inghilterra e dell’India, e di rim edi c o n tra d d itto ri, non deve tro­ vare facile compito quello di stendere la Relazione finale. Ma vi è un punto sul quale si è trovata d ’ac­ cordo la g ran m aggioranza delle persone chiam ate a consulto, ed è che se sarebbe visto e accolto con piacere un accordo delle altre potenze per m iglio­ rare la posizione dell’ argento , all’ Inghilterra però conviene di continuare così com e ora. È una poli- tie'a che qualcuno chiam erà egoista o perfida ; noi crediam o che sia accorta e ragionevole.

Rivista Bibliografica

E. M asè-D ari. — Saggio sulla influenza della coltiva­ zione intensiva nella rendita fondiaria. — Torino, Fratelli Bocca, 1888, pag. 112.

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609 16 settembre 1888 L’ E C O N O M I S T A

ostante che qualche illustre scrittore non voglia ac- fordarvi gran peso, mai come nell’ epoca attuale la teoria ricardiana della rendita si è trovata in aperto conflitto coi fatti. Il principio fondam entale^ su cui fu assisa dal Ricardo la teoria della rendita è quello che il valore norm ale dei prodotti agrari è dato dal costo di produzione più alto, m entre abbiam o assi­

stito ed assistiamo tuttora al predom inio del costo piu basso E niuno potrebbe arrischiare una profezia in- ,¿nio alla durata di questo predom inio, perchè è vano cereare il limite della concorrenza agricola, quando rimangono ancora regioni im m ense da dissodare. Ma prescindendo dai fatti contem poranei e rim anendo stremamente sul terreno della speculazione, sono sem ­ pre de^ne di considerazione le teorie che negano la esistenza di un sopra reddito fondiario gratuito. La rendita fondiaria, in astratto considerata, si può certo concepire, ma perchè appaia indiscutibilm ente è. ne­ cessario trascurare varie cause che tendono ad eli­ minarla, a falcidiarla, a trasform arla. F ra queste cause non è da om ettersi quella della coltura intensiva, ed è appunto di essa che si occupa il sig. M ase-D art in questo suo scritto che fa parte della « Biblioteca di Scienze Sociali » pubblicata dai fratelli Bocca.

L’A utore fa nel prim o capitolo un « abbozzo sulla rendita fondiaria » nel quale, in sostanza, esam ina e critica alcune tra le dottrine che sono state esposte intorno alla rendita. E fin dalle prim e pagine egh pone queste dom ande : esiste rendita fondiaria di fronte ai nuovi metodi di coltivazione? I capitali ri­ versati nel suolo, per stim olarlo ad una maggior produzione, invadono essi nella loro necessaria rein­ tegrazione quel m a rg in e , già p ic co lo , che rim ane come sovra red dito e vien detto rendita foudiaria . La risposta dell’ A utore è negativa per la prim a e affermativa per la seconda dom anda. Il M ase-D.iri contrariam ente al W olkoff che trovava una causa di rendita nella coltivazione intensiva, vi trova la piu aperta negazione del soprareddito gratuito, (pag. 2 )• « Intendo, scrive egli, che la rendita fondiaria può esistere e teoricam ente ed in fatto , perchè la leira è capace di d are per sè so la , senza il concorso di umano lavoro, prodotti utili a soddisfare um ani in­ sogni ; ma il lavoro um ano, sia questo attuale e svi - luppantesi o passato ed accum ulatosi, è Ireno e li­ mitazione della esistenza di una rendita fondiaria ; sicché più cresce il lavoro um ano e più dim inuisce la rendita ; e quando non succeda la più completa reintegrazione del lavoro um ano, allora svanisce la rendita e subentra il profitto,- il reddito del capitale, d ie è tutto devoluto a chi il capitale detiene ». (pag. 27).

Il capitolo secondo è appunto dedicato a provare come pel sistem a delle culture intensive, m ediante cioè la capitalizzazione del suolo, d ie è un impiego di capitali nello sfruttam ento della terra com e capi tale, non si ha più vestigio alenila di rendita, ma

solo sì m ostra il profitto del capitale.

La dim ostrazione di questa tesi e assai diffusa e forma gran parte del libro. Noi non possiamo se­ guire l’ A utore nelle sue varie considerazioni e nella confutazione eh ’ egli fa delle obbiezioni possibili o delle tesi già sostenule da altri scrittori. P er il Masè- Dari la necessità di restituire alla terra ciò che le si va tooTiendo opera la sostituzione della ricchezza derivata alla ricchezza naturale, finché arriva un punto in cui la sostituzione è com pleta; allora la capitaliz­ zazione è pure com pleta e la rendita fondiaria ee lin u

-nata. Sta in fatto che le m igliorìe agrarie furono ri­ conosciute com e cause falcidiatrici della rendita fon­ diaria ; lo S tuart Mill e il Loria ad esem pio, ci hanno insistito molto. Il Loria anzi, appunto perchè ritiene i proprietari fondiari necessariam ente avversi ai m i­ glioram enti rurali che produrrebbero con un de­ prezzam ento delle derrate una dim inuzione della ren ­ dita, non ha trovato nulla a ridire suda proposta del M orlara ( J doveri della proprietà fondiaria, eoe.), pei prestiti forzosi a favore dell’agricoltura. La teoiia che pone a fondam ento della negazione della rendita, la capitalizzazione del suolo applica un concetto già abbastanza com une e giùnge a un risultato non privo di valore.

Il libro del sig. Masè-Dari tenta una dim ostrazione che a certi econom isti, colla confusione dom inante in questa m ateria, parrà insostenibile; ma «he è, forse, m eno lontana dal vero di molte altre. E de­ plorevole però che l’A utore non abbia m eglio ord i­ nata la m ateria del suo scritto, resa più sem plice e chiara la locuzione e svolti con m aggior precisione

alcuni punti. , .

A noi la lettura di questo Saggio, pregevole pel concetto fondam entale, ci ha fatto credere che 1 A u­ tore abbia pubblicalo piuttosto delle note prese a sbalzi, che un ’ opera m editata e l elaborata sufficien­ tem ente. Se ci è perm esso dare un consiglio, direm m o all’Autore di m ettere uri po’ più d’ordine e di fila- tura logica nelle idee , e allora le sue considerazioni, spesso acute e interessanti, acquisteranno maggior im portanza scientìfica e m aggiore efficacia sulla m ente del lettore.

William Harbutt Dawson — German Socialismi. and

Ferdinand Lassalle. A biographical lustory ot p e r­ niali socialistic movements daring thè century. —

London. Swan Sonnenschein and Co., 1888, pag. dOU. Vi sono in G erm ania , com e in altri paesi, varie specie di socialisti; conservatori, accadem ici, di Stato, cristiani, cattolici, dem ocratici, ecc. E di questi ul­ tim i, del partito cioè della dem ocrazia socialista, che il D aw son si occupa in questo v o lu m e , con molta larghezza, con sufficente conoscenza della letteratura socialista, cou una certa indipendenza di giudizi.

Q uantunque l’Autore abbia inteso di fare una sto­ ria biografica il suo libro contiene qualche cosa di più. Eoli infatti dopo avere chiarito nella in tro d u ­ zione lo scopo che si è proposto, e m ostrato in qual senso debba intendersi la dem ocrazia socialista della G erm ania, tratta opportunam ente delle basi storiche del m ovim ento socialista germ anico e delle teorie prim itive socialistiche e com unistiche. Mostra aclun- que l’influenza dei fattori filosofico, politico ed eco­ nom ico e in che consisteva il socialism o di biclite, ili Mario, di W eitling, ecc. Passa poi ad esporre le idee del R odbertus, del Marx e del Lassalle, n a r­ rando la loro vita e la loro opere. Del Lassalle in iapecie, il signor D awson ha fatto una com pleta bio - „rafia che, com e è facile com prendere, non pecca certo per interesse e che è arricchita del ritratto del sran d e abitatore di Breslavia. Gli ultim i capitoli tra t­ tano dello svolgim ento ulteriore, cioè dopo la m orte di Lassalle, della dem ocrazia socialista, dell’A ssocia­ zione Internazionale, del periodo della repressione e dell’ aspetto attuale del movim ento socialista tedesco. Di questi due ultimi capitoli ci proponiam o di dare un sunto in un prossimo num ero dell’ Economista, per l’ interesse d attualità elle presentano.

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L’A ulore dim ostra in tutto il suo libro di cono­ scere assai bene le varie fasi del m ovim ento socia­ lista della G erm ania e la sua narrazione è ricca di particolari utili a conoscersi. Non è certo uno studio teorico, nè il D aw son ha inteso di farlo ; ma come storia biografica e narrazione di fatti contem poranei è condotta con diligenza e m erita di esser fatta co­ noscere.

Notizie. — Nuove pubblicazioni pervenuteci: Direzione Generale della Statistica. — Annali di Statistica. — Statistica Industriale. — Fascicolo X I. Notizie sulle condizioni industriali dell’Isola di S a r ­ degna «on una carta stradale e industriale. — Roma, Botta, 1887, pag. 80.

Idem. —■ A nnali di Statistica. — Statistica In d u ­ striale. Fascicolo X II. Notizie sulle condizioni indu­ striali della provincia di S alerno. — Rom a, B otta,1888, pag. 75, con due carte.

Moreton Frewen. — T h e Econom ie Grisis. — London, Kegan Paul, T rench and Co., 1888, pag. 194.

R. Dalla Volta. — S ulla recente depressione eco­ nom ica. M emoria letta alla R. Accademia dei Georgo- fili nell'A dunanza del dì 5 agosto 1888. — Firenze, Cellini, 1888, pag. 40.

Dr. Gustav Gross. — W irtsehaftsform en und W i- rtsehaftsprinzipien. Ein B eitrag zu r L eh re von der O rganisation d er V olksw irthscliaft. — Leipzig, Dun- ck e r und H um bìot, 1888, pag. 202.

Prof. Giacomo Luzzatti. — Evoluzione E cono­ m ica e legge del valore. — L ettura fatta all’Ateneo V eneto. — V enezia, tip. F ontana, 1888, pag. 75.

Giovanni Della Dona. — Delle Crisi Econom i­ che. — Studio. — T orino, F ratelli Bocca, 1888, pag. 85.

John Venn. — The Logic of Chance, An E ssay on thè foundations and province of thè theory of probability, w ith especial reference to ist logicai bearings and its application to Moral and Social S cience and to Statistics — third editimi — L o n ­ don, M acmillan and Co., 1888, pag, x x ix -5 0 8 .

(Rivista (Economica

Le deliberazioni del Congresso operaio inglese.

La ispezione delle fabbriche e le corporazioni in Austria.Le relazioni commerciali ¡falò-germa­

niche secondo H rapporto del console italiano a Francoforte.

Sabato scorso ebbero fine le discussioni del Con­ gresso delle Trades Unions, sul quale abbiamo ri­ chiam ata la volta scorsa l’attenzione dei lettori. P er quanto i resoconti pubblicati dai giornali inglesi siano diffusi, noi non possiamo dare qui che una idea generale delle discussioni, trattandosi il più spesso di argom enti sui quali troppe volte si è di­ scusso perchè possano serbare il pregio di qualche novità.

C onsiderando nell' insiem e i dibattiti avvenuti al Congresso di B radford, si può n o ta re anzitutto che tra le deliberazioni prese non vi è sem pre quella coerenza che sarebbe desiderabile. Questo del resto

si com prende facilm ente. L ’operaio non è uno scien­ ziato, uno studioso avvezzo alle speculazioni più o meno filosofiche; egli conosce con esattezza piena o no. secondo i casi, le circostanze dalle quali dipen­ dono il suo benessere e il suo progressivo miglio­ ram ento, ha il sentim ento della solidarietà e non è sem pre disposto ad approfondire la v irtù dei mezzi che gli sono messi innanzi com e rim edi a qualche lato deplorevole della vita econom ica. Non è quindi retto senso della realtà delle cose il chiedere la coe­ renza assoluta o l’esigere che certe proposte non vengano fatte e certe deliberazioni approvate; bisogna tener conto di molte escussoti e cercare piuttosto che la luce del vero si possa diffondere sem pre più. Anche le società operaie inglesi, per quanto siano più assennate di quelle degli altri paesi, sono for m ate da operai e si com prende quindi il sentim ento ostile verso certe classi. Così nel Congresso di B rad ­ ford l’ostilità contro le classi dei proprietari fondiari sì è m anifestata apertam ente e la risoluzione a fa ­ vore della nazionalizzazione del suolo e i discorsi dichiaranti che la terra d ev ’essere restituita al popolo non sono m ancati ed hanno incontrato il plauso della m aggioranza. Un solo oratore com battè la mozione e le idee svolte dagli altri e poiché si dice che la terra è stata rubata dom andò da chi e quando, e non esitò a dichiarare ai suoi com pagni che erano dom inati dalla passione anziché dal senso della giustizia.

V arie lagnanze furono fatte riguardo alla insuffi­ cienza dèlia ispezione nello fabbriche e risultò tra le altre cose che nel G alles del Sud e nel M onm ou­ thshire dove vi sono da 3 a 4 0 0 0 fabbriche e of­ ficine, il solo ispettore che vi si trova può eseguire a stento T ispezione di ciascuna fabbrica ogni tre anni. F u approvato ad unanim ità la mozione che il Congresso vede con gran d e allarm e le violazioni della legge sulle fabbriche che giornalm ente hanno luogo e affida al Comitato parlam entare di ottenere dal G overno l’aum ento degli ispettori. Il Congresso ha accolto tutte le pioposte in favore dell’intervento dello Stato ed ha dim ostrato di non av e r m olta fi­ ducia nell’ azione com binata dei soli operai. Ma in pari tem po condannò il progetto di legge per la co­ stituzione di un fondo p e r le pensioni alle vedove ed agli orfani dei m arinai della m arina m ercantile, p e r­ chè tendente a distruggere il selp-help, dando così u n esem pio di quella incoerenza a cui accennavam o prim a.

F u proposto che gli operai form ino associazioni elettorali in tutti i centri industriali, allo scopo di inviare a l P arlam ento-operai capaci di parlare con autorità sulle questioni che li riguardano. Circa alla questione della giornata di lavoro lim itata a otto ore, da un rapporto letto dal Com itato direttivo si desum e che una inchiesta fatta recentem ente per conoscere il parere delle singole società operaie diede risultati negativi, cioè sfavorevoli alla riduzione della giornata, specie p er effetto di una legge. P er un voto fu respinta u n a mozione favorevole a un bill ohe fissasse appunto le otto ore di lavoro e la q u e ­ stione venne nuovam ente sottoposta a u n ’ inchiesta da essere com piuta dal Com itato P arlam entare.

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16 settembre 1888 L ’ E C O N O M I S T A 611 ram ente il senso della giustizia e concedesse tutto

alle diatribe socialiste è quello della te rra. F inché esso chiede la riform a delle leggi fondiarie, le sue domande possono e debbono essere prese in consi­ derazione, com e quelle altre sulla responsabilità dei padroni per gli infortuni, sulle ispezioni nelle fab­ briche eco., ma quando dom anda la restituzione della terra al popolo rivela il guasto che le dottrine del G eorge hanno fatto negli ultim i anni.

Ad ogni modo per la serietà della discussioni, l’ importanza degli argom enti e il modo pratico con cui furono esam inati, il ventunesim o Congresso delle società operaie inglesi non ha sm entito la fam a che si sono acquistate le Trades Unions.

— V iviam o in un periodo di febbrile attività legi­ slativa che nella m aggior parte dei casi significa cre­ scente intervento dello Stato nelle relazioni private. E quelle clic abbondano sono specialm ente le leggi destinate a proteggere l’industria nazionale, a inter­ venire in favore dei deboli. F ortunatam ente buon num ero di queste leggi, trovando grandi difficoltà nella loro applicazione, cadono in dissuetudine o sono applicate solo in piccola parte. Che se qualcuna riesce a qualcosa di concludente ciò dipende il più spesso da circostanze particolari, come dallo zelo in ­ telligente di qualche funzionario. Tale è il caso, a quanto pare, della ispezione delle fabbriche in A ustria sotto la direzione del signor M igerka. Q uesta ispe­ zione è stata organizzata nel 1884. e i rapporti an ­ nuali che già si posseggono sono assai istruttivi.

Non si tratta soltanto per gli ispettori, che sono agli ordini del sig. M igerka, di esercitare una sor­ veglianza, un controllo più o meno benevolo, ma soprattutto di servire da interm ediari tra padroni e operai, di cattivarsi la fiducia degli uni e degli altri, di contribuire alle buone relazioni reciproche.

E i dati e i fatti riferiti nel rapporto ultim o lo provano ad esuberanza. La fiducia degli operai e dei padroni negli ispettori delle fabbriche, nou cessa di aum entare. Nel 18 8 6 gli operai si sono rivolti agli ispettori in 13 5 9 casi, nel 1887 in 1557 casi; e di questi ultim i l’ispettore è stato in grado, p er 1152 casi, di ottenere soddisfazione per l’operaio, od al­ meno di dargli un consiglio com petente; in 332 casi ha declinato ogni intervento.

Gli ispettori delle fabbriche hanno anche impedito degli scioperi, od hanno contribuito efficacem ente a farli cessare. Così, nel circondario di P ilsen, 8 0 0 operai e operaie di una m anifattura di porcellane avevano abbandonato il lavoro in seguito alla ecces­ siva severità di un nuovo direttore tecnico. L’au to ­ rità locale ricorre all’ispettore e questo fa nom inare sei delegati per officina e viene a trattative con essi. Gli operai avevano com pilato una lista di 3 4 reclam i, che vengono ridotti a ventidue, e dopo lunghe spiega­ zioni l’ispettore fa com prendere che altri otto punti sono inam m issibili. 1 quattordici punti rim asti sono raccom andati da lui alla am m inistrazione della fab ­ brica come legittim i, e gli operai ritornano al lavoro. L ’attività degli ispettori austriaci è m olteplice; la lista delle loro attribuzioni è lunga. Gli operai si indirizzano a essi più spesso dei padroni (4 0 0 casi nel 1886, 8 4 5 nel 1887). Nel 1887 il num ero degli stabilim enti ispezionati è stato di 4190.

— L’A ustria ha però la tendenza di rivaleggiare con la G erm ania sul terreno del socialism o di S ta to ; essa si affretta a im itare tutto quello che vien fatto dall'altra parte della frontiera, e spesso anzi esagera

la reazione econom ica. A um ento dei dazi di entrata, assicurazione obbligatoria, corporazioni obbligatorie: queste e altre sim ili istituzioni si trovano a V ienna com e a Berlino. Le corporazioni obbligatorie dei piccoli padroni e degli artigiani erano in piena de­ cadenza quando la legge del 1883 è venuta a d ar loro un po’ di vita. Èssa aggruppa in associazioni i padroni, gli operai e gli apprendisti di u n m estiere o di m estieri analoghi, allo scopo di facilitare lo sviluppo delle buone relazioni, l’acquisto di m aterie prim e, l’organizzazione pel credito, l’istituzione del- l’ insegnam ento professionale, là creazione degli uf­ fici di collocam ento ecc.

Alla fine del 4887 erano state form ate in A ustria 45 4 8 corporazioni ; nella sola Boemia ne esistevano 1 4 2 2 . Le notizie sul funzionam ento di queste istituzioni sono però incom pletissim e, ma per quanto è dato giudicare, i risultati ottenuti sono insignificanti. L e corporazioni si sono preoccupate soprattutto di o r­ ganizzare l’ofiferta c la dom anda del lavoro, ma in m odo poco soddisfacente. L’assistenza agli operai senza risorse e incapaci di trovare lavoro è una delle funzioni di cui la legge del 1883 ha incaricato le corporazioni. Queste hanno adem piuto molto m ale ai loro incarichi. A V ienna sono le associazioni fi­ lantropiche o associazioni libere, per esem pio quella dei tipografi, che se ne incaricano. La società dei ti­ pografi della Bassa A ustria, con 1773 m em bri, ha speso, in dieci anni, 2 5 0 ,0 0 0 franchi in soccorsi. P arim ente le corporazioni obbligatorie hanno com ­ piuto m ediocrem ente il loro com pito in ciò che con­ cerne l’insegnam ento professionale. Non hanno in ­ oltre corrisposto alle aspettazioni per ciò che loro incom beva in m ateria di giurisdizione arbitrale.

— Lo studio dei rapporti com m erciali italo-germ a- nico, dopo la m ancata stipulazione di u n trattato di com m ercio con la F ran cia, presenta una grande im ­ portanza e u n interesse d’attualità che non si pos­ sono sconoscere. Conviene, oggi che si cercano, un po’ tardi invero, i nuovi m ercati e gli sbocchi che com pensino lo perdite subite dal lato della F rancia, di seguire attentam ente i risultati che si ottengono dagli sforzi diretti ad accrescere e sviluppare le r e ­ lazioni con la G erm ania. V ale quindi la pena di rias­ sum ere qui il rapporto del console generale italiano di F rancoforte, signor de Neufville, sulle condizioni del nostro com m ercio con la G erm ania.

E gli osserva ch e-pochi paesi si trovano in c o n ­ dizioni così opposte di clim a com e l’ Italia o. la G er­ m ania, dal che ne scaturisce quella varietà di pro­ duzione e di bisogni, che determ ina e favorisce uno scambio com m erciale con reciproco vantaggio.

La G erm ania, a parere del nostro console, pel provvedim ento di vari articoli si appoggia quasi esclusivam ente all’ Italia e può, col progressivo co n ­ sum o dei m edesim i, Contribuire efficacem ente al più am pio sviluppo della produttività e della ricchezza italiana.

Le più miti condizioni dei trasporti, portate d al- |» apertura della linea del G ottardo, favorite dai tr a t­ tati com m erciali in vigore fino a poco tem po fa, hanno prodotto in questi ultim i anni un notevole rialzo nello scam bio com m erciale fra i due paesi, co­ sicché per vari articoli ebbe a notarsi un m ovim ento doppio ed anche triplo di quello del quinquennio precedente, m entre per una serie di prodotti tedeschi venne a trovarsi aperto uno sfogo affatto nuovo.

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serva, che ad esempio, il carbón fossile, coefficente principale delle grandi industrie, m anca com pleta­ m ente all’ Italia, la quale m algrado le sue forze idrau­ liche, potrà sem pre com petere difficilmente colla pro­ duzione di altri paesi, e sebbene la sua situazione m arittim a le conceda di ritirare agevolm ente i c a r­ boni dall’ Inghilterra, dal Belgio, dalla F rancia e dalla G erm ania, i prezzi di questo com bustibile rim arranno sem pre troppo elevati.

Il trattato di com m ercio italo-germ anico che scade nel 18 9 2 , contiene tariffe convenzionali soltanto per un piccolo num ero di prodotti dell’esportazione te­ desca, m entre per molti e fra i più im portanti a r ­ ticoli di produzione la G erm ania, essendo ammessa al trattam ento della nazione più favorita, non le è possibile esercitare alcuna influenza nella stipulazione di altri trattati.

Il nuovo trattato italo-austriaco, testé concluso, ha ridotto a 45, le 9 9 posizioni soggette alla tariffa con­ venzionale precedentem ente in vigore, cosi delle 67 posizioni a tariffa convenzionale, già esistenti nel trattato doganale au stro -u n g a ric o , 39 soltanto rim a n ­ gono ancora vincolate. Quasi tutti gli articoli, la cui esportazione è d ’ interesse anche per altri paesi, ces­ sano di godere il regim e convenzionale, cosicché i nuovi trattati perdono ogni valore per i terzi, cui è accordato il diritto del trattam ento dei paesi più

favoriti.

L ’ Italia ha respinto ogni vincolo per tutti i te s­ suti e per tutti i prodotti dell’ industria m etallurgica e m eccanica ; di conseguenza la G erm ania viene ad essere soggetta alla nuova tariffa generale, appunto per quegli articoli la cui im portazione in Italia è per essa la più im portante.

Il m ovim ento com m erciale fra i due paesi, come è dim ostrato dalle cifre statistiche - doganali, è tale da lasciar presagire uno sviluppo considerevolissim o, se in Italia, com e del resto dappertutto, non si tro­ vasse opportuno di tra rre a preferenza i maggiori profitti per i sem pre crescenti impegni dello Stato, dai cespiti delle dogane.

Ciò prem esso in linea generale, il nostro console tocca alcuni punti speciali.

F ra i prodotti dell’industria tedesca che coll’ap e r­ tu ra del G ottardo trovarono uno sfogo affatto nuovo, vengono in prim a riga quelli delle m iniere carboni­ fere, la cui im portazione in Italia nel decorso anno segnò u n aum ento di 108 mila quintali in litantrace e 112 mila in coke, di fronte al precedente anno.

I carboni tedeschi giunsero ad aprirsi una via fino a Milano, dove i prezzi che si notavano sem pre oscil­ lanti fra le 40 e 45 lire, discesero fino alle 50 m an­ tenendosi poi quasi sem pre invariati a questo limite. P iù oltre però non poterono spingersi, trovandosi in lotta disuguale colla concorrenza inglese e francese, favorite dai trasporti m arittim i a buon m ercato fino allo scalo di Genova.

In G erm ania però si riconosce che l’ Italia può divenire l’unico o principale cam po pel collocamefito del com bustibile tedesco, e già si discute e si stu ­ diano i mezzi più efficaci, per rialzare e favorire questa im portantissim a esportazione.

II mezzo più radicale per raggiungere questo scopo, si considera il prolungam ento del canale di M annheim fino a Basilea.

Q uanto all’im portazione in G erm ania dei prodotti italiani, un aum ento notevole si è verificato nei vini, ed a questo proposito nel rapporto che esam iniam o,

vi sono alcune considerazioni che m eritano dì essere conosciute dai nostri viticultori.

Q uantunque in G erm ania il vino non sia desti­ nato a d iv en ir mai articolo di consum o generale, cionnondim eno esso è suscettibile di gran d e aum ento e può costituire una risorsa per quei paesi che siano chiamati a fornire i loro prodotti.

La F rancia ha dom inato e dom ina ancora co’ suoi vini il m ercato tedesco, e l’ im portazione su vasta scala dei vini italiani in G erm ania non è possibile che a patto di sostituirsi all’im portazione francese.

I vini italiani finora direttam ente introdotti in G er­ m ania, sono poco noti al pubblico. Vi sono negozianti che ritirano dall’ Italia quantità abbastanza conside­ revoli di vino, ma che si guardano dal farlo sapere.

Tali vini, convenientem ente trattati, o tagliati con leggeri prodotti locali, passano al consum o sotto ban­ diera francese. E tale può dirsi la sorte di quasi tutta la im portazione italiana.

È quindi indispensabile ed urgente che i produt­ tori italiani pensino seriam ente a crearsi una in d u ­ stria che si faccia accettare da sé e per sé, senza b i­ sogno di m ettersi sotto bandiera osterà.

II nostro console conclude esortando i viticul tori italiani ad applicarsi all’ enologia, assicurando che quando l’esportazione sarà effettuata da gente pratica di tale com m ercio, il m ercato germ anico diverrà una vera e durevole risorsa dell’ industria vinicola ita­ liana, com e per m oltissim i anni lo è stato per la francese.

L’ EMIGRAZIONE ITALIANA ALL’ ESTERO

nel primo semestre del 1888

La Direzione generale della Statistica ha pubbli­ cato nella Gazzetta Ufficiale alcuni prospetti co n te­ nenti il m ovim ento della em igrazione avvenuta nel prim o sem estre del 1888, in confronto con quella che resultò nel prim o sem estre dell’anno scorso.

Prim a di procedere all’esam e delle cifre prem et­ terem o che nel prim o sem estre del 188 8 vi è stato un notevole aum ento di fronte al m ovim ento di em i­ grazione avvenuto nel I o sem estre del 1887.

Troviam o infatti che em igrazione propria e im­ propria riunite nel prim o sem estre del 1888 il nu ­ mero degli em igranti ascese a 147,571 persone, m entre che nel ì ° sem estre del 1887 il num ero delle persone em igrate ascese soltanto a 1 1 5 ,9 8 2 . Si ebbe così nel prim o sem estre del 188 8 un aum ento di 5 5,589 em igranti.

L’aum ento deriva specialm ente dalla em igrazione propria, che nel prim o sem estre del 1888 dà un resultato di 8 7 ,0 5 9 em igranti contro 5 5 ,2 0 8 nel I o sem estre del 1887. La differenza nella- em igrazione impropria è di poca im portanza resultando nei prim i sei mesi del 188 8 un di più di 1,5 5 8 em igranti soltanto.

(9)

16 settembre 1888 L’ E C O N O M I S T A 613 Il seguente prospetto contiene il riassunto per com­

partim enti dell’ em igrazione avvenuta nel 1° sem e­ stre del 1888 confrontata coi resultati del 1° sem e­ stre d ell’anno scorso.

COMPARTIMENTI 1° se m e stre d e l 1888 D ifferen z e n e l 1888 P iem o n te L ig u ria L o m b ard ia V e n e to .. . . E m ilia Toscana M arche U m b ria Roma A b ru z z i e M olise C am pania P u g lie B a silic a ta C a la b ria S icilia S ard eg n a. T o tali, 8 ,574 U - 1,108 - 2, 794 U - (>06 - 12,601 U - 1,263 73,369 + 8 1 ,7 3 0 • 1,187 — 779 148 + 458 179 + 1,084 3 ,970 + 2 5 ,7 0 0 1 3 6 + 910 203 + 221 45 + 380 20 — 18 5 — 98 + 99 480 + 2,175 179 + 505 21 + 1.402 6 + 2,608 ■ 271 + 1,464 16 — 16

Da questo prospetto resulta che la em igrazione propria aum entò nel prim o sem estre 4888 in tutti i com partim enti eccettuata la Basilicata, e la em igra­ zionetem poranea aum entò nei com partim enti V eneto, Em ilia, Toscana, Marche, Puglia e Sicilia. Dim inuì invece nei com partim enti di Piem onte, L iguria, L o m ­ bardia, U m bria, Rom a, Abruzzi e Molise, Campania Basilicata, C alabria e S ardegna.

RESULTATI DEL MONOPOLIO DELL’ALCOOL NELLA SVIZZERA

durante il 1887

Il monopolio della fabbricazione e della rettifica­ zione dell’alcool, fa istituito nella Svizzera con a lecro-e federale del 23 dicem bre 4886, e com incio a 'funzionare nell’anno successivo. E da notare d ie in virtù di quella legge il monopolio si estende sol­ tanto all’alcool industriale, lasciando fuori t prodo ti della distillazione delle uve, vini, feccie, tecoie, eec., cosicché può dirsi che lo scopo che si prefisse il leoislatore non fu soltanto igienico e fiscale, ma piuttosto un mezzo di protezione industriale, propria a favorire certe categorie di produttori. E la ragione p er la quale venne istituito il monopolio la si trova nella relazione della Com m issione del Consigho na­ zionale laddove si legge « che il monopolio e la sola form a d’ imposta che perm ette al legislatore di te­ n ere la bilancia ugnale fra interessi opposti in con­ flitto: cioè il fisco, il consum atore, l’agricoltore, p e r­ m ettendo a ciascuno interessato la sua parte eguale nella consegna dell’ alcool ».

Con la legoie sopra indicata la Conrodernwone ac m isto il diritto esclusivo della fabbricazione, e im portazione degli alcool industriali, con 1 obbligo di provvedere a che sieno sufficietem ente rettihcati.

Inoltre la Confederazione si riserbò di rilasciare al- I industria privata il quarto del consum o totale.

Prim a dello stabilim ento del monopolio, l’ im p o r­ tanza della fabbricazione indigena dell’alcool in d u ­ striale era valutata a 50 mila ettolitri forniti da 4,022 distillerie, fra cui dieci opifiej, organizzati in­ dustrialm ente, che fabbricavano essi soli 28 mila ettolitri di alcool, cioè più della metà della produ­ zione totale. La spesa di fabbricazione dell’alcool in ­ digeno era elevatissim a raggiungendo non meno di 9 0 fr. per ettolitro di alcool puro nelle distillerie di im portanza m edia, e per le grandi distillerie che si servivano quasi esclusivam ente di g ranturchi esteri, da 58 o 59 franchi. Era facile conpreudere che su queste condizioni, le distillerie non potevano sussi­ stere che al coperto dei dazi di entrata.

Prem esse queste brevi notizie sullo scopo della legge federale concernente il monopolio degli spiriti, passerem o a dare qualche ragguaglio sulla di lei

applicazione. . .

Con decreto del 27 maggio 4 887 il Consiglio fe ­ derale statuì che la legge 23 dicem bre 488 6 com in­ ciasse ad essere applicata col 45 luglio dello stesso anno, e difatti fino da quest’epoca com inciò a funzio­ nare dapprim a parzialm ente, e, continuò successiva­ m ente in altreparti secondoclie le circostanze ne r i ­ chiedessero necessaria, o desiderabile l’applicazione. È da notare per altro d ie tenendo conto delle v arie circostanze, come pure delle m isure eccezioj nati determ inate dalla huoua applicazione del nuovo regim e, il resultalo dell’esercizio del 4887 non può essere considerato come norm ale, nè poteva servire com e base per la ripartizione delle rendite fra i varj cantoni.

Il conto di cassa dell'am m inistrazione degli alcools per il 4887 dà i seguenti re su lta ti:

E n tra te. Vendita dell'alcool

Alcool gregg. quint. me­ trici a 9 5 T ralles. . Id. tre sesti fine . . . Id. tre sesti sopraffine Id. tre sesti extra fine

Monopolio gravante l’ im portazio­ ne degli spiriti di qualità supe­ riore e diritti transitori pagati per le im portazioni ferm ate alla frontiera all’epocff della messa in vigore delle disposizioni proi­ bitive della le g g e ... “ Im prestiti... * Totale dell’E ntrate . . . »

S p e s e .

L e spese fra acquisti all’ interno e fuori della S viz­ zera di alcool di varie qualità, acquisti di fusti, di­ ritti e spese di trasporti, di magazzinaggio e di o s ­ curazione, spese di am m inistrazione, controllo delle distillerie e di depositi, interessi e spese della em is­ sione dei .prestiti, espropriazioni ^ indennità, acqui­ sto di m ateriale, installazione di opifiej e dei m n- zini am m ontarono alla somm a di b r . 2,6 3 4 ,2 4 3 . 73

Riassunto

E ntrate . . . ...F r. 5,4 7 0 ,0 7 5 .2 5 S p e s e ... ... » 2 ,6 3 4 ,2 4 3 ,7 5 Eccedenza delle E n trate F r. 2 ,5 3 8 ,8 6 4 .5 0

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Su questa eccedenza furono repartiti ai cantoni e comuni i cui diritti d’entrata furono aboliti per l’entrata in vigore della legge del monopolio degli spiriti, i tre quarti dell’ indennità a loro dovuta per il 1887 nella som m a di L. 1,396,750, la quale sottratta dalla cifra com plessiva della eccedenza per­ mise di porre in conto di cassa p er il 1888 la somma di fr. 1,1 4 2 ,1 1 1 .5 0 .

IL SERVIZIO MINERARIO NEL 1886

Il M inistero di agricoltura, industria e com m ercio ha pubblicato negli Annali di agricoltura vari prospetti statistici riguardanti il servizio m inerario in Italia nel 18 6 6 . Sebbene questa pubblicazione sia venuta fuori u n po’ tardi, giacché si è già oltrepassata la metà del 18 8 8 , tuttavia attesa la sua im portanza non possiano fare a meno di darne un breve rias­ sunto.

Nel 1886 erano in attività di servizio 667 m iniere cioè a dire 39 più che n ell’anno precedente. Tutte queste m iniere produssero 1,09 7 ,8 3 0 tonnellate di m inerale per un valore di L . 5 3,591,771. Confron­ tando queste cifre coi resultati ottenuti nel 1885 si trova che la produzione fu m aggiore di tonn. 21,528 e il valore inferiore di L. 5,388,179.

Le 667 m iniere im piegarono 49,237 operai cioè a dire circa 2 5 0 0 operai meno che nel 1885 e con­ siderate a seconda della n atu ra del m inerale pro­ dotto, si dividevano come apiresso :

N u m e ro d e lle

m in ie r e Q u a n tità

Minerale di ferro ... 41 209,082 Id. di manganese... 5 5,561 Id. di ram e... 8 25,162 Id. di zinco e piombo, j 76 107,548 39,841 Id. misti... 3 932 Id. d’argento... 7 1,639 Id. d ’oro... 12 10,759 Id. d'antimonio... 11 1,738 Mercurio (metallo)... 2 251 P irite di ferro... 6 17,149 Combustibili fossili. . . . 24 243,325 S olfo... 403 374,343 Salgemma... 24 18,394 Sale di sorgente... 2 10,881 Asfalto, mastice e bitume 15 17,943 Petrolio... 7 219 Allumi t e ... 1 6,600 Acido borico... 12 3,063 G ra fite ... 8 4,000 T o ta li.. . . 667 1,097,830 V a lo re 2,292,454 160,325 1,100,035 .6,911,960 7,128,363 12,875 1.441.400 352,651 199,953 929,865 152,228 1,803,750 27,962,282 301,314 311,507 388,249 91,130 180,000 1.531.400 160,000 53,591,771 Le provincie che dettero maggior produzione di m inerali furono Cagliari, Caltanisetta e Girgenli le quali tre nel 1886 su di una prod. di L . 53,591,771 ne produssero per la som m a di L. 3 6 ,1 7 0 ,7 7 5 come apparisce dal seguente specchietto:

C agliari . . . L . 14,824,000 Caltanisetta . . « 1 3 ,551,985 G irg e n ti. . - « 7,794.790

La ghisa prodotta nel 1886 in undici alti forni fu di 12,291 tonnellate divise fra le provincie di Bergam o, B rescia, G rosseto, N ovara e Pisa.

Il ferro prodotto nello stesso anno, fra ferro in barre, e ferro lavorato raggiunse la cifra di tonnel­ late 185,393 di cui 161 ,6 3 3 in ferro e 23,760 in acciaio. T utta questa produzione si ottenne in 253 officine, e dette un provento di circa 4 0 milioni di lire fuori dazio.

Le saline m arittim e dettero 3,538,521 tonnellate di sale.

Le officine m etallurgiche e m ineralurgiehe che lavorarono nel 1886 furono 273 con 1 5 ,1 9 4 operai e dettero una produzione di oltre 62 m ilioni di lire.

Dalle cifre che abbiam o riportato apparisce che le condizioni delle m iniere m etalliche non furono nel 1886 tanto sfavorevoli di fronte all’ anno an ­ tecedente, se non fosse stalo il rapido peggioram ento avvenuto nelle m iniere di zolfo, p er lo che attesa la loro prevalenza nella industria m ineraria italiana, può dirsi che il 1886 fu in com plesso pel nostro paese uno degli anni più disgraziati che si sieno avuti da m olto tem po iu qua in questo ram o d e l- 1’ attività nazionale. Infatti il valore totale della p ro ­ duzione dei m inerali propriam ente detti che era stato nel 1885 di circa 59 milioni di lire discese nel 1886 a circa 53 m ilioni e mezzo e il num ero degli operai da 5 1 ,798 a 4 9 ,1 9 1 . Q uello poi che è più rincrescevole si è che a queste proporzioni non si lim itò il peggioram ento considerato parzialm ente ri­ spetto alle m iniere di zolfo, cui valsero in parte ad attenuare i vantaggi ottenuti in altri ram i dell’ in ­ dustria estrattiva. Infatti le condizioni del 1886 e s­ sendo state notevolm ente più favorevoli che nell’anno precedente per le m iniere di piom bo, com e anche p e r quelle di zinco, di m ercurio, di ferro, di acido borico, di lignite, il vantaggio avutone servì a com ­ pensare il danno patito dalle m iniere di zolfo.

B estringendo a queste ultim e i term ini di con­ fronto, troviam o che nel 1885 si ebbe una produ­ zione di 425 m ila tonnallate circa del valore di circa 35 m ilioni di lire coll’ impiego di circa 33 mila operai, m entre nel 18 8 6 la quantità di zolfo prodotto non fu che di 3 7 5 m ila tonnellate del valore di circa 2 8 milioni di lire, e non im piegarono che soli 2 8 ,8 7 5 lavoranti. Si ebbe pertanto nel 1886 una dim inuzione di 50 mila tonnellate nella produ­ zione dello zolfo, e quello che è peggio una dim i­ nuzione nel valore per 1’ im porto di circa 7 milioni di lire. O ltre questo gli operai im piegati dim inuirono di oltre 3 m ila. Ciò fu dovuto al ribasso di quasi otto lire nel prezzo dello zolfo, il quale fu sufficiente a rendere passiva la coltivazione di alcune m iniere m algrado le forti riduzioni fatte sulle m ercedi degli operai. Q uesto stato di cose sarebbe appena tollera­ bile se si potesse intravedere una speranza di m i­ glioram ento per l’ avven ire; ma i forti depositi di zolfo ancora esistenti, e la produzione corrente an ­ cora in sproporzione collo sm ercio ordinario, sono altrettante cause che non m ancheranno di p rodurre u n u lteriore ribasso nei prezzi, e quindi u n inaspri­ m ento nella crisi che non potrà avere che effetti disastrosi.

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