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GIORNALE ITALIANO DI DIABETOLOGIA E METABOLISMO

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Academic year: 2021

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(1)

Ciclicità mestruale, qualità del sonno e attività fisica non programmata:

impatto sul compenso glicemico in donne affette

da diabete mellito tipo 1

Menstrual cyclicity, sleep quality and unplanned physical activity:

glycemic response in women with T1DM

E. Gamarra, G. Beccuti, A. Bisio, M. Valenzano, G. Grassi

S.C.D.U. Endocrinologia Diabetologia e Metabolismo, Città della salute e della Scienza, Torino

RIASSUNTO

Le evidenze scientifiche sulla correlazione tra ciclo mestruale e compenso glicemico sono eterogenee in termini di popolazioni, metodi di indagine e conclusioni, l’introdu- zione dei sistemi di monitoraggio glicemico continuo ha aggiunto informazioni sull’andamento glicemico, ma non ha permesso di chiarire tutti gli aspetti di questa relazione.

I dati derivanti dai pochi studi disponibili, compreso il recente nostro studio confermano: aumento della glicemia media in fase luteale precoce/periovulatoria (SS), aumen- to della variabilità glicemica in fase luteale precoce/tardiva o periovulatoria (SS), aumento delle ipoglicemie (≤ 70 mg/dl) in fase follicolare precoce/tardiva e iperglicemie (≥ 180 mg/dl) in fase luteale precoce (SS), non variazioni particolari del fabbisogno insulinico nelle diverse fasi del ciclo. L’indagine di aspetti collaterali, come la qualità del sonno e l’attività fisica non strutturata, indagata da uno studio italiano condotto dal nostro stesso gruppo di lavoro, fornisce alcuni informazioni assai preliminari e meritevoli di approfondimento: assenza di variazioni intra-individuali dell’efficienza del sonno durante le fasi del ciclo; elevato numero di risvegli notturni registrati, riduzione non signi- ficativa dei passi/die in fase periovulatoria/luteale.

SUMMARY

Current scientific evidence on the correlation between menstrual cycle and glycemic control is heterogeneous. The introduction of continuous glycemic monitoring systems has given more information on glycemic patterns but has not clarified many aspects of this relationship. A recent Italian study found a statistically significant (SS) increase of mean blood glucose levels and glycemic variability in the luteal phase and/or peri-ovulatory phase, more frequent (SS) hypoglycemia (≤70 mg/dL) in the follicular phase, and hyperglycemia (≥180 mg/dL) in the early luteal phase. The Italian study’s analysis of collateral aspects such as sleep quality and physical activity provides some pre- liminary information calling for further investigation: no intra-individual differences in sleep efficiency during the cycle phases; more nocturnal awakenings, and significantly fewer steps/day in the peri-ovulatory /luteal phase.

Corrispondenza: Giorgio Grassi, Largo Montebello 35, 10124 Torino – E-mail: giorgio.grassi@gmail.com Parole chiave: ciclicità mestruale, sonno, attività fisica, compenso glicemico, diabete mellito tipo 1 • Key words: menstrual cyclicity, sleep, physical activity, blood glucose control, diabetes mellitus type 1 Pervenuto il 5-11-2017 • Accettato il 5-12-2017

Rassegna

(2)

Introduzione

Ogni persona affetta da diabete mellito tipo 1 (DMT1) affronta, nel corso della vita, numerose difficoltà nella gestione della patologia. Le donne in particolare, si tro- vano a dover fronteggiare una problematica particolar- mente sfidante e complessa consistente nella variabili- tà del compenso glicemico durante le diverse epoche della vita riproduttiva (menarca, età fertile, gravidanza, menopausa).

Obiettivo di questo lavoro è riassumere le attuali eviden- ze disponibili in letteratura su questo argomento ancora poco dibattuto ma dal potenziale impatto non trascura- bile sulla qualità del compenso glicemico delle pazienti diabetiche in età fertile.

Si farà cenno inoltre a qualità del sonno e attività fisica non pianificata, altre due variabili potenzialmente impat- tanti sulle fluttuazioni glicemiche intra- e intergiornaliere, riferendosi ai dati preliminari raccolti e pubblicati in un precedente articolo del nostro stesso gruppo di lavoro.

Ormoni sessuali e controllo glicemico in donne non diabetiche in età fertile

L’influenza degli ormoni sessuali sulla sensibilità insuli- nica nelle donne è un dato noto dalla letteratura; resta- no tuttavia poco chiari i meccanismi che correlano ciclo mestruale e insulino-sensibilità.

Alcuni studi su donne sane avrebbero infatti rilevato un’alterazione della sensibilità insulinica (mediante oral glucose tolerance test – OGTT – o intra-venous glucose tolerance test – IVGTT) in contrasto con altri dati da cui non emergerebbero significative alterazioni.

Già nel 1999 Pulido et al. ¹, in uno studio su 12 donne sane valutate mediante IVGTT in fase follicolare e in fa- se luteale, documentarono una riduzione dell’insulino- sensibilità (IS) in fase luteinica, postulando un ruolo de- gli steroidi sessuali (alta concentrazione sia di estrogeni che di progesterone) mediato da meccanismi agenti sul recettore insulinico e da meccanismi post recettoriali.

Ormoni sessuali e controllo glicemico in donne diabetiche

Precedentemente al lavoro di Pulido del 1999, un inte- ressante studio di clamp iperglicemico iperinsulinemico effettuato su 16 donne affette da DMT1

2

aveva aper- to la strada ad alcuni interrogativi, evidenziando un’ete- rogeneità di comportamento del metabolismo glucidico durante le fasi follicolare e luteale del ciclo mestruale: 7 su 16 donne riportavano un peggioramento dell’ipergli-

cemia e dell’IS durante la fase luteale, associato a un incremento dei livelli di estradiolo in tale fase rispetto alla follicolare. Nelle altre 9 pazienti, in cui non si evi- denziava tale peggioramento del metabolismo glucidi- co, non veniva osservato neanche l’incremento dei valori di estradiolo. Inoltre non emergeva alcuna correlazione tra variazioni di altri ormoni (progesterone, testosterone, deidrotestosterone, androstenedione, LH, FSH, prolatti- na) e modifiche nel metabolismo glucidico. Gli autori tut- tavia concludevano senza poter sostenere una relazione causale tra variazione dell’uptake di glucosio e iperglice- mia nella fase luteale, avendo utilizzando un clamp iper- glicemico ed essendo l’iperglicemia persistente stessa una causa di alterazione dell’uptake di glucosio.

Negli anni successivi uno studio di FSIGT test (frequen- tly sampled intravenous glucose tolerance test) condot- to su 5 pazienti diabetiche ha evidenziato, in fase luteini- ca, una glicemia a digiuno e in corso di test mediamente più elevata (sebbene in modo non statisticamente signi- ficativo), con una riduzione dell’IS del 24% rispetto alla fase follicolare correlata ai livelli di progesterone misura- ti e all’entità della sintomatologia premestruale riportata dalle pazienti

3

.

Alla luce dell’ipotesi di una maggiore prevalenza di di- sturbi del ciclo in donne giovani, un secondo studio pro- spettico, pubblicato su Fertility and Sterility nel 2010

4

, ha focalizzato l’attenzione sulla correlazione tra livelli di HbA

1c

, dose insulinica e irregolarità mestruali in adole- scenti affette da DMT1 osservando come in adolescenti diabetiche in buon controllo glicemico possano essere riscontrate alterazioni del ciclo, più severe in relazione al grado di compenso: l’HbA

1c

era unico fattore di ri- schio con impatto sulla durata del ciclo mestruale (con un incremento di 5,1 giorni per ogni punto % di HbA

1c

), mentre una maggiore dose insulinica giornaliera risul- tava correlabile a una maggiore variabilità dei cicli. I meccanismi ipotizzati dagli autori spaziano da un’alte- razione ipotalamica (ipogonadismo ipogonadotropo) a un effetto diretto dell’iperglicemia e/o dell’insulina sugli oociti (con ritardo maturativo e aumento dell’apoptosi e/o anomalie nella steroidogenesi o follicologenesi) ad ancora meccanismi autoimmuni (Ab anti ovaio).

Il contributo della tecnologia:

CGM e studio della ciclicità mestruale

La disponibilità di nuove tecnologie ha incrementato la

possibilità di ottimizzazione del compenso glicemico

attraverso una sempre più accurata identificazione dei

pattern glicemici del paziente e un conseguente aggiu-

stamento della terapia insulinica.

(3)

pattern iperglicemico luteale non fosse evidenziabile in tutte le donne, il profilo di ciascuna era riproducibile tra i cicli. Non veniva infine evidenziata alcuna variabilità nel- la dieta e attività fisica correlabile al ciclo.

Un secondo lavoro pubblicato su Diabetes Care nel 2013 

6

condotto su 6 donne affette da DMT1 e con ana- loghi criteri di inclusione rispetto al precedente studio citato, ha utilizzato il CGM per la valutazione del com- penso glicemico: il monitoraggio veniva impiegato solo per 72 ore in fase follicolare (giorni 4-8) e altrettante ore in fase luteale (giorni 18-22).

Anche in questo caso gli autori evidenziarono in fase lu- teale un incremento del tempo in iperglicemia (28,5 vs 22,8%), una glicemia 2h post colazione, 2h post pran- zo e prima di cena più elevate (rispettivamente 199 vs 163 mg/dl, 150 vs 110 mg/dl, 178 vs 139 mg/dl), e una riduzione delle ipoglicemie (10,7 vs 15,8%) rispetto alla Uno dei problemi di tutti gli studi mirati a evidenziare una

correlazione tra ciclicità mestruale e insulino-resistenza o compenso glicemico, prima dell’avvento dei sistemi per il monitoraggio glicemico continuo (CGM), consisteva nel fatto che l’analisi era sempre focalizzata su periodi tem- porali limitati all’interno del ciclo mestruale (tipicamente 3 giorni in fase follicolare + 3 giorni in fase luteale) e nessu- no di essi valutava l’intero ciclo femminile.

Nello studio condotto da Goldner, pubblicato nel 2004 

5

veniva osservato un incremento riproducibile della fre- quenza di iperglicemia (glicemia > 140 mg/dl) duran- te la fase luteale in due donne, con una correlazione positiva tra iperglicemia e livelli di progesterone (dato statisticamente significativo) e negativa tra iperglicemia e livelli di estrogeni (dato statisticamente significativo).

Analoga correlazione era riportata tra insulino-sensibilità (prodotto glicemia-insulina) e livelli ormonali. Sebbene il

Tabella I. Tabella riassuntiva degli studi su ormoni sessuali e compenso glicemico in donne DMT1.

Studio N.

pazienti N.

cicli Monitoraggio

glicemico Monitoraggio

ciclicità mestruale Risultati Widom et al.,

Diabetes Care

1992 16 1 Clamp iperglicemico

iperinsulinemico Cicli regolari riportati dalle pz

7/6 peggioramento glicemia e SI in fase lut. con aumento E2 in tale fase; 9/16 glicemia e SI invariate, non aumento E2 Trout et al.,

Diabetes Technol

Ther 2007 5 1 FSIGT test

in fase lut. e in fase foll. Dosaggio ematico E2 e Pg, LH urinario

Fase lut.: aumento livelli Pg correlato a peggiore FPG (non SS) e riduzione SI (24%)

Gaete et al.,

Fertil Steril 2010 56 1 HbA

1c

Cicli riportati

dalle pz

A1c correlate a durata del ciclo (allungamento ciclo di 5,1 gg per 1 punto % A1c), dose insulinica correlata a variabilità del ciclo

Goldner et al., Diabetes Technol

Ther 2004 4 3 CGM continuativo Dosaggi seriati di E2

e Pg

Fase lut.: in 2/4 pz aumento SS glicemia > 140 mg/dl e peggior SI, correlati pos ad aumento Pg e neg ad aumento E2.

Riproducibilità tra cicli in 4/4 Non variazioni SS di dose insulinica, assunzione CHO

Barata et al., Diabetes Care

2013 6 1 CGM

per 72h in fase foll.

e 72h in fase lut.

Dosaggi ormonali e US

Fase lut.: aumento tempo in iperglicemia (28,5 vs 22,8%) con aumento PPG, minor frequenza ipoglicemie, uguale frequenza ipoglicemie notturne

Brown et al., J Diabetes Sci

Technol 2015 12 3 CGM continuativo Dosaggi seriati di E2 e Pg

Fase lut. precoce: aumento HBGI correlato a picco E2 pre ovulatorio, aumento ADRR. SI minore in fase lut medio-tardiva.

Fase foll.: aumento LBGI.

Non variazioni di assunzione CHO

o dose insulinica

(4)

onde con frequenza di 12-16 Hz e della durata di 0,5- 1,5 secondi (chiamati “fusi del sonno”) e una diminuzio- ne del sonno REM.

L’eterogeneità dei dati raccolti dai vari studi in merito è significativa e con cause diverse in gioco: differenze in- dividuali nei livelli di steroidi sessuali, parametri metabo- lici e complessità dei fattori che si intersecano nel corso del ciclo mestruale.

Le attuali evidenze scientifiche in merito alle variazioni glicometaboliche correlate alla ciclicità mestruale sono schematicamente riportate in Tabella I.

Ormoni sessuali, sonno e attività fisica non strutturata: il nostro studio pilota

Come contributo alla comprensione del complesso in- trecciarsi delle variabili elencate nei paragrafi prece- denti, riproponiamo alcuni aspetti del nostro studio pi- lota 

17

che si poneva l’obiettivo di evidenziare eventuali correlazioni tra le variabili sopra elencate in un campio- ne di pazienti affette da DMT1, al fine di ipotizzare quali tra esse sia meritevole di approfondimento e possa as- sumere una rilevanza clinica in azioni volte alla ottimiz- zazione del compenso glicemico.

Gli end-point dello studio erano i seguenti:

• evidenziare eventuali differenze statisticamente si- gnificative nel controllo glicemico (glicemia media e variabilità glicemica) e/o nel fabbisogno insulinico durante le varie fasi del ciclo mestruale;

• identificare la presenza di un eventuale pattern intra- individuale e inter-individuale nell’andamento di tali variabili;

• evidenziare una eventuale correlazione tra qualità del sonno, attività fisica non strutturata e compenso glicemico nelle diverse fasi del ciclo mestruale.

Per lo studio sono state reclutate 10 donne affette da DMT1, in follow-up diabetologico.

Sono stati raccolti i dati del real-time-CGM (RT-CGM) di quattro cicli mestruali consecutivi.

Ogni paziente ha inoltre indossato per tutto il tempo del- lo studio un activity and sleep tracker, dispositivo indos- sabile al polso per il monitoraggio dell’attività fisica non pianificata (numero di passi/die) e della qualità del son- no (numero di ore di sonno e numero di risvelgio per notte); le pazienti hanno infine compilato il questionario PSQI (Pittsburg Sleep Quality Index) in merito alla qua- lità del sonno.

Per l’analisi dei dati ogni ciclo mestruale è stato sud- diviso in 5 fasi: follicolare precoce (dal I al V giorno di flusso mestruale); follicolare medio-tardiva (dal VI gior- no di flusso al giorno precedente il picco urinario di LH);

fase follicolare, mentre il numero di episodi di ipoglice- mie notturne era simile nelle due fasi del ciclo.

Un altro lavoro è stato presentato all’ATTD 2014 e suc- cessivamente pubblicato da Brown et al. 

7

: lo studio analizzava il pattern glicemico di 12 donne affette da DMT1 in terapia con CSII durante 3 cicli mestruali utiliz- zando sistema CGM, mentre le fasi del ciclo venivano identificate tramite test urinario ed ematico.

I risultati hanno messo in evidenza un aumento del ri- schio iperglicemico (con l’utilizzo dell’indice HBGI: High Blood Glucose Index 

8

) in fase luteale precoce (partico- larmente nelle donne con un picco del livello di estra- diolo prima dell’ovulazione), un aumento del rischio ipo- glicemico (indice LBGI: Low Blood Glucose Index 

8

) in fase follicolare e un incremento della variabilità glicemi- ca (ADRR: Average Daily Risk Range 

8

) dopo l’ovulazio- ne con una lenta riduzione nel corso della fase luteale.

L’insulino-sensibilità risultava minore in fase luteale me- dio-tardiva, mentre la dose totale insulinica giornaliera, l’intake calorico e di carboidrati (CHO) non hanno mo- strato variazioni significative.

Gli studi disponibili concordano nel sostenere l’utilità del CGM che, utilizzato per uno o più cicli mestruali nelle donne affette da DMT1, potrebbe consentire di identifica- re eventuali fluttuazioni metaboliche e pattern glicemici ricorrenti sulla base dei quali attuare modifiche terapeuti- che volte all’ottimizzazione del compenso glicemico.

Ormoni sessuali e sonno

Vi è una crescente evidenza che i disturbi del sonno e la perdita di sonno influenzano il metabolismo del glu- cosio e l’insulino-resistenza 

9 10

. Al contrario, la relazione tra DMT1 e sonno non è stata frequentemente studiata.

Diversi studi hanno cercato di far luce sull’impatto del- le variazioni ormonali caratteristiche del ciclo mestrua- le femminile sulla qualità del sonno 

11-14

. Nonostante le variazioni ormonali del ciclo mestruale, il sonno appare sostanzialmente stabile attraverso le varie fasi ormonali, in particolare in termini di efficienza e latenza di addor- mentamento. Alcuni studi hanno evidenziato un possibi- le aumento di risvegli intermittenti o del tempo di veglia durante la fase luteale tardiva e questa osservazione potrebbe giustificare la ridotta qualità di sonno lamen- tata da alcune donne nel periodo pre-mestruale 

15

. La percezione soggettiva delle donne è di una peggiore qualità subito prima e durante il flusso mestruale, men- tre durata e composizione del sonno restano sostanzial- mente invariate nelle diverse fasi del ciclo.

Nella fase luteale, rispetto a quella follicolare, le modi-

ficazioni più evidenti all’EEG 

16

sono l’aumento di uno

specifico pattern di onde cerebrali costituito da treni di

(5)

All’interno della popolazione di donne studiate abbiamo osservato un andamento ripetitivo di glicemia e variabi- lità glicemica nei vari cicli in sei donne su 10.

In merito al fabbisogno insulinico abbiamo riscontrato solo minime e non significative variazioni del fabbiso- gno. Non è stato possibile effettuare valutazioni in meri- to a variazioni dell’insulino-sensibilità nelle varie fasi del ciclo da raffrontare ai dati riportati in letteratura (minore sensibilità insulinica in fase luteale medio-tardiva).

Pochi sono i dati disponibili relativi a qualità del son- no e attività fisica, in questo studio, attraverso dispo- sitivi non invasivi e facilmente utilizzabili da parte delle pazienti nella real-life, è stata effettuata una valutazione dell’andamento di alcuni parametri del sonno durante le fasi del ciclo mestruale in forma qualitativa (non anco- ra standardizzato il sistema mediante accelerometro) e dell’attività fisica non strutturata.

In riferimento al sonno i dati da noi raccolti ci hanno con- sentito di osservare quanto segue: assenza di significa- tive variazioni intra-individuali dell’efficienza del sonno durante le fasi del ciclo mestruale di ciascuna donna (Fig. 2), elevato numero di risvegli notturni percepiti dal- le pazienti (dato da confermare con tecnologia valida- ta rispetto all’accelerometro utilizzato in questo studio);

la valutazione del PSQI total score e dell’efficienza del sonno fornita dal tracker hanno fornito risultati coerenti in cinque donne su otto (a score ≥ 5, indicativo di pre- senza di disturbi del sonno, corrispondeva un’efficienza del sonno < 90%).

L’utilizzo del tracker ha permesso di avere preliminari informazioni sull’attività fisica “non strutturata”, misurata in termini di numero di passi giornalieri compiuti da ogni paziente, osservando una riduzione non significativa del periovulatoria (dal giorno precedente al successivo al

picco urinario di LH); lutale precoce (dal II al VI giorno successivi al picco urinario di LH); luteale tardiva (dal VII giorno successivo al picco urinario di LH al giorno precedente il successivo flusso mestruale).

L’analisi ha permesso di ottenere elementi di conoscen- za pur aggiungendo alcuni aspetti di criticità e nuovi in- terrogativi.

Per quanto riguarda il compenso glicemico I risultati ot- tenuti appaiono in linea con quanto riportato in letteratu- ra negli studi di Goldner, Barata e Brown 

5-7

.

In particolare, anche nella popolazione Italiana studiata si conferma quanto segue:

• incremento della glicemia media in fase luteale pre- coce o periovulatoria rispetto alla fase follicolare pre- coce/tardiva;

• incremento della variabilità glicemica in fase luteale precoce/tardiva o periovulatoria rispetto alla fase fol- licolare precoce/tardiva;

• incremento della frequenza di ipoglicemia (≤ 70 mg/

dl) in fase follicolare precoce/tardiva e di iperglice- mia (≥ 180 mg/dl) in fase luteale precoce (risultato statisticamente significativo – Fig. 1);

• non variazioni significative del fabbisogno insulinico nelle diverse fasi del ciclo.

La rilevanza clinica delle fluttuazioni di glicemia e varia- bilità glicemica nella popolazione studiata è influenzata dalla capacità di controllo pro-attivo del compenso gli- cemico da parte delle pazienti, tutte esperte utilizzatrici dei dispositivi di monitoraggio glicemico in real-time, a sottolineare le potenzialità delle tecnologie in questione in caso di pazienti selezionati (addestrati ed esperti nel loro utilizzo).

Figura 1. Frequenza di ipo/iperglicemia durante le fasi del ciclo mestruale.

50

40

30

20

10

0

Foll. precoce Foll. medio tardiva Per. ovulatoria Lut. precoce Lut. medio tardiva

% ipoglicemia (≤ 70 mg/dl)

% iperglicemia (≥ 180 mg/dl)

(6)

su questo aspetto attraverso il dosaggio, su casistiche più ampie, di progesterone ed estradiolo.

Negli studi disponibili la rilevanza clinica della variabi- lità glicemica è sicuramente influenzata dalla capacità di controllo pro-attivo del compenso glicemico da parte delle pazienti (nel nostro caso “esperte” utilizzatrici dei dispositivi di monitoraggio glicemico in real-time).

Qualità del sonno e attività fisica “non strutturata” so- no due aspetti che possono essere influenzati/influen- ti dalla/sulla ciclicità mestruale, ma, nuovamente, i dati disponibili in letteratura sono assai limitati. Nella nostra esperienza clinica abbiamo osservato:

• una riduzione del numero di passi/die in fase periovu- latoria/luteale (caratterizzate da una maggiore glicemia media e variabilità glicemica) rispetto alla fase follicolare;

• qualità del sonno e numero di risvegli presentavo da- ti non tali da permettere una chiara interpretazione.

Il significato e l’interpretazione clinica di queste osser- vazioni, andranno approfonditi, in particolare in riferi- mento alla qualità del sonno, nell’ambito del quale dati più certi possono derivare dall’utilizzo di una registrazio- ne polisonnografica.

Un’ultima considerazione sull’utilità di valutare tutti gli aspetti che possono condizionare il compenso glicemi- co in donne con DMT1, deriva dalla maggiore preva- lenza di disturbi della ciclicità mestruale riscontrata in donne diabetiche rispetto alla popolazione non diabe- tica (ipotizzata una azione diretta dell’iperglicemia sulla maturazione e apoptosi oocitaria): il miglioramento del compenso glicemico, perseguibile attraverso l’identifi- cazione di pattern “ciclo e donna-specifici” anche trami- te le nuove tecnologie di monitoraggio, potrebbe fornire strumenti utili per agire sulla regolarizzazione della cicli- numero di passi/die in fase periovulatoria/luteale rispet-

to alla fase follicolare, in otto donne su nove (Fig. 2).

Resta da chiarire la rilevanza clinica di tale dato (attività fisica e associato dispendio energetico) qualora confer- mato, nel determinare la tendenza riscontrata all’incre- mento di glicemia media e variabilità glicemica nella se- conda metà del ciclo mestruale.

Considerazioni sui dati disponibili e sviluppi futuri della ricerca

I dati relativi alle fluttuazioni dell’andamento glicemico correlate al ciclo mestruale anche studiati per mezzo di sistemi di monitoraggio in continuo sono sostanzialmen- te limitati.

Il controllo glicemico sembrerebbe variare durante le fasi del ciclo mestruale, con una tendenza all’ipergli- cemia/rischio iperglicemico durante la fase luteale, un aumento dell’ipoglicemia/rischio ipoglicemico durante la fase follicolare e una accentuata instabilità glicemica durante il periodo periovulatorio.

Il nostro studio 

16

conferma l’aumento della glicemi- ca media e della variabilità glicemica in fase lutea- le e/o periovulatoria, la maggiore frequenza di ipogli- cemia (≤ 70 mg/dl) in fase follicolare e di iperglicemia (≥ 180 mg/dl) in fase luteale precoce.

Lo studio di Brown 

7

metteva in evidenza un aumento dell’indice HBGI in fase luteale precoce e più evidente nel- le donne con un picco di estradiolo prima dell’ovulazione.

Restano numericamente carenti i dati relativi all’assetto ormonale caratteristico della ciclicità mestruale e proba- bilmente gli studi futuri dovranno focalizzare l’attenzione

Figura 2. Valore medio di glicemia, efficienza del sonno e numero di passi durante le fasi del ciclo mestruale.

Foll. precoce Foll. medio tardiva Per. ovulatoria Lut. precoce Lut. medio tardiva 140

120 100 80 60 40 20 0

Glicemia media (mg/dl)

Num. medio di passi (n. x 100)

Efficienza del sonno media (%)

(7)

cità mestruale (con possibili riflessi sulla fertilità?) nelle donne affette da DMT1.

Conflitto di interessi Nessuno.

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