L’ ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BAN CH I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I
Anno XXIII - Voi. XXVII
Domenica 26 Aprile 1896
N. 1147
IL MOMENTO POLITICO
Alla vigilia della riapertura del Parlamento, un breve esame del momento politico attuale s’ impone. Lo molteplici e gravi questioni che attendono una soluzio e, le ire di parte, anzi di gruppo, le speranze deluse degli uni, le ambizioni insoddisfatte degli altri, i rancori e i pregiudizi politici, tutta una serie di interessi, di sentimenti, di idee, di tendenze, confes- sabili o no, si agitano attorno al Ministero, tendono a rovesciarlo e riescono, intanto, a rendergli dura e difficile la vita. Assistiamo ad una opposizione vivace, intransigente, spesso ingiusta e che, non è il caso di dubitarne, nel prossimo mese si manife sterà apertamente anche alla Camera e metterà, forse, in qualche imbarazzo il Ministero Di Rudinì.Se per l’ armeggio di tanti faccendieri politici, se per l’ opposizione sistematica - negazione della equità e della tolleranza - di tanta gente che dovrebbe ta cere per pudore, non ci andasse di mezzo che un Ministero, la cosa avrebbe scarsa importanza. E noi che dell’ attuale Ministero non siamo amici, nè av versari a priori, ma aspettiamo per giudicarlo che determini il suo programma e, più àncora, che lo attui, non ci commoveremo, certo, al vederlo peri colare, se in tutto ciò che si prepara in certe sfere, se_ dalla opposizione che si accanisce contro gli uo mini che sono al Governo, non ci fosse da temere un ritorno - triste ritorno - al sistema di governo, alla politica ministeriale, che la sconfitta di Adua condannò alla inazione.
Sarebbe tempo, invero, che gl’ italiani guardassero francamente in faccia la realtà delle cose, e che so- pratuiio la considerassero spassionatamente quegli uomini che per le loro tendenze politiche più si accosiano agli attuali governanti. E la realtà è questa. Caduto il Ministero Crispi, per gli errori che tutti sanno, era naturale che il Ministero Di Rudinì, che gli successe, fosse sostenuto dalle varie frazioni della opposizione; diversamente il Ministero Di Rudinì, a t taccato subito, non avrebbe potuto mantenersi al potere. I settari italiani di questo ultimo quarto di secolo, gli intransigenti dei vecchi partiti, possono strepitare fin che vogliono, ma per uscire dal cri- spismo, per sostituirgli qualche cosa di valido e du raturo, 1’ appoggio delle varie frazioni della opposi zione era logico, necessario e utile. Il Ministero Di budini nella attuale confusione dei programmi e dei partiti, aveva bene il diritto di accettare i voti da qualunque parte venissero, quando quei voti accet tavano le sue idee. L ’ accusa stolta — che ormai è diventata rancida e vuota di senso — che il M ini
stero Di Rudinì sia schiavo della Estrema sinistra e che debba staccarsene, se non vuol perdere i voti dei così detti moderati, è un semplice prodotto di pre giudizi, di bizze, di rancori politici, che sono la ro vina della nostra vita parlamentare e politica. Avete fiducia negli uomini che si trovano al governo, ap provate ciò che hanno latto e ciò che si propongono di fare? Questo è l’ essenziale, e ciò a cui onèsta mente bisogna riflettere. Se poi quella politica è la vostra, se non avete motivo di esserne malcontenti, anziché dolervi del fatto che anche altri gruppi, dai quali già dissentivate, approvano quella stessa po litica, dovreste rallegramene. Invece, oggidì siamo a questo : che molti rappresentanti del paese, e spe cialmente quelli che si sono astenuti nelle ultime votazioni e che aspettavano di vedere se il Ministero si consolidava o no, e avevano bisogno di un con gruo tempo per riconoscere che si sono ingannali accettando e appoggiando gli arbitri, la megalomania e il resto del Crispi, molti deputati - diciamo - si preparano a volare pel no o pel sì, secondo che la Estrema sinistra voterà in favore o contro. In fondo è tutta qui la ragione del voto di certi degni rap presentanti ; la questione che si discute, le con seguenze che dalla sua soluzione possono derivare, i principi che si applicano o si respingono, la giu stizia che si offende o si rispetta, tutto ciò importa poco a certi nostri legislatori; quello che non bi sogna fare ad ogni costo, è di accomunarsi nel voto con gli estremi e coi radicali. Eppure si veda un po’ I ironia della sorte; non di rado sono essi che si fanno a difendere le libertà statutarie, che esi gono il rispetto della legge, l ’ onestà nella vita pri vata e in quella pubblica, che vogliono purificare, elevare l’ ambiente politico, che chiedono giustizia eguale per tutti. Se vi è un sintomo di decadimento politico, che vince ogni sentimento più ottimista, è questo dell’ abbandono di ogni più santa difesa della libertà, della giustizia e della morale a un gruppo esiguo d’ uomini che formano, se non altro, per ne cessità di opposizione la loro platform politica ap punto con il rispetto delle norme costituzionali, dello Statuto, delle leggi e della lib e rtà ; tutte cose che a certi moderati e progressisti praticissimi sembrano affatto secondarie, quisquillie trascurabili di fronte al supposto vantaggio di avere al Governo un uomo | che sappia con tutti i mezzi, buoni e cattivi, tute
258 L ’ E C O N O M I S T A 26 aprile 1896 celia, perche non è possibile ammettere che prima
ancora che qualche fatto legittimi il sospetto, vo gliano seriamente sospettare degli attuali governanti. Il Ministero farà bene a pensare alle idee, alle cose, e a non troppo preoccuparsi delle persone. 1 issi bene un programma, vi si mantenga fedele, lo attui con energia, con sollecitudine, si mostri e sia vera mente scrupoloso servitore della legge, abbia fede nella libertà e lasci pure che le mummie politiche gli gridino addosso per i voti che i radicali trovano opportuno di dargli. Il paese non se no darà per inteso e non si perderà dietro i casisti che trovano giusto un atto politico se Caio lo censura e quello stesso atto biasimano se Caio lo approva.
Queste sono le commedie o le farse politiche proprie dei paesi che sono vittime del confusionismo e del trasformismo, e che non hanno partiti, ma gruppi o gruppetti riva li, nemici e intolleranti gli uni degli altri. Ma siccome non è il caso di pen sare ora a un riordinamento dei partiti sopra basi positive, sopra programmi nettamente definiti bisogna sopportare quelle farse, curandosene poco o punto, e cercando di annullarne l’ effetto con le opere pronte, energiche e salutari per il paese.
Ma quale dovrebbe essere il programma del go verno nel momento politico attuale? Senza specifi care, diremo che deve essere preciso e pratico. V i è una questione che malauguratamente primeggia ora sulle altre ed è quella coloniale. Rotte le tra t tative per la pace siamo certo costretti a pensare alla difesa della colonia, e a una difesa che, occor rendo, possa tramutarsi in offesa. Ma poiché vi sono parecchi mesi di inazione, quasi completa e forzala, allo stato delle cose entriamo necessariamente in un periodo di preparazione che permetterà se non altro di considerare la questione sotto i suoi vari aspetti e di evitare qualche nuovo errore. E passando ad altre questioni urge che per la Sicilia e per la Sardegna si prendano quei provvedimenti che sono in potere dello Stato, che ai decreti e ai discorsi si facciano seguire gli atti e si procuri di riordinare secondo la legge'e la giustizia le varie amministrazioni lo cali e si favoriscano quelle iniziative private che possono accrescere la operosità economica dei sici liani e dei sardi.
Conviene ancora nell’ordine finanziario che il M i nistero si ponga risolutamente all’ opera della tra sformazione tributaria, perchè le ultime riforme fi scali del Sonnino hanno reso insopportabile una condizione di cose che era già pessima, vogliamo dire che le imposte sui consumi vanno riordinate con la mira di ridurne parecchie e per raggiungere questo risultato bisogna non solo distribuire più equamente le imposte, ma perseverare nella rid u zione delle spese.
Sarà il Ministero in grado di concretare le varie riform e che rispondono ai bisogni dell’ora presente ? Lo sapremo fra non molto, e allora sarà il caso di appoggiarlo o no, secondo il nostro libero convin cimento e senza ridurre la questione alla tutela dell’ordine pubblico o alle amicizie con l’ uno o l’al tro dei gruppi parlamentari. È forse chiedere troppo che si rinunci alla alchimia e alle partigiane in ti mazioni parlamentari, quando nessuna censura seria può muoversi a ciò che i governanti hanno fatto finora e per l’ avvenire non si conoscono nemmeno i propositi degli uomini politici che sono alla dire zione della cosa pubblica ? Non lo crediamo; in ogni
caso l’abbandono dei pregiudizi politici pei quali da parecchi anni si approva la più strana e dannosa politica che l’ Italia abbia mai avuto, ci pare una delle necessità più urgenti del presente momento po litico.
L’ONORE DELLA NAZIONE
Nel leggere le discussioni che si fanno in questi giorni sulle vicende d’Africa e le opinioni che sulla politica coloniale suggeriscono i più, vi è di che meravigliarsi che il senso dei tempi moderni sia in Italia cosi poco sentito.Siamo andati in Africa senza scopo deciso, per ispirilo di imitazione; tutti o quasi tutti convengono che fu male occupare Massaua ; tu tti o quasi tutti convengono che fu male espandersi fuori senza un deciso concetto delle conseguenze; tutti o quasi tutti convengono che fu vera pazzia provocare con una espansione così impreparata, la guerra coH’ Abissinia. Malgrado ciò, tutù o quasi tutti affermano ad alta voce che l'onore nazionale impone ora il prosegui mento della guerra, tanto più imperiosamente in quantochè il nemico ci ha vinti e della sua vittoria orgogliosamente approfitta.
Invano si citano esempi di tante altre nazioni che e nelle guerre europee e in quelle africane hanno rimandata la rivincita a momento opportuno ed a favorevole occasione; niente affatto! L ’ Italia deve avere per il suo prestigio, per il suo decoro, per mantenere alta la sua posizione in Europa, un sen timento di onore nazionale, più suscettibile, più fino degli a ltri popoli, che hanno procrastinate ed anche dimenticale le loro vendette.
Ma si abbia una buona volta il coraggio di guar dare in faccia la verità e di lasciare che essa si ri- specchi sui nostri volti e trovi eco nelle nostre parole!
Dove sono quei concetti di democrazia sui quali doveva fondarsi il nuovo regno d’ Italia? Dove sono quei sentimenti di alta civiltà che per tanto tempo furono considerati come il più potente cemento tra le diverse regioni della patria? — Erano dunque menzogne quelle elevate aspirazioni alla modernità, a cui si rivolgevano le manti di tanti precursori e fondatori della nuova Italia, quando alla prima oc casione che ci si presenta per metterle in pratica anteponiamo la volgare rettorica delle scuole secon darie, e i brani mal digeriti e male applicati di uno storico infedele come Tito Livio ?
Ma dunque a trenta anni di distanza dalla fonda zione della patria, il momento storico italiano, la missione civile di questa terra che ha tante memorie di cui si fa così miserando sciupìo e si vuol fare così ridicola imitazione, deve essere debellare un re Etiopico che avrà bensì una rozza civiltà, ma ha certo un aito sentimento della patria sua? La missione civile d’ Italia deve concentrarsi a soffocare colle forze di^ 52 milioni di abitanti e con tanta superiorità di con gegni guerreschi, un paese di quattro a cinque m i lioni ?
va-26 aprile 1896 L ' E C O N O M I S T A 259 lore personale dei combattenti, ma a incapacità dei
capi, a insufficienza dei mezzi, a impreparazione in somma ed a leggerezza.
Questa suscettibilità per Xonor nazionale non si fa sentire quando immondi processi per malversa zione del pubblico denaro danno per risultato la asso luzione dei rei confessi ; — non si fa sentire quando città cospicue come Pisa, Livorno, Bari, Licata non pagano i debiti che hanno contratti, senza che nè Governo, nè Parlamento degnino nemmeno di occu parsi p rò forma di queste insolvenze; — la suscet tibilità per I’ onor nazionale non si fa sentire quando nei paesi esteri si empiono di contumelie i fogli pubblici contro il paese che fa legge un emenda mento Autonelli. Allora si tace, si tollerano in pace quegli insulti e quei giudizi che dovevano far arros sire ogni cittadino che avesse culto per il decoro della patria.
Sembra che tutto il sentimento, tutta la rettorica, tutta la risonanza delle frasi che si adoperano per le grandi occasioni debba riserbarsi per l’ onore dell’ armi. Ed è vero! V i sono anche individui che tollerano più facilmente il protesto di una cambiale che non una ingiuria. Ma questi sono individui di (diro tempo, come sono sentimenti di altro tempo quelli di un popolo che facesse consistere il suo onore più nell’avere una vittoria militare che non avere onesto il governo, sana e incorruttibile la am ministrazione, pronta e indipendente la magistratura, sicuro e indiscusso il mantenimento della'fede pub blica.
Nella educazione che vien data alle generazioni nuove grandi ideali invero si tracciano per ispi rare la virtù del sacrifizio. — Non sono tre anni che il Governo suonava a storno la campana lu gubre del fallimento e si diceva costretto dalla forza maggiore a mancare di fede ai suoi creditori ; e quello stesso Governo avventurò il paese in una impresa che assorbirà molti e molti di quei milioni che ha risparmiato non pagando i propri debiti, non mantenendo i propri impegni. Ed ora che in un momento di sana resipiscenza vennero rovesciati gli uomini responsabili di tanta contradizione, ora si intuona di nuovo l’ inno di guerra e si invoca I’ onor nazionale da difendere e da tutelare.
Non è no, nel campo di battaglia che Vonore na
zione è stato compromesso, ma allo sportello del
cassiere. Si ostinino pure a considerare come pro saici e borghesi ideali gli interessi materiali, coloro che^risuscitando ancora i tempi passati, stimano che nell armi si concentri la gloria di un popolo; l’ av venire è ben diverso e sforzerà tanto più presto e con tanta più violenza la porta quanto più si vorrà tenerlo lontano. I nuovi tempi, tempi democratici nel vero senso della parola, richiedono una larga epurazione nello spirito pubblico, richiedono la onestà ? *? giustizia in tutti gli atti della vita così degli individui come delle nazioni ; e se è vero che il processo storico non ancora cancellato suscita ancora sentimenti vivaci per la gloria guerresca, non è meno vero che nel fondo dell’ animo ogni italiano sente che la guerra in Africa contro l’Abissinia non c ne giusta nè onesta e che se anche le ultime vicende la giustificassero, non è in essa impegnato
onore nazionale, che da ben altre macchie, da ben
a|tn guai deve essere lavato.
PROVVEDIMENTI PER LA SICILIA
ed eventualmente per la Sardegna
I provvedimenti che il Governo in base al r. D. 5 aprile corr. può prendere per la Sicilia sono di due categorie:a) provvedimenti che si possono prendere esclu sivamente per la Sicilia, senza toccare alle leggi ge
nerali in vigore por tutto il Regno ;
h) provvedimenti che non si possono prendere
per la Sicilia senzadio contemporaneamente si pren dano per tutte le provincie del Regno.
Appartengono alla prima categoria : la restaura zione immediata, anche con mezzi eccezionali della osservanza e dell’ impero della legge vigente, da parte di tutti - per tutti - contro di tutti.
Appartengono alla secónda categoria : la riforma delle leggi amministrative e finanziarie comunali, provinciali nazionali ; - riforma che in parte deve essere immediata - in parto può venire differita.
Prima categoria di provvedimenti.— La nomina
del R. Commissario Civile impersona la categoria di questi provvedimenti.
Tutti sappiamo, e non da oggi, che in Sicilia I’ osservanza delle leggi per un complesso di circo stanze speciali, imputabili per gran parte ai governi succedutisi ; è un dovere sconosciuto nelle* classi dirigenti e nelle autorità locali.
Per generazioni e generazioni la Sicilia fu retta da un governo a base di arbitrio, di assolutismo feudale, di privilegi di casta : - e là, dove si avrebbe potuto invocare la legge, era il pubblico funzionario che si prendeva cura di non applicarla se così vo leva I* interesse personale proprio, o quello dei po tenti e prepotenti del luogo.
Diventa normale e costante lo sviluppo dello in trigo, dell’affarismo, degli abusi e delle prepotenze d’ ogni specie là, dove la giustizia, l’ amministra zione, i tributi hanno per solo indice direttivo la volontà, l ’ arbitrio, il capriccio, l ’ interesse dei po tenti non solo, ma anche dei funzionari chiamati a vigilare ed applicare la legge.
Poco per volta si annebbia, sminuisce, scompare presso delle popolazioni il concetto della legge - il concetto di un governo centrale preposto alla v ig i lanza e tutela dei d iritti e doveri di tutti - il con cetto di un’ amministrazione locale chiamata a cure paterne sugli averi e sull’ azienda famigliare della provincia e del comune.
Poco per volta scompare il concetto del dovere - non resta che quello del diritto per fas e per
nefas - non resta che la persuasione che la forza,
I’ astuzia, la frode, l’ intrigo sono tutto - la giusti zia, 1’ equità, la legge sono nulla.
Poco per volta nella mente del cittadino si fa strada il pensiero che il Prefetto, l’ Intendente, il Sindaco, l’ Agente delle tasse, il Segretario Comu nale non. sono più i rappresentanti e gli esecutori della legge - ma i gestori degli interessi personali propri e di quelli delle caste, delle classi che sono al potere in Parlamento, nei Consigli provinciali, nei Consigli comunali, nelle Opere pie, ecc. ecc.
260 L’ E C O N O M I S T A 26 aprile 1896
civiltà : - ed altro non vi rimarrà che il nascere e rinascere continuo e permanente dei germi dello scontento, della rivolta, della lotta di classe sotto tutte le forme ed in ogni circostanza.
Cosi è pur troppo della Sicilia, e per colpa non propria ; — sarebbe supe duo il ripetere (pianto in argomento hanno saviamente scritto il Sennino, il Colajanni, il V illa ri ed altri molti che studiarono a fondo le condizioni dell’ isola.
Volete riguadagnare quelle popolazioni ai principi generali di giustizia, di moralità, di autorità, di pre stigio, di rispetto, di contenta e tranquill i sommes- sione e riconoscenza al nuovo regime delle politiche ed economiche libertà costituzionali?. . . . proclamate ed instaurate senza transazioni e debolezze il prin cipio della « osservanza d e lla legge da parte di
TUTTI, PER TUTTI, CONTRO TUTTI. »
Sono queste le parole che l’ on. Codronchi ha certamente già scritte sulla sua bandiera di R. Com missario civile, e farà scrivere nelle Sale dei M u nicipi, delle Deputazioni provinciali, delle Prefetture, delle Intendenze, delle Dogane, delle Questure dei Tribunali, delle Opere pie e delle Banche.
Alle parole devono seguire i fatti: - è per ciò che l’ on. Codronchi non 'tarderà a provvedere le provincie dell’ isola di autorità, di funzionari e di impiegali di ogni ramo e grado che sappiano di es sere appoggiati, protetti ed' encomiati ogni volta che
osserveranno e faranno osservare la legge, e sap
piano che saranno puniti e disistimati ogni volta che
faranno il contrario.
E p er mezzo dei migliori impiegati del Regno da inviarsi in Sicilia che V on. Codronchi può a c certarsi della, quantità e qualità degli strappi alle leggi - ninna legge accettuata.
Date alla Sicilia la giustizia e l’equità nell am
ministrazione di Stato, di Provincia e di Comune
- e voi vedrete miracoli nella guarigione di quelle popolazioni - e tanto più sorprendente e pronta in quanto che il Governo ignora la sensibilità delicata e profonda di rispetto e di amore del popolo Sici liano per chi, osservando e facendo osservare la
legge, Io tutela, lo salvaguarda, Io sottrae agli abusi,
alle mafie, alle prepotenze dei pochi che lo spoglia no, lo dissanguano e lo abbrutiscono.
Come è fortemente riottoso alla legge il popolo Siciliano quando la legge non è osservata da chi lo governa e lo amministra, altrettanto è docile ed osse quente all’ autorità costituita quando questa pur es sendo severa e rigorosa, si dimostra però giusta, equa, imparziale con tutti e per lutti - si tratti di poveri o di ricchi, - si tratti di forti ovvero di deboli.
La Sicilia ha vissuto troppo nell’ arbitrio, nei so prusi, nel privilegio, nel dispotismo, perchè vi si possa più adattare ; - è questo che non si è mai capito, o voluto capire da Governo e da Parlamento.
Per estinguere il male l’ on. Codronchi ha la me dicina a portata di mano « osservanza della legge » — non ci stancheremo mai di ripeterlo.
Seconda categoria di provvedimenti. — È noto
come la causale prima, e forse unica, dei recenti moti di Sicilia si debba all’ uso ed all’ abuso del dazio-consumo che nei Comuni Siciliani rappresenta la quasi totalità di risorsa dei bilanci di entrata mu nicipale - al rovescio di quanto avviene nelle altre regioni dello Stato.
Su veutotto milioni circa di imposte locali, pa
gate dalla Sicilia al Comune, sono a carico del da zio-consumo ben 21 m ilio n i, - cioè, il 75 per cento degli in tro iti di bilancio si estorce dal nucleo delle classi meno abbienti col mezzo di una imposta che preme su di esse con terribile progressività al ro vescio.
Su che mi basterà ricordare le parole sagge con che due benemeriti ufficiali superiori dell’ Eser cito « il Colonnello Binda ed il Generale Afan de
Rivera » stigmatizzarono il dazio di consumo allor
ché quali componenti i Tribunali di guerra del- l’ isola dovettero constatare che quella imposta fu la pietra angolare della sommossa.
Scrive il Colonnello Binda : « Inauguratosi a Pa- « lermo il Tribunale di Guerra, nel breve tempo « che ne ressi la presidenza ebbi campo di persua- « dermi come alle economiche, più che alle cause o politiche, debbonsi ascrivere i moti Siciliani : - e « come l’ aborrita tassa sul dazio consumo, appli- « cata colà contro ogni misura di equità e giustizia « e peggio riscossa, abbia spinte le popolazioni ai « più deplorevoli eccessi. » ')
E I’ on. Afan de Rivera scriveva or non è molto: « I moti ultim i della Sicilia convinsero le menti più « illuminate che nessuna riforma è più urgente di
a quella del dazio-consumo - il quale è stato la
« causa determinante di quei moti. - Lo scoppio « sciagurato che avvenne poi ad Acerra deve avere « tutti convinti essere indispensabile la soppressione
« delle barriere che premono sul commercio interno
« e rendono vano ogni sforzo di privata iniziativa ». Alle parole nobilissime, il Generale Rivera fece seguire un progetto di abolizione del dazio consumo che presentò al Parlamento.
Si capisce come non sia possibile addivenire senza ! altro alla abolizione di tutti i dazi di consumo - dessi troppo rendono oggi ai Comuni (circa 140 m ilioni) perchè si possa abolirli senza prima avere concretato la nuova imposta a sostituire.
È però facile il cominciare ad abolire il dazio che maggiormente pesa sul povero in ragione rove scia dei suoi averi — il dazio sul pane. - Il caduto Ministero abolì il dazio governativo sulle farine - bisogna abolire acche quello comunale - perocché' non può avere scopo sociale economico completo l’ abolizione dell’ uno se non è accompagnata dal- 1’ abolizione dell’ altro : vi pensi il nuovo Ministero.
Il dazio sulle farine è calcolato per tutti i Comuni del Regno a poco più che 15 milioni di lire : - sia la sua abolizione il primo atto del Governo e delle
classi dirigenti, a prova che la missione Codronchi non terminerà come tutte le precedenti della specie - cioè, in semplici parole.
Si abolisca il dazio sulle farine e si decreti che gli introiti mancati saranno compensati da maggiori centesimi addizionali fondiari, o dalla tassa sul va lore locativo; la quale dovrà applicarsi in tutti i Comuni dello Stato con l’ aliquota progressiva del 4 a l i o per cento come prescrive la legge, e colla
j
debita esenzione delle quote minime.È con tale provvedimento che I’ on. Codronchi potrà prendere possesso di sua carica, col plauso e colla fede della popolazione povera Siciliana : - e le classi dirigenti vi si rassegneranno ben volentieri
l) D ell’abolizione del dazio-consumo : - Conferenza del Colonnello Binda : Napoli, Morano Antonio edi-
L’ E C O N O M I S T A 261 26 aprile 1896
poiché hanno ormai capito che il progresso civile è giustizia che si deve rendere alle classi dirette, non più a parole rettoriche, rna a fatti positivi.
Altro provvedimento, non meno urgente e neces sario è l'abolizione del dazio doganale di uscita sullo zolfo: abolizione, alla quale sembra voglia alludere I’ art. 9 del r. D. sovra citato.
Tutti sappiamo che i dazi di uscita, al rovescio di quelli di entrata, gravano sul produttore ed age volano il compratore nazionale. - Il dazio di uscita sugli zolfi è di lire unitici la tonnellata contro L. 60 di valore di mercato dello zolfo - gravame daziario, adunque, di circa L. 20 per cento' del valore della merce.
Per sostenere la concorrenza cogli zolfi esteri r i cavati dalle piriti, in Ispagna ed in America spe cialmente, i produttori italiani devono trovar modo di diminuire d’altrettanto le spese di produzione; - quindi, depressione anche nelle mercedi degli ope rai addetti alle miniere.
Come si abolirono i dazi di uscita sulla seta, così devesi abolire quello sullo zolfo; - in fatto di l i bertà economica non vi possono essere due pesi e due misure - si tratta di principi fondamentali della vita sociale - epperò, nessuna eccezione, nessuna transazione.
Terzo provvedimento, pure indispensabile, della seconda categoria è indicato dall’art. 5 del r. D. che delinea del programma del R. Commissario c iv ile : - quello, cioè, che prescrive perchè la tassa sulle bestie da tiro e da soma non sia imposta se non insieme con quella sul bestiame bovino, vaccino ed ovino - e perchè, nella applicazione della tassa me desima, il R. Commissario provveda a fissare, in ragione delle speciali condizioni economiche del luo go, le quote minime esenti da tassa.
In generale, la bestia da tiro e da soma rappre senta Ja scorta massima del contadino e del piccolo proprietario di terra — mentre la scorta massima del latifondista sono le mandrie di buoi, di vacche, di pecore.
Si capisce quindi il facile prevaricare delle classi abbienti al potere quando si tratta di applicare la tassa sul bestiame.
Fatti questi tre primi urgenti e necessari passi di riforma tributaria, Governo e Parlamento potranno poi studiare e concretare mano mano tutte quelle altre riforme amministrative e finanziarie che var ranno a dare novella circolazione sanguigna nelle vene degli esausti bilanci comunali delia Sicilia non solo, ma di tutti del Regno.
Certamente, il lavoro noti è poco, ed il programma è grave _e vasto: - ma se mai si comincia, mai si potrà finire. - La mente positiva dell’ on. Codron- chi non verrà meno, siamo certi, al compito gra vissimo e delicato che si è addossato nell’ interesse della quiete e della prosperità dell’ isola e dello Stato.
™rve al cessato ministero che rimedio ai mali di Sicilia potesse essere una legge d’ indole sociali sta sui latifondi dell’ isola.
Non siamo di tale parere : - una legge di colo nizzazione, di distribuzione delle terre non è possi-. se D°n là, dove la terra si può ottenere gra tuitamente, senza ricorrere alla espropriazione per pubblica utilità, e quindi al pagamento dei beni espropriati.
Una legge del genere è possibile, e dovrebbe pro- niulgarsi, per la Sardegna ; dove grandi estensioni
di terreno sono res nullius, e molte altre verrebbero ben volentieri cedute gratis dalle Provincie, dai Co muni e dallo Stato a scopo di colonizzazione e di risanamento.
Ciò che si dovrebbe procurare noli solo per la Sicilia, ma per lutto il Regno, è la diffusione del | sistema di coltivazione a mezzadria quale è praticato
in Toscana.
Ma a ciò una legge apposita, presentata che sia, non riescirà completamente allo scopo se prima non verranno modificate le disposizioni del codice civile che staiuiscono d iritti eccezionali di privilegio dei proprietari di terra sui frutti, scorte e capitali dei conduttori, degli affitta voli, dei coltivatori di fondi d’ogni specie.
A ciò non si riescirà se corretti gli articoli pro tezionisti del codice civile, non si correggerà altresì la legge sili credito fondiario e non si abbasserà il tasso, ora altissimo, dell’ interesse del denaro.
Ad ogni modo, la piaga cancrenosa del latifondo in Sicilia riceverà gran sollievo quando, lasciando
j
anche per ora intatti gli articoli del G. C. costituenti privilegio fondiario, venisse modificalo l’ art. 1573 del Codice stesso nel senso di proibire in linea di | massima il subafitto delle terre e la loro cessionead altri : - e quando contemporaneamente verrà
modificato l’ art. 12 della legge bancaria 10 agosto 1893 per maniera ohe lo sconto e V anticipazione possano, operarsi anche ai proprietari e conduttori di fondi.
La proibizione del subaffitto avvicinerà il colono direttamente al latifondista ; - fra i quali due oggi sta impassibile ed usuraio il gabellotto.
L ’ estensione dello sconto cambiario e della auto rizzazione al possessore di fondi porrà questo in condizioni di ricevere pronti, facili e adeguati i be nefizi del mutuo nei momenti del maggior bisogno : - insegnano in materia le Casse rurali, che sono vanto specialmente del partito cattolico.
Concludendo, sembra a noi che si debba statuire:
A - la restaurazione immediata della osservanza
e dell’ impero delle leggi vigenti per ogni ramo della amministrazione governativa e locale.
B — l’ abolizione immediata del dazio comunale
di consumo sul pane, paste e farine d’ogni genere.
C - I’ abolizione immediata e totale del dazio
doganale di uscita sugli zolfi greggi, moliti e raffi nati di tutte le specie.
D - I’ abolizione dei premi di uscita stabiliti per
10 zolfo agli articoli 1 e 3 della legge n. 720 del 26 dicembre 1895 sulla istituzione dei magazzini generali di zolfo in Sicilia.
E - la proibizione di applicare la tassa sulle
bestie da tiro e da soma se insieme non è imposta anche sul bestiame bovino, vaccino ed ovino.
F - l a soppressione della facoltà di subaffittare le terre, che ora l’ art. 1573 del codice civile ac corda quando non vi è fatto in contrario fra locatore e conduttore.
C — la estensione delle operazioni di sconto e
di anticipazione anche ai possessori di terre: ope razioni che ora dall’ art. 12 della legge bancaria sono ristrette a beneficio dei soli industriali e commer cianti.
H - la colonizzazione, per distribuzione, delle
terre abbandonate della Sardegna prendendo a base 11 sistema colonizzatore degli Stati U niti di America.
262 L ’ E C O N O M I S T A fra la Sardegna e la terraferma, sopprimendo il mo
nopolio dei trasporti marittimi ora esistente da e per la Sardegna.
1 primi sette provvedimenti sono suscettivi di at tuazione immediata - ed il Ministero, almeno pei prim i cinque, ne ha dimostrata la convinzione col decreto di nomina del R. Commissario civile e nel quale souo adombrate ie intenzioni delle riforme sovraccennate.
I due ultim i provvedimenti richiedono tempo maggiore di studio - ma non per questo vanno di troppo ritardati - il ritardo prolungato, I’ abbiamo visto, significa sempre oblio.
Governo e Parlamento coroneranno I’ edilìzio se, dopo curate le piaghe principali della Sicilia e della Sardegna, porranno a telaio poco per volta - ma senza ritardi, interruzioni ed eccezioni di sorta - lo studio delle leggi organiche amministrative e finanzia rie relative allo Stato, ai Comuni, alle provincia : per le quali tutte sentiamo forte il bisogno di una r i forma razionale, inspirata a precetti di vera giustizia distributiva fondato sulla proporzionalità fra i pesi e gli averi dei singoli cittadini.
F. Nic o l a
L ’Italia nel 1 8 9 5
(Continuazione e fine - vedi numero precedente)
Abbiamo, nel precedente articolo, riprodotto quella parte dello scritto del comm. Bodio, nella quale esa mina, sinteticamente, il movimento della popolazione, l’ igiene e la pubblica istruzione. Diamo oggi la se conda parte, nella quale si esaminano le altre ma nifestazioni della vita sociale ed economica del paese.
Criminalità.
Riguardo alla criminalità le tavole dell’ Annuario confermano il fatto già noto, che tende a diminuire il numero degli omicidi e degli altri reati di sangue, mentre crescono i furti, le truffe, gli atti di violenza e resistenza contro gli agenti dell’ autorità, vale a dire che non diminuisce la frequenza dei reati, presi nel loro complesso, ma vi è una trasformazione della delinquenza : scemano i crim ini più brutali, mentre crescono quelli di cupidigia e di frode; oltre che crescono di numero (in Italia, come altrove) le con travvenzioni alle leggi speciali ed ai regolamenti di polizia e di igiene, ecc., anche perchè, per l’ azione più estesa delle amministrazioni comunali e per la introduzione di nuove tasse, cresce la materia stessa delle contravvenzioni.
Agricoltura.
In quanto all’ agricoltura, mi limiterò ad accen nare due fatti: le misere somme che si destinano al rimboschimento dei monti, che pur dovrebbe essere considerato come opera di supremo interesse per il nostro paese, e l’ estensione dei beni incolti.
Furono spese per i rimboschimenti, dal 1877 al 1894, L . 3,682,000, compreso il concorso dello Stato per L . 1,606,000.
Per ciò che riguarda i beni incolti, uno studio diligente, fatto dalla Direzione generale dell’ agricol tura, ha ridotto nei suoi giusti termini il problema della colonizzazione interna.
26 aprile 1896 Sulla superficie geografica del Regno, di 28 m i lioni e mezzo di ettari, solo 20 milioni sono colti v a li; ma non si può dedurre da ciò, che siano la sciati per inerzia senza cultura 8 m ilioni e mezzo di ettari. Anzitutto v i sono 4,647,000 ettari occupati dalle acque, dai greti di fiumi e torrenti, dalle strade, ecc., o sono terreni di montagna, così elevati, che restano inaccessibili a qualsiasi cultura. Rimangono 3,773,000 ettari incolti, destinati attualmente a pascolo, sulla quale superficie soltanto 1 milione di ettari potreb bero essere utilmente messi a cultura più o meno intensiva.
Ma per ciò occorrono anticipazioni di sementi, macchine ed attrezzi rurali, fabbricati, mano d’opera e via discorrendo, le quali spese non sono agevoli a farsi nelle condizioni presenti dei prezzi delle der rate e della concorrenza estera.
Industria.
Un capitolo dell ’ Annuario è dedicato alle industrie estrattive e mani fa ttrtci, ne! quale sono riassunte le notizie raccolte dall’ inchiesta industriale che si sta facendo da vari anni, ed è prossima ad essere com piuta. Mi lim ito a rilevare un dato essenziale: il consumo del carbon fossile, che è il pane, come si suol dire, dell’ industria.
L ’ importazione del carbon fossile ora salita da 791,000 tonnellate nel 1871 a 2,073,000 nel 1881, a 3,873,000 nel 1888, a 4,333,000 nel 1890. Nei tre anni successivi il ristagno degli affari ne ha fatto calare il consumo.
1891 tonnellate 3,917,000
1892 » 3,878,000
1893 » 3,724,000
Nel 1894 si ebbe una sensibile ripresa: tonnel late 4,696,000.
Le mercedi sono stazionarie, nella maggior parte delle industrie: in alcuna di esse si avverte persino qnalche diminuzione.
Consumi.
I consumi dei generi alimentari, termometro squisito del benessere della popolazione, non sono in un periodo di aumento; al contrario, si palesa per essi la situazione difficile che perdura.
Lasciamo da parte il consumo degli alcools, di cui ie cifre subiscono bruschi salti, pei frequenti cam biamenti del regime fiscale, che influisce sulla estensione del contrabbando.
Troviamo per lo zucchero e per il caffè le se guenti quote per un abitante:
Medie annuali Zucchero Caffè
periodo 1871-74 chilogr. 2,70 clnlogr. 0,454
» 1883 86 » 3,11 » ' 0,567
» 1891-94 » 2,43 » 0,428
La media del caffè è di chilogrammi 1,76 per abitante in Francia e 2,38 nella Germania ; e quella del consumo dello zucchero è di 7 chilogrammi nello Impero tedesco e 10 in Francia.
Anche il consumo del tabacco è rallentato negli ultim i anni nel nostro paese: erano 590 grammi per testa, nel periodo 1883-86, e ora sono 550.
Conclusione.
L ’ E C O N O M I S T A 263 26 a p rile 1896
manifestano le condizioni prospere e le avverse, i periodi di espansione e quelli di crisi o di anemia sociale.
Tutto si collega strettamente in questo genere di ricerche: l’ emigrazione e la delinquenza, il consumo dei combustibili, le mercedi, i prezzi, i consumi, gli scioperi, ecc., e poi lo squilibrio fra I* importazione e l’ esportazione nei commerci coll’ estero, le varia zioni nei portafogli delle banche, il prodotto delle tasse sugli affari, i prodotti ferroviari al netto e al lordo delle spese di esercizio, sulle antiche reti pro duttive, e sulle nuove poco o punto produttive, o amdie decisamente passive. « Est in numero ipso
quodda'n magnum collatumque consilium ».
Queste parole che un oratore dell’ antico Senato romano diceva, alludendo alle deliberazioni maturate nella discussione dell’ alto consesso, potrebbero oggi applicarsi anche agli ammaestramenti che fornisce la statistica sociale.
IL BILANCIO D’ ASSESTAMENTO 1895-96
Secondo le proposte del Ministero Crispi nel bi lancio d’ assestamento dell’ esercizio corrente si pre sumeva:nella categoria « Entrate
e spese effettive » un avanzo di . L. -+- 36,101,275.00
nella categoria « Costru
zione di strade ferrate » un d i
savanzo d i ...» — 31,910,369.93 e quindi un avanzo effet- --- ---tivo d i ...L. -|- 4,190,905,07 che aggiunto alla eccedenza at
tiva della categoria « 1Movi
mento di capitali » in . . . » -j- 4,679,469.83 dava un benefizio pel Tesoro di L . 8,870,374.90 il Ministero nuovo ha presentato al bilancio va riazioni, secondo le quali le precedenti risultanze subiscono ragguardevoli modificazioni.
Infatti le entrate effettive si accrescono della somma di L. 15,142,500, risultante dalla differenza tra vari aumenti per L . 20,192,500, e diverse di minuzioni per L. 5,050,000.
Gli aumenti si riscontrano nei cespiti sotto in dicali :
Proventi dei beni demaniali. . L. 80,000.00 Partecipazione dello Stato sui pro
dotti delle ferrovie costituenti le reti p rin c ip a li... Imposta di ricchezza mobile :
per ruoli . . L . 1,000,000 per ritenute . » 1,600,000
Imposta sui fabbricati . . . Tassa sul movimento ferroviario Dogane e d iritti m arittim i . S a l i ... P o s te ... T e le g ra fi... Rimborsi e concorsi. . . . » 1,226,500.00 >, 2,000,000.00 » 200,000.00 » 355,000.00 >» 14,000,000.00 » 1,000,000.00 » 800,000.00 » 500,000.00 » 31,000.00 Le diminuzioni cadono Tasse sugli affari . . . Tasse di fabbricazione. . T a b a c c h i...
L o t t o ... Entrate diverso . . .
sulle entrate seguenti : . . L. 2,200,000.00 . . » 1,050,000.00 . . » 1,0 0 0,0 0 0 .0 0 . . » 500,000.00 . » 300,000.00 L. 5,050,000.00 D’ altra parte si aumentano le spese effettive di L. 1 18,575,973, in dipendenza delle seguenti leggi e decreti :
Legge 26 dicembre 1895 n. 711. — Prima assegnazione straor dinaria per le spese della guerra nella Colonia Eritrea . . . Legge 26 marzo 1896 n. 76. —
nuovi crediti fino alla concor renza di L. 140,000,000, da procurarsi mediante emissioni di titoli, per la guerra nella Colonia Eritrea e da stanziarsi per L. 96,500,000 nell’ eserci zio 1895-96 e pel rimanente nell’esercizio 1896-97 . . . Legge 26 marzo 1896 predetta. — Interessi presunti sui titoli da emettere per procurarsi la somma di L. 96,500,000 auto rizzata per l’ esercizio 1895-96 Legge 26 dicembre 1895 n. 718. — Proroga della legge del 1895 per i compensi e premi alla marina mercantile . . . . Legge 26 dicembre 1895 n. 720.
Magazzini generali degli zolfi - in S ic i li a ... L. 20,000,000.00 » 96,500,000.00 » 1,250,000.00 » 670,000.00 » 150,000.00 Regio Decreto 5 aprile 1896. —
Pro rata di stipendio per l’eser cizio 1895-96 spettante al Re gio Commissario straordinario per la Sicilia nominato mini
stro di S ta to ... » 5,973.00 L. 118,575,973.00 Oltre di ciò nell’ entrata della categoria M ovi
mento di capitali debbono pure portarsi notevoli
variazioni.
In primo luogo deve esservi inscritta la somma^ di lire 96,500,000, che, giusta la ricordata legge 26 marzo 1896, è da procurarsi nell’ esercizio 1895-96 mediante emissione di titoli, per far fronte alla quota di spese da stanziarsi nell'esercizio stesso per le spese della campagna d’Africa.
Secondariamente poi fa d’ uopo ridurre di lire 525,000 il presunto prodotto della vendita di beni e dell’affrancamento di canoni, affine di tener conto dei risultati ottenuti nei trascorsi mesi dell’ esercizio.
Introdotte tutte le esposte variazioni nel progetto del 25 novembre 1895 nel bilancio rettificato per l’esercizio 1895-96, si ha q u in di:
nella categoria Entrate e
spese effettive » un disavanzo di L . — 67,332,198.00
nella categoria Costruzione
di strade ferrate » un altro
disavanzo d i ... » — 31,910,369.93
204
L’ E C O N O M I S T A 26 aprile 1890 nella categoria « Movi-men'o di capitali » una ecce
denza attiva d i ...L. -{- 100,654,469.83 e così un avanzo per il ---Tesoro d i ... L. + 1,411,901.90
Questi saranno i resultati che presenterà la legge di assestamento del bilancio per l’esercizio 1895-96, quando il Parlamento approvi le proposte del Go verno.
Restano tuttavia fuori bilancio, dipendenza di spe ciali disegni di legge già presentati o di prossima presentazione, aleuui altri oneri di non grande rile vanza, che potranno essere facilmente sostenuti con l ’avanzo come sopra risultante in L. 1,411,901.90 il quale è da ritenere abbia a risultare anche mag giore, avuto riguardo alla prudenza con cui si sta bilirono le nuove previsioni dell’entrata.
L E F I N A N Z E I N G L E S I
Il Cancelliere dello Scacchiere S ir M. Hicks Beach ha presentalo in questi giorni alla Camera dei Co muni la sua esposizione finanziaria che comprende i resultati dell’ esercizio che è terminalo col 51 marzo scorso, e le previsioni del bilancio per l’ anno fiscale che comincia da questa data.
Nell’esercizio 1895-96 come vedremo più giù, le rendite si sono elevate ad una cifra mai raggiunta, tanto, che malgrado un forte aumento verificatosi nelle spese, ne è resultato un avanzo così grosso, che mai si era riscontrato per l’ avanti. Inoltre il credito del paese è sensibilmente migliorato e, d’ altra p a rte .il consumo del thè, dello zucchero e del tabacco hanno posto in evidenza un miglioramento nelle condizioni della classe operaia. L ’ agricoltura soltanto non è an cora uscita da quella crisi che la tormenta da vario tempo.
Il fatto più saliente che presenta 1’ attuale situa zione finanziaria inglese è la sensibile differenza che assa fra la cifra delle entrate e le previsioni di ir Guglielmo Harcourt, l’autore del bilancio 1895-96. Ma non può farsene un carico all’ex Cancelliere dello scacchiere di essersi ingannato su questo punto, giac ché ninno poteva prevedere il cambiamento avve nuto nel corso dell’ anno passato. Infatti alla prima metà del 1895 le cifre del commercio esteriore pre sentavano di fronte al periodo corrispondente del 1894 una diminuzione di sterline 7,551,000, mentre che per il secondo semestre presentavano un aumento di st. 28,228,000.
Il Cancelliere dello scacchiere nella sua esposi zione passa in rivista tutte le diverse sorgenti di en trate, che si elevarono a st. 101,974,000 oltrepas sando di sterline 7,290,000 quelle del 1894 95 e di st. 5,812,000 le previsioni di Sir. Guglielmo Har court. Salvo la tassa sui te rre n i, tutte le imposte hanno dato una resa superiore a quella dell’ eser cizio precedente. Le entrate doganali raggiunsero la cifra di sterline 20,756,000 oltrepassando di 641,000 quelle dell’ anno precedente e di 516,000 le previ sioni del bilancio. Furono il tabacco, il thè e il vino che particolarmente contribuirono a quell’ aumento, i tabacchi produceudo un entrata di st. 10,748,000; i il thè di st. 3,745,000 e gli spiriti esteri di ster
line 4,217,000. I
, I dazi ili consumo che nel 1894-95 produssero : st. 25,060,000 dettero nel 1895-96 un’ entrata di st. 26,800,000. L ’ entrata netta proveniente dag i spi riti inglesi si elevò a sterline 15,603,000 con un au mento sull’ anno precedente di st. 534,000.
I diritti di successione dettero un’entrata di ster line 11,600,000 senza coniare st. 2,450,000 pagate nel conto delle tasse locali. Quel resultalo oltrepassa di sterline 1,460,000 la cifra prevista, Nel 1894-95 questa sorgente di entrata non produsse che 8,719,000 sterline, ma è da osservare che la nuova legisla zione che regola la materia delle successioni non è erit1 ala in vigore che durante otto mesi dell’esercizio.
Passando alle spese l’esposizione premette che esse erano precedentemente state stabilite nella somma di st. 95,981,000 d ie sa li a 97,764,000 per l’ aggiunta di st. 2,517,000 di crediti supplementari. Detraendo dal l’ ammontare delle entrate quedo delle spese, ne re sulta un avanzo di st. 4,200,000 il più rilevante che siasi avuto durante gli ultim i cinquantanni. Il saldo disponibile dello scacchiere che era di st. 6,300,000 al 1l aprtie 1895 èsalilo al 31 marzo di quest’ anno a st. 8 975,000.
L ’insieme delle obbligazioni dello Stato che cor rispondeva al I o aprile 1895 ad una somma di ster line 660,160,000 discese a 652,026,000 al 31 marzo prossimo passato.
II debito consolidato ascendeva a st. 589,1 47,000; le annualità da pagarsi ad un valore di st. 49,218,000; il debito fluttuante a st. 9,976 e l’ammontare dovuto in v irtù di leggi speciali a sterline 3,865,000. Parlando delle misure che sono state prese per ridurre i pesi dello Stato, M. Hicks Beach dichiara che è stato ne cessario di ridurre il tasso degli interessi attribuiti ai depositi importanti delle Casse di risparmio.
Il Cancelliere dello Scacchiere passa in seguito ad esporre il suo bilancio per*l’esercizio 1896-97.
Le spese dell’ esercizio in corso sono valutate a st. 100,310,000, cifra che oltrepassa di st. 4,056,000 quella stabilita nel bilancio dell’ esercizio 1895-96. Aggiungendo a questa somma st. 11,310,000 per le tasse locali nelle Contee, si arriva ad un totale di st. 111,357,000.
Quanto alle entrate, mantenendo la base delle im poste attuali si può fare assegnamento su di una somma di st. 101,755,000 divisa come segue fra i vari contributi:
D ogane... sterline 21,020,000 Tassa di fabbricazione... » 27,000,000 Diritti di successione... » 10,950,000 Bollo... ¡> 6,700,000 Imposta sui-’ terreni... » 1,000,000 Id. sui fabbricati... » 1,475,000 Imposta sul reddito (incoine tax). ¡> 16,200,000 Prodotto generale delle im poste.. St. 84,345,000 Poste... » 14,660,000 T elegra fi... » 2,940,000 Terreni della C o r o n a ... » 415,000 Azioni del Canale di S u e z ... » 605,000 Diversi... 1,700.000 Totale generale.. . . St. 101, 755,000
Le previsioni per l’annata si riassumono frattanto come segue :
Entrata... Sterline 101,755,000 Spese... » 100,047,000
L ’ E C O N O M I S T A 265 26 aprile 1896
Quantunque M. Hirks Bendi non sembri disposto a modificare i principi delle leggi finanziarie volate nel 1894, egli peraltro intende nell’ interesse del l’agricoltura di votare alcune riduzioni nei d iritti di successione, nell’*ncome tax nella parte riguardante ¡1 valore degli immobili sottoposti a questa tassa, e nelle tariffo dei terreni agricoli, di modo he l'ecce denza di 1,708,000 st. nella entrata verrebbe ridotta a st. 453,000 di cui una parte verrebbe dedicata alla pubblica istruzione.
Rivista Bibliografica
Prof. Gaetano Mosca. — Elementi di scienza politica.
— Roma, Bocca, 1896, pag. 400 (Lire 5).
G. Lowes Dickinson. — The development o f
Parila-ment iluring thè X I X century. — London, Long-mans, Green, and Co., 1895, pag. VIII-183.
Queste due opere che annunciamo e raccoman diamo a un tempo, trattano di materia politica, al meno in modo principale, se non esclusivo; ma nessuno ignora che se la economia concorre a de terminare la politica, questa alla sua volta esercita un’ azione continua ed efficace sulla economia. Il libro dello scrittore italiano svolge con molla dot trina più che gli elementi della politica quelli della filosofia politica; non descrive le forme, non ana lizza le istituzioni, ma considera le forze politiche, i tipi sociali, le lotte dei principi, le trasformazioni e i problemi politici. Certo chi paragonasse questo libro con quello sugli Elements o f Politica del Sid gwiek non potrebbe negare che il secondo corri sponde meglio al titolo e al carattere che effettiva mente deve avere un’ opera che si propone di svol gere gli elementi di scienza politica. Ma il libro del prof. Mosca appare superiore a quello dello scrittore inglese, sia per il metodo adottato dall’ Au tore italiano, sia per la materia più originale, mo derna e interessante.
Il nostro Autore applica il metodo storico e con la guida dei fatti d’ ogni tempo e paese illustra i principii della filosofia politica. E gli lo fa in modo chiaro e il suo libro sarà letto con profitto e inte resse anche dagli economisti, che amano conoscere le idee direttive moderne della politica.
Il sig. Dickinson nel suo breve, ma succoso studio sullo sviluppo del Parlamento inglese durante questo secolo si è proposto un duplice scopo : anzitutto di narrare nel modo più breve e chiaro che gli fosse possibile il processo di « democratizzazione » del Parlamento e inoltre di porre nei suoi veri termini quella che a suo giudizio è la questione più im por tante cui abbia dato origine l’ accennato processo, la questione cioè della competenza di una Camera dei Comuni democratica, di dirigere in modo soddisfa cente le tendenze socialiste dell’avvenire. A questo scopo in cinque capitoli tratta distintamente dei primi passi verso il regime democratico nel 1832, delle •■norme successivamente attuate dalla Camera dei Cordi, del movimento operaio e della situazione Politica presente.
. E una esposizione imparziale o precisa delle mag- g'ori riforme politiche compiute nel secolo X IX in Inghilterra, e da essa si rileva quali importanti tra- slormazioni politiche siano avvenute in quel paese.
Michel Bodeux. — Etudes sur le contrai de travail. —
Paris, Larose, 1896, pag. VI-538.
Il contratto di lavoro, scrive I’ egregio Autore, è un centro verso al quale convergono le preoccupa zioni di tutti i pensatori. Gli operai si lagnano nelle loro associazioni della manchevolezza e della lacuna che il Codice non ha sapulojancora nè riparare, nè colmare. Gli è parso quindi utile di determinare la situazione insufficiente e quasi uguale nel Belgio e in Francia per ciò che si riferisce ai rapporti con trattuali dei padroni e degli operai; così si vede il male prima di stabilire il rimedio. E tale è lo scopo della prima parte dell’ opera del sig. Bodeux nella quale la legislazione belga e francese è largamente esaminata sotto l’aspetto critico.
Nella seconda parte invece l’ Autore ha cercato nelle legislazioni estere e specialmente in Svizzera, in Austria e in Germania le novità in esse in tro dotte e i resultati ottenuti. Nella terza parte in fine approfittando dei dati così raccolti ha studiato in via generale e teoricamente lo due questioni della fissazione del salario e del regolamento industriale. Questi vari punti sono largamente discussi e anche dissentendo dall’Autore crediamo che il suo studio sarà giudicato serio e diligente. Circa alla determi nazione dei salari il Bodeux viene alla conclusione che in mancanza di conciliazione o di arbitrato, nei casi in cui la diminuzione del salario provenga da una concorrenza sleale, il potere sociale ha il diritto e il dovere d’ intervenire, almeno per fissare un minimo di salario, dopo aver conosciute le pre tese degli interessi in causa e tenendo conto delle dilferenze del lavoro. Tesi certo ardita, che può avere conseguenze gravi. Riguardo poi ai regolamenti in dustriali egli vuole che siano obbligatori, ma lascia alle parti interessate di determinarli.
L ’opera che annunciamo non esaurisce la materia del contratto di lavoro, ma solo alcuni punti di essi ; fornisce però su questi molte u tili notizie legisla tive, così che il suo libro è un documento e uno studio di cui va tenuto conto nell’ esame dell’ardua questione.
Adolph Wagner. — Specielle Steuerlehre. Ergänzungs
hefte : Die britische und französische Besteuerung in ihrer neuesten Entwiklung und Gestaltung. (1886-1896) Leipzig, Winter, 1896, pag. 170.
266 L’ E C O N O M I S T A 26 aprile 1896 La monografia del Wagner contiene anche l’ana
lisi critica del progetto del Doumer per la imposta generale sul reddito complessivo; questo dimostra che il libro è veramente al corrente degli ultim i fatti d’ ordine tributario e che esso offre un inte resse immediato di attualità.
Rivista Economica
L a C onvenzione p e l B e n e d ir - P e r le C am ere d i Com
m e rcio in P r u s s ia L a p o p o lazio n e d e lla G erm an ia -I r i s u l t a t i del p r e s t it o - N e c ro lo g ia . Leon Say.
La Convenzione pel B enadlr. — La Convenzione pel Benadir, che fu stipulata il 16 corrente, sarà presentata al Parlamento.
Secondo la Convenzione, il Governo pagherà alla Società per tutta la durata della presente Convenzione:
a ) l’ annua somma, in oro, di fr. 300,000; b) l’ annua somma, in oro, di fr. 100,000 pei
prim i dodici anni, e di fr. 50,000, in oro, negli anni successivi, per le stazioni di Giumbo, Barderà e Lugh. II Governo si varrà della Società e farà tenere ad essa regolarmente la somma occorrente pel pagamento delle annualità dovute ai sultani di Obbia e di Mula, in talleri 3600 di M. T. complessivamente.
Il Governo darà le miniere in libero e gratuito godimento alla Società.
Il Governo darà pure alla Società il libero e gra tuito godimento di tutte le terre che sono o saranno dichiarate demaniali, e di lutti quegli im m obili, dei quali esso abbia ottenuto o sia per ottenere il go dimento o i’ uso dal Sultano di Zanzibar.
La Società esigerà per proprio conto i d iritti do ganali, nonché le tasse in vigore ; potrà anche ap plicare nuovi tributi o sopprimere quelli esistenti, e dim inuire i d iritti doganali previa I’ approvazione del Governo.
La Società si obbliga : ad inalberare la bandiera nazionale; a pagare al Sultano di Zanzibar il canone annuo di rupie 160,000; a pagare le annualità do vute ai Sultani di Obbia e di Alula ; a conservare in regolari condizioni di manutenzione i fabbricati del Governo ; a mantenere le guardie necessarie per la sicurezza interna della colonia ; ad amministrare la giustizia in base alle norme in vigore nelle città e nei territori concessi in gestione; ad applicare gli atti generali di Berlino e di Bruxelles per tutto quanto riguarda la tratta degli schiavi ed il commercio delle armi da fuoco e delle bevande spiritose ; ad assu mere il servizio postale.
La Convenzione avrà la durata di 50 anni e de correrà dal 16 luglio 1896. Sarà però in facoltà del Governo di rescinderla dopo 25 anni, quando non credesse di dever più oltre esercitare il suo diritto d’ opzione verso il Sultano del Zanzibar o volesse subentrare direttamente alla Società.
P e r le Camere d i Commercio in Prussia. — Alla Camera dei deputali di Prussia è stato presen tato dal Governo un progetto di legge per la r i forma delle Camere di Commercio - che verrà ben presto in discussione.
F in qui F istituzione delle Camere di Commercio in Prussia era regolata dalla legge 24 febbraio 1870. Secondo questa legge la istituzione delle Camere di
Commercio era essenzialmente facoltativa, essa d i pendeva esclusivamente dalla volontà degli interes sati e il Governo non aveva su di esse autorità veruna.
Secondo il progetto invece or ora presentato, in seguito alle risposte avute dal Governo ad un que stionario da esso diramalo alle Camere di Commer cio esistenti ed alle corporazioni dei commercianti - tutto il territorio dello Stato deve venir diviso in altrettanti distretti di Camere di Commercio ; la fon dazione di queste diventa obbligatoria ed il governo acquista su di esse autorità di tutela ed anche, nel caso, di scioglimento.
Le antiche corporazioni di commercianti tuttora esistenti possono dal ministro del commercio essere conservate; ma, mentre la legge 24 febbraio 1870 espressamente riconosceva che le medesime non ca devano sotto di essa, il progetto attuale minaccia loro I’ estinzione delle loro attribuzioni pubbliche, se non si trasformano in Camere in Commercio.
In altri termini le Camere di Commercio fatte obbligatorie si appropriano le funzioni pubbliche fin qui esercitate dalle corporazioni dei commercianti, esistenti a fianco delle Camere di Commercio fa coltative.
La popolazione d ella Germania. — I risultati del censimento fatto in Germania il 2 dicembre 1895 sono stati fatti ora di pubblica ragione. In tutto l’ Im pero vi ha una una popolazione di 52,244,503 abi tanti, contro 49,128,470 censiti nel 1890. L ’aumento medio annuo è di 1.14 per cento; l’ accrescimento assoluto è di 2,816,053 abitanti.
Dalla fondazione dell’ Impero l’ aumento non è mai stato così considerevole come ora, poiché la progres sione media dei quattro censimenti precedenti fu r i spettivamente di 1 per cento, 1.14 per cento, 0.70
per cento, 1.06 per cento all’ anno.
La Germania conta adesso 14 m ilioni di abitanti più che la Francia.
Da un altro punto di vista lo sviluppo speciale delle provincie industriali è tale da essere rimarcato. La Westfalia precede tutte le altre provincie dello Impero nella rapidità di accrescimento della popo lazione. Quivi l’ accrescimento annuale è stalo del 2.24 per cento, nel Brandeburgo dell’ 1.84 per cento, nelle provincie del Reno dell’ 1.68 per cento e nella Sassonia dell’ 1.60 per cento.
La Germania del Sud e le provincie agricole all’ Est dell’ Elba sono molto meno favorite ; tuttavia i risultati dell’ ultimo censimento danno anche per esse un miglioramento in confronto al censimento precedente, ossia la media di accrescimento annuale della popolazione è assai superiore nel periodo 1890-95 di quella che risultò nel periodo 1885-90.
Ad ogni modo la differenza tra le provincie in dustriali e quelle agricole in riguardo ali’ accresci mento della popolazione è enorme, giacché di fronte alle medie accennate più sopra, che vanno da un minimo di 1.60 per cento a un massimo di 2.24 per cento per le provincie industriali, per quelle agricole si ha una media di accrescimento annuale che oscilla tra 0 48 e 0.87 per cento.
I r is u lta ti del p re s tito . — Per il prestito di ses santa milioni furono offerti complessivamente più di milleduecento m ilioni.
Tenuto conto delle quote minime irrid u cib ili i sot toscrittori riceveranno quindi meno del quattro per