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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.14 (1887) n.682, 29 maggio

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L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B A N CH I, F E R R O V IE IN TERESSI P R IV A T I

Armo XIV - Voi. XVIII

Domenica 29 M aggio 1887

N. 882

L I DIFFICOLTA DILLI CIRCOLAZIONE

Siam o alla fine di m aggio, stagione nella quale di solito il cam bio accenna a dim inuire e le difficoltà della circolazione vanno facendosi m eno sensibili, ed invece quest’ anno sotto molti aspetti, la situazione si presenta ancora gravissima.

Infatti alla assoluta mancanza di oro, da qualche giorno si aggiunge una scarsezza straordinaria di ar­ gento. Non si contratta in Borsa nè 1’ oro nè I’ ar­ gento, ma l’ una e l’ altra specie di moneta hanno un aggio che va diventando sem pre più sensibile. Le Banche difendono sem pre con m ille espedienti le loro riserve e non riescono ancora a tutelarsi abbastanza, che anzi sono costrette a frequenti acquisti di scudi all’ estero. Il pubblico com incia a sentire le conse­ guenze di uno stato di cose anorm ale, e se ne preoc­ cupa, e dà non dubbi segni di malcontento.

Siam o cioè a quei prodrom i, leggieri ancora, ma degni di attentissimo studio, che sogliono preannun­ ciare le grandi crisi. Alle Banche di emissione torna soverchiam ente oneroso far fronte al baratto, e vanno restringendo il più possibile, con ogni mezzo, lecito ed illecito, questo diritto del pubblico. Si è già no­ tato m\\' Economista che vennero chiamati « arpìe e speculatori indegni, » quelli che si presentavano agli sportelli delle Banche per cam biare in moneta m e ­ tallica i biglietti ; ed abbiam o osservato che eserci­ tavano un loro diritto, mentre le Banche, difficoltando il cam bio stesso, mancavano al loro dovere.

Oggi abbandonato com e inefficace questo sistema di intimidazione, alcune delle Banche di emissione si v ol­ gono a mezzi ancora m eno lodevoli ; e sappiamo che in qualche piazza venne minacciata qualche ditta primaria di non essere più ammessa allo sconto se persisteva a chiedere il baratto di biglietti in moneta m etallica; sappiamo di altri luoghi, dove viene fissata una som m a (e somma molto esigua) giornaliera per il baratto e dopo qualche ora si rifiuta il cam bio allegando che la som m a stabilita è già esaurita. Con questi ed altri mezzi che si prolungano dalla fine di gennaio ad oggi, abbiam o ottenuto per risultato com plessivo : — che scarseggiano anche gli scu di; - che le Banche di em is­ sione, gli Istituti di credito, le Banche popolari lottano tra loro, con mille artifizi, sul m odo col quale evitare di provvedersi delle specie m etalliche necessarie p e r ii cam bio ; - che il pubblico, il quale avverte questa cre ­ scente difficoltà di ottenere la moneta m etallica, co­ mincia a diffidare e naturalmente inclina sem pre più a limitare la propria scorta di biglietti; — che com incia già l’ incetta di biglietti di Stalo, perchè sono con ­ vertibili presso le Tesorerie, assorbiti prima dalle

Banche che li tengono com e altrettanta riserva, ora dal pubblico che discerne la differenza che corre tra essi ed i biglietti delle Banche, e spera che le T e­ sorerie sieno m eno avare dei cassieri delle Banche nel fornire il baratto.

Tutti questi ed altri fatti che taciamo per buone ragioni, non sono ancora tali da provocare un panico od un disordine nella circolazione, ma sono prodrom i di cui tutti conoscono le conseguenze. A p oco a poco si stabilisce quel circolo vizioso che non ha fine se non nella crise. L e Banche acquistano dall’ estero gli scudi, il pubblico prende dalle Banche gli scudi e li manda all’ estero, così, senza nulla m igliorare la s i­ tuazione, vi è una spesa di trasporto che va cre ­ scendo ed accum ulandosi.

Quali rimedi a questo stato di cose ?

D iciam o francamente di non vederne per il m o­ mento.

È a sperarsi che la prossima apertura della cam ­ pagna serica ed il m ovim ento dei prodotti agricoli rendano m eno grave il cam bio e possa quindi per qualche tempo sospendersi l’aggravarsi del male che si lamenta.; è a sperarsi ch e 1’ em issione all’ estero delle obbligazioni ferroviarie non sia turbata, che entri in paese un poco di danaro che valga a m an­ tenere basso il cam bio. — Ma questi fatti, da una parte sono incerti, dall’altra danno effetti transitori. Se anche arriviam o a scongiurare ora il pericolo, a ottobre o novem bre può presentarsi più m inaccioso ancora.

E mentre i fatti si svolgono così disgraziati per il paese nostro, del prom esso ordinam ento della circo ­ lazione non si vede il principio, ed ormai è da at­ tendersi che alla fine dell’ anno il Ministro chiederà una proroga dell’ attuale stato di cose. E ppure il M i­ nistro della guerra e quello della marina, hanno m o­ strato in questi giorni com e possa fare un G overno per ottenere la pronta discussione di un progetto di iegge. Hanno fatto le loro proposte ben chiare, ed hanno dichiarato che subordinavano la loro perm a­ nenza al G overno, alla approvazione delle proposte stesse in breve temno. L ’ on. Magliani non ha che ad imitarli. Ed il riordinam ento della nostra circo­ lazione ha, senza dubbio, altrettanta importanza del riordinam ento dell’ esercito e della marina.

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em issione, pare a noi che la Banca Nazionale abbia, oggi specialm ente, troppe altre cose da fare e le quali esigono tutta la sua attività e tutta la sua at­ tenzione. E giacché si doveva sorpassare la legge ci spiacque, anche che l’ on. Magliani non abbia colta l’ occasione della emissione delle obbligazioni ferro­ viarie per com incinciare a istituire la unità delle banche, chiam ando tutte le Banche di emissione a godere del vantaggio derivante dalla operazione. Sta benissim o che la Banca Nazionale presta per la sua m aggiore potenza più importanti servizi allo Stato e quindi deve avere anche m aggiori com pensi, ma non potrebbe avvenire che questo diverso m odo di trattamento determinasse le altre Banche di emissione a tenere, in ciò a cui non sono obbligate, un con ­ tegno affatto indipendente dagli interessi dello Stato? E la storia dell’ ultima crise non ha già dato qual­ che sintom o di grandi divergenze nella condotta dei diversi istituti ?

C om unque sia, la situazione è grave assai e può diventare irreparabile, può condurre in pochi giorni ad un rim edio radicale, ma terribile: il corso forzato. Pensiam oci a tem po, non perchè le riform e di legge possano bastare a superare la crise, ma perchè pos­ sano guidarla nella via verso cui si risolverà. E , a no­ stro avviso la sola via possibile è quella di restringere tanto la circolazione da perm ettere un rialzo dello sconto.

VERITÀ E RETICENZA

L ’on. Genala e l’on. S a ra cco L e discussioni avvenute in seno della Com m issione er i provvedim enti ferroviari e alla Camera per il ¡lancio dei lavori pubblici hanno reso possibile, se non la chiara ed esplicita afferm azione, alm eno la interpretazione, che l’ on. Saracco non potesse avere che parole di biasimo spietato (così si telegrafò a qualche giornale di provincia) per il suo prede­ cessore.

A lcuni periodici, che non hanno ancora m esso tra i ferri vecchi la opposizione alle convenzioni per l’ eserci­ zio ferroviario, hanno, com e la Tribuna, scritto degli articoli m olto severi all’ indirizzo dell’ on. Genala, ac­ cusandolo addirittura di tutte le colpe, e, ricordando la guerra che hanno m osso alle òonvenzioni di eser­ cizio, di cui l’ on. Genala fu autore, dim enticarono naturalmente — per riguardo al nuovo sole che brilla — che l’ on. Saracco fu in Senato relatore e difen­ sore di quegli stessi contratti.

È nelle conseguenze inevitabili delle vicende umane questo cercare un capro espiatorio delle condizioni difficili. Ma non è giusto il riversare sopra di un uom o delle colpe, che se sono colpe, non sono poi sue, od alm eno non sono sue soltanto, specialm ente quando chi alza tanto la v oce com incia già a bat­ tere una via, per alcuni aspetti m olto peggiore, anzi addirittura pericolosa.

Noi non intendiam o certo di intraprendere la difesa dell’ on. Genala ; prima perchè crediam o, che egli di difesa non abbia bisogno, poi perchè se vorrà difendersi lo saprà fare da sè m olto m eglio di quello che possiam o farlo noi. — Ma vogliam o fare alcune

considerazioni con unico scopo di tentare che sia impedita una nuova forma di equivoco.

Si afferma che il paese e la Camera vennero in­ gannati per le reticenze mantenute sulla questione finanziaria e sulla questione ferroviaria ; si ha il coraggio di dire che se il Parlamento ed il paese avessero saputo che esistevano dei disavanzi di b i­ lancio e dei disavanzi così forti nelle costruzioni fer­ roviarie, non si sarebbero fatte tante spese. Si ac­ cusa l’ on. Genala di non aver detto alla Camera quali erano le condizioni delle quali si trovavano le nuove costruzioni ; si applaude I’ on. Saracco che, appena salito al potere, dice questa verità e promette di darne tutti i particolari.

Di fronte a questo sfoggio di franchezza noi, fuori della politica, e calm i osservatori di ciò che avviene, dobbiam o dom an darci: chi si vuol ingan- gannare ora ? — Quale è lo scopo di questi inni di lode, di questi audaci biasim i?

E facciam o una sola riflessione.

Noi per i primi abbiamo consigliato all’ on. Genala di tenere un conto separato per ciascuna linea, noi per i primi abbiam o applaudito all’ on. S aracco, e manteniamo il nostro applauso, per aver prom esso di farlo. — Noi per i primi abbiam o detto che la retta applicazione del sistema costituzionale e del sano criterio finanziario esigeva ehe, quando una linea mancasse di fondi, dovesse intervenire il P ar­ lamento ad assegnarne di nuovi ; noi costantemente abbiam o biasimato il sistema inaugurato dall’ ono­ revole Baccarini. — Ma per carità di patria di qu e­ sto sistema oggi prom esso dall’ on. Saracco sistema che non ha altro carattere che quello AdVordine am­ ministrativo, non facciam o un atto di eroism o e non pensiamo che sia la riparazione di chi sa quali c o n ­ fusioni.

L e leggi 18 7 9 , 1881 e 1 8 8 2 non stabilirono in nessun m odo che dovesse essere tenuto un conto separalo per ciascuna linea ; ordinarono la costru­ zione di una serie di linee ferroviarie e diedero la pre­ cedenza a quelle per le quali gli enti intesessati antici­ pavano il loro concorso. P er queste costruzioni com ­ plessivamente considerate veniva stanziata una somma annua, la quale da nessun articolo di legge era attribuita in tutto od in parte ad una linea piuttostochè ad un’al­ tra, ma che doveva servire a pagare indifferentemente le linee che si costruivano. Avvenne che i Com uni e le province del N ord e del Centro anticipassero ben v o­ lentieri le loro quote per veder presto com inciati i lavori, e conseguentem ente, non essendo ciò acca­ duto nel m ezzogiorno, le linee del settentrione e del centro furono costruite più num erose che nelle pro­ vince m eridionali. Questo fatto, che l’ on. Branca volle citare quasi con orrore, era una applicazione rigorosa di una giusta disposizione della legge.

L ’ on. Genala quando assunse il potere — tutti Io sapevano e lo stesso Ministro lo disse chiaramente in Parlamento quando si discussero le convenzioni e più tardi in altre occasioni — trovò che nelle co­ struzioni fatte ed im pegnate si erano spese sotume m olto m aggiori di quelle assegnate dalla legge 1879, per cui in alcuni tronchi di linee si erano consumati i fondi stanziati per tutta la linea non solo, ma anche per altre linee. Tutti sapevano infatti le vicende della N ovara-P in o e della succursale dei Giovi.

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aver costruito più della metà delle linee con quella legge autorizzate. — E bbe torto di non dirlo in Par­ lamento più esplicitamente di quello che non abbia fatto ; ebbe torto di non presentare allora al Parla­ mento quello specchio che ora promette 1’ on. Sa­ racco. F orse tacque per riguardo al suo predeces­ sore, forse suppose che qualche deputato almeno leggesse la relazione anuuale della direzione gene­ rale delle strade ferrate dove queste cifre appaiono evidenti. — Certo l’on. Cenala, occupalo nelle con ven­ zioni di esercizio, si proponeva di riordinare dopo l’ esercizio la materia delle costruzioni e sperava che ne fosse mezzo efficace il portare da 6 0 a 1 0 2 m i­ lioni la som m a annua consacrata alle costruzioni.

Resta però il fatto che l’ on. Genala — ed è questo che noi vogliam o far notare — continuò il sistema d ell’on. B accarini, soltanto rallentò la furia di c o ­ struire q ra e là, aspettando che i nuovi fondi che mano a mano si maturavano venissero a colm are il deficit lasciato dal suo predecessore. — L o rip e­ tiamo questa misura non fu sufficiente ed era m e­ glio che egli avesse spiattellato al Parlamento lo stato delle cose con rude franchezza. Ma se questo è torto,in mezzo a questa situazione molto difficile, l’ on. Genala ha avuto due meriti : — il prim o di ritardare la costruzione della linea R om a-N apoli, oggetto di lusso, che le ragioni politiche hanno im posto al Parlamento in un m om ento di sonnolenza ; — il secondo di non tirar fuori una nuova linea, egualmente oggetto di lusso, la quale era stata, per sem plice com piacenza, intro­ dotta sub conditione e platonicamente in una legge, ma alla quale, m eno gli interessati, nessuno pensava. Così per l'opera d ell'on . Genala si ebbero rispar­ miati nei quattro anni in cui fu al potere i 1 0 0 m i­ lioni che costano quelle linee.

Se le avesse fatte votare, oltre i 102 milioni annui per la legge del 1 8 7 9 e 4 8 8 5 - l’ on. S aracco, critico così efficace della nostra finanza, avrebbe avuto un argom ento di più per com battere quella politica fi­ nanziaria dell’ on. Magliani della quale oggi pare voglia essere collaboratore.

L ’ on. Genala adunque a nostro avviso — se ha avuti dei torti — ha avuto il merito, e merito grandis­ sim o, di far risparmiare al paese per quattro anni i 1 0 0 milioni che per le due linee di mero lusso oggi sono domandati dall’ on. Saracco. Che cosa fa invece il nu ovo Ministro dei Lavori P u b b lici?

Assum e il portafoglio, trova disordinato il sistema delle nuove costruzioni, vede che si è speso 1 2 0 mi­ lioni più del preventivato e dice al Parlamento : — Signori, i denari m ancano, le linee costano di più di quello che si credeva ; fino a che le finanze saranno in m igliore condizione rinunciam o a qual­ cuna delle linee m eno necessarie e com incio io a dare il bu on esem pio; — rinunzio per ora alla li­ nea G e n o v a -A cq u i-A sti sebbene interessi il paese di cui sono Sindaco, e sebbene sia stata promessa, non autorizzata da una leg ge?

Niente affatto; l’ on. Saracco prom ette di dire la dura, la cruda verità.... e intanto domanda i 1 00 nuovi m ilioni che l’ on. Genala o per fas o per nefas aveva saputo per quattro anni lasciar dorm ire.

Se il Parlam ento ed il paese vorranno ragionare sul serio dovranno dirsi : — l’ on. Genala sarà stato reticente, ma i fondi stanziati li im piegò per le li­ nee autorizzate e non ne dim andò di nuove, anzi per i fam osi 1 0 0 0 chilom etri volle che nella legge fosse detto che sarebbero da costruirsi dopo le

linee del 1 8 7 9 ; — l’ on. Saracco mette in ordine le diverse linee, ma quest’ ordine ci costa 1 0 0 m i­ lioni ■— o per lo m eno ci costa i SO m ilioni della linea che passa per Acqui. L ’ ordine dell’ on. Sa­ ra cco costa caro !

PROTEZIONE CONTRO LA PROTEZIONE

I nuovi convertiti al dazio sui cereali d icon o : — non si tratta, elevando il dazio da L . 1 .4 0 a L . 3, di proteggere la agricoltura italiana contro la con ­ correnza Am ericana, Russa ed Asiatica, ma sibbene proteggere l’ Italia contro la protezione stabilita negli altri paesi Europei. S iccom e, cioè, gli altri Stati di E uropa hanno applicati dazi m olto alti, e li cre­ scono sem pre più, contro la introduzione dei cereali esteri, l’ Italia è diventata un punto aperto o quasi aperto, dove accorron o abbondanti i grani d’ oltre m are, che trovano chiusi gli altri sbocchi. Ci pro­ teggiam o quindi contro gli effetti dalla protezione altrui.

Uno scrittore ha detto che la parola è data al­ l’ uom o per nascondere il suo pensiero ; si può dire che serve m eravigliosam ente, a chi ha il dono della lucidità della parola, a far apparire logiche le più assurde teorie.

E, veram ente, il ragionam ento della protezione contro gli effetti della protezione altrui cosa vuol d ire?

Gli altri Stati Europei rifiutano il grano che vien loro offerto a buon m ercato dai produttori d ’ oltre mare ; tale rifiuto fa sì che in Italia sia abbon­ dante questo principalissim o genere di alimentazione e ne sia quindi dim inuito il prezzo. Com e conse­ guenza quindi dell’ inasprimento dei dazi stabiliti in quasi tutti i paesi europei, abbiam o che in Italia il grano e quindi il pane, sono a più buon mercato che altrove, data parità delle altre condizioni.

Questo buon m ercato eccezionale del grano e del pane viene riputato dai n eo-con vertiti alle teorie del dazio, com e funesto, e quindi propongono p rov­ vedim enti per im pedire il ribasso per far sì che l’ Italia non abbia a sentire gli effetti degli errori altrui.

In conseguenza la misura proposta dal G overno sotto questo aspetto non vorrebb e essere protezio­ nista, non vorrebbe essere nem m eno fiscale, m a una m isura sui generis, motivata dal fatto che i dazi degli altri paesi hanno rinvilito il prezzo dei ce­ reali e del pane in Italia.

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nei periodici tecnici e ad alcuno parve veramente che le nuove parole avessero un significato diverso da q u ello che avevano le vecchie idee che esse tentavano dì esprim ere. La si chiami riabilitazione, la si chiami protezione contro gli effetti della proiezione altrui, il fatto però è uno solo : cercare con mezzi artificiali di accrescere il prezzo delle cose o di alcune cose.

Gli opportunisti, che fanno a noi la accusa di es­ sere dottrinari, potrebbero essere in m aggiore c o n ­ traddizione? Potrebbero con minore astuzia na scon ­ dere, sotto la forma di alcune parole nuove, l’ appli­ cazione di un errore che data ornai da tanti anni e che fu dalla scienza, dalla logica e dallo stesso or­ dinamento econom ico della società com battuto?

Se proteggerci contro la protezione altrui vuol dire im pedire che il grano ed il pane diventino ad un buon m ercato eccezionale per causa di eccezionali circostanze, quali sono gli alti dazi imposti dai paesi europei, — o non è questa conclusione contraria a tutte le tendenze della m oderna costituzione sociale? 0 non è contraria a molte disposizioni di legge, più o m eno recenti, colle quali si è cercato ili aggravare sulle classi più abbienti, sugli oggetti di lusso, per sollevare le classi più povere e gli oggetti di prima necessità ?

La protezione contro la protezione la intenderemmo quando tendesse ad im pedire un male, ma quando avesse per iscop o di toglierci un bene è veramente inconcepibile. Si dirà che l’ effetto della protezione v o ­ tata dagli altri paesi è un bene per i consumatori ma è un m ale per i produttori ed è contro questo male che ci si vuol proteggere.

Ma a questa dichiarazione appunto volevam o giun­ gessero i nostri avversari per dimostrar loro con evidenza che cadono in contraddizione, poiché sono essi quelli che si affaticano a farci credere che il dazio da essi im posto è fiscale e non ha nem m eno l’ om bra della protezione. — Se ciò fosse vero per­ chè vengon o a tirarci fuori la teoria della protezione contro la protezione altru i?

Ma, dicono : qui si tratta non già di una con cor­ renza naturale, ma di una concorrenza artificiale prodotta dal fatto che gli sbocchi degli altri paesi sono chiusi e quindi intendiamo proteggere i p ro ­ duttori italiani soltanto contro questa concorrenza eccezionale, conseguenza dei dazi altrui.

Non potrebbero trovare argom ento più zoppicante e più pericoloso. Zoppicante perchè lo adoperano ora con fina abilità essendo al corto di altre buone ragioni ; pericoloso perchè stabilisce una teoria che potrà essere invocata in ben altre circostanze. Se adunque l’Am erica, per sue ragioni speciali, accor­ derà facilitazioni ai mezzi di trasporto e potrà darci il grano ancora a più buon m ercato, noi ci proteg­ gerem o cóntro questa grave iattura e metteremo un alto dazio per proteggerci ; se uno Stato per favo­ rire la propria agricoltura darà dei premi alla espor­ tazione del grano, e ce lo venderà a prezzo an­ cora più basso, noi ci proteggerem o contro questo insulto e metterem o dei dazi per m antenerlo ad alto prezzo. Infine colla vostra teoria l’ Italia dovrà far la guerra contro tutti quegli avvenimenti che pos­ sano rendere il grano ed il pane a più buon mer­ cato? E questa la chiamate protezione contro la pro­ tezione altrui ? E chiamate noi dottrinari ?

Uomini dalla vista corta ; avete un bel mutare le parole per fingere nuove dottrine; ma analizzate, esse

sono sem pre la ripetizione degli stessi errori econo­ m ici che voi, per un resto di riserbo, volete inorpel­ lare con nuove frasi.

Il vostro errore è uno solo : quello di non aver avuto il coraggio di dire — abbiam o bisogno di nuove entrate, non abbiam o altre materie im ponibili che il grano, noi, abolitori del m acinato, lo ripristiniamo sotto altra form a, e im poniam o un dazio. — V i avrem m o com pianti, ma non vi avrem m o trovati in così flagrante imbarazzo tra la logica e la co ­ scienza.

LA LETTERA DELL’ ON, JACINI

Ha fatto il giro dei giornali una lettera aperta dell’ on. senatore Jacini al Presidente del Consiglio dei ministri, on. Depretis, nella quale l’ on. redattore delle conclusioni finali dell’ inchiesta agraria, si o c­ cupa dell’ aumento del dazio sui cereali e della so­ spensione dell’ abolizione dei decim i. L’ autorità e la competenza dello scrittore spiegano l’ interesse su ­ scitato da quella lettera, ma noi, con la nostra abi­ tuale franchezza, non possiamo non aggiungere subito che dall’ on. Jacini ci sarem o aspettati qualche cosa di più e di m eglio di una prolissa e fiacca difesa del nuovo dazio sui cereali e dell’abolizione dei de­ cim i. Tale infatti è lo scopo precipuo che mosse l’ on. Conte a prender la penna e a scrivere una lunga epistola all’ on. D epretis; ma nè gli argomenti di cui si vale lo scrittore hnn nulla di nuovo, nè ci paiono così validi da acquietarci e indurci a m etterci dalla parte dell’ on. Jacini.

Conviene adunque che esaminiamo brevem ente la lettera cui alludiam o, per vedere sotto quale aspetto viene posta la questione da un uom o cui nessuno può certo negare la com petenza nelle cose agricole ed anche una certa indipendenza di giudizio. C o­ mincia l’ on. senatore dal com piacersi che sia stata accolta dall’ on. Depretis la mozione che egli aveva fatta or sono due anni affinchè il dazio sul grano fosse portato a tre lire. E la ragione ch’egli, liberista convinto, ne dà, consiste in questo che un dazio di tre lire e poco più per quintale non equivale al rin­ negare la tradizione italiana del libero c a m b io ; « im ­ perocché un aumento fino a quella cifra avrebbe m igliorato i proventi doganali senza incarire il grano sui m ercati indigeni a danno delle classi povere ».

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nella sua Relazione finale 1), non valgono a persua­ derci che non lo sia. Anzitutto è strana, per lo m eno, 1’ insistenza dell’ onorevole Jacini e degli agrari tutti a chiedere il dazio di tre lire, se esso deve essere puramente -fiscale e se in fatto di dazi dob­ biamo ferm arci li. Quale vantaggio reale può trarne l’ agricoltura ? Nessuno o quasi, perchè una differenza di una lira e sessanta centesim i non è tale da frenare le importazioni di grano estero ; e non è tanto grande da non poter essere facilm ente compensata. D un­ q u e ? Rim ane l’ utile della finanza pubblica e una illusione di più per gli agricoltori, una speranza di altri aumenti, un disperdim ento di forze, un con ­ sum o di energie in nuovi tentativi, in una nuova propaganda per avere il dazio che forse com incia ve­ ramente a proteggere, di 5 lire. Sta bene pensare all’e ra rio; è giusto provvedere ai suoi urgenti bi­ sogni, ma la scelta dei mezzi non deve essere cieca, precipitata e tale da favorire le più pericolose tendenze in fatto di riform e doganali. A questo avrebbe d o­ vuto riflettere l’ on. Jacini, anziché ostinarsi a ch ie­ dere un dazio che non deve essere di protezione all'agricoltura, ma viceversa dovrebbe pur avva n ­ taggiarla; in qual m o d o ? lo saprà forse fo n . Jacini, noi in tutto questo non troviam o che una mera lo­ gom achia che rivela la erroneità dell’ argom enta­ zione. Non seguirem o ulteriorm ente I’ on. Jacini su questo terreno e sorvolerem o anche sulle distin­ zioni, assai com ode invero, ch ’ egli fa intorno ai li­ beristi e ai protezionisti per passare a considerare l’ altro punto relativo ai decim i di guerra sull’ im ­ posta fondiaria.

Esso è quello che più sta a cuore all’ on. Jacini e sul quale indugia a lungo per con vincere l’ on. De- pretis che l’ abolizione dei decim i dev’ essere m an­ tenuta. Siam o d’ accordo con l’ on. Jacini nel d eplo­ rare che si turbi radicalmente l’ applicazione di una legge orm ai in parte eseguita : « lo trovo disdice­ vole, egli scrive, e affatto contrario agli usi di tutti i paesi civili, m onarchici o repubblicani, che una legge promulgata ieri soltanto, che è tuttora in corso di applicazione, che ha dato affidamenti precisi e tassativi ai singoli cittadini abbia a subire essenziali m odificazioni mediante una nuova legge im provvi­ sata sotto la pressione di uno squilibrio di bilancio e non giustificata da alcuna di quelle suprem e ne­ cessità che si im pongono da sè. Quale fiducia de­ vono avere i cittadini nella serietà dello Stato a cui appartengono, se esso si appalesa così in coeren te? » In massima tutto questo è giusto e v e r o ; ma nel caso speciale l’ on. Jacini non può ignorare quali influenze hanno determinata la approvazione della legge che aboliva i decim i di guerra, la opposizione giustissima che veniva fatta da buona parte della stampa dacché trattavasi di provvedim ento a van­ taggio reale di pochi. L ’ abolizione dei decim i fu un errore che abbiam o più volte deplorato e rim ane una delle molte prove che le riform e non sono da noi troppo spesso debitamente maturate. Ad ogni m odo l’ abolizione della sopratassa andava fatta con m etodo ben diverso da quello adottato ; poiché non doveva andar disgiunta da tutta la riform a della pe­ requazione dell’ imposta fondiaria ; com e riconosce lo stesso on. Jacini quando nella sua lettera scrive : « l’ abolizione della sopratassa, egli è vero, avrebbe potuto essere effettuata per mezzo della legge di pe- *)

*) V . pag. 76 e seg. (Rom a, F orzani, 1884).

l’equazione in periodi più lunghi per ragioni di con ­ venienza finanziaria ; avrebbe potuto essere circo- scritta ai soli territori più aggravati. »

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346 L ’ E C O N O M I S T A 29 maggio 1887

RIVISTA ECONOMICA

L’esposizione internazionale di panificazione e maci­ nazione di Milano.L’inchiesta senatoria francese s u ll’alcoolismo.La situazione nel Belgio.

Il 19 m aggio u. s. è stata inaugurata a Milano una esposizione internazionale di apparecchi di macina­ zione, panificazione, elettricità e igiene. Essa non poteva aver luogo in un m om ento più opportuno ; perchè è bene ch e quando stanno per risorgere le infauste leggi protettive sui cereali, la scienza e l’arte sorgano, quasi com e protesta, a mostrare i progressi ottenuti nella m acinazione e panificazione per dare un m iglior prodotto e a più buon m ercato. D iciam o quasi a protesta, perchè invero gli sforzi dei legisla­ tori hanno una meta contraria a quella dei progressi industriali e tendono a im pedire che il consum atore profitti dei vantaggi econom ici.

L ’ inaugurazione ha dato m otivo ad alcuni d i­ scorsi e tra questi ci pare degno di menzione quello dell'on . Presidente dei Comitato esecutivo, il quale ram m ento l’ origine e gli scopi della esposizione. L ’ idea di questa esposizione venne dall’ iniziativa privata e sorta nel Congresso dei mugnai di B olo­ gna dell’ anno 1 8 8 5 fu raccolta e caldeggiata da tecnici valorosi e presto fu circondata e sorretta dalla sim ­ patia, dall’ assenso, dal concorso efficace del pubblico degli industriali, dei Corpi costituiti. Gli espositori am m ontano a 420, di cui 3 00 dell’ Italia e 1 2 0 del­ l’ estero.

Anche l’ on. Grim aldi fece il suo discorso nel quale s’ intrattenne a lungo a parlare della panifica­ zione e dell’ opera del Ministero di agricoltura. R i­ feriam o qui cotesta parte del discorso perchè ci pare di qualche interesse nel m om ento attuale : « La parte della mostra che riguarda la panificazione è di così grande importanza da giustificare essa sola la E sp o­ sizione. Pochi problem i econom ici hanno un così spiccato carattere sociale com e questo della panifi­ cazione : fondam ento della nutrizione umana, e potrei dire larga parte, se non esclusiva di essa, per num e­ rose popolazioni del nostro paese, il pane fu in ogni età oggetto delie preoccupazioni e delle cure dei G o­ verni, senza che i provvedim enti di ogni natura da essi escogitati, secondo i tempi e le prevalenti idee econ om ich e e politiche, giovassero a risolvere il pro­ blema m eglio di ciò che abbia fatto P astensione dello Stato e la conseguente libertà dell’ industria. Gli è ch e ordini di G overno non valgono a mutare stabilmente il naturale svolgim ento dei fenom eni e co ­ n om ici, ed i problem i che ne derivano non si risol­ v on o arbitrariam ente, e molto m eno lim itandosi a guardare gli effetti, senza por mente alle cause che li producono.

« Il problem a della panificazione, che fu argom ento di studi e di ricerche in altri Stati, s’ im pone in m odo particolare alla nostra attenzione.

« Esistono migliaia di Com uni nei quali la panifica­ zione è allo stato rudim entale ed il pane è assolu­ tamente cattivo; in poche città il pane è buono ; in m olte è m ediocre ; quasi dappertutto il prezzo è più elevato che a ll’ estero, e non in relazione col prezzo dei cereali. Perciò assistiamo al fenom eno ch e, m entre questo è andato ribassando durante P ultim o decennio, il prezzo del pane è rimasto sta­ zionario, ed in alcuni luoghi ha subito qualche au­ m ento. Strano fenom eno, in v e r o , che rovescia le

più elementari leggi dell’ econom ia, e neutralizza nei suoi effetti il ribasso del prezzo dei.cereali.

« Si possono riassum ere le condizioni dell’ industria della panificazione in questa dura sentenza : in essa non è abbastanza penetrata la luce del progresso industriale : scarso è I’ uso di apparecchi m eccanici : assoluta la prevalenza del lavoro manuale : scarsa è l’ applicazione dei nuovi processi di lavoro e dei nuovi sistemi di forni ; pochi gl’ indizi di trasfor­ mazione.

« Gli studi com piuti in Italia hanno dimostrato che il problema è essenzialmente industriale, e non se ne può attendere la efficace e durevole soluzione se non dall’ applicazione dei progressi tecnici e da un assetto razionale ed econom ico dell’ industria.

« È quindi agevole intendere quanto per tale so­ luzione vi sia da sperare nell’ odierna Esposizione ; ed io ho fede che essa fornirà largo cam po di studi e di utili ammaestramenti anche all’ industria della panificazione. »

Questo augurio dell’ on. Grimaldi non può non es­ sere di tJtti, perchè tutti sono interessati nei pro­ gressi dell’ industria della panificazione; ma quanto non sarebbe m eglio che la politica econom ica anzi­ ché fare dei voti platonici fosse anch’ essa antesi­ gnana di progresso non inceppando la alimentazione umana per ragioni fiscali o protettive !

— L ’ alcoolism o non è una piaga speciale ai paesi nordici perchè, più o m eno estesa e profonda, si può trovare pressoché in tutti i paesi. E la Francia ne va tanto p oco esente che il Senato francese ha creduto bene alcuni mesi or sono di intraprendere una inchiesta sullo sviluppo e gli effetti della vendita del­ l ’ alcool. Nè è venuto una relazione del senatore Claude che è istruttiva e rattristante a un tempo perchè rivela una situazione piena di pericoli per lo sviluppo avvenire della popolazione francese.

Secondo il relatore, il consum o m edio annuale in F ranci è di 1 ,5 0 0 ,0 0 0 ettol. di alcool puro, i quali corrispondono da 3 a 4 m ilioni di ettol. di acquavite ordinaria e questi 4 m ilioni di ettolitri a 4 franchi il litro rappresentano 1 6 0 0 m ilioni di franchi consu­ mati in acquavite. L ’aumento continuo delle im po­ ste sull’ alcool è stato finora im potente a arrestarne la produzione. N el 1 8 3 0 il diritto fiscale era di 37 ,4 0 e la produzione raggiungeva 3 6 5 ,1 8 5 ettolitri; nel 1885 il diritto fiscale era di 1 5 6 fr. 25 cent., e la quan­ tità prodotta ha sorpassato 1 ,4 4 4 ,0 0 0 ettolitri. L ’ im­ posta e la produzione hanno dunque quasi quintu­ plicato insiem e. Ma il male si è che l’ imposta sempre più forte aveva per effetto di peggiorare la qualità degli alcool messi in com m ercio. L ’ alcool di vino è tollerabile, ma gli alcools estratti dai cereali sono pericolosam ente venefici ed oggi sono appunto que­ ste sostanze quelle che vengono m aggiorm ente con­ sumate. Il consum o poi è progredito in tutta la Fran­ cia, ma è specialm ente al N ord e N ord -O vest che si è sviluppato m aggiorm ente perchè la vicinanza della frontiera v i rende m eno costosa 1’ im porta­ zione degli alcools esteri.

Il consum o è poi stato m aggiorm ente favorito dal­ l’ aumento nel num ero degli spacci. Nel 1 875 si con ­ tavano in Francia 3 4 2 ,6 2 2 spacci di bevande spiri­ tose, ora ve ne sono 4 0 0 ,0 0 0 cioè 1 per 9 4 abitanti ; nel N ord si è trovato un spaccio per ogni 29 elettori.

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29 maggio 1887 L ’ E C O N O M I S T A 347

fatti sociali di indole patologica. A d esem pio dal 1 876 al 1 8 8 0 si è constatato nel N ord, ove il consum o m edio è di 0 litri d’ alcool puro l’ anno, un rapporto di delitti contro i costum i del 27 0(0 della popola­ zione. Nel S u d -O v e st ove il consum o m edio non è che 2 litri d’ alcool puro, questa proporzione scende al 10 0|0. Dal 1 8 3 6 al 4 8 8 5 la percentuale dei sus­ sidi per alcoòlism o è salita dal 5 0|0 all’ 11 0[0. Effetti non m eno dannosi sono rivelati dalle statisti­ che relative ai coscritti riform ati per infermità varie ; senza contare i figli che nascono con i sintomi dei- fi alcoolism o ereditario, che poi si svolgono e si rive­ lano nei disordini fisici e nell’ impotenza intellettuale. Tali sono i caratteri principali di un fenom eno, certo m orboso, delle società odierne e che anche in Francia ha non poca gravità. Ma quando si passa alla terapia, alla cura del male, il problem a da risol­ versi è arduo assai. La relazione senatoria di cui parliam o crede convenga esaminare se non sia utile di limitare il num ero degli spacci di acquavite, altri chiedono una rigorosa sorveglianza sui prodotti messi in com m ercio, altri ancora un nuovo aumento di im ­ posta sull’ alcool. S u quest’ ultimo mezzo per c o m ­ battere ¡’ alcoolism o l’ esperienza ne pare abbia già insegnato qualche cosa. L e im poste sull’ alcool più elevate non tolgono che la peste dell’ alcoolism o com e la chiam ano, ci sia e si estenda ; anzi si avrebbe ra­ gione di pensare che il male è aggravato dalle frodi, dalle adulterazioni che il fisco provoca. Forse la cura del male anche in questo caso com e in molti altri vuol essere più indiretta, che diretta. Bisognerebbe che le finanze degli Stati, e della Francia prima fra tutte, perm ettessero di dim inuire gli aggravi sulle be­ vande salubri, sul vino, sul caffè, sul thè, e cc., biso­ gnerebbe com battere 1’ alcoolism o con surrogati igienici od almeno favorirne la loro diffusione. Ma è precisam ente quello al quale m eno pensano i G o­ verni nella loro illuminata azione.

— L e notizie del Belgio non sono punto m igliori, anzi nella settimana sono andate gradatamente p eg ­ giorando. Gli scioperi si sono estesi e m inacciano di farsi generali, sicché la situazione è tornata piena di pericoli e non è m olto diversa da quella di un anno fa. In questa condizione di cose sarebbe interessante poter analizzare con precisione le cause del m ovi­ mento operaio. In mancanza di uno studio recente sulla situazione industriale del Belgio, si può nondi­ m eno rilevare alcune delle cause speciali di una agitazione che non è tanto econom ica soltanto, ma politica e sociale a un tem po.

Giova rammentare che la popolazione del Belgio è assai densa, specie nelle regioni dove fioriscono le industrie m inerarie, e l’ agitazione vi si propaga con m aggior rapidità che nelle contrade ove i centri operai sono isolati o separati da grandi distanze. La concorrenza dei carboni inglesi e tedeschi ha fatto dim inuire gli utili delle m iniere, e ¡ salari degli operai furono quindi notevolm ente ridotti negli ultim i anni. Nel Belgio, com e altrove, e forse più che al­ trove, quelli che vivono col frutto del lavoro delle proprie braccia sono persuasi che nella ripartizione del prodotto non hanno la parte che loro spette­ rebbe. In un m om ento in cui l’ industria prospera, un sim ile sentimento può condurre, e ha condotto altre volte, a un aumento di salario che elimina lo sciopero. Ma nella non buona situazione com m erciale e industriale del B elgio, questa soluzione pacifica non è possibile. Gli scioperanti non l’ ignorano, e per

questo l’ agitazione ha piuttosto il carattere di una lotta di classi che di una azione combinata per far crescere i salari. L ’ allargamento del suffragio elet­ torale, l’ amnistia pei condannati del passato anno e qualche altra riform a politica, sono tra le dom ande dei scioperanti, che pare siano anche esasperati dalla recente legge approvata dalla Camera sui dazi d’ en­ trata pel bestiame.

Il Belgio, paese che in fatto di libertà econom ica era fino a poco tempo fa tra i più progrediti, non ha però nel cam po politico attuate tutte quelle riform e richieste dai nuovi tempi e molto energie ch e sa­ viam ente dirette avrebbero potuto fare del bene an­ darono perduto negli ultimi anni nella sterile lotta tra i clericali e i liberali.

La Com m issione d’ inchiesta sul lavoro nominata dopo gli scioperi del passato anno continua sem pre i suoi lavori e innum erevoli sono le questioni di cui si è già occupata, com e non liberali sono in mas­ sima le sue proposte. S icch é anche il Belgio cercherà nelle leggi sociali e nelle altre riform e del socialism o di Stato' il rim edio a questa situazione certo grave della classe operaia. Ciò non vuol dire per altro che il male abbia probabilità di scom p a rire; ma tant’ è, i Governi hanno pur bisogno di illudersi e di illu­ dere se vogliono dare alla loro ingerenza una giu­ stificazione pur che sia.

Le ferrovie italiane nel gennaio 1887

Dal prospetto dei prodotti lordi approssim ativi del m ese di gennaio 1887 in confronto con quelli defi­ nitivi del corrispondente mese del 1 8 8 6 , dà per il gennaio 1887 un prodotto lordo di L. 1 6 ,5 5 3 ,7 6 6 che supera quello che le ferrovie italiane ebbero nel gennaio 1886 per l’ im porto di L . 1 ,7 1 7 ,0 2 3 .

Il prodotto ottenuto nel m ese di gennaio dei due anni si divide fra le varie linee nella seguente misura:

Gennaio 1887 Gennaio 1886 Rete M editerranea.. L. 7,918,160 7,442,647 » A d ria tica ... » 7,330,770 6,192,129 » S icu la ... » 620,431 616,603 Ferrovie V e n e t e .... » 78,404 89,100 » Sarde... » 115,762 103,378 » D iv e r s e ... » 490,239 392,886 T o ta le ... L. 16,553,766 14,836,743 L ’ aumento di L. 1 ,7 1 7 ,0 2 3 ottenuto nel g en .1887 in confronto del gennaio dell’ anno scorso, si repartisce fra le varie linee come segue:

Rete Mediterranea.. L. + 473,513 » A dria tica. . . » + 1 138,641 » S icu la ... » + 3,828 Ferrovie Venete--- » — 10,696 » Sarde... » -t- 12,384 » D iverse. . . » + 97,353 Totale. L. 1,717,023

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L ’ E C O N O M I S T A 29 maggio 1887 348

E cco adesso il prodotto chilom etrico nel gennaio dei due anni :

Gennaio 1887 Gennaio 1886 Rete M editerranea.. L. 1,768 1 J 3 6 » A d ria tica... => 1,559 1,400 » S icu la... « 598 1,002 Ferrovie V en ete.. . . » 500 636 » Sarde... » 281 251 » Diverse . . . » 512 538 Media chilometrica L. 1,460 1,399

La media chilom etrica nel gennaio 1 887 supera quella del gennaio 1 886 di L . 6 1 . Nel genn. 1887 la lunghezza assoluta delle linee era di chil. 11,406 contro 1 0 ,6 0 9 nel gennaio 1 8 8 6 e la lunghezza media di esercizio da chilom etri 1 0 ,5 0 4 nel gennaio 1886 saliva a 1 1 ,1 6 9 nel gennaio 1887.

11 prodotto ottenuto nel gennaio dei due anni d i- videvasi fra i vari redditi nel seguente m odo :

Gennaio 1887 Gennaio 1886

V iaggiatori... L. 5,945,989 B a g a g l i ...» 259,155 Merci a grande velocità » 1,882,809 Merci a piccola velocità » 8,261,224 Prodotti fuori traffico » 204,589

5,278,680 231,317 1,038,290 8,189,628 98,178 T o t a le .... L. 16,353,766 14,836,743

Nel gennaio 1 8 8 7 tutte le categorie di entrata fu- in aum ento.

sulle tasse amministrate dal Ministero del Tesoro proveniente specialm ente da quelle di successione e di reg istro; un aumento di L . 1 ,5 7 5 ,3 6 3 .8 5 sulla tassa di fabbricazione sugli spiriti ecc., derivante dalla ripresa del lavoro delle fabbriche ; e un au­ mento infine di L. 1 1 ,0 4 3 ,9 8 4 .0 8 sulle dogane e diritti marittimi che dipende dall’essore stati intra­ presi gli sdoganamenti normali.

Fra le dim inuzioni più rilevanti notiam o quella di L ire 4 ,2 8 4 ,2 3 2 .3 8 sulle partite di giro cagionata dalle som m e che la Cassa dei depositi e prestiti ha versate nel mese di aprile 1 8 8 6 per il servizio delle p en sion i; mentre nell’aprile 1 887 nessun incasso si verificò per tale tito lo ; e l’ altro di L . 3 ,8 8 8 ,8 4 9 .1 2 sulla costruzione di strade ferrate dipendente del non essere stato ancora provveduto alla alienazione del titolo ferroviario per far fronte alle spese di co­ struzione.

Dal 1° luglio 1 8 8 6 a tutto aprile 1 8 8 7 gli incassi am m ontarono a L . 1 ,3 2 8 ,7 8 2 ,7 6 7 .4 2 con una diffe­ renza in m eno di L. 3 8 ,8 2 8 ,7 8 2 .8 6 sul periodo corrispondente del 1 8 8 5 -8 6 .

I pagamenti nell’ aprile 1887 raggiunsero la cifra di L. 8 9 ,8 2 8 ,6 1 7 .2 1 superando così quelli d ell’aprile dell’ anno precedente di L. 7 ,1 8 1 ,7 9 4 .5 5 ; dal 1 ° lu­ glio 1886 a tutto aprile 1 887 ascesero a L i­ re 1 ,2 6 9 ,2 8 0 ,8 5 7 .8 2 con una differenza in più di L . 4 ,2 5 5 ,6 8 5 .7 6 sul periodo corrispondente dell’ eser­ cizio precedente.

II seguente prospetto contiene l’ am m ontare degli incassi nel mese di aprile posti in confronto con la previsione m ensile del bilancio, che venne fissata nella somma di L . 1 4 3 ,2 5 2 ,2 6 2 e con gli incassi ottenuti nell’ aprile dell’ anno precedente.

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al 30 aprile 1887

Il conto del T esoro al 50 aprile p. p. dava i se­ guenti risultati :

A 1 1 i v o :

Fondi di Cassa alla scadenza del­

l ’esercizio finanziario 1885-86. L. 389,740,050.68 Conti di Tesoreria alla scadenza

dell’ esercizio suddetto . . . . » 41,744,299.06 Incassi dal 1° luglio 1886 a tutto

aprile 1887...» 1,223,301,901.02 Entrata s tra o rd in a ria ...» 115,480,866.40 Debiti di Tesoreria... . » 542,939,168.44

Totale. . . . L. 2,313,206,285.60 P a s s i v o :

D ebiti di Tesoreria alla scad.

dell’esercizio finanz. 1885-86. L. 535,845,994.65 Pagamenti dal 1° luglio 1886 a

tutto aprile 1887...» 1,269,280,857.82 Crediti diTesor.“ ai 30 ap. 1887 » 144,313,747.66 Fondi di Cassa al 30 apr. 1887 » 363,765,685.47 Totale . . . L . 2,313,206,285.60 Dal prospetto com parativo degli incassi e dei pa­ gam enti verificatisi presso le Tesorerie del Regno resulta che nel m ese di aprile 1 8 8 7 gli incassi am ­ m ontarono a L . 1 4 2 ,1 7 7 ,4 9 5 .2 5 , cifra che rappre­ senta un aumento di L . 7 ,8 6 9 ,3 0 1 .0 6 sull’ aprile dell’ anno precedente.

Fra gli aumenti più notevoli che m eritano di es­ sere segnalati troviam o un aum ento di L . 2 ,6 4 7 ,0 2 2 .3 8

Incassi Differenza

differenza cogli incassi

Entrata ordinaria nell’ aprile col nell’aprile

1887 12° prevent. 1886

Redditi patrimoniali... L. 1,890,434 — 4, 499, 680 +15, 358, 704

-t- 814,328

Imposta fon dia ria... 30,626,857 — 36,981

Imposta sui redditi di ric­

chezza m o b ile ... 19,277,232 + 1,914,909 — 278,400 Tasse in amministrazione

del Ministero delle F i­

nanze... ... 15,903,876 + 1, 802, >76 + 2,647,022 Tassa sul prodotto del movi­

mento a grande e piccola

velocità sulle ferrovie. . . 1,218,478 — 219, Ì22 -+ 178,488

Diritti delle Legazioni e dei

Consolati a ll’estero... 65,892 — 10,774 — 31,187

Tassa sulla fabbricaz.degli

spiriti, birra, ecc... 3,619,405 + 790,339 + 1,573,363

Dogane e diritti marittimi. 25,766,947 + 6.383, 4471+11,043, 984

D azi interni di consumo.. . 6,746,604 — 51,500 + 8,970

Tabacchi... 16,148,271 +• 456,771 + 196,938 S a l i ... 4,684,921 — 190,079 + 237,244

Multe e pene p ecu n iarie... 1,645 •+ 1,479 -+ 1,220

L o t t o ...^ . ... 5,393,954 — 976-046 — 875,453 Poste... 3.580,103 — 60,563 — 62,543 Telegrafi... 1,108,793 + 71,716 + 137,242 Servizi div ersi... 1,837,250 + 224,259 + 525349

Rimb. e concorsi nelle spese 1,738,672 — 149,793 — 191,220

Entrate diverse... 449,421 — 167,429 -+ 143,388

Partite di g ir o ... 36,567 — 7,693,406 — 4,284,232

Entrata straordinaria

Entrate effettiv e... 474,295 — 364,257 — 245,935

Movimento di ca pita li... 1,936,287 — 1,488,873 + 160,258

Costruz. di strade ferra te.. 266,581 — 11, 604. 242 — 3,888,849

Capitali aggiunti per resti

attivi... — — — — - —

T o t a le ... .L . 142,177,495 — 1,074,767 + 7,869,304

Da questo prospetto com parativo apparisce che nel mese di aprile gli incassi furono inferiori di L . 1,0 7 4 ,7 6 7 al dodicesim o preventivato, e superiori di L . 7 ,8 6 9 ,3 0 4 alle entrate ottenute nell’ aprile d el­ l’ anno precedente.

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-29 maggio 1887 L ’ E C O N O M I S T A 349

lancio di previsione figura per lire 1 4 1 ,8 6 5 ,7 6 5 al m ese.

P a g a m e n t i

Ministero del Tesoro... L.

Pagamenti nell’ aprile 18,106,393 Differenza col 12° pre­ ventivato — 44,635,776 Differenza coi pagam.i ottenuti nell’aprile 1886 4 - 929,300 Id. delle fin a n z e... 13,335,786 — 1,955,073 — 1,351,853

Id. di grazia giustizia 2,836,842 H- 24,092 4 - 107,677

Id. degli affari esteri. 690,739 4 - 37,048 4 - 61,421

Id. dell’ istruz. pubb 2,974,133— 104,563 4 - 204,700

Id. dell’ in tern o... 4,363,004 — 946,706 — 761,256

Id. dei lavori pubblici 16,465,986 — '5,676,776 + 1,833,955

Id. della guerra... 22,376,418 4 - 208,539 4 - 4,777,438

Id. della m arin a ... 7,659,934 4 - 548,963 4 - 1,352,402

Id. dell’agric. industr.

e com m ercio... 1.019,379 — 183,703 -f- 31,008

Totale... L. 89,828,617 — 52,037,148 - f 7,181,794

La spesa nell’ aprile 1 887 fu inferiore di L i­ re 5 2 ,0 3 7 ,1 4 8 alla previsione m ensile e superiore di L. 7 ,1 8 1 ,7 9 4 ai pagamenti falli nell’ aprile 1886.

Confrontando finalmente gli incassi e i pagam enti si hanno le seguenti differenze :

Entrate nell’ aprile 1887 . L . 1 4 2 ,1 7 7 ,4 9 5 .2 5 P a g a m e n t i ... » 8 9 ,8 2 8 ,6 1 7 .2 1 Differ. in più nelle entrate di L . 5 2 ,3 4 8 ,8 7 8 .0 4

N ell’ aprile 1 886 si aveva avuto :

Entrate... L. 1 3 4 ,3 0 8 ,1 9 4 .1 9 Pagam enti... » 8 2 ,6 4 6 ,8 2 2 .6 6 Differ. in più nelle entrate di L . 5 1 ,6 6 1 ,3 7 1 .5 3

Le Compagnie per azioni in Germania ed Austria

L e com pagnie per azioni che esistevano e fu n ­ zionavano in Germania nel 1 8 8 5 -8 6 erano 10 5 5 , con un capitale com plessivo di 5 miliardi e di 3 m ilioni di franchi ed un capitale obbligazioni di L . 7 3 5 milioni.

L e Società finanziarie e le Banche sono quelle che più largam ente contribuiscono sul detto totale rappresentando esse sole un capitale sociale di 1815 m ilioni di franchi.

V engon o poi le miniere e gli alti forni per 733 m ilioni. L e strade ferrate, che ora quasi tutte a p ­ partengono ai diversi Stati di Germania, non vi fi­ gurano che in terza linea, con un capitale a z io n i- obbligazioni di 6 2 6 milioni. L e Com pagnie di assi­ curazioni vi entrano per 5 5 5 milioni ; le Società im m obiliari per 2 5 0 milioni.

Le Società industriali vi si ripartiscono com e se­ g u e : industrie chim iche 2 2 7 m ilioni, industrie tes­ sili 10 7 , birrerie 1 87 milioni, ecc.

In Austria Ungheria, 2 13 Com pagnie rappresen­ tano un capitale di 3 miliardi 8 2 0 m ilioni di fran­ chi in azioni, e 4 miliardi 7 2 2 m ilioni in obbliga zioni. L e strade ferrate, che diversam ente dalla Ger­ mania si trovano ancora per la massima parte in mano di Com pagnie private, entrano nel suddetto totale per 6 miliardi 665 m ilioni, di cui 2 9 7 9 m i­ lioni in azioni e 4 5 8 6 milioni in obbligazioni.

L e Banche ed Istituti finanziari riuniscono un ca­ pitale di 8 9 9 m ilioni, le m iniere e stabilimenti m e­ tallurgici 2 3 4 milioni di franchi, ecc.

L ’ industria propriam ente detta non figura nel totale dei capitali in società che per una cifra rela­ tivamente insignificante.

il Commercio estero degli Stati Uniti Dell’anno fiscale 1886

Il Bollettino Consolare ha dal com m end. Barone S. Fava, inviato straordinario e m inistro plenipo­ tenziario a W ashington, i seguenti dati statistici, in data 13 m arzo 18 8 7 .

Nel passato anno si è avverato un aum ento di circa 53 milioni di dollari nel com m ercio di im ­ portazione, contro una dim inuzione di circa 3 3 m i­ lioni di dollari nel com m ercio di esportazione in confronto dell’ anno precedente. E da notare che l’ importazione dell’ oro e dell’argento ba subita una lieve dim inuzione nell’anno d ecorso ; m entre che l’ esportazione di tali metalli ha avuto un aumento m olto considerevole in confronto del precedente an­ no. Il m ovim ento generale del com m ercio estero degli Stati Uniti ha nel com plesso subito nell’ anno 1886 una perdita di dollari 4 ,7 5 6 ,1 1 8 in confronto del­ l’ anno precedente, am m ontando nel 1 8 8 6 a d ol­ lari 1 ,3 1 4 ,9 6 0 ,9 6 6 .

Nel 1 8 8 6 l’ esportazione dei prodotti agricoli è rappresentata dal 72,86 0|0 sul valore totale del­ l’ esportazione ; quella dei prodotti manifatturati dal 1 5 ,9 8 0[0 ; e quello dei prodotti delle m iniere, fo ­ reste e pesca dall’ 11 ,2 0 0(0. Tali rapporti percen­ tuali nel 1 8 8 5 furono per la prima categoria di p ro­ dotti del 7 2 ,9 6 ; per la seconda del 1 6 ,1 4 ; e per la terza del 1 0 ,9 0 0|0.

Nel m ovim ento generale del com m ercio estero degli Stati Uniti colle singole nazioni, debbo rile­ vare che l’ Italia ha avuto un aum ento, così nelle esportazioni com e nelle im portazioni; poiché il com ­ m ercio d’ im portazione dall’ Italia in questo paese da dollari 1 4 ,4 9 2 ,9 0 8 nel 18 8 5 , ascese nel 1 886 a dollari 1 6 ,8 7 0 ,6 3 6 con un aum ento di 2 ,3 7 7 ,7 2 9 dol­ lari ; e quello di esportazione dagli Stati Uniti verso l’ Italia, da dollari 1 1 ,6 9 0 ,1 4 2 nel 1 8 8 5 , salì a dollari 1 3 ,0 4 8 ,8 4 6 nel 1 8 8 6 , con un aum ento di dollari 1 ,2 5 8 ,7 0 4 .

Il num eso totale degli immigranti arrivati agli Stati U niti nel 1 8 8 6 fu di 3 3 4 ,2 0 3 . L’ em igrazione italiana, da ¡3 ,5 9 9 nel 1885, aum entò a 1 4 ,3 1 5 nel 1886.

LE CASSE POSTALI DI RISPARMIO

11 resoconto som m ario delle operazioni delle Casse di risparm io postali dà per il m ese di m arzo p. p. i seguenti resultati :

Gli uffici postali autorizzati nel mese sopraindicato a fare operazioni di risparm io, furono 12 i quali a g ­ giunti a quelli precedentem ente autorizzati, portano il num ero delle Casse postali di risparm io a 4,1 3 3 .

I depositi asceselo a L. 1 2 ,5 3 6 ,0 9 7 .9 7 , ma i rim­ borsi avendo raggiunto la cifra di L. 1 2 ,5 3 6 ,1 9 5 .3 1 , si ebbe nel mese di m arzo una deficienza di L . 9 7 ,3 4 ,

Dal 1 ° gennaio a tutto m arzo 1 8 8 7 gli uffici autorizzati furono 56 ; i depositi raggiunsero la cifra di L. 4 4 ,8 2 6 ,8 9 5 .9 6 ; i rimborsi quella di L . 3 7 ,8 8 0 ,5 8 5 .2 6 e la rimanenza presenta un attivo di L . 6 ,9 4 6 ,3 0 8 .8 0 .

(10)

350 L ’ E C O N O M I S T A

per l’ im porlo di L . 6 5 7 ,3 0 3 ,5 5 4 5 9 danno una r i­ manenza attiva di L . 2 2 0 ,0 3 7 ,6 1 3 .5 6 ’

E cco adesso il m ovim ento dei libretti :

Emessi Estinti

Nel marzo 1887 ...N. 28,010 19,465 Nei mesi precedenti . . . » 70,538 57,210 Negli anni 1876-86. . . . » 1,764,530 1,396,621

Per cui restano libretti accesi . . . . N. 1,473,299

CRONACA BELLE CAMERE DI COMMERCIO

Camera di Commercio di Milano. — Nella se­ duta del 2 2 m aggio dopo la partecipazione di varie com unicazioni fatte dalla presidenza procedeva alla nomina di alcune com m issioni, e quanto ai temi proposti per la prossima seduta del Consiglio supe- periore del com m ercio, o occupandosi specialmente della riforma del servizio consolare e della dimi­ nuzione delle spese pei protesti cambiari, deliberava su proposta della Com m issione apposita, di confer­ m are, pel prim o, la necessità già ammessa con pre­ cedenti studi che il servizio consolare lo si organizzi con criteri prevalentemente com m erciali, e pel se ­ condo, l’opportunità che le spese pei protesti ca m ­ biari siano sensibilm ente ridotte

Camera di Commercio di Modena.— Nella se­ duta del 29 Aprile approvava le seguenti c o n c lu - per applicazione della tassa di dazio consum o sopra alcuni oggetti di ferramenti imposta dal Com une di detta città: 1. La Com m issione ritiene giuste le ra­ gioni adotte dalla Am m inistrazione del Dazio per l’ applicazione della tassa alle catene per cam ino, le quali non si possono considerare com e veri utensili di cucina, ma un sem plice accessorio: 2. Crede la Com m issione che si debba distinguere il filo di ferro galvanizzato da quello sincato, perchè il prim o è ridotto al colore rossastro esterno sem plicem ente mediante il calore mentre il secondo è effettivamente rivestito di altra materia ed in questo caso può b e ­ nissim o essere considerato com e lega. D’ altronde l’ articolo 66 della Tariffa, parla di ferro zincato o stagnato, ma non dice di ferro a m aggiore o m i­ nore grado di cottura ed è anche a notarsi che il prezzo del filo di feiro galvanizzato è lo stesso di quello com une. La Com m issione crede che la istanza della Ditta B ortola -L oran zi, perchè il filo di ferro galvanizzalo sia tassato com e il filo di ferro com une, meriti di essere nuovam ente esaminata e favorevol­ mente accolta dalla on. Giunta Municipale. 3. Non può a m eno la Com m issione di vivam ente deplorare che i sopramenzionati generi siano soggetti a Dazio nella città, essendo risaputo che il filo di terrò zin­ cato e galvanizzato è consum ato nella massima parte nel forese e le catene da cam ino servono per la cucina, e quando in città m olto più importanti quali Bologna, Milano, T orino ecc. dove le spese com unali sono più forti e le risorse dei negozianti m aggiori, i generi stessi non pagano alcun dazio. La Com m issione fa quindi voti perchè nella futura revisione della Tariffa Daziaria, i suddetti articoli siano esonerati dalla imposta di Dazio Consum o e si augura che a llo rq u a n d o si addiverrà alla detta

29 maggio 1887

revisione la Giunta Municipale chiami a far parte della Com m issione incaricata dello studio relativo due o tre com m ercianti, che potranno essere scelti dalla Camera di C om m ercio

N O T IZIE F IN A N Z IA R IE

Situazioni delle Banche di emissione italiano

Banca Nazionale Italiana

differenza 9.754.000 16,354,000 788,000 16,000 1.536.000 27.007.000 11.676.000 IO maggio I Cassa o riserva L .265,453,000 i P ortafoglio.. . . » 382,335,000 .A n ticip a zion i.. » 84,912,000 I Oro ... » 174, 745,000 \ A r g e n to ...» 17,167,000

I Capitale versato » 150,000,000 ) Massa di rispet. » 37,728,000 'j C ircolazione... » 558,722,000 [ Altri deb. a vista» 74,049,000

Banco di Sicilia

Attivo

Cassa e riserva. L. P o r ta fo g lio ... Anticipazioni Numerario... ( C a pita le... ) Massa di rispetto.. I Circolazione... I Conti correnti.. . .

10 maggio differ. col 30 apr.

29.778.000 — 2,000 46.374.000 + 103,000 8.258.000 + 117,000 21.798.000 + 2,000 12,000,000 — — 3.800.000 — — 51.072.000 — 475,000 26.464.000 — 983,000

Situazioni delle Banche

di

emissione estere.

Banca di Francia

26 maggio differenza

( . ... loro Pr. 1,201,425,000 + 3,787,000 te s o melali. >argento 1,172,844,000 + 2,007,000 Portafoglio... 531,239,000 + 24,325,000 (A n ticip a zion i... 415,715,000 — 803,000 (C irco la zio n e ... 2,698,691,000 — 10,148,000 ) < Conto corr. dello Stato 237,899,000 + 10,041,000 ( » dei privati 366,476,000 + 24,908,000 Banca d’Inghilterra 26 maggio differenza ( Incasso metallico St. 23,669,000 + 207,000 AttìVO \ P ortafoglio... 18,666,000 - 136,000 (R iserva totale... 14,887,000 + 242,000 [C ircola zion e... 24,532,000 — 35,000 mlConto corr. dello Stato 4,985,000 + 211,000 ( » » dei privati 26,110,000 + 36,000

Banca Imperiale Germanica

23 maggio differenza

[ Incasso metal. Marcili801,194,000 + 14,934,000 < Portafoglio... 367,561,000 — 11,004,000 ( A nticipazioni.. . . 42,022,000 — 790,000 Circolazione... 802,433,000 — 19,675,000 “(C on ti c o r r e n t i... 373,947,000 + 24,083,000

Banca nazionale del Belgio

18 maggio differenza

(Incasso metall.Fr. 94,077,000 + 731,000 ¡P ortafoglio... 312,144,000 — 3,136,000

(11)

2,431,000-L ’ E C O N O M I S T A 351 29 maggio 1887

Banca di Spagna

21 maggio differenza

( Incasso metallico Pesetas298,639,000 + 1,336,000 I P ortafoglio... 866,464,000 -j- 3,525,000 Circolazione... 592,029,000 -j- 5,261,000 Conti correnti e depos. 360,610,000 — 4,838,000

Banca Austro-Ungherese

23 maggio

( Incasso met. F ior.209 ,170,000 J P ortafoglio... 127,494,000 (A n tic ip a z io n i... 24,257,000 ( C ir c o la z io n e .... 367,216,000 ( Conti correnti. . 92,188,000

+

differenza 22,000 3.669.000 417,000 4.029.000 123, 000

Banche associate di Nuova York.

21 maggio differenza

(In casso metall. Doli. 74,400,000 — 800,000 Attivo 1 Portai, e anticipai. 365,800,000 -p- 300,000 (L eg a i tenders... 23,900,000 -)~ 1,000,000 p . ( C ircolazione... 8,300,000 — — raSSIll) ¡C on ti corr.e dep. 374,700,000 — 1,300,000

Banca dei Paesi Bassi

21 maggio (Incasso metallJior. 158,908,000 (Portafoglio... 37,365,000 (A nticipazioni.. . . 44,579,000 .(Circolazione... 203,916,000 (Conti correnti.. . 20,630,000 +

+

767.000 2.190.000 216.000 2.523.000 824,000

Banca Imperiale Russa

23 maggio

( Incasso metall. Rubli 127,955,000

Attivo

Portafoglio... 21,947,000 ( Antieipazioui... 13,832,000 Poto!™

S

Conto cori-, dello St. 64,833,000 ubblVII I Conti corr. privati.. 92,362,000

differenza — 12.000 + 87,000 - f 196,000 + 1,742,000 4 - 276,000

RIVISTA DELLE BORSE

Firenze, 28 maggio 1887. L e notizie contrariatone sullo scioglim ento della crise ministeriale francese, il prolungarsi di essa e il tim ore che il rifiuto del F reycinet potesse far riuscire un m inistero radicale di cui il generale Boulanger sarebbe stato ispiratore, e guida, crea­ rono fino ,dai prim i momenti della settimana un ambiente sfavorevole nella m aggior parte delle borse d ’ Europa. Leggendo infatti i telegram m i venuti lu ­ nedì e martedì da Berlino, Vienna ed altre piazze tedesche si trova che quasi tutti i m ercati esteri accennavano ad una situazione di aspettazione che aveva il suo centro a Parigi, perchè anche là un Ministero radicale era ritenuto com e sorgente di nuovi attriti con la Germania e di pericoli all’ in ­ terno. L ’ unica piazza che si mantenesse in eccellenti condizioni fu quella di L ondra che vide i suoi con­ solidati salire fino a 1 0 3 ,5 0 , e del m iglioram ento avvenuto la rendita italiana ebbe buona parte avendo su quel m ercato guadagnato nei primi giorni della settimana da circa mezza lira. E I’ andamento al­ quanto sostenuto della borsa di Londra influì favo­ revolm ente sulle borse italiane, le quali nonostante le incertezze e le oscillazioni del m ercato parigino poterono non solo mantenere i corsi precedenti, ma anche spingerli più avanti. V erso la metà della set­

timana ritenendosi imminente lo scioglim ento della crise ministeriale in un senso m eno sfavorevole di quello accennato più sopra, le borse francesi e b ­ bero qualche ripresa a cui tenne dietro anche la borsa di Berlino, non solo per i fondi propri, ma anche per quelli internazionali, specialm ente per la rendita italiana, che saliva là a 97,40. E al m iglio­ ram ento delle borse francesi e italiane contribuì an­ che un rilevante scoperto, che si spera darà luogo a molte ricom pere quanto più si avvicinerà il pe­ riodo delle liquidazioni. L e quali sulle nostre borse si svolgeranno a quanto pare con grande facilità in grazia dei limitati im pegni, e dall’ abbondanza del denaro che è dimostrata dalla mitezza dei riporti che per la nostra rendita 5 0|0 si aggirano intorno a 5 centesimi e dalla facoltà degli sconti privati, che oscillano per la carta primaria fra il 4 e il 4 1|4 per cento. Alla situazione delle borse italiane vuoisi non sia estraneo l’ artifizio di mantenere sostenute le rendite nostre per favorire 1’ em issione delle ob­ bligazioni ferroviarie. Sul finire della settimana il ribasso prese nuovam ente il sopravvento prodotto a quanto dicesi da notizie p oco sodisfacienti sulla sa­ lute del Principe Imperiale di Germania e dalla ri­ nunzia di F reycin et a form are ¡1 nuovo gabinetto.

La situazione monetaria internazionale continua ad essere buona nel senso indicato nelle precedenti rassegne. L e Banche che ebbero la loro riserva m e­ tallica in aumento furono la Banca di Francia di fr. 5 ,7 9 4 ,0 0 0 ; la Banca d’ Inghilterra di st. 2 0 7 ,0 0 0 ; la Banca di Spagna di pesetas 1 ,3 3 6 ,0 0 0 ; la Banca au stro-u n gh erese di fiorini 2 2 ,0 0 0 ; la Banca Nazio­ nale del Belgio di 3 3 1 ,0 0 0 fr.; la Banca Imperiale Germ anica di 1 4 ,9 3 4 m a rch i; la Banca dei Paesi Bassi di fior. 7 6 7 ,0 0 0 .

L e Banche che l’ ebbero diminuita furono ; le Ban­ che associate di Nuova Y o rk di 8 0 0 ,0 0 0 d ollari; la Banca im periale russa di rubli 12,000.

Il giorno '2 5 , è stata firmata la Convenzione per la em issione delle obbligazioni ferroviarie.

L 'operazione è assunta da due distinti gruppi rap­ presentati : l’ uno, dalla Società di Credito Mobiliare Italiano, alla quale si rannodano le Case Baring e H am bro con la loro clientela, alcune Banche e Case germ aniche di prim o ordine e alcune ottim e Ban­ che svizzere ; l’altro, della Banca G enerale, alla quale fanno capo varie Case e Banche germ aniche, pure di prim o ordine, e una buona parte di reputatissime Banche e Case svizzere.

L a Banca Nazionale, rappresentata dal suo Diret­ tore generale, ha preso una media parte nel sinda­ cato. Essa lo presiede e tiene la contabilità delle operazioni. La Banca è e sarà l’ interprete del sin­ dacato verso il ministro delle finanze e l’ anello di congiunzione fra l’ uno e l’ altro. La sua preponde­ ranza è specialmente m orale ; essa è stata piena­ mente consentita dai cointeressati nazionali ed esteri. La prima em issione sarà limitata a 2 1 5 milioni e verrà fatta in Italia, in Inghilterra, nel Belgio, in Olanda, nella Svizzera e nella Germania. Non può essere estesa alla Francia perhè vi si oppone una forte spesa di quotazione ; ma si spera di superare questa difficoltà più tardi.

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