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Capitolo 5 Discussione e Conclusioni

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Academic year: 2021

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Capitolo 5

Discussione e Conclusioni

L’obbiettivo di questo studio è stato quello di valutare

l’efficacia analgesica dell’anestesia locoregionale

paravertebrale del plesso lombare.

Per questa tecnica si è reso di estrema utilità l’ausilio del

neurolocalizzatore, poiché i nervi bloccati sono profondi

(sotto la muscolatura lombare) ed i punti di repere non

sono così evidenti rispetto a blocchi periferici più distali.

L’impiego del neurolocalizzatore ha permesso di

avvicinarsi con la punta dell’ago il più possibile al tronco

nervoso, riducendo così la quantità di anestetico locale

necessario per promuovere il blocco nervoso regionale

della fibra in questione.

La frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, pressione

arteriosa media e concentrazione di isofluorano a fine

(2)

parametri per valutare il piano analgesico/anestetico

intraoperatorio di un determinato protocollo. Nel nostro

studio, questi valori si sono mantenuti stabili per tutta la

durata della chirurgia ad

eccezione della PAM, la quale è risultata in entrambi i

gruppi nettamente inferiore a Tbase e T0 rispetto ai valori

intraoperatori. Quest’effetto si può attribuire alle capacità

ipotensive dei farmaci usati per la premedicazione e

l’induzione.

Il piano analgesico ottenuto per entrambi i protocolli è

stato efficace, poiché in tutti i soggetti di entrambi i

gruppi non ci sono stati aumenti dei valori della FC, FR e

PAM superiori al 20% tra intervalli di tempo consecutivi,

che avrebbero indicato una risposta ad uno stimolo

algico. Tuttavia il piano anestesiologico chirurgico

ottenuto con l’impiego dei due protocolli in esame è stato

diverso, infatti, l’elaborazione dei dati ha evidenziato una

differenza significativa tra i valori di ETiso del gruppo

A-blocco e quelli del gruppo B-metadone nella parte

(3)

Nel gruppo A-blocco è stato possibile mantenere inferiori

questi valori rispetto a quelli del gruppo B-metadone, con

una graduale diminuzione della concentrazione di

isofluorano erogato ad intervalli di tempo regolari.

Il piano anestesiologico chirurgico ottenuto durante il

mantenimento dell’anestesia, è risultato quindi più

superficiale nei soggetti del gruppo A-blocco rispetto a

quelli del gruppo B-metadone.

Questo giustifica in parte le differenze statisticamente

significative dei valori della FC tra i due gruppi, con valori

più elevati nel gruppo A-blocco.

Possiamo asserire che nei soggetti in cui è stata applicata

la tecnica di ALR, il controllo del dolore chirurgico è

risultato efficace utilizzando un piano anestesiologico più

superficiale rispetto ai soggetti a cui è stato

somministrato il metadone, i quali hanno presentato una

depressione maggiore dei parametri fisiologici,

caratteristica di un piano anestesiologico più profondo,

per ottenere nel contempo un piano analgesico

(4)

Il piano anestesiologico si è superficializzato a tal punto

che, in nove soggetti del gruppo A-blocco si è dovuto

ricorrere alla somministrazione EV di propofol o diazepam

per approfondire il piano anestesiologico, onde evitare il

risveglio e l’eventuale intolleranza del tracheotubo

durante la procedura chirurgica.

L’intolleranza al tracheotubo, per un eccessiva

superficializzazione del piano anestesiologico diventa,

paradossalmente uno dei fattori limitanti la gestione del

paziente in anestesia gassosa.

In conclusione, la tecnica di blocco paravertebrale

lombare delle radici L5 e L7 è risultata di semplice

applicazione. La metodica prevede, inoltre tempi limitati

per la sua realizzazione

La tecnica di ALR con il neurolocalizzatore, aumenta in

maniera considerevole l’efficacia dei blocchi di

conduzione, bloccando gli stimoli nocicettivi all’origine ed

annullando completamente ogni percezione dolorifica.

Queste caratteristiche rendono la tecnica indipendente

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necessità di integrarazione di altri farmaci per via

sistemica come i FANS e gli oppioidi.

Un piano di analgesia sistemica, continua ad essere

indispensabile per il controllo del dolore nel

postoperatorio, riducendo i tempi di recupero funzionale

del paziente. Inoltre rimane un valido supporto

all’analgesia intraoperatoria, non paragonabile comunque

ad un blocco locoregionale.

Infine è importante sottolineare che questo blocco viene

applicato monolateralmente, per cui anche se il blocco si

estendesse alla componente motoria dei nervi, il cane

sarebbe comunque in grado di camminare, a differenza di

quanto accade con l’anestesia epidurale, in cui il blocco è

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