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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.24 (1897) n.1224, 17 ottobre

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L’ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SC IEN ZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCH I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno XXIV - Voi. XXVIII

Domenica 17 Ottobre 1897

N. 1224

I C O N T R I B U E N T I

Anche senza dare alle presenti agitazioni per lo accertamento dei redditi di ricchezza mobile troppo esteso significato e pur convenendo che ad accre­ scere il movimento intervengano elementi di vario genere, così che il fatto sia di per sè stesso complesso, esse però sono la prova evidente di quello che L'Economista da più anni afferma, essere cioè i rap­ porti tra lo Stato ed i contribuenti talmente tesi e per la entità e per la forma dei tributi, da rendere possibili le meno attese manifestazioni.

Ieri era il pane, oggi è la ricchezza mobile, domani sarà un altro qualunque aggravio diretto od indi­ retto che darà motivo alla reazione del contiibuente, ma il fatto si è che la misura è colma da un pezzo e che ogni più piccolo spostamento riesce insoppor­ tabile e provoca più o meno esplicite ribellioni.

Non si vuol negare che i governi si sieno di tale stato di cose preoccupati; ma gli uni e gli altri non hanno voluto o saputo risolvere il problema in modo radicale, definitivo e quindi determinarono sempre più il malcontento per i nuovi tormenti, non compensato nemmeno dal vantaggio di uno scopo generale raggiunto.

Dei due metodi che stavano di fronte : quello personificato dell’on. Sonnino che ha per base: che 10 Stato deve spendere quanto crede necessario e deve trovare le entrate corrispondenti ; — e quello dell'on. Luzzatthche lo Stato deve commisurare le spese alle entrate possibili, non è ora il caso di d i­ scutere nuovamente. L ’ Economista ha ripetutamente esposta la propria opinione e non 1’ ha in alcun modo mutata.

Va rilevato soltanto che 1’ on. Sonnino, il quale pure per quasi due anni ha governato senza il fa­ stidio del Parlamento ed ha usato ed abusato dei decreti—legge, non ha saputo, non ostante ciò, dare al bilanciò la solidità necessaria ; i suoi stessi am­ miratori oggi confessano che I’ on. Sonnino ha la­ sciato il pareggio malsicuro. E tuttavia non si può dire che un uomo, il quale ha superato l’ostacolo, certo gravissimo, del proprio convincimento per ag­ gravare la tassa sul debito pubblico e per aumentare 11 dazio sui cereali, non potesse superare anche gli ostacoli politici e parlamentari per fare approvare tutti quegli altri provvedimenti che avesse creduto necessari a consolidare definitivamente il bilancio.

D’altra parte l’ on. Luzzatti, che ha sempre propu­ gnato il sistema delle economie e che a raggiun­ gerle ha certo affaticato il suo ingegno, non ha avuto

il coraggio di persistere nell’esigere che tali economie si facessero là appunto dove potevano essere efficaci, cioè nelle spese m ilitari, e tutte e due le volte nelle quali ebbe il portafoglio del Tesoro, piegò alle volontà superiori, contro il proprio convincimento piuttosto che ritirarsi.

Nè si dice questo per biasimo, ma soltanto per accertare i fatti e lamentare che in tal modo si sciupino anche gli uomini di buona volontà, che col loro adattamento politico hanno lasciato infiltrare nel pubblico la persuasione che qualunque sia il direttore dell’ orchestra la musica sia sempre quella.

Ora sempre più si presenta evidente lo stato vero delle cose, la crescente incompatibilità cioè che si determina tra il fisco ed il paese. Ed il paese a quando a quando si domanda : ma a quale scopo si mutano m inistri, a quale scopo si cercano tra i più dotti, o tra i più fermi, o tra i più intelligenti, se quando sono al potere nulla, assolutamente nulla, fanno per attuare quello che dovrebbe essere il loro programma, e che hanno tante volte dichiarato essere il loro desiderio, cioè la riforma fiscale?

E veramente: la crise edilizia richiede da più anni la revisione della imposta sui fabbricati al­ meno per alcune città ; i Ministri lo hanno ricono­ sciuto necessario, ma non lo hanno fatto perchè non si sono sentiti la forza parlamentare di compiere una revisione a vantaggio di alcuni che giustamente potevano esigerla, senza accordarla anche ad altri che non ne avrebbero avuto diritto. Ma il contribuente, che si sente gravato in modo ingiusto, che sente i membri del Governo riconoscere la ingiustizia, che vien cullato da ripetute promesse che giustizia gli sarà fatta, il contribuente non può appagarsi della dichiarazione che la politica od il parlamentarismo non permetterebbero tale giustizia. Il contribuente vede così nel governo e nel parlamento il proprio nemico.

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658 L’ E C O N O M I S T A 17 ottobre 1897 L ’ aliquota di ricchezza mobile al 15.20 percento

è una causa di minor reddito al bilancio, perchè troppi hanno grande interesse di sfuggire a così enor­ me aggravio; se si vuole avere una imposta elastica che rinforzi il bilancio bisogna ribassare la ali­ quota. Questo si afferma da dieci e forse più anni; e si è perfino annunciato che si facevano studi in proposito. Ebbene, invece I* aliquota fu portata fino al 20 per ° /0, e la riforma proposta dall’on. Branca per la imposta sui redditi di ricchezza mobile è, di fronte al concetto largo che si discute da tanti anni, una ben magra riforma.

È naturale quindi che il contribuente italiano perda la pazienza o, peggio ancora, la fede nella attitudine degli uomini di Stato a saper fare qual­ che cosa di serio, di utile e di efficace ; e com­ prenda che ad aumentare le aliquote e gli accer­ tamenti dei redditi, e i dazi tutti sarebbero capaci, e si metta quindi a discutere a tu per tu coi Mi­ nistri, imponendo loro anche colla violenza di non seguire un sistema empirico che ci conduce a ro­ vina materiale e morale.

Da ciò deriva che le Camere di Commercio, sino a poco tempo fa così timide che appena osavano esprimere il loro parere, oggi elaborino lì per lì dei progetti di riforme ; da ciò i gruppi di depu­ tali che capitanano questo o quel sodalizio che porta al Ministro dei voti motivati perchè prenda questo o quel provvedimento, magari contro la legge, sotto minaccia di ribellione : da ciò i Sindaci che tele­ grafano in nome dei contribuenti quali sono i loro voleri.

È naturale, ripetesi, che ciò avvenga ; i Ministri si eclissano e la loro opera si riduce a quello che saprebbero fare molto meglio i Capi divisione dei singoli Ministeri ; il pubblico sente che non ha davanti a sè uomini intellettualmente superiori, e tenta dominarli. Così si determina in finanza quello stesso movimento che è già molto avanti nelle scuole : — qui gli studenti dicono cosa vogliono e lo impongono ai M inistri ; là i contribuenti li imitano.

Badiamo però che si va a gonfie vele verso la anarchia ufficiale con tutte le sue conseguenze.

Il Governo esiste per governare agendo, non stu­ diando; il rimanente delle istituzioni esiste per fre­ nare e limitare l'azione del Governo. Se le parti si invertono e se il Governo non si muove se non in quanto sia spinto e per dove sia spinto, si ha l’anar­ chia mascherata da istituzioni liberali, ma non meno inconscia.

GLI ISTITUTI DI PREVIDENZA FERROVIARI11

È noto che le Società ferroviarie attualmente esercenti hanno assunto il personale che era alle dipendenza di altre Società preesistenti e dello Stato, e col personale anche gli Istituti di previdenza au­ tonomi, che erano in deficienza nel 1885 e nono­ stante le maggiori dotazioni avute, sono tuttora nella impossibilità di far fronte agli impegni che si ma­ tureranno col decorrere del tempo.

L ’ on. Carmine nel citato articolo della Riforma Sociale si occupa anche di questo argomento e vanno riportati questi suoi periodi:

*) Vedi numeri precedenti doti.' Economista.

« Gli Istituti creati dalle Amministrazioni delle antiche lie ti ed esistenti al momento dell’attuazione del presente ordinamento, cioè il I o luglio 1885, si trovavano già allora in grave deficienza, e questa andò poi continuamente aumentando, sia per gli in­ teressi composti sull’ ammontare della deficienza stessa, sia per la insufficienza dei contributi (sebbene dopo allora sieno stati aumentati) versati dalle Società e dai partecipanti; gli Istituti nuovi corrispondenti al riparto delle Reti attuali, attivali in via provvisoria col I o gennaio 1890, avendo ereditato quella defi­ cienza, la lasciarono aumentare progressivamente per le stesse cause già accennate, alle quali si aggiun­ sero la diminuzione del reddito dei titoli posseduti per l’ aumentata imposta di ricchezza mobile, l’assesta­ mento generale del saggio d’interesse e il migliore trat tomento promesso ai compartecipanti e loro famiglie.

« Non possediamo notizie precise circa i disavanzi attuali dei diversi Istituti di previdenza ferroviari. Sappiamo che una Commissione incaricata di ac­ certarli li valutò ammontanti complessivamente a L. 60,782,615 al 31 dicembre 1884, e a L .81,517,282 al 31 dicembre 1889. Sappiamo inoltre che succes­ sivamente a quest’ ultima data, il disavanzo deve es­ sere cresciuto in proporzione maggiore di quella verificatasi nel quinquennio 1885-89, come risulta dalla risposta della Società per le Strade ferrate Me­ ridionali al Quesito X X X della Commissione d’ In­ chiesta sui rapporti fra le Società e il personale. In questa risposta - tenendo conto delle modifi­ cazioni agli Statuti andati in vigore provvisoriamente al I o gennaio 1890, non ancora attuate, già concor­ data col Governo allo scopo di diminuire gli oneri degli Istituti - si calcolava in via approssimativa il disavanzo dei due Istituti ascendere al l°gennaio 1897 in L. 66,800,000. Facendo un calcolo proporzionale al numero degli inscritti agli Istituti delle tre Reti, i quali al 31 dicembre 1895 sopra un totale di 88,397, appartenevano ai due Istituti Adriatici in numero di 31,440, si deduce che il disavanzo complessivo dei sei Istituti al principio dell’ anno corrente non do­ vrebbe essere molto inferiore a 190 milioni di lire. « Questo calcolo potrebbe risultare anche troppo ottimista, perchè i partecipanti ai cessati Istituti Alta Italia (che erano quelli che avevano il più forte disavanzo), passarono in numero proporzionalmente assai maggiore nei nuovi Istituti Mediterranei che non in quelli Adriatici.

« Una legge recentissima ha bensì largito agli Istituti nuove risorse, ma furono accordate soltanto temporaneamente. In ogni modo queste nuove r i ­ sorse, valutate deH’ importo di circa 4 milioni e mezzo di lire all’anno, sono evidentemente insufficienti, non­ ché a colmare le deficienze, nemmeno ad arrestarne completamente l’ ulteriore aumento ».

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17 o tto b re 1897 L ’ E C O N O M I S T A 659

cose, gli impiegati ed agenti partecipanti agli Isti­ tuti di previdenza ferroviari, a tutto rigore, si tro­ vano esposti al pericolo di essere chiamati a pagare un contributo maggiore di quello dato finora e di ricevere a suo tempo meno di quanto promisero e promettono i vecchi e nuovi Istituti ».

Ciò premesso l’on. Carmine fa le seguenti pro­ poste :

1. ° Che lo Stato assuma esso stesso e in base ai d iritti ormai acquisiti dal personale ora in servizio, l’onere delle pensioni e dei sussidi inscrivendo la somma necessaria di anno in anno in bilancio, as­ sieme all’onere del debito vitalizio per g li impiegati allo Stato ;

2. ® Che il contributo da pagarsi dalle Società per le pensioni sia compenetrato nel canone fisso che esse pagherebbero allo Stato nel rinnovato con­ tratto di esercizio;

3. ° Che nuove condizioni, le quali rendano im ­ possibile l’accumularsi di disavanzi sim ili, sieno sta­ bilite per g li impiegati di nuova nomina.

4. ° Che lo Stato incameri l’attuale patrimonio attivo degli Istituti, che al 31 decembre 1893 era valutato in L. 115,229,369.31 e consacri questa somma a completare le nuove costruzioni ferroviarie.

Lasciamo l ’ultima parte di quest’ultimo punto e riflettiamo alquanto sulla proposta veramente radi­ cale di far assumere dallo Stato l’ onere che attual­ mente incombe agli Istituti di previdenza ferrovieri. Ya da sè che la quota che spetterebbe ora alle Società esercenti, ed anche quei possibili maggiori oneri che potrebbero ad esse essere richiesti per aver contribuito ad accrescere il disavanzo, verrebbe computata nel determinare il canone fisso che le Società pagherebbero allo Stato per I’ affitto delle reti. Supponiamo che su questo punto sia possibile anzi facile convenire e che quindi l’ onere, che colla proposta dell’on. Carmine si assicurerebbe lo Stato, non via superiore a quello che effettivamente ad esso spetterebbe per la responsabilità che gli deriva dai precedenti che costituiscono la questione, anche lasciando le cose quali sono attualmente.

Ciò che è importante notare è che la proposta dell’ on. Carmine segnerebbe un completo rivolgi­ mento nel principio fin qui seguito in materia. È avvenuto ed avviene ancora che lo Stato ceda a terzi alcune Amministrazione col personale relativo, o da terzi ne assuma ; nel primo caso, se il personale aveva dei d iritti a pensioni lo Stato ha sempre r i ­ chiesto che tali d iritti fossero rispettati dagli assu­ menti ed ha convenuto sulle condizioni di questo riconoscimento ; ma nel secondo caso, quando cioè lo Stato ha assunto da terze persone delle am­ ministrazioni, come dazio consumo, o istituti di istruzione, o sim ili, non ha mai, che ci sovvenga, accolto il principio di assicurare anche il riconosci­ mento dei d iritti che il personale avesse acquisiti per le pensioni. Si tratterebbe quindi di un esempio nuovo, tanto più grave in quanto si tratta di un numero molto notevole di individui e quindi di un caso che segnerebbe l’incomineiamento di una nuova linea di condotta da parte dello Stato su questa pe­ ricolosa materia.

V i è di più : è tutt’altro che pacifico che lo Stato sia responsabile dell’andamento finanziario di Istituti che non erano nè direttamente nè indirettamente am­ ministrati dallo Stato; ed in ogni caso se responsa­ bilità ha lo Stato, è tutt’ altro che determinato in

quale misura gli spetti. Ora l’ assumere senz’ altro l’ onere completo delle pensioni che incombevano agli Istituti di previdenza, non costituisce un pre­ cedente pericoloso per tutti quei casi nei quali na­ scono a favore di terzi dei d iritti verso Istituti che lo Stato ha per legge l’obbligo di sorvegliare ?

Si badi bene che tale materia poi va risoluta da­ vanti al magistrato, che di solito è largo nelle inter­ pretazioni e nelle applicazioni per analogia. Che sa­ rebbe, dopo l’attuazione della proposta dell’ on. Car­ mine, se il Banco di Napoli che avrebbe— secondo quanto in questi giorni si è detto — un onere di circa 800,000 lire annue di pensioni, non potesse far fronte a questi impegni?

Altra cosa è che lo Stato o spontaneamente o co­ strettovi da sentenza, concorra a sussidiare gli Is ti­ tuti perchè possano mantenere i loro impegni, ed altra cosa è che lo Stato, anche soltanto di fatto assuma esso stesso gli impegni di questi sei Istituti di previdenza e gli iscriva in bilancio.

Temiamo molto che l’on. Carmine non abbia ab- bastanzo approfondito l’argomento e vedute le con­ seguenze possibili della sua proposta ; I’ ingegnosa trovata dell’incameramento del patrimonio degli Is ti­ tuti per provvedere alle nuove costruzioni, lo ha forse tratto ad evitare di addentrarsi nel problema complesso d e ll’azione che spelta allo Stato verso gli Istituti stessi. Ma tale questione, a nostro avviso, è molto grave e prima che abbia ad essere compro­ messa anderebbe attentamente studiata nei suoi effetti giuridici e nel precedente che stabilisce.

I T E STATISTICHE SELLA TRANCIA ”

Proseguendo nell’ esame dell’ Annuario statistico francese troviamo che riguardo al commercio in ­ terno, il numero dei commercianti patentati nel 1893 era di 4,704,826 cosi distinti I Ammontare

della tassa

i , 439,864 patentati sul prospetto A (piccolo comm.) fr. 52,765,124

17,810 » » » B (alto commercio) » 8,751,618

193,667 * * » C (industria) » 17,892,257 53,485 * * » D (profess. liberali) » 3,510,176

Il totale dell’ imposta di patente resulta quindi di 82,919,473 franchi, ossia la media per patentato è di 48.65.

Il commercio esterno della Francia ammontò nel 4895 a 7,086 m ilioni così d is tin ti:

Importazioni Esportazioni Cereali... 171,523,000 14,498,000 Vini ... 199,651,000 221,400,000 Materie tessili... 786,941,000 332,483,000 Filati e te s s u ti.... 155,631,000 759,786,000 Altri prodotti... 2,384,996,000 2,059,684,000 T otali 3,698, 742,000 3,387,851,000 ! principali paesi di provenienza e di destinazione furono :

Importazioni Esportazioni in Francia dalla Francia

Inghilterra... 480 milioni 913 milioni Belgio... 372 » 478 » Stati Uniti . . . . 327 » 185 »

Germania... 310 » 324 »

R u s s ia ... 282 » 24 » Transito per la Francia : 530 milioni

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660 L ’ E C O N O M I S T A 17 ottobre 1897

La navigazione marittima presenta queste cifre : Entrate 20,821 vapori tonnellaggio 12,663,453 tonn.

6,877 velieri ¡> 1,145,632 »

Uscite 21,395 vapori » 12,966,636 »

6,909 velieri » 1,163,658 »

Passando alla statistica finanziaria e alla ricchezza della Francia, che in gran parte può misurarsi coi dati relativi alle imposte col movimento dei valori successivi e in generale con la potenzialità del bi­ lancio, ecco alcune cifre fra le tante che si potreb­ bero riferire.

Il bilancio votato pel 1890 indicava 3,341,174,567 franchi di entrate per la Francia e 52,337,274 fr. per l’ Algeria e per le spese 3,321,057,812 fr. per la Francia e 72,131,269 fr. per l’Algeria. Ecco come si scomponevano le entrate:

milioni

Contribuzioni dirette e centesimi

dello S t a t o ... 474

Tasse assimilate... 37

R egistro...531

Bollo . . . . . ... 188

Tassa 4 per % sui valori mobiliari 66 D o g a n e ...446

Contribuzioni indirette . . . . 588

Zuccheri...196

Totale delle imposte 2,528 2,528 Tabacchi, polveri, fiammiferi . . 416

Poste, telegrafi, telefoni . . . . 216

Diversi e s e r c i z i ... 11

Totale monopoli 643 643 Demani dello Stato, foreste. . . 46

Prodotti vari del bilancio . . . 57

Partite di g i r o ... 67

170 170 Totale bilancio della Francia 3,341 A l g e r i a ... .... ... 52

Totale generale 3,393 Le spese distinte per servizi o Ministeri erano le seguenti : D ebiti p u b b lic i... 1,217 milioni Poteri pubblici... 13 »

Ministero delle finanze... 243 »

» della giu stizia... 35 ¡> » degli affari esteri... 16 »

> dell’in tern o... 77 »

t> della g u e rra ... 633 ¡> » della marina... 266 »

» dell’istruzione pubblica... 194 »

Amministrazione delle Belle A r ti... 14 »

t> dei culti... 44 ¡> Ministero del commercio e dell’ industria 28 ¡> Amministrazione delle poste e telegrafi 177 » Ministero delle C o lo n ie ... 77 »

» dell’ agricoltura... 29 »

Amministrazione delle foreste... 13 ¡> Ministero dei lavori pubblici... 243 »

Totale spesa--- 3,321 milioni Algeria... 72 »

Totale generale___ 3,393 milioni

I valori mobiliari sui quali è stata applicata la tassa del 4 per cento nel 4894 rappresentano un

capitale di 4,655,481,000 franchi ; i valori sui quali i d iritti di successione furono pagati nello stesso anno ammontarono a 5750 milioni di franchi; a questo capitale conviene aggiungere 994 m ilioni di donazioni. I valori successori hanno dunque rag­ giunto la cifra di 6,744 milioni.

I lasciti alle istituzioni pubbliche e di utilità pubblica sono siati di 34,661,905 fr. nel 4804, di cui la metà andarono a stabilimenti caritatevoli e ospitalieri.

II dazio consumo applicato in 1,518 Comuni ha reso nel 4894, 315 milioni di cui 139 provennero dal consumo dei liquidi. Il prodotto netto è stato di 288 m ilioni. L’octroi della città di Parigi entra nelle cifre precedenti per 450 milioni.

La situazione finanziaria dei Comuni si riepiloga in queste c ifre : nel 1894, i 36,160 Comuni della Francia ricevevano 710 milioni sul loro bilancio ordinario e spendevano 682 m ilioni. L ’ ammontare del loro debito era di 3,300 milioni di cui 1,892 m ilioni per la città di Parigi. La situazione finan­ ziaria dei Dipartimenti indicava che il totale delle entrate ha sorpassato i 264 milioni e il totale delle spese i 265 milioni. I loro debiti erano di 544 m i­ lioni.

L ’ amministrazione della Zecca di Parigi ha co­ niato nel 1895, 54,337,732 pezzi di monete pel va­ lore di 158,098,044 fr., di cui 21,107,346 pezzi del valore di 146,116,930 per la Francia, il resto per conto dei governi esteri.

Quanto ai debiti dello Stato, quello fluttuante al 4° gennaio 1895 era di 1,357,891,600 fr. ; quello consolidato ammontava a 762,016,419 fr. di rendita rappresentante un capitale nominale di 22 miliardi, esso era ripartito fra 4,020,250 inscrizioni. Il debito ammortizzabile alla stessa data saliva a 119,589,600 fr. di rendita, ripartito in 470,581 titoli del 3 per cento ammortizzabile. D’altra parte 60,427 contabili od ufficiali ministeriali erano creditori dello Stato per 305 milioni e mezzo di fr. daii in cauzione.

I valori mobiliari quotati alla Borsa di Parigi nel 1895 erano 938 ili cui 235 stranieri. Il pro­ dotto dell’ imposta fu di 65 milioni e mezzo sopra 1653 milioni di valori. Il diritto di bollo per abbonamento colpiva alla stessa data 4409 m ilioni di valori, di società e di città estere. VI imposta sulle ope­ razioni di borsa ha reso nel 4895, 40,082,000 fr. Le operazioni della Camera di compensazione dei banchieri, ammontarono a 7,351 milioni, sui quali 4,916 sono stati compensati.

Le operazioni della Banca di Francia e delle 260 piazze bancarie, di cui 94 succursali, nel 1895 sono state le seguenti :

Sconti... ... 8, 621, 954, 500 franchi Biglietti, bancogiri, chèques. 2,928,823,200 » Altre operazioni... 2,327,116,000 »

T o ta le .. . 13, 777,993, 700 franchi Numero delle azioni

a Parigi... 97,100 possedute da 10,652 azionisti

nelle provineie. . 85,400 » 14,706 »

Totale 182,500 azioni posselate da 28,358 azionisti II numero dei biglietti di banca in circolazione al 4° gennaio 1896 era di 26,596,036 per fran­ chi 3,681,021,075.

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17 ottobre 1897 L’ E C O N O M I S T A 601 prestiti ipotecari realizzati dall’ origine della istitu­

zione ossia dal 1853 fino al 1896 furono 93,105 per 4035 milioni di franchi.

Il numero degli elettori nel 1896 era di 10,635,206. Nelle elezioni del 1893 gli inscritti furono 10,443,378 i votanti 7,425,354 e le astensioni più di 3 milioni.

La stampa presenta 6204 giornali di cui 2326 a Parigi, i giornali politici sono 1701 di cui 174 a Parigi.

LASSISTENZA ILL’ E iB H ® 1« U T E R I ’’

Chi conosce lo slancio, la perseveranza, la passione con cui l’iniziativa privata in Inghilterra si sforza di avvicinarsi alla soluzione del problema che per ragioni filantropiche o d’ altra natura è indotta ad affrontare, non si maraviglierà di ciò che ha fatto e fa tuttora l’ opera dei privati a vantaggio della emigrazione. Sono società che hanno uno scopo spe­ ciale, come sarebbe quello della protezione dei ra­ gazzi emigrali nelle colonie, o un fine d’ ordine ge­ nerale, come quello di sovvenire gli emigranti po­ veri di tutta o parte della somma necessaria per emigrare. Sarebbe superfluo per noi di dare un elenco delle varie società e un cenno dei fini loro propri od anche solo di riprodurre dal manuale n. 12 del\'Emigranti Information Office le brevi notizie che reca intorno a 39 socieià britanniche per l’emigrazione; ma per completare questa espo­ sizione intorno all’ assistenza prestata agli emigranti inglesi, gioverà dire qualche cosa dello sviluppo ch’essa ha avuto per opera della filantropia inglese, indubbiamente spesso più pratica di quello che sia in altri paesi.

Il Ralhgen nel suo studio già citato enumera varie associazioni, prima fra le quali la Colonization Society fondata nel 1848, che fornì di mezzi neces­ sari e assistette in vari modi specialmente gli emi­ granti per l’Australia. Coll’ enorme aumento che ebbe di poi l’ emigrazione si svolse anche maggiormente l’ attivi'à collettiva privata in suo favore; così dopo il 1850 sorsero la Family Loan Society e la Family Colonization Society che pure con danaro anticipato agli emigranti e con altri mezzi cercarono di aiu­ tare quelli più bisognosi. Più tardi gli sforzi di co- teste associazioni furono diretti ad avviare gli emi­ granti nel Canada e infatti troviamo la British and Colonial Emigration Society che soccorse nel 1869 : 4500, nel 1870: 5089 persone dirette appunto nel Dominion. E un altro esempio di assistenza straor­ dinaria, tanto da parte della beneficenza privata come da parte dello Stalo, si è avuto durante la carestia nell’ Irlanda occidentale al principio del 1880, quando il cattivo raccolto delle patate produsse^ una grande indigenza. Allora James H. Tube pensò che ¡1 r i­ medio alla sempre ricorrente miseria nell’ occidente d’ Irlanda era l’ assistenza alle famiglie disposte ad emigrare, e dopo aver studiata la ques'ione in Irlanda e agli Stati U niti formò un comitato per la esecu­ zione di quel programma. Lo Stato con la legge sugli arretrati dei fitti e con quella sui tramways e le compagnie pubbliche concesse, come già si disse, un sussidio di 200,000 sterline a condizione che ad

ogni persona non fosse dato più di 5 od 8 sterline, secondo i casi, e che una parte di quella somma servisse ad aiutare le migrazioni nell’ interno del- l’ Irlanda. Oltre 8000 persone furono in questo modo assistite e con vantaggio loro e della località dove emigrarono; ma dal 1884 cessò quest’ opera di soc­ corso, prima ancora che i fondi disponibili fossero esauriti. I l raccolto delle patate in quell anno fu soddisfacente e al contrario le previsioni del rac­ colto in America erano sfavorevoli, e in pari tempo l’ attitudine dell’alto clero era mutata e mentre in passato cooperava colla filantropia per diffondere l’idea della emigrazione, ed ora esso si dichiarava contrario alla emigrazione per timore forse di per­ dere la propria potenza col diminuire del numero dei fedeli. Il comitato Tuke nel giugno 1884 decise di sospendere la propria opera e dopo d'allora 1 as­ sistenza esercitata con mezzi forniti dallo Stato cessò del tutto.

Negli ultim i anni l’assistenza da parte di Socieià di emigrazione ha preso nuovo v ig o re ; le sue ca­ ratteristiche sono di favorire sopratutto ¡’ emigrazione dei disoccupati dalle città nelle colonie britanniche, di chiedere agli emigranti un contributo nelle spese e specialmente di non trasportare persone nelle co­ lonie per abbandonarli poi a #se stesse, ma di con­ sigliare quelli che hanno intenzione di emigrare e dopo il loro sbarco di procurar loro lavoro od al­ meno di assicurar loro consiglio e protezione e ciò mediante un’ organizzazione permanente di rappre­ sentanti e corrispondenti nella madre patria e nelle colonie. Per dare maggiore unità all’ azione delle varie associazioni fin dal 1885 alcuni filantropi che si occupavano della cosa, e specialmente il Tuke, pensarono di formare la federazione di coleste as­ sociazioni e l ’ idea fu applicata nel 1890 per tre di esse con la istituzione dell’ Emigration Council. In realtà sono tre delle più importanti associazioni di questa specie e cioè: la Self-H elp Emigration So­ ciety, il Gomitalo per l’ emigrazione della Charity Organization Society e l'EastEnd Emigration Fund. Quest’ ultimo sorto nel 1882 nella parte più misera­ bile di Londra fino al 1896 aveva assistito 5042 persone. Nel 1896 esso soccorse 195 persone di cui 156 andavano a raggiungere amici che avevano già emigrato per mezzo dell’ East End Emigration Fund, 99 andarono nel Canadà, 59 in Australia, 25 nella Africa del sud e 12 agli Stati U niti, ma soltanto quelli che vanno nelle Colonie britanniche sono soc­ corsi con danaro. La spesa fu di 1423 sterline per il viaggio, I’ amministrazione ecc. ecc., di cui 340 furono pagate dagli stessi emigranti e il resto dalla Società e da altri.

La Self-Help Emigration Society da quando fu istituita, nel 1884, a tutto il 1896 ha soccorso 5390 persone, di cui 251 nel passato anno, con una spesa di 1992 sterline nella quale gli emigranti e coloro che sono personalmente interessati nella loro sorte contribuirono con 1407 sterline.

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L’ E C O N O M I S T A 17 ottobre 1897 662

tentare la sorte altrove. Quest’ associazione fu una delle prime ad avere regolarmente dei rappresen­ tanti nelle colonie per dare consigli agli emigranti in arrivo. Presentemente essa ha 70 corrispondenti nel Canada e 56 in Australia, dove appunto sono diretti gli emigranti.

Quanto alla grande associazione filantropica, che ha tanto contribuito a dare un indirizzo razionale alla beneficenza privata a Londra, la Charity Organi- zation Society, essa ha un sotto comitato per l’emi­ grazione che nei casi opportuni assiste persone ad emigrare dopo una inchiesta accurata. Essa ha con­ cesso soccorsi, a questo titolo, dal 1890-91 al 1893-96 a 1076 persone, di cui 105 nel 1895-96.

È pure importante la Church o f England E m i- gration Society fondata nel 1886 per favorire la emigrazione di membri della Chiesa d’ Inghilterra che non vogliono staccarsi da questa. L ’ associazione si vale come base della sua azione della grande o r­ ganizzazione della Chiesa inglese nella madre patria e nelle colonie; essa dà lettere di raccomandazione agli emigranti e aiuti pecuniari quando sia necessario. Sono circa altri 200 emigranti assistiti annualmente. Quest’ associazione agisce d’ accordo con la Society fo r promoting christian knomledge che ha però uno scopo eminentemente religioso e così pure hanno carattere chiesastico altre società per le missioni che però assistono gli emigranti.

Fuori di Londra non mancano alcune importanti associazioni ; si possono citare quelle di Brighton che dal 1880 in poi ha soccorso 3224 emigranti, quelle di Bristol, di Wellington, di Wimbledon e di Winchester ; e numerosissime sono le associazioni di mutuo soccorso ( Friendly Societies), ecc. che as­ sistono in modi vari i loro membri emigranti.

Tutte queste istituzioni hanno lo scopo di venir in aiuto agli emigranti in generale; altre però ve ne sono che si occupano di [determinate categorie di persone povere. Così per gli ebrei troviamo la Jews Emigration Society fondata nel 1853 che ha soc­ corso quasi 9000 persone, il Jewish Board o f Guar­ diano che nel 1896 soccorse 1286 persone di cui la maggior parte erano stranieri (russi, polacchi) molti dei quali ritornarono sul continente. Dal 1882 al 1895 quest’ ufficio israelitico dei guardiani dei poveri, assieme ai mezzi attinti al fondo per gli ebrei russi eh’ esso amministra, ha soccorso 25,521 persone, ma soltanto per una parte, circa il 38 per cento, si trattava effettivamente di emigrare.

Pei fanciulli poveri e abbandonati vi sono nume­ rose istituzioni che hanno lo scopo di facilitarne la emigrazione. Il manuale n. 12 deU'Emigranls' In for­ mation Office enumera 16 società, di cui 9 a Londra che hanno appunto in mira la children’ s emigration. Merita particolare menzione l’opera del dottor Bar- nardo i cui notissimi homes o ricoveri hanno per oggetto di istruire ragazzi d’ambo i sessi e di farli emigrare nel Canada se dimostrano d’essere onesti, decenti e industriosi. Essi vengono indirizzati ai r i ­ coveri di distribuzione a Toronto se sono ragazzi e a Peterborough e Ontario se sono fanciulle, dopo vengono collocati presso coltivatori od altri. La istitu­ zione ha anche una fattoria industriale a Russell nel Manitoba di 10,000 acri alla quale sono inviati i gio­ vani più attempati. Quando qualcuno di essi ha messo da parte 150 sterline ed ha ottenuto in concessione un pezzo di terra, l’amministrazione della fattoria co­ struisce per lu i una casa sovra di esso e fornisce le

provvigioni e gli strumenti della fattoria; il ragazzo restituisce queste spese a rate. Il numero totale degli emigranti sino a tutto il 1896 era di 8732, di cui 694 spettano all’anno passato. A ltri esempi lo­ devoli di iniziativa veramente feconda in questo campo della assistenza ai fanciulli sono le istituzioni fondate da Miss Rye e da Miss Macpherson. Am ­ bedue quelle istituzioni si propongono, fra gli al­ tri, lo scopo di istruire ragazzi d’ambo i sessi e

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di farli emigrare nel Canada e dalla loro origine ad oggi oltre 10,000 fanciulli sono stati inviati con ottim i risultati nell’ America inglese.

A ltre istituzioni consimili si trovano a B irm in ­ gham ( Children’s emigration homes) a Bristol, a Glasgow, a Liverpool, a Manchester eco., le quali dimostrano che in varie località si fanno continui sforzi e nobili tentativi per salvare l’ infanzia orfana e abbandonala dalla delinquenza e dalla mendicità. L’aumento che la popolazione del Canada ottiene con questa emigrazione non è trascurabile. Nel 1893 da 23 istituzioni che si occupano soltanto dei ra­ gazzi glie ne pervennero 2700 e cotesta emigrazione è generalmente favorita e desiderata nel Canada ! perchè i ragazzi sono istru iti, educati, sorvegliati dalle istituzioni che li hanno inviati nel paese, sic­ ché S ir Ch. Tupper commissario nel Canada potè dire nel 1890 dinanzi a una Commissione d’ inchie­ sta che « nella maggioranza dei casi il risultato è I al più alto grado soddisfacente ».

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Emi-17 ottobre 1897 L ’ E C O N O M I S T A gration Society che assiste soltanto donne e della

migliore condizione, sociale mentre le altre due si occupano anche di altre categorie di emigranti.

R. D. V .

Rivista Bibliografica

P. Fabreguettes. — Société, Etat, Patrie. 2 volumi. — Paris, Chevalier-Marescq et C .le, 1897, pag. 664 e 807 (15 franchi).

Louis Legrand. — L ’idée de patrie. — Paris, Ha- chette, 1897, pag. 335.

Nei suoi due volumi di studi storici, politici, f i ­ losofici, sociali e giuridici il Fabreguettes, consi­ gliere della Corte di Cassazione, si è occupato di tali e tanti argomenti che riesce assai malagevole il dare un’ idea della sua vasta opera, certo dotta e istruttiva, ma nella quale troppe cose sono trattate in modo alquanto superficiale.

Questi studi sono divisi in cinque lib ri, il primo dei quali occupa quasi due terzi del primo volume e tratta del meccanismo universale e del trasformismo ossia, per meglio intenderci, vorrebbe porre le basi biologiche, psicologiche e sociologiche della scienza politica ; nel secondo libro l’Autore corre attraverso la storia dall' antichità fino dopo alla rivoluzione francese e ci fa conoscere le dottrine politiche e le vicende storiche dell’ età trascorse. Il terzo libro tratta del problema politico, ossia delle varie questioni at­ tinenti all’organizzazione politica degli Stati, il quarto del problema economico e sociale e il quinto del problema militare. Nella trattazione del problema economico e sociale il Fabreguettes fa un’ ampia disamina della evoluzione economica, delle riforme che devono la loro origine alla rivoluzione francese, delle teorie socialiste, della legislazione operaia e dei collettivismo. Le tendenze dell’ Autore possono de­ sumersi da queste parole colle quali si chiude Io studio del problema economico : « L ’avenir est à l’ union des initiatives pour l’ entière émancipation de Phumanitó. Individualisme et association forment une harmonie et non pas une dissonance. »

Questi studi, come si vede di natura assai varia, potranno essere di qualche utilità anche per le co­ piose indicazioni bibliografiche e certo interesseranno gli studiosi delle scienze sociali per le notizie e le considerazioni di cui sono ricchi i due volumi sui più importanti argomenti che ai nostri giorni si

discutano in materia di politica e di economia. Il libro del sig. Legrand, Ministro Plenipotenziario, vuole invece approfondire l ’ idea di patria esaminan­ dola sotto tutti gli aspetti. « Quando la patria e at­ taccata dal difuori è un dovere di portarsi a difen­ derla - scrive l’ Autore. - Mi è parso che il dovere fosse identico quand’ essa è attaccata dal di dentro, quando è minata nelle sue fondamenta da settari o da gente perduta. Forse in questo secondo caso il pericolo è ancora più serio ». L ’ Autore allude alle avversioni che il patriottismo ha suscitato a poco a poco fra i socialisti, i quali sono portati per lo ^spi­ rito di solidarietà che li anima piuttosto verso 1 in­ ternazionalismo, e considerando le correnti che in opposizione all’ idea di patria si sono formate, il

Legrand ha trovato utile di scrivere questo libro, nel quale sono certo molte cose buone, ma ne man­ cano anche alcune che ci avrebbero utilmente figu­ rato. L ’Autore tratta, è vero, dei difetti del patriot­ tismo, ma sarebbe stato utile che si fosse occupato del falso patriottismo, dei traviamenti che l’ idea di patria ha talvolta prodotti. Come negare che in nome dell’ idea di patria sono stati commessi anche delitti, perfidie e soprusi? Era bene cercare per quali cause un certo patriottismo ha potuto arrivare a far sor­ gere avversioni, antipatie e indifferenza e alcuni Stati d’Europa avrebbero offerto con la storia di questo secolo un ricco materiale di fatti suggestivi. Comunque sia di ciò, il libro analizza bene i ca­ ratteri del cosmopolitismo, dell' internazionalismo, del patriottismo, i doveri verso la patria, i conflitti de; doveri ecc. e pertanto può essere raccomandato a chi vuol conoscere un tema generalmente poco stu­ diato.

L. M. Salmón. Domestic Service. — New York,

Macmillan, 1897, pag. xxiv-307.

11 servizio domestico agli Stati U niti d’ America, com’ è noto, è in condizioni assai differenti da quelle in cui si trova in Europa ; di qui tutto l’ interesse di questo libro nel quale vien fatto il primo tentativo di esaminare l’argomento con spirito scientifico. La questione del servizio domestico rientra in parte in quella più generale che si dice questione operaia, ma presenta speciale importanza per i caratteri che sono propri a cotesto genere di occupazione, specie in un paese dove la schiavitù ha reso poco accetto il titolo di servitore.

La dotta scrittrice ha trattato il suo tema sotto l’ aspetto storico, facendo vedere le mutazioni che nel servizio domestico ha prodotta la grande industria. Lo studio economico del problema suggerisce a Miss Sal­ món le conclusioni seguenti : la conformità dei salari nel servizio domestico a certe leggi economiche, il fatto che il solo fattore del salario non determina il numero delle persone in quell’occupazione ; e la esi­ stenza di alcune condizioni che forse inconsciamente influiscono sulla volontà delle donne di dedicarsi a quel lavoro. Sono poi esaminati a lungo i vantaggi e gli svantaggi del servizio domestico, i rimedi di dubbia utilità e quelli possibili e le conclusioni alle quali giunge Miss Salmón sono basate su una inchiesta da essa compiuta col tramite dell’ Ufficio del lavoro del Massachusetts e anche sotto questo aspetto il libro pre senta molto interesse pel materiale statistico che in esso è raccolto. In sostanza è uno studio sociolo­ gico che rivela in modo chiaro un lato della vita sociale e domestica degli Stati U niti.

Rivista Economica

Gli effe tti finanziari delle aliquote elevateLa pro­ duzione e H commercio granario negli Stati Uniti — Banca d'Italia.

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664 L’ E C O N O M I S T A 17 ottobre 1897

bile, può tornare opportuno leggere, in succinto, ciò che il Leroy Bealieu scrive nell’ Economiste a proposito dell’ aumento della tassa di successione in Inghilterra. È un argomento affine e che per rispetto alle regole generali del sistema tributario in basa sui medesimi principii.

L ’ egregio economista francese comincia dall’ os­ servare che lo Stato commette una grande im pru­ denza ed un errore, applicando imposte esagerate, poiché mentre danneggia gli onesti, induce i con­ tribuenti di manica larga alle frodi, ed in ultima analisi ottiene con tasse elevate meno di quanto ot­ terrebbe con tasse eque e moderate.

Venendo alla fattispecie it L nroy Beaulieu esa­ mina il Supporto inglese sui diritti di successione. È noto che Sir W illiam Harcourt, cancelliere dello Scacchiere, abbandonata la tradizione liberale pel radicalismo, fece adottare pei d iritti di successione il sistema progressivo, che è quello vigente in Italia.

Il Leroy Beaulieu sostiene invece che le succes­ sioni in linea diretta non debbono mai sorpassare l ’ uno o l’ uno e mezzo per cento quale che sia 1’ entità del patrimonio e che anche in linea colla­ terale o ad estranei non dovrebbe eccedere il 5 o 6 per cpnto.

In tali condizioni i trapassi di proprietà si effet­ tuano normalmente e senza sotterfugi con vantaggio della fortuna privata dell’ erario pubblico.

Col sistema inglese vigente si arriva a seconda dei gradi di parentela fine all’ 8 e al 10 per cento, ciò che in molti casi fa assumere alla imposta delle proporzioni fantastiche. Data una eredità di qualche milione, poiché la tassa aumenta non solo in ragione inversa del grado di parentela ma anche in rigione diretta della sua importanza, si arriva fino al 18 per cento, ciò che acquista la forma di una vera confisca.

Questa legge draconiana applicata in Inghilterra dal 1894, ha avuto un effetto curioso, quello cioè di far dim inuire la cifra totale delle successioni e con ciò il reddito dello Stato.

Infatti mentre le successioni in Inghilterra am­ montarono nel 1890-91 a sterline 105,520,000, nel 1891-92 a 193,397,000, nel 1894-95 si ridussero a 141,421,000 e n e i 1896-97 a 153,035.

E che una tale diminuzione sia proprio dovuta all’ inacerbimento della tassa e non a decremento della pubblica ricchezza lo prova il fatto che il 1896-97 è stato per l’ Inghilterra un anno dei più prosperi, nel quale si è verificato un enorme rialzo di tutti i valori. La decrescenza quindi dei trapassi di pro­ prietà per trasmissione ereditaria, cela delle enormi frodi.

Se la tassazione fosse stata equa e non così ec­ cessivamente fiscale, le denunzie sarebbero state ve­ ridiche e lo Stato avrebbe finito coll’ incassare di più. Poiché bisogna bene notare che dopo l’appli­ cazione del sistema progressivo l'imponibile è di­ minuito la bagattella di 53 m ilioni di sterline, cor­ rispondenti a 1,325,000,000 di lire nostre e ciò mentre notoriamente la fortuna privata inglese è au- menteta per lo meno nella medesima misura.

Se tanto dà tento che ciò accada in Inghilterra, dove in fondo per tradizioni e per sentimento si è meno proclivi alla frode, figurarsi gli effetti che co­ siffatte leggi di imposta debbono produrre in paesi dove la frode è un’abitudine, e dove il sottrarsi al pagamento delle imposte ed eludere il fisco, è un

titolo di onore ed una prova di abilità e di destrezza commendevole!

Il Leroy Beaulieu, assurgendo dal fatto speciale da lui esaminato ai principii generali, dimostra con prove di fatto come all’ inacerbimento delle imposte, qnando hanno toccato un determinato limite, corri- spode immancabilmente, una diminuzione parallela della materia imponibile cosicché si finisce per ot­ tenere il risultato opposto, ossia si incassa meno.

Lo Stato che esagera le imposte assomiglia in al­ tri termini a quei selvaggi i quali atterrano gli al­ beri per raccoglierne i frutti.

La produzione e 11 commercio granario ne?li Stati Uniti. — L ’ enotecnico italiano a New York, signor Russati, manda al Ministero di agricoltura un interessante rapporto, sulla produzione e il com­ mercio granario negli Stali Uniti, dal quale tolgo le seguenti notizie, u tili a conoscersi in tanto d i­ scorrere che si è fatto su tale argomento.

« Il 1897 va ricordato come un anuo fenomenale nella storia del commercio del grano in questo paese. Il notevole deficit nel raccolto del frumento in quasi tutti i principali paesi produttori di questo cereale, ad eccezione degli Stati Uniti, ove i raccolto è stato più abbondante che nel 1896, ha motivato una r i ­ chiesta sì attiva, che i prezzi del frumento aumen­ tarono strepitosamente in pochi giorni.

Le borse dei cereali negli Stati Uniti, special- mente quelle di N ew -Y ork e Chicago, che sono le più importanti, furono eccitatissime nell’ultima quin­ dicina di agosto. Durante questo periodo, in seguito alle forti richieste pervenute dall’Europa, si v e rifi­ carono giornalmente dei rialzi di parecchi cenls per bushel ‘), sì che il prezzo del frumento sorpassi sen­ sibilmente un dollaro per bushel, essendosi quotato sabato 21 agosto, alla Borsa di N ew -Y ork, a dol­ lari 1.07 1/2 prezzo di chiusura.

Negli Stati Uniti, quando si dice frumento a un dollaro per bushe’, significa I’ apice della prosperità per gli agricoltori, che quest’anno possono registrare una annata assai favorevole. Delle vere fortune sono state fatte in pochi giorni da avveduti speculatori, banchieri, ecc., che avuto sentore in anticipazione della piega che assumeva il mercato, incettarono ed accaparrarono enormi quantità di frumento.

Gorre voce, ad esempio, che 0. A. Pillsburg, il noto proprietario di mulini a Mineapolis, la città della farina, abbia guadagnato in pochi giorni, spe­ culando in frumento, dollari 500,000, ossia due mi- milioni e mezzo di franchi.

Dieci speculatori, banchieri di Nuova Y ork e Chicago, hanno guadagnato complessivamente sul rialzo del frumento, dollari 3,175,000, ossia franchi 16 milioni circa, cioè quanto basterebbe per fo r­ nire gratis il pane alla popolazione di Nuova Y ork per 23 giorni. Ma chi li paga in ultima analisi queti profitti enormi degli speculatori milionari ame­ ricani ? 11 povero, specialmente d’ Europa, che si vede rincarare giornalmente il prezzo dell’ alimento più necessario, il pane.

Il raccolto del frumento negli Stati U niti viene stimato dal dipartimento d’ agricoltura a Washington, secondo l ’ ultimo bollettino, a 450,322,000 bushel, contro 427,684,346 nello scorso anno. Questa è però la stima più bassa, che si ritiene da molte persone del commercio, dalle Borse, come pure dalla

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17 ottobre 1897 L ' E C O N O M I S T A 665 stampa, inferiore al vero: essendo notorio che la

stima fatta dal dipartimento ond’ è parola, pecca sempre piuttosto in meno che in più, specialmente nelle annate, in cui il raccolto è scarso fuori degli Stali U niti. La stampa attribuisce ciò al seguente fatto. Gli agricoltori americani che forniscono le no­ tizie agli agenti governativi, coll’avvedutezza propria degli yankees, comprendono l’ effetto che hanno sul prezzo di questo cereale le notizie ufficiali relative al raccolto, e perciò nell’ attesa di un rialzo sono più propensi a dichiarare un raccolto inferiore al vero.

L ’ osservazione calza quando si consideri l’indole eminentemente speculativa di questo popolo. Infatti la stima governativa non si trova d’ accordo con quelle fatte dal Bradstreet, dal Corn Trade List e dalla Borsa di Nuova Y ork che pure godon credito.

Ecco il confronto fra le varie stime secondo le diede il World del 15 agosto.

Raccolta del frumento nel 1891.

Dipartimento d’ agr. a Washington B.s 47.0,322,000 Bradstreet da B.s 550,00 ',000 a 575.000,000 Corn Trade List » 550,000,600 a 560,000,000 New York Exchange » 525,000,000 a 550,000,000

Il raccolto del 1896 aumentò, secondo le cifre governative, a 427,684,346 B.s rappresentanti un valore di dollari 310,602,539.

L ’ aumento nel valore del roccolto al prezzo indi­ cato è dunque da dollari 151,647,464 a 248,397,461. Benché, secondo le cifre ufficiali la differenza nella quantità del raccorto non sia molto notevole, la differenza nel valore anche in base alla stima più bassa è assai rilevante, e motivata dallo scarso rac­ colto avutosi nelle altre parti del globo.

L ' Herald calcola il guadagno che realizzeranno agli agricoltori americani per l’aumentato prezzo del frumento a 175,000,006 di dollari prendendo per base una produzione di 500,000,000 bushels.

Banca d’ Italia. — Nella seduta del Consiglio superiore della Banca d’ Italia, eh’ ebbe luogo il' 27 settembre il comm. March ori comunicò le definitive pratiche concordate col Ministro del Tesoro. Esse sono le seguenti :

1. ° La Banca d’ Italia è esonerata, a partire dal 1° luglio 1897, dalla tassa di circolazione dei b i­ glietti della Banca romana in liquidazione.

2. ° I ricuperi delle sofferenze della cessata Banca nazionale verranno passati a utili, mentre prima il ministro esigeva venissero accantonati

La somma»reale da ricuperarsi è di circa sedici milioni. Ci piace osservare che la Banca d’ Italia, dalla sua trasformazione, ha sempre ricuperato an­ nualmente circa un milione.

3. * Gli effetti della Banca d’ Italia che cadono in sofferenza, ma che hanno per garanzia buone ipoteche, possono attendere 3 anni per essere liq u i­ dati, quindi non vi è obbligo di passarli subito a perdita, come erasi stabilito per lo innanzi.

4. ° La Banca d’ Italia può ammortizzare in otto anni la spesa pel rifornimento della riserva metal­ lica, sopportata nel corrente esercizio, e che il m i­ nistro intendeva fosse ammortizzata nel corrente bilancio.

Tutte queste concessioni sono definitive, e non vi é bisogno di derogare alle legg vigenti, perchè trattasi d’interpretazione.

Per quanto riguarda la tassa sulla circolazione dei biglietti della Banca romana, il ministero vi fu autorizzato dalla Camera e dal Senato, nelle discus­ sioni del dicembre 1896.

L’esportazione dei cereali da Odessa nel 1896

Dalla relazione del Console italiano a Odessa cav. N. Squitti rileviamo che la quantità di cereali espor­ tati da Odessa nel 1896 fu notevolmente inferiore a quella del 1895, ma nonostante è rappresentata da una cospicua somma cioè da 94 milioni di pudi ) e la diminuzione toccò appena la specie principale che esporta questa piazza cioè il frumento, di cui ne fu spedita all’estero un po’ meno dell’ auno pre­ cedente realizzando per altro un prezzo maggiore. Dim inuì invece l’esportazione della segale, dell’ orzo e dell’ avena, e particolarmente del granturco, e il fatto viene attribuito a nuove linee di comunica­ zione fra i territori interni dove si coltivano i ce­ reali ed altri porti più vicini ai medesimi, oppure resi più convenienti dalle tariffe differenziali.

Quanto al frumento nel 1896 ne furono spediti da Odessa pudi 57,203,000 di varie qualità, contro parli 60,501,000 spediti nel 1895, e 47,355,000 nel 1894; ma il valore complessivo nel 1896 fu di rubli 42,904,000 *), ossia superiore a quello del 1895 di rubli 4,270,000, per via del rialzo del prezzo.

L ’ esportazione del frumento da tutta la Russia nell’ anno passato può calcolarsi, sebbene manchino tuttora alcuni dati statistici, a circa pudi 219 mi­ lioni, contro pudi 237 milioni esportati durante il 1895.

Odessa continuò a tenere incontestato il primo posto nell’ impero per la esportazione del frumento.

Le città di Nicolajeff e di Rostoff, che in alcuni anni hanno rivaleggiato con essa in questo com­ mercio, esportarono: la prima pudi 40 m ilioni, e ia seconda poco più di 53 milioni di grani in genere, cioè meno di quanto esportò Odessa di solo fru ­ mento.

Lo stesso può dirsi di Novorossisk, che vendette pudi 31,715,000 di cereali vari.

L ’ esportazione del granturco fu di poca im por­ tanza. Essa ascese infatti a soli pudi 4.535,000 va­ lutati in rubli 2,667,000, mentre nel 1895 era stato di pudi 11,183,000 valutati 6,112.000 rubli, e nel 1894 di nudi 35,147,000 del valore di rubli 21,088,000. Del resto la esportazione del granturco fu in diminuzione in tutto I’ Impero essendo stata di pudi 12,881.000 contro 23,564.000 nel 1895 e cm tro 58,173,000 nel 1894. L ’ esportazione del granturco in Italia fu quasi nulla. La causa di una | si grande differenza fra 1’ anno passato e i prece­

denti pare debba ricercarsi nella sovrabbondante produzione del granturco nell’ America settentrionale e nell’ Argentina, per cui i mercati europei di con­ sumo furono inondati di questo cereale, e la espor­ tazione russa del medesimo dovette necessariamente restringersi.

Anche nella segale quantunque in m inor grado si verificò nel 1896 una diminuzione in confronto al 4895. Durante infatti quest’ ultimo anno si erano

1) 11 pudo equivale a chilogr. 16.

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660 L’ E C O N O M I S T A 17 ottobre 1897 esportati da Odessa 21,393,000 pudi di segale pel

valore di rubli 10,602,000, mentre nell’anno scorso non si raggiunsero che pudi 13,303,000, valutati in rubli 7,317,000.

Diminuì parimente l’ esportazione generale dall’ im ­ pero. Da pudi 90,117,000 (1895) essa scese a pudi 78,118,000 (1896).

Da Nieolajeff si esportò più segala che da Odessa, cioè pudi 15,400,000.

Da Rosloff se ne esportarono pudi 12,000,000. L ’ Olanda, la Germania, la Norvegia e la Svezia furono i principali paesi per cui si spedì questo articolo.

Dell’ orzo se ne esportarono 15,053,000 pudi va­ lutati in rubli 8,279,000 contro pudi 24,937,000 nel 1895 e 36,439,000 nel 1894. Notevole altresì fu la diminuzione nell’esportazione di tutto l’impero che fu nel 1896 di pudi 91,290,000, mentre era stata di pudi 107,875,000 nel 1895, e di pudi 152,677,000 nel 1894.

Il porto di Odessa fu quello che, come per io innanzi, esportò la maggiore quantità di orzo, d iri­ gendolo, in massima p irle, per la Germania, la Gran Brettagna e l’Olanda, e, in minori quantità, per la Bulgaria, la Spagna, la Danimarca, la Francia, il Belgio, la Norvegia e la Svezia.

Per l’ Italia si spedirono solo pudi 175,000. Riassumendo aggiungeremo che nel 1896 l’espor­ tazione dei cereali da Odessa ascese a 94 milioni di pudi contro 123 milioni nel 1895, ma la dimi­ nuzione del prezzo fra queste due puntate si calcola a soli rubli 7,700,000 in meno per il 1896, sicché sotto il rapporto del valore raffigurato in denaro, il commercio granario dell’anno passato, non si può considerare tanto svantaggioso come sarebbe sem­ brato a prima vista.

Le tasse di fabbricazione

La Direzione Generale delle Gabelle ha pubbli­ cato la statistica delle tasse di fabbricazione dal 1° luglio 1896 al 30 giugno 1897. I resultati con­ frontati con quelli dell’ esercizio precedente sono i seguenti : Differenza 1896-57 1895-96 nel 1895-96 Spiriti... L. 29,476,771.65 Birra... . 1,552,590.13 Acque gassose.. * 484,381.16 Cicoria e prodotti sim ili... » 1,206,551.00 Glucosio... 785,917-35 Zucchero... » 1,545,337*88 Olii minerali di resina e ca­ trame... » 228,7)3.45 Polveri piriche » 937,796.68 Fiam m iferi.... * 7,242,484.38 Gas luce ed ener­

gia elettrica. » 3,297,669.24 Olio di semi di cotone... » 382.24 Acido acetico.. » 17,174.80 27,038,930.08 1,666,361.25 498,483.01 1,197,162.77 813,112.27 1,769,068.43 371,181.84 958,198.29 6,688,401.37 2,174,634.51 2,437,841.57 113,752-12 14,101.85 9,388.23 47,193.92 223,730.55 142,468 39 20,401.61 354,089.01 1,123,014.73 382.54 17,174.50 Totali... L. 46,759,689.76 43,175,453.82 + 3,580,235.94 Differenza in più nell’eserc. 1896-97 L . 3,580,235.94. L'aumento nel gettito fu dato, come risulta dalle cifre suesposte, dagli spiriti e dalle nuove tasse sul gas e l’energia elettrica e sui fiamm iferi. Nelle altre

categorie avvi, invece, diminuzione di gettito. Le previsioni della Giunta del bilancio per l’eser­ cizio in corso, sono di L . 45,300.000.

Daremo adesso qualche ragguaglio sulla produ­ zione dei vari generi colpiti dalla tassa di fabbri­ cazione nell’anno fiscale 1896-97 in confronto ai- l’ esercizio precedente.

Spiriti. Le fabbriche di spirito ricavato dalla di- stillazione dell’ amido e dalle sostanze amidacee, dai residui della fabbricazione degli zuccheri, dalle bar- bebietole, e dai tartufi di canna produssero 12,571,644 litri di spirito contro 11,433,954 nell’esercizio pre­ cedente. Le fabbriche che lavorarono furono 17 con­ tro 15 nell’ esercizio precèdente. Le fabbriche di spirito prodotto dalla distillazione del vino, delle vinaceie, e da altre materie non comprese nella precedente categoria produssero 5,526,380 litri contro 4,823,974 nel 1896-97. Le fabbriche che lavorarono furono 632 coniro 555.

Birra. La birra prodotta nell’ esercizio 1896-97 ascese a 10,693,984 litri contro 11,487,507 nel­ l’esercizio precedente e le fabbriche che lavorarono furono 103 contro 105.

Acque gassose. La produzione delle acque gassose ascese a 12,108,666 litri contro 12,459,224 dell'eser­ cizio precedente. Le fabbriche che lavorarono furono 875 contro 822.

Cicoria e prodotti similari. Furono prodotti nel­ l’ esercizio 1896-97 chilogr. 2,428,755 di cicoria contro 2,422,276 nel 1895-96. Le fabbriche che lavorarono furono 63 contro 57.

Glucosio. Le fabbriche di glucosio fra solido e liquido ne produssero chilogr. 3,021,688 contro 3,087,719. Le fabbriche che lavorarono furono 8 con­ tro 9.

Zucchero. Ne furono prodotti chilogr. 2,299,610 contro 2,647,466 nell’ esercizio precedente. Le fab­ briche furono 2 tanto nell’ uuo che nell'altro eserci­ zio, cioè quelle di Savigliano (Cuneo) e Rieti (Pe­ rugia).

Oli minerali di resina, di catrame ecc. La pro­ duzione nel 1896-97 ascese a chilogr. 2,254,640 contro 3,706,818 nel 1895-96. Le fabbriche che lavorarono furono 13 contro 9.

Polveri piriche. Furono prodoiti chilogr. 609,325 di polvere tanto da caccia che da mina contro 687,965 nell’ esercizio precedente. I polverifici che lavorarono furono 84 contro 93.

Fiammiferi. La produzione dei fiammiferi di ogni specie ascese a 47,453,475 migliaia contro 42,759,025 nell’ esercizio precedente. Le fabbriche che lavora­ rono furono 429 contro 505.

Gas luce ed energia elettrica. Il gas luce prodotto ammontò a 110,529,741 metri cubi, e l’energia elettrica a 59,524,867 etto-watt-ora. Mancano i ter­ mini di confronto con l’esercizio precedente.

Acido acetico. Ne furono prodotti chilogr. 12,190 di diverse qualità da una fabbrica recentemente impiantata nella provincia di Genova.

Cassa di Risparmio di Verona

(11)

17 ottobre 1897 L ’ E C O N O M I S T A 667

giori stante una diminuzione dei depositi a rispar­ mio, e un minore pagamento per tasse e imposte.

Riassumendo in brevi cenni la gestione dell’ Isti­ tuto, notiamo che nei mutui ipotecari, alla chiusura del 1896, erano impiegate L. 18,059,844 e in mu­ tui a corpi morali L. 21,528,737 ; nelle anticipa­ zioni su titoli L. 171,631 ; nei conti correnti aitivi L. 521,736; e in cambiali scontate L. 290,824.

Come abbiamo accennato, la consistenza dei mutui decrebbe notevolmente giacche di fronte ad un im ­ piego nel 1896 di lire 283,000 in mutui nuovi, l’ Istituto incassò più di 1 1/2 m ilioni per estinzione di mutui antichi. Questa categoria d’ impieghi, in rapporto al complesso delle attività, sta nella pro­ porzione del 27.02 % .

Nei mutui chirografari a corpi morali non vi fu variazione di qualche rilievo : il rapporto di questa categoria è del 32.21 °/0.

Nei conti correnti attivi, nelle anticipazioni su titoli e nelle cambiali scontate, nemmeno v i furono variazioni apprezzabili.

Gl’ investimenti in fondi pubblici, Buoni del T e­ soro e valori di prim’ ordine, crebbero invece di 300,000 lire circa, ragguagliandosi alla fine del 1896 a lire 22,328,700.

Il credito complessivo dei depositanti a rispar­ mio sommava al 31 dicembre ultim o a L. 59,751,447 contro lire 61,167,447 alla fine del 1895. Questa diminuzione, che arriva appena ad un milione e mezzo, ed è di lieve importanza, perciò, sopra una così ingente massa di risparmi non fu determinata da alcuna causa speciale, ma solo da contingenze particolari della clientela dell’ Istituto.

L ’ utile netto dell’ esercizio 1896 adeguò a lire 480,807.62, con che il fondo patrimoniale della Cassa si accrebbe a lire 5,741,281.66.

Sull’ accennata somma di u tili furono stanziate lire 101,000 per opere di beneficenza e di utilità pubblica, al quale scopo la Cassa di risparmio di Verona nei ventitré anni di esercizio che conta ha erogato la cospicua somma di 866,000 lire.

Il bilancio austriaco per il 1898

Il progetto di bilancio per il 1898 presentato al Reichsrath comporta un complesso di spese che si elevano a 715,920,827 fiorini. Le entrate essendo stabilite nella somma di 719,900,282 fiorini ne re­ sulta una eccedenza nelle entrate di 3,979,455 fio­ rin i che oltrepassa di 3,967,017 fiorini; quelle del­ l’esercizio precedente. Nella formazione del bilancio della spesa è stato tenuto conto di tutti gli aumenti possibili.

La cifra complessiva dei crediti domandati supera di 26 m ilioni e 776,126 fiorini quelle dell’ anno precedente, ma le entrate a coprirle arrivano alla cifra di 30,745,143 fiorini.

Per far fronte a questo aumento le imposte di : rette sono state aumentate di fiorini 8,762,900; i d iritti di dogana di 4,122,354; e le imposte in d i­ rette di 9,234,266. Il prodotto del lotto è stato di­ minuito di 349,000 fiorini e le entrate dell’ esercizio delle ferrovie aumentato di 4,562,280.

Le valutazioni delle sovvenzioni per il 1898 re­ clamano una somma netta di 27,6^5,730 fio rin i cioè

a dire 2,303,540 in più che nell’anno precedente e in quella somma sono comprese le spese destinate per le costruzioni di caserme in Gallizia e in Dal­ mazia.

Una somma di 6,808,000 fiorini è destinata alla costruzione di nuove vie ferrate particolarmente in Gallizia e in Dalmazia, e una prima annualità di 3,407,300 fiorini su di una spesa totale di 10,220,000 fiorini è iscritta per il materiale rotabile delle ferrovie.

Nell’ esposizione finanziaria fatta alla Camera dal Ministro delle finanze, egli ha detto di essere felice di costatare che la rendita ammortizzabilo non ha raggiunto mai corsi così elevati come attualmente, sebbene questa rendita, allorché fu introdotta per la prima volta nel mercato interno, si esprimessero dei dubbi intorno al successo che ella avrebbe ottenuto. L ’on. Ministro rammenta, che ne sono state com­ prate forti quantità in Germania, in Francia e anche in Svezia, e ciò dimostra, secondo esso, fino a qual punto è salito il credito dell’Austria.

Egli aggiunge, che l ’eccedenza de! bilancio di fiorini 3,979,455 sarà ridotta a 900,000 in forza delle spese comuni, e che per l’anno prossimo non vi è da sperare una grossa eccedenza, per conseguenza delle catastrofi cagionale dalle inondazioni. L ’ on. M ini­ stro espone che il 1898 sarà verosimilmente un annata critica dal punto di vista finanziario, perchè diverse risorse sicure, provenienti da imposte anticamente stabilite saranno rimpiazzate da risorse nuove meno sicure.

Termina la sua esposizione dando conoscenza alla Camera di una serie di progetti di legge, fra cui quello di un’ imposta sui trasporti delle ferrovie tanto per le persone, che per le m e rci; quello di un’ imposta sulla vendita dello zucchero aj dettaglio, una legge immobiliare per sgravare la proprietà dei compagnoli, e le piccole proprietà urbane, una legge penale relativa alle contribuzioni, e la riforma delle dogane secondo i principi moderni.

L ’ on. Ministro ha concluso dicendo che con l’ aiuto della Camera, nello spazio di due anni, l’Austria può essere stabilita su una nuova base finanziaria.

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